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martedì 21 maggio 2019

Non sono i gatti la minaccia alla biodiversità Australiana


Quali sono le principali minacce alla biodiversità?


Esistono diversi fattori di perdita di biodiversità.  A scala globale, il principale fattore di perdita di biodiversità animale e vegetale sono la distruzione, la degradazione e la frammentazione degli habitat, a loro volta causate sia da calamità naturali (ad esempio: incendi, eruzioni vulcaniche, tsunami, alluvioni, ecc.) sia e soprattutto da profondi cambiamenti del territorio condotti ad opera dell’uomo. Ad esempio la distruzione della foresta tropicale per lasciare il posto a coltivazioni di soia, canna da zucchero o palma da olio è tra le principali cause di perdita di biodiversità, sia perché la foresta tropicale ne è molto ricca, sia perché ne vengono distrutti milioni di ettari ogni anno. Molte aree selvatiche sono distrutte per prelevare piante o parti di piante per le industrie farmaceutica o cosmetica; anche nei paesi ricchi e più industrializzati continua la perdita di biodiversità per via della distruzione di habitat naturali o semi-naturali, per costruire aeroporti, centri commerciali, parcheggi, abitazioni. A farne le spese sono la campagna, il bosco, l’area umida, la prateria.  Secondo la FAO, negli ultimi dieci anni sono distrutti mediamente 13 milioni di ettari di foreste (una superficie pari a quella della Grecia) l’anno.  In più altri milioni di ettari ogni anno sono degradati dal prelievo di legname, dalla costruzione di miniere, dighe, strade. La maggior parte della deforestazione si concentra nei paesi tropicali. Brasile, Indonesia e Congo, in tre diversi continenti, sono le nazioni più colpite dal fenomeno. Il danno non si limita alla sola perdita di biodiversità. A causa della distruzione delle foreste si liberano in atmosfera enormi quantità di gas-serra, responsabili del riscaldamento globale. Gli scienziati dell’IPCC ritengono che circa il 20% dei gas-serra immessi ogni anno nell’atmosfera derivano dalla distruzione e dalla degradazione delle foreste e degli habitat. Il riscaldamento globale e i conseguenti cambiamenti climatici sono a loro volta ulteriori fattori di perdita di biodiversità.
Altri fattori sono:
  • i cambiamenti climatici: l’alterazione del clima a scala globale e locale ha già prodotto significativi effetti sulla biodiversità, in termini di distribuzione delle specie e di mutamento dei cicli biologici;
  • l’inquinamento: le attività umane hanno alterato profondamente i cicli vitali fondamentali per il funzionamento globale dell'ecosistema. Fonti d'inquinamento sono, oltre alle industrie e gli scarichi civili, anche le attività agricole che, impiegando insetticidi, pesticidi e diserbanti, alterano profondamente i suoli;
  • l’introduzione di specie alloctone: l’introduzione in un territorio di specie alloctone, cioè originarie di altre aree geografiche, rappresenta un pericolo. È stato valutato che circa il 20% dei casi di estinzione di uccelli e mammiferi è da attribuirsi all'azione diretta di animali introdotti dall’uomo. Ciò può essere dovuto a diverse cause: alla competizione per risorse limitate, alla predazione da parte della specie introdotta e alla diffusione di nuove malattie;
  • la caccia e pesca eccessive e indiscriminate: la pesca e la caccia eccessive possono aggravare situazioni già a rischio per la degradazione degli habitat. Le specie più minacciate in questo senso sono, oltre quelle la cui carne è commestibile (tipicamente la selvaggina e il pesce, ma in Africa e Asia anche scimmie e scimpanzé), anche quelle la cui pelle e le cui corna, tessuti e organi hanno un alto valore commerciale (tigri, elefanti, rinoceronti, balene, ecc.).
Un articolo del 2010 sulla rivista scientifica Science rivela che gli indicatori dei principali fattori di pressione della biodiversità (la distruzione degli habitat, l’inquinamento da azoto dei suoli e delle acque, la diffusione delle specie aliene invasive, i cambiamenti climatici, il sovra-sfruttamento delle risorse naturali) hanno mantenuto la loro intensità o l’hanno addirittura aumentata.



Poi dicono di volere rimediare irrorando il cielo con sostanze nocive (dette scie chimiche), oppure come quegli imbecilli di Australiani e non solo loro, che vorrebbero sterminare milioni di gatti, perchè dicono che danneggiano la biodiversità, la distruzione della flora e lo sterminio della fauna sono la principale causa di inquinamento, in sostanza l'uomo è il solo e vero responsabile della morte del pianeta terra. E' i predatori sono fondamentali per la natura, gatti, lupi e altri, perchè nella loro opera selezionano i deboli dai più resistenti.
Associazione Liberigatti Animalista Ambientalista





lunedì 20 maggio 2019

La biodiversità della nostra Terra è a rischio. Sai di chi è la colpa?

La biodiversità della nostra Terra è a rischio. Sai di chi è la colpa?




La biodiversità è definita “la ricchezza della vita”. Sì, perché con questo termine si intende la varietà degli esseri viventi che abitano la Terra, che essi siano batteri o grandi carnivori, tutti fanno parte della “biodiversità”.

La biodiversità - celebrata proprio oggi - si misura partendo dai geni, dalle specie, dalle popolazioni e dagli ecosistemi, tutti elementi correlati tra di loro che danno origine alla varietà di esseri viventi presenti sulla Terra e che rendono possibile la vita come la conosciamo.

È grazie alla biodiversità infatti che anche l’uomo è in grado di rifornirsi di cibo, acqua, energia e risorse per la vita quotidiana, interagendo quindi costantemente con tutti gli altri esseri viventi presenti sul nostro Pianeta.



Secondo le stime scientifiche più recenti e accurate, sarebbero oltre 7,7 milioni le specie animali sul pianeta terra. Finora ne sono state classificate solo 1,2 milioni. Questo significa che, persino dopo un secolo di sforzi, l'86% delle specie terrestri resta ancora da classificare!

Inoltre, vi sono alcuni ambienti che sono particolarmente ricchi di biodiversità, come le barriere coralline, le foreste tropicali e gli estuari dei fiumi, che ospitano circa la metà degli esseri viventi del Pianeta, anche se ricoprono solo il 6% della superficie terrestre.

Ma queste enormi risorse stanno scomparendo, e tra le cause principali c’è proprio l’allevamento intensivo.

Consumo del suolo, cambiamenti climatici e inquinamento infatti sono tutti elementi direttamente correlati al consumo vertiginoso di carne e quindi all’impatto che questi enormi agglomerati di animali da reddito hanno sul nostro ecosistema.

Per quanto riguarda il consumo del suolo, il problema è da imputare alla coltivazione di cereali destinati al consumo animale. Da un lato infatti vi è il tragico disboscamento delle foreste - come sta accadendo in Sud America, in Brasile in particolare, con le immense piantagioni di soia destinate agli allevamenti intensivi - e dall’altro la modalità iper-performante con cui sono state selezionate tutte le nuove varietà per la produzione di mangimi. Queste coltivazioni sono rese sempre più resistenti all’uso massiccio di pesticidi chimici che finora hanno causato la sparizione di circa 300.000 varietà tradizionali.



Altro discorso invece è quello che lega l’inquinamento agli allevamenti e quindi alla perdita di biodiversità.

Negli Stati Uniti in particolare si è osservato un fenomeno molto comune, e cioè la dispersione di tossine e componenti chimici che arrivano dagli allevamenti e in generale dai terreni agricoli in torrenti, fiumi e oceani. Questa dispersione porta alla crescita di alghe che sono in grado di soffocare le altre specie marine, perché causano un fenomeno chiamato ”ipossia”, ovvero mancanza di ossigeno, portando la fauna marina alla morte o spingendola a cercare nuovi ecosistemi più accoglienti.

Secondo alcune ong americane, come Mighty Earth, questo fenomeno avrebbe causato la formazione delle cosiddette “zone morte” nel Golfo del Messico, aree in cui infatti flora e fauna sono scomparse.



E sempre secondo Mighty Earth, le più grosse aziende produttrici di carne sarebbero responsabili anche di altre forme di inquinamento che distrugge la biodiversità, come la produzione di letame e di inquinanti collegati alla produzione di nitrato, che deriva proprio dalla dispersione del letame all’interno delle acque.

Tutto questo avviene anche in Italia, dove - secondo Ispra, l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale - il 31% degli animali vertebrati e la metà delle specie vegetali sono a rischio estinzione, perché gli sforzi internazionali di tutela “stanno fallendo miseramente”.

Entro il 2020, secondo il Piano strategico sulla biodiversità, vanno centrati 20 obiettivi – dal dimezzamento della perdita di habitat alla gestione sostenibile di pesca e agricoltura, fino alla creazione di aree protette dedicate ad animali e piante.

Ovviamente, l’impatto dell’essere umano e l’aumento demografico hanno un peso notevole in questo processo, ma se da un lato si può fare poco per diminuire la crescita della popolazione, è anche vero che qualcosa si può fare agendo sulla propria alimentazione.

Spesso l’aumento demografico è associato all’aumento dei consumi di carne, che dopo una flessione degli ultimi anni sta registrando una nuova crescita dovuta all’aumento della richiesta in paesi altamente popolati come l’India e la Cina.

Ma scegliendo di tenere fuori dal proprio piatto carne e derivati si aiuta l’ambiente e si può evitare di contribuire alla distruzione di questo preziosissimo patrimonio: la biodiversità del nostro pianeta Terra.



 

L'uomo sta distrugendo milioni di specie biologiche

Secondo la relazione sottoscritta da 145 scienziati provenienti da 50 Paesi diversi oggi l’ambiente si sta degradando più velocemente di quanto non abbia mai fatto durante l’intera storia dell’umanità. La ragione principale di questa crisi sarebbe il modello economico insostenibile del capitalismo.
L’ONU ha pubblicato la prima relazione dal 2005 sulla condizione dell’ambiente e della biodiversità. Gli esperti hanno tracciato un quadro poco promettente: già oggi il 25% di tutte le specie biologiche è a rischio estinzione.
Se l’uomo non attuerà misure estreme, nei prossimi decenni morirà quasi un milione di specie di animali, vegetali e funghi. L’ecologo Robert Watson, presidente della Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES) che ha stilato la relazione, ha osservato che oggi l’ecosistema si sta degradando più velocemente di quanto non avvenisse in passato. È una minaccia importante per l’economia, la sicurezza alimentare e la qualità della vita in tutto il mondo.
La crisi ecologica ha interessato anche le zone più recondite del pianeta. Alcuni gruppi di animali e vegetali ne hanno sofferto più di altri. Ad esempio, a rischio di estinzione si trova il 40% degli anfibi e più di un terzo dei mammiferi marini.

Gli esperti sono preoccupati soprattutto per il futuro dei coralli. Il 33% delle specie coralline potrebbe estinguersi per via dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici. Se l’aumento delle temperature continuerà, verso la metà di questo secolo il 99% delle barriere coralline scomparirà. Si tratta di uno degli ecosistemi marini più ricchi, indispensabile per la sopravvivenza di numerose specie e comunità umane costiere.
Il capitalismo e le 5 ragioni del degrado
Nella relazione vengono menzionate le 5 ragioni principali che hanno portato all’attuale crisi ambientale. In particolare, sono cambiamenti nell’utilizzo di terre e oceani, sfruttamento diretto di organismi vivi, cambiamenti climatici, inquinamento ambientale e diffusione di specie invasive. Alla base di questi fattori vi è un modello economico insostenibile che non tiene in conto dell’impatto ambientale.

Secondo gli esperti, proprio il capitalismo moderno sta portando all’espansione urbana, alla pesca eccessiva e all’esaurimento delle terre coltivabili.
Gli esperti invitano gli uomini a rinunciare a strumenti economici che mettano a repentaglio l’esistenza della vita sul pianeta.
Un modello di sviluppo alternativo è proposto dalle comunità autoctone che popolano circa il 25% del pianeta. Le ricerche dimostrano che anche nei loro habitat la natura selvaggia è a rischio, ma molto meno di quanto lo sia nelle aree civilizzate. Altre soluzioni del problema includono metodologie di coltivazione e di gestione della pesca più sostenibili, nonché la rinuncia agli incentivi per l’estrazione di combustibili fossili.
Secondo alcuni ricercatori, proprio il capitalismo sarebbe la ragione del riscaldamento globale. In un’economia basata sull’ottenimento del massimo guadagno è impossibile anche solo immaginare la riduzione delle emissioni di gas serra. 

Stiamo distruggendo la biodiversità e ne pagheremo le conseguenze


Stiamo distruggendo la biodiversità e ne pagheremo le conseguenze
I ricercatori hanno analizzato le condizioni delle biodiversità della Terra per capire quale sia il livello ottimale oltre il quale lo sfruttamento può implicare un pericoloso punto di non ritorno.
Ambiente
15 luglio 2016 15:57
di Zeina Ayache
Se il mondo è bello perché è vario, va da sé che per mantenere tutta questa bellezza sia necessario garantirne la varietà. Purtroppo però il nostro intervento sulla Terra la sta riducendo un posto peggiore: stiamo infatti mettendo fortemente a rischio la biodiversità e quindi gli ecosistemi. A darne notizia sono i ricercatori inglesi che su Science hanno pubblicato lo studio intitolato “Has land use pushed terrestrial biodiversity beyond the planetary boundary? A global assessment” all'interno del quale ci mostrano gli effetti del nostro impatto sul pianeta.
La ricerca in questione ha analizzato quale sia il limite di salvezza oltre il quale possiamo considerare persa la biodiversità di un determinato ambiente e per farlo ha preso in considerazione più di 2 milioni di campioni raccolti in giro per il mondo. Quando parliamo di biodiversità ci riferiamo, in ecologia, alla varietà di esseri viventi che fanno parte di un ecosistema e che ne garantiscono la sopravvivenza, in assenza di biodiversità dunque non c'è ecosistema, senza ecosistema non c'è vita.
Ma allora quanto possiamo sfruttare la biodiversità garantendoci comunque la sussistenza? Secondo gli scienziati, la percentuale media di biodiversità che possiamo perdere è del 10%, purtroppo però oltre il 58% delle terre del nostro pianeta vengono sfruttate oltre questo livello di sicurezza mettendoci in pericolo.
Responsabili ovviamente di questa condizione siamo noi stessi che interveniamo sul territorio abusandone, in particolare fanno sapere i ricercatori ad accusare maggiormente il colpo sono le praterie, mentre subiscono meno danni la tundra e la foresta boreale.
La situazione non è certo migliore per gli animali che stanno infatti vivendo la sesta estinzione di massa, l'unica ad essere stata provocata da un abitante della Terre (l'uomo) e non da agenti esterni o cambiamenti climatici naturali.
continua su: https://scienze.fanpage.it/stiamo-distruggendo-la-biodiversita-e-ne-pagheremo-le-conseguenze/
http://scienze.fanpage.it/

L'uomo, il distruttore della biodiversità

Il 22 maggio giornata mondiale della Biodiversità indetta dalle Nazioni unite. Secondo biologi e naturalisti potremmo rappresentare per animali e vegetali ciò che un asteroide fu per i dinosauri 65 milioni di anni fa. L'Ispra mette in guardia sul consumo di suolo nel nostro Paese. E il ministero dell'Ambiente ammette: "Presentiamo molte carenze"

giovedì 16 maggio 2019

Alimentazione Naturale


CIBI NOCIVI - Alimentazione Naturale

Alimentazione Naturale 


Come alimentarsi in modo sano e naturale
L'alimentazione naturale e il rapporto fra alimentazione e salute.
Cibi nocivi, cibi sani e naturali, corrette combinazioni alimentari, alimentazione vegetariana, malattie e alimentazione.


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CIBI NOCIVI, ALLA SALUTE, CIBI COLTIVATI CON PESTICIDI E ADDITIVI CHIMICI

I cibi che non ci fanno bene sono i vegetali coltivati con l'uso di pesticidi, con concimi chimici, raffinati, inquinati, manipolati industrialmente , e coltivati fuori stagione. Il pane e le paste alimentari alle quali siano stati aggiunti dei conservanti, i pesci e le carni in scatola, le carni allevate con ormoni, mangimi artificiali, antibiotici, farmaci,  alimenti manipolati con coloranti, tossine , i grassi e gli oli raffinati, gli oli estratti a caldo, o con solventi chimici, la pastorizzazione del latte e dei formaggi, l'aggiunta di additivi chimici. Fa anche male l'abuso di zuccheri bianchi, di dolciumi, di farine bianche e grassi idrogenati, non vanno bene nemmeno i cibi preparati artificialmente, surgelati, trattati e precotti., procedimenti che fanno perdere gli elementi nutritivi . L'unica cosa che possiamo fare è ridurre al minimo l'ingestione dei cibi trattati e scegliere quelli naturali a coltivazione biologica e cuocerli il meno possibile in quanto la cottura sottrae sostanze e nutrienti essenziali.

EVITARE i cibi CONSERVATI, e preferire alimenti freschi, biologici, assumere POCO SALE,   e preferire il sale integrale marino, o la polvere di alghe, l'eccesso di sale raffinato danneggia i reni, provoca ritenzione idrica , obesità, accumulo di tossine,   e demineralizzazione nell'organismo. Non usare lo ZUCCHERO BIANCO.   sostituirlo con poco zucchero integrale, no alle CARAMELLE, CIOCCOLATA e DOLCIUMI in genere,  sostituire la voglia di dolce con alimenti naturali zuccherini come il fico, l'uva, la banana, la albicocca, la mela, la pesca, la pera, purchè consumata   non a dosi eccessive e lontano dai pasti.
No ai SUCCHI DI FRUTTA INDUSTRIALI, no alle BIBITE GASSATE, coca cola e bibite zuccherate, il cui consumo può provocare diabete, ipoglicemia,  carie dentaria,, sotituirli con i succhi freschi.
No all'ALCOOL ed al TABACCO, no alle sostanze eccitanti come il CAFFE' il TE', che sono acidificanti e che a lungo andare logorano i surreni ed il pancreas,  no agli OLII INDUSTRIALI, ma preferire queli spremuti a freddo come olio di girasole, di ulivo, lino, germe di grano. No alle MARGARINE di SINTESI , soprattutto quelle vegetali, ricche di acidi grassi saturi dannosi alla salute, no al PANE BIANCO, ma preferire quello integrale in quanto ricco di fibre indispensabili per un corretto transito intestinale No ai BISCOTTI e PRODOTTI di PASTICCERIA INDUSTRIALE, è bene prepararseli da soli in casa con farine integrali, zucchero integrale e semi oleosi e frutta secca. LIMITARE al massimo il consumo di LATTE, FORMAGGI, GRASSI ANIMALI, CARNE, PANNA
Limitare anche il consumo della carne e del pesce, la carne dovrà essere biologica e poco cotta, al sangue, ed il pesce di certa provenienza e poco cotto, le uova cotte alla coque o crude, associate ai cereali e con pochissimo sale integrale o alghe. Si ai legumi, che vanno cotti a vapore lento o nella pentola a pressione. Evitare l'uso del micrroonde, una eccessiva cottura;  la frittura, la cottura a vapore degli alimenti sarebbe da preferirsi in quanto i cibi conservano le loro proprietà vitali ed il loro gusto.



ALCUNE SIGLE DEGLI ADDITIVI CHIMICI

Sigle degli ADDITIVI CHIMICI  negli alimenti da E100 a E180 coloranti che in parte derivano dal petrolio e contengono tracce di solventi chimici provocano il cancro, da E200 a E290 conservanti acido sorbico e sorbati, alcuni si impiegano sulla crosta dei formaggi e sono silicati, cera, paraffina, calce, l' E243 che è una paraffina che si mette sulla frutta secca spesso è difficilmente asportabile, il conservante più tossico è l'acido benzoico ed i benzoati che causano allergie e cancro, difenile e derivati usati nelle bucce della frutta comportano rischi per il fegato e per i reni nitriti e i nitrati che troviamo anche in alimenti come  il sedano, i ravanelli e le bietole,  sono nocivi anche per i globuli rossi e le nitrosammine provocano il cancro e sono presenti nelle carni e negli insaccati,. Gli antiossidanti da E300 a E 321, l'acido ascorbico e gli ascorbati, ad alte dosi provocano diarrea, carie, calcoli renali, i tocoferoli la vitamina E sintetica, l'acido citrico ed i citrati, a forti dosi causano macchie della pelle e disturbi renali, i fosfati e l'acido ortofosforico possono dare disturbi digestivi e sottrarre calcio alle ossa. L'E320 il BHT 321 butilidrossitoluolo e butilidrossitoluolo, usati come additivi negli olii e nei grassi, impiegati in panetteria e pasticceria per rendere croccanti il pane ed i biscotti possono demolire la vitamina D, provocano allergie ed elevano il tasso di colesterolo nel sangue.
Da E 322 a E 483 emulsionanti, stabilizzanti, addensanti e gelificanti. I gelificanti si usano nei dolci, nei gelati, nelle carni in scatola, provocano lievi disturbi digestivi Gli alginati che derivano dalle alghe come l'agar-agar la carragenite sono leggermente lassativi Il 407 il carragenite, sembra provocare  coliti ulceranti e cancro, le farine di semi di carrube e le gomme da 410 a 414 sono naturali La glicerina, le pectine, il sorbitolo, il mannitolo, non sono tossici ma ad alte dosi possono avere effetti lassativi I polifosfati usati nei formaggi fusi,  E450 enelle maionesi e nei gelati, decalcificano e neutralizzano alcuni enzimi digestivi e disturbano la digestione, provocando in alcuni casi anche occlusione intestinale
Gli Emulsionanti ed i Tensioattivi sono sostanze grasse che si usano per rendere friabili i prodotti da forno, da pasticceria, e da gelateria. Tutte le etichette che vanno dal 470 al 483 possono contenere queste sostanze che possono provocare disordini digestivi o calcoli renali.
Gli Aromatizzanti, sono indicati semplicemente come aromi naturali, e spesso derivano dal petrolio, l'acido glutamminico ed i glutammati si trovano nei dadi da brodo, nelle conserve di carne, nelle salse, e si usano molto nei ristoranti cinesi e giapponesi ed orientali, e provocano mal di testa e vertigini.
I Dolcificanti, sono tutti dannosi, come la saccarina ed i ciclammati, l'aspartame, la glicina, il glucosio, il fruttosio, il lattosio, il sorbitolo, il mannitolo, lo xilitolo, l'invertosio, l'isoglucosio, il maltosio, e tutti questi consumati a dosi eccessive hanno gli stessi inconvenienti dello zucchero bianco.
Ormoni, estrogeni, antibiotici, vitamine sintetiche, tranquillanti sono contenuti nelle carni e sono cancerogeni e provocano nei bambini fenomeni di iperattivismo, aggressività, dovuti appunto da una dieta carente in nutrienti, raffinata, tossica, provocano anche occhiaie scure, orecchie rosse, sguardo vitreo, disturbi addominali, mal di testa, dolori alle gambe, se si eliminano gli alimenti che contengono additivi si assiste alla scomparsa dei sintomi.

COLORANTI, uno dei più diffusi è la tartrazina, che viene aggiunta a tutti i cibi confezionati ed a molti medicinali, tra cui gli antistaminici, gli antibiotici, gli steroidi ed i sedativi, si possono avere fenomeni allergici specie nei soggetti sensibili alla aspirina, infatti la tartrazina insieme alla aspirina è un induttore di asma, orticaria specie nei bambini

Sigle dei coloranti  e antiossidanti NON NOCIVI, E100 curcumina, E101 lattoflavina o vitamina B2, E 140 clorofilla, E 153 carbone vegetale, E160  carotenoidi estratti dalle piante, E161 xantofille, E162  betanina estratta dalla barbabietola, E163 antociani estratti da frutta e verdura, E 300 acido ascorbico, E 301-304 derivati dell'acido ascorbico, E306 vitamina E naturale tocoferolo, E 307-309 tocoferolo di sintesi, E322 lecitine naturali estratte dalla soia e dal tuolo d'uobo, E 330 acidi citrico di sintesi, E 331-333 citrati, E 334 acido tartarico di sintesi E-335-337 tartrati

Conservanti NON NOCIVI, E 200 acido sorbico estratto dalle bacche di sorbo, E 201-203 sorbato di sodio, di potassio, di calcio, E 260 acido acetico, E 261 - 263 acetato di potassio, diacetato di sodio, acetato di calcio, E 270 acido lattico, E 290 anidride carbonica

DOLCIFICANTI, i più comuni sono la saccarina e l'aspartame, la saccarina sembra essere cancerogena ed è usata nei farmaci, negli alimenti e nelle bibite. Mentre l'aspartame, che è un composto di acido aspartico, fenilalanina e metanolo, sembra che influenzi il tono dell'umore ed i comportamento  e che alteri la chimica cerebrale, inoltre il metanolo è un elemento altamente tossico, i sintomi da intossicazione sono convulsioni, emicranie, orticaria,  e disturbi della funzionalità nervosa

Da uno studio condottto dal Dottor Benjamin Feingold, sembra che i la iperattività eccessiva nei bambini, sia dovuta ad una sensibilità verso i coloranti ed i conservanti alimentari artificiali, ai salicilati ed ai composti fenolici presenti nei cibi. Pertanto possono presentarsi problemi nell'apprendimento e nel comportamento

Secondo la Medicina Cinese i cibi da evitare sono il pane bianco, il riso bianco, le patate, i pomodori, le melanzane, le verdure tropicali ad alto contenuto di potassio, la margarina, i formaggi salati, il parmigiano, il pecorino, tutti i prodotti contenenti dolcificanti, conservanti, sostanze chimiche e bibite gassate, le caramelle la pasta bianca, le uova, la carne, le spezie perché stimolano eccessivamente e provocano uno stato mentale disarmonico. I cibi cotti al forno, lievitati e raffinati, l'acqua del rubinetto



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Aggiornato Maggio 2011

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una inutile carneficina

alimentazione
vegetariana

BUON CIBO NON MENTE

 



una inutile carneficina




PROF. ARMANDO D'ELIA



Intervento del prof. Armando D'Elia - settembre 1997
al VI Congresso Vegetariano di Bussolengo

«Moltissimi sono gli animali che forniscono all'uomo le proteine della loro carne a scopo alimentare. Tali proteine creano indubbiamente nell'uomo aggressività, violenza, odio e insensibilità morale; si può pertanto affermare che la carne influisce negativamente sul comportamento umano. Al contrario, il vegetariano crea le basi per un atteggiamento caratterizzato da tolleranza, mitezza, socievolezza e condivisione. Oggi, le affermazioni e le intuizioni di grandi uomini contrarie al ricorso alle proteine della carne possono avvalersi anche della chimica dei neurotrasmettitori e della neurorobiologia, discipline scientifiche che spiegano come, e per effetto di quali alimenti, si creano determinati comportamenti nell'uomo. Conseguentemente, noi possiamo oggi operare con accresciuta sicurezza delle scelte consapevoli tra i vari cibi, preferendo alcuni ed evitando altri.

Occorre, fra l'altro, respingere l'affermazione che la violenza è insita nella natura umana: nessuno nasce aggressivo e cattivo, ma può diventarlo con l'alimentazione carnivora.



AGGRESSIVITA'
Le conseguenze delle proteine della carne sul comportamento umano

Le proteine animali indicate commercialmente come "carne" sono quelle del tessuto muscolare di vertebrati terricoli i cui cadaveri l'uomo utilizza a scopo alimentare. In particolare si tratta di bovini: (bue, bufalo, bisonte); cervo, capriolo, daino, renna; cammello. alce, dromedario; capra, pecora; asino, cavallo; lepre, coniglio; riccio di terra, ippopotamo, canguro, suini (maiale, cinghiale, etc.). L'uomo utilizza, a scopo alimentare, anche la "carne" di vertebrati non terricoli: quelle dei pesci (il pesce, non dimentichiamo, e "carne di pesce") e di altri animali acquatici (balena, rana), nonché le carni di uccelli (pollame, anatra, tacchino, struzzo, cacciagione varia).

Ma l'uomo che mangia carne infierisce, uccidendoli e poi mangiandoli, su molti animali invertebrati, come: molluschi (polpo, seppia, calamaro, patella, chiocciola, ostrica, mitilo, dattero di mare, cardio, manicaio, cappa lunga, folode, sigaro di mare, vongola), crostacei (gambero di fiume, gambero di mare, aragosta, scampo, gammano, granchio di mare, cancro, squilla, mala, grancevola), echinodermi (riccio di mare, trepangoloturia) Tale prelievo di proteine dal mondo animale costituisce una autentica carneficina, che non solo non è necessaria, non solo è eticamente riprovevole, ma che è anche apportatrice di stati patologici fisici, dovuti alla conseguente tossiemia (sino al cancro), e psichici (a causa dell'aggressività che induce nel comportamento).



IO LO PREFERISCO VIVO, E TU?

L'orrore del carnivorismo



Di solito si intende per "carne" il tessuto muscolare (sempre contenente dei grassi "saturi", cioè della peggiore qualità). Ma mangia carne anche chi mangia il fegato o le cosiddette "animelle" (pancreas, timo e ghiandole salivari) o il rene (rognone) o il cervello, organi non costituiti da tessuto muscolare; così pure mangia carne chi mangia la cosiddetta "trippa" (che è una parte del complesso stomaco dei ruminanti), oppure gli "insaccati", come la coppa, il cotechino, la mortadella. il prosciutto, il salame, il würstel, lo zampone, ecc. Così ancora, mangia carne chi mangia la lingua o i muscoli della coda di bovini, oppure salsiccia o bresaola o pancetta, etc. E mangia carne anche chi mangia il caviale, la bottarga o (come in Cina) la carne di cane, o la cosiddetta "corata" o la pagliata . Insomma, uno spaventoso massacro, un autentico grande olocausto.

Questo immane prelievo, a scopo alimentare, di proteine dal mondo animale influisce profondamente sul comportamento umano. In linea generale, in condizioni di vita naturale, gli animali carnivori sono feroci ed aggressivi, mentre quelli non carnivori sono pacifici e socievoli. Un'altra facile constatazione: la graduale riduzione dell'aggressività dell'uomo a misura che esso passa da una dieta comprendente molta carne ad una dieta che esclude i cibi iperproteici ed in particolare la carne. È noto anche che i cani, sebbene in natura siano carnivori, se si vuole che montino con efficacia la guardia ed aggrediscano persone a loro sconosciute, debbono essere alimentati con razioni di carne superiori al normale. Analogamente, se si vuole, in tempo di guerra, impiegare degli uomini in azioni belliche molto rischiose, occorre dar loro abbondanti razioni di carne, utilizzata come una droga atta a sviluppare aggressività, violenza e insensibilità morale.


Nell'Iliade di Omero si narra di feste a base di carne, alle quali prendevano parte i guerrieri, tra una battaglia e l'altra. Seneca faceva notare che tra i mangiatori di gran quantità di carne si annoverano i tiranni, gli organizzatori di eccidi, di faide e di guerre fratricide, i mandanti di assassini, gli schiavisti, mentre coloro che si nutrono dei frutti della terra hanno un comportamento mite. Liebig racconta che nel giardino zoologico di Giesen l'orso, se era costretto a mangiare carne al posto di vegetali, diveniva oltremodo irrequieto e pericoloso. Si può quindi affermare che l'"igiene fisica è anche igiene mentale", come sosteneva J. Dalemont, descrivendo la storia dell'alimentazione umana nel suo lavoro Manuale d'igiene mentale. È nota l'espressione "la carne mi dà la carica", usata da chi vuole giustificarne l'uso alimentare, dato che questa società, basata sulla competitività, sulla libera e sfrenata concorrenza e sull'arrivismo, esige dall'individuo una grinta aggressiva che permetta di farsi strada. I suddetti succinti riferimenti sociobiologici consentono già di poter affermare con sufficiente sicurezza che LA CARNE INFLUISCE NEGATIVAMENTE SUL COMPORTAMENTO UMANO.

Tanto si può affermare in quanto effettivamente l'uomo è un animale influenzabile, come tutti possono constatare, da diversi fattori ambientali, ma "in primis" da quello alimentare; il grande Ludwig Feuerbach, nel lontano 1855, sintetizzò tale grande verità nella famosa frase: "Der Mann ist was er isst" (L'UOMO E' QUEL CHE MANGIA). Ma, oltre un secolo prima, nel 1728, un grande studioso italiano, Bartolomeo Beccari (medico, chimico, professore di chimica all'Università di Bologna) aveva sentenziato: "Quid aliud sumus, nisi it unde alimur?" (Cosa altro siamo se non quello che mangiamo?) esprimendo lo stesso concetto che tanto tempo dopo avrebbe espresso Feuerbach. E non e un caso che questi due grandi pensatori siano stati vegetariani. Il Beccari, tra l'altro, è lo scopritore del glutine e della isovalenza tra le proteine vegetali e quelle animali.





Il Cibo spazzatura

L'uomo non e un semplice tubo digerente da riempire con cibi vari. L'uomo è un essere pensante, il cui cervello è un organo che, come tutti gli altri organi del corpo, deve essere nutrito con il materíale che occorre al suo metabolismo e che gli porta la corrente sanguigna. E poiché noi oggi mangiamo in gran parte cibi prodotti dalle industrie alimentari, vendute solo a scopo di profitto e non tenendo in alcun conto le nostre autentiche necessità alimentari naturali, si può affermare che, come la medicina ufficiale è condizionata e finanziata dall'industria farmaceutica, così la cosiddetta "scienza dell'alimentazione è completamente nelle mani dell'industria chimica del cibo. Tale industria, in notevole parte, cerca di smerciare autentici "cibi spazzatura", soprattutto quelli a base di proteine della carne, servendosi anche del potente ausilio dei mass-media.

