Le motivazioni di chi promuove il voto “si”
Tra i promotori del “si” abbiamo Greenpeace che pubblica sul suo sito “6 motivi per votare si“.Ecco il primo:
DIFENDI IL TUO DIRITTO DI SCEGLIERE!Ecco il secondo:
Per scongiurare il quorum, Renzi ha anticipato la data del voto al 17 aprile, dimezzando i tempi della campagna referendaria e ostacolando il tuo diritto a informarti.
Dimostragli che questi trucchetti non riusciranno a fermare la democrazia. VOTA SÌ!
UNA PERDITA DI PETROLIO SAREBBE UN DISASTRO!Ecco il terzo:
Quando parliamo di trivelle offshore, nessuno può escludere un incidente.
E in un mare chiuso come il Mediterraneo, un disastro petrolifero causerebbe danni gravissimi e irreversibili.
METTIAMO IN PERICOLO IL MARE PER UN PUGNO DI BARILI!Ecco il quarto:
Per estrarre poche gocce di petrolio di scarsa qualità, si mettono in pericolo le nostre coste, la fauna, il turismo, la pesca sostenibile. Le prime vittime innocenti potrebbero essere delfini, capodogli, tartarughe, gabbiani e i pesci che popolano i nostri mari. Difendili!
CI GUADAGNANO SOLO I PETROLIERIEcco il quinto:
Per estrarre petrolio le compagnie devono versare dei “diritti”, le cosiddette royalties. Ma per trivellare i mari italiani si pagano le royalties più basse al mondo: il 7% del valore di quanto si estrae. E i petrolieri ringraziano.
LA RICCHEZZA DEL NOSTRO PAESE NON È IL PETROLIOEcco infine il sesto:
Il 17 aprile puoi scegliere: lasciare che i nostri mari diventino un far west di petrolieri, mettendo a rischio il Mediterraneo, oppure far capire al governo che il nostro vero petrolio è la bellezza delle nostre coste, culla della nostra storia e della nostra cultura.
LE TRIVELLE NON RISOLVONO I NOSTRI PROBLEMI ENERGETICIPer il comitato del “si” il vero quesito dovrebbe essere il seguente, come riportato dal sito del WWF:
È il momento che qualcuno te lo dica: bucare i fondali non risolverà la nostra dipendenza energetica dall’estero. Come ammette anche il governo, le riserve certe di petrolio nei mari italiani equivalgono a 7-8 settimane di consumi nazionali e potremmo estrarre gas per soddisfare i consumi di 6 mesi. Ne vale la pena?
Il comitato nazionale si pone l’obiettivo di diffondere capillarmente informazioni sul referendum in tutti i territori e far crescere la mobilitazione, spiegando che il vero quesito è: “vuoi che l’Italia investa sull’efficienza energetica, sul 100% fonti rinnovabili, sulla ricerca e l’innovazione?”.Ecco l’elenco dei promotori del “si” in data 3 marzo 2016:
Adusbef, Aiab, Alleanza Cooperative della Pesca, Arci, ASud, Associazione Borghi Autentici d’Italia, Associazione Comuni Virtuosi, Coordinamento nazionale NO TRIV, Confederazione Italiana Agricoltori, Federazione Italiana Media Ambientali, Fiom-Cgil, Focsiv – Volontari nel mondo, Fondazione UniVerde, Giornalisti Nell’Erba, Greenpeace, Kyoto Club, La Nuova Ecologia, Lav, Legambiente, Libera, Liberacittadinanza, Link Coordinamento Universitario, Lipu, Innovatori Europei, Marevivo, MEPI–Movimento Civico, Movimento Difesa del Cittadino, Pro-Natura, QualEnergia, Rete degli studenti medi, Rete della Conoscenza, Salviamo il Paesaggio, Sì Rinnovabili No nucleare, Slow Food Italia, Touring Club Italiano, Unione degli Studenti, WWF.
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