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mercoledì 23 marzo 2016

Cura del terzo millennio per il cancro

Cura del terzo millennio per il cancro

Introduzione

In seguito alla mia recente traduzione di due conferenze annuali del Dr. Greger che riassumono gli avanzamenti della scienza clinica per il 2012 e il 2013, ho deciso di sintetizzare e divulgare questi contenuti suddividendoli per patologie.
La conferenza del 2012 si intitolava "Uprooting the leading causes of death", cioè "Sradicare le principali cause di morte", e passava in rassegna la statistica delle cause principali di morte negli USA per dimostrare come le prime 16 di esse possano essere prevenute, in parte trattate e in parte addirittura curate con semplici interventi sull'alimentazione e sull'esercizio fisico cioè, in sostanza, con banali modifiche allo Stile di Vita.
La conferenza del 2013 ha invece titolo "More than an apple a day", cioè "Più che una mela al giorno" e, partendo da una rielaborazione dei dati presentati l'anno prima che mostra come in realtà la classe medica sia la causa di morte n. 3 (era parsa essere al 6° posto l'anno prima), analizza le principali cause per cui la gente va dal medico, per mostrare anche qui come semplici modifiche dello Stile di Vita possano prevenire, trattare e anche curare efficacemente la maggior parte dei disturbi.

Il cancro

Una neoplasia (dal greco néos, «nuovo», e plásis, «formazione») o tumore (dal latino tumor, «rigonfiamento»), indica, in patologia, «una massa abnormale di tessuto che cresce in eccesso ed in modo scoordinato rispetto ai tessuti normali, e che persiste in questo stato dopo la cessazione degli stimoli che hanno indotto il processo», come chiarisce la definizione coniata dall'oncologo R.A. Willis, accettata a livello internazionale.
La crescita incontrollata e scoordinata di un gruppo di cellule, a scapito dell'omeostasi tissutale, è determinata da alterazioni del loro proprio patrimonio genetico, ed è alla base di una vasta classe di malattie, classificata in base a diverse caratteristiche, ma principalmente in tre modi:
  • secondo il tipo istologico originario delle cellule proliferanti: principalmente in tumori epiteliali, mesenchimali, delle cellule del sangue o del tessuto nervoso;
  • secondo l'aggressività e il decorso clinico previsto: in tumori benigni (non cancerosi) e tumori maligni (cancerosi, o cancro);
  • secondo la stadiazione tumorale, o Classificazione TNM, per quanto riguarda i tumori maligni.
La branca della medicina che si occupa di studiare i tumori sotto l'aspetto eziopatogenetico, diagnostico e terapeutico è definita oncologia (fonte: Wikipedia).

Fattori di rischio

Il maggior studio prospettico mai realizzato su cancro ed alimentazione è europeo: si tratta di EPIC (European Investigation into Cancer and Nutrition); dalla sua enorme mole di dati è stato recentemente tratto uno studio che mostra come l'incidenza totale di tutti i cancri sia minore tra i vegetariani rispetto a chi mangia carne; e questo è vero soprattutto per alcuni tra i tumori a crescita più rapida: linfomi e leucemie; in particolare, il rischio di linfoma triplica per ogni 50g di carne di pollo consumata in più (50g sono circa un quarto di petto di pollo)!
Persino un articolo su "Meat Science" ("Scienza della carne", rivista del settore industriale USA di carni e derivati) si chiede: "dato che la carne rossa ed i salumi fanno aumentare il rischio di cancro al colon, dobbiamo diventare tutti vegetariani o possiamo rendere la carne più sicura?". Cioè persino il settore che guadagna direttamente dalla vendita di carni e salumi, si preoccupa del rischio di cancro; tale rischio è dovuto essenzialmente al ferro eme (sanguigno), e ci sono quindi tanti additivi ancora in fase di studio (ad esempio calcio e vitamina E) per ridurne gli effetti tossici.

Un'epidemia!

Un articolo del 2011 prevede oltre 500.000 morti di cancro all'anno nei soli Stati Uniti! Ciò corrisponde ad oltre 1.500 morti al giorno, cioè allo schianto di 5 jumbo jet al giorno per tutto l'anno! Questo numero supera, ogni anno, quello totale di tutti i morti di tutte le guerre USA. Ogni anno!

Evoluzione della patologia

Un tumore non può crescere senza una fornitura di sangue aggiuntiva.