Cibo-spazzatura

Succede, quindi, che un'accettazione acritica di tali attività degli industriali alimentari, si traduce inevitabilmente, sul piano pratico in comportamenti violenti nei riguardi dei nostri simili e degli altri esseri viventi. a causa dell'aggressività indotta dal cibo cadaverico. Già il grande Giovenale (Satira X, 512) circa venti secoli fa aveva sentenziato, con una massima eterna, la stretta dipendenza della sanità della mente da quella del corpo: "Mens sana in corpore sano". La mente, quindi, non può essere sana se non è sano il corpo, il che, in termini pratici, significa che occorre dare alla salute del corpo la priorità, essendo essa "conditio sine qua non" per la salute mentale. Molto più tardi, nel XVII secolo, un'altra voce autorevole, quella del filosofo inglese John Locke, nella sua opera Pensieri sull'educazione (1693) sottolineava la validità dell'assioma di Giovenale, cioè la dipendenza della sanità della mente da quella del corpo.



Il Vegetarismo disintossica e purifica

Da quanto precede deriva la grande importanza del vegetarismo (nella accezione, beninteso, derivante da una giusta valutazione dell'origine etimologica del termine) il quale, disintossicando il corpo, purifica anche il sangue che nutre il cervello; il pensiero, di conseguenza, si fa più lucido e penetrante. Ne consegue una vera e propria "dilatazione della mente", aumenta la capacità di autocontrollo e la resistenza al lavoro intellettuale e a quello fisico e si instaura un atteggiamento caratterizzato da tolleranza, mitezza, disponibilità al dialogo sereno, alla ricerca di soluzioni pacifiche delle vertenze, all'amore, alla socievolezza, alla condivisione. L'attività elettrica del cervello, rivelata elettroencefalograficamente (EEG), ha evidenziato che l'alimentazione vegetariana induce il cosiddetto "ritmo alfa", che è espressione di uno stato di rilassamento neuromuscolare non solo del cervello, ma di tutto l'organismo.

Leadbeater sostiene che tale indagine scientifica comprova la benefica azione del vegetarismo sul comportamento, in quanto vi apporta una sensazione di benessere "analogo allo stato di meditazione sulle realtà più profonde". Ecco perché gli uomini più intelligenti, più colti, più aperti, più tolleranti del mondo, di tutti i tempi si annoverano tra i vegetariani, in tutti i campi dello scibile: nelle scienze, nella filosofia, nell'arte. nella letteratura, nella medicina, etc. È ovvio, quindi, che se il sangue che nutre il cervello vi porta i cataboliti della carne, la fisiologia cerebrale ne resterà influenzata ed il comportamento, invece, sarà caratterizzato - ripetiamo - da intolleranza, tendenza alla litigiosità e all'aggressività: al posto dell'amore, l'odio; al posto della convivialità e della unione, la separazione, l'annullamento della socialità, la violenza. L'uomo è, così, cacciato nella asocialità e in un feroce individualismo.



IL POTERE: Divide et Impera!

È ciò che vuole il potere: "Divide et impera!" Ecco perché il potere (che sa manovrare l'arma alimentare per influire, con essa, sul comportamento umano e orientarlo verso ciò che fa più comodo ai detentori del potere) fa di tutto per indurci a mangiare cibi morti, avvelenati e quindi intossicanti, soprattutto la carne. Il bersaglio è infatti, in ultima analisi, il cervello, che si vuole rendere incapace di capire. In conclusione, mentre il vegetarismo favorisce le più eccelse facoltà cognitive e aumenta la quantità di serotonina, un pasto ricco di proteine della carne riduce la presenza di triptofano nel cervello e, conseguentemente, determina uno stato di aggressività, di ansia, di propensione alla lotta, favorendo comportamenti dannosi all'individuo e alla società. La scelta degli alimenti influenza, quindi, il comportamento e le emozioni. La serotonina si è meritata l'appellativo di "sonnotonina", in virtù della sua particolare capacità di produrre sonno. Da parte di alcuni "nutrizionisti" contrari al vegetarismo (per vari motivi, leciti o inconfessabili) si cerca di sostenere che l'aggressività non e determinata dalle proteine della carne, ma sarebbe insita nella natura umana; affermazione assurda, giacché nessuno nasce aggressivo e cattivo, ma lo può diventare proprio con l'alimentazione carnea. Il noto antropologo prof. Luigi Lombardi Satriani ci dice al riguardo: "È un alibi rinviare l'aggressività alla natura; un alibi che la nostra società cerca di fornire a sé stessa per scaricarsi di molte responsabilità". In realtà, nessun uomo nasce "cattivo". Se così fosse, l'aggressività sarebbe universale, cosa che l'antropologia smentisce.



divide-et-impera



Sono esistite, ed esistono ancora, società che hanno sviluppato culture assolutamente non violente. Per esempio, certe tribù dell'Africa o gruppi di Indios del Brasile nord-occidentale o gli Indios Piaroa in Venezuela, hanno costruito società molto pacifiche, volte alla cooperazione, non c'è traccia di aggressività nell'educazione dei loro bambini ed i giochi infantili rispecchiano l'equilibrio del sistema: sono fatti di danze, canti, amore. L'odio è sconosciuto ed è risaputo che queste popolazioni sono vegetariane. Quale migliore prova che l'alimentazione forgia il carattere? Non va dimenticato che i potenti ci tenevano a manifestare la loro pretesa "superiorità" praticando ed esibendo un carnivorismo deciso poiché, secondo loro, la carne, simbolo alimentare della violenza, doveva rappresentare l'irrinunciabile distintivo dei forti. Ma per mangiare carne occorre che in precedenza ci sia stato un atto violento culminato nell'uccisione di un animale; quindi il consumo di carne, essendo basato su un assassinio non può che essere associato alla violenza e alla forza bruta. Al contrario, il vegetarismo richiama la stabilità, la tranquillità, la serenità del mondo vegetale che, nella sua possente nobiltà, trae dalla madre terra vita e forza per farne dono all'umanità.



Il Vegetarisdmo e il corretto rapporto CALCIO/FOSFORO

Il prof. Carlo Sirtori, noto clinico e scienziato, ha messo giustamente in luce che il ricorso alle proteine della carne da parte dell'uomo crea aggressività perché nella carne il calcio ed il fosforo sono presenti nel rapporto di 1 parte di calcio contro 50 di fosforo. Mangiando carne si introduce, quindi, un eccesso di fosforo, innaturale per l'uomo, nel cui latte il rapporto calcio/fosforo è di 2 a 1. "Questo fatto" commenta Sirtori "comporta una caduta del tasso di calcio, con conseguente instaurazione, nel comportamento umano, di irritabilità e di aggressività, che nei bambini può provocare delle crisi convulsive." Nel 1992 ai marines americani che si preparavano ad entrare in azione durante la famosa "Guerra del Golfo" furono fatti pervenire, in aggiunta alle "normali" e già abbondanti razioni di carne, 50.000 tacchini. Motivo: "Sono soldati e devono mangiare molta carne." In altri termini: "Devono aggredire e la carne serve per renderli aggressivi." Termino questo mio intervento citando la nota frase del fisiologo Jacopo Moleschott, che conferma l'aggressività indotta dalla carne: "L'irlandese, finché si nutrirà di patate, sarà sottomesso dall'inglese che mangia beef-steak e roast-beef."»

(Prof. Armando D'Elia)





Disclaimer: tutte le notizie riportate sull'alimentazione vegetariana sono state reperite in rete e sono riportate a titolo esclusivamente informativo, non intendendo in alcun modo sostituirsi a indicazioni di natura medica e/o dietologica.





Pagina Facebbok di VEG - Buon Cibo non mente

mercoledì 15 maggio 2019

OPUSCOLO LIBERIGATTI

La libertà di ogni essere vivente è sacra e non dovrebbe essere sacrificata in nome

di interessi che poco hanno a che fare con le peculiarità naturali dell’ambiente

che ci circonda.

Una tutela mirata dell’ambiente passa anche attraverso la consapevolezza che ci

possano essere esigenze alimentari o ludico-ricreative (si pensi al cibo e al supporto

che un animale da compagnia può fornire a persone in stato di marginalità),

ma che tutto ciò debba essere gestito con la piena e riconosciuta consapevolezza

che ogni gesto produce un rapporto di causa-effetto e che l’equilibrio è

particolarmente labile. Un sistema tenta di autoregolarsi e, tendenzialmente, vi

riesce, a meno che non sopraggiungano eventi improvvisi.

È dovere civico e morale di tutti vigilare affinché le condizioni siano sempre le

migliori possibili per ogni essere vivente, per questo come Centro Servizi Vol.To

sosteniamo da anni “Liberigatti”, che si occupa della salvaguardia degli animali e

di garantire che non si possa parlare di sfruttamento, ma si possa mantenere un

ecosistema in perfetto equilibrio dinamico e consequenziale.

Dignità, equità e attenzione.

Questa è la battaglia che “Liberigatti” porta avanti e che io sento di poter sottoscrivere

appieno.

Silvio Magliano

Presidente del Centro Servizi Vol.To

Prezzo € 0,20 - IVA inclusa | copia gratuita | ISBN: 9788885782358

Stampato a Torino presso Inspire Communication s.c. Febbraio 2019

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LIBERIGATTI ONLUS

GUIDA ALLA CONSAPEVOLEZZA PER I VOLONTARI PRO VITA



La libertà è quel qualcosa di esistenziale che è innata e intrinseca in ogni essere vivente, la privazione

della libertà consuma l’essere che ne è privato, sia fisicamente che psicologicamente. In merito agli animali,

essi per loro natura dovrebbero stare liberi nel loro habitat e tutelati, la privazione della loro libertà,

dovrebbe essere limitata solo in casi motivati, temporanea ed estrema, ed è importante, pur avendo

massimo rispetto per gli animali e quindi preservando la loro incolumità, evitare di umanizzarli. Tutto

ciò nasce dal fatto che l’uomo ha invaso ogni territorio possibile, e oltre a ciò restringendo ambienti e

habitat senza alcun riguardo e rispetto per gli altri esseri viventi (compiendo ogni sorta di crimine, tutte

le nefandezze possibili nei riguardi degli animali, l’uomo non ha alcun rispetto per gli animali, considerandoli

solo delle cose e quindi privandoli della vita, della libertà e privandoli della loro dignità), senza

contare anche il fatto, che per presunte esigenze, tante azioni umane sono fatte per avidità e crudeltà

gratuita. Non considerando che la natura ha dato immense forme di vita le quali hanno tutti diritto ad

esistere. Quale diritto ha dunque l’uomo, come si permette di togliere la vita ad altri esseri viventi ? Sia

beninteso che, essi, gli animali, soffrono, gioiscono, possono avere paura, provano dolore emozioni e

sentimenti al pari degli uomini !!!

Cosa fa l’Uomo ? Distrugge tutto persino l’ecosistema il quale è un insieme sistemico definito (spesso

chiamato “unità ecologica”) costituito da organismi viventi (animale e vegetale) che interagiscono tra

loro e con l’ambiente che li circonda. Come tale esso è una porzione dell’ecosfera e quindi della biosfera.
CHI SIAMO



ALAA Onlus è una Organizzazione di Volontariato con la denominazione di Associazione Liberigatti Animalista

Ambientalista; che opera principalmente per la tutela dei gatti, e per la tutela di tutti gli animali

e la salvaguardia dell’ambiente, tale attività anche nell’interesse umano, anche se quotidianamente ci

troviamo a dovere affrontare e combattere contro una profonda ignoranza umana, superficialità, egoismo

e cattiveria.

Il fattore della tutela ambientale e la tutela animale non prescinde da un fattore che è fondamentale e

cioè il fattore alimentare, fino a che l’umano intende nutrirsi in modo improprio e contro la sua natura,

con tutti i danni che procura alla sua salute e al resto del mondo, non potrà avere la reale percezione

della vita. L’umano drogato dall’eccesso di prodotti impropri e dannosi, dall’eccesso di assunzione come

alimento di cadaveri animali e suoi derivati ; prodotti per il quale aziende senza scrupoli ed etica morale,

producono e sponsorizzano il continuo consumo, al solo scopo di ricchi guadagni in spregio alla vita in

genere. La nostra missione, così potremmo chiamarla, è quella di contrastare questa assurda situazione.

Vogliamo dire che “la tutela dell’ambiente e degli animali” non prescinde quindi dal fattore alimentazione.

E come una “triade: Alimentazione-Animali-Ambiente. Queste tre situazioni sono collegate tra di

loro, l’una non prescinde dalle altre. Un perfetto equilibrio di queste tre A.A.A. Può contribuire a salvare

l’ecosistema. Ecosistema, oggi in agonia su tutti i fronti che va dall’inquinamento atmosferico, aria,

avvelenamento dei territori e delle falde acquifere e inquinamento dei mari. I segnali dell’agonia del

pianeta ci sono, ma vengono taciuti o nascosti, la distruzione di foreste fonti di vita e di ossigeno, le grida

di dolore e di sofferenza, in particolare degli animali, ha raggiunto il cielo, se il dolore potesse essere

“materico” pioverebbe sangue.
Non pensiamo di cambiare il mondo, però riteniamo sia di fondamentale importanza di agire ora, com6



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battendo ulteriori danni e crudeltà, fondamentale l’acquisizione della consapevolezza, se non si cambia

il proprio stile di vita, se non ci riavviciniamo alla natura, dalla la quale l’uomo se ne è allontanato troppo,

dimenticando che anche lui ne fa parte, che l’ambiente, il pianeta e la madre e gli animali come gli

umani sono fratelli, se ognuno fa la sua parte, magari si riesce a tamponare la prematura fine di questo

mondo agonizzante. Non pensiate che siamo troppo catastrofici, il tutto sta nella conoscenza , basta

documentarsi. Questo vuole essere anche un invito a tutte le persone coscienziose, non si può pensare

che il rimedio a tutto ciò possa dipendere solo da quei pochi VOLONTARI che quotidianamente dedicano

la vita, il loro tempo a rimediare a tutti i torti commessi dagli umani, sia per ignoranza, negligenza,

avidità o errato retaggio; tutti siete chiamati a collaborare o quantomeno sostenere il Volontariato e la

sua Organizzazione.

Come tutti sappiamo, l’Uomo è causa di guerre, di carestie, di assassini, di inquinamento, di crudeltà, di

sfruttamento, di ruberie, ecc. in sostanza l’uomo è il male di se stesso, l’uomo si definisce nonostante

tutto un “animale sociale”; chiunque si definisce tale dovrebbe fare almeno un piccolo sforzo di volontariato

e di socializzazione verso il prossimo, ognuno nel campo in cui ha più attitudine, dovremmo

aiutarci gli uni con gli altri, in realtà ci prediamo gli uni con gli altri, “come cantava qualcuno, siamo allo

stesso tempo “boia e carnefici”; predatori e predati”, una simile posizione nel contesto ce l’ha il gatto, pur

essendo un perfetto predatore, a sua volta è preda di altri animali.

ALAA è una organizzazione di “Volontariato per la Vita”. Essere “Volontario per la Vita”non è semplice

ma neanche difficile o complesso; basterebbe gettare via il proprio retaggio culturale imposto dal sistema

e guardare il mondo con altri occhi. Ma per riuscire a vedere com’è realmente il mondo bisogna

operare alcune accortezze, modificare la propria alimentazione, non introdurre più tossine nel proprio

organismo: tossine e veleni che si trovano nei cadaveri animali e suoi derivati, cibi industriali e alimenti

raffinati, tutte cose che occludono la ghiandola pineale, le comuni abitudini malsane di alimentazione

che ci vengono propinate ci avvelenano l’organismo. Anche l’uso di farmaci, non solo l’uso diretto ma

anche quello indiretto, dal consumo snodato di “carni”, in quanto gli animali vengono allevati a forza di

medicine, antibiotici e altro che poi ci si ritrova nel piatto. Come diceva qualcuno tempo fa, l’uomo è ciò

che mangia. La cosiddetta civilizzazione ci ha resi sterili non si riesce più a godere delle bellezze della

natura, l’uomo è divenuto e diventa sempre di più aggressivo, sempre meno empatico, non solo con

l’ambiente di cui egli stesso ne è parte, ma non ha più empatia per la vita degli altri, siano essi animali

e animali umani. L’empatia e quel qualcosa che mette in sintonia con l’esterno del mondo, l’empatia fa

si che si riescano a percepire le vibrazioni delle piante ad intuire la natura degli animali, della vita reale.

La natura offre una immensa varietà di cibo vegetale e non bisogna cadere nel “luogo comune” dicendo,

mica posso mangiare sempre insalata, non sono mica una capra?

L’umano per sua natura è al 98-99 % Vegano, e non è una capra e nemmeno una tigre.

Per farla breve non ci si può definire Animalisti se poi si usa mangiare cadaveri, così come non ci si può

definire Ambientalisti se poi si contribuisce a inquinare e uccidere la natura.

La principale opera di ALAA, oggi è quella di trovare e censire le varie colonie site nei territori in cui opera,

dare da mangiare ai gatti liberi, sterilizzare, curare eventuali malattie, costruire ripari e rifugi, salvare

randagi, promuovere e trovare adozione per gatti e gattini, aiutando e fornendo cibo per i gatti alle

persone che sono bisognose e non possono mantenere il loro animale. Dando aiuto di vario genere e

consigli, è un’ opera abbastanza vasta, spesso con disagi da parte dei volontari i quali spesso si trovano

a dovere affrontare incomprensione da persone che non amano gli animali, ignoranza nella gestione e

tenuta degli stessi animali e delle amministrazioni sorde “alla tutela del patrimonio indisponibile dello

Stato” nonostante le leggi, leggi che proprio loro dovrebbero applicare. Su questo terreno “Liberigatti”

non transige e fa tutto ciò che è nelle possibilità dell’Associazione, per tutelare gli animali, anche sul

terreno legale contro certe amministrazioni. Il nemico principale è l’ignoranza, tantissime persone non

riescono a concepire l’importanza degli animali, il loro ruolo nel mondo, nella fattispecie noi che ci occupiamo

di gatti, conosciamo l’importanza che hanno nel territorio, l’importanza delle varie colonie che

andrebbero curate e protette. Ovviamente l’obiettivo sarebbe la totale tutela di tutto il mondo animale

e salvaguardia dell’ambiente. LIBERIGATTI – ALAA è giovane come associazione e quindi ancora piccola,

l’ambizione è quella di far si che ALAA diventi una grande organizzazione che, a differenza (purtroppo)

delle esistenti grandi associazioni, che pensano solo a fare business e non esercitano come dovrebbero,

la vera tutela degli animali. Per quanto concerne ALAA, anche se piccola è molto combattiva e vuole

effettivamente portare avanti il progetto che si è prefissato, ed è per questo che non si limita solo agli

animali o l’ambiente ma tende a portare avanti la questione alimentazione, nodo fondamentale per una

reale coscienza animalista.
COME E PERCHE’ È NATA ALAA



Se guardiamo il panorama delle associazioni ce ne sono tante, forse anche troppe, quindi ALAA sarebbe

una associazione tra le tante ?

Per quanto ci riguarda non è così, sono diversi anni che curiamo in modo sporadico, diciamo da “gattari”

dei gatti, ci sono state delle situazioni per le quali non sapevamo casa fare per aiutare dei gatti che avevano

necessità di essere aiutati, ci rivolgevamo alle strutture amministrative per avere un sostegno ma

queste neanche rispondevano, ci rivolgevamo alle grandi associazioni ma queste non ci consideravano

e intanto tanti poveri mici sono morti per l’indifferenza di costoro e stato così che il 4 di Marzo del 2016

decidemmo di fondare una Associazione che si occupasse veramente dei gatti.

Incominciando ad operare sul territorio, venendo a contatto con tanti gatti, abbiamo imparato tante

cose su di loro in poco tempo a motivo della nostra assidua e costante attività, abbiamo acquisito un

ottimo bagaglio di conoscenze, degli aspetti che probabilmente molti veterinari ignorano, molte sono

le persone che man mano ci conoscono si rivolgono a noi, anche per delle banalità in quanto non sanno

approcciarsi con l’animale, ci sono addirittura persone che per un qualsiasi problema del gatto vanno in

panico, persone che hanno paura di un micio. Poi c’è il risvolto della medaglia, coloro che per inconcepibile

cattiveria, maltrattano o uccidono dei gatti, ignorando che oltre alla gratuità del gesto insensato

e deplorevole, ha privato il territorio di un’anima che svolgeva un suo specifico compito di cui lo stesso

assassino ne usufruiva; in sostanza ALAA non è nata tanto per fare un’associazione in più, essa è nata

per necessità, per la disperazione di volere aiutare e tutelare i felini e tutte le persone che detengono

e/o aiutano gli animali.

A motivo di quanto sopra ALAA è tutt’altro che una semplice organizzazione, il nostro obiettivo è fare

evolvere la sensibilità delle persone umane, renderli consapevoli dell’importanza vitale dell’ecosistema

il quale comprende l’importanza del rapporto animali e umani, la tutela dell’ambiente e la consapevolezza

dell’alimentazione, che non serve solo a nutrire ma anche a prevenire e guarire i viventi (dicevano

grandi filosofi, sia il tuo nutrimento anche la tua medicina). In quest’era assistiamo ad un vero e proprio

olocausto animale in tutti i sensi, dalla malvagità e cattiveria dell’uomo verso gli animali agli allevamenti

intensivi ove si riscontrano sempre di più cattiveria e crudeltà verso la vita degli animali, considerati non

come uliti esseri viventi ma come cose da sfruttare e da deridere. Ci sono persone che dedicano tanto

amore verso gli animali, li curano e li proteggono, poi questi incontrano il primo sconsiderato che magari

li prende a calci o li uccide senza alcuna ragione, non considerando che la vita di ogni essere vivente è

sacra pari a quella umana, perchè, ogni essere vivente ha diritto alla vita e alla sua dignità. L’ecosistema

è come una catena, un cerchio ove ogni creatura ha il suo specifico compito, l’intervento umano, rompendo

un anello di questa catena crea disastri, perchè squilibra il naturale ecosistema, ogni animale è

utile per l’ambiente, l’umano è l’unico essere che, se sparisse dalla faccia della terra, la natura non se ne

accorgerebbe in quanto è un “virus per questo pianeta”. Per cui l’uomo dovrebbe avere rispetto per la

natura e per ogni cosa vivente su questo pianeta, l’altro aspetto correlato è l’ambiente, ambiente che
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vive in armonia con gli animali, diciamo pure in simbiosi; ambiente che l’uomo ha massacrato portando

questo mondo all’agonia con ogni forma di inquinamento: aria, mare e fiumi, terra, disboscamento,

cementificazioni, inquinamento chimico, il mare non riesce più a rigenerarsi per via dell’inquinamento,

l’ecosistema marino è compromesso, il sistema corallino è compromesso, così come il plancton nutrimento

dei pesci, inoltre la spietata caccia con ogni forma di pesca, balene, squali ha reso il mare quasi

disabitato dalle forme di vita marine conosciute, con l’uccisione dei conosciuti e utili predatori del mare

stanno venendo fuori forme di vita a noi sconosciute e a quanto

pare pericolosi per l’uomo, inquinamento acustico e ambientale e via di questo passo, non sappiamo

con precisione se siamo ancora in tempo a salvare questo mondo, l’unico che abbiamo, ma è certo che

se non facciamo qualcosa per rimediare non c’è futuro. Come si diceva prima ALAA non è, e non deve

essere una comune organizzazione animalista, il nostro desiderio è che diventi qualcosa di più, ci sono

tutti gli elementi validi perchè ALAA diventi una dottrina, una filosofia un modo di essere di vivere e di

pensare, acquisire la consapevolezza dell’importanza della tutela degli animali, più tutela ambientale,

più sana e naturale alimentazione (Animali – Ambiente – Alimentazione) nell’interesse della stessa umanità,

questa trilogia va tutelata, l’una compensa ed è intrinseca all’altra, portare avanti questo concetto,

questa dottrina, diffonderla, ecco che ALAA non è più una semplice associazione ma è qualcosa di più

la nostra bibbia per aggiustare un mondo in agonia.
O.D.V.



Quando non si è addetti ai lavori e, il tutto viene visto dall’esterno, le cose appaiono in modo diverso

dalla realtà, da chi opera quotidianamente con impegno e costanza. Coloro che vedono le cose dall’esterno,

quando sono brutte e indicibili, si indignano, senza però mai riflettere a fondo sull’operato dei

Volontari, chi sono cosa fanno, perchè lo fanno; questa non vuole essere una critica, semplicemente

argomentare i fatti. La nostra società è per molti versi a torto o ragione sostenuta dal VOLONTARIATO, il

quale opera in diversi settori, dalla sanità al sociale ecc. nel nostro caso parliamo di Volontariato a Tutela

degli animali e dell’ambiente, ma direi anche dell’alimentazione, fondamento della vita e, noi siamo

“Volontari per la vita”.

Tantissime persone neanche sanno cosa sia il volontariato e questo è male, ci sono persone con grandi

ideali che amando il prossimo decidono di organizzarsi per portare avanti determinati progetti per il

bene comune, idealisti che mettono in gioco le loro idee, finanze personali, tempo e anche rischi, senza

nulla chiedere per se stessi; creando Associazioni senza scopo di lucro, essendo questa la sua natura ci

si aspetterebbe che persone consapevoli con possibilità e di cuore contribuissero a sostenere dette

organizzazioni.

Ci sono persone (poche) che fanno della loro vita, missione di Volontariato, che aderiscono a tale impegno

consapevoli del loro ruolo, altri che aderiscono a dette associazioni che però non hanno capito

nulla, non hanno le idee chiare e non fanno il minimo sforzo per comprendere l’impegno la serietà e

l’importanza di un’associazione nel nostra caso di Tutela degli animali e dell’Ambiente, tant’è che dopo,

massimo qualche anno si dissociano o spariscono.

Non avevano capito che una associazione a tutela degli animali non è un circolo ricreativo dove divertirsi,

ma un impegno costante a tutela della vita, certo ci si può anche divertire, ma fuori da questo contesto.

Altri che si aspettano che sia l’associazione a dare, fare, provvedere, costoro non hanno capito bene

la situazione, in quanto un’associazione non profit vive degli aiuti esterni di coloro che volontariamente
l’aiutano, ma soprattutto dell’attività dei soci. Vale a dire “NON CHIEDETE COSA FA L’ASSOCIAZIONE

PER VOI, PIUTTOSTO CHIEDETEVI COSA VOI POTETE FARE PER L’ASSOCIAZIONE! Il concetto base è


se si foraggia l’associazione, se si fa in modo che possa essere sempre operativa, in base alle sue risorse

potrà sostenere l’azione dei volontari, ma se non si contribuisce sia come attività, sia finanziariamente,

sia nell’azione di procurare benefici di qualunque tipo ecco che l’associazione tende a morire con conseguenza

e danno che l’opera intrapresa dai volontari tenderà a scemare. Quindi ogni volontario non solo

dovrebbe essere attivo, aiutare finanziariamente nella misura delle sue possibilità, ma dovrebbe fare in

modo di fare conoscere l’opera dell’associazione, farla conoscere e procurargli dei vantaggi di qualunque

genere, vantaggi che poi verrebbero distribuiti per sostenere l’attività a beneficio degli animali.
GATTARE E ASSOCIAZIONI



Gattari e gattare, persone che si dedicano ad una colonia felina, che fanno un’azione benemerita, in

quanto nutrono e si preoccupano dei gatti che loro accudiscono, spesso schernite o minacciate da coloro

che, non si comprende per quale motivo, non sopportano i gatti .

Nonostante la loro buona volontà le loro possibilità sono comunque limitate, oltre al fatto che costoro

si preoccupano solo della colonia che gestiscono. Esse hanno una visione limitata esclusivamente alla

loro colonia, si vuol dire che non sono delle animaliste, esse ignorano del tutto il concetto di animalismo

o di eco-ambiente, tra queste si ci sono anche persone competenti, ma anche sporche e ignoranti, non

se ne vuole fare una colpa, purtroppo la loro visione è molto ristretta.

Incredibile a dirsi ma anche nelle associazione si trovano persone con una mentalità da “gattara”, cioè

limitata, vale a dire, “ io mi occupo di questa colonia e il resto lo ignoro”, ovviamente questo non è quello

che deve fare un’associazione animalista. In quanto Associazione che si occupa di gestire più colonie, o

altre specie di animali, ha (deve avere) una visione ampia, generale sia delle colonie, rifugi che gestisce,

ad interessarsi anche a ciò che non gestisce, in quanto il concetto di Associazione a tutela degli animali

è generale e comprende tutti.

Fare parte di un’Associazione è importante, perchè si possono apprendere nozioni importanti, non si è

isolati, l’Associazione viene incontro ai Tutor in caso di bisogno o di temporanea assenza per qualche

motivo, i Volontari (Tutor) possono godere di una assicurazione. In sostanza appartenere ad una Organizzazione

è importante sia per il Tutor che per la colonia. Certo c’è un minimo di regole, il ch’è è normale

in una organizzazione se così non fosse sarebbe una Babele, ma le regole avvantaggiano il buon funzionamento

dell’Organizzazione che va a vantaggio di tutti.
PERCHE’ L’UOMO MANGIA CARNE ?



A primo acchito può apparire improprio il fattore alimentazione a la tutela animale ed invece le due cose

sono correlate.

Da momento che l’uomo non si alimenterà più con carcasse e pezzi di animali morti, vuoi per la sua salute,

vuoi per motivi etici, allora dal suo inconscio salirà al conscio e si chiederà , ma gli animali ?
10 11

L’interrogativo sarà spontaneo in quanto di solito, avendo allontanato completamente di nutrirsi di cadaveri

e derivati animali la sua percezione sarà cambiata, vedrà il mondo e gli animali con altro occhio,

sviluppando di norma compassione e empatia sia per tutti gli animali che per l’ambiente.
Ma la vera domanda è , e normale che l’uomo si nutra anche di animali?

Secondo studi non accademici, quindi svincolati da compromessi e interessi economici, il motivo per

cui l’uomo si nutre di cadaveri animali è dovuto ad un paio di fattori avvenuti alcuni millenni or sono;

ne citerò un paio, tra il 15 – 13 Millennio il pianeta Terra è stato sconvolto dalla più grande catastrofe

globale; tremendi terremoti e maremoti, spostamento di continenti, alcuni si sono inabissati e altri sono

emersi, vulcani che eruttavano immense quantità di lava e fumo, uno sconquasso planetario totale. Le

immense coperture di fumo oscurarono tutto il globo impedendo alla luce del sole di filtrare sulla terra

e di conseguenza anche il calore. Ogni essere vivente fu travolto schiacciato o affogato in seguito per

mancanza della luce solare, tutta la vegetazione morì e non crebbe più neanche una piantina, i pochi

superstiti a questa catastrofe “animali e uomini” non poterono più nutrirsi dei frutti della terra, anche

perchè venendo meno gli animali, specie gli impollinatori nessuno potè mantenere l’equilibri ecologico,

quindi morirono di stenti e di gravi ferite. Nuclei di superstiti sempre più piccoli si rifugiarono dove poterono,

ma nulla potevano contro tale immane disastro, cadaveri dappertutto di uomini e animali (almeno

quelli che non vennero travolti), la fame era tanta, l’acqua era inquinata e non c’era nulla da mangiare.

La fame era tanta e tale che i pochi superstiti nel loro “disordine mentale” cominciarono a guardare i

propri morti come cibo, Questo fu l’inizio, gli uomini cominciarono a mangiare la carne. Quando con il

tempo la situazione cominciava a “normalizzarsi”, gli uomini continuarono a mangiare i loro cadaveri,

specialmente i morti di tribù nemiche, ovviamente nelle guerre tra le varie tribù sussisteva il fattore

del pericolo di morire per mano degli avversari e quindi diventare cibo per gli altri, quindi gli uomini

cominciarono a guardarsi in giro che nel frattempo, dopo qualche millennio la vegetazione diventava

rigogliosa, gli animali si moltiplicarono dal momento che le nubi (fumo vulcanico) che coprivano il sole

cominciavano a diradarsi. Le terre acquistavano stabilità e considerato che era meno pericoloso per gli

uomini uccidere animali piuttosto, che uccidersi tra di loro, ed in seguito allevarli a scopo alimentare ed

in seguito ancora per tanti altri motivi, oramai l’uomo era divenuto anche un mangiatore di cadaveri. Un

vero onnivoro. Ma non senza conseguenze.

Altra versione ma con la stessa conclusione, entrando un poco nello specifico non si devono dimenticare

i periodi di glaciazione. Gli studiosi hanno appurato che, fino al periodo che contempla anche l’avvento

delle glaciazioni WURM, l’uomo praticava un’alimentazione frugivora (frutta, graminacei, radici,

bacche tuberi, vegetali etc..). Quindi solo in seguito all’avvento delle glaciazioni, l’uomo ha iniziato a nutrirsi

di carne, in quanto tutti gli elementi propri della sua dieta erano compromessi dal gelo. In pratica,

erano ibernati, e l’uomo ha dovuto ricorrere ad un alimento per lui innaturale come la carne. Alimento

che, una volta introdotto, ha finito col causare epidemie e alti tassi di mortalità, fin quando l’organismo

umano non si è “abituato” ad assumerne.

