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giovedì 27 aprile 2017

martedì 18 aprile 2017

Consigli su come educare il gatto alla lettiera

Consigli su come educare il gatto alla lettiera

Gatto con gattini
Come si fa a educare il gatto alla lettiera? Come insegnargli ad usare la cassettina? Ecco qualche consiglio. Prima di tutto è vero che istintivamente il gattino tende ad andare nella lettiera per fare i propri bisogni, però dobbiamo considerare che ci sono alcuni mici che imparano più lentamente, così come ci sono alcuni gatti adulti che smette all'improvviso di usarla.
Normalmente i gattini imparano nelle prime settimane di vita ad usare la lettiera, per imitazione del comportamento degli adulti. Per loro è naturale cercare della sabbia o del terreno morbido per nascondere i propri bisogni. Però ogni tanto qualche micio ha bisogno di aiuto, quindi ecco qualche consiglio su come come comportarsi. 

Insegnare al gattino ad andare nella lettiera


Gattino lettiera
Prima di tutto, bisogna collocare la lettiera in un punto facilmente accessibile al gattino. E' intuitivo che se metto la cassettina a un angolo della casa e la cuccia del micetto in quello opposto, per quanto lui si impegni ad arrivarci non ce la farà mai in tempo e si fermerà a metà strada. Inoltre dovrete fargli vedere chiaramente dove è stata posizionata la lettiera, evitando i posti troppo rumorosi e di passaggio: meglio scegliere un posto appartato e tranquillo, i gatti non amano la confusione, specie quando devono fare i bisognini.
Se dopo aver fatto vedere al micetto dove si trova la lettiera e come usarla (sedetevi con lui vicino alla lettiera e grattate con un dito la sabbietta, esattamente come farebbe un gatto), il gattino non coglie il suggerimento e sporca altrove, non sgridatelo e soprattutto non mettete il muso dentro la sua urina: gli direste semplicemente di farla ancora lì. Pulite bene tutto e più volte al giorno mettete il gattino dentro la lettiera. Quando fa la pipì al posto giusto premiatelo con coccole e cibo.
Ricordatevi di pulire bene il punto in cui ha sbagliato mira: se il gatto continua a sentire lì il proprio odore, penserà che sia quello il posto giusto dove andare. Altra cosa fondamentale da considerare è il numero di gatti che utilizzano la lettiera: una basta al massimo per due gatti, sarebbe meglio se ognuno avesse la sua lettiera. E se il gatto è unico, ma la casa è su più piani, allora ogni piano deve avere la sua lettiera.
Accennavamo prima che la lettiera del gatto deve essere messa in un posto tranquillo. Questo significa non nell'ingresso dove passano tutti, non vicino alla lavatrice dove ogni volta che parte la centrifuga al gatto piglia un coccolone, non dove il cane di casa possa raggiungerla. Mai mettere la lettiera vicino alle ciotole del cibo: voi non mangiate in gabinetto, quindi perché il gatto dovrebbe farlo?
Ricordatevi di cambiare la lettiera frequentemente, una volta a settimana non basta. Le feci andrebbero rimosse subito, ogni due giorni invece sarebbe ideale il cambio totale della lettiera. A meno che non usiate la sabbietta agglomerante, ma anche in questo caso più spesso la cambiate e meglio è. E poi valutate le preferenze del gatto: c'è il micio che non sopporta la lettiera profumata, quello che vuole i granuli in plastica, l'altro che preferisce i classici sassetti, quello che vuole la lettiera coperta, quello che odia la lettiera coperta e via dicendo. E procurate al vostro gatto una bella cassettina ampia, magari con sponde non troppo alte.
Ovviamente queste tecniche e accorgimenti per insegnare al gattino ad andare nella lettiera, valgono anche con l'introduzione di gatti adulti in casa.