Cellule microscopiche cancerose sono sempre presenti negli adulti sani, ma non possono crescere senza creare nuove connessioni ai vasi sanguigni circostanti (A), per cui emettono fattori di crescita vascolare (B), i quali fanno sì che nuovi vasi sanguigni vadano ad irrorare il tumore (C). Il fattore di crescita più importante è chiamato VEGF, ed è soppresso dai fitonutrienti contenuti, ad esempio, in: té, spezie, frutta, bacche, broccoli e legumi.

La cura

Data la potenza delle piante, la base di ogni approccio terapico anti-angiogenico al cancro dovrebbe essere costituita da una dieta vegana fatta di alimenti integrali e scarsa in grassi, privilegiando carboidrati dal basso indice glicemico e facendo esercizio il più regolarmente possibile.
Ci sono anche altri modi per "affamare" il cancro: già uno studio del 1974 (!) dimostrò che molti cancri umani hanno una dipendenza assoluta dalla metionina, un aminoacido alimentare; cioè, in vitro, cellule umane normali vivono benissimo anche senza metionina, mentre quelle di tre tumori altamente maligni muoiono. 
Ma che se ne fanno, i tumori, della metionina? Un nuovo studio ci svela che i tumori usano la metionina, che è un aminoacido sulfureo, per creare sostanze gassose sulfuree che cani appositamente ammaestrati possono percepire, diagnosticando il cancro! Ci sono dunque cani annusa-nei che possono diagnosticare il melanoma! E cani annusa-alito che possono diagnosticare velocemente un tumore ai polmoni! E persino cani annusa-pipì che possono diagnosticare il tumore alla vescica umano! Per non parlare dei cani annusa-peti che riescono diagnosticare il tumore al colon-retto!
Bene, dunque le cellule tumorali hanno bisogno assoluto di metionina, perciò le case farmaceutiche stanno gareggiando per essere le prime a tirar fuori dei nuovi farmaci anti-metionina, ma siccome la metionina viene principalmente dal cibo, una migliore strategia consisterebbe nel limitare o eliminare la metionina dall'alimentazione dei pazienti; e limitare l'assunzione di metionina serve sia per limitare la crescita dei tumori, ma anche per vivere più a lungo!
Adesso non rimane che usare il solito DB alimentare USDA per scoprire dov'è la metionina; ecco la classifica:
  1. pesce
  2. pollo
  3. uova
  4. carne rossa
  5. latte
Cibi a scarso contenuto di metionina: frutta, noci, verdura, cereali e legumi.
E così lo studio conclude che "negli umani, limiti all'assunzione di metionina possono essere posti mediante una dieta predominantemente vegana"!
Era il 2005 quando Dean Ornish pubblicò il suo famoso studio sul cancro alla prostata, che mostrava la riduzione della massa tumorale dopo 12 mesi di dieta vegetale stretta, come si vede in figura (a sinistra: ecografia prostatica di esempio, che mostra l'effettiva riduzione della massa tumorale; a destra: andamento medio del PSA nei volontari, che mostra l'effettivo calo del valore in chi ha seguito la dieta vegana sperimentale):


Questo fondamentale studio mostra anche un'altra cosa importante: il sangue di chi è vegano da 1 anno inibisce la crescita del cancro alla prostata quasi 8 volte meglio del sangue di chi segue la dieta standard Americana ("S.A.D." in figura):


In questo studio fu possibile far mantenere una dieta vegetale stretta per 1 anno a uomini anziani col trucco di far loro arrivare i piatti pronti direttamente a casa. Nel mondo reale, invece, spesso c'è bisogno di scendere a compromessi, dato che più si è anziani e più è difficile cambiare le proprie abitudini alimentari, persino se si è già subito un intervento (chirurgia e/o radio e/o chemio terapie) per il tumore alla prostata, dato che "solo una minoranza dei sopravvissuti al cancro alla prostata seguono la dieta raccomandata dalla American Cancer Society, assumendo 5 portate di frutta e verdura al giorno"!. Quindi si è introdotto il rapporto A/V (Animale/Vegetale) per valutare l'assunzione proteica, e si è cercato di abbassarlo nei volontari, facendoli passare da 2/1 (valore medio nella S.A.D.) a 1/1. Questa dieta vegana "part-time" ha rallentato il progresso dei loro cancri, che è già un buon risultato, ma ricordiamo che nello studio di Ornish si è ottenuta l'inversione del progresso del cancro, che si è effettivamente ridotto. Perciò il rapporto ideale A/V è zero!
Ma se proprio dobbiamo scendere a compromessi, allora qual è la A peggiore, e la V migliore?
  • Uova e pollame sono le proteine animali (A) peggiori, dato che duplicano e quadruplicano rispettivamente il rischio di progresso del cancro alla prostata.
  • Le verdure crucifere sono invece le proteine vegetali (V) migliori, dato che basta una sola portata al giorno di broccoli, cavoli, verza, cavoletti di Bruxelles o cavolfiori per dimezzare il rischio di progresso del cancro alla prostata.