Si nota, addirittura, come agli inizi gli uomini non cacciavano ne allevavano, ma si limitavano a reperire

la carne prendendola dalle carcasse lasciate dai predatori, proprio perchè la loro naturale conformazione

fisiologica (unghie, denti etc..) non era propria del “predatore”

Inoltre, è la stessa conformazione fisica dell’essere umano, a renderlo inquadrabile come animale frugivoro,

nonché radicalmente differente da animali onnivori e carnivori (a chi definisce l’uomo “carnivoro”,

consiglio di provare per una sola settimana a nutrirsi esclusivamente di carne. Anzi, di carne cruda, cosi

come naturalmente fanno gli animali carnivori. Noterà il riscontro di innumerevoli patologie).

Andando ad analizzare la fisiologia umana, e comparandola con quella degli animali onnivori e di quelli

carnivori, ci si rende conto che le differenze sono radicali, e le similitudini praticamente nulle.

Ad esempio, lo stomaco degli animali carnivori è semplice, quello degli animali onnivori ha il fondo arrotondato,

quello degli erbivori è diviso in 3 parti e quello dei frugivori è provvisto di duodeno.

Lo stomaco degli esseri umani, è uno stomaco con duodeno, esattamente come quello degli animali

frugivori.

Mentre i denti molari dei carnivori sono appuntiti, e quelli degli onnivori son provvisti di piego, quelli

dell’essere umano si presentano smussati, esattamente come quelli degli animali frugivori.

La placenta degli animali carnivori è zoniforme, quella degli animali onnivori è non caduca, mentre

quella degli animali frugivori è discoidale.

Quella dell’essere umano è discoidale, esattamente come quella degli animali frugivori, e radicalmente

differente da quella di onnivori e carnivori.

Gli incisivi umani sono discretamente sviluppati,esattamente come quelli degli animali frugivori, e a

differenza di quelli degli animali carnivori (meno sviluppati) e onnivori (più sviluppati).

Le urine e la saliva dell’uomo, e quelle degli animali frugivori, sono alcaline, a differenza di quelle di carnivori,

onnivori ed erbivori,che sono acide.

Anche altri organi, come le unghie, l’intestino, la mascella etc..., lasciano facilmente intuire come l’uomo

abbia ben poco a che vedere con gli animali onnivori e con quelli carnivori, mentre rimanda in tutto e

per tutto a quegli animali inquadrabili come frugivori.

Ma non conosco nessuno che si nutra esclusivamente di carne: se una persona seguisse un regime alimentare

simile,si ammalerebbe nel giro di poco tempo: il nostro organismo non è adatto.

Non a caso, i nutrizionisti asseriscono che, se proprio si deve mangiar carne, è erroneo mangiarne per

più di 1-2 volte a settimana.

Anche l’impostazione del nostro organismo ne è riprova.
SOLO LA CONSAPEVOLEZZA CAMBIA LE COSE

(TUTELARE L’AMBIENTE)



Fare parte di qualcosa, sia essa un’associazione, un’organizzazione, un gruppo, significa avere delle idee

e dei propositi in comune con gli altri membri, nel nostro caso specifico noi ci siamo posti l’obiettivo di

tutelare gli animali, per la precisione ci occupiamo di gatti, i motivi che ci spingono a ciò possono essere

vari per ogni singolo membro, come sanno coloro che sono attivi e operano sul campo, sanno l’impegno

che ciò comporta, vale a dire che non si hanno le forze per occupasi di tutti gli animali in genere, sì,

perchè tutti gli altri animali non sono da meno, anche loro hanno diritto alla vita, anche loro soffrono,

gioiscono cercano affetto, sono senzienti è hanno consapevolezza, se provano paura è perchè sono

consapevoli.

Qui il discorso è molto delicato e profondo, perchè a parte l’aspetto etico e morale o l’empatia verso una

o più specie animali, bisogna essere consapevoli che, tutti gli animali sono importanti, che ognuno di

loro ha uno specifico compito nella catena dell’equilibrio ecologico e, non nella catena alimentare ad

uso e consumo umano come ci hanno insegnato e fatto credere fino ad oggi. Se partiamo già solo in

modo consapevole e documentato di salvaguardare la specie umana (peraltro aliena all’habitat di questo

mondo), a meno che l’umano non ricominci a prendere consapevolezza che anche lui fa parte del

regno animale, in quanto si è allontanato troppo dalla sua stessa natura.

Nel mondo animale non vengono prodotti tutti i danni che invece vengono proliferati quotidianamente

dall’uomo come per esempio, quantità enorme di rifiuti, plastica, petrolio, chimica, inquinamento

di ogni tipo, tutte cose che soffocano la terra, che inquinano, fiumi, falde acquifere, mare e aria. Si può

produrre ciò che ci serve e c’è la tecnologia per produrre le cose in modo non inquinanti, però costa di

più e a coloro che li producono non conviene. L’uomo è la rovina di se stesso, uccidendo ogni forma di
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vita non solo animale ma anche vegetale, un olocausto generalizzato, dagli animali alle piante, in natura

ci sono (o c’erano) infinite piante officinali in grado di guarire malattie umane, ma queste erano gratis

quindi meglio la chimica, allevamenti intensivi per uso unano bombardati di chimica, agricoltura coltivata

con la chimica con elevati costi per chi ne usufruisce e per il pianeta che non ne sente il bisogno,

malattie contratte dall’uomo e non solo a causo di questo inquinamento, curato e mai guarito con la

chimica (medicinali) tutto ciò non fa certo bene alla salute umana, degli animali e del pianeta tutto, Per

tutelare veramente l’Uomo e la sua salute, è indispensabile acquisire la consapevolezza dei tre cardini

fondamentali che sono:
TUTELA DI TUTTE LE SPECIE ANIMALI,

DELL’AMBIENTE E ALIMENTARSI IN MODO SANO ED EQUILIBRATO,


come verrà illustrato più avanti. In altre parole se si vuole veramente tutelare la vita e la salute umana,

bisogna smetterla con la distruzione delle piante e di quel poco di foreste che ancora ci sono, bisogna

smetterla di massacrare milioni di animali per i motivi più vari, da quelli alimentari, come il fatto di nutrirsi

con cadaveri animali, nocivi alla salute umana, o sterminare animali per motivi religiosi, culturali

etc. tutto questo è errato fa parte di un antico e distorto retaggio, l’ignoranza la madre di tutte le nefandezze.

Se si vuole veramente fare delle cose positive bisogna prendere coscienza, essere consapevoli,

vedere le cose come veramente sono e non come ce li vogliono fare credere tutti quei criminali a capo di

Lobby e multinazionali che a motivo di egoistici profitti personali hanno ucciso il pianeta, noi compresi.

Ed è per questo che allora il Volontariato consapevole deve fare un salto di qualità, deve diventare una

missione, non una semplice aggregazione ad una qualsiasi associazione, deve diventare una dottrina da

portare avanti, una filosofia di vita.

Quando la filosofia di ALAA, travalicherà la nostra stessa organizzazione e quindi verrà ad impattarsi con

la cosiddetta opinione pubblica (i media controllati dai potenti), ci diranno che siamo pazzi (questa l’ho

già sentita), ma come la storia insegna il mondo è cambiato perchè di tanto in tanto c’era qualche pazzo,

si perchè coloro che non sono uniformi al sistema sono dei pazzi, dicono loro, gli idioti.

Il mondo è malato, ma gli umani non sono ancora consapevoli di questo, quando lo capiranno non si

potrà più fare nulla, noi non ci vogliamo arrendere non ci giriamo dall’altra parte e stiamo lottando per

quello che possiamo per svegliare l’attenzione e la consapevolezza delle persone, cercando di fare capire

l’importanza per la tutela dell’ambiente e del mondo animale.

In questo articolo vedremo quali sono gli animali in via di estinzione e affronteremo il tema delle liste

rosse dell’IUCN che descrivono la situazione delle specie in rischio.

Da sempre le associazioni ambientaliste di tutto il mondo sono impegnate a proteggere le specie animali

e vegetali a rischio estinzione: sono quasi 2 milioni di specie da difendere dato che ogni giorno la

distruzione degli habitat, il commercio illegale, il bracconaggio, l’inquinamento, i cambiamenti climatici

mettono sempre più in pericolo gli abitanti non umani del nostro Pianeta.

Difendere le specie animali in pericolo di estinzione è un dovere per tutti noi: il loro benessere deriva

dall’equilibrio degli ecosistemi del Pianeta, sempre più minacciato e deteriorato dalla presenza dell’uomo.

Tantissimi animali rischiano l’estinzione a causa di diversi fattori che costituiscono una seria minaccia:

perdita e degradazione degli habitat terrestri e marini, inquinamento, commercio illegale, bracconaggio

e cambiamenti climatici, sono i principali fattori che stanno portando all’estinzione centinaia di specie

animali.

In effetti, oggi non si può stimare il numero esatto di specie animali che si estinguono ogni anno, ma si

sa che attualmente ben il 23% dei mammiferi e il 12% degli uccelli è seriamente a rischio di estinzione.

Vediamo in questa guida di capire perché molte specie animali sono in serio rischio, che cosa sono le

liste dell’IUCN, quali sono gli animali emblema del rischio di estinzione e quali sono le misure che dovrebbero

essere prese in seria considerazione per prevenire il rischio di estinzione degli animali
PERCHÉ CI SONO ANIMALI CHE RISCHIANO L’ESTINZIONE?



Da sempre alcune specie si sono estinte ed altre sono nate, è un fenomeno completamente naturale,

tuttavia, in quest’ultimo secolo, il tasso di sparizione è aumentato vertiginosamente e le cause purtroppo

non sono naturali, ma provocate quasi esclusivamente dall’uomo.

L’impatto umano sulle specie selvatiche è così elevato che ha portato al biologo Eugene Stoermer a coniare

il termine Antropocene, cioè l’epoca geologica dominata dall’uomo che attraverso le sue attività

modifica in maniera sostanziale l’ambiente terrestre.

Per colpa dell’umanità, sono tantissime le specie animali (soprattutto mammiferi ed uccelli) a rischiare

l’estinzione dalla faccia della Terra: oltre 5.000 specie animali sono in pericolo e sono seriamente minacciate

dalla distruzione del loro habitat naturale.

Tantissimi i fattori che minacciano e contribuiscono seriamente a compromettere l’equilibrio dell’ecosistema

ambientale e del regno animale: la deforestazione delle foreste pluviali per esempio ha condotto,

nel tempo, alla scomparsa di numerose specie di insetti e invertebrati, i quali non hanno più trovato un

ambiente adatto dove vivere, nutrirsi e potersi riprodurre per assicurare la sopravvivenza della specie.

Altro gravissimo fattore e problema è quello della caccia: si pensi, ad esempio, a come sia minacciata

seriamente la specie degli orsi bruni che muoiono a causa dell’uomo, anche i bisonti nordamericani

oppure i rinoceronti sono altre specie animali vittime della mano cacciatrice dell’uomo.

Per non parlare poi dei disastri all’ecosistema ambientale che cagionano non pochi danni ed emergenze

alle specie marine: gli incidenti delle petroliere ed il versamento delle chiazze di greggio in mare aperte

decima migliaia di uccelli che vengono a contatto con il catrame e cagiona la moria di pesci e cetacei.

Il cambiamento climatico è un altro gravissimo fattore che gioca un ruolo altrettanto rilevante nel cagionare

la scomparsa di molte specie del regno animale: a tal proposito, il leopardo delle nevi o la tigre

in Asia sono a rischio per la riduzione del loro habitat naturale.

L’introduzione di specie non autoctone, considerate dannose comporta l’estinzione e la moria di specie

animali, così il commercio illegale di alcuni animali costituiscono una grave e seria minaccia anche per

la sopravvivenza degli ecosistemi in cui queste vivono naturalmente.

Pelli, pellicce, lane di varie specie di mammiferi, rettili e anche pesci sono oggetto di commercio illecito

e proibito per essere trasformati in articoli di vestiario, scarpe, scialli, portafogli, ciondoli, tappeti, trofei.
COSA SONO LE LISTE ROSSE DELL’IUCN?



La IUCN è la sigla che sta ad indicare l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.


Fondata oltre 60 anni fa, ha la missione di “influenzare, incoraggiare e assistere le società in tutto il mondo

a conservare l’integrità e diversità della natura e di assicurare che ogni utilizzo delle risorse naturali

sia equo e ecologicamente sostenibile“.

Essa rappresenta la più autorevole istituzione scientifica internazionale che si occupa di conservazione

della natura, la cui finalità è quella di supportare la comunità internazionale in materia ambientale venendo

ad espletare un ruolo di coordinamento e di scambio di informazioni fra oltre 1000 organizzazioni,

agenzie e stati membri.

Tra le sue attività risulta la creazione delle liste rosse delle specie selvatiche.

Le liste vengono stilate dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura che risulta essere

l’ente preposto e responsabile.
La Lista rossa IUCN (IUCN Red List of Threatened Species, IUCN Red List o Red Data List) è stata istituita


nell’anno 1948 e rappresenta il più ampio database di informazioni sullo stato di conservazione delle

specie animali e vegetali di tutto il pianeta terrestre.
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Attiva da 50 anni, la Lista Rossa IUCN è il più completo inventario del rischio di estinzione delle specie a

livello globale.

I dati scientifici sono raccolti ed analizzati da una grande quantità di esperti (circa 7500 in tutto il mondo),

generalmente si tratta di ricercatori, scienziati o esperti nei vari ambiti della zoologia, della botanica

o altre discipline ecologiche affini.

Alla IUCN è affiliata una rete di oltre 10000 ricercatori che contribuiscono come volontari alle attività

scientifiche e di conservazione.

Il mantenimento e l’aggiornamento periodico della IUCN Red List of Threatened Species o Lista Rossa

IUCN delle Specie Minacciate (http://www.iucnredlist.org) è l’attività più influente condotta dalla Species

Survival Commission della IUCN.

Con il tempo, si è evoluta la Lista Rossa IUCN: se, nella fase iniziale, raccoglieva le valutazioni soggettive

del livello di rischio di estinzione secondo il punto di vista dei principali esperti del settore, dall’anno

1994, vi è stato un cambiamento epocale in merito alle valutazioni.

Infatti, da oltre 20 anni le valutazioni sono basate su un sistema di categorie e criteri quantitativi scientificamente

rigorosi, la cui ultima versione risale al 2001.

Queste categorie e criteri, applicabili a tutte le specie viventi ad eccezione dei microorganismi, rappresentano

lo standard globale per la valutazione del rischio di estinzione delle specie viventi.

Per l’applicazione su scala nazionale, esistono delle guide lines ufficiali.

L’importanza delle liste rosse è enorme in quanto permette l’individuazione immediata dello status di

conservazione delle specie e di conseguenza adottare delle misure di protezione ove necessarie.
Classificazione delle specie in pericolo di estinzione

Come abbiamo già messo in evidenza, la valutazione del rischio di estinzione delle specie viventi è basata

sulle Categorie e Criteri della Red List IUCN versione 3.1, le Linee Guida per l’Uso delle Categorie e

Criteri della Red List IUCN versione 10, e le Linee Guida per l’Applicazione delle Categorie e Criteri IUCN

a Livello Regionale versione 3.0.

Ben undici sarebbero le categorie di rischio o di minaccia:
Estinta (EX), applicata alle specie per le quali si ha la definitiva certezza che anche l’ultimo soggetto


della popolazione sia deceduto,
Estinta in Ambiente Selvatico (EW),

Estinta nella Regione (RE), i cui esemplari nell’attuale classifica sono lo storione, la gru, il gobbo rugginoso,


la quaglia tridattila, etc.,
In Pericolo Critico (CR), i cui esemplari nell’attuale classifica della Lista rossa IUCN, sono ascrivibili allo


squalo volpe, fora paglie comune, anguilla, aquila del Bonelli, etc.,
In Pericolo (EN), i cui esemplari sono ascrivibili alla coturnice di Sicilia, all’alzavola, alla moretta tabaccata,


etc.,
Vulnerabile (VU), i cui esemplari sono ascrivibili al dragone bruno, all’allodola, cheppia etc.,

Quasi Minacciata (NT), i cui esemplari sono ascrivibili al cannareccione, al dragone azzurro, all’oca selvatica


orientale, etc.,
Minore Preoccupazione (LC), i cui esemplari sono il tordo di fondale, l’astore, lo sparviere, etc.,

Carente di Dati (DD), i cui esemplari sono la pernice sarda, la pernice rossa, lo squalo volpe occhione, etc.,

Non applicabile (NA), i cui esemplari il sergente maggiore del Mar Rosso, l’acanturo chirurgo, il pesce


lupo, etc.
GLI ANIMALI SIMBOLO NEL MONDO

CHE RISCHIANO DI SPARIRE



Abbiamo visto che una grandissima fetta delle specie animali selvatiche sono in via di estinzione Con

la costante crescita demografica e l’utilizzo delle risorse naturali, il panorama rimane molto cupo. Se è

vero che i temi sulla sostenibilità ambientale e la conservazione si stanno sviluppando, dall’altro lato le

pressioni economiche spingono ad un ulteriore sfruttamento degli habitat naturali.

In questo contesto di interessi e lobby, implementare pratiche di conservazione non sempre risulta

possibile.

Per incrementare le possibilità di protezione, le associazioni ambientaliste fanno leva sull’opinione pubblica

attraverso l’utilizzo di specie simbolo dal forte impatto emotivo.

La gente normale infatti chiede protezione solamente sulle cose che conosce, mentre ignora completamente

la struttura ecologica degli ecosistemi e le specie minori.

Per sensibilizzare le persone e con esse le politiche governative, si pone particolare attenzione alle specie

simbolo che tutti conoscono.

Pensiamo al Panda gigante, simbolo internazionale della conservazione ambientale per decenni che

oggi, grazie agli sforzi messi in atto, è dichiarato fuori pericolo.

Ma purtroppo, altre specie importanti dal punto di vista simbolico non stanno avendo la stessa fortuna.

Un esempio è la Tigre di Sumatra, una delle specie più a rischio sulla Terra: sono solo 400 gli esemplari

che vivono sull’Isola indonesiana di Sumatra.

La Tigre di Sumatra rischia l’estinzione schiacciata dalle pressioni economiche che ruotano intorno alle

risorse naturali dell’isola indonesiana. Coltivazioni di palme da olio, legname, sfruttamento minerario e

crescita demografica hanno ridotto all’osso l’areale di sopravvivenza che infatti si riduce ogni giorno di

più.

Stessa sorte per tutte le altre specie simbolo dell’Indonesia come il Rinoceronte di Giava, l’Elefante di

Sumatra e l’Orango Tango.

L’Indonesia è una delle regioni più ricche al mondo in termini di biodiversità, ma anche quella dove le

minacce sono più grandi.

Un simile destino infausto aspetta all’Amazzonia, il polmone verde del mondo. I tassi di deforestazione,

e con essa la sparizione delle specie animali e vegetali, sono impressionanti, gli interessi economici

enormi e la difesa sempre più debole.

In questa area del mondo, gli ultimi protettori della natura sono le popolazioni indigene: mentre il mondo

cosiddetto civilizzato tace, loro pagano con la loro vita la protezione del loro territorio.

Non è certo un mistero che ogni anno migliaia di attivisti indigeni vengono uccisi nel silenzio dei media.

Altre specie a rischio estinzione sono la Focena del golfo di California ( ne sono rimasti circa 150/200

esemplari), la Tartaruga Liuto, il Pangolino dalla coda lunga, la Tigre cinese meridionale o Tigre della

Cina, il leopardo dell’Amur, la Vaquita e la Foca Monaca.
SPECIE MENO FAMOSE, MA FONDAMENTALI



Pochi ne parlano, ma senza di loro la vita sulla terra collasserebbe.

Ci concentriamo su animali belli e conosciuti, ma poi ci dimentichiamo dei piccoli e meno piccoli che

con la loro presenza il sistema ecologico non collassa.

Se hai studiato ecologia, devi conoscere il concetto di catena trofica o alimentare, cioè la struttura che

rappresenta i legami tra le specie di uno stesso ecosistema.

Le relazioni sono così delicate e strutturate che anche un piccolo cambiamento può provocare il collasso

del sistema.
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Se vogliamo difendere la Tigre di Sumatra, allora dobbiamo proteggere anche le piante che forniscono

il cibo per gli erbivori che saranno preda della tigre.

Se uccidiamo le tigri, il predatore apicale, gli erbivori aumenterebbero che quindi mangerebbero troppe

piante che a loro volta rischierebbero di sparire.

I tasselli sono lì da millenni, noi arriviamo e sconvolgiamo tutto, troppo, con conseguenze inaspettate.

Ecco perché, quando parliamo di animali in via di estinzione, non possiamo non considerare gli habitat

e le relazioni in esso contenute.
ANIMALI IN PERICOLO DI ESTINZIONE IN ITALIA



L’Italia è un paese ricco di storia e tradizioni, le condizioni climatiche uniche al mondo hanno creato un

territorio particolare per lo sviluppo di una biodiversità elevata e varia.

Tuttavia, la presenza antropica è enorme e antica, abbiamo iniziato a modificare l’ambiente da millenni

e ad oggi sono poche le aree protette.

Se alcuni parchi nazionali terresti hanno conservato l’antico splendore naturale proteggendo specie

simbolo come l’Orso Bruno Marsicano e il Camoscio, le loro dimensioni ridotte mettono comunque in

pericolo il successo della conservazione.

Ancora più difficile è la situazione dei mari dove un eccessivo sfruttamento delle risorse sta portando al

collasso tutti gli ecosistemi marini.

Sul territorio nazionale, ci sono diverse specie animali che sono a rischio di estinzione; tra le specie di

vertebrati italiani minacciati ricordiamo:
Osteichthyes Acipenseriformes Acipenser sturio Storione RE

Huso huso Storione ladano RE

Aves Anseriformes Oxyura leucocephala Gobbo rugginoso RE

Gruiformes Grus grus Gru RE

Turnix sylvatica Quaglia tridattila RE

Mammalia Chiroptera Rhinolophus blasii Rinolofo di Blasius RE

Chondrichthyes Lamniformes Alopias vulpinus Squalo volpe CR

Carcharhiniformes Galeorhinus galeus Canesca CR

Squaliformes Squalus acanthias Spinarolo CR

Squatiniformes Squatina aculeata Squadrolino CR

Squatina oculata Squatina oculata CR

Squatina squatina Pesce angelo CR

Rajiformes Rhinobatos cemiculus Pesce chitarra CR

Rhinobatos rhinobatos Pesce violino CR

Rostroraja alba Razza bianca CR

Agnatha Petromyzontiformes Lampetra fluviatilis Lampreda di fiume CR

Petromyzon marinus Lampreda di mare CR

Osteichthyes Acipenseriformes Acipenser naccarii Storione cobice CR

Anguilliformes Anguilla anguilla Anguilla CR

Cypriniformes Cobitis zanandreai Cobite del fiume Volturno CR

Scardinius scardafa Scardola tirrenica CR

Squalius lucumonis Cavedano dell’Ombrone CR

Salmoniformes Salmo cettii Trota mediterranea CR

Salmo fibreni Carpione del Fibreno CR

Salmo marmoratus Trota marmorata CR

Perciformes Knipowitschia punctatissima Panzarolo CR

Reptilia Squamata Podarcis raffoneae Lucertola delle Eolie CR

Aves Falconiformes Gypaetus barbatus Gipeto CR

Gyps fulvus Grifone CR

Aquila fasciata Aquila di Bonelli CR

Neophron percnopterus Capovaccaio CR

Passeriformes Acrocephalu schoenobaenus Forapaglie comune CR

Sylvia nisoria Bigia padovana CR

Mammalia Chiroptera Nyctalus lasiopterus Nottola gigante CR

Carnivora Ursus arctos Orso bruno C

Nell’ Elenco delle libellule italiane minacciate figurerebbero:

Corduliidae Epitheca bimaculata Bimacchiata RE

Coenagrionidae Nehalennia speciosa Codazzurra pigmea CR

Lestidae Sympecma paedisca Invernina delle brughiere CR

Coenagrionidae Erythromma najas Occhirossi maggiore EN

Lestidae Lestes macrostigma Verdina delle saline EN

Libellulidae Leucorrhinia pectoralis Frontebianca maggiore EN

Sympetrum depressiusculum Cardinale padano EN

Aeshnidae Aeshna grandis Dragone bruno VU

Aeshna subarctica Dragone artico VU

Coenagrionidae Ischnura fountainei Codazzurra delle oasi VU

Libellulidae Sympetrum flaveolum Cardinale dorato VU

L’elenco dei ropaloceri italiani minacciati includerebbe:

Lycaenidae Lycaena helle RE

Nymphalidae Euphydryas maturna CR

Papilionidae Papilio alexanor EN

Lycaenidae Polyommatus exuberans EN

Polyommatus humedasae EN

Polyommatus gennargenti EN

Nymphalidae Araschnia levana EN

Melitaea britomartis EN

Hipparchia sbordonii EN

Erebia christi EN

L’elenco dei pesci ossei marini italiani minacciati comprenderebbe:
Perciformes Sciaenidae Argyrosomus regius Ombrina bocca d’oro CR

Perciformes Serranidae Epinephelus marginatus Cernia bruna EN

Pleuronectiformes Scophthalmidae Scophthalmus maximus Rombo

chiodato EN

Perciformes Serranidae Epinephelus aeneus Cernia bianca VU

Perciformes Serranidae Epinephelus costae Cernia dorata VU

Perciformes Polyprionidae Polyprion americanus Cernia di fondale VU

Perciformes Sciaenidae Sciaena umbra Corvina VU

Perciformes Scombridae Scomber scombrus Sgombro VU

COSA POSSIAMO FARE

PER CONTRASTARE IL FENOMENO



Come si è potuto comprendere dalla guida, supportata validamente dai dati delle ricerche espletate

e pubblicate dalle Red List IUCN, numerosissime, quasi 2 milioni, sono le specie animali che rischiano

l’estinzione dalla faccia della Terra.

Complice di questo rischio e minaccia è l’uomo che mette in atto azioni come la deforestazione, la caccia,

il commercio illegale, il bracconaggio che minano profondamente il patrimonio faunistico globale.
Per non parlare poi, dei disastri ambientali e dei cambiamenti climatici cagionati sempre di più dall’in18



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quinamento e dal mutamento del territorio a causa dell’intervento dell’umanità sullo stesso ambiente

ed ecosistema naturale.
Che cosa fare per evitare tutto questo?

Impellenti sono le soluzioni di ordine globale e permanente, utili affinché la biodiversità del nostro ecosistema

sia preservata e conservata come patrimonio mondiale.

Le regolamentazioni sembrano non bastare, rimangono solo sulla carta: si pensi, ad esempio, alla fauna

del mare, questi sono protetti da decine e decine di regolamenti, sempre meno rispettati in nome

dell’ingordigia dell’uomo verso il profitto e la sete di guadagno.

Questo processo di estinzione delle specie animali è un problema che rischia di cambiare le sorti della

Terra e che richiede come soluzione urgente, come un radicale cambiamento dei nostri stili di vita: dalla

tavola e dal consumo attento della carne e del pesce.

Netta attenzione al problema dell’inquinamento, al ricorso alle fonti di energia “green”, più pulita e responsabile

ambientalmente.

Sostenere le associazioni ambientaliste, donare soldi per aiutare l’organizzazione mondiale a sostenere

e portare avanti i Progetti di protezione delle specie viventi del mondo animale e vegetale. Aiutiamo

ogni anno a proteggere l’ambiente, la fauna, la flora e a donare qualche euro per preservare la biodiversità

degli ecosistemi.

Un ambiente più “green” e più protetto facilita la convivenza tra specie umana e specie animale.

Impariamo a proteggere: difendere le specie animali in estinzione è un dovere per tutti noi!

Per esempio vi siete mai chiesti cosa succederebbe se tutti i gatti del pianeta scomparissero di colpo?

O, per meglio dire, che cosa accadrebbe se il mondo restasse senza gatti da un giorno all’altro? Va bene,

non c’è da farne un dramma, certamente non è la fine del mondo, però non sarebbe una cattiva idea

fare una sorta di esercizio di fantasia. Di sicuro la prima conclusione a cui arriveremmo è che un mondo

senza gatti sarebbe un posto molto più noioso e che lo stress sarebbe all’ordine del giorno.

Ma attenzione, ci sono alcuni esperti che si sono seriamente posti questa domanda e sono giunti ad

alcune conclusioni.
CHE COSA SUCCEDEREBBE

SE TUTTI I GATTI DEL MONDO

SCOMPARISSERO DI COLPO?



Almeno fino a quando gli scienziati non riusciranno a trovare una soluzione valida, il primo problema a

cui dovremmo far fronte sarebbe un aumento indiscriminato della popolazione dei roditori: ratti, topi,

topolini e affini. L’immediata conseguenza di questa situazione sarebbe la rapida propagazione di malattie

di cui questi animali spesso sono portatori, arrivando far collassare il sistema sanitario mondiale.

Rabbia, peste bubbonica, hantavirus, salmonellosi, leptospirosi, brucellosi, diversi tipi di encefalite,

ecc…La lista sarebbe infinita.
Senza contare quanto segue:

L’industria alimentare registrerebbe ingenti perdite, aumentando in questo modo i problemi, già gravi,

della fame e delle carestie in alcune parti del pianeta: in certe regioni i gatti sono considerati come un

fattore chiave per il controllo dei roditori che divorano il grano raccolto e messo da parte o che lo infettano

con le proprie urine o le proprie feci.

La sovrappopolazione dei roditori provocherebbe anche altre gravi crisi ecologiche. Solo per dirne una,

diminuirebbe la popolazione di uccelli, dal momento che le loro uova sono una importante fonte di

alimentazione per topi e affini.

Assisteremmo anche ad una grave crisi economica e ad un aumento della disoccupazione: sarebbe un

colpo durissimo ai grandi laboratori e alle industrie alimentari che si occupano della produzione di cibo

per animali, che perderebbero di colpo la metà dei loro clienti. Lo scenario non sarebbe diverso per i veterinari,

per i produttori di giochi e accessori per animali, per chi fabbrica la sabbia per le loro necessità,

e la lista non finisce qui…

Ma supponiamo, per assurdo, che, mentre i leader mondiali si arrovellano per trovare una soluzione

economica al problema, una imponente crociata a livello mondiale riuscisse a debellare o ad arginare il

fenomeno della sovrappopolazione dei roditori e che gli esseri umani riuscissero anche a sopravvivere

alla guerra chimica messa in atto per debellare i topi. Immaginiamo la situazione: probabilmente la nostra

salute peggiorerebbe.

Alla depressione causata dall’assenza del nostro amato animale da compagnia dovremmo aggiungere

il fatto che ormai non è più lì con noi, per aiutarci a sopportare lo stress della vita quotidiana, con i suoi

giochi e le sue coccole: ci salirebbe la pressione, ci aumenterebbe il colesterolo e di conseguenza arriverebbero

una serie di complicazioni legate ai problemi cardiaci.

Di certo, da questa situazione gli psicologi sarebbero gli unici a salirne vincitori, dal momento che senza

i nostri amici pelosi che ci aiutavano ad alleviare l’ansia e i problemi, saremmo costretti a rivolgerci a

loro per trovare un aiuto e rendere meno stressante la nostra vita. Anche

se, a dirla tutta, le due cose non sono paragonabili: non c’è niente,

infatti, che possa sostituire una carezza o un abbraccio al nostro micione

quando siamo un po’ giù.

Sia chiaro che non ci si preoccupa delle aziende che uccidono animali,

noi vorremmo che fosse la natura a fare il suo corso, se gli animali

potessero vivere in tranquillità e sicurezza, purtroppo viviamo in un

contesto che a malavoglia dobbiamo ingoiare.
RAPPORTO CON GLI ANIMALI



Crediamo che tutta la storia della vita vada riscritta, perchè l’uomo non è il padrone dell’universo, esso è

convinto di potere fare tutto ciò che vuole e a causa di questa errata convinzione ha procurato nei secoli

ed ancora continua oggi più che mai in un infinito olocausto di tutte le specie viventi sul pianeta siano

essi animali e umani, ivi compresa la vegetazione, “linfa essenziale per la sopravvivenza di ogni specie

vivente che abita il pianeta”. E’ come se non bastasse ha distrutto il pianeta : avvelenando mari e fiumi,

avvelenando la terra, avvelenando l’aria, la fauna e la flora di questo meraviglioso pianeta ed a causa di

tutto ciò procurando malattie e morti di cui molti si avvantaggiano, dalle multinazionali chimiche e del

farmaco alle Lobby della carne. L’Uomo deve capire che è figlio di questo pianeta, che non e padrone di

nulla e che quando concluderà il suo ciclo ritornerà alla Terra, esattamente come tutti gli animali ed ogni

altra forma di vita. Noi siamo convinti che tutti i figli di Madre Terra abbiano il diritto alla vita, alla gioia

di vivere e alla loro spiritualità.

Erroneamente la specie Umana si considera privilegiata e al centro dell’Universo, ritenendo le specie

non Umane alla totale mercè, degli interessi ludici, sacrificali e nutrizionali degli umani.

Tra gli umani ci sono molte persone sensibili che tendono ad aiutare gli animali in tanti modi. Ma gli

altri? La maggioranza rema contro e, come cercare di svuotare il mare con un bicchiere.

Per quanto ci si impegni in tal senso, non si possono salvare dalla furia umana tutti gli altri animali indifesi.

Noi non ci arrendiamo, continuiamo la nostra opera malgrado l’indifferenza delle istituzioni e malgrado

la cattiveria di molti umani i quali si accaniscono non solo contro gli animali ma spesso anche contro coloro

che difendono gli animali, noi continuiamo anche con affanno a tutelare gli animali, nutrirli, curarli
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e pulendo le loro cucce. Anche se siamo consapevoli che tutto ciò non basta in quanto rimangono miriadi

di altri animali indifesi, vorremmo arrivare al cuore della moltitudine degli umani che li schiavizzano.

Siamo altresì consapevoli che pur tutelando un gatto con tutte le nostre forze, questi può rimanere

alla mercè di altri che appena girato l’angolo, possono prenderlo a calci o ucciderlo.

Ogni giorno milioni di nostri fratelli animali non umani sono tenuti come schiavi negli allevamenti intensivi

in condizioni insopportabili. Ogni giorno vengono uccisi nei macelli, vengono vivisezionati, picchiati

e maltrattati, vengono privati di qualunque diritto e dignità, addirittura viene derisa la loro sofferenza

E ancora oggi siamo di fronte ad una battaglia ben più vasta. Cerchiamo di combattere contro l’abominio

più grande della storia. Siamo di fronte ad una crudeltà di sterminio che non ha uguali nella storia

umana, e l’ignoranza umana, la quale si chiede se gli animali hanno un’anima; noi affermiamo che ogni

essere vivente è un’Anima (Anima – le), le parole non sono mai casuali hanno sempre una origine e un

fondamento.

Vogliamo giustizia per tutti gli animali, essi meritano rispetto e, parrà strano ma abbiamo tanto da imparare

da loro, perchè loro sono genuini, non sono viziati come gli umani, gli animali non agiscono con

cattiveria, con malignità essi seguono il corso della loro natura.
IL FENOMENO DEL RANDAGISMO



Fenomeno molto diffuso, regolato da leggi regionali in attuazione dell’art. 3

della legge quadro 14/8/1991, n. 281, è quello del randagismo di cani e gatti,

condizione che nel 2006 (dati Eurispes) ha interessato 500.000 cani e 2.500.000

gatti.

Dei danni provocati da una cane randagio a una persona che transita su una

strada comunale risponde, ai sensi dell’art. 2051 c.c., il Comune, in qualità di

proprietaria-custode della rete stradale comunale; l’Amministrazione comunale,

infatti, oltre a provvedere alla manutenzione delle strade, deve eliminare le

situazioni di pericolo che non siano chiaramente evitabili e percepibili dall’utente

con l’uso della normale prudenza; il principio del neminem laedere (ossia

di non arrecare danno ad altri), scolpito nell’art. 2043 c.c., impone pertanto

all’Amministrazione il dovere di tenere le strade in condizioni tali da non costituire

per l’utente, che regolarmente confida nello stato apparente di transitabilità,

un’insidia o trabocchetto (Trib. Torre Annunziata 11/10/2008, n. 1345).

(Come si evince da tali leggi, a prescindere che le varie amministrazioni nulla fanno di quanto impone la

legge; non viene considerata la vita dell’animale, che in questi casi un animale vagante possa costituire

pericolo è certo, però andrebbe anche considerata la vita dell’animale investito. Voglio dire che le leggi

riescono anche a farle, ma poi c’è il giudizio di coloro che interpretano la legge, mettendoci in tale giudizio

la propria opinione e non l’applicazione tale e quale della legge.

Ovviamente il Comune può organizzare catture di cani inselvatichiti in collaborazione con le associazioni

di volontariato aventi finalità protezionistiche ed iscritte nell’apposito albo, il punto è che quando un

cittadini e/o Associazione segnala dette situazioni, le amministrazione di norma raramente intervengono.

Alla cattura dei cani vaganti dovrebbe provvedere il Comune, attraverso i competenti servizi delle ASL.

Anche la cattura dei gatti liberi appartenenti a colonie è di competenza del Comune, che può però

demandarla alle stesse ASL. Anche se di solito se la palleggiano e nessuno prende iniziative, poi può

accadere che qualche associazione faccia insistenti pressioni per fare rispettare le norme ed allora può

nascere ostilità tra amministrazioni e associazioni.
ANIMALI DA SALVARE IN NOME DELLA LEGGE



In viaggio potreste imbattervi in cani, gatti o animali selvatici in pericolo: ecco che fare.

Siete in vacanza e vi capita di vedere un animale ferito o abbandonato, o un cucciolo in vendita sulla

battigia? Prima di tutto tenete presente che soccorrerlo e denunciare i colpevoli non è solo un’opera pia,

ma anche - in alcuni casi - un obbligo di legge.

La legge 120 del 2010 ha introdotto nel Codice della Strada l’obbligo di soccorso per gli animali feriti in

caso di incidente stradale.

L’obbligo di soccorrere gli animali feriti quindi è legge, per i trasgressori in arrivo multe salatissime.

In caso di incidente che sia in qualche modo riconducibile alla condotta di guida dell’utente viario e

dal quale derivi un danno ad ANIMALI DI AFFEZIONE, DA REDDITO o PROTETTI, il CONDUCENTE dovrà

fermarsi e porre in essere tutte le misure idonee ad assicurare all’animale ferito “un tempestivo intervento

di soccorso”. Traendo sapiente insegnamento dalla giurisprudenza formatasi sull’originaria versione

“umana” dell’Art. 189 CdS, l’obbligo di fermarsi e di prestare assistenza non può dirsi osservato quando

il conducente si limiti ad una breve sosta che non gli consenta di rendersi conto delle condizioni fisiche

dell’animale malcapitato e dell’eventuale necessità di prestargli soccorso. In caso di inottemperanza, si

applicherà la sanzione amministrativa da €389,00 ad €1.559,00. Questo è quanto costerà al responsabile

di un’incidente stradale il non aver soccorso l’eventuale animale ferito. Occorrerà fermarsi e garantire un

aiuto tempestivo allertando le strutture sanitarie. Rischia anche chi dovesse essere a vario titolo coinvolto

nell’incidente e non provveda a prestare la dovuta assistenza (nell’eventualità il responsabile evada ai

suoi compiti): in questo caso la multa andrà dai 78 ai 311 euro. Un’altra novità riguarda invece coloro che

si adoperano per offrire assistenza in simili casi di emergenza. Vengono equiparati alle ambulanze, ai

Vigili del Fuoco e alle forze di polizia anche i veicoli per il pronto intervento veterinario. Questo vuol dire

che se mezzi di soccorso veterinario e di sorveglianza zoofila dovessero trovarsi ad infrangere il Codice

della Strada per trasportare un animale in “stato di necessità”, questi non potranno essere sanzionati.

Durante l’iter parlamentare sono stati accolti anche gli emendamenti proposti dalla Lav (Lega Anti-Vivisezione)

e da senatori e deputati facenti parte dell’Intergruppo Parlamentare Animali. Come riportato

dal Corriere della Sera.it: Questa riforma - sottolinea la LAV - finalmente riconosce il diritto-dovere al

soccorso di così numerosi animali, perloppiù ignorati nelle statistiche nazionali relative agli incidenti

stradali, e ci fa avanzare sul piano dell’educazione civica. Per la prima volta, il nostro Codice della strada

riconosce gli animali come “esseri senzienti”, capaci cioè di provare dolore e gioia, importante principio

in vigore dal gennaio scorso con il Trattato dell’Unione Europea. (14 Dic. 2012) -.
14 Dicembre 2012

OBBLIGO DI SOCCORSO ANIMALI

pubblicato il Decreto

Pubblicato in Gazzetta il Decreto attuativo che regolamenta l’obbligo di prestare soccorso agli animali feriti,

entrerà in vigore il 27 dicembre 2012.

Nel 2010, il Codice della strada viene cambiato fissando l’obbligo di fermarsi in caso di incidente con un

animale; mancava un Regolamento attuativo che rendesse pienamente effettiva la norma, e ora è arrivato:

è il Decreto ministeriale 9 ottobre 2012 numero 217, Regolamento di attuazione dell’articolo 177,

comma 1, del decreto legislativo 30 aprile 1992, numero 285, come modificato dall’articolo 31, comma

1, della legge 29 luglio 2010, numero 120, in materia di trasporto e soccorso di animali in stato di necessità,

pubblicato sulla Gazzetta ufficiale numero 289 del 12 dicembre 2012. Entra in vigore il 27 dicembre.

COME UNA PERSONA - In base alla regola, in casi di sinistro con un animale, si ha il dovere di fermarsi, e

c’è quindi l’equiparazione dello stato di necessità di trasporto di un animale ferito come per una persona,

l’utilizzo di sirena e lampeggiante per ambulanze veterinarie e mezzi di vigilanza zoofila. “La norma

ha preso atto del cambiamento del sentire comune sul dovere di prestare soccorso anche agli animali

e le sanzioni irrogate fino ad oggi per le violazioni sono state un esempio positivo per automobilisti e
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Polizie locali”. “Nel Decreto, è inserito il pieno riconoscimento del privato cittadino che porta per dovere

civico un animale incidentato in un ambulatorio veterinario, la necessità di intervento anche ai fini della

tutela dell’incolumità pubblica e il pieno riconoscimento dell’attività delle Guardie zoofile. Ora le Regioni

e i Comuni devono rafforzare i propri compiti di intervento già previsti da altre normative”.

VEICOLI - Il Decreto ministeriale fissa, fra l’altro, le caratteristiche delle autoambulanze veterinarie le cui

attrezzature specifiche saranno individuate dal ministero della Salute, la certificazione anche successiva

dello stato di necessità di intervento sull’animale da parte di un veterinario, e gli stati patologici che

fanno scattare questo riconoscimento, cioè trauma grave, ferite aperte, emorragie, alterazioni e convulsioni.

Un Decreto che finalmente è arrivato, seppure in ritardo abbondante rispetto all’emanazione della

Legge: più di due anni. È vero che non ci sono date vincolanti da rispettare per i Regolamenti attuativi,

ma sarebbe auspicabile una maggiore celerità, anche per migliorare la sicurezza strada.
Gennaio 2013

NON SOCCORRERE GLI ANIMALI È VIOLAZIONE

AL CODICE DELLA STRADA

Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la norma

Lo dice il decreto del Ministero dei Trasporti del 9 ottobre 2012, n. 217 (“Regolamento di attuazione

dell’articolo 177, comma 1, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, come modificato dall’articolo

31, comma 1, della legge 29 luglio 2010, n. 120, in materia di trasporto e soccorso di animali in stato

di necessità) pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 289 del 12-12-2012, entrato in vigore lo scorso 27

dicembre. L’obbligo introdotto da questa normativa vale anche per chi trova lungo la strada un animale

ferito, anche senza essere l’autore dell’incidente. Il decreto va a modificare ulteriormente il Codice della

Strada in chiave animal friendly: infatti, il legislatore ha inserito nell’art. 189 il comma 9-bis «l’utente

della strada, in caso di incidente comunque ricollegabile al suo comportamento, da cui derivi danno a

uno o più animali d’affezione, da reddito o protetti, ha l’obbligo di fermarsi e di porre in atto ogni misura

idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso agli animali che abbiano subito il danno». Le

sanzioni sono salate: «Chiunque non ottempera agli obblighi di cui al periodo precedente è punito con

la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 410 a 1.643 euro». (La nostra tesi è che tale

legge dovrebbe essere estesa a tutti gli animali a prescindere).

La norma pone un obbligo di tempestivo soccorso anche a carico degli utenti che non abbiano determinato

l’incidente con il loro comportamento, ma che siano comunque coinvolti nello stesso, sanzionando

in questo caso la violazione dell’obbligo di soccorso con una sanzione amministrativa pecuniaria da

euro 78 ad euro 311”.

Chi assiste ad un incidente con soggetto che non opera il soccorso stabilito all’animale ferito, può rilevare

il numero della targa del veicolo e ogni altro elemento utile per l’identificazione del mezzo e della

persona e segnalare tali dati ad un organo di polizia.

Tuttavia, come spesso accade, nonostante sia stata fatta la legge ancora mancano le strutture atte a

supportarla, con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, è attuativo il decreto che modifica le norme

del codice della strada. Da fine dicembre è obbligatorio soccorrere anche gli animali investiti. In realtà si

tratta di un obbligo che era già previsto, sin dal 2010, che questo decreto ne definisce meglio i termini

attuativi.

In caso di incidente con un animale, l’automobilista ha il dovere di fermarsi e cercare di prestare soccorso

all’animale stesso. L’automobilista che investe un cane, un gatto, un cavallo o un qualsiasi altro animale

ha quindi il dovere di fermarsi. Prima la decisione era demandata alla sensibilità del singolo, oggi è

un obbligo e, come tale, prevede che chi non ottempera sia sottoposto a pesanti sanzioni.

Questo decreto equipara lo stato di necessità di trasporto di un animale ferito a quello di una persona,

con possibilità di usare la sirena e il lampeggiante per le ambulanze veterinarie e mezzi di vigilanza zoofila.

I mezzi di soccorso, va chiarito subito, sono e restano privati. Il provvedimento non crea autoambulanze

per animali ma fissa gli i requisiti standard che queste devono avere quando vengono impiegate, come

accade sempre, dai privati. Non si tratta dell’introduzione dei mezzi pubblici come quelli che siamo

abituati a vedere per gli umani. I mezzi sono privati, pagati dalle associazioni di volontariato che se ne

fanno carico. Ma adesso potranno, in caso di presenza a bordo di un animale ferito in modo grave, accendere

lampeggianti e sirena. (Noi riteniamo che il pronto soccorso debba essere pubblico e a carico

degli Enti pubblici).

Nella pratica, che cosa cambia? Fino all’agosto 2010 si poteva essere sanzionati se, per portare con documentata

urgenza un animale qualsiasi ferito da un veterinario, si passava un incrocio con il semaforo

rosso. Ora si può violare il codice della strada in presenza di un pericolo concreto e reale per la vita dell’animale,

esattamente come accade per salvare una vita umana.

Da oggi chi investe un cane o un gatto ne sarà pienamente responsabile e rischierà una multa di oltre

500 euro se non chiamerà i soccorsi.

Con l’applicazione di questa legge si introduce anche l’obbligo di soccorso nei confronti degli animali

selvatici, per cui si dovrà chiamare il corpo forestale o la polizia provinciale che, tra i suoi compiti, ha

anche la protezione delle specie selvatiche. L’obbligo di soccorso vale anche per chi assiste all’incidente

pur non avendolo causato.

Il privato cittadino comunque in attesa dell’introduzione del un numero unico nazionale da poter

chiamare per chiedere soccorso dovrà contattare in caso di necessità i vigili urbani o qualsiasi forza

dell’ordine che provvederà ad allertare il personale veterinario di turno che interverrà per i soccorsi del

malcapitato animale.. Qualora si assista ad un evento simile, ma non si sia direttamente coinvolti, sarà

opportuno procedere all’annotazione della targa delle vetture coinvolte: sarà così possibile fornire agli

agenti di polizia i dati utili per comminare ai trasgressori le dovute pene amministrative.
PER CHI TROVA ALTRI ANIMALI



Per tutti i prossimi amici, è possibile rivolgersi al Corpo Forestale dello Stato (1515), alla Pm, al vostro

veterinario. Prenderanno in cura l’animale (ricci, tartarughe, furetti) che porterete e penseranno poi a

trasferirlo nel posto più adatto. Usate un asciugamano o una copertina, metteteli in una scatola che

forerete e chiamate i numeri sopra riportati.

Se trovate un uccello non toccatelo mai a mani nude (i genitori non lo ritroveranno, ndr). Se è un nidiaceo

(nudo e con gli occhi chiusi) mettetelo subito al caldo e consegnatelo al più presto possibile.

Se saltella mettetelo in un posto alto raggiungibile dai genitori.

Rondini e rondoni, se a terra, vanno sempre presi.

Attenzione agli uccelli dal becco lungo. Hanno movimenti fulminei e sono pericolosi per il viso.

Per tutti, nel frattempo acqua e:

agli uccelli in genere vanno bene carne, formaggio, larve o vermetti

al coniglio solo fieno o erba secca

al criceto semi di girasole

al furetto crocchette per gatti di carne o pesce

la tartaruga mangia insalata, mele o, se di acqua, carne o pesce

il riccio mangia crocchette o scatolette per gatti e omogeneizzati

il pipistrello mangia volentieri omogeneizzati
ALCUNI CONSIGLI:

ANIMALI DOMESTICI FERITI

Il cane o gatto ferito deve essere avvicinato con molta cautela e calma, cercando di tranquillizzarlo

con movimenti dolci e un tono di voce rassicurante. Chiamate il Servizio Veterinario dell’ASP di competenza

territoriale, che è tenuto a intervenire anche di notte o nei giorni festivi. Per avere il relativo

numero potete chiamare un qualunque organo di polizia presente sul territorio, la polizia municipale,

la questura, i carabinieri. Per sicurezza, chiedete e segnatevi sempre il nominativo dell’impiegato che ha
24 25

risposto alla segnalazione, e l’ora esatta della vostra telefonata. Aiutarvi è per loro un obbligo, ma nel

caso non riusciate ad attivare i soccorsi, potrete rivolgervi a un veterinario privato. Se avrete conservato

prova della vostra richiesta, potrete poi richiedere IL RIMBORSO delle spese al Comune che si è mostrato

inadempiente.

Se trovate cani o gatti bloccati ad esempio sopra un tetto o un albero, caduti in un burrone o in un corso

d’acqua o comunque in evidente difficoltà, dovete chiamare i Vigili del Fuoco (numero 115) e la cosa

vale anche per un animale selvatico. La fauna selvatica è infatti patrimonio dello Stato ed è tutelata dalla

legge.

Potrebbe capitarvi di trovare tartarughe o piccoli mammiferi vittime di incidenti o bracconaggio. In questi

casi, potete chiamare il Corpo Forestale dello Stato, servizio d’emergenza ambientale (numero 1515),

che contatterà il Comando Provinciale più vicino perché trasferisca l’animale in un centro di recupero

per fauna selvatica. Dato che ci siete, tenete presente che il 1515 è numero utile anche in caso di incendi,

taglio illegale di piante, abusivismo edilizio in aree protette, bracconaggio, pesca illegale, sversamenti di

sostanze tossiche, illecito smaltimento dei rifiuti, ma anche persone disperse, frane, valanghe e alluvioni.
ANIMALI ABBANDONATI O MALTRATTATI



Come noto, anche abbandonare gli animali è un reato da Codice penale. Se siete testimoni di un caso

di abbandono dovete immediatamente chiamare la polizia (112 o 113) raccogliendo il maggior numero

di informazioni possibili sulla persona o vettura. Stessa cosa se invece siete testimoni di atti di violenza

e maltrattamento di animali. Pretendete sempre copia e numero di protocollo della vostra denuncia/

querela e chiedete (come previsto dagli art. 406 e 408 C.p.p.), di essere avvisati in caso di prosecuzione

delle indagini piuttosto che in caso di archiviazione. Utile tenere presente che sensibilizzare l’opinione

pubblica attraverso giornali e tv locali può essere un ottimo modo per accelerare le pratiche.

Se invece vi imbattete in un cane vagante, verosimilmente abbandonato, avvicinatevi con prudenza e

tranquillità. Ricordatevi che sebbene possa apparire “domestico” è pur sempre un animale che probabilmente

non sta attraversando un bel periodo, e quindi potrebbe essere stressato e aggressivo.

Controllate se ha il collare con la medaglietta o un tatuaggio: potrebbe essersi perso e magari il suo padrone

sta solo aspettando una chiamata. Se non notate segni di riconoscimento però dovete denunciare

il ritrovamento,ai vigili, alle forze del ordine o al servizio veterinario dell’Azienda Sanitaria provinciale.
L’ ABBANDONO DI ANIMALI E’ UN CRIMINE



Come comportarsi in caso di rinvenimento di cane abbandonato, maltrattato, ferito/incidentato

Non è assolutamente vero che chi soccorre un animale ne diventa automaticamente affidatario o proprietario,

ne è tenuto a pagare di tasca sua interventi veterinari.

Certo la prassi a cui siamo abituati è un tantino diversa...

L’iter da seguire è questo, anche in virtù del nuovo codice della strada in caso di sinistri:

1) fermarsi 2) chiamare immediatamente polizia locale, asl, comune e tutti i numeri delle forze dell’ordine

(perchè sono tutti competenti). Se fanno storie per intervenire minacciare che denunceremo per

“OMISSIONE D’ATTI D’UFFICIO”.

3) far intervenire veterinari di turno all’ASP.

4) se nessuno interviene... recarsi da un veterinario privato e far fatturare il tutto. Presentare fattura al

Comune e/o alla ASP (dipende dalle Regioni) e chiederne l’immediato rimborso con lettera di accompagnamento

nella quale si descrivono gli eventi e l’assenza di intervento. Inviare la missiva anche alla

Procura della Repubblica per conoscenza al fine di far emergere omissioni d’atti d’ufficio.

Chi trova un animale ferito è semplicemente il detentore momentaneo. A meno che non manifesti la

volontà di divenirne possessore e proprietario.

Il responsabile dei cani vaganti sul territorio è la pubblica amministrazione. Questo vale sia per danni

cagionati da loro che cagionati a loro.

Per le spese sui randagi è il Comune che deve intervenire. Se chiamiamo e non intervengono siamo noi

a sostenere una spesa e loro si arricchiscono.

L’azione civile processuale si chiama ingiustificato arricchimento
COSA FARE SE SI ASSISTE A MALTRATTAMENTI DI ANIMALI


TUTELA DEL MONDO ANIMALE – ECOSISTEMA

L’ignoranza è la madre di tutte le nefandezza

In effetti a motivo dell’ignoranza delle persone e del loro egoistico e dissennato interesse personale

hanno ridotto questo pianeta a un malato terminale, distruggendo tutto, ambiente, animali e adesso

anche umani, oramai le persone non si ammalano più ad una certa età, nascono già ammalati con gravi

e incurabili patologie, queste non sono disgrazie o casi fortuiti, questo è un disegno consapevole e dissennato

di Lobby, multinazionali e di avidi e corrotti funzionari pubblici e privati.

Gatti, api, squali, balene, farfalle, pipistrelli, ma tutti gli animali, piccioni e formiche hanno una precisa

funzione, è una catena di un ecologico equilibrio, spezzando una maglia di questa catena si rompe l’equilibrio

con conseguenze e dipende cosa anche gravi.
LA MORIA DELLE API, UN PROBLEMA INARRESTABILE



Agricoltura Disastri ambientali Responsabilità Sociale

durre una maggiore consapevolezza del diritto degli animali a non essere trattati come cose al semplice

servizio dell’uomo. Con buona pace di quel Cartesio, sulla cui filosofia la nostra società si è sfortunatamente

sviluppata.

La dimostrazione scientifica, del resto, segue alla sensazione empirica che molti avevano già da tempo.

E magari non è che il primo passo verso quella Un ecosistema in rovina. Il problema eccede la singola

specie delle api domestiche da miele e coinvolge per intero il genere degli apoidei, base della biodiversità

e della vita umana, in assenza dei quali non potremmo mai godere di ogni singola gioia alimentare

che il nostro territorio ci offre.

Sebbene l’egocentrismo umano negli ultimi anni si sia spinto a livelli estremi arrivando alla considerazione

di sé come padrone di questo mondo, l’ambiente ci sta inviando segnali cercando di dimostrarci

quanto in realtà siamo animali dipendenti da quest’ultimo.

La natura è la nostra casa e la nostra gabbia e la relazione con essa ha forti caratteri antroponimi, il suo

comportamento è la risposta delle nostre azioni, la conseguenza di ciò che le forniamo. Siamo gli ospiti

che fanno danni e che non vogliono pagare.

Le associazioni degli apicoltori Conapi e Unaapi hanno reso noto che dagli anni Novanta vi è un declino

inarrestabile della produzione di miele dovuto al calo delle capacità produttive delle api e della loro

sopravvivenza, denunciando come causa particolare l’uso di pesticidi e in generale il modello di produzione

agricola agroindustriale che vede l’affermarsi di colture OGM e il reiterarsi delle monocolture in

mono successione. Il fenomeno è stato nominato “Colony collapse disorder” (Ccd) nonché “disturbo da

collasso dell’alveare”. Il caso italiano ha visto solo nel 2007 un aumento della mortalità delle api di circa il

35% contro la moria naturale che prevede circa un 10-15%; inoltre nonostante sia la quarta apicoltura su

scala europea, con 1.100.000 alveari e 75.000 (dati Unaapi 2004), lo strumento legislativo attuale risale

al 1926.

Le cause sono molteplici e si estendono dai problemi naturali come infestazioni di parassiti a l’eccessivo
uso agricolo di prodotti chimici. L’acaro parassita “Varroa destructor” è l’infestatore più ricorrente, pro26



27

voca malformazioni ed elevata mortalità, tuttavia se le api fossero esposte soltanto a crisi e attacchi dal

mondo naturale stesso la situazione non sarebbe così grave.

Il settore agricolo negli ultimi anni ha incentivato l’uso di neonicotinoidi come pesticidi, sono prodotti

di sintesi sistemici che ricoprono e si diffondo attraverso l’intera pianta rendendo possibile una protezione

totale e quasi perfetta, il loro utilizzo massiccio è sostenuto e giustificato dalla bassa tossicità nei

confronti dei vertebrati e dalla applicazione locale che garantisce una copertura totale. A tali effimeri

benefici si contrappone una conseguenza drammatica, sono chimicamente affini alla nicotina e pertanto

agiscono a livello neuronale provocando paralisi che degenerano nella morte dell’insetto che ne

entra in contatto. Il Tiacloprid è il pesticida più utilizzato e proposto come cancerogeno di categoria 2 da

parte dell’ECHA. Altro pesticida largamente impiegato nelle colture europee è il Clorpirifos (CPY), dannoso

per la sua capacità di diffusione aerea e dunque per la contaminazione dell’ambiente circostante.

Per ovviare il problema e dunque mantenere costante l’offerta e il prezzo del prodotto, molti stati hanno

trovato come soluzione-toppa l’attuazione di pratiche illegali come la commercializzazione di falso

miele, attraverso il processo di adulterazione vengono aggiunti zuccheri alle miscele creando un prodotto

di qualità inferiore e privato di neutralità e purezza. Questa pratica è sempre più frequente e affinata

soprattutto nei paesi asiatici e negli Stati Uniti dove ci si è addirittura spinti all’utilizzo di zuccheri

del riso in quanto non individuabili attraverso l’analisi del Carbonio Tredici.

Credo che uno dei problemi fondamentali della razionalità umana sia il fatto di cercare costantemente

soluzioni volte a modificare l’effetto del problema e non la sua radice.

Ci stiamo autodistruggendo, stiamo distruggendo la nostra casa e da soli non potremmo mai riuscire a

sopravvivere. I primi sintomi di sofferenza si stanno già rilevando, il nostro ambiente ci manda segnali

sempre più spesso. Perché non lo ascoltiamo? Intere specie stanno lentamente scomparendo, non potremmo

più beneficiare di prodotti importanti. Perché non lo comprendiamo?

Gli animali rafforzano il sistema immunitario dei bimbi. #lo dice la scienza Pressoché sotto silenzio da

parte dei media è passata la notizia che il 7 luglio scorso è stata siglata da un gruppo di scienziati, alla

presenza di Stephen Hawking, la “Dichiarazione di Cambridge sulla coscienza”, la quale afferma che molti

animali sono coscienti e consapevoli allo stesso livello degli esseri umani. E la lista comprende tutti i

vertebrati e, tra gli invertebrati, il polpo.

Non è una scoperta di poco conto, verificare scientificamente che molti, moltissimi animali, non hanno

solo l’istinto, che si contrappone alla ragione umana, ma hanno una vera e propria intelligenza.

Questo, da un lato, sminuisce notevolmente il reputato, stupido predominio dell’uomo sulla natura, e,

dall’altro, dovrebbe introconsapevolezza che tutto il mondo, sia animale, sia vegetale ha proprietà senzienti

e pensanti. Sapere che un animale che sta per essere ucciso lo capisce, o che una pianta che viene

abbattuta sente avvicinarsi la morte e nello stesso tempo emette un grido di dolore che altre piante intorno

sentono, dovrebbe indurre nell’uomo un po’ più di umiltà e quel rispetto nei confronti del vivente

che fino ad oggi non ha avuto.

In pratica, quello che è il sentimento panico potrebbe trovare una dimostrazione scientifica?

Uno studio finlandese conferma che i pelosi a quattro zampe procurano effetti benefici contro

allergie e malattie del sistema respiratorio.

I bambini che crescono accanto agli animali, cani e gatti, sviluppano meno infezioni respiratorie e allergie

rispetto a quelli che non hanno questo tipo di contatto. Lo conferma un recente studio dell’Università

della Finlandia orientale.

Secondo questo studio l’esposizione agli animali nella prima infanzia avrebbe un effetto positivo sul

sistema immunitario perché andrebbe a rafforzarlo. In particolare, per quanto riguarda il ruolo delle

cellule dendritiche e la produzione di citochine. Le cellule dendritiche regolano le citochine (proteine

messaggero) di produzione adattiva in risposta del sistema immunitario, e sono essenziali per la creazione

di una memoria immunologica.

Sebbene siano già stati evidenziati i benefici apportati dagli animali nella vita dei bambini, questa ricerca

definisce le basi scientifiche della correlazione tra rafforzamento del sistema immunitario e amici a

quattro zampe.

Heidi Kaario, nella sua tesi di dottorato, ha preso in considerazione sia animali domestici che di fattoria,

sottolineando che la loro esposizione influenza le proprietà fenotipiche e funzionali delle cellule dendrictiche

con produzione di citochine nel periferico, cellule mononucleate del sangue di bambini all’età

di 4/5 anni in una sottopopolazione di uno studio più ampio, noto come studio finlandese di coorte

PASCOLO.

La ricerca finlandese ha anche evidenziato che la teoria funziona quando è la madre a entrare in contatto

con gli animali. Dunque i bambini che vivono in campagna stanno meglio? Dipende. Infatti come

spiega l’immunologo Jean-François Bach:
I bambini che vivono in campagna a contatto degli animali si ammalano meno rispetto ai bambini che vivono

ugualmente in campagna, ma non sono circondati dagli animali.

La ricerca sottolinea come sia da rivedere anche il nostro concetto di igiene.
Ad essere davvero pericoloso è il biberon che resta al sole, trasformandosi in un fertile terreno di cultura per

i batteri, ma non bisogna allarmarsi se un bambino ha le mani non troppo pulite e si mette le dita in bocca.

Quello che conta è l’igiene dell’acqua che beviamo, il rispetto dei corretti procedimenti della catena del freddo

e un saggio impiego di vaccini e antibiotici, dei quali non bisogna mai abusare.

In conclusione, il sistema immunitario potrebbe essere rafforzato dal contatto con gli animali. Però è

anche vero che allergie e problemi respiratori possono essere causati dal cattivo stato di salute dei circa

tre miliardi di batteri che popolano il nostro intestino.
AMBIENTE, ANIMALI, ALIMENTAZIONE

RAPPORTO CON LA CARNE



Nonostante l’uomo si sforzi di nascondere a se stesso la verità, la realtà è una sola (e la dimostreremo

successivamente): noi non siamo carnivori. Analizzando con scrupolosità il corpo umano e i suoi processi

digestivi, non si può che giungere a questa conclusione.

Per dare un’idea dell’ipocrisia dell’uomo e della commedia che mette in atto per celare la verità, basta

ragionare - anche per un solo attimo - sul modo in cui mangia la carne. L’uomo è costretto a camuffare

questo cibo - non compatibile con il suo organismo - con una infinita quantità di salse e salsette, non

prima di averlo fritto o bollito o invecchiato, e trasformato in mille modi.
28 29

Non si rende conto di essere ridicolo?

Se davvero l’uomo è un carnivoro (come molti, anzi moltissimi, credono), perché non mangia la carne

come tutti gli altri veri carnivori, e cioè cruda? Sarebbe opportuno porsi di tanto in tanto questo genere

di domande, senza dare tutto per scontato e senza dare credito alle altrui opinioni a scatola chiusa.

Molti biologi e fisiologi sono d’accordo nell’affermare che l’uomo, in realtà, non è fisiologicamente “costruito”

per mangiare carne, e offrono prove estremamente convincenti. Vediamo quali: la classe dei

carnivori ha una struttura fisica predatoria (artigli, canini sviluppati), intestino breve (solo 3 volte la lunghezza

del tronco) e fortemente acido (10 volte di più di un normale erbivoro); l’intestino breve, lungo 3

volte il tronco, serve ad evitare una sosta troppo prolungata della carne ingerita, in quanto essa è facilmente

putrescibile. L’intestino breve, inoltre, è fortemente acido perché deve neutralizzare le sostanze

tossiche carnee. Vediamo come avviene la digestione della carne: una volta giunta nello stomaco la

carne ha bisogno,per essere digerita, della secrezione di succhi gastrici ricchissimi di acido idrocloridico.

I carnivori,infatti, secernono grandi quantità di acido idrocloridrico, atto a sciogliere le ossa. Il tratto

intestinale dove avviene l’ultima parte della digestione, che serve a far passare gli elementi nutrivi nel

sangue, deve per forza di cose essere meno lungo possibile: si deve considerare, infatti, che il pezzo di

carne altro non è che un cadavere in putrefazione che crea velenosi rifiuti all’interno del corpo.

Il carnivoro, quindi, deve liberarsene il più presto possibile. Il problema, per i non carnivori, è la lunghezza

del tratto intestinale, che a volte è lungo addirittura 20 volte il tronco. Se i non carnivori mangiassero

carne, questa rimarrebbe nel loro corpo un tempo troppo lungo, avvelenandoli.

Passiamo alla classe degli erbivori: struttura fisica forte ma non aggressiva, dentatura priva di veri incisivi

superiori per addentare frutti, e canini per dilaniare; intestino lungo sino a 20 volte il tronco, enzima digestivo

capace di trasformare e assimilare la cellulosa delle piante. Gli erbivori secernono una quantità

minima di acido idrocloridrico, non sufficiente a digerire del tutto la carne.

Poi c’è la classe degli onnivori, parenti stretti dei carnivori, che conservano una certa aggressività e sono

simili in molte caratteristiche fisiche ai carnivori; molti, ad esempio, non collocano il cane tra i carnivori,

poiché se nutrito di sola carne esso muore.

Adesso osserviamo l’uomo: struttura fisica non aggressiva, tubo digerente lungo 12 volte la lunghezza

del tronco, mandibole deboli e non pronunciate, secrezione salivare idonea (grazie alla ptialina) agli

amidi dei cereali, dentatura sviluppata soprattutto negli incisivi per mordere e addentare frutti e nei molari

piatti e robusti per macinare semi, stomaco debole e poco acido, che non possiede gli enzimi adatti

a neutralizzare le sostanze tossiche prodotte dalla decomposizione della carne; inoltre il suo intestino

ha bisogno di stimoli che favoriscano il movimento peristaltico: frutti, cereali ed ortaggi hanno queste

capacità, la carne no. L’intestino crasso, inoltre, per ottimizzare la sua funzione deve avere un contenuto

acido: i semi, le radici e i frutti lasciano nel crasso residui acidi, mentre le carni lasciano residui alcalini:

ammoniaca e basi diverse. Fisiologicamente l’uomo è più simile ai mangiatori di piante e agli animali

da pascolo e da foraggio (come le scimmie, gli elefanti e le mucche), che non ai carnivori come tigri e

leopardi. I carnivori, ad esempio, non traspirano dalla pelle: la temperatura corporea viene regolata con

il respiro accelerato e l’estrusione della lingua. Gli animali vegetariani, invece, sono dotati di pori sudoriferi

per eliminare le impurità e regolare la temperatura.
Tutte coincidenze?

I carnivori devono lambire i liquidi (esempio: i gatti), mentre gli animali vegetariani succhiano i liquidi

attraverso i denti, come gli uomini.

Pare proprio che l’uomo non rientri né nella classe dei carnivori, né in quella degli onnivori, anzi per alcune

caratteristiche fisiche potrebbe essere accostato ai frugivori (come le scimmie) ed in modo minore

ai granivori (scoiattoli e topi). Vediamo perché: l’uomo ha una mano pensile come le scimmie e i roditori,

atta ad afferrare e cogliere frutti ed oggetti tondeggianti. Se consideriamo la placenta, quella umana è

discoidale, come quella delle scimmie antropoidi. Sembra dunque che l’uomo abbia come cibo elettivo

i semi, la frutta, la verdura e gli ortaggi.

Quale conclusione dovremmo dunque trarre da questa breve analisi scientifica?

Esistono prove evidenti del fatto che gli essere umani non sono adatti a mangiare carne, e chi decide

volontariamente di ignorare tali prove, se ne assume tutte le responsabilità
PERICOLO PER IL CONSUMO DI CARNE DI MAIALE



Il problema più grosso per le Facoltà di Medicina in questi ultimi tempi è la mancanza di cadaveri umani

sui quali gli studenti possono praticare le autopsie. Oggi vengono impiegati corpi di persone morte in

varie circostanze, però non dimentichiamoci che durante il Medioevo era proibito eseguire tali pratiche

sugli esseri umani.

Gli studenti di medicina di allora, per i loro esercizi di anatomia utilizzavano un animale di disposizione,

forma, pelle e struttura degli organi interni molto simile a quella umana. Ci riferiamo al maiale, in

quanto la sua pelle si presenta molto simile alla nostra. Questa analogia anatomica tra l’uomo e il maiale

è un fattore in più che contribuisce a facilitare un interscambio biochimico tra le sostanze e i materiali

che costituiscono entrambi gli organismi. In questo modo, mangiando carne di maiale ingeriamo un

elevato tasso di mucopolisaccaridi presenti in una grande quantità di strutture del tessuto connettivo

dell’animale, e che, una volta dentro il nostro organismo, si dirigono soprattutto verso quei luoghi a cui

biologicamente appartengono.

Una carne che crea il vizio >> Che il maiale sia un animale “del quale si può utilizzare tutto” lo sappiamo

tutti, ma i motivi per una così larga utilizzazione non sono molto convincenti. Si tratta, in effetti, di un

animale domestico con pochi muscoli e poche ossa, ma con molto tessuto connettivo, grasso e sangue,

così come grandi organi e viscere, il che favorisce il macellaio che può sfruttare fino all’ultimo pezzo di

organismo, impiegando condimenti, spezie e altri metodi (affumicamento, ecc.) allo scopo di “rendere

commestibili” parti dell’animale che, senza queste elaborazioni, ripugnerebbero qualsiasi persona. E’ da

notare che, chi si è abituato a consumare questa carne rimane alla mercè di una specie di assuefazione

(come nel caso di tabacco, alcool, caffè ed altre droghe). Il noto Dr. Reckeweg ci ricorda i rammarichi dei

suoi pazienti quando venivano informati di dover rinunciare a questa carne: “Però, dottore, è così buona!”.

Da parte sua, il Dr. Hoffmann, psichiatra di Mannheim, afferma che chi “gode” di questa carne inventa

tutti i tipi di scuse per continuare a mangiarla (come succede spesso anche per il tabacco, l’alcool ed

il caffè). D’altra parte chi è riuscito a liberarsi dall’”assuefazione”, in presenza di questa carne sente una

vera ripugnanza nel mangiarla ancora. E’ simile al caso dell’ex-fumatore al quale risulta insopportabile

l’odore proveniente da un posacenere pieno di mozziconi, specialmente al mattino. Risulta indubbio

che gli ormoni sessuali del maiale (specialmente gli androgeni: ormoni sessuali del maiale maschio)

giocano un ruolo importante nella valorizzazione della sua carne. Così è risaputo che il maiale maschio

viene sterilizzato settimane o mesi prima di essere ucciso per poter utilizzare una carne che altrimenti

risulterebbe non commestibile per il suo cattivo odore. Reckeweg lamenta che l’azione di questi ormoni

non sia stata studiata sufficientemente, perché sospetta la loro azione cancerogena. I maiali non vivono

molti anni. In primo luogo perché la loro età biologica è limitata a pochi anni, e poi, perché vengono

creati per essere uccisi intorno ai sei anni al massimo. Come sanno perfettamente gli esperti di allevamento,

se i maiali vivono più di sei anni sviluppano inevitabilmente qualche tipo di tumore. Non senza

ragione, per tutto ciò che abbiamo detto finora, possiamo affermare che oggi come oggi il maiale può

essere considerato una “copia o immagine negativa dell’uomo”.

Come reagisce l’organismo >> Secondo l’opinione del Dr. Reckeweg, i comuni meccanismi fisiologici
30 31

di eliminazione e disintossicazione che possediamo (urina, pelle, tubo digerente, ecc.) non entrano in

funzione quando consumiamo carne di maiale, cosicché il nostro organismo reagisce con meccanismi

di eliminazione patologici, vale a dire, con infiammazioni di vario tipo. Nel caso in cui la quantità di carne

ingerita non sia oltremodo eccessiva, possono non presentarsi infiammazioni, ma potrà comparire

nel nostro tessuto connettivo un deposito di elementi mucillaginosi e grassi che conduce ad un’obesità

caratteristica: torace cilindrico (nei consumatori abituali di carne insaccata), depositi nelle gambe e nelle

braccia (soprattutto nei consumatori dei vari tipi di prosciutto). Ora, se il sovraccarico che rappresenta

per la salute il consumo ripetuto di carne di maiale, raggiunge un valore ancora più elevato in modo

tale che i depositi del nostro organismo si trovino saturi e i meccanismi fisiologici di disintossicazione

non bastino, allora il nostro corpo reagisce - come ultimo tentativo - con processi infiammatori. Questo

succede specialmente se a tutto ciò si aggiunge un sistema circolatorio periferico e centrale aggravato

dal notevole deposito di sostanze mucillaginose e grasse apportate dal consumo di carne di maiale. Di

quali processi infiammatori si tratta? Principalmente: foruncolosi, infezione carbonchiosa (specialmente

sulla nuca e sulle spalle), ascessi ghiandolari (delle ghiandole sudoripare), appendicite e colecistite

(infiammazione della cistifellea). Reckeweg racconta di numerosi casi osservati da lui stesso o citati dai

colleghi, e inoltre sottolinea la predisposizione ad un futuro attacco apoplettico per i consumatori cronici

di questa carne.

Menziona anche la grande incidenza di “Ulcus cruris” (ulcera nelle gambe), molto frequente a Berlino,

dove il consumo di “eisbein” (zampone) è molto elevato. Non potrebbe essere questo processo infiammatorio

un ultimo sforzo dell’organismo per liberarsi da un eccesso di tossine? Non saranno forse le numerose

reazioni infiammatorie del tessuto connettivo da parte distale della gamba, la valvola di sfogo

che ci libera ed allo stesso tempo ci avverte di complicazioni più gravi? Il fatto è che, per quanto queste

sofferenze vengono trattate con medicinali o processi fisici, la loro guarigione è difficile se il paziente

non si decide a sopprimere la carne di maiale dalla propria dieta. Altre sofferenze cui possono essere

soggetti i consumatori abituali di carne di maiale sono l’artrite e l’artrosi, Questo perché la solida e resistente

sostanza che costituisce le nostre cartilagini si rammollisce - e viene in gran parte sostituita - nel

momento in cui viene invasa dal tessuto connettivo mucillaginoso, proveniente dal maiale. In realtà,

tutto il sistema di sostegno si infiacchisce rendendo l’individuo gonfio, pigro e poco agile. Anche le

secrezioni vaginali di certe pazienti (leucorrea) vengono considerate meccanismi di eliminazione di tossine,

la cui cura si risolve favorevolmente se vengono eliminati i veleni ed altri fattori aggravanti presenti

nella carne di maiale.

La medicina ufficiale >> La situazione tossica provocata dal consumo di carne di maiale è completamente

ignorata dalla medicina ufficiale. Dal punto di vista della Homotossicologia tutte le malattie devono

essere considerate come un meccanismo difensivo del nostro corpo di fronte alle tossine o meglio, di

fronte a lesioni e scompigli provocati dall’ azione delle tossine o veleni sia microbici che metabolici. Se

il nostro organismo si trova “maltrattato” al punto tale che i suoi meccanismi fisiologici di eliminazione

non bastano o falliscono, e si trova a dover ricorrere a processi di eliminazione infiammatori (patologici),

dobbiamo aiutarlo a ristabilire tali meccanismi fisiologici (terapeutica depurativa naturista) e non

limitarci a somministrargli prodotti antinfiammatori. Se ci limitiamo solamente a dissimulare i sintomi

di una malattia, somministrando medicinali aggressivi, non curiamo il paziente. Il consumo di carne di

maiale favorisce il diminuire della capacità di risposta biologica del nostro organismo e lo sviluppo di

batteri e virus. Inoltre, se cerchiamo di combattere lo sviluppo microbico con antibiotici, i nostri meccanismi

biologici di difesa smettono di funzionare e, alla lunga, diminuisce la loro capacità di risposta.

L’unico modo di fortificare le nostre difese biologiche è appunto far lavorare biologicamente il nostro

organismo.

Il cinghiale nocivo quanto il maiale >> Non dimentichiamo che la carne di cinghiale è tanto nociva

quanto quella del maiale domestico (anche il cinghiale sviluppa tumori), con l’unica differenza che il

primo possiede una minore quantità di grassi. E’ risaputo, ad esempio che i cacciatori, una volta ucciso

un cinghiale, devono squartarlo il più presto possibile perché altrimenti la sua carne diventa non

commestibile per le caratteristiche tossiche che acquisisce, processo questo non necessario con gli altri

animali da caccia.]

Questi tre fattori sono i pilastri di tutta l’esistenza e, qui possiamo cercare di fare un ragionamento.

Dobbiamo partire da ciò che è l’uomo, Anche in apparenza sembriamo diversissimi, dobbiamo guardare

la sostanza della natura, della genetica: la differenza tra l’uomo e il scimpanzè è del – 1,37 % del

genoma, del – 1,75 % e, del – 3,4 % dell’orango, una percentuale meno del 2 % ci differianzia da questi

primati. Questi primati, questi animali che vivono in un habitat naturale e si nutrono di vegetali, non

mangiano carne e hanno una forza possente.Il latte: a ciascuno il proprio

Tratto da “MRA il Metodo René Andreani” - www.vegetarian.it
IGIENISMO - LA SCIENZA DELLA SALUTE



Il latte della donna fa bene al neonato, quello della mucca fa bene ai vitelli. “Fino a due anni i bambini

dovrebbero essere alimentati con latte materno. Dopo i due anni, dimenticate ogni tipo di latte!”. Questa

vera e propria bomba è stata fatta esplodere agli inizi degli anni novanta dal celeberrimo dottor Benjiamin

Spock, padre della moderna pediatria.

Questa inversione di tendenza portò il dottor Spock ad abbracciare le tesi che da anni molti medici

ed esperti (nonché vegan, macrobiotici ed igienisti) propugnano: il latte vaccino fa male, soprattutto

in fase di crescita, perché può provocare molte deficienze immunitarie e disturbi vari, tra cui l’anemia,

allergie e persino un insufficiente sviluppo cerebrale. In America e in Italia in molti si scagliarono contro

Spock, definendo “vecchio arteriosclerotico” questa vera “leggenda della puericultura” che, a 89 anni

suonati, ebbe il coraggio intellettuale di ammettere i propri errori e di dichiarare che il latte di vacca è

adattissimo ai vitelli, ma non agli uomini.

L’uomo è l’unico animale che continua a nutrirsi di latte anche dopo lo svezzamento. Che sia il desiderio

di non diventare mai adulti? Il latte vaccino è un cibo per vitelli, non per l’uomo. Serve a far crescere un

vitello e a farlo assomigliare ad una mucca, ma sicuramente non per aiutare un bambino a diventare un

uomo. Per questo la natura ha predisposto il latte materno. La madre, nella società moderna, ha sempre

più spesso rinunciato ad allattare al seno il proprio neonato (bassissime le percentuali alla fine degli

anni sessanta), un po’ per motivi di tempo (essendo inserita nel frenetico processo produttivo), un po’

per mancanza d’informazione sull’insostituibilità del latte materno nei primi mesi di vita. La donna si è

poi fatta condizionare da false paure sui presunti danni estetici dell’allattamento e da un malinteso desiderio

d’emancipazione. Il peso più decisivo, in questa “scelta”, lo ha avuto la martellante pubblicità delle

industrie produttrici di latte (in polvere e non), aiutate sicuramente dai sacerdoti della salute in camice

bianco che hanno contribuito a creare un vero e proprio “mito” alimentare, basato su poco o nulla.

Prima di tutto il latte di una madre sana è sempre fresco e batteriologicamente puro, mentre ogni tipo

di latte non umano deve subire un processo di “cottura” ad alte temperature che ne distrugga gli organismi

nocivi (ma la stessa sorte tocca purtroppo anche alle vitamine). Latte materno e latte vaccino non

sono assolutamente uguali, se non nel colore: si differenziano, infatti, nella composizione percentuale

degli ingredienti (essendo uno destinato a far crescere esseri umani e l’altro bovini), e nella qualità di

tali ingredienti (ad esempio le catene d’aminoacidi sono completamente diverse). Inoltre solo nel latte

materno sono presenti sostanze che immunizzano il neonato dalle infezioni (soprattutto quelle respiratorie

e intestinali), nonché la quantità di fosforo esattamente necessaria al suo sviluppo cerebrale. Il

“cucciolo” d’uomo sviluppa dapprima il cervello, mentre l’animale sviluppa prima la struttura ossea. La

quantità di lattosio, essenziale per lo sviluppo cerebrale del bambino, nel latte umano è quasi il doppio

rispetto a quella che si riscontra nel latte vaccino, Questo fatto è facilmente spiegabile se si pensa che

l’accrescimento del cervello del bambino è molto più rapido di quello del vitello. Il latte di mucca contiene

molta caseina (quasi tre volte il latte umano), una proteina che, a contatto con i nostri succhi gastrici,

“caglia”, formando un grumo compatto, alquanto indigesto, che provoca inoltre l’aumento dei processi

putrefattivi intestinali.

Il latte vaccino, dovendo servire ai vitelli, che hanno una velocità d’accrescimento fisico notevolmente

superiore a quell’umana (raddoppiano il proprio peso dopo appena 47 giorni dalla nascita, mentre il

neonato umano lo raddoppia in 180 giorni), contiene dal 3,5% al 5% di proteine, contro l’1,2% del latte
32 33

umano. Tale notevole quantità di proteine nel latte di mucca costituisce, quindi, un’autentica overdose

proteica per un essere umano. Si è così accertato che quando le proteine superano il normale fabbisogno

del mammifero che assume un determinato latte, l’eccesso determina un sovraccarico per il fegato

e le reni, che hanno il compito di eliminare i prodotti del metabolismo proteico. Il latte umano, al contrario

di quello vaccino, garantisce al neonato la massima prevenzione dalle allergie e dalle infezioni. I

medici hanno riscontrato che oggi il giovane americano, alla visita di leva, ha già terminato la crescita

ossea, cosa che solo venti anni fa succedeva sei - sette anni più tardi. Questo avviene perché sono alimentati

fin dalla nascita con latte non specifico e con altri cibi iperproteici. Tra l’altro ogni alimento ha

valore nutritivo per la sua capacità di essere assorbito dal nostro organismo, non solo per la quantità di

sali minerali, vitamine o proteine in esso contenuto.

Il calcio tanto reclamizzato nel latte vaccino è in genere male assorbito dall’uomo, perché è associato

con una percentuale (relativamente) troppo alta di fosforo (fattore inibente) e alla caseina.

Nonostante ciò, nei paesi occidentali “sviluppati” mangiamo così tanto da riuscire a fare un’overdose

quotidiana di calcio, il quale va a depositarsi sulle pareti delle arterie - provocando, insieme al colesterolo,

l’indurimento delle stesse - oppure forma calcoli renali, o si accumula nelle articolazioni, dando

vita a manifestazioni artritiche. Il cinese medio assume appena 15 mg di calcio al giorno, eppure ha

meno carie e osteoporosi dell’americano medio, che ne ingurgita ben 800 mg. Bambini affetti da otiti,

tracheiti, catarri a ripetizione sono rientrati nella norma sopprimendo i latticini ed in particolar modo lo

yogurt. L’insonnia dei neonati è di solito da addebitare alla somministrazione di latte vaccino. Latticini

e formaggi sono legati alle malattie della civiltà: insorgere di tumori, cisti, fibromi, cancro all’apparato

riproduttivo femminile (seno, utero, ovaia), infezioni all’apparato uro - genitale (cistiti e candida, molto

diffusa tra le giovani americane), malattie del sistema cardiocircolatorio (arteriosclerosi, trombi, infarti...)

a causa dell’enorme quantità di grassi saturi; connessione diretta con le più svariate forme d’allergia sia

alimentare che della pelle e dell’apparato respiratorio (asma, raffreddore da fieno), abbassamento delle

difese immunitarie, problemi del sistema digerente (diarrea, stitichezza, per la mancanza di fibre).

CONSIDERAZIONI FINALI. Se non sono ancora state sufficienti tutte le informazioni e le considerazioni

esposte facciamo, prima di chiudere, un’ultima riflessione: Il latte è un alimento per i cuccioli di quella

particolare specie animale che, proprio per questa caratteristica, si differenzia da tutte le altre: i mammiferi.

Ebbene, non esiste alcun mammifero che, arrivato all’età adulta nella quale è in grado di nutrirsi

da solo, continui ad assumere il latte. Solo l’uomo continua a bere latte e non usa nemmeno il proprio,

ma quello di altre specie. Se esistono delle leggi in natura, qualcuno sicuramente sta sbagliando trascurando

il fatto che le leggi naturali, contrariamente da quelle umane, non ammettono deroghe. Infine,

esaminando lo sviluppo del cucciolo uomo, vediamo che ad un certo punto cominciano a spuntare i

primi denti. La comparsa dei denti sta a significare che nel corpo di quell’esserino (e soprattutto nel

suo apparato digerente) hanno avuto inizio le varie trasformazioni che lo condurranno gradatamente

all’alimentazione dell’adulto. Da quel momento, l’importanza del latte (quale alimento unico) cessa, e

anche la sua importanza quale alimento basilare diminuisce man mano che lo svezzamento procede e

terminerà verso la fine del secondo anno di vita, quando sarà completata la sua prima dentizione, che

viene appunto chiamata “da latte”: termina cioè quando il bambino ha i suoi venti denti caduchi. Il latte

diventa allora un alimento secondario e anche la sua importanza come tale finirà per scomparire allorchè

il ragazzo, versi i quattordici anni, avrà i primi 28 denti della sua dentatura permanente. A partire da

quell’epoca egli potrà veramente alimentarsi come l’adulto e IL MAMMIFERO ADULTO NON SI CIBA DI

LATTE.

CIBI CHE CONTENGONO LATTE: tutti i tipi di formaggio, yogurt, gelato, cappuccino, crema di nocciole,

budini, frappè, frullati, burro, alcune interpretazioni del pesto alla genovese, ravioli e tortelli ‘di magro’,

lasagne e cannelloni al forno, sformati e soufflè, salsa besciamella, gnocchi, purè di patate, pizza e calzoni,

panini toast e tramezzini, alcuni prodotti precotti da infornare per fare focacce e simili, panna,

mascarpone, quasi totalità della pasticceria (anche quella secca), merendine, biscotti, cioccolata al latte,

certo scatolame, salse e manicaretti particolari o esotici che si trovano nei supermercati, mortadella,

wurstel, prosciutto cotto, ecc..

Concludendo, il calcio, indispensabile al nostro organismo, è meglio ricavarlo da alimenti d’origine vegetale,

anziché d’origine animale. RAW FOOD - Frutta, germogli e verdure CRUDE, fresche di stagione e

possibilmente biologiche, contengono le giuste quantità di calcio biodisponibile e quindi assimilabile,

con facilità, dal nostro organismo.
I pericoli del latte

Da documenti storici, risulta che fu nel 1793 per opera di un certo Underwood, che venne dato a dei

neonati il latte di mucca! Prima di tale data, se una madre moriva e lasciava il piccolo da allattare, ci pensava

la balia e non certo una vacca! La composizione del latte umano è unica.

Il bambino ha una crescita lenta, mentre il vitello ha una crescita molto rapida, ecco perché il latte di

vacca contiene più del doppio di proteine e calcio di quanto non ne contenga il latte umano.

La caratteristica più singolare nella crescita del piccolo dell’uomo, rispetto a quella degli altri animali, è

il grande sviluppo del cervello nel primo anno di vita. Il latte umano è preposto a favorire tale sviluppo,

come nessun altro latte!

Oggi il latte vaccino viene pastorizzato, omogeneizzato, trattato, congelato, evaporato, condensato,

polverizzato, adulterato, aromatizzato… Tutti processi mortiferi.

L’omogeneizzazione per esempio consiste nel passare il latte attraverso una grande centrifuga che separa

il grasso (crema, panna montata, ecc.) dal latte stesso. Tale processo meccanico produce una notevole

ossidazione con conseguente perdita di valore e crea dei microscopici grumi di grasso che possono

“strisciare”, “rigare” e quindi infiammare le vene, facendo intervenire sul posto colesterolo, fibrine, calcio,

per bloccare tale processo infiammatorio.

Il risultato sono le tristemente note famose placche ateromatose!

Durante il processo di pastorizzazione del latte il Trifosfato di Calcio-Magnesio si scompone in sali: Fosfato

di Calcio, Fosfato di Magnesio, Carbonato di Calcio che sono del tutto insolubili e assolutamente

inutili (come tutti i minerali inorganici); le proteine del latte coagulano e precipitano assieme ai sali.

I minerali alcalini si ossidano e ciò che resta dopo la perdita della parte alcalina è molto acidificante per

l’organismo. Un corpo acido sottrae minerali alcalini dalle riserve (ossa, denti, capelli, unghie, ecc.)

Questo è motivo per cui latte e latticini, anche se vengono consigliati dai

medici per “curare” l’osteoporosi, sottraggono invece minerali come il calcio.

Una proteina del latte, la caseina, non possiamo digerirla perché non abbiamo

l’enzima (DPP-IV) sempre più disabilitato a causa delle vaccinazioni, del

fluoro, cloro.

L’enzima per digerire lo zucchero (lattosio), lo perdiamo all’età di circa 3 anni

e quindi il lattosio si trasforma in acido lattico, un sottoprodotto tossico e

soprattutto acidificante.

Altre proteine come la albumina e globulina subiscono a causa della pastorizzazione

la coagulazione.

La pastorizzazione deammina alcuni aminoacidi facendoli diventare inutili

alla nutrizione, la vitamina C viene totalmente distrutta, come pure tutte le

altre vitamine.

Lo maggior parte dell’importante iodio viene perso.
Lattosio Grassi Proteine Sali

7%

4,4%

4,8%
Latte

Umano

Mucca

Capra

4%

4,5%

3,7%

1,5%

4,3%

3,5%

0,2%

0,8%

0,45%
34 35

Infine nel latte vi sono delle sostanze come la lactenina e l’acido rumenico, che risultano essere nocive

per la flora batterica intestinale per via della loro attività antibiotica.

Il latte scremato causa più danno di quello intero, perché quando si diminuisce la percentuale di grasso,

quella delle proteine aumenta!
ALIMENTAZIONE E ISTINTO ANIMALE

– Tratto da “Biolcalenda”, nr. 8 settembre 2009



Osservando i nostri animali di compagnia, cani e gatti, notiamo che sono molto equilibrati a livello alimentare.

Si avvicinano con sospetto al cibo che gli viene offerto, e lo mangiano solo se non lo ritengono

tossico.

Non ingeriscono alimenti più dell’indispensabile e se stanno male rimangono a digiuno per tutto il periodo

della malattia. Sanno quali erbe utilizzare per depurarsi, e le mangiano solo quando serve. Anche

noi abbiamo questo istinto animale, ma lo abbiamo perso per l’ingestione di cibi senza alcun valore

nutritivo, ma anzi tossici per il nostro organismo.

Iniziamo la giornata con cappuccino e brioche. Il latte di mucca non è un alimento della nostra specie.

E’ ricco di proteine animali che danno acidosi metabolica. Produce alterazione dei batteri saprofiti intestinali

(disbiosi) per la lactenina e l’acido rumenico, due sostanze antibiotico simili. Il caffè è ritenuto

uno stimolante, ma è un veleno che provoca la secrezione di adrenalina che è poi il vero neurotonico. La

brioche, oltre al frumento raffinato, cui siamo intolleranti, contiene creme, marmellate, panna, cioccolato,

tutti alimenti che ci portano all’iperglicemia, che è aumentata dall’adrenalina secreta per l’ingestione

di alimenti cui siamo intolleranti, come il caffè, il latte e il grano. In iperglicemia stiamo apparentemente

bene per qualche ora, fino alle 10 circa. Dalle 9 alle 11 abbiamo la massima energia dei pancreas che

percepisce questa iperglicemia e stimola l’insulina producendo un’ipoglicemia veloce. L’ipoglicemia

provoca stanchezza, difficoltà di concentrazione nello studio, asocialità, facendoci commettere errori

sul lavoro per disattenzione.

E ci viene una gran fame. Così siamo costretti a bere un altro caffè con lo zucchero raffinato, o un altro

cappuccino con brioche, perché abbiamo un “calo degli zuccheri”. Andiamo così di nuovo in iperglicemia

e riusciamo a rimanere attivi fino all’ora di pranzo. Chi è fortunato mangia a casa e si gusta un piatto

di pasta o riso raffinati al sugo o al ragù, bistecca, verdure e frutta, pane e vino. Siamo intolleranti al

frumento della pasta e dei pane e, se abbondiamo troppo, anche al pomodoro. Il riso raffinato aumenta

la stitichezza. La carne aumenta l’acidosi metabolica dei latte mattutino, con l’aggiunta dei formaggio

grana sulla pasta. Le verdure se non biologiche sono ricche di pesticidi o altri composti chimici tossici

per il nostro organismo. Stendiamo un velo pietoso sui disgraziati costretti a mangiare fuori casa, tra

tramezzini, panini, pizzette ecc! Alla sera bistecca o formaggio, uova o pesce, (acidosi metabolica), vino,

verdure non biologiche, pane.

E peggio ancora la pizza (con birra o coca cola), poiché è l’insieme di tutti gli alimenti tossici, quali frumento,

lievito chimico, (disbiosi intestinale), mozzarella, pomodoro. Altri ingredienti aggiunti, a seconda

dei gusti individuali, come gli affettati di carne suina, le uova, le patatine fritte, preferite dai ragazzi, i peperoni

o le melanzane, il gorgonzola, i funghi, la fanno diventare una bomba alimentare che rimanendo

nel nostro apparato digerente per 5 giorni aumenta l’acidosi, le infiammazioni all’apparato respiratorio,

le difficoltà digestive come i gonfiori, le eruttazioni e le flatulenze, la disbiosi intestinale, i dolori articolari,

le allergie, la stipsi o la diarrea.

Non ho preso in considerazione tutti gli alimenti conservati, come il tonno o la carne in scatola, i preparati

sott’olio o sott’aceto, gli yogurt, i surgelati, i gelati e i dolci industriali. In questo modo ci stiamo

avvelenando giorno dopo giorno, anzi, più mangiamo alimenti nocivi, per la gratificazione dovuta all’adrenalina

secreta, più li desideriamo.

Mangiando invece verdura e cereali (farro, kamut, segale, avena, miglio, mais, orzo e riso), frutta, frutta

secca, proteine vegetali quali i legumi, il tofu, il seitan di farro o di kamut, il tutto biologico e integrale,

riusciremo a nutrirci in modo corretto depurandoci e acquisiremo le capacità e l’istinto degli animali

nello scegliere gli alimenti salutari o meno per il nostro organismo
IL PESCE: ECATOMBE SILENZIOSA E DIMENTICATA



Nel 1997 la raccolta di pesce ha raggiunto nel mondo la cifra record di 130 milioni di tonnellate, di cui

circa 100 milioni deriva dalla pesca libera che causa uno sterminio indiscriminato di specie acquatiche.

Solo in Italia 11 milioni di quintali all’anno (circa 20 miliardi di pesci) finiscono nelle pentole di cuochi

e massaie. Sono ingenti i danni derivanti dalle reti pelagiche per i tonni e della pesca a strascico che

dècimano anche i delfini. Le più importanti specie di pesce del nostro paese, tonni e merluzzi sono in

pauroso declino a causa dello sfruttamento dissennato delle acque marine.

I nutrizionisti delle televisioni, che fanno gli interessi delle multinazionali del settore, cercano giornalmente

di convincere la gente che è necessario mangiare il pesce almeno 2-3 volte a settimana perché

ricco di Omega 3. Naturalmente si limitano a indicare i presunti benefici e non i danni che il pesce procura.

Infatti, a parte che l’Omega 3 (che si trova principalmente nel pesce grasso) è presente negli alimenti

vegetali, nella frutta secca e nei semi oleaginosi, i pesci sono tra le sostanze più putrescibili esistenti in

natura e gli alimenti sono tanto più dannosi quanto più rapida è la loro putrefazione. Sono ricchi di purine

(sostanze azotate che fanno aumentare i livelli di acidi urici nel sangue) e di metalli pesanti dovuti

all’inquinamento delle acque a causa degli scarichi industriali e fognari. Inoltre i pesci d’allevamento

contengono enormi quantità di additivi chimici, di ormoni e farmaci che servono ad aumentare velocemente

il peso dell’animale, oltre ad evitare dannose epidemie.

Mentre la dannosità della carne degli animali terricoli viene riconosciuta anche dagli stessi allevatori e

macellai, la dannosità del pesce viene celata per motivi puramente commerciali, per ignoranza o malafede

dagli stessi cosiddetti nutrizionisti. Il pesce contiene le stesse tossine delle carni: può causare, oltre

i danni della carne, parassitosi (es. tenia, ascaridi), asma, eczema, prurito, allergie, malattie renali, danni

al sistema nervoso, ecc.

Le immense quantità di mercurio che le industrie scaricano nel mare (circa 10.000 tonnellate all’anno)

passa facilmente dal pesce nell’organismo umano. E’ utile ricordare la strage di Minamota (Giappone)

del 1952 nella quale morirono 77 persone ed altre 360 rimasero invalide per aver mangiato pesce ricco

di mercurio. Nel 1988 nelle acque laziali fu riscontrata, in modo del tutto fortuito, una partita di pesce

al mercurio: si riuscì ad impedire la vendita appena in tempo. Ma quanto pesce pericoloso sfugge ai rari

controlli?

Ma oltre al mercurio deve preoccupare la presenza, nelle cozze, nelle ostriche e nei crostacei, del cadmio

e del piombo, abbondantemente presenti negli scarichi industriali. Il pesce può anche trasmettere

all’uomo la salmonella, larve di tenia e di ascaridi, né la cottura è sufficiente a scongiurare i pericoli in

tal senso. Alcuni molluschi possono trasmettere l’epatite virale ed altre malattie infettive. Inoltre in diversi

pesci sono state riscontrate anche rilevanti quantità di pesticidi. Può tornare utile ricordare che in

passato l’uso eccessivo di pesce in alcune regioni del Terzo Mondo a favorito l’insorgere della lebbra. In

realtà le bancarelle del pescivendolo nascondono più insidie per la salute umana dello stesso bancone

del macellaio.