Gatto adulto che non usa la lettiera


Gatti lettiera coperta
Ohibò, il mio gatto adulto che ha sempre usato perfettamente la lettiera, di punto in bianco si è messo a farla fuori. Mi starà facendo i dispetti? Sfatiamo subito un mito: il gatto non fa i dispetti, quello è un concetto umano. Molto probabilmente sta cercando di dirvi qualcosa e visto che non può parlare o mandarvi una mail, cerca di attirare la vostra attenzione in questo modo.
Prima di tutto, se il gatto improvvisamente comincia a sporcare fuori dalla lettiera, ha bisogno di una bella visita dal veterinario con annesso esame delle urine e delle feci: magari ha una forma di cistite o dei calcoli, qualche problema intestinale che gli danno fastidio, quindi risolti questi problemi il micio dovrebbe tornare ad essere il solito micione pulito che sporca nel posto giusto.
Se il gatto è in perfetta salute, ma continua a sporcare fuori, allora bisogna capire il perché di questa sua richiesta di attenzioni. Un gatto stressato dall'arrivo di altri animali, persone, cambi di casa, cambi di mobilio potrebbe cominciare a sporcare fuori a distanza di mesi dall'evento traumatizzante.
Se al gatto non piace il posto dove è collocata la lettiera, se è stato spaventato una volta che faceva pipì, se la cassettina è in un posto troppo rumoroso, allora comincia a sporcare fuori. Se non gli piace il tipo di sabbietta, la forma e la dimensione della cassettina, l'odore della lettiera, sporcherà fuori. Se non cambiate frequentemente la lettiera, lui sporcherà fuori: voi fareste pipì in un bagno sporco? Stessa cosa vale per il gatto.
La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.

domenica 16 aprile 2017

La Dea dei gatti


Nel vasto e multiforme pantheon egiziano Bastet è la dea gatta, rappresentata come donna dalla testa di gatto o come una gatta nera. Il suo luogo di culto più importante era la città di Per Bast, che i Greci chiamavano Bubastis, nei pressi dei delta del Nilo, a circa 80 km a nord-est del Cairo, dove furono ritrovati molti templi a lei dedicati.

Dalla VI dinastia il culto si diffuse nell’Egitto, da locale che era inizialmente, e sotto il regno di Pepi II si immaginava Bastet come l’equivalente della Hathor di Dendera; Bastet aveva il potere di stimolare l’amore e la sessualità, e questa è una delle ragioni per cui il suo culto fu così popolare.

Il giorno dedicato alla dea Bastet, giorno di festa dove la gioia giungeva all’estasi, era il 31 Ottobre. Si beveva e si ballava a dismisura, e i bambini non potevano partecipare. Sul Nilo galleggiavano chiatte piene di donne, fiori e vino. Si dice che si trattasse di riti sensuali, pieni di musica e danze.
Erodoto così racconta “Arrivano in barca, uomini e donne assieme, in gran numero su ogni imbarcazione; mentre camminano molte donne fanno musica con dei sonagli, degli uomini suonano il flauto, mentre altri cantano e battono le mani. Quando incontrano una città lungo il fiume portano la barca a riva, ed alcune donne continuano a suonare, come ho detto prima, mentre altre lanciano insulti alle donne del luogo ed iniziano a ballare agitando i loro abiti in tutti i sensi.
All’arrivo celebrano la festa con dei sacrifici, e si consuma in questa occasione più vino che in tutto il resto dell’anno”
Lo stesso Erodoto afferma che il tempio di Bastet, costruito in granito rosso, era il più bello del paese e che vantava il maggior numero di fedeli, parlando di almeno 700000 persone, “bambini esclusi”. L’importanza di queste feste sembrava poco realistica agli egittologi del tardo ‘800, ma nel 1887 un archeologo di nome Henri Édouard Naville, scoprì il sito e dimostrò la veridicità dei resoconti di Erodoto.
A Bubastis è stata rinvenuta una grande necropoli di gatti e, sempre Erodoto, ci dice:
“I gatti defunti vengono portati a Bubastis, dove sono mummificati e sepolti dentro delle urne sacre”
Migliaia di felini furono sepolti in gallerie sotterranee della città e dei dintorni di modo che potessero portare il messaggio del loro padrone fino agli dei.
Naville fece ricerche sia nel sito del tempio di Bubastis sia nelle catacombe dei gatti, oltre che in alcune sepolture faraoniche, e provò così che si trattava eventi religiosi considerevoli, i cui devoti erano di ogni classe sociale della popolazione egizia.
Bastet nasce come divinità solare, personificando il calore benefico del sole, al contrario di Sekhmet che ne incarna il calore bruciante; solo in epoca greca venne assimilata ad Artemide, diventando così una dea lunare.
Ad Efeso era così adorata soprattutto come dea della fertilità. Infatti mentre le statue greche la ritraggono come una giovane con arco e frecce, le statue provenienti da questa zona la mostrano con il busto coperto di protuberanze rotondeggianti che sono state interpretate sia come seni che come testicoli di toro.
E’ proprio l’arco di Artemide a simboleggiare, nel periodo post classico, la falce lunare.
La vergine dea della caccia, della selvaggina e dei boschi, era infatti adorata anche come dea del parto e della fertilità perché si diceva avesse aiutato la madre a partorire il fratello Apollo.
Dalla II dinastia Bastet fu rappresentata come un gatto selvatico o come una leonessa; e solo dal 1000 a.e.c. ebbe la forma di un gatto domestico, ed in epoca greca divenne anche più comune la raffigurazione come donna dalla testa di gatto; inoltre fu associata al dio leontocefalo Mihos, venerato a Bubastis assieme a Thot, in qualità di sua madre e ad Atum, il demiurgo, come sposa, anche se secondo altre fonti, Mihos sarebbe figlio di Ptah e Sekhmet.

Il gatto era un animale sacro in tutto l'antico Egitto e ad esso venivano dedicati templi, poesie e invocazioni, mentre i resti mortali ne venivano mummificati, ponendo acccanto alle mummie dei topi perché avessero cibo per l’eternità.
Era onorato perché proteggeva i granai dai topi e quindi il popolo dalla carestia, ma per quanto addomesticato, non era un animale abituato all’uomo come oggi.
Si dice che l’abissino incarni il vero gatto egiziano, ma il gatto egiziano per eccellenza resta il Mau, dallo splendido manto maculato, la corporatura agile, le fattezze simili a quelle trovate nelle pitture parietali delle tombe e nelle statue.
Gli egizi divennero talmente devoti alla dea Bastet e ai gatti che promulgarono leggi per impedirne l’esportazione ma i mercanti fenici riuscirono a contrabbandarne alcuni nei paesi del Mediterraneo. Era altresì severamente punito chi attentava alla vita di un gatto.
Bastet è indicata figlia di Ra, oltre che come uno dei suoi “occhi”, ossia che veniva inviata per annientare i nemici dell’Egitto e dei suoi dei.
È una dea dal duplice aspetto, pacifico e terribile: nella sua forma di gatta o di donna gatto è la dea benevola, protettrice dell’umanità, dea della gioia e delle partorienti; nel suo aspetto feroce è nota per le sue collere, rappresentata con testa leonina, ed identificata con Sekhmet, la Possente, dea della guerra (oltre che della medicina). Come tutti i felini è attraente e pericolosa assieme, dolce e crudele: è il simbolo della femminilità, la protettrice del focolare e della maternità, ma è anche pronta a lottare quotidianamente col serpente Apophis, colui che contrasta la corsa della barca solare e delle forze benigne della creazione. In una delle tombe della valle delle regine è raffigurata portando dei coltelli per proteggere il figlio del re, e si dice che abbia partorito ed allattato il faraone, del quale sarebbe la dea protettrice.
Suo attributo era il sistro, strumento musicale creato da Iside, e detenuto anche da Hathor; uno degli appellativi della dea gatta era “Signora delle Bende”.
Una leggenda dice che Ra, offeso dall’umanità, inviò Hathor per punirla e sterminarla; la dea, una volta assunta la forma di Sekhmet, iniziò la strage; in seguito Ra, mosso a più miti consigli anche dagli altri dei, cercò di richiamare la dea furiosa: a questo scopo fece preparare della birra mischiata con ocra rossa per avere una liquido simile al sangue, e lo fece versare sul terreno. Sekhmet lo vide e lo bevve, ed ubriaca si addormentò, calmandosi. Passata la collera la dea assunse la forma di Bastet; un’altra variante del mito afferma che Bastet si bagnò nel Nilo e che in seguito tornò a Bubastis: sembra i devoti egiziani ripercorressero questo viaggio in onore della dea e come venerazione per i gatti.

I riti in onore di Bastet erano incentrati sull’idea della purificazione e la profumazione, con riferimento alla purificazione femminile durante il ciclo mestruale.
Dopo la fine della lunga era faraonica furono scoperte moltissime statue di Bastet, adorne di ori, con le code che accompagnano il corpo girate verso destra, doni, profumi e tesori.
Bastet seduce e incanta, in lei vi sono il maschile solare e il femminile lunare, la forza luminosa a tutti palese e la potenza indipendente e misteriosa, segreta, femminina, lunare.
Bastet era la Signora dell'amore, della gioia, del piacere, della danza e del canto e sotto la sua protezione erano posti gli animali a lei sacri, i gatti, ma anche chi incarnava questi aspetti di indipendenza e di fascino misterioso, di fragilità e di bellezza, quindi i bambini e le donne.
Ella era venerata e invocata dalle donne per avere in dono la fertilità e per proteggere poi la gravidanza.
Bastet incarna ciò che di più intimo e femminile è rinchiuso dentro di noi e attende, a volte, unicamente di emergere: la sensualità e la dolcezza, il fascino e la generosità, l’amore e la passione, il desiderio e il piacere, la vita che rifulge in tutta la sua pienezza.




domenica 2 aprile 2017

Pane e danni alla prostata

Molto stranamente e diversamente dal solito ieri sera mi è capitato di avere la TV accesa e guardare Striscia la Notizia. Pur essendo molto contrario al tipo di informazione di massa che fanno, facendo sembrare “tutta l’erba un fascio” nelle menti della popolazione italiana, ho assistito invece ad un servizio interessante che ha rivelato la verità sul cibo più comune al mondo: Il pane! So che molti di voi sono ben consapevoli dei danni delle farine bianche raffinate per l’organismo e quindi per la prostata, ma molti altri ancora non ne sono al corrente a causa appunto di una disinformazione generale pilotata consapevolmente dai magnati dell’industria alimentare e farmaceutica. CLICCA QUI PER VEDERLO: Pane: Tutta la Verità sul pane bianco raffinato Il video spiega molto brevemente cos’è in realtà il pane bianco oggi e come ci viene tranquillamente spacciato come cibo che non dovrebbe mai mancare sulla tavola. La farina bianca raffinata con la quale viene prodotto è inrealtà un prodotto talmente impoverito e morto che non contiene più nulla delle proprietà del chicco del grano. La farina raffinata è considerata al pari dello zucchero bianco (DANNOSO) nell’innalzamento dell’indice glicemico. L’insulina favorisce il deposito di grasso che porta a malattie cardiache e a trigliceridi elevati. Il pancreas si sovraccarica di lavoro e blocca la produzione di insulina provocando ipoglicemia (poco zucchero nel sangue) e diabete. Diabete e celiachia infatti sono due malattie “moderne” strettamente collegate al consumo di farine raffinate che c’è stato negli ultimi 50 anni. Inoltre la farina di grano raffinata alimenta le infezioni come le prostatiti batteriche creando un terreno fertile per batteri dannosi per la prostata con un conseguente indebolimento del sistema immunitario. Come se non bastasse la farina bianca porta dei grossi problemi di acidità nel sangue che considero essere una delle cause principali che provocano malattie strettamente legate alla prostata come la prostatite e l’ipertrofia prostatica. La soluzione a questo problema mondiale è ovviamente ridurre o meglio eliminare completamente ogni tipo di pane bianco dalla nostra dieta, magari sostituendolo inizialmente con pane integrale e preferibilmente senza lievito che abbiamo visto essere anch’esso dannoso per le infezioni alla prostata. Nella speranza che qualcosa si svegli a livello mondiale per quanto riguarda la manipolazione dell’informazione saluto tutti e ringrazio per il supporto che molti di voi mi danno nel mantenimento di questo sito web. In procinto del mio imminente viaggio in India: