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sabato 14 ottobre 2017

Microchip sugli animali (Parte I)

Microchip sugli animali (Parte I)
A cura di Marianna S. per Disinformazione.it - 25 giugno 2004
Il D.P.C.M. 28/02/2003 lettera c) (G.U. n°52 04/03/2003) riguarda il consenso all’identificazione degli animali da compagnia attraverso l’utilizzo di un microchip (trasponder) (impiantato sotto cute) su tutto il territorio nazionale.
Premessa.
Nel 1991 con la legge 281 si istituì di fatto “l’anagrafe canina” nell’intento di affrontare e ridurre il fenomeno randagismo e abbandono dei cani. La conseguenza fu l’obbligatorietà del tatuaggio divulgato come UNICO, INDISCUTIBILE, SICURO e INDOLORE (!) mezzo di identificazione per tutti i cani.
Negli anni seguenti l’esperienza diretta sugli animali dimostrò e confermò tutti gli aspetti negativi di questo mezzo di identificazione :
- Necessità di un’anestesia per evitare il dolore provocato dall’operazione del tatuaggio;  difficoltà di lettura dei dati tatuati, lo sbiadirsi degli stessi con il tempo;
- impossibilità di leggere il tatuaggio su cani con cute pigmentata;
- casi di manomissione con bruciature o asportazione del lembo di pelle tatuato;
- numerosi problemi inerenti alle diverse modalità di archiviazione dei dati da parte degli enti preposti con conseguente inefficacia del sistema.
Sulla base di queste considerazioni alcune regioni introdussero l’identificazione mediante microchip  come metodo alternativo e in futuro sostitutivo del tatuaggio.
Anche l’E.N.C.I. (Ente Nazionale della Cinofilia Italiana) che gestisce direttamente l’anagrafe dei cani di razza, vista l’inaffidabilità del tatuaggio, introdusse il microchip. Dal 01/01/2000 la F.S.A. (Fondazione Salute Animali) rese obbligatorio il microchip per i cani certificati con l’intento di salvaguardare la purezza delle razze da malattie ereditarie, sostituzioni dolose od accidentali di identità con conseguente danno economico.
Il presidente dell’E.N.C.I. (specialista medico veterinario) molto professionalmente, si preoccupò di emanare informazioni tecniche, mediche e precauzioni riguardo l’applicazione del microchip, onde evitare brutte conseguenze per i cani registrati nel prezioso libro genealogico e quindi dal rilevante valore economico.
Vi riporto in sintesi tali informazioni tratte da www.enci.it/vezzoni, (tra parentesi alcune mie personali precisazioni):
Il microchip ISO è costituito da una capsula iniettabile di vetro biocompatibile che contiene un chip e una micro-bobina che viene attivata dal lettore solo nel momento in cui viene avvicinato e che permette la lettura del chip stesso.Quando il microchip non viene attivato è un corpo completamente inerte e  non emette alcun tipo di onda. Anche se ritenuto improbabile, (ma non impossibile), un trauma diretto verso la sede di impianto potrebbe danneggiare la struttura del microchip e renderlo inerte. La superficie esterna della capsula è trattata con microsolchi per facilitarne l’ancoraggio nei tessuti sottocutanei ed impedirne, pertanto, la migrazione; (questo lo dicono le case produttrici, ma  ad oggi si sono verificati casi di migrazione: per effetto per esempio della gravità alcuni cani si sono ritrovati con il microchip nella zampa, e che dire del pericolo di formazioni di cisti e reazioni di rigetto a un corpo estraneo introdotto in un essere vivente?). Il microchip ha una dimensione esterna di 13mm x 2mm ed è contenuto in una siringa mono-uso con un ago di grosso calibro e molto affilato, e in mani inesperte potrebbe essere pericoloso per l’animale e per lo stesso operatore. La sede d’impianto standard in Europa è il sottocute della porzione media sinistra del collo. L’impianto del microchip è di pertinenza veterinaria, in quanto devono essere garantiti: il rispetto delle norme igieniche necessarie per evitare infezioni, il rispetto della sede d’inoculazione, l’attenzione ad evitare le strutture vascolari vicine (arteria carotide e vena giugulare) e di ferire l’orecchio o l’occhio in caso di movimenti improvvisi dell’animale e la cura nell’effettuare un’esecuzione indolore; l’utilizzo o meno di un anestetico locale  è a discrezione del veterinario (Aggiungo anche, che la legge impone l’impianto entro i primi tre mesi di vita dell’animale, quindi parliamo di cuccioli).
L ‘identificazione del microchip (scanning) sarà possibile con un lettore, (alquanto sensibile e bisognoso di un’accurata manutenzione), che  emette e riceve energia elettromagnetica e per tanto influenzabile da altri apparecchi elettronici o da oggetti metallici. Per questo motivo, canili e cliniche veterinarie, (e il mondo intero),  possono essere considerati ambienti ostili per la presenza di computer, luci fluorescenti e tavoli di acciaio inossidabile, per citare solo alcuni esempi. Si deve mantenere una distanza di almeno un metro dagli apparecchi elettronici. Prima di  eseguire lo scanning ci si deve ricordare di rimuovere dal cane un eventuale collare metallico.” 
Dopo queste raccomandazioni chiunque si sentirebbe autorizzato a dubitare dell’innocuità e funzionalità di questo sistema elettronico di identificazione. I nostri animali dovranno portare per tutta la vita all’interno del loro corpo un semplice microchip, impiantato semplicemente con una “iniezione”.
E’ lecito domandarsi, se altrettanto semplicemente, può essere attivato dai milioni di apparecchi elettronici in cui tutti noi, compresi i nostri animali, siamo immersi 24 ore al giorno, (pensate solo ai cellulari o ai telecomandi) con conseguente emissione di onde elettromagnetiche che entrerebbero direttamente a contatto con i tessuti organici.
Chi può escludere allora che le onde magnetiche non interferiscano sugli equilibri naturali dei nostri animali abbassando, per esempio, le difese immunitarie o alterando il sistema neurologico?
Pensate ai numerosi cetacei che si arenano sulle spiagge a causa delle interferenze tra il loro sofisticato sistema di comunicazione e di orientamento naturale, (ancora oggi oggetto di studio) e i sistemi elettronici (radar, satelliti ecc.) dei sottomarini.
Chi può rispondere a queste domande che si pongono persone e medici veterinari coscienziosi  il cui unico interesse è di salvaguardare la salute e il benessere degli animali? Nessuno!!
Nessuno potrà rispondere perché non è mai stata eseguita una seria ricerca in merito, condotta da personale professionale, al di sopra delle parti, (privo quindi di qualsiasi interesse economico, politico ecc.), mirata a studiare eventuali patologie imputabili all’impianto del microchip a breve e lungo termine; creando una storia medica scientifica a cui attingere informazioni indispensabili per sostenere che un sistema così invasivo e innaturale, sia assolutamente sicuro per gli animali, da imporlo perfino con una legge. Legge che viene accettata e divulgata a tutela del BENESSERE degli animali.
Si sono fatte in passato prove, mirate a garantire la funzionalità tecnica, a semplificare la vita di tutti e a garantire guadagni di tanti. Per es., al 1° Convegno Nazionale sugli Animali da Compagnia (Milano 1996), si sono resi pubblici i risultati di una sperimentazione, regolarmente deliberata, avvenuta nei comuni di Tradate e Livigno (SO), eseguita dal servizio veterinario regionale e locali, (USSL n.7 e n.22) come segue:
La sperimentazione si è conclusa con il tatuaggio elettronico di 2.700 cani e con la rilettura del trasponder a distanza di tempo che ha consentito una percentuale di identificazione media superiore al 98%, tale livello di lettura è da ritenersi valido in particolare se paragonato alla difficile o spesso impossibile lettura del tatuaggio. A ciò si aggiunga la notevole facilità di applicazione ed il conseguente risparmio di tempo per gli operatori e di impegno per i proprietari. Non è stata scritta una sola parola a garanzia della sicurezza e incolumità o BENESSERE degli animali, probabilmente per tale garanzia è necessaria una sperimentazione più scientifica e lunga in termini di tempo, che tradotto significa investimento di denaro pubblico.
L’Italia è sempre in deficit, ed  è per questo, che durante le manovre finanziarie assistiamo ai  classici giri di vite, dove la ricerca scientifica subisce spesso e volentieri tagli incresciosi, quindi è fantascienza pensare che s’investano risorse, in ricerche finalizzate esclusivamente alla tutela della salute e benessere degli animali da compagnia.  
Inquinamento magnetico, energie sottili sono termini conosciuti da tutti ma gli effetti di tutto ciò sugli esseri viventi si conoscono ancora poco per permettere agli scienziati di calibro mondiale di pronunciarsi in merito: occorrono ancora tante informazioni avvalorate da sperimentazioni. Quale allora miglior occasione che sperimentare direttamente sui nostri animali e a spese nostre!
Dal 2005 il microchip sarà obbligatorio in Italia, e dal 2008 lo sarà in tutti i 25 paesi dell’Europa.
Sono tantissime le persone sensibili, generose; spesso ci distinguiamo per iniziative come il volontariato e non solo a favore degli animali, e questo ci rende orgogliosi e meritevoli, ma da sempre siamo oggetto di strumentalizzazione da parte di propagande mediatiche, che esaltano continuamente casi di cronaca durissimi, (cani evirati con forbici per la strada o uccisi a bastonate, gatti bruciati vivi, e infinite altre storie raccapriccianti ).

Microchip sugli animali (parte II)

Microchip sugli animali (parte II)
A cura di Marianna S. per Disinformazione.it - 25 giugno 2004
Tutto fa leva sull’emotività e sensibilità di ognuno e ci induce all’inevitabile sdegno e disprezzo per chi compie atti così riprovevoli, assieme a paura e/o terrore di animali-Killer (vedi Pitbull). L’esigenza di una soluzione è sempre più pressante e la risposta che ci viene data è il “CONTROLLO” di tutto e di tutti. Ed ecco comparire il microchip pubblicizzato come UNICO,  INDISCUTIBILE, SICURO e INDOLORE sistema per aiutare gli animali, contrastare il randagismo salvaguardando la salute dei nostri amatissimi amici; costringendoci, così, ad un altro atto usurpativo sugli animali, che presto si rivelerà inefficace come è avvenuto per il tatuaggio.
L’abbandono degli animali e conseguente randagismo è una piaga vergognosa della nostra società. E’ un problema morale, etico e sociale che rivela il grande lavoro che dobbiamo ancora fare tutti per evolverci al punto da non sentire più parlare di abbandoni o maltrattamenti e non solo di animali.
Quindi leggi migliori, studio, ricerca, divulgazione, educazione, informazione e quant’altro per aumentare la coscienza collettiva, l’Unica Vera Conquista. Non sentiamoci autorizzati a impiantare un microchip in tutti gli animali solo perché non ci siamo impegnati abbastanza tra di noi, o forse perché crediamo sia un mezzo più facile e sbrigativo o peggio ancora più remunerativo.
Il 3 febbraio scorso, è stato approvato dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera una modifica all’articolo 9 della Costituzione in materia d’ambiente: Art.1.-1. All’articolo 9 della Costituzione il seguente comma dice: “La Repubblica riconosce l’ambiente, i suoi ecosistemi, le sue biodiversità, valori primari per la salvaguardia e lo sviluppo della qualità della vita; garantisce la loro protezione e ne promuove il rispetto, sulla base dei principi di reversibilità, precauzione e responsabilità, anche nell’interesse delle future generazioni; tutela le esigenze, in materia di benessere, degli animali in quanto ESSERI SENZIENTI”. Questa nuova interpretazione etica, ci fa onore e ben sperare, ma come può conciliarsi con la legge sul microchip? Tecnica indiscutibilmente innaturale, invasiva, non sicura e dalla incerta efficacia????
Lasciamoli stare gli animali quando possiamo.
L’uomo, in ragione della buona fede e di idee geniali (es. microchip), o per il bene e la sicurezza della comunità, si sente sempre in diritto di punzecchiare, tagliare, marcare, praticare qualsiasi altra tecnica sia capace di inventare sul corpo degli animali, appropriandosi di uno spazio che non gli compete perché di pertinenza della Natura. E la Natura si riprende puntualmente il suo spazio, infatti, come avviene nelle alluvioni, conseguenza degli interventi dell’uomo sull’ambiente, così avviene per i cani snaturati dall’uomo che si ribellano uccidendo. Quanto dobbiamo ancora sbagliare per imparare???
Questa legge è una Macro offesa per gli animali e un Macrofallimento per gli uomini in quanto legalizzerebbe l’impianto del microchip su esseri viventi.
Gravissima responsabilità!!!!!
Da tempo ci si impegna assiduamente per trovare il modo di applicare il microchip in tutti i campi possibili immaginabili: farmaci, automobili, vestiti, alimenti, mobili componibili, sotto la corteccia degli alberi, nei braccialettini dei neonati (progetto pilota della clinica milanese Melloni) tutti ampiamente giustificati.
E i prossimi? Perché no sugli uomini.
Fra non molto ci obbligheranno ad impiantare il microchip ai bambini per evitare che si perdano sulle spiagge affollate, che vengano abbandonati, maltrattati, rapiti e ci diranno che è un metodo sicuro perché ampiamente sperimentato sugli animali. Forse questo farà sorridere molti, ma spero faccia anche riflettere sul fatto che, sul giornale “La Nazione” già nel 1999 il 16/11, fu scritto un articolo sulle dichiarazioni di Steven A. Egger, professore di giustizia criminale della Illinois University di Springfield negli USA, che in occasione della quarta riunione Internazionale di Sociologia e Biologia della Violenza a Valencia affermò:
“Oggi come oggi non abbiamo la minima idea di come si possa cambiare il comportamento del serial Killer. L’unica porta aperta è che si possa impiantare nel suo cervello un microchip per cambiarne la condotta. Ciò sarà tecnicamente possibile fra qualche anno”
Dunque, quello che si può celare dietro un semplice microchip è alquanto inquietante, però a quanto pare molto REMUNERATIVO. Infatti, la multinazionale STMicroelectronics, uno dei più grandi produttori di microchip, nel 1997 ha aperto uno stabilimento a Catania, facendo da pioniere all’odierna Etna Valley, un vero e proprio insediamento di numerosissime ditte, tra cui tanti colossi mondiali, tutti nel settore dell’elettronica. La zona dell’Etna è ricca di silicio e per tanto indispensabile alla costruzione dei microchip.
Tutti possiamo immaginare il conseguente impatto ambientale odierno e futuro per la nostra bella Sicilia. Il microchip tanto piccolo é un condensato di sprechi, E’ quanto afferma lo studioso Enric Williams, ricercatore presso la United Nations University di Tokyo. Egli afferma che per costruire un normale microchip che pesa solo 2 gr sono necessari una quantità di combustibili fossili pari a un peso di circa 1,6 kg, varie sostanze chimiche per un peso approssimativo di 72 gr e una certa quantità d’acqua stimata in 32kg. Alcune delle sostanze utilizzate sono molto dannose per l’ambiente. Ma lo studio ha voluto soprattutto dimostrare quanto sia sbagliata l’attuale politica delle industrie produttrici di microchip, concentrata infatti, sulla riduzione dei consumi, credendo erroneamente che il basso consumo energetico vada a beneficio dell’ambiente: ma non si tiene conto in alcun modo delle enormi energie che si sprecano per ottenere questo basso consumo.
L’ identificazione elettronica che impone la sopraccitata legge, si basa non solo su microchip e rispettivo lettore ma, su una Banca Dati comunale, provinciale, regionale e internazionale (in Europa si trova a Bruxelles) con una interscambiabilità dei dati, fattore indispensabile, altrimenti il microchip sarebbe del tutto inutile.
Oggi purtroppo sono numerosissimi i problemi di organizzazione all’interno delle singole regioni, come la mancanza di omogeneità e coerenza nell’archiviare i dati, problemi di competenze, problemi di incompatibilità tra i sistemi informatici delle USSL e quelli dei veterinari accreditati, mancanza di accordi interregionali ecc. ecc.. Mettere a regime una Banca Dati nazionale e internazionale occorre ancora tanto impegno politico ed economico e tanto tempo, troppo per poter affermare con incessante accanimento che il sistema funziona al punto da renderlo obbligatorio con una legge. Oggi si commette lo stesso errore commesso con il tatuaggio, tecnica vecchia e ampiamente conosciuta - ma che all’epoca non si poteva sapere che fosse un così grande fallimento - però migliaia di cani sono stati sottoposti a questa procedura dolorosa e inutile e oggi dovranno subire anche l’impianto del microchip!!!
Alcuni sosterranno che non c’è paragone, il microchip è più tecnologico e attendibile del tatuaggio. Ma, la tecnologia per quanto evoluta ha sempre un margine di errore. Errore previsto perfino dalla legge. Per esempio, nell’art. 8 della L. n.27/2000 della regione Emilia Romagna  si precisa quanto segue:
“Qualora il microchip inserito risultasse indecifrabile, il proprietario è tenuto a procedere ad una reiscrizione all’anagrafe e conseguente reidentificazione dell’animale”. 
Vale a dire che dovremo impiantare nel nostro animale, un altro microchip se questo risultasse per qualche oscura ragione illeggibile o introvabile. Oggi ha più probabilità di ritornare dal suo padrone un cane dotato di collare antisfilamento corredato di medaglietta con inciso il numero di telefono leggibile da chiunque, che un cane con un microchip!!!

"Mucche folli"

"Mucche folli"Conferenza di Rudolf Steiner del 13 gennaio 1923 Traduzione a cura di Mariolina Stefanoni - dal sito www.agribionotizie.it 
L'uomo mangia regolarmente alimenti vegetali e alimenti animali. Vi ho già detto una volta che io non propendo per alcun regime alimentare, ma spiego semplicemente come agisce questo regime.
E' successo spesso che qualche vegetariano venga da me per parlarmi della sua tendenza a perdere leggermente conoscenza, ecc. ed io allora dico: "beh, ciò dipende dal fatto che lei non mangia la carne." Bisogna considerare le cose in maniera obbiettiva, vero? Non bisogna voler arrivare ai propri fini con la forza.
Ma cosa significa considerare in maniera obbiettiva quanto riguarda l'alimentazione vegetale e l'alimentazione carnea?
Dunque signori, prendiamo in considerazione la pianta. La pianta giunge a sviluppare il suo seme, che è nascosto nella terra, in modo che esso formi foglie verdi e petali colorati. E paragonate ciò che raccogliete della pianta - sia che cogliete la spiga o l'intero cavolo da cucinare - paragonatelo dunque con la carne, con la massa muscolare di un animale. La sostanza è completamente differente, vero? Ma che legame c'è tra queste due sostanze?
Sapete bene che ci sono animali che si comportano come vegetariani, essi non mangiano carne. E nemmeno i cavalli sono carnivori, essi non mangiano che vegetali.
Ora, bisogna rendersi conto che l'animale non si accontenta di ingurgitare del nutrimento, ma si sbarazza anche in continuazione di ciò che si trova nel suo organismo. Voi sapete che, per esempio, gli uccelli mutano le penne; ogni anno le perdono e devono rimpiazzarle con delle nuove. Sapete che i cervi perdono ogni anno i loro palchi. Voi stessi quando vi tagliate le unghie constatate poi che esse ricrescono. Ma ciò che in questi casi appare in modo visibile, accade continuamente in modo impercettibile! Noi eliminiamo continuamente la nostra pelle, l'ho già spiegato in altre occasioni e nel giro di sette, otto anni noi eliminiamo tutto il nostro corpo e lo rimpiazziamo con un corpo nuovo. Lo stesso succede con gli animali. Fermiamoci un momento a considerare una mucca o un bue: ebbene, se voi lo prendete qualche anno più tardi, la crne che lo costituisce è completamente cambiata.
C'è un po' di differenza tra il bue e l'uomo; la rigenerazione è più rapida nel bue. La sua carne si è dunque rigenerata; ma da che cosa si origina questa carne? E' questo che dobbiamo domandarci. All'origine ci sono solo materie vegetali. Il bue ha prodotto da sé la sua carne a partire da materie vegetali. Questa è la cosa più importante che dobbiamo rilevare: l'organismo animale è dunque in grado di trasformare i vegetali in carne. Ebbene, Signori, potete far cuocere un cavolo quanto volete, ma non riuscirete mai a trasformarlo in carne mettendolo in pentola o in casseruola, come non è possibile trasformare in carne la torta che abbiamo appena fatto. Non c'è una tecnica che permetta questa trasformazione. Ma tuttavia ciò che non si può ottenere con la tecnica, avviene nell'organismo animale. E', molto semplicemente, la carne prodotta dal corpo dell'animale, ma le forze necessarie a quest'operazione devono prima essere presenti nell'organismo. Tra tutte le forze tecnologiche di cui disponiamo, non ci sono quelle in grado di trasformare i vegetali in carne. Non ne abbiamo. Anche il nostro corpo, come quello animale, possiede dunque le forze capaci di trasformare le sostanze vegetali, le materie vegetali in materia carnea. Consideriamo ora una pianta. Essa si trova ancora in un prato o in un campo e fino a questo momento le forze che hanno agito su di lei , hanno fatto spuntare le foglie verdi, le bacche etc.
Supponiamo ora che una mucca mangi questa pianta. Una mucca o un bue che mangi questa pianta, la trasformerà in carne. Ciò significa che il bue possiede in sé le forze che gli permettono di trasformare questa pianta in carne. Immaginiamoci ora che il bue venga voglia di dirsi: " Ne ho abbastanza di passeggiare e non far altro che mangiare erba ! Un altro maiale può farlo per me ed io mi mangerò questo animale!" Dunque il bue si metterebbe a mangiare la carne e tuttavia egli stesso è in grado di fabbricarsi la carne! Tutte le forze che in lui potrebbero produrre la carne si troverebbero "disoccupate". Prendiamo una fabbrica qualunque che dovrebbe produrre una cosa qualunque e supponiamo che non si produca niente , ma che si metta ugualmente in moto tutta la fabbrica - immaginate un po' l'enorme spreco di forze che ci sarebbe! Si sprecherebbe una grande quantità di energia . Ora, Signori, la forza che viene sprecata nel corpo dell'animale non può dissiparsi all'esterno. Il bue trabocca di questa forza; in lui allora essa fa qualcos'altro che trasformare le materie vegetali in materie carnee. Essa agisce in maniera differente e produce in lui ogni sorta di rifiuti. Al posto di carne vengono fabbricate delle sostanze dannose. Il bue si riempirebbe dunque di tutte le tossine possibili se improvvisamente diventasse carnivoro. In particolare si riempirebbe di acido urico e di urati. Ora gli urati hanno l'abitudine di avere un debole per il sistema nervoso e per il cervello. Se il bue mangiasse direttamente della carne, ne risulterebbe una secrezione di una quantità enorme di urati che si depositerebbero nel cervello e il bue diventerebbe folle. Se potessimo fare l'esperimento di nutrire tutta una mandria di buoi offrendo loro come cibo delle colombe, otterremmo una mandria di buoi completamente pazzi. E' così che succederebbe. Malgrado la dolcezza delle colombe, i buoi diventerebbero folli.
Vedete dunque che questo fatto contraddice il materialismo, perché se i buoi non mangiassero che colombe, dovrebbero diventare dolci come colombe, se contasse solo l'azione della materia - ma se c'è una cosa che non farebbero, è proprio quella; essi al contrario diventerebbero degli essere terribilmente focosi e scatenati. Pensate solamente che i cavalli confermano già questo fatto: diventano focosi alla minima quantità di carne che gli si dà; si eccitano perché non sono abituati all'alimentazione carnea. Bene, Signori, tutto ciò non è senza riferimento all'uomo. La storia ci insegna una cosa molto interessante, e cioè che una buona parte della popolazione asiatica, è strettamente vegetariana. Quei popoli sono in effetti degli esseri dolci e poco bellicosi. E' solo a partire dal Medio Oriente, che si comincia a mangiare la carne ed è proprio là che cominciò il furore guerrafondaio. Ciò si spiega col fatto che, quei popoli asiatici che non mangiano carne, usano le loro forze per trasformare le materie vegetali in materie carnee, forze che resterebbero inutilizzate, incoscienti. Ne risulta che questi popoli restano dolci, mentre gli altri non lo sono altrettanto. Orbene, bisogna sapere che quegli uomini non hanno potuto abbandonarsi che pian piano a queste riflessioni, che facciamo noi ora. Perché quando gli uomini cominciarono a mangiare la carne, non era possibile abbandonarsi alla riflessione come noi abbiamo appena fatto. Essi erano guidati dal sentimento e dall'istinto. Vedete, il leone mangia sempre la carne, non è vegetariano. Il leone ha un intestino molto corto. E gli animali che sono erbivori hanno gli intestini molto lunghi. I loro intestini sono molto lunghi. Si trova lo stesso fenomeno nell'uomo. Un uomo discendente da una razza o da un popolo in cui tutti gli antenati mangiavano carne, ha già gli intestini più corti. I suoi intestini sono diventati troppo corte per un'alimentazione esclusivamente vegetariana. E' allora necessario che l'uomo passi per tutto ciò che lo rende adatto a conservare, malgrado tutto la sua salute, se non mangia che vegetali.
Certo, oggigiorno è veramente possibile essere vegetariani. E ciò porta molti vantaggi. Più precisamente, mangiare solo vegetali e non carne è vantaggioso nella misura in cui ci si stanca meno velocemente dall'interno perché giustamente si evita la secrezione di urati e di acido urico. Ci si affatica meno velocemente e si conserva la testa più chiara , di conseguenza si pensa più facilmente, se mai si pensa. Per chi non può pensare, naturalmente non è vantaggioso avere la testa libera degli urati perché è indispensabile che tutto il complesso umano sia in accordo. In breve è possibile all'uomo diventare vegetariano se fa uno sforzo su se stesso. Allora egli usa delle forze che semplicemente restano inutilizzate dalla maggior parte degli uomini che oggigiorno mangiano carne.
(Estratto da -Salute e Malattia - conferenza di Rudolf Steiner del 13 gennaio 1923 (pg.329-333) Editions Anthroposophiques Romandes). Traduzione a cura di Mariolina Stefanoni

L’Uomo-Re e i maltrattamenti agli animali

L’Uomo-Re e i maltrattamenti agli animalia cura di Marianna
IERI
Nel 1910 a Costantinopoli, (l’odierna Istanbul), migliaia di cani randagi si aggiravano per la città completamente abbandonati a se stessi .Erano animali socievoli e buoni, ma la polizia in ragione dell’ORDINE , decise di liberarsene. Non furono uccisi, però… ma accalappiati brutalmente da squadroni di poliziotti curdi, che dopo averli ammassati in gabbie e traghettati  a bordo di chiatte  su un isolotto deserto, (l’isola di Oxia nel mare di Marmora), vennero completamente abbandonati  al sole, senza acqua né cibo. L‘isola divenne famosa per il suo fetore percepibile da lontano. Migliaia di  cani e uccelli si disputavano ferocemente le carcasse degli animali morti.
Lo scrittore G. Goursat, detto Sem, visse quei fatti di persona e ne ha lasciato testimonianza nei suoi scritti.  (1)

OGGI
Marzo 2002 - A Sofia (Bulgaria) il sindaco della città approfitta della visita  imminente del Papa, per promuovere una maxi operazione di «PULIZIA» della città e risolvere così il problema randagismo.
Viene emanata un’ordinanza che prevede: otto squadre di accalappiacani per catturare tutti gli animali randagi. Deportazione degli animali in una località chiamata Lozanetz, un vero e proprio lager; soppressione degli animali ogni giovedì con una iniezione d’aria nel cuore. Dei 60.000 animali in pericolo, tra cani e gatti, non si sa quanti abbiano subito quella triste sorte.(2)

Gennaio 2004 - In Grecia, «culla della civiltà», le autorità governative in vista dell’Olimpiadi 2004, per affrontare il problema randagismo, (piaga nazionale da tanti anni), e fare ORDINE e dare quindi un’immagine più decorosa delle città, non ha saputo fare di meglio che catturare e stipare i cani  randagi in rifugi lager (come sopra), con acqua, cibo, assistenza medica insufficienti. Sono state trasmesse dalla tv greca ERT3 immagini di cannibalismo e di cani con terribili ferite ricoperte di vermi. Per gli animali  che non hanno trovato posto nei canili, ci hanno pensato i numerosi bocconi avvelenati o pieni di  vetri rotti sparsi  ovunque ( dai soliti ignoti naturalmente), in maniera così massiccia da rappresentare un pericolo anche per i cani con padrone e per i bambini, come testimoniano le diverse proteste di privati. Carcasse di cani morti vengono continuamente raccolte dai netturbini assieme all’immondizie. Altri più fortunati… hanno trovato, probabilmente, la strada verso istituti di sperimentazione, o si sono trovati un cappio intorno al collo e sono andati direttamente al Creatore. E’ certo, comunque che sono spariti ben 3000 cani nel solo mese di Agosto 2003 e nessuno è stato in grado di fornire spiegazioni. (3)              
Luglio2004 – Australia. Il governo ha deciso l’abbattimento dei canguri soprattutto nella zona della diga di Googong Dam nei pressi della città di Camberra dove si sta vivendo un difficile problema di convivenza con questi animali. In ragione della SICUREZZA comune , per l’ennesima volta si è deciso di ricominciare a sparare a canguri e cangurini.(4)
Ordine, pulizia, sicurezza comune, i grandi virtuosi pretesti per nascondere ignobili misfatti.
A distanza di quasi un secolo è evidente che l’uomo non ha ancora imparato a vivere serenamente con l’animale e con il mondo intero, nonostante la tanto acclamata emancipazione culturale il rapporto uomo-animale è sempre più fragile e tormentato. L’essere umano si comporta come un disadattato, avvalendosi di metodi tecnologicamente avanzati, (come specifici veleni, fucili sofisticati agli infrarossi ecc. ecc.), crede di risolvere tutti i problemi con lo sterminio, ma puntualmente questi problemi si ripresentano, sempre e più preoccupanti di prima, a dimostrazione che non sono metodi così validi e forse c’è un altro modo di rapportarsi con gli animali e con il mondo intero.
Chissà se  l’uomo disadattato ha letto questa storia ? Il famoso mito di Orfeo, cantore e profeta dell’antica Grecia, (che con la sola melodia della sua lira e del suo canto, muoveva  pietre e alberi, affascinava e ammansiva gli animali selvatici), sarà considerato cosa da psicolabili, eppure è rimasto nel cuore dei greci per tanto e tanto tempo, non abbastanza (a quanto pare), da raggiungere i greci di oggi!! Influenzò, però,sicuramente Plutarco (filosofo greco), che con le sue delicate parole: «E’ una cosa barbara vendere i vecchi cavalli, quando non sono più utili. Significa non avere riconoscenza per i servizi resi. L’uomo veramente buono deve tenere con sé i cavalli ed i cani anziani  anche se non sono più utili»(5), non riuscì, purtroppo, ad insegnare nulla non solo ai greci ma ai tanti uomini di oggi (troppi), responsabili di infiniti abusi e maltrattamenti agli animali. Anche Aristotele, forse subì il fascino di Orfeo, e pensò di attribuire l’anima vegetativa o nutritiva alle piante, l’anima sensitiva agli animali e quella razionale agli uomini.
Tutte superstizioni, sostenne più tardi F. Bacon (politico e filosofo del cinquecento), che insegnò che la vera dignità umana era la conoscenza tecnica, concepita come strumento per raggiungere il dominio sulla natura al servizio dell’uomo il «regnum hominis», e rifiutò l’anima alle piante; e poi Cartesio (gesuita anche lui del cinquecento), che con la sua illuminata filosofia, dichiarò che l’animale era una macchina e la privò così dell’anima sensitiva. L’uomo intanto che si concedeva il lusso di discutere a chi togliere l’anima e a chi no, non si accorgeva che stava perdendo la sua!!!
Ma nessun problema! Ci pensarono alcune caste religiose, impegnate da sempre alla salvezza dell’animo umano. Esse con i loro dogmi teologici, (spacciati per la parola di Dio), insegnarono all’uomo che essendo creato a immagine e somiglianza di Dio, solo lui possedeva un’anima, il suo posto era al centro dell’universo, era il re indiscusso degli animali, piante e minerali; questi erano stati affidati a lui affinché li potesse usare, e quindi poteva fare qualsiasi cosa a una condizione però, tutto doveva avvenire per il «bene comune». L’uomo-re, iniziò a regnare, ma osservando i suoi maestri, capii in fretta che dietro al «bene comune» si celava un gioco interessante quello del «bene personale» e quindi non si lasciò sfuggire le occasioni di sfruttare le debolezze altrui per accumulare ricchezze e prestigio. Con gli animali poi, fu semplice, egli capii che bastava negare loro qualsiasi dignità, per poterli sfruttare e garantirsi ingenti profitti. Così li poté oltraggiare nei più svariati modi, eseguendo su di loro esperimenti crudeli, allevandoli in gabbie o recinti inauditi, uccidendoli o  provocandone  la morte  dopo lunghe sofferenze per gioco per divertimento, con la scusa del «bene comune» e di antiche tradizioni. Legittimò in seguito, laboratori di sperimentazione su animali, allevamenti intensivi, la caccia per il solo gusto di uccidere, le corride, i palii, e tantissime altre feste e riti religiosi e non, dove è previsto l’uso di animali, la loro uccisione e con metodi barbari.
Ma non tutti erano d’accordo con l’uomo-re, alcune persone incominciarono a ragionare, capirono che tanta ferocia nei confronti degli animali era, ingiusta, inutile e pericolosa per il futuro dell’uomo stesso. E così un filosofo-tedesco di nome Schopenhauer si fece portavoce e disse all’uomo-re: «Errore, che manifesta le sue conseguenze micidiali ogni giorno, è il fatto che il cristianesimo, contrariamente alla natura, ha staccato l’essere umano dal mondo degli animali, al quale esso appartiene dando valore esclusivamente all’uomo e considerando gli animali addirittura come cose…»(6). E volle chiamare il suo cane «uomo».
Ma l’uomo-re con l’aiuto di alcuni scienziati suoi amici, disse che l’animale non poteva essere uguale all’uomo e per chi tentasse di attribuire qualche aspetto umano alle bestie sarebbe stato accusato di antropomorfismo e cacciato dal regno (dei profitti).
E le ingiustizie continuarono. Continuarono a tal punto che un uomo di nome Giuseppe Garibaldi, nonostante tutto quello che aveva da fare, nel 1871, (assieme ad Anna Winter e Timoteo Riboli), sentì la necessità di fondare la prima società a tutela degli animali. Venne chiamata «Società protettrice degli Animali contro i mali trattamenti che subiscono dai guardiani e dai conducenti». Questo nome è chiaramente indicativo della mentalità di allora, (non molto diversa da oggi), dove l’animale subiva maltrattamenti proprio da coloro che dovevano custodirli e proteggerli.(7) E ne seguirono altre di società, e poi altre ancora. Molte persone non si lasciarono intimorire o affascinare dalle coltissime finzioni dell’uomo-re e dei suoi amici.
Ma constatarono di persona, vivendo sempre più a stretto contatto con gli animali che avevano ragioni i tanti discepoli di Schopenhauer come il filosofo Martinetti. Egli infatti, alla luce anche delle sempre più frequenti scoperte in campo etologico, spiegò all’uomo-re, che l’animale era un essere con una psiche, e non una semplice psiche ferma alla sfera sensitiva e percettiva, ma strutturata intorno a una spontanea intelligenza, dove anche la «vita istintiva presente è  la creazione dell’intelligenza. Sono gli atti intelligenti di individui vissuti in altre età geologiche, che hanno creato gli istinti: anche là hanno dovuto sorgere di tanto in tanto individui più intelligenti, le cui abitudini sono state imitate e trasmesse, indi perfezionate a lunghi intervalli da nuovi atti di intelligenza; quindi tutta la saggezza dell’istinto è stata anch’essa intelligenza viva e creatrice» (8) In definitiva l’animale è un essere intelligente, in continua evoluzione, che differisce solo nel  grado evolutivo, ma non di natura dall’uomo. Quindi è capace di provare gioia, di soffrire quando viene maltrattato, ferito, perseguitato a morte, o allontanato dai suoi cuccioli, quando gli viene privato il diritto di vivere secondo natura, è capace anche di moralità, di affetto e di riconoscenza.
Tanti studiosi, scienziati, ricercatori, artisti, letterati con i loro lavori, i loro dibattiti e le loro scoperte testimoniarono che all’orizzonte ormai si profilava una coscienza democratica fondata su un nuovo principio di uguaglianza che ci accomuna agli animali almeno nella capacità di soffrire.
E così, a Parigi il 15/11/1978, l’Unesco proclamò solennemente il documento: «La Dichiarazione Universale dei Diritti degli Animali» costituito di 14 articoli, mirata al rispetto della specie animale in quanto lo si riconosce in grado di provare sofferenza fisica e psichica come gli esseri umani. (Mi domando se sarà così indispensabile essere simili all’uomo per meritare rispetto?)
Furono poi, fatte delle leggi per rispettare questi diritti.
Ma l’uomo-re con l’aiuto sempre dei suoi illustri amici, per salvaguardare il suo regno dei profitti, minacciato da questo nuovo e strano idillio, pensò di giocare la carta della paura. Con la medicina ufficiale cominciò a spargere il panico nei confronti di animali come fonte di malattia, di allergie, di epidemie, trasformò i cani in veri killers (che scoprì essere molto remunerativo), capaci di uccidere gli stessi padroni. Il nostro linguaggio si riempì di espressioni con senso sempre più volgare e dispregiativo verso di loro come: vita da cani, mi guarda in cagnesco, accanirsi, ignorante come un asino, sciacallaggio, animalesco, quella vacca di... e tanti altri di uso comunissimo e in diverse nazioni.
Si scatenarono così vere e proprie fobie nei confronti di cani, serpenti, uccelli e tanti altri.
Un giorno, uno scienziato di nome Rupert Sheldrake, dopo anni e anni di studi, decise di scrivere un libro «I poteri straordinari degli Animali» e lo donò all’uomo-re. In questo libro egli spiegò ampiamente ed esaurientemente che gli animali sono in realtà dei veri alleati dell’essere umano, e che alcuni di loro possiedono indiscutibili poteri telepatici (Telepatia dal greco tele, lontano, patheia, sensazione emozione). Raccontò infatti, che con l’aiuto di telecamere sincronizzate e direzionate sui padroni e animali e attentamente seguite da una commissione scientifica, si svolsero gli esperimenti che hanno dimostrato che alcuni cani avvertivano il rientro a casa del padrone non per abitudine di orario, o grazie al loro fiuto o udito straordinario ma, perché erano in grado di captare il segnale che inconsciamente i loro padroni mandavano nel momento in cui formulavano mentalmente l’intenzione di rientrare a casa. Questo a sostegno della tesi che i membri di un gruppo anche se di specie diversa, sono in grado di rimanere uniti tessendo una sorta di filo tra loro, (chiamato campo morfico). Questo permetterà loro di rimanere in contatto telepatico anche quando ci sono problemi di lontananza sia in termini di tempo che di spazio. Non tutti gli animali sono dotati di questi poteri, ma molto dipende da come l’uomo riesce a relazionarsi con l’animale.
Furono raccontate all’uomo-re, ancora tante altre storie di animali, preziosi alleati dell’uomo. Come quella di due cani di una signora epilettica, che quando avvertivano in anticipo la crisi, si avvicinavano alla padrona e, appena l’attacco si scatenava cercavano di aiutarla, e non solo, uno di loro tentava di mettersi fra lei e il pavimento prima che cadesse a terra.
Oppure la storia di Heinz Peteri che durante la guerra, notò che i colombi quando volavano via all’improvviso non più di mezzora dopo arrivavano i bombardieri. Così pensò di utilizzare la sua scoperta per avvertire i compagni  e superiori delle imminenti incursioni. E ancore tante altre storie come cavalli che trovano la strada di casa a chilometri di distanza, gatti che corrono vicino al telefono quando chiamano i loro padroni, ratti, cani, colombi, fagiani che avvertono in anticipo l’arrivo di un terremoto o l’imminenza di altri pericoli.
Sopraggiunsero poi gli studiosi dell’Università di Lipsia, Germania, che dimostrarono all’uomo-re, che il cane, il migliore amico dell’uomo, ha una capacità di comprendere simile a quella di un bambino di tre anni, infatti dagli studi è emerso che i cani riescono a riconoscere fino a 200 termini associati a degli oggetti e ad interpretare 40 parole in modo corretto. Gli studi stanno proseguendo nell’intento di far comprendere al cane il senso di intere frasi, cioè la biologia del linguaggio, prerogativa fin’ora soltanto dell’essere umano. (9)
Tante persone poterono così prendere coscienza del sorprendente mondo degli animali, dove c’è ancora tanto da imparare.  L’uomo-re,  perdeva sempre più alleati, e preoccupato (per il suo regno dei profitti) chiese a coloro che si spacciano per detentori delle verità assolute, cosa fare.
L’unica alleata d’ora in poi sarà l’insensibilità! Basterà trasformare tutto in una mega azienda, dove l’uomo intrappolato a far quadrare i conti, non si accorgerà di trasformarsi lui stesso in un’azienda culturale dove i valori saranno dettati dalle leggi di mercato. Così iniziò l’opera delirante di trasformazione  dove l’essere umano diventò un automa, l’animale una merce e la natura un magazzino inesauribile dove prelevare materie prime e lasciare al loro posto immondizie. Aprendo la porta all’autodistruzione. Ma no, che autodistruzione! Pericolo di estinzione di animali, di piante? Solo allarmismo! Ci pensa la madre-scienza, ha scoperto i segreti della natura «i codici genetici», e con le miracolose tecniche genetiche sembra che dopo sia anche migliore di prima!!!
E allora i suoi fedeli pensarono: perché porsi dei limiti? All’odore del denaro e del potere, il popolo degli insensibili divenne sempre più avido e disadattato. Troppi animali continuarono a soffrire, a essere torturati per esperimenti inutili e a morire dopo lunghe agonie. Molti animali scomparvero per sempre dalla terra. Si compravano animali al negozio e poi si buttavano nell’immondizia. Animale «usa e getta». Questo, però, sollevò l’ira dei sensibili che protestarono e protestarono contro questo scempio, cercando di fermare gli insensibili. Il regno dei profitti fu in pericolo e l’uomo-re, per riprendere il Controllo della situazione e placare gli animi di costoro, decise di appellarsi al settimo comandamento che esige il rispetto dell’integrità della creazione. Gli animali come le piante e gli esseri inanimati, sono naturalmente destinati al bene comune dell’umanità passata, presente e futura … si possono amare gli animali, ma non si devono fare oggetto di quell’affetto che è dovuto soltanto alle persone…le sperimentazioni mediche scientifiche sugli animali, se rimangono entro limiti ragionevoli, sono pratiche moralmente accettabili, perché contribuiscono a curare o salvare vite umane… Il dominio accordato dal Creatore all’uomo sulle risorse minerali, vegetali e animali dell’universo, non può essere disgiunto del rispetto degli obblighi morali….Gli animali sono affidati all’uomo, il quale deve essere benevolo verso di essi. Possono servire alla giusta soddisfazione dei suoi bisogni…. Possono essere addomesticati perché aiutino l’uomo nei suoi lavori, e anche a ricrearsi negli svaghi. (10)
E revisionò alcune leggi inasprendo le pene per chi  gli avesse disobbedito:
- in Italia (con la  neo approvata legge sui maltrattamenti degli animali N.727) per  la prima volta  fissò la previsione della reclusione da tre mesi a un anno per test senza anestesia se non autorizzata dalla legge speciale sulle sperimentazioni. Infatti fino a oggi si potevano eseguire esperimenti senza anestesia, mentre da oggi lo si potrà fare solo previa autorizzazione dell’uomo-re (che ne determinerà i limiti ragionevoli naturalmente).
- in Svizzera (dalla Revisione della legge sulla protezione degli animali Berna  2002) si impose che:
Art. 18-1) All’animale si possono infliggere dolori, sofferenze o lesioni soltanto nella misura in cui ciò è inevitabile per lo scopo che si vuole raggiungere. 2) Esperimenti su animali più evoluti si possono eseguire soltanto se lo scopo non può essere raggiunto su animali meno evoluti.
Art.19-1) La mattazione di mammiferi e possibile soltanto se sono stati storditi prima del dissanguamento 4) La mattazione di mammiferi senza stordimento prima del dissanguamento è permessa soltanto con un’autorizzazione dell’autorità competente, in mattatoi autorizzati, titolari di una autorizzazione ai sensi dell’Art. 15 della legge federale del 9/10/1992 sulle derrate alimentari e gli oggetti d’uso, per soddisfare i bisogni di comunità religiose, a cui norme imperative prescrivano la mattazione senza previo stordimento o proibiscono il consumo della carne di animali che prima del dissanguamento sono stati storditi.
Art.25) Maltrattamenti animali: E’ punito con la detenzione o la multa chiunque intenzionalmente- b) uccide animali con crudeltà o in modo perverso. C) lede la dignità dell’animale in particolare…3e4) degradandolo o strumentalizzandolo in misura elevata.
E inoltre  si impegnò affinché si organizzassero  programmi didattici per insegnare alle future generazioni il rispetto degli animali e fare intendere loro che tutto è stato creato a uso e consumo dell’uomo-re, e non di tutti!
Solo lui,  per il «bene comune» (naturalmente) ha il diritto di decidere:
- quale animale sia in grado di soffrire e quale no;
- quale animale può soffrire, quanto ( secondo i «limiti ragionevoli» naturalmente), come e  dove;
- quale animale deve morire, quando, come, e dove, (nel pieno rispetto degli «obblighi morali» naturalmente);
- chi è utile o inutile.
Ma le giovani generazioni sono molto intelligenti e sentono tutto ciò che odora di ipocrisia e di raggiro. Grazie alla sensibilità, potranno imparare che l’’uomo con la terribile esperienza di Auschwitz sa cosa vuol dire essere trattato come animale, sfruttato come animale, ucciso come un’animale, e ha potuto comprendere che «l’animalità è una condizione e non un fatto di natura, e che la stessa umanità è una condizione, e non può mai essere garantita». Ciò li dirigerà verso una nuova comprensione etica nella cura degli animali, una nuova moralità dove si è coscienti che la sopravvivenza della nostra specie è strettamente collegata a quella delle altre.
«Ognuno è legato a tutti gli altri»
Comprenderanno che non è naturale per l’essere umano essere al centro dell’universo ma accanto a tutte le altre creature, imparerà ad osservare gli animale almeno quanto loro osservano l’uomo, e riceveranno così delle preziose lezioni di vita. Per es. dal cane potranno imparare la fedeltà, la lealtà, ormai dimenticate; dal gatto la discrezione e il rispetto dello spazio e dei ritmi altrui, ormai perduti in un mondo dove si insegna a mettere in piazza ogni più intimo sentimento, il cavallo la solidarietà, il cucciolo la tenerezza e tante altre. Tutti gli animali hanno una loro potenzialità didattica nei confronti dell’uomo.(11)
L’uomo-re disadattato sarà sempre più solo
In un mondo dove tutto appare precario, basti pensare all’inquinamento, alla siccità, alle guerre, ecc., la nostra alleanza con gli animali appare come una  luce all’orizzonte.
Note: (1)      “Le lacrime di Ulisse”  di R. Grenier
(2)      Osservatorio dei Balcani
(3)               www.canadianvoiceforanimals.org
(4)               www.ansa.it
(5)               “Nell’Arca di Noè” Mons. M. Chianciani
(6)               www.christianismus.it
(7)               “I diritti degli Animali di F.Tavano
(8)               www.italica.it filosofia contemporanea
(9)               www.prontofido.
(10)            Il profeta –catechismo cattolico 1993 roma pag.588-597 “Educare con gli Animali” di R. Mantegazza

www.disinformazione.it

Cibo spazzatura per animali domestici

Cibo spazzatura per animali domesticiOvvero, come avvelenare giornalmente i nostri animali con la “benedizione” dei veterinari.Franco Libero Manco
La dieta ideale per ogni essere vivente è sicuramente quella stabilita dalla natura a seconda la specie di appartenenza, la conformazione fisica, l’apparato digerente, quello dentale, enzimatico, immunologico, istintuale ecc. Nutrirsi in modo difforme alla propria specie significa incorrere inevitabilmente a malattie di vario genere. Per noi esseri umani che per qualunque altra specie animale. La nostra dieta ideale è indubbiamente quella fruttariana, o vegana tendenzialmente crudista; mentre la dieta ideale per un animale carnivoro, cioè per un cane o un gatto domestico, è quella cui si nutrirebbero spontaneamente allo stato naturale, non certo quella fatta di un miscuglio di prodotti secchi tipo croccantini che risultano trattati, denaturati, derivati di carni, estratti di proteine, cereali, sottoprodotti di origine vegetale, oli, grassi, lieviti, coloranti, conservanti e molti altri additivi chimici, che una volta giunti nell’intestino di un cane o di un gatto vengono assorbiti nella circolazione sanguigna e influiscono sui vari apparati.
In natura gli animali terricoli sono raggruppati in tre categorie: carnivori, erbivori e frugivori. Non esiste una quarta categoria di animali onnivori: se la natura l’avesse prevista l’avrebbe fornita degli strumenti necessari a metabolizzare correttamente tutto ciò che quella specie usa mangiare. Se un animale carnivoro si nutrisse come un erbivoro si ammalerebbe fino a morire; altrettanto succederebbe se un erbivoro si nutrisse allo stesso modo dei carnivori (vedi mucca pazza). E’ risaputo che i cani, animale carnivoro, non digerisce gli amidi perché non ha l’enzima amilasi, che il gatto ha bisogno di integrare l’aminoacido taurina, mentre noi esseri umani non abbiamo l’enzima uricasi per neutralizzare gli acidi urici della carne. La carenza del’aminoacido taurina nel gatto può determinare problemi anche seri, né il ricorso ad integratori può sempre scongiurare tali pericoli: come nella dieta umana (gli integratori, elementi separati dalle loro armoniche e bilanciate composizioni naturali) non portano gli stessi benefici, anzi molto spesso risultano essere dannosi.
Gli animali carnivori, nella fattispecie cani e gatti, non dispongono degli enzimi digestivi adatti per qualità e quantità a metabolizzare alimenti vegetali, sia cotti che crudi. In particolare quando i cereali vengono cotti, amidi, proteine e grassi si denaturano e diventano tossici.
Il cibo innaturale compromette la salute dei nostri animali. I residui del cibo in scatola si attaccano ai denti e alimentano i batteri della placca dentale, come conseguenza si hanno gengive infiammate, alito cattivo e veleni batterici che indeboliscono le difese immunitarie del loro organismo. Il cibo spazzatura a base di cereali, generalmente mal digerito, sosta nell’intestino dove produce tossine. Alcuni veleni attraversano la parete intestinale finendo nella circolazione sanguigna. A questo punto l’animale manifesta segni di malattia. I cuccioli di frequente manifestano diarrea e problemi cutanei. Per i veterinari la cura solitamente prevede medicinali a forte impatto che contribuiscono ad intossicare ulteriormente l’organismo dell’animale, causando patologie genetiche, infettive, parassitarie, frattura alle zampe, malattie epatiche, cutanee, cardiopatie, intestinali, cattivo alito orale, dentali e cancro e altre patologie connesse con l’età. Gli animali logorati da tali patologie hanno maggiori probabilità di morta prematura. Malattie che scompaiono modificando il regime alimentare e pulendo denti e gengive agli animali. Il cattivo stato di salute e le conseguenti sofferenze riguardano la stragrande maggioranza degli animali domestici a livello mondiale. Le indagini svolte su animali domestici sofferenti da immunodeficienza acquisita dimostrano che hanno riacquistato la loro funzione e uno stato di salute ottimale quando gli sono state somministrate delle ossa crude e polpose, che fungono da alimento e da medicina. Alcune ricerche condotte dalla stessa Nestlè hanno rilevato che la durata media dei gatti alimentati esclusivamente con cibo industriale non raggiungono i 12 anni di vita a causa della morte per insufficienza renale o cancro. Mentre la società Mars ha riferito che l’80% degli animali soffre di malattie gengivali.
Ma la maggior parte dei veterinari raccomanda cibi industriali per animali come miglior alimento per i nostri animali; sostengono che la carne cruda porta rischi a causa dei batteri e della carenza di calcio, soprattutto le ossa sono un pericolo per la rottura dei denti.  Ma io ritengo che gli alimenti nutritivi adatti agli animali carnivori devono essere crudi e facilmente digeribili, dovrebbero essere grezzi, compatti e adatti ad essere masticati a lungo. In sostanza dovrebbero poter mangiare come natura ha previsto per loro, cioè: pollame, conigli, pesce ed in forma intera o al limite polpose ossa crude. In ogni caso è opportuno prendere l’iniziativa di dare sempre al nostri animali del materiale da masticare a lungo, oltre alle necessarie sostanze nutritive.
I nostri animali vengono giornalmente avvelenati dai cibi spazzatura senza che i politici, gli avvocati, gli stessi veterinari o i media prendano posizione in merito ad un così grosso problema, troppo pavidi per avanzare critiche ad un sistema di cose che potrebbe essere poco conveniente.
A livello mondiale le cifre del fatturato di prodotti per animali domestici è inferiore solo a quello dei prodotti petroliferi. Le conseguenze economiche si misurano in miliardi di euro, ma oltre a questi vi sono immensi costi ambientali, oltre le risorse assorbite dai canili municipali. Inoltre è da considerare che i cani alimentati con cibi spazzatura sono più irascibili, più imprevedibili e più difficili da addestrare.
Il problema dell’alimentazione dei nostri animali è complesso e non di facile soluzione, specialmente se si pensa ai tanti canili. Compito ingrato ed eticamente impossibile sarebbe per gli animalisti dover somministrare della carne ai loro compagni animali. La cosa migliore a mio avviso sarebbe quella di reperire (purtroppo) resti di carne consumati da qualche conoscente ancora onnivoro, oppure chiedere gli avanzi di carne ai supermercati o ai ristoranti. In questo caso sarebbe una sorta di estenuante ricerca di cibo. E quando un giorno tutta l’umanità sarà vegetariana si potrebbero utilizzare gli animali morti di morte naturale. Ma questo appartiene ad un futuro ingrato quanto lontano.
Certo il pasto secco ormai alimento base di cani, gatti o di qualunque altro animale carnivoro domestico, risolve non pochi problemi, allo stesso modo del cibo industriale per gli umani che vivono nelle grandi metropoli per la difficoltà oggettiva di attingere direttamente agli alimenti naturali; ma se un cibo in scatola composto da alimenti cotti, trattati, con aggiunta di coloranti, conservanti, lieviti, aromatizzanti, è nocivo per gli esseri umani tanto più lo è per i nostri animali. L’alimento cotto è sempre inappropriato sia per noi esseri umani che per i nostri animali i quali  prima o poi sviluppano patologie di vario genere, dal momento che ogni specie è strutturata per alimentarsi con cibi adatti alla sua natura.
Insomma, dobbiamo porre più attenzione all’alimentazione dei nostri animali domestici perché se si ammalano dipende in gran parte da cosa diamo loro da mangiare, diversamente non si spiega perché gli stessi animali allo stato naturale non sviluppano mai le suddette patologie. Non che (a mio avviso) si debba rinunciare del tutto ai prodotti secchi tipo croccantini (questo renderebbe impossibile la vita a molti di noi) perché scarsi o privi dei nutrienti necessari, ma considero un grave errore considerarli ottimali per la loro dieta
 
Associazione Vegetariana AnimalistaAssociazione di Volontariato Onlus affiliata all’EVU via Cesena 14 Roma 00182 tel. 06 7022863 – 3339633050 c.c.p.n. 58343153; c.f.n. 97365030580 In collaborazione con ABIN (Associazione Bergamasca di Igiene Naturale) www.vegetariani-roma.itwww.universalismo.itwww.medicinanaturale.biz

L’amore per gli animali

L’amore per gli animalidi Giovanni Peccarisio
La terra fisica e l’esistenza in un corpo fisico è un momento di passaggio che l’essere umano deve compiere durante il suo cammino evolutivo.
L’uomo proviene dallo Spirito e ritornerà allo Spirito.
Il Mondo Spirituale è la sua vera patria, dall’unità nel presente costituzionalmente frantumato e ritornerà di nuovo all’unità, quando le sue parti costitutive inferiori (corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale) verranno purificate e spiritualizzate dal suo nucleo centrale incorrotto e incorruttibile: l’Io, anch’esso di natura spirituale.
L’evoluzione cosmica si svolge secondo il principio della spirale ascendente. Succede così che esseri che svolgono la loro evoluzione nel medesimo periodo di tempo possono trovarsi a differenti livelli di sviluppo. Chi è più in alto chi è più in basso. E’ successo e succede anche agli uomini di trovarsi su di un gradino di evoluzione spirituale inferiore rispetto agli esseri delle gerarchie superiori.
Anche l’uomo stesso si trova ad un gradino di evoluzione spirituale inferiore rispetto agli esseri delle gerarchie superiori.
Nella sua “Scienza Occulta” Rudolf Steiner ci svela che nello stadio precedente all’evoluzione terrestre, quello della Luna, gli Angeli passarono il loro stadio evolutivo di uomo, lasciando indietro degli esseri spirituali, che dovettero percorrere un cammino ad un livello inferiore, non essendo stati in grado di compiere il passaggio ad Angeli. Questi esseri furono e siamo noi, gli uomini attuali.
Gli Angeli hanno potuto proseguire la loro evoluzione perchè lasciarono indietro noi uomini. Ma l’Amore Cosmico afferma che chi è più avanti “deve” aiutare chi è rimasto indietro, dove il deve coincide con il può e vuole.
Tutte le Gerarchie ci aiutano durante la nostra vita e gli Angeli, occupando il gradino gerarchico successivo al nostro, ci aiutano addirittura individualmente.
Un singolo Angelo è adibito alla cura di un solo uomo. Ci curano, ci sostengono con puro Amore, in quanto come è già stato detto, essi possono avanzare nella loro evoluzione avendo lasciato a noi e in noi, tutto ciò che era loro di impedimento.
Se sostituiamo al termine Angeli quello di uomini e a quello di uomini quello di animali, vegetali, minerali, in rapporto alla nostra evoluzione umana abbiamo una situazione simile.
Soprattutto in rapporto al mondo animale, che ci è più vicino, noi in qualità di uomini dovremmo provare per gli animali tutti i sentimenti di compassione vera, non sentimentalistica e sentimenti di piena gratitudine.
La loro coscienza è sognante, il loro io non è di questo mondo, la loro anima è collettiva. Un’anima per ciascuna specie. La loro parte costitutiva più alta è il corpo senziente. Tutto il mondo animale ciascun uomo lo porta in sè, nel suo mondo istintuale di sensazioni e sentimenti collegati. Perciò ciascun animale che ci circonda è una immagine resa visibile di un nostro istinto, di un nostro sentimento istintivo.
Essi non avendo un io individuale non possono distinguere il Bene dal male, sotto questo aspetto sono puri, innocenti dipendono dalla necessità. Secondo il nostro punto di vista umano la loro libertà si manifesta negli impulsi del loro corpo senziente, che non può diventare un vero corpo astrale in senso umano non potendo veicolare un io, in quanto quest’ultimo non può raggiungere il grado della coscienza.
Ma proviamo a chiederci dove l’io umano agisce in maniera non cosciente.
La risposta è nel nostro ricambio a livello fisico e nella parte della nostra volontà correlata al medesimo per quanto riguarda l’ambito animico.
Alla luce di questa considerazione soprattutto riguardo agli animali che ci circondano più da vicino: gli animali domestici, possiamo affermare che essi non potendo seguire a piacimento la loro natura nel soddisfacimento dei bisogni primari (cibo, istinto sessuale, movimento ecc...) sono costretti a dipendere “in toto” dall’uomo.
Uno dei principi fondamentali dell’arte dell’educazione afferma:
Si educa nel modo più sano ed efficace, quando la parte costitutiva superiore dell’educatore agisce sulla parte costitutiva inferiore del sottoposto (alunno o studente)
Ad esempio: tramite l’io si educa il corpo astrale, con l’astrale l’eterico, con l’eterico il fisico.
Ma questa legge per sua natura è una spada a due tagli, può agire sia in positivo sia in negativo.
L’io debole dell’educatore non è in grado di controllare l’astrale dell’allievo, un astrale non purificato o non equilibrato  influisce in maniera negativa sul corpo vitale che a sua volta fa ammalare il corpo fisico.
Per quanto riguarda gli animali avendo essi come parte costitutiva più alta il corpo senziente, che assieme all’anima senziente è una parte costitutiva del corpo astrale, ed essendo esso indissolubilmente vincolato ai bisogni primari, per poterli correttamente educare noi uomini dobbiamo agire, tenendo presente quanto detto sopra, partendo dal nostro io non inferiore, ma superiore (cosciente). Coscienti del fatto che questi nostri fratelli minori come li definì in modo esemplare Rudolf Steiner, si sono caricati di ciò che avrebbe impedito di proseguire la nostra evoluzione.
Coscienti del fatto che vivendo vicini ad essi gomito a zampa dobbiamo dominare i nostri impulsi astrali inferiori, perchè quando li proiettiamo fuori di noi essi li accolgono totalmente senza nessuna difesa