Seno

Lo stesso vale per il cancro al seno, dove l'assunzione di verdure crucifere al di sopra della media, insieme a maggior consumo di frutta e verdura, dimezza il rischio di ritorno del cancro. Sempre basandosi sugli stessi dati, che riguardano oltre 3000 sopravvissute al cancro al seno, un altro studio mostra che chi consuma "molta" frutta e verdura (5 porzioni al giorno o più) e fa "molta" attività fisica (camminare 30 minuti al giorno per 6 giorni a settimana o più) ha una maggiore aspettativa di vita, a prescindere dalla sensibilità agli ormoni del proprio tumore:

  • ER : sensibilità agli estrogeni
  • PR : sensibilità al progesterone
  • +/- : sensibile/non sensibile
  • blu: mortalità più alta per chi consuma poca frutta e verdura o fa poca attività fisica
  • giallo: mortalita inferiore per chi consuma molta frutta e verdura e fa molta attività fisica.
Alcuni dei ricercatori che collaborarono allo studio del Dr. Ornish sul cancro alla prostata visto prima, hanno recentemente voluto ripetere l'esperimento con il cancro al seno; infatti, se il cancro alla prostata è il primo tra le cause di morte per cancro negli uomini, quello al seno ha il medesimo ruolo per le donne. Questa volta non hanno voluto aspettare un intero anno per avere i risultati, e quindi hanno voluto vedere cosa una dieta vegetale può fare in sole 2 settimane!
Dopo 2 settimane di dieta vegana hanno quindi preso il sangue delle volontarie e lo hanno messo su cellule di cancro al seno umano in coltura, di 3 diversi tipi, ottenendo:
  • a sinistra: fatto 100% il regime di crescita iniziale delle tre diverse linee di cellule tumorali (in nero), ecco come lo si abbassa aggiungendo il sangue vegano da 2 settimane (in tratteggio);
  • a destra: fatto 100% il regime di morte cellulare iniziale delle cellule tumorali (in nero), ecco come lo si incrementa aggiungendo il sangue vegano da 2 settimane (in tratteggio).
Cioè: dopo sole 2 settimane di dieta vegetale più attività fisica (camminare per 30-60 minuti al giorno) il sangue delle 12 volontarie ha aumentato la propria capacità di lotta contro il tumore, sia rallentandone la crescita che uccidendo un maggior numero di cellule cancerose.

Ma come funziona la cura?

C'è rimasto un dubbio, finora: nella lotta contro il cancro, è più importante la dieta o l'attività fisica? Ecco la risposta:
  • Control: gruppo di controllo, costituito da sedentari che seguono la Dieta Standard Americana; il potere di indurre apoptosi (morte cellulare) del loro sangue sui tumori è quasi inesistente.
  • Exercise: ecco il potere di indurre morte cellulare sui tumori del sangue di chi segue la stessa Dieta Standard Americana, ma ha fatto esercizio fisico vigoroso per 1 ora al giorno negli ultimi 14 anni: la differenza col gruppo di controllo è già notevole! Ma per "esercizio vigoroso" si intende qualcosa di veramente intenso, come la calistenica!
  • Diet/Exercise: il sangue del gruppo dei vegani che hanno fatto esercizio moderato (camminare per 30-60 minuti al giorno) negli ultimi 14 anni ha quasi il doppio del potere mortale contro i tumori, rispetto al gruppo precedente... con molta, molta meno fatica!
Quindi: l'attività fisica è senz'altro necessaria, ma con la dieta giusta ne basta pochissima!
Ma perché bastano pochi giorni di dieta vegetale per rendere l'organismo di una persona così inospitale nei confronti del cancro?
Intanto, l'intervento mediante dieta vegetale più esercizio causa, oltre a diminuzione della crescita ed aumento della necrosi tumorale, l'abbassamento dei livelli di IGF-1 nel sangue e il contestuale aumento della sua proteina legante IGFBP-1 (IGF-1 è il Fattore di Crescita Insulino-simile-1 di cui si è già parlato in un precedente post, IGFBP-1 è la sua proteina legante, che lo rende non bio-disponibile nel sangue):
  • Baseline: livelli di IGF-1 (a sinistra) e IGFBP-1 (a destra) in persone che seguono la Dieta Standard Americana, prima dell'intervento.
  • Post: livelli di IGF-1 e IGFBP-1 dopo l'intervento consistente in dieta vegana ed esercizio moderato.
  • Long-term: stessi livelli, in persone che seguono già lo stile di vita vegano con esercizio moderato da molto tempo.
Ma come si fa ad essere sicuri che il colpevole sia proprio lui, l'IGF-1? Dal punto di vista microbiologico, è bastato un semplice ed elegante esperimento dei soliti ricercatori legati alla Fondazione Pritikin per mostrarlo inequivocabilmente. La figura che segue mostra l'effetto che dieta ed esercizio hanno su crescita (a destra) e morte cellulare (a sinistra) su cellule cancerose della prostata umana:
  • Pre diet and exercise: livelli prima dell'intervento (persone che seguivano la Dieta Standard Americana).
  • Post diet and exercise: livelli dopo soli 11 giorni di dieta (vegana) ed esercizio (moderato).
  • Post + IGF-1: ecco cosa accade re-iniettando nei volontari una quantità giornaliera di IGF-1 pari alla riduzione media che si era avuta (60 ng/ml): tutto ritorna come prima!
Naturalmente questo risultato è confermato da risultati statistici epidemiologici: 
Strano ma vero: si sapeva già prima (1999) che le proteine vegetali stimolano l'attività del glucagone, che a sua volta aumenta la produzione di IGFBP-1 da parte delle cellule del fegato; quest'ultima proteina lega l'IGF-1 circolante abbassandone la concentrazione, e così riducendo il rischio di cancro, obesità e cardiopatie!
Infine, un recente studio microbiologico mostra il ruolo multiplo che l'IGF-1 gioca nei confronti del cancro:

Praticamente ogni fase del percorso che porta alla morte per metastasi del cancro è influenzata dall'IGF-1: metabolismo, rinnovamento cellulare, proliferazione, sopravvivenza (cioè resistenza alla morte cellulare programmata), trasformazione (da cellula normale a tumorale), angiogenesi (crescita di nuovi vasi sanguigni, come visto sopra), stabilità e riparazione del DNA, migrazione (dal sito iniziale) ed invasione (metastasi diffuse ovunque nell'organismo).

Ma quanto vegetale deve essere la nostra dieta, per abbassare efficacemente i nostri livelli di IGF-1 in circolazione? Dagli studi epidemiologici prima citati, su donne ed uomini, otteniamo, in una simpatica elaborazione grafica originale del Dr. Greger:
  • Meateaters: onnivori.
  • Vegetarians: vegetariani (latto-ovo-vegetariani per la precisione).
  • Vegans: vegani.
I livelli di IGF-1 circolanti nel sangue (a sinistra in figura) scendono considerevolmente solo con la dieta vegana, mentre restano praticamente invariati tra onnivori e vegetariani. In modo del tutto corrispondente, i livelli di proteine leganti l'IGF-1 (a destra) salgono considerevolmente solo con la dieta vegana, mentre rimangono sostanzialmente uguali tra onnivori e vegetariani.
Questi dati vengono dallo studio su 292 donne prima citato; passando agli uomini troviamo invece (sempre con la simpatica elaborazione grafica originale del Dr. Greger):
I livelli di IGF-1 circolanti nel sangue (a sinistra in figura) scendono considerevolmente solo con la dieta vegana, mentre restano praticamente invariati tra onnivori e vegetariani. Ma niente paura: non tutti gli ormoni vengono bloccati con la dieta vegana, ad esempio il testosterone (a destra in figura) rimane a livelli normali se non superiori tra gli uomini vegani!

I cancri "veloci"

Forse l'approccio dietetico funziona con questi tumori perché sono a crescita lenta? Forse su tumori a crescita più rapida non c'è tempo per testare frutta e verdura?
Consideriamo allora il cancro all'esofago, che causa normalmente la morte nel giro di pochi mesi dalla diagnosi: ecco un serio studio clinico su lesioni pre-cancerose dell'esofago trattate con fragole liofilizzate, equivalenti a 500g di fragole fresche al giorno per 6 mesi. Alla fine, l'80% dei pazienti ha ottenuto miglioramenti nella gravità delle lesioni, e oltre metà (52,1%) sono usciti del tutto privi di lesioni, cioè guariti!
Incoraggianti risultati ci sono anche per il cancro orale trattato con more liofilizzate: la maggior parte dei pazienti migliora, e circa un terzo guarisce da lesioni pre-cancerose localizzate.

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