Il pesce, i molluschi ed i crostacei in genere, sono sostanze ad altissima velocità di putrefazione: il fetore

tipico dei cadaveri in via di decomposizione emanato dal pesce lasciato solo per poche ore fuori dal frigo

ne è la testimonianza più evidente. Questo processo putrefattivo continua all’interno dello stomaco

e poi dell’intestino, di chi ne fa uso, con la logica conseguenza di aumento di acidi tossici.

Sappiamo che nel pesce consumato non c’è solo la parte tossica dovuta alla sostanza in se stessa o agli

inquinanti chimici ingeriti dall’animale: come in tutti gli animali uccisi violentemente dall’uomo e poi

mangiati vi è il terrore, l’angoscia, la paura dell’animale accumulata durante la sua cattura e la sua uccisione:

più e lunga e dolorosa la morte di un animale più è pregna di vibrazioni mortali.

La morte del pesce è tra le più atroci che si possano immaginare, sia che vengano uccisi con la fiocina,
36 37

l’arpione, il coltello o per asfissia nelle reti. La morte del pesce, in qualunque modo avvenga per opera

dell’uomo, è un fatto ingiusto e crudele: le chiazze di sangue delle tonnare o la contorsione dei pesci

in agonia nelle reti non hanno bisogno di commenti. Ma noi preferiamo credere che il pesce non soffra

perché non abbiamo orecchi adatti a percepire il loro grido di dolore.

Che dire degli animali dotati di zampe, che se non sono immobilizzati, quando vengono immersi ancora

vivi nell’acqua bollente, che entra negli occhi ed in ogni cavità dell’animale, oppure arrostite sulla piastra,

che schizzano via come saette?

Altrettanto tremenda e dolorosa è la morte per asfissia del pesce pescato con le reti: le convulsioni

dell’animale che disperatamente cerca di riconquistare il suo ambiente vitale, sono la più palese manifestazione

di dolore. Per non parlare della pesca sportiva: vero e proprio passatempo per gente stupida,

insensibile e crudele.

L’amo che viene estratto dalla bocca del pesce che si contorce dallo spasimo e che lacera anche parte

della testa: è paragonabile ad un arpione conficcato nella bocca di un uomo che viene brutalmente

estratto fracassandogli le mandibole, la fronte ed il cervello per poi somministrargli con un po d’acqua

pochi grammi di ossigeno per prolungare il più possibile la sua vita e quindi la sua agonia.

Ma vi sono anche le mattanze delle tonnare: l’orrore che suscita l’enorme chiazza di sangue che, come

una profanazione della vita, macchia l’azzurro intenso del mare, fa vergognare di appartenere alla razza

umana.

E i pesci uccisi per congelamento? E quelli spasimanti in pochi centimetri di acqua nei mercati perché

la gentile signora, o signore, possa deliziarsi il palato con il corpo di una creatura appena eviscerata da

viva? Non è forse raccapricciante l’idea degli acquari nei ristoranti in cui il cliente sceglie quale pesce

farsi cucinare al momento decidendo vita oppure morte e sofferenza per una splendida creatura? E i

pesci dilaniati da un arpione?

Eppure i pesci non sono patate; gli animali acquatici non sono creature meno sensibili o meno intelligenti

degli animali terricoli. Molti pesci hanno intelligenza pari se non superiore a quella di molti animali

terricoli. I pesci sono dotati di un sistema nervoso e quindi capaci come noi di percepire il dolore.

Il polpo ha un cervello molto sviluppato e l’intelligenza del delfino supera di gran lunga quella del cane

e in moltissime circostanze ha salvato l’uomo da morte sicura, spesso da un attacco da parte di squali.

Il pesce è dotato di percezioni sofisticatissime (altro che radar) oltre che di quegli strumenti naturali

che rendono capace il suo corpo di estrarre dall’acqua l’ossigeno di cui ha bisogno per vivere. Il pesce

ragiona, sente, vede, mangia, dorme, gioca, ha paura e quindi si nasconde. L’agilità e la velocità con cui

si muove un pesce nel suo ambiente naturale ha qualcosa di affascinante e di prodigioso. La perfezione

dei suoi occhi in grado di percepire chiaramente nell’acqua, la complessità delle sue branchie e dei suoi

sensori ricettivi ed elaborativi, la squisita geometria delle sue squame, la gamma pressoché sconfinata

dei suoi colori sgargianti, vengono per sempre annientate con la morte dell’animale quando viene privato

dell’unica sua ricchezza, la vita, per un attimo di “piacere” che possono dare le sue carni martoriate.

Se un qualsiasi essere vivente non fosse in grado di accusare il dolore, se non avesse paura della morte

si autodistruggerebbe e nulla esisterebbe nel Cosmo. Il dolore, infatti, è ciò che accomuna tutti gli esseri

viventi: è come una lancia puntata dietro la schiena di ogni creatura che la sprona ad avanzare sulla

via dell’evoluzione acquisendo esperienza, memorizzando il pericolo e aguzzando l’astuzia in modo da

sfuggire al predatore.

Io invito tutti coloro che mangiano il pesce, tutti coloro che lo pescano, lo catturano, che lo vendono,

che lo cucinano, rispettate questi splendidi abitanti degli oceani: sono creature come noi di forma diversa.

Amate tutte le creature del mare, dalle balene alle meduse, non profanate la loro patria azzurra

e siate grati ai mari perché la nostra stessa vita dipende da essi. Apprezzate la sconfinata multiforme

bellezza degli abitanti marini. Perché interferite nella loro vita? Perché violentate la loro casa? Perché

seminate terrore, dolore e sangue nel mare? Che forse i pesci vengono nelle nostre case a prendere i

nostri figli per mangiarli? Come non restare stupefatti dalla bellezza e dell’eleganza di un pesce? Come

non provare ammirazione e rispetto per la perfezione di questo, come di qualunque altro, meccanismo

biologico risultato di miliardi di evoluzione? Quale armonia fisica, energetica e spirituale viene annientata

con l’uccisione di una creatura del mare? La complessità del meccanismo chimico-biologico di un

pesce riduce a poco più di un barattolo il più sofisticato computer.

Se il pesce fosse necessario alla nostra buona salute come si spiega l’ottima condizione di coloro che

non lo mangiano? Solo questo basta a capire che non vi è alcuna necessità di consumare pesce ma che

ci sono moltissime ragioni per smettere di mangiare ciò che danneggia non solo la nostra salute, il nostro

pianeta ma, soprattutto, la nostra coscienza.
Cosa c’è di sbagliato nell’assumere derivati del latte?

A cura del Physicians Commitee for Responsible Medicine -http://www.pcrm.org/

Molti Americani, alcuni vegetariani inclusi, continuano ad assumere grandi quantità di derivati del latte.

Di seguito elenchiamo otto importanti motivi per eliminare i latticini dalla propria dieta.
1-Osteoporosi

L’assunzione del latte è reclamizzata per la prevenzione dell’osteoporosi, sebbene la ricerca clinica pervenga

a conclusioni differenti. L’Harvard Nurses’ Health Study [1], che ha seguito clinicamente oltre

75.000 donne per dodici anni, ha mostrato che l’aumentato consumo di latte non avrebbe alcun effetto

protettivo sul rischio di fratture. Infatti, l’aumentata introduzione di Calcio attraverso latticini era associato

con un rischio di fratture più elevato. Uno Studio Australiano [2] è pervenuto al medesimo risultato.

Inoltre altri Studi [3, 4] non hanno evidenziato alcun effetto protettivo sull’osso da parte del Calcio

proveniente dai derivati del latte. Per ridurre il rischio di osteoporosi, va ridotta l’assunzione con la dieta

di Sodio e di Proteine animali [5,6], aumentato il consumo di frutta e verdura [8], l’attività fisica [9], e va

assicurato un adeguato introito di Calcio da fonti vegetali, come ad esempio la verdura a foglia verde ed

i fagioli, come pure prodotti addizionati di Calcio tipo i cereali per la colazione ed i succhi.
2-Malattie Cardiovascolari

I latticini -ivi inclusi formaggio, gelati, latte, burro e yogurt- contribuiscono significativamente ad elevare

il contenuto di colesterolo e grassi nella dieta [10]. Le diete ad elevato contenuto di grassi, soprattutto

grassi saturi, possono aumentare il rischio di parecchie malattie croniche, comprese le malattie

cardiovascolari. Una dieta a base di prodotti vegetali, povera di grassi e che elimini i derivati del latte, in

combinazione con attività fisica, abolizione del fumo e controllo dello stress, può non solamente prevenire

le malattie cardiache, ma addirittura renderne reversibile il decorso [11]. I derivati dalla frazione

non grassa del latte possono essere utilizzati, seppure siano responsabili di altri rischi per la salute, come

descritto oltre.
3-Cancro

Alcuni tumori, come ad esempio quello dell’ovaio, sono stati messi in stretta relazione con il consumo

di latticini. Lo zucchero contenuto nel latte, il lattosio, viene scisso nell’organismo ottenendo un altro

zucchero, il galattosio. A sua volta il galattosio viene ulteriormente catabolizzato da enzimi. Secondo

uno Studio del dr. Daniel Cramer e collaboratori a Harvard [12], quando il consumo di latticini eccede

quantitativamente la possibilità enzimatica di catabolizzare il galattosio, questo può accumularsi nel

sangue, e può danneggiare le ovaie femminili. Alcune donne possiederebbero inoltre livelli di questi

enzimi particolarmente bassi, ed il consumo regolare di derivati del latte può triplicare in loro il rischio

di sviluppare cancro ovarico.

I tumori della mammella e della prostata sono pure stati messi in relazione con il consumo di derivati

del latte, correlazione presumibilmente riferibile, almeno in parte, ad aumentati livelli plasmatici di un

composto denominato Insulin-like Growth Factor (IGF-I) [13, 14, 15]. Questo fattore, isolato nel latte

vaccino, è stato ritrovato a livelli plasmatici elevati nei soggetti che consumino regolarmente latticini

[16]. Altri principi nutritivi che aumenterebbero i livelli di IGF-I sono pure presenti nel latte vaccino. Uno

Studio recente mostra come soggetti maschili che presentino elevati livelli di IGF-I avrebbero un rischio

quattro volte maggiore di sviluppare cancro prostatico, quando confrontati con i soggetti nei quali i
38 39

livelli di questo fattore siano bassi [14].
4-Diabete

Il Diabete Insulino-dipendente (tipo I o Diabete Giovanile) è correlato al consumo di latticini. Studi epidemiologici

in diversi Paesi dimostrano la presenza di una forte correlazione tra l’uso di latticini e l’incidenza

di Diabete Insulino-dipendente [17, 18].

Alcuni Ricercatori nel 1992 [18] hanno individuato una proteina specifica del latte che innescherebbe

una reazione autoimmunitaria, che si pensa sia in grado di distruggere le cellule pancreatiche deputate

alla produzione di Insulina.
5-Intolleranza al Lattosio

L’intolleranza al Lattosio è un fenomeno comune in molte popolazioni, e negli USA colpisce circa il 95%

dei soggetti di origine Asiatica, il 74% dei Nativi, il 70% dei soggetti di origine Africana, il 53% dei soggetti

di origine Messicana, mentre colpisce il 15% dei soggetti di razza Caucasica [19]. La sintomatologia,

che include problemi gastrointestinali, diarrea e flatulenza, compare perchè l’organismo di questi

individui non possiede gli enzimi deputati alla digestione dello zucchero presente nel latte, il Lattosio,

appunto. In più oltre ad essere vittime di questi problemi, coloro che bevono latte rischiano di diventare

soggetti a rischio di sviluppare altre malattie croniche ed altri disturbi.
6-Tossicità da Vitamina D

Il consumo di latte non fornisce una fonte valida ed affidabile di Vitamina D nella dieta. Differenti campioni

di latte sono stati trovati contenere quantità molto variabili di Vitamina D, in alcuni campioni era

presente una quantità di Vitamina D cinquecento volte superiore a quella indicata, mentre altri campioni

di latte ne contenevano quantità insufficienti o questa Vitamina era addirittura assente [20, 21]. Un

eccesso di Vitamina D può essere tossico e può essere responsabile di un eccessivo aumento dei livelli

di Calcio in sangue ed urine, di aumentato assorbimento di Alluminio e di depositi di Calcio nei tessuti

molli (calcificazioni ectopiche, NdT).
7-Contaminazione

Ormoni sintetici come ad esempio il ricombinante dell’ormone della crescita bovino (rBGH), sono comunemente

usati nelle mucche da latte per aumentare la produzione di latte [13]. Visto che le mucche

producono quantità di latte in eccesso rispetto a quanto previsto dalla Natura, sono vittime di mastiti od

infiammazioni delle mammelle. Il trattamento di queste patologie richiede l’uso di antibiotici, e tracce

di questi farmaci e di ormoni sono stati rilevati in campioni di latte e di latticini. Altre sostanze che contaminano

frequentemente il latte sono i pesticidi ed altri farmaci.
8-Problemi per la salute dei bambini

Proteine del latte, Zuccheri del latte, grassi e grassi saturi presenti nei latticini possono essere causa di

rischi per la salute nei bambini, portando allo sviluppo di malattie croniche quali obesità, diabete e formazione

di placche arteriosclerotiche, causa in seguito di patologia cardiaca.

L’American Academy of Pediatrics raccomanda che ai bambini al di sotto dell’anno di vita non venga

somministrato latte vaccino intero, poichè la carenza di Ferro è più probabile quando la dieta sia ricca

di latticini. I prodotti del latte sono molto poveri di Ferro. Se dovessero costituire una grossa parte della

dieta, è più probabile si sviluppi una carenza di Ferro [10]. Le coliche addominali sono un ulteriore

problema correlato al consumo di latte. Un bambino su cinque soffre di coliche. I pediatri ne hanno

individuato da tempo la causa nel latte vaccino. Sappiamo ora che quando la madre che allatta al seno

il bimbo consumi latte vaccino, il bambino puo’ andare incontro a coliche addominali. Gli anticorpi della

mucca possono passare, attraverso il circolo ematico materno, nel latte materno stesso e da qui al bimbo

[22]. Inoltre le allergie alimentari appaiono essere comunemente causate dal consumo di latte, soprattutto

nei bambini. Uno Studio recente [23] mette anche in correlazione il consumo di latte vaccino

con la stipsi cronica del bambino. I ricercatori suggeriscono che il consumo di latte provochi ragadi od

altre lesioni perianali e severo dolore alla defecazione, provocando così stipsi.

Il latte ed i suoi derivati non sono necessari nella dieta e possono, in effetti, essere dannosi per la salute.

Consumate una sana dieta a base di granaglie, frutta, verdura, legumi, cibi fortificati quali i cereali ed i

succhi.

Questi cibi, carichi di principi nutritivi, possono aiutarvi a soddisfare le esigenze individuali di Calcio,

Potassio, Riboflavina e Vitamina D con facilità e senza rischi per la salute.

Fondata nel 1985, PCRM è un’organizzazione senza scopo di lucro, sostenuta da 5.000 medici e da

100.000 iscritti.

PCRM 5100 Wisconsin Ave., Suite 404

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Phone: 202-686-2210, Fax: 202-686-2216, E-mail: pcrm@pcrm.org.
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19. Bertron P, Barnard ND, Mills M Racial bias in federal nutrition policy, Part I: The public health implications of variations in

lactase persistence, J Natl Med Assoc 1999 Mar;91(3):151-7.

20. Jacobus CH, Holick MF, Shao Q, Chen TC, Holm IA, Kolodny JM, Fuleihan GE, Seely EW Hypervitaminosis D associated with

drinking milk, N Engl J Med 1992 Apr 30;326(18):1173-7.

21. Holick MF Vitamin D and bone health, J Nutr 1996 Apr;126(4 Suppl):1159S-64S.

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23. Iacono G, Cavataio F, Montalto G, Florena A, Tumminello M, Soresi M, Notarbartolo A, Carroccio A Intolerance of cow’s milk

and chronic constipation in children, N Engl J Med 1998 Oct 15;339(16):1100-4.

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Consumo di latticini e rischio di Malattia di Parkinson

Chen H, O’Reilly E, McCullough ML, Rodriguez C, Schwarzschild MA, Calle EE, Thun MJ, Ascherio A.

Epidemiology Branch, National Institute of Environmental Health Sciences, Research Triangle Park, NC, USA.

Originale:

Chen H, O’Reilly E, McCullough ML, Rodriguez C, Schwarzschild MA, Calle EE, Thun MJ, Ascherio A. Consumption

of dairy products and risk of Parkinson’s disease., Am J Epidemiol. 2007 May 1;165(9):998-1006

Gli autori hanno condotto uno studio prospettico sull’associazione tra il consumo di latticini e il rischio

di Malattia di Parkinson tra 57.689 uomini e 73.175 donne dello studio sulla prevenzione del cancro

della Società Americana del Cancro. 250 uomini e 138 donne nel corso del follow-up (dal 1992 al 2001)

hanno sviluppato il Malattia di Parkinson.

Il consumo di latticini è risultato associato positivamente con il rischio di Malattia di Parkinson: rispetto

al quintile inferiore, i rispettivi rischi relativi per i quintili da 2 a 5 erano: 1,4, 1,4, 1,4, e 1,6 (intervallo

di confidenza al 95%: 1,1 - 2,2; p per trend = 0,05). Tra i consumatori di latticini, sia uomini che donne,

è stato trovato è un rischio maggiore, benchè l’associazione nelle donne apparisse non lineare. Una

meta-analisi di tutti gli studi prospettici ha confermato un rischio medio-alto di sviluppare il morbo di

Parkinson per coloro che fanno un consumo elevato di latticini.

Tra i soggetti facenti un consumo molto elevato di latticini il rischio relativo era di 1,8 (IC 95%: 1,4 - 2,4)

per i soli uomini, 1,6 (IC 95%: 1,3 - 2,0) per le sole donne e di 1,6 (IC 95%: 0,8 - 2,1) per entrambi i sessi.

Questi dati suggeriscono che il consumo di latticini possa aumentare il rischio di Malattia di Parkinson,

soprattutto negli uomini. Ulteriori ricerche sono necessarie per confermare questi dati e comprenderne

i meccanismi all’origine.

Commento a cura della Redazione di SSNV

Per questo ampio studio dell’Università di Harvard, oltre 130 mila soggetti sono stati seguiti per 9 anni.

In questo periodo è stato registrato il loro consumo di latticini ed, a 388 di loro, è stato diagnosticato

il Malattia di Parkinson. Lo studio aveva il fine di analizzare la possibile associazione tra il consumo di

latticini e la malattia. I risultati mostrano che un maggiore consumo di latticini aumenta il rischio di Malattia

di Parkinson in modo proporzionale con le quantità consumate. Il rischio derivante da tali prodotti

è risultato maggiore negli uomini che nelle donne. Nel caso peggiore, ovvero di un uomo che faccia un

consumo molto elevato di latticini, il rischio di contrarre la malattia è 1,8 volte superiore rispetto a un

uomo che ne faccia un consumo minimo.

Questo studio conferma i risultati di altre ricerche sull’argomento che sono giunti a conclusioni analoghe;

tuttavia il meccanismo fisiopatologico di questa associazione non è noto.

PMID: 17272289 [PubMed - indexed for MEDLINE]
IL POLLO



Al mercato o al supermarket è possibile comprare un pollo arrosto a pochi euro. Quindi già lavorato e

cucinato e con un ricarico anche da parte del commerciante. Il pollo in sé ha in pratica giusto il valore

di qualche monetina. Come viene da chiederselo rispetto a prodotti provenienti da paesi asiatici con

prezzi incredibilmente bassi, che ormai sappiamo ottenuti con sfruttamento di manodopera a basso

costo, lo stesso dovremmo fare quando vediamo della carne venduta a simili prezzi: come è possibile?

La risposta sta nei sistemi di allevamento intensivo. Abbiamo deciso di mostrarli con una video-indagine

girata all’interno di capannoni di fornitori dei principali produttori italiani, diffusa anche in prima

serata al Tg1 di mercoledì 4 ottobre. L’indagine in questione ha creato un certo scalpore, soprattutto per

alcune immagini in cui, con telecamere nascoste, sono stati ripresi operatori che maltrattano animali, li

prendono a calci e li caricano con violenza nelle gabbie per il trasporto verso il macello.

UnaItalia, associazione di riferimento del settore avicolo italiano, ha risposto dicendo che le immagini

“non sono assolutamente rappresentative di quanto accade negli allevamenti avicoli italiani” e che “non

è corretto far vedere dei casi isolati per far intendere che rappresentino le condizioni di vita della maggioranza

dei polli che finiscono ogni anno sulle tavole degli italiani”.

Ma la violenza che subiscono questi animali non è solo quella dei calci, che potrebbero forse anche essere

dei casi isolati, ma non per questo meno gravi. La violenza e il maltrattamento sono insiti nel modo

stesso in cui i polli vengono allevati, fin dal primo giorno di vita. Ed è quanto ci preme diventi oggetto

centrale del dibattito.

Perché al contrario di quanto dice Unaitalia la nostra indagine mostra proprio delle problematiche diffuse

negli allevamenti intensivi. Tra questi l’altissima densità in cui sono costretti i polli, la selezione genetica

che li ha spinti a ingrassare a velocità spaventosa, l’alta mortalità nei capannoni, l’utilizzo diffuso

di antibiotici a scopo preventivo.

In Italia nel 2016 sono stati macellati 525 milioni di polli (fonte Istat). Un numero impressionante, pari a

1000 polli al minuto. Il 99,5% di questi provengono da allevamenti intensivi (fonte Sinab), del tutto simili

a quelli raffigurati nel nostro video.

Ma ancor più impressionante è pensare a quanto spazio occuperebbero questi animali se dessimo loro

anche solo un metro quadrato per vivere, più o meno la superficie di un tavolino, non certo una situazione

di gran lusso: calcolando gli attuali cicli di crescita nell’arco di un anno i polli occuperebbero circa

un sessantesimo dell’intera superficie italiana.

Per questo motivo agli attuali ritmi di consumo un reale benessere degli animali non può minimamente

essere preso in considerazione e ai polli non viene concesso il lusso di un metro in cui vivere. Anzi, secondo

le normative in quello spazio di polli ce ne possono stare fino a 20. E le conseguenze dal punto di

vista fisico ed etologico sono molto gravi.

Secondo la ricercatrice Isabelle Estevez, autrice di una lunga ricerca sugli effetti della densità di popolamento,

i problemi più gravi insorgono dai 14-16 polli per metro quadrato in su. Problemi che non sono

solo comportamentali o difficoltà nell’arrivare a cibarsi e abbeverarsi, ma anche per la salute delle zampe,

piagate dal pavimento intriso dell’ammoniaca dovuta all’urina degli animali.

E non sono solo i metodi e gli spazi ad essere cambiati, ma anche gli animali stessi: i polli di adesso sono

completamente diversi da quelli che mangiavano i nostri nonni. Le razze selezionate per la crescita rapida

arrivano in poco più di un mese a 2,5 chili di peso, mentre negli anni 50 per arrivare a un massimo di

1,5 chili ci mettevano più di due mesi. In pratica si è quadruplicata la velocità produttiva. Immaginatevi

un bambino di pochi anni con il corpo e il peso di un adulto obeso e capirete com’è la vita di un pollo

d’allevamento.

Questa condizione li porta a passare gran parte del tempo in stato di immobilità e crea problemi di deambulazione,

dolori articolari, ascite, deformazioni ossee, tendiniti.

Tutto questo tralasciando la fine che fanno poi al macello.

Ecco che si scopre perché la carne di pollo costa poco: il prezzo più alto lo pagano gli animali.

Scegli tu!
COME MAI GLI UMANI MANGIANO I CADAVERI ?



Diventare vegani è un obbligo, per noi occidentali

Amiamo gli animali e crediamo che abbiano il nostro stesso diritto di stare al mondo. Spesso si dice che

essere “vegan” è una moda degli ultimi anni? La questione animale non coincide col veganismo ma è

nata con la stessa filosofia. Già Aristotele, Platone, Pitagora, Plutarco parlano della relazione tra uomo e

animali. Ma anche Cartesio o Heiddeger la affrontano. Possiamo dire che la questione animale è intrinsecamente

legata alla cultura umana. In una delle prime opere d’arte di cui abbiamo testimonianza, le

pitture nella Grotta di Chauvet, in Francia, troviamo raffigurati bisonti, mammut, rinoceronti, leoni, orsi,

cervi. E così via.

Il veganismo, invece, è un progetto culturale nato recentemente e strettamente legato al problema che

lo ha generato: lo specismo, nato con l’industrializzazione della produzione del cibo. Sintetizzando, possiamo

dire che nel dibattito sulla “questione animale” è diventato più stringente il tema del “mangiare o
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meno gli animali”. Nella nostra società, la scelta “vegan” è la migliore. Noi occidentali, se vogliamo vivere

una vita giusta, abbiamo l’obbligo di diventare vegani. Non abbiamo altra scelta. L’uomo è un consumatore

di suolo e la scelta “vegan” a livello alimentare – ad esempio – è la soluzione più veloce per ridurre

il nostro impatto ambientale.

Come ci si spiega un clima abbastanza diffuso di “diffidenza” verso chi ha scelto uno stile di vita non

violento verso gli altri animali? L’animalismo è fatto anche di prese di posizioni radicali perché è nato

in ambienti radicali negli anni ’70. Per questo spesso fa fatica ad accettare cambiamenti positivi, ad

esempio nella situazione degli animali negli allevamenti o nelle tendenze di consumo. È abolizionista e

non riduzionista. Inoltre dobbiamo tenere conto che gran parte del nostro sistema economico si regge

sullo sfruttamento animale, e una critica a questo sistema è problematica. Bisogna poi sottolineare che

quando il sistema in cui si vive giustifica un tipo di violenza (in questo caso contro gli animali) è difficile

cambiare prospettiva. Per questo riteniamo che oggi essere animalisti sia una scelta di infelicità. Perché

è impossibile “integrarsi”, mescolarsi con altre culture e perché ogni giorno è fonte di sofferenza

nel sapere e vedere cosa accade agli animali. Per questo. Noi di ALAA lottiamo per cambiare questa

situazione! Diversamente la nostra attività non avrebbe senso se. L’animalismo è un esercizio di realtà,

oltre che di amore. Gli animali sono una fonte meravigliosa di scoperta del mondo, e nutrirsi di loro è

semplicemente una follia.
La vivisezione non serve: parola di vivisettori

Il bravo consumatore quando fa la spesa, controlla attentamente le etichette sulle quali sono indicati i

componenti e le caratteristiche del prodotto che sta per acquistare. Il bravo medico dovrebbe fare altrettanto

con i farmaci che prescrive.

Qualche giorno fa è arrivato nel mio studio l’informatore scientifico di una nota industria farmaceutica

per presentarmi un nuovo antiepilettico (oxcarbamazepina), recentemente commercializzato. Come

sempre succede, alla fine, mi ha lasciato la cosiddetta scheda tecnica, ossia la documentazione dettagliata

di tutte le caratteristiche del farmaco. Appena ho avuto un momento di tempo libero mi sono messo

a leggere la scheda tecnica e ho trovato diverse affermazione tanto interessanti quanto sconcertanti.

Inizialmente sono andato a vedere i dati riguardanti la tossicologia e come al solito ho trovato i risultati

ottenuti con l’LD50. E’ utile ricordare che questo test risale al 1927 e consiste nel somministrare ad alcuni

animali una certa dose della sostanza in fase di sperimentazione, fino a trovare la dose in grado di

uccidere il 50% degli animali trattati. I risultati riguardanti questa nuova molecola sono i soliti: “La tossicologia

acuta dell’oxcarbamazepina e dell’MHD [1] nell’animale da laboratorio è stata dimostrata essere

bassa. Dopo una singola dose orale dei due componenti, la LD50 variava tra 1240 mg/kg e più di 6000

mg/kg in funzione della specie studiata: topo, ratto, hamster cinese”.

Vale sempre la pena di osservare che tra il valore più basso e quello più alto vi è una differenza di sei

volte e che le specie impiegate sono tutte e tre roditori e quindi, teoricamente, dovrebbero comportarsi

in maniera abbastanza simile. Tutto ciò dimostra che non sono paragonabili, da un punto di vista biologico,

nemmeno specie tra loro affini.

Proseguendo nella lettura della scheda tecnica si legge: “Non sono stati inoltre ritrovati effetti teratogeni

nel topo e nel coniglio. In uno dei due studi condotti nel ratto, oxcarbamazepina, a dosaggi giornalieri

pari a 300 mg/kg e 1000 mg/kg, ha causato effetti teratogeni correlati alla dose”.

Anche in questo caso si conferma la teoria, ormai ampiamente dimostrata, che cambiando la specie

animale cambiano anche i risultati. Così oxcarbamazepina risulta teratogena in una specie, ratto, ma

non nelle altre due, coniglio e topo. Importante sottolineare un altro aspetto: solo in una ricerca su due

nei ratti il farmaco si è dimostrato teratogeno. Ciò dimostra che non solo cambiando la specie, variano i

risultati, ma basta semplicemente cambiare il ceppo per ottenere effetti significativamente diversi.

Le affermazioni più interessanti però devono ancora venire. Nel paragrafo riguardante la gravidanza e

l’allattamento si legge:

“Uno studio tossicologico condotto nel topo da Bennet e al. (1996) ha messo in evidenza che la somministrazione

per via orale di oxcarbamazepina alla dose di 1100 mg/kg (dose massima tollerata) dal 6°

al 18° giorno di gestazione ha indotto un’incidenza di malformazioni dell’8% contro il 5% osservato nel

gruppo dei controlli. Tale differenza non ha raggiunto la significatività statistica, (p > 0.05) ma, pur tenendo

conto delle differenze nel trasporli alla gravidanza umana, questi dati suggeriscono di utilizzare

il farmaco in gravidanza soltanto se strettamente necessario”.

Successivamente compaiono le solite due affermazioni, ormai comuni a tutte le schede tecniche dei

nuovi farmaci:

“Non vi sono dati per stabilire la sicurezza di Tolep(2) nella gravidanza umana ? Analogamente, non ci

sono dati per stabilire la sicurezza di Tolep durante l’allattamento. Non si può escludere la possibilità di

effetti collaterali nel bambino”.

Ma allora cosa hanno sperimentato sugli animali, se poi ammettono per iscritto che i dati che hanno

ottenuto non sono trasportabili al genere umano? In questo caso la storia ci viene in aiuto. Tutte le volte

che una industria è stata portata in tribunale per risarcire i danni provocati da un suo farmaco, i dirigenti

si sono sempre difesi affermando che sugli animali quegli effetti collaterali non si erano verificati, ma, si

sa che gli esseri umani non si comportano come gli animali. Ecco quindi che nel caso dell’oxcarbamazepina

l’industria farmaceutica mette già le mani avanti e scarica subito ogni responsabilità se si dovessero

verificare effetti collaterali non attesi con la sperimentazione animale. Inoltre affermare che non esistono

dati sulla sicurezza nella gravidanza equivale ad affermare che le ricerche sugli animali non servono

a nulla, come dicono sempre gli antivivisezionisti.

Da osservare infine il tentativo dialettico di giustificare l’aumento delle malformazioni congenite nei

topi, affermando che non è statisticamente significativo, essendo passato dal 5% al 8%. Se questo dato,

per caso, dovesse essere confermato anche negli esseri umani, cosa potremmo dire a quel 3 % di madri

che avranno un figlio malformato a causa del farmaco che hanno assunto: “Signora, ci spiace, ma è caduta

proprio in quel 3% non significativo di malformazioni.

Il massimo dell’ipocrisia si raggiunge però quando vengono presentati i dati preliminari di sicurezza.

“Sia i ratti che i topi mostrano un lieve aumento dell’incidenza di tumori epatici dose-dipendenti dopo

2 anni di trattamento con oxcarbamazepina ? D’altro canto, l’aumento dei tumori epatici visti con oxcarbamazepina

sembrerebbe essere speciespecifico nel roditore e non collegato all’uomo. Inoltre, il metabolismo

dell’oxcarbamazepina è molto diverso negli animali da esperimento rispetto all’uomo, in quanto

la riduzione al metabolita MHD rappresenta solo una minore via di metabolizzazione”.

Prima osservazione. Cosa vuol dire “sembrerebbe essere specie-specifico”? Perché l’uso del condizionale?

Dopo una sperimentazione che poggia su basi scientifiche si può dire “è specie-specifico” oppure

“non è specie-specifico”. Se però uso il condizionale vuole dire che dalla sperimentazione non ho ricavato

dati attendibili.

Se poi ipotizzo un diverso comportamento tra gli animali e gli esseri umani, vuole dire che dopo gli

animali ho sperimentato anche sugli esseri umani e mi sono accorto che questi reagiscono in maniera

differente. Ma allora torniamo alla domanda iniziale: “perché sperimento sugli animali se poi devo ripetere

le stesse ricerche sugli esseri umani per essere sicuro dei risultati”? Infine l’ultima affermazione è

veramente scandalosa. Quando negli animali non si verificano effetti collaterali, i vivisettori affermano

che si può stare sicuri. Quando i farmaci nelle ricerche sugli animali manifestano effetti collaterali seri, i

vivisettori dicono che non bisogna preoccuparsi perché il metabolismo degli animali è differente rispetto

a quello degli esseri umani. Ma allora cosa serve la vivisezione, se in ogni caso, anche quando si sono

dimostrate rischiose negli animali, le sostanze in fase sperimentale vengono comunque somministrate

anche agli esseri umani?

Sono da tempo convinto che la vivisezione sia utile solo a chi la pratica. Esiste però un aspetto che proprio

non riesco a sopportare: l’ipocrisia. E le affermazioni scritte sulla scheda tecnica dell’oxcarbamazepina

sono scandalosamente ipocrite.
Note

1)Monoidrossiderivato. E’ il metabolica dell’oxcarbamazepina.

2)Nome commerciale dell’oxcarbamaxepina
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Estate bollente per il mondo della ricerca biomedica italiana. Dopo le accese polemiche scatenate

dall’approvazione alla Camera, lo scorso 31 luglio, della delega al Governo che recepisce, inasprendola,

la Direttiva europea “Sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici”, un’altra iniziativa rischia

di alimentare ancor di più il dibattito. Una petizione popolare, battezzata “Stopvivisection”, che proprio

in questi giorni ha superato il traguardo delle 500mila firme, chiede alla Commissione europea l’abrogazione

della Direttiva appena licenziata dagli Stati membri e la presentazione di una nuova “proposta

finalizzata al definitivo superamento della sperimentazione animale”. Promossa lo scorso anno da un

gruppo di studiosi, associazioni di animalisti e parlamentari europei, l’iniziativa popolare ha l’obiettivo

di raggiungere entro l’1 novembre il milione di firme, traguardo a partire dal quale la Commissione europea

è obbligata ad analizzare le richieste dei cittadini entro tre mesi dal deposito delle firme.

La Lav: “La sperimentazione animale è un clamoroso errore metodologico”. Le associazioni animaliste

come la Lav si mostrano soddisfatte che il tema della sperimentazione animale sia sempre più al centro

del dibattito pubblico, ma considerano le nuove norme solo un primo passo. E rilanciano, schierandosi

a favore della petizione europea: “Dopo un’iniziale perplessità sui tempi scelti, sosteniamo attivamente

con la raccolta firme l’iniziativa “Stopvivisection” – afferma il presidente della Lav Gianluca Felicett -. È

una delle strade positive da praticare contro la vivisezione. Un termine, questo, usato come sinonimo

di sperimentazione sugli animali anche da autorevoli dizionari scientifici e che crea paura perché evoca

purtroppo la realtà. Fino ad oggi, secondo i dati ufficiali sottostimati, un esperimento su quattro è stato

condotto senza anestesia”. Quanto al testo approvato dal Parlamento, la Lav lo considera ancora carente:

“Il testo rappresenta certamente la base per una legge realmente migliorativa per i quasi 900mila

animali utilizzati ogni anno in Italia. Un punto di partenza per altri cambiamenti. Ma – precisa Felicetti

– non è equilibrato, in quanto non prevede ancora l’abolizione dell’uso degli animali. La sperimentazione

animale è, infatti, un clamoroso errore metodologico, con tutti i rischi quindi di essere inaffidabile e

fuorviante sul piano scientifico: nessuna specie vivente può essere considerata un modello umano semplificato

a causa delle enormi differenze genetiche, anatomiche, biologiche, metaboliche, psichiche ed

etologiche che le contraddistinguono. E così ciò che risulta innocuo negli animali può essere tossico per

l’uomo. Gli animali da laboratorio, spesso frutto di manipolazioni genetiche, – sottolinea il presidente

della Lav – talvolta differiscono perfino dai loro simili in libertà. Anche le malattie indotte sugli animali a

fini sperimentali sono diverse dalle patologie che si manifestano naturalmente”.

Il mondo della ricerca è in allarme: “Mistificazioni e inganni sulla reale situazione dei laboratori”. Il mondo

della ricerca è in allarme. Gli scienziati, che non ci stanno a essere descritti alla stessa stregua di assassini

o torturatori, giudicano il nuovo testo approvato dal Parlamento un ennesimo colpo alla ricerca italiana,

già fortemente penalizzata dagli esigui finanziamenti e dal fenomeno della fuga dei cervelli. “È bene

chiarire alcuni termini per non cadere in trappole linguistiche e culturali – commenta Carlo Alberto Redi,

accademico dei Lincei e professore di Zoologia e Biologia dello sviluppo presso l’Università di Pavia -. Va

subito precisato, per non falsare un necessario e utile confronto di posizioni, che purtroppo molti degli

attivisti contrari all’impiego degli animali nella ricerca biomedica usano il termine vivisezione in modo

del tutto inappropriato. La vivisezione è una pratica criminale, vietata da molti decenni dalla legge e che

oggigiorno ha, per fortuna, solamente un significato storico. È un termine carico di emotività che viene

associato ad immagini terribili (di cui spesso non è nota la provenienza), che impressionano il grande

pubblico e non aiutano a sviluppare un utile dibattito tra i cittadini, mistificando e ingannando sulla

situazione che in realtà è presente nei laboratori di ricerca. A riguardo, va ribadito che gran parte delle

conoscenze scientifiche in base alle quali un medico può svolgere la sua attività a salvaguardia della

salute dei cittadini deriva proprio dalla sperimentazione animale”.

Garattini, Airc, Telethon, Accademia dei Lincei contro decisione della Camera. Una delle prime voci a

levarsi contro la nuova legge italiana è quella di Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche

Mario Negri, che ha immediatamente criticato la decisione della Camera, attirandosi le ire di

alcuni gruppi animalisti, che hanno contestato allo studioso la partecipazione al Festival della mente

di Sarzana, sebbene la sua conferenza vertesse su altri temi. L’intervento del farmacologo, di fronte a

una platea di 800 persone, alla fine si è svolto secondo programma. Lo studioso ha parlato per un’ora

e risposto per un’altra ora alle domande del pubblico, interrotto solo per alcuni minuti da tre attiviste

che, eludendo il cordone di sicurezza, sono riuscite a entrare nella sala conferenze e a gridare slogan

di scherno all’indirizzo del relatore per le sue posizioni sulla sperimentazione animale. All’esterno, intanto,

altri attivisti hanno esposto cartelli e striscioni. Tra loro alcuni esponenti locali de Movimento 5

Stelle, che hanno alla fine invitato Garattini a un dibattito pubblico sul tema. Alle critiche di Garattini si

aggiungono quelle di migliaia di studiosi dell’Airc, di Telethon, dell’Accademia dei Lincei, o del Gruppo

2003 che raccoglie i ricercatori italiani con all’attivo il maggior numero di citazioni sulle riviste scientifiche,

che hanno firmato un appello rivolto al Governo – cui è indirizzata la delega del Parlamento e cui

spetta adesso predisporre un regolamento di attuazione – affinché tuteli la ricerca italiana. Minacciano,

altrimenti, di avviare una procedura d’infrazione di fronte all’Ue. Secondo gli studiosi, infatti, “sul piano

tecnico il testo intacca uno dei pilastri fondativi dell’Unione, l’armonizzazione delle regole nei diversi

Stati. E su quello scientifico, potrebbe mettere la ricerca italiana fuori dall’Europa”. I ricercatori lamentano,

inoltre, “la totale assenza di consultazione della comunità scientifica da parte del Legislatore”. Il

presidente della Lav respinge al mittente queste critiche, bollate come “difesa di posti di potere da parte

di alcuni scienziati atterriti dal cambiamento in atto da tempo in altri Paesi”.

Ma cosa prevede il testo di Bruxelles e perché gli scienziati ne difendono lo spirito? “La Direttiva europea

è stata studiata a lungo, discussa in molte sedi istituzionali, compresa l’Italia – ragiona Redi – e il testo

finale è un corretto compromesso tra la necessità della sperimentazione animale e il rispetto per gli animali”.

Il provvedimento, nello specifico, vieta che le procedure sulle cavie siano svolte senza anestesia,

nel caso in cui il dolore superi quello di un’iniezione. Fissa gli standard per l’allevamento e chiede che i

ricercatori ottengano l’ok di un’autorità competente prima di effettuare i test. Ma, al contempo, ammonisce

i Paesi dell’Unione a non introdurre norme più restrittiveProprio su quest’ultimo punto si concentrano

le critiche degli scienziati, secondo i quali questo aspetto sarebbe stato disatteso. “Come ricercatori

siamo preoccupati del modo in cui l’Italia ha recepito la Direttiva comunitaria sulla sperimentazione

animale – si legge nell’appello promosso dal Gruppo 2003 – tradendone di fatto lo spirito e vietandola

in ambiti importanti della ricerca di base e della biomedicina, pur con i giusti richiami al benessere animale

e ai conseguenti controlli. Occorre fermare questo stravolgimento. La Direttiva Ue – sottolineano

gli studiosi – non vieta, infatti, l’utilizzazione degli animali ma indica i principi da rispettare nel loro uso

e nell’allevamento a fini sperimentali. Se applicati, i divieti contenuti nel testo licenziato dalla Camera

produrranno inevitabilmente il blocco dei finanziamenti, sia futuri che quelli già attribuiti alla ricerca di

base, e di fatto l’impossibilità di praticarla”.

Contraria, invece, a un “recepimento-fotocopia” della Direttiva la Lav: “La miglior riprova che il testo salva

animali licenziato dalla Camera è importante è data proprio dall’opposizione che ha ricevuto. Come

immediata conseguenza – precisa Felicetti – sarà chiuso per sempre l’allevamento Green Hill e non vedremo

mai più il nostro Paese complice nell’ospitare questo tipo di lager”.

Ma quali sono nello specifico i divieti introdotti dal Parlamento? Il nuovo testo italiano prevede che

prima di ogni iniezione (come i prelievi di sangue) alle cavie sia somministrato un sedativo per bocca

(eccetto per i test su anestetici e analgesici). Vieta l’allevamento e l’uso di cani, gatti e primati. Sancisce

il divieto di utilizzare gli animali “per gli esperimenti bellici, per gli xenotrapianti e per le ricerche su

sostanze d’abuso, negli ambiti sperimentali e di esercitazioni didattiche, ad eccezione dell’alta formazione

dei medici e dei veterinari”. Questo punto, in particolare, allarma molto gli studiosi. Con il termine

xenotrapianti, infatti, secondo gli esperti non s’intende solo la sostituzione di organi interi da una specie

all’altra, ma anche il trapianto di un piccolo numero di cellule dei tumori dell’uomo nei roditori, uno dei

metodi più adoperati per testare nuove terapie oncologiche personalizzate. “Si tratta di ulteriori appesantimenti

e restrizioni al testo originario, che pongono ancora una volta limiti non razionali alla ricerca

scientifica italiana – spiega Redi -. È opportuno ricordare che la sperimentazione animale è già condotta

nel rispetto di rigide regole: ogni programma di ricerca deve, infatti, essere approvato dal veterinario

incaricato dal ministero della Salute e gli stabulari sono controllati da ispettori delle Aziende sanitarie

locali, al fine di assicurare l’assenza di pratiche dolorose per gli animali. Occorre controbattere – incalza

lo scienziato dei Lincei – alla diffusione di informazioni parziali e distorte, fare conoscere la realtà e impedire

interpretazioni non corrette delle norme sulla sperimentazione animale”.
La Lav: “Esistono metodi alternativi”, Redi: “Sperimentazione animale indispensabile”.Il Governo ha an46



47

che accolto un ordine del giorno che lo impegna, indicando dove attingere le risorse, a “sviluppare approcci

alternativi idonei a fornire lo stesso livello o un livello superiore di informazioni rispetto a quello

ottenuto nelle procedure che usano animali”. Un punto carente, secondo la Lav, in quanto “interpretabile

nella sua traduzione in legge – critica Felicetti -. Esistono centinaia di metodi alternativi alla sperimentazione

animale: i modelli informatici, le analisi chimiche, le indagini statistiche (come l’epidemiologia

e la metanalisi), gli organi bioartificiali, i microchip al Dna e i microcircuiti con cellule umane. Nei crash

test di automobili o nei test di gravidanza, ad esempio, oggi non si utilizzano più animali. È indispensabile

– sottolinea il presidente della Lav – promuovere maggiori investimenti nella ricerca senza uso di

animali e istituire un registro ufficiale aggiornato di questi metodi. Altrettanto importante è favorire la

cultura della prevenzione: uno stile di vita sano, una corretta alimentazione, anche questa senza fare uso

di animali, può essere un valido aiuto. Nessun compromesso – chiosa Felicetti – sarà possibile, finché

l’uso degli animali non sarà abolito”. I pareri restano molto distanti. “I ricercatori sarebbero senz’altro

pronti a rinunciare alla sperimentazione animale, se questa non fosse indispensabile – spiega Redi -. Ma

la notevole espansione delle ricerche biomediche a livello cellulare e molecolare verificatasi negli ultimi

decenni non ha, purtroppo, eliminato la necessità della sperimentazione animale”.

Per i più attenti ma non per tutti è scontato che l’umano è il più grande assassino e crudele essere che

abita questo pianeta. Noi come associazione ci premuriamo e ci preoccupiamo di alimentare, soccorrere

e curare, nel nostro caso i gatti. Ma potrebbe trattarsi di qualunque altro animale. In quanto Volontari

dovremmo avere la consapevolezza della situazione, abientale e animale, perchè l’uno è legato all’altro,

In quanto consapevoli “sentiamo il grido di dolore di un animale” che può essere un cane, una mucca

un cavallo, avendo empatia con la specie animale ne proviamo compassione e ne percepiamo il suo

dolore, quando soffre e viene scannato, la compassione appunto, a cosa serve salvare al momento un

animale se appena gira l’angolo c’è qualcuno che gli da un calcio, una legnata o lo investe; oppure se lo

mangia. Ed è qui il discorso che se si vogliono veramente difendere gli animali, bisogna difendere l’ambiente

e per difendere l’ambiente, gli animali e l’uomo suo malgrado bisogna difendere ed equilibrare

il fattore alimentare, educare la gente a nutrirsi in modo sano e coscienzioso; cosa per nulla semplice,

in quanto dietro tutto queste situazioni ci sono dei forti interesse di miliardi, cifre che fanno girare la

testa, l’agroalimentare che è l’argomento che si sta cercando di illustrare, dai commercianti, contadini,

finanza, multinazionali, mafia e anche settori della scienza, tutti interessati per quanto concerne l’agroalimentare.

E’ ovvio che tutta questa gente che al posto del cuore ha il portafoglio, gente avida di denaro,

non può certo avere compassione e empatia per la vita degli altri esseri vivente, neanche per se stessi e

i loro figli. Dal momento che ogni cosa viene sofisticata e avvelenata: aria, acqua, terra, animali, vegetali

e persone. Volendo parlare solo dell’Italia la situazione attuale ufficiale è la seguente, in realtà è molto

peggio.“Dalla carne alla frutta, dai ristoranti ai supermercati, il volume d’affari delle agromafie è salito a

21,8 miliardi di euro con un balzo del 30% nel 2017 con attività che riguardano l’intera filiera del cibo,

della sua produzione, trasporto, distribuzione e vendita”. Lo afferma la Coldiretti, in riferimento all’operazione

congiunta condotta da carabinieri e guardia di Finanza nel palermitano per attività illecite dirette

anche a piazzare la carne di una ditta amica nei supermercati a un prezzo più caro. “Le mafie – spiega la

Coldiretti – condizionano il mercato agroalimentare stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti

e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati, l’esportazione del nostro vero o falso

Made in Italy, la creazione all’estero di centrali di produzione dell’Italian sounding e lo sviluppo ex novo

di reti di smercio al minuto”. In questo modo “la malavita si appropria – conclude la Coldiretti – di vasti

comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero

mercato legale ( il libero mercato sarebbe in stramaggioanza quello delle multinazionali ove c’è la finanza

che sono i peggiori mafiosi del mondo in quanto agiscono su di un piano globale, sottraendo terre

e cacciando via i suoi abitanti, causando anche l’emigrazione) e soffocando l’imprenditoria onesta, ma

anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto

di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy”.

Lo rileva il rapporto dell’Osservatorio sulla Cooperazione agricola italiana: un quarto dell’ortofrutta e

della carne made in Italy deriva da imprese mutualistiche. Ecco costoro chiamano carne coloro che noi

riteniamo esseri viventi.

Ed ancora “Agroalimentare, sfiora 35 mld il business delle cooperative “

Con un fatturato di quasi 35 miliardi di euro, pari al 23% del giro d’affari dell’alimentare italiano, il mondo

cooperativo rappresentato da 4.703 imprese e oltre 91 mila addetti genera un quarto dei ricavi complessivi

del settore, ottenuti attraverso la lavorazione e trasformazione di una quota pari al 32% della

materia prima agricola italiana, per un valore di 16,1 miliardi di euro.

Di seguito alcune informazioni di come i “padroni del mondo” hanno rovinato non solo la vita del pianeta

ma anche la nostra stessa esistenza e qui tutti a lucrare, dall’agroalimentare, case farmaceutiche,

finanza e banche e politici corrotti.
L’INGANNO DEL COLESTEROLO “BUONO” E “CATTIVO”

Scopri dalle tue analisi del sangue che il livello del colesterolo è a 300 . Ti viene il panico mentre ascolti

le istruzioni del tuo medico riguardo la necessità di abbassare immediatamente il livello dell’LDL, il colesterolo

“cattivo”! Medicine? Esiti, perché hai sentito parlare degli effetti negativi delle statine sulla salute,

ad esempio sul cuore, sul fegato, poi della perdita di memoria ….. forse dovresti evitare di mangiare le

uova ed i grassi saturi, poi forse andrà meglio….? Magari pensi di dover prendere anche degli integratori

che abbassino il colesterolo.
RELAZIONE PATOGENETICA TRA DIABETE DI TIPO 1 E IL LATTE VACCINO

Nel 1993, lo scienziato Bob Elliott notò che i bambini della Samoa che andavano a vivere in Nuova

Zelanda erano molto suscettibili al diabete di tipo 1, mentre quelli che restavano nelle isole di Samoa

avevano un’incidenza molto bassa di questa patologia. La differenza può essere espressa solo da un

fattore ambientale o di alimentazione. Elliott sospettò che fosse correlata al consumo di latte, che era

più basso a Samoa.

Quindi studiò la biochimica e composizione del latte vaccino.
LATTE PATRIMONIO DELL’UMANITA? A QUANDO IL WHISKY?

“Il latte deve diventare patrimonio Unesco”.

Questa è la proposta lanciata da Assolatte in vista del World Milk Day del primo giugno.

La bevanda più diffusa al mondo, dopo l’acqua e forse prima della Coca-Cola, è fondamentale per la

sopravvivenza di 750 milioni di persone, dicono le associazioni al soldo delle lobby.
DIETOLOGI E NUTRIZIONISTI TELEVISIVI: PEGGIO DELLA GUERRA

Io non sono medico, non sono chimico, non sono biologo, ma ho letto biblioteche intere di testi di ricercatori

e scienziati indipendenti di chiara fama mondiale, che riguardano la scienza della nutrizione e

l’anatomia comparata e ho capito che l’informazione pubblica in materia di alimentazione è in gran parte

falsa e fuorviante e che questo genera un danno enorme in quella parte di popolazione che ancora

crede che i media siano al servizio della gente.
ZUCCHERO IL KILLER SILENZIOSO?

“Dalla barbabietola o dalla canna da zucchero viene estratto il succo zuccherino grezzo che è sottoposto

a complesse trasformazioni industriali.

Per la prima depurazione viene fatta l’aggiunta di latte di calce che ne provoca la perdita e la distruzione

di sostanze organiche, proteine, enzimi e sali di calcio.

In seguito il prodotto viene trattato con anidride carbonica per eliminare la calce che è rimasta in eccesso,

quindi subisce ancora un trattamento con acido solforoso per eliminare il colore scuro.

Successivamente viene sottoposto a cottura, raffreddamento, cristallizzazione e centrifugazione.
DA DOVE OTTENGONO LE PROTEINE I VEGETARIANI?

Da dove ottengono le loro proteine atleti come Seba Johnson (atleta vegana, attrice e scrittrice), Rob
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Bigwood (atleta vegano, braccio di ferro Pro), George Hackenschmidt (the Russian Lion – Wrestler vegano/

crudista)? O ancora attori famosissimi come Pamela Anderson, Tommy Lee, Natalie Portman, Anne

Hathaway, Brad Pitt?

George Hackenschmidt, con un peso di 220libre (circa 100kg), ha girato il mondo, in competizione con i

piú grandi wrestler del suo tempo. Secondo il Dr. George R. Clements, la sua dieta consisteva in: colazione-

lattuga e 5 o 6 noci, primo pasto- frutta fresca, secondo pasto - verdura fresca cruda.
CANCRO IN AUMENTO TRA I CONSUMATORI DI CARNE

In particolare tra gli immigranti che consumano cibo che proviene da animali malati.

D’altra parte, italiani e cinesi, praticamente vegetariani mostrano la mortalità più bassa di tutti.

Gli scienziati di Chicago sono fortemente interessati al risultato dello studio durato due anni sui tumori

nella stessa città, ricerca del Dr. G. Cooke Adams di Londra e precedentemente di Australia, ha appena

reso pubblico attraverso il Dipartimento per la Salute pubblica.
I CINESI DEL CHINA STUDY STANNO DIVENTANDO TUTTI DIABETICI

Spieghiamo innanzitutto che The China Study è uno studio eseguito dal dottor Colin Campbell e colleghi

della Cornell University. Utilizzando dati epidemiologici cinesi effettuati tra gli anni 1972 e il 1974,

su quasi 800 milioni di cinesi, questo studio spiega il rapporto tra alimentazione e sviluppo di malattie

degenerative e cancro.

Una mole faraonica e rara di dati, perché non capita tutti i giorni di poter studiare attentamente la vita

dei contadini cinesi, in un periodo in cui vivevano lontanissimi dall’inquinamento delle città, mangiavano

legumi, fibre, cibi assolutamente naturali e integrali, con una quantità risibile di proteine, ed erano

costretti a muoversi a piedi. I dati non lasciano spazio a dubbi: queste persone si ammalavano molto

meno di malattie degenerative e di cancro rispetto ad altri cinesi che si muovevano poco e mangiavano

i cibi raffinati.
HOLLYWOOD: STORIE D’INTOLLERANZE AL LATTE

Harrelson da ragazzo aveva sofferto uno stato di raffreddamento continuo, acne e problemi cutanei ricorrenti,

che si risolsero solo quando decise di seguire il consiglio di una signora, che incontrava sempre

sull’autobus, di provare per un periodo a non consumare latte. Il raffreddamento e il gocciolamento del

naso scomparvero immediatamente. Dopo una settimana si era liberato di tanti problemi che erano

stati cronici, dice l’attore. «La congestione e la sinusite migliorarono rapidamente. Mi sembrava persino

che il mio udito fosse migliorato; potevo respirare meglio. Recuperai energie ed entusiasmo.
CASEINA: PROBLEMA FLEMMOSO 29/12/2013

La caseina è una molecola costituita da circa 210 amminoacidi. Come risultato di una digestione non

ideale della caseina, alla cellula non arrivano i singoli amminoacidi sciolti, arrivano invece dei frammenti

alquanto lunghi di proteina, che interagiscono con i recettori insulinici sulla superficie della cellula.

Osservando separatamente gruppi di consumatori di latte da gruppi di non consumatori, si nota che i

primi hanno valori di resistenza insulinica tre volte superiori.

Infatti la proteina del latte di mucca ha la capacità di creare vere e proprie interferenze cellulari ed endocrine.

Nessun altro prodotto del supermercato dà risultati di tale portata, nemmeno lo zucchero bianco!
CIBI AVVELENATI IN UNA SOCIETA’ TERMINALE

Ci sono più di cinquemila specie di mammiferi sul pianeta Terra, ma solo una di loro è pazza. Non vi è

che una specie di mammiferi che volutamente avveleni (e pure i suoi figli), iniettando tossine, sostanze

chimiche neurolesive nella maggior parte dei membri della specie. Detta specie è, naturalmente, l’Homo

Sapiens. Se ci si guarda intorno per il pianeta, si vedono decine di migliaia di specie di mammiferi,

uccelli, rettili e insetti. Cinque cose che tutti questi hanno in comune è che nessuno di loro mangia

alimenti trasformati. Mangiano, non trasformati, alimenti crudi dalla natura. Nessuno di loro prende

farmaci. Nessuno di loro inietta la prole con vaccini tossici tenuti insieme con prodotti chimici nascosti.

Nessuno di loro pratica l’agricoltura meccanizzata chimica e la monocoltura. Nessuno di loro vive in

mondi deliranti di internet o TV.
SINTOCARNE PER SINTOCERVELLI

Nonostante l’ambito di ricerca del professore siano i problemi vascolari, quello che ha interessato la

popolazione in generale è stato l’ “Hamburger Project”, un progetto che sarebbe stato finanziato da un

filantropo anonimo con una donazione di 300 mila euro, con lo scopo di produrre carne partendo da

cellule staminali di bovino.
REGOLAZIONE CHIMICA DEL CORPO E L’ORIGINE DI TUTTE LE MALATTIE

L’equilibrio acido-base è uno degli equilibri più importanti per la vita dell’uomo. Regola, praticamente

tutto: respirazione, circolazione, digestione, escrezione, difese immunitarie, produzione ormonale. I

processi biologici e biochimici che avvengono nell’organismo umano, sono processi elettrochimici che

necessitano di un determinato pH.

Nelle 100.000 miliardi di cellule che costituiscono l’uomo, il ricambio degli acidi e delle basi è costantemente

in atto: ognuna di queste cellule produce energia, e il risultato la produzione anche di acido

carbonico, al quale si aggiungono altri acidi che assumiamo con il cibo o che si formano dopo la loro

metabolizzazione.
IL PANINO IMMORTALE 22/07/2013

La fotografa Sally Davies ha deciso di verificare con mano se è vero che i panini McD sono per così dire

“immortali”. Per questo motivo sabato 10 aprile 2010 si è recata al McDonald’s più vicino e ha ordinato

un bel Happy Meal, il panino dedicato ai bambini. Senza mangiarlo, l’ha messo sopra un piatto e ha atteso,

fotografandolo ogni giorno, con pazienza la sua decomposizione. Purtroppo per lei, ad oggi, dopo

3 anni e 3 mesi circa, sta ancora attendendo! In un qualsiasi prodotto alimentare, la decomposizione è

un processo normalissimo, quindi come sono fatti questi panini?
BATOSTA STORICA ALL’INSULINISMO MONDIALE 22/07/2013

ESISTE UN INSULINE SCORE, O UN PUNTEGGIO INSULINICO DA CARNE, CHE SOVRASTA DI MOLTO

L’INDICE GLICEMICO

Bisogna sapere che, malgrado il loro indice glicemico (IG) “troppo basso per essere definito”, alcuni alimenti

(in particolare: carne, pesce, uova e latticini) hanno la capacità di indurre il pancreas a secernere

molta insulina, cioè hanno un indice insulinico (IS, da “insulin score” o punteggio insulinico) elevato e

non correlato all’IG.
SALUTE, I DUBBI DEI MEDICI RUSSI SUL CONSUMO DI LATTE: “GRASSO E ALLERGENICO” 8/07/2013

I camici bianchi partono da un fatto: la nota Harvard Medical School ha eliminato il latte dall’elenco dei

prodotti salutari. Le mucche, per esempio, producono latte per 300 giorni all’anno, e per questo scopo

vengono nutrite con mangimi speciali, mentre una mucca naturalmente darebbe latte per non più di

180 giorni all’anno. Mentre in Italia il latte è argomento di campagna elettorale, dato che le quote latte

– secondo una recente relazione della Corte dei Conti - sono costate allo Stato 4,5 miliardi di euro, in

Russia si raccomanda di limitare il consumo quotidiano di latte bovino.
IL CALCIO HA SMESSO DI FARE DEL BENE. FINALMENTE ANCHE LA SCIENZA SE NE ACCORGE

8/07/2013

Qualsiasi tipo di Calcio si introduca nell’organismo, attraverso i latticini o attraverso le integrazioni, l’or50



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ganismo rischia di riceverne un danno se solo si superano i 1400 mg al giorno di assunzione complessiva.

Purtroppo si tratta di un livello che è troppo vicino ai livelli minimi raccomandati a livello istituzionale

(dai 1000 ai 1500 mg al dì a seconda delle età), e se fosse un farmaco ad avere queste caratteristiche,

il suo uso verrebbe definito “estremamente pericoloso”.
COME SONO GUARITA DALLA FIBROMIALGIA E DALLA MCS (SENSIBILITA’ CHIMICA MULTIPLA)

5/06/2013

La mia storia, per non dire il mio incubo, è iniziato circa 5 anni fa, quando mi fu fatta una estrazione di

una amalgama dentaria contenente mercurio e altri metalli pesanti.

L’incauto e ignorante dentista, senza alcuna protezione per lui e per me, durante la rimozione scorretta,

maldestramente, mi fece ingoiare un frammento di amalgama.

Da quel giorno iniziai a manifestare i sintomi classici dell’intossicazione acuta da mercurio.
CARNE, SOSTANZA INCOMPATIBILE CON LA NATURA UMANA

La carne non è un cibo idoneo per l’uomo: su quest’asserzione non ci sono ormai più dubbi, una copiosa

letteratura l’attesta e lo documenta. In subordine è quantomeno ampiamente provato che non è indispensabile

per la salute dell’uomo. Il completo controllo dei poteri industriali sui mezzi d’informazione

impedisce che queste importanti conoscenze siano di dominio pubblico, ma, nonostante tutto, il processo

di diffusione su mezzi alternativi è incominciato e si ritiene che sia ormai inarrestabile.
COSA C’E’ DI SBAGLIATO NELL’ASSUNZIONE DEI DERIVATI DEL LATTE?

L’assunzione del latte è reclamizzata per la prevenzione dell’osteoporosi, sebbene la ricerca clinica pervenga

a conclusioni differenti. L’Harvard Nurses’ Health Study [1], che ha seguito clinicamente oltre

75.000 donne per dodici anni, ha mostrato che l’aumentato consumo di latte non può comportare:

osteoporosi, malattie cadiovascolari, cancro, diabete, intolleranza al lattosio, tossicità da vitamina D,

contaminazione, problemi per la salute dei bambini.
ASL DI MILANO: PRESCRIVETE DIETA VEGANA AI DIABETICI “Hai il diabete? Diventa vegano”. A breve


questo potrebbe essere lo stralcio di una conversazione medico-paziente a Milano. Perché la nuova linea

suggerita dall’Asl del capoluogo lombardo ai camici bianchi, sulla base degli ultimi studi in materia,

è proprio quella di prescrivere una svolta alimentare a chi combatte con il diabete di tipo 2. Una svolta

che porta all’addio alle carni.
IL MARATONETA VEGETARIANO CENTENARIO 26/12/2012Fauja Singh e’ stato inserito nel Guinnes


dei Primati dopo aver completato la maratona “Scotiabank Toronto Waterfront Marathon”, diventando

il partecipante piu’ anziano di tutti i tempi, a 100 anni. Singh, chiamato il “tornado con il turbante”, cita

anche la sua dieta vegetariana come fattore chiave per l’incredibile energia che l’ha fatto arrivare nel

Guinness dei Primati. Ed e’ la prova vivente che non e’ mai troppo tardi per passare a una dieta a base

vegetale, fonte dei benessere e salute.
BILL CLINTON, UN ANNO DOPO: VEGAN 26/12/2012Era di un anno fa la notizia che che l’ex Presidente


USA Bill Clinton aveva deciso di seguire un’alimentazione “quasi vegan”, cioè basata sull’assunzione

di frutta, verdura, legumi, cereali e noci e di aver eliminato carne (e quasi del tutto il pesce), uova e latte

dalla propria dieta. Oggi Bill Clinton dichiara di essere completamente vegan, quindi di seguire un’alimentazione

100% vegetale.
MINISTERO DELLA SALUTE: ALLARME AFLATOSSINE Il 2 agosto 2012 la 9a Commissione permanente


si è riunita per votare la risoluzione sulla “Questione inerente alla valutazione dell’impatto delle micotossine

sulla filiera agroalimentare del grano duro” (nr. 398). Dopo qualche settimana dall’approvazione

all’unanimità della risoluzione, il 14 settembre 2012, il “Dipartimento della sanità pubblica veterinaria,

della sicurezza alimentare per via di contaminazione da aflatossine nei mais e nella catena alimentare.

avverte che le recenti condizioni climatiche verificatesi in Italia caratterizzate da una prolungata siccità

estiva hanno determinato un’accresciuta contaminazione da aflatossine nelle produzioni di mais 2012,

oltre i limiti fissati dalla normativa comunitaria”.

La produzione di mais per uso alimentare e mangimistico per animali da macello sarebbe pesantemente

contaminata da aflatossina B1.

Questa aflatossina B1 una volta consumata direttamente dagli animali tramite il mais, può produrre latte

e derivati contaminati dall’aflatossina M1 e questa intossicare il consumatore umano.

E’ talmente seria la situazione che il Ministero invita tutti i responsabili dell’industria lattiero-casearia

(centri di raccolta, stabilimenti termici e di trasformazione, ecc.) a fare continui esami di campioni di

latte per verificarne la quantità di aflatossina. I risultati devono essere spediti ogni 15 giorni alla posta

elettronica del Ministero.
GLI OMEGA-3 DEL PESCE NON SONO SALUTARI il presidente dell’associazione dei Medici per una


Medicina Responsabile, è apparso pochi giorni fa un interessante commento che sottolinea come gli

acidi grassi omega 3 provenienti dal pesce, cioè il DHA e l’EPA (omega-3 a lunga catena), frequentemente

utilizzati come integratori sotto forma di capsule di olio di pesce, e che ricordiamo NON sono nutrienti

essenziali , non siano nemmeno quel toccasana che molti ritengono, ma anzi, oltre a non essere utili,

possono anche risultare dannosi.
IL MITO DEGLI “AMINOACIDI ESSENZIALI” I 22 aminoacidi (20 secondo Berg, 22 secondo Sherman)


esistenti, come già detto, negli alimenti si dividono, secondo la nutrizionistica ufficiale, in due categorie:

quella dei 14 aminoacidi che possono essere prodotti (sintetizzati) dall’organismo umano (e che quindi

non è necessario che siano presenti nei cibi) e quella degli aminoacidi chiamati “essenziali” (8 o 10) che

invece, non potendo (si ritiene) essere sintetizzati dall’organismo umano, dovrebbero essere assunti

con gli alimenti (sono stati chiamati “essenziali” per indicare che sono indispensabili alla vita e quindi di

importanza capitale. Chissà come ha fatto l’umanità a sopravvivere fino ad oggi, prima che questi geni

dichiarassero tali corbellerie?
GLI HUNZA, LA POPOLAZIONE PIU’ LONGEVA DEL MONDO Con questo articolo completo la tematica


iniziata tramite l’articolo “Digiuno terapeutico, nutrimento per l’anima”. Tempo fa iniziai una ricerca

sul popolo più longevo al mondo e scoprii dati molto interessanti. E’ il popolo degli Hunza: questa popolazione

non solo vive in media 130-140 anni ma non conosce neppure le nostre tanto temute patologie

degenerative, il cancro, malattie del sistema nervoso, pare essere il lungo digiuno, alimentazione

vegetariana e acqua alcalina presente nella loro terra.
LATTE: USA VERSO IL DIVIETO NELLE SCUOLE? Negli Stati Uniti l’associazione nonprofit di medici


denominata Physicians Committee for Responsible Medicine (PCRM) ha lanciato una petizione per

escludere il latte dal menu delle mense scolastiche. Secondo l’associazione, infatti il latte non dovrebbe

far parte di un pasto salutare sia perché un americano su 8 sarebbe intollerante al lattosio sia perché

sarebbero limitate le evidenze scientifiche secondo cui il latte sarebbe da ritenere come un alimento in

grado di rafforzare le ossa e di ridurre il rischio di osteoporosi. Il consumo di latte inoltre potrebbe essere

responsabile di alcuni rischi per la salute, compresa l’insorgenza dell’osteoporosi.
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I DANNI DELL’ALLUMINIO: DOVE SI TROVA, EFFETTI E RIMEDI NATURALI 12/7/2012 L’alluminio è


presente nel nostro cibo, nell’approvvigionamento idrico e del suolo, e in numerose altre fonti di uso

quotidiano (vedi sotto) per cui la maggioranza delle persone soffre di un certo grado di tossicità da

alluminio. Dopo anni di esposizione accumulata e del suo deposito nei tessuti del corpo, questo veleno

può avere risultati che vanno da una degenerazione del cervello a deformità. Secondo le statistiche del

laboratorio Mineral Test, nelle Marche che è una tra le regioni a più basso inquinamento di metalli pesanti,

il livello di alluminio nella popolazione è il doppio rispetto al limite massimo consentito.
LATTE E LATTICINI: DIAMO UN “CALCIO” AL MITO Nel corso di trentacinque anni, dal 1975 al 2010, il


fabbisogno di calcio è stato portato al triplo del suo valore reale. Il cavallo di battaglia che ha consentito

all’industria del latte di fare la voce grossa in tutti questi anni vacilla. Risultati preliminari presentati

sull’American Journal of Epidemiology (Cummings 1997) sono poi stati confermati da Bischoff-Ferrari

(2010) e Warensjo (2010): l’utilizzo degli integratori di calcio è associato con un raddoppio del rischio

di frattura dell’anca. È la matrice proteica delle ossa, il collagene, che previene le fratture. Ossa che non

sono flessibili perchè proporzionalmente inferiori in collagene rispetto alla parte dura e densa del solfato

di calcio, possono frantumarsi di colpo.
L’IMMENSA BALLA DEL FABBISOGNO DEL CALCIO Il fabbisogno di calcio per l’essere umano... provate


ad indovinare!? È stato inventato dall’industria casearia (che nel 1994 lo portò a 1000 milligrammi

al giorno, nel 1997 a 1200, nel 2001 a 1500!). Il fabbisogno reale è molto più basso di quanto si dicesse.

Già nel 2007 in tutta Europa è stato riportato a 700 milligrammi al giorno per gli adulti e 400 per gli

adolescenti. Ma già nel 1962 le raccomandazioni per il calcio del FAO/WHO Expert Group erano per gli

adolescenti di 350 milligrammi e le donne in gravidanza di 500 milligrammi al giorno.
LE STRAORDINARIE PROPRIETA’ DEL LIMONE Il limone fa parte della famiglia delle Rutacee, cui appartengono


anche arance, mandarini, bergamotti, cedri, pompelmi.Il Femminello, tipico della Sicilia, dal

frutto di forma oblunga, la polpa succosa e molti semi. Esiste però anche il Femminello apireno, molto

pregiato, poiché è quasi privo di semi; dai Femminelli Santa Teresa provengono i migliori verdelli.
PERCHE’ SIAMO VEGETARIANI? vegetariani perché riteniamo sia il mezzo più semplice e potente per


rendere migliore questo mondo.

Siamo vegetariani perché riteniamo sia lo strumento che consente all’essere umano di vivere in buona

salute fisica, di ritrovare la propria intelligenza positiva, ampliare la sensibilità della coscienza umana,

favorire lo sviluppo della nostra dimensione spirituale.

Riteniamo che solo attraverso i principi che animano la filosofia universalista è possibile risolvere i grandi

problemi della società attuale; infatti se una persona rifiuta la violenza su una specie diversa dalla sua

non può essere incline all’ingiustizia verso il suo simile; se una persona si alimenta secondo la sua natura

di essere fruttariano ritrova la salute, allunga la sua vita, risparmia sofferenza e risorse finanziarie; se una

persona sceglie di non sostenere l’esistenza degli allevamenti di animali e dei mattatoi non contribuisce

all’inquinamento dell’ambiente, alla distruzione del patrimonio boschivo, allo sfruttamento delle terre

fertili adibite a pascolo, dello spreco di risorse alimentari ed energetiche e non si rende complice della

fame nel mondo.
I DANNI DELLA CARNE O I BENEFICI DEL VEGETARISMO? Spesso qualche nutrizionista onnivoro in


fase denigratoria del sistema vegetariano sostiene che non sia la mancanza di carne nell’alimentazione

dei vegetariani a dare loro migliore salute ma un più corretto stile di vita che tale scelta comporta,

cioè i mangiatori di carne hanno generalmente anche un cattivo stile di vita mentre i vegetariani sono

generalmente più attenti al loro benessere. I due aspetti, a mio avviso, sono altrettanto importanti per

conservare la salute, però succede che anche se gli onnivori seguono sani stili di vita sono ugualmente

soggetti a molte patologie contemporanee, mentre i vegetariani, pur non seguendo sani stili di vita, si

ammalano molto di meno.
LE STRANEZZE CULINARIE DI ALCUNI VEGETARIANI Anche tra gli addetti ai lavori c’è un modo strano


di concepire l’alimentazione vegetariana nella sua pratica attuazione. Molti credono che per nutrirsi

in modo vegetariano occorra inventarsi un nuovo modo di mangiare, di preparare gli alimenti; che sia

necessario attingere ad esotiche culture, far uso di spezie per impreziosire le pietanze. Quando si parla

di cucina vegetariana sembra sia un obbligo inserire il seitan, la soia e i suoi derivati che imitano la carne:

spezzatini, wurstel, salsicce, affettati in genere e fare grande uso frittelle, pizzette, ecc, nulla di tutto

questo, mangiare vegetariano, o meglio vegano, è la cosa più semplice e normale.
KAMUT: UN MITO DA SFATARE Ha buone proprietà nutrizionali ed è eccellente per la pastificazione,


ma non è stato “risvegliato” da una tomba egizia e non è adatto ai celiaci. Inoltre viene coltivato e venduto

in regime di monopolio, ha un costo eccessivo, e una pesante impronta ecologica. Luci ed ombre

del Kamut – o meglio, del Khorasan: un tipo di frumento che tra l’altro abbiamo anche in Italia. “Kamut”

non è il nome di un grano, ma il marchio commerciale (come “Mulino Bianco” o “McDonald’s”) che la società

Kamut International ltd (K.Int.) ha posto su una varietà di frumento registrata negli Stati Uniti con

la sigla QK-77, coltivata e venduta in regime di monopolio e famoso in tutto il mondo grazie ad un’operazione

di marketing senza precedenti.

C’è chi chiama questa varietà il “grano del faraone” perché si racconta che i suoi semi sono stati ritrovati

intorno alla metà del secolo scorso in una tomba egizia ed inviati nel Montana, dove dopo migliaia di

anni sono stati “risvegliati” e moltiplicati.
STEVIA: VIA LIBERA IN EUROPA PER IL MIGLIORE DOLCIFICANTE NATURALE Una notizia attesissima:


gli estratti di Stevia potranno presto essere utilizzati anche nell’Unione Europea!

Dopo anni di boicottaggio è arrivato finalmente il via libera per questa pianta dal potere dolcificante

straordinario e tutto naturale. Il Comitato permanente della Commissione Europea ha recentemente

approvato il regolamento che consentirà di utilizzare gli estratti di Stevia Rebaudiana come dolcificante.

E’ attesa per questo autunno l’autorizzazione definitiva.
CHI SI NASCONDE DIETRO LE PIRAMIDI ALIMENTARI PER L’INFANZIA?

Il 24 febbraio 2011 sono state presentate con una conferenza presso l’Università La Sapienza di Roma

le cosiddette piramidi alimentari per la Prima infanzia, definite “la bussola per orientare, con l’aiuto insostituibile

dei pediatri, le scelte nutrizionali dei genitori per i propri bambini, nel delicato periodo del

divezzamento”. Tali piramidi sono state sviluppate da alcuni nutrizionisti della stessa università - Andrea

Vania e Carlo Cannella, recentemente scomparso - e saranno diffuse con il patrocinio di ECOG (European

Childhood Obesità Group), SIP.
L’USO CONTINUO DI ANTIBIOTICI NEGLI ALLEVAMENTI MINACCIA LA SALUTE UMANA

Mentre l’Europa e negli Stati Uniti devono affrontare la minaccia di organismi che sono resistenti agli antibiotici,

l’edizione del venerdì del quotidiano “The Independent” ha riportato che negli ultimi dieci anni

tra gli agricoltori del Regno Unito è fortemente aumentato l’uso di farmaci che rischiano di sviluppare

ceppi letali, che vanno a indebolire la possibilità dei medicinali di curare le malattie.
A PROPOSITO DI DIETE...

Gran parte della scienza di molti nutrizionisti si riconduce al concetto: “Se volete dimagrire dovete ridurre

il quantitativo calorico e incrementare l’attività fisica”. E tra questi c’è chi condanna i grassi e chi le
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calorie, chi getta la croce sui carboidrati e chi assolve le proteine, chi sostiene la necessità di una dieta

bilanciata, chi il controllo dell’indice glicemico, della produzione di insulina, degli squilibri ormonali, della

predisposizione genetica ecc. Quel che so io in merito alle diete è che la maggior parte delle persone

obese ha un metabolismo lento, cioè non brucia abbastanza rapidamente il cibo che introduce. Attenzione

alle diete: le diete oggi stanno spopolando e decine di milioni di persone sono perennemente in

dieta nella speranza, spesso vana, di eliminare i chili in eccesso, il grasso, ridurre il colesterolo ematico e

altro ancora. Invece di mettere in discussione la propria esistenza, migliorando lo stile di vita in generale,

compresa ovviamente e soprattutto l’alimentazione.
IL TEOREMA VEGETARIANO

Questo manualetto vuole essere uno strumento di facile lettura per coloro che vogliono conoscere i

principi basilari della cultura vegetariana, rimandando il lettore a più approfondite analisi in ordine alle

tematiche affrontate di natura salutistica, antropologica, etica, ambientale, spirituale ecc. Un breve e

sintetico compendio di risposte alle più consuete domande che generalmente vengono rivolge agli

addetti ai lavori per superare visioni anacronistiche, ancorate a pregiudizi e tradizioni inesatte e spesso

dannose per il raggiungimento del benessere
L’ASSUNZIONE DI OMEGA-3 E’ PIù EFFICIENTE SE PROVENGONO DAL REGNO VEGETALE

Una recente ricerca medico-scientifica condotta su oltre 19.000 persone, alla fine dell’anno scorso in

Gran Bretagna (2010) e i cui risultati sono stati resi noti in un articolo apparso di recente sull’American

Journal of Clinical Nutrition rileva che l’assunzione di omega 3 è più efficiente se questi provengono dai

vegetali. Infatti vegetariani e vegani provvederebbero autonomamente alle proprie necessità di acidi

grassi essenziali omega-3 a lunga catena (presenti nel pesce) ricavandoli dagli acidi grassi omega-3 vegetali,

quindi senza dover introdurre nella propria dieta la carne di pesce. Tali grassi sono importanti per

il buon funzionamento dei meccanismi metabolici.
L’INFLUENZA DELLA COTTURA DEGLI ALIMENTI SULLA COMPOSIZIONE EMATICA DELL’UOMO

L’organismo vivente è molto sensibile a tutte le influenze nocive e reagisce contro di loro

immediatamente. Lo vediamo quando facciamo un’analisi del nostro sangue durante semplici malattie

infettive, quando sostanze estranee sono introdotte nel nostro sistema, ecc.. In tali casi il numero dei

globuli bianchi cambia e il loro rapporto percentuale è alterato. Questa è una delle indicazioni di un processo

patologico in corso nel nostro organismo. Anche dopo ogni razione di cibo, si osserva un aumento

generale dei globuli bianchi, e un cambiamento del loro rapporto percentuale. Questo fenomeno è

stato considerato, fino ad ora, fisiologico e si chiama leucocitosi digestiva. Usiamo, per il nostro cibo,

alimenti crudi, prodotti alimentari alterati per mezzo di alte temperature e prodotti alimentari lavorati.

Come fa, allora, ciascuno di questi alimenti preso separatamente ad agire sulla nostra formula ematica?

Troviamo che, dopo aver ingerito alimenti crudi, né il numero di globuli bianchi, né il loro rapporto

percentuale è cambiato. La semplice acqua potabile non bollita, acqua minerale, sale, diversi prodotti

alimentari verdi, cereali, noci, miele, uova crude, carne cruda, pesce crudo, latte fresco, latte acido, burro

- in altre parole, i prodotti alimentari nello stato in cui essi esistono in natura, appartengono al gruppo di

quegli alimenti che non scatenano alcuna alterazione nella nostra formula ematica.
CIBO SPAZZATURA PER ANIMALI DOMESTICI

La dieta ideale per ogni essere vivente è sicuramente quella stabilita dalla natura a seconda la specie di

appartenenza, la conformazione fisica, l’apparato digerente, quello dentale, enzimatico, immunologico,

istintuale ecc. Nutrirsi in modo difforme alla propria specie significa incorrere inevitabilmente a malattie

di vario genere. Per noi esseri umani che per qualunque altra specie animale. La nostra dieta ideale è

indubbiamente quella fruttariana, o vegana tendenzialmente crudista; mentre la dieta ideale per un

animale carnivoro, cioè per un cane o un gatto è quella carnea.
PERCHE’ GLI HAMBURGER DI MCDONALDS NON SI DECOMPONGONO MAI

È sempre interessante notare come i media principali “scoprono” notizie che credono essere nuove anche

se la comunità salutista ne ha parlato per anni. Per esempio, recentemente il New York Times ha

pubblicato un articolo intitolato Quando le medicine causano problemi che dovrebbero prevenire. Abbiamo

parlato per anni di questo argomento, di come la chemioterapia causi il cancro, i medicinali per

l’osteoporosi provochino fratture alle ossa e di come gli antidepressivi portino a comportamenti suicidi.
IL LATO OSCURO DELLA SOIA

Ogni anno, sembra che la ricerca sugli effetti della soia e dei suoi componenti sulla salute aumenti notevolmente.

La ricerca non è così in espansione solo nelle aree del cancro, delle malattie di cuore e

dell’osteoporosi. L’industria della soia sostiene che la soia abbia vantaggi potenziali che possono essere

più estesi di quanto si pensava precedentemente. L’industria della soia multi-miliardaria in dollari insiste

che i vantaggi per la salute che la soia offre superano di gran lunga qualsiasi pericolo potenziale.
MANGIARE SANO ORA E’ UN DISTURBO MENTALE

L’industria psichiatrica, nel suo sforzo infinito di trasformare artificiosamente ogni attività umana in “disordini

mentali”, sta ora propagandando il disordine più ridicolo che abbia mai inventato: il Disturbo del

Mangiare Sano. Non è uno scherzo: se ti focalizzi sul mangiare cibi naturali sei “mentalmente malato” e

probabilmente hai bisogno di qualche tipo di cura chimica che includa potenti farmaci psicotropi.
AVVELENAMENTO E DOPING DA CARNE Una bistecca e un prosciutto, si sa, non crescono sugli alberi.


Gli animali definiti da carne vengono sottoposti a torture e violenze che ripugnano ad ogni persona

civile, ad ogni essere dotato di una normalissima sensibilità e cultura. E, quanto succede a questa massa

di creature sfortunate e abbandonate temporaneamente da Dio, non riguarda solo la terrificante fase

finale del macello, ma tutta la loro vita da esseri sottoposti a carcere duro, con privazione dei più elementari

diritti quali l’ora d’aria e di libertà, l’ora di sole. Creature inermi, pacifiche, intelligenti e senzienti,

che hanno la sola colpa di essere diversi dall’uomo, di non avere mezzi fisici, legali e sociali per difendersi

e che vengono discriminate e trattate alla stregua di bestie infami da vessare, torturare, uccidere.
L’ACIDIFICAZIONE DEL SANGUE E IL CALO DI PH NELLE URINE Nei giorni scorsi ho fatto circolare tra


gli amici un ottimo documento del Prof Franco Libero Manco dal titolo L’importanza vitale dell’equilibrio

acido-basico del sangue, dove il valore ottimale pH per il sangue umano (essere vegetariano-fruttariano

per disegno e piano preciso del Creatore) è tra i valori 7.35 e 7.45, mentre negli animali carnivori ed

onnivori, mentre negli animali carnivori e onnivori (a sangue decisamente acido) tale livello scende ben

sotto il valore 7 sulla scala acido alcalina 1-14, dove l’1 rappresenta la massima acidità,il 14 la massima

alcalinità, e il 7 la posizione neutra.
I PERICOLI DEI LATTICINI Il latte della donna fa bene al neonato, quello della mucca fa bene ai vitelli.


“Fino a due anni i bambini dovrebbero essere alimentati con latte materno. Dopo i due anni, dimenticate

ogni tipo di latte!”. Questa vera e propria bomba è stata fatta esplodere agli inizi degli anni novanta

dal celeberrimo dottor Benjiamin Spock, padre della moderna pediatria. Questa inversione di tendenza

portò il dottor Spock ad abbracciare le tesi che da anni molti medici ed esperti (nonché vegan, macrobiotici

ed igienisti) propugnano: il latte vaccino fa male.
CIBO COTTO, CIBO MORTO. LA COTTURA DISTRUGGE LE PROPRIETA’ CURATIVE DEI CIBI

La leucocitosi è un fenomeno dovuto all’aumento di globuli bianchi nel sangue: si verifica in modo più

evidente dopo ingestione di carne, nella donna in gravidanza, nel neonato, nella persona anziana, dopo

stress fisici ecc. ma diventa un fatto patologico a causa di polmoniti, appendiciti, infezioni da germi,

intossicazioni ecc.
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I globuli bianchi, che possono assorbire anche sostanze chimiche e tossiche, contengono numerosi

enzimi che hanno lo scopo di difendere l’organismo fagocitando corpi estranei o microbi penetrati nel

sangue.
ALIMENTAZIONE E ISTINTO ANIMALE

Osservando i nostri animali di compagnia, cani e gatti, notiamo che sono molto equilibrati a livello alimentare.

Si avvicinano con sospetto al cibo che gli viene offerto, e lo mangiano solo se non lo ritengono

tossico. Non ingeriscono alimenti più dell’indispensabile e se stanno male rimangono a digiuno per

tutto il periodo della malattia. Sanno quali erbe utilizzare per depurarsi, e le mangiano solo quando serve.

Anche noi abbiamo questo istinto animale, ma lo abbiamo perso per l’ingestione di cibi senza alcun

valore nutritivo, ma anzi tossici per il nostro organismo.
LE MESTRUAZIONI SONO COMUNI: MA SONO NECESSARIE?

Le ricerche della dottoressa ginecologa Pelotti espongono quanto segue: “Quando una donna ha mastodinia,

dolore al seno, pensa che é normale, specie se ciò avviene prima della mestruazione, non va a

pensare che il dolore e legato ad una infiammazione intestinale, e non verifica che più cereali e

amidi mangia più il seno si gonfia e fa male. La donna primitiva, che seguiva le leggi della natura, non

aveva la sindrome premestruale, non aveva dolore mestruale, aveva una mestruazione scarsissima, una

goccia di sangue, non portava il pannolone e non aveva male al seno.
GUERRA AL LATTE CRUDO O GUERRA AI PRODUTTORI LOCALI DI LATTE?

Il sottosegretario alla salute, Francesca Martini, annuncia che è allo studio “la possibilità di emanare

un’ordinanza per sospendere la distribuzione di latte crudo fino a quando non ci sarà un adeguamento

dell’informazione per la salute nella quale sia chiaro che il latte crudo va consumato solo dopo la bollitura”.

Come mai simili raccomandazioni?
POMODORI VIOLA E LA VERA STRATEGIA DEGLI OGM

I Premier dei paesi dell’Unione Europea, cioè l’Unione oligarchica dei banchieri, sono impegnati a promuovere

cibi geneticamente modificati e stanno preparando una campagna mediatica senza precedenti

per diffondere culturalmente e colturalmente questi cibi in tutto il continente! A rivelarlo è il quotidiano

britannico Independent on Sunday, che ha pubblicato i verbali di una serie di incontri segreti

tra i 27 rappresentanti dei governi. Tali documenti dimostrano una serie di programmi per accelerare

l’introduzione e l’accettazione degli OGM.
I RISCHI NEL MANGIARE CARNE

Qualche anno fa uno specialista dello stomaco fece trasalire il mondo della medicina affermando che

“l’ulcera dello stomaco è una malattia di chi mangia la carne”. Il cancro dello stomaco e degli intestini ha

origine dalla stessa causa - quando non è prodotto dalla vaccinazione o dalla inoculazione. “Il 75% delle

malattie più terribili di cui soffriamo, sono in pratica avvelenamenti causati da cibi non naturali. La natura

dice, in un modo che non può essere frainteso, che l’uomo è un animale frugivoro e non carnivoro”.
DANNOSITA’ DEGLI AMIDI NELL’INFANZIA

Il dott. Prospiro Sonsino dimostrò, alcuni anni fa, nel corso di una serie di esperimenti che “esiste una

dispepsia normale o fisiologica verso gli alimenti amidacei (assoluta incapacità a digerirli) nella primissima

infanzia”. Questa teoria incontrò altresì i favori del fisiologo dott. Routh e dei professori Huxley,

Youmans e Dalton, e, probabilmente, di tutti coloro che si trovarono ad esaminare la questione.
IL COLESTEROLO

Al solo menzionare la parola “colesterolo” si finisce per creare terrore e preoccupazione. Probabilmente

si tratta di una delle sostanze più comunemente fraintese che invece è presente normalmente nel corpo.

Tra le varie funzioni svolte dal colesterolo vorrei elencarne alcune:

1. E’ un costituente degli ormoni ipofisari, adrenalinici e gonadali. 2. E’ convertito in vitamina D in seguito

all’esposizione alla luce ultravioletta proveniente dal sole. 3. Agisce come conduttore degli impulsi

nervosi.
ECCITOTOSSINE (GLUTAMMATO & ASPARTAME): IL DOLCE GUSTO DELLA MORTE

Nell’introduzione (del libro, nota del traduttore) ho dichiarato che lo scopo di questo libro era di indicare

al lettore alcuni dei pericoli delle eccitotossine, particolarmente quelle aggiunte ai nostri cibi e bevande

come esaltatori di gusto e dolcificanti. Abbiamo visto che le eccitotossine possono avere un effetto

devastante sul sistema nervoso durante ognuna delle fasi del suo sviluppo, dall’embrione all’adulto. Ma

la preoccupazione primaria è l’effetto che questi potenti stimolanti delle cellule cerebrali hanno sullo

sviluppo del cervello nel neonato.
IL SISTEMA DI GUARIGIONE DELLA DIETA SENZA MUCO

La produzione del sangue nel corpo umano coinvolge tutti i problemi della salute e della malattia. In altre

parole la salute e la malattia dipendono quasi interamente dalla dieta; se gli alimenti consumati sono

corretti o no, quali cibi sono dannosi, e quindi costruiscono, producono la malattia; e quali cibi guariscono

e mantengono il corpo in condizioni ideali, e producono buon sangue naturale-e quali producono

sangue malato, acido, cattivo, sbagliato. Queste domande e le loro corrette risposte sono i fondamenti

della dietetica.
CONOSCI LE TUE UOVA?

Oggi il 90% delle uova in Italia è ottenuto da galline IMPRIGIONATE A “VITA” negli allevamenti in batteria,

in gabbie di metallo, così PICCOLE DA NON RIUSCIRE NEANCHE A MUOVERE LE ALI, che dovrebbero

essere eliminate o notevolmente ampliate e modificate a partire dal 2012, secondo quanto stabilito da

una normativa dell’Unione Europea.
ADDITIVI E AROMI: L’ALTRA FACCIA DELL’ALIMENTAZIONE

La prestigiosa rivista medico-scientifica “Lancet”, lancia l’allarme: “Gli additivi aumentano l’iperattività e

deficit di attenzione nei bambini”

Chiedo scusa: ma dove sta la notizia? Dico questo perché nel nostro piccolo, anche noi, come altri siti,

riviste o libri (certamente non ufficiali e quindi senza alcun valore) denunciamo da anni additivi e aromi

chimici di sintesi contenuti negli alimenti, in quanto estremamente pericolosi per la salute.
NUOVE RICERCHE SULL’IMPATTO DEGLI OGM SULLA SALUTE

Nonostante gli OGM siano stati approvati e commercializzati per molti anni, non esistono ricerche scientifiche

sul loro impatto sulla biologia degli organismi viventi. Questo è dovuto in parte al fatto che prove

di nutrizione animale NON SONO PREVISTI per dare approvazione di sicurezza sia nell’UE che, tanto

meno (figuriamoci), negli USA. Tuttavia ora sta emergendo una serie di documentazioni da un piccolo

numero di esperimenti.
ECCITOTOSSINE. INTERVISTA AL DR. BLAYLOCK SU ASPARTAME E GLUTAMMATO 22/06/2007

E’ stato scoperto che le eccitotossine aumentano notevolmente lo sviluppo del cancro e delle metastasi.

Un ricercatore infatti ha rilevato che, quando le cellule cancerogene vengono esposte al glutammato,

diventano più mobili, e si ottiene lo stesso effetto col glutammato monosodico. Anch’esso rende le cellule

cancerogene più mobili, e facilita le metastasi.
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STEVIA: UNA PICCOLA PIANTA CONTRO L’INDUSTRIA SACCARIERA

Originaria del Paraguay, la Stevia rebaudiana Bertoni presenta delle foglie che hanno un potere dolcificante

quaranta volte superiore a quello dello zucchero. La Stevioside estratta dalla pianta è, a sua

volta, trecento volte più dolcificante! La Stevia è attualmente utilizzata come edulcorante in Giappone,

in America latina, in Cina, e come complemento alimentare.
IL MITO DEL COLESTEROLO 22/05/2006

La misurazione dei tassi di colesterolo è un passatempo molto diffuso, che certi medici e certe case farmaceutiche

fanno di tutto per incoraggiare, visto che

grazie a esso riescono a realizzare profitti miliardari. Ecco che allora l’Associazione federale dei cardiologi

tedeschi, la ditta Becel (che produce margarina), il gruppo farmaceutico Pfizer e l’impresa Roche Diagnostics

organizzano regolarmente delle «iniziative per la salute».
L’ASPARTAME FA BENE, LO DICE L’EFSA

Possiamo stare tutti tranquilli: l’aspartame non è cancerogeno! A farci tirare un sospiro di sollievo sono

gli esperti scientifici dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), che dopo aver analizzato

lo studio a lungo termine pubblicato dalla Fondazione europea Ramazzini, ci rassicurano sulla sicurezza

dell’aspartame, chiamato anche E 951, c’è da fidarsi?
I SEGRETI DELLA CELIACHIA E’ mai possibile che la diffusione pressoché «epidemica» della cellachia,


cioè dell’assoluta intolleranza al glutine che può innescare anche gravi patologie conseguenti, possa

essere dovuta ad una modificazione genetica approntata sul frumento? Questa ipotesi non è nuova e

su di essa si sono spesso avventati, smentendola con ferocia, i sostenitori delle biotecnologie e dei cibi

Ogm. Ma ora, grazie all’intuizione di uno scienziato di esperienza pluridecennale in campo medico, pare

possa arricchirsi di ulteriori dettagli, chiarendosi all’opinione pubblica.
LE BUGIE DELLA RAI SULL’INFLUENZA AVIARIE

In questi periodo, a causa della solita cattiva informazione data dai media, i consumi di carni avicole

sono scesi drasticamente, si parla di meno 70%. A questo disastro si sono aggiunti, in questi ultimi giorni,

i commenti della RAI che individuano gli allevamenti rurali come i più a rischio di Influenza Aviare.
ALTRO CHE POLLI ASIATICI. TUTTA LA VERITA’ SU QUELLI ITALIANI

Le condizioni sono critiche. Siamo in situazione di sovraffollamento. Gli animali vengono tenuti per tutto

il periodo della loro vita sulla stesa lettiera, respirano l’ammoniaca che si libera dagli escrementi che

loro producono.
POLLI MESSI AL FORNO, PRIMA DI “IMPAZZIRE”

Tutti i polli che compriamo e mangiamo, in tutto il mondo, sono oramai solo di un paio di razze ibride

(denominate COBB 500, i cui brevetti sono in mano alla The Cobb Breeding Company LTD), nate nei segreti

laboratori di genetica applicata, selezionate esclusivamente per l’ingrassaggio.
LE VITAMINE STANNO PER ESSERE ELIMINATE IN TUTTO IL MONDO...

Oggi a Roma, “Big Pharma” (le principali industrie farmaceutiche mondiali, n.d.T.) ha ottenuto una grande

vittoria. La quasi totalità delle vitamine e dei minerali non saranno più di “libera vendita”, in nessuna

nazione del Pianeta Terra.
LATTE E DERIVATI Il latte è un alimento naturale, ogni neonato dovrebbe essere allattato al seno come


da sempre la donna ha fatto, “ci hanno programmato”, per questa strada, il latte bovino o d’altri animali,

pur con tutti i tentativi di umanizzarlo, non è adatto all’intestino (vedi intolleranze in aumento) di un

bebè.
ZUCCHERO RAFFINATO Quand’è che un alimento è tale e quando invece è un veleno? La sua definizione


di veleno era, dal punto di vista fisico. Qualsiasi sostanza che inibisce l’attività di un catalizzatore che

sia una sostanza secondaria, chimica o un enzima che attiva la reazione mentale fa male. Troppo zucchero

e le abbuffate di dolci danneggiano la memoria. Un gruppo di ricercatori australiani dell’Università

di Scienza Medica di South Wales, a Sidney, ha ipotizzato che consumare grandi quantità di zuccheri

in un lasso di tempo breve può causare danneggiamenti permanenti alla nostra memoria. Lo studio in

questione è stato pubblicato sulla rivista scientifica Brain Behavior and lmmunity.
MARGARINA E GLI ACIDI GRASSI

Potete lasciare un mattoncino di margarina sul tavolo per anni e non sarà intaccato da larve, insetti o

roditori. La margarina è un non-cibo!
”...il grande ‘peccato’ dell’uomo occidentale è di essersi staccato dalla natura,

dal suo ambiente. Per lui il sole, la luna, le stelle, i fiori, le piante, gli animali, non

sono più né ‘sorelle’ né ‘fratelli’. Dal cosmocentrismo è passato al teocentrismo

ed è finito nell’antropocentrismo. La conseguenza ‘perversa’ è stata chiara: se

l’uomo è centro di tutto, egli allora diventa despota, può imporre senza remora

le sue leggi, può esercitare violenza sulla natura e oppressione sui fratelli.

Ma la natura espropriata e manipolata manifesta tutti gli effetti boomerang di

un tale intervento”. (Galiano & Marchino (1990)



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ALAA deve essere una politica sociale, una dottrina, una filosofia di vita.

FONTI:

Petrus Marotta Dottor. George Clementis Nigro Licò

Eugenio Benetazzo Giovanni Peccarisio Equivita

Pierluigi Paoletti Claudia Benatti Manuel Lezaeta Acharan

Roberto Marroccessi Roberto De Carli Valdo Vaccaro

ALAA Manuela Piras Howard Strauss

Germano Palmieri Paolo Brunetti e Antonio Papa Lorenzo Acerra

Gazetta, decreto attuativo

ministero Dottor.Giovanni Angilè Dott. Neal Barnard

Avv. Maria Morena Suaria Dottor. Stefano Cagno Armando D’Elia

Federica Avanzini Novivisezione Dott. Herber Shelton

WWW. Vegetarian.it Marcello Pamio Luciano Gianazza

WWW. Disinformazione.it / Mike Adams Lav

WWW. Perm.Org Proff.Kouchakoff Ing. Simoneton

Franco Libero Manco Peter Deumov Maurizio Blondet

Claudia Benatti Arnold Ehret Valerio Pignatta

Nevio Sgherla Dottor. Maria Concetta Digiacomo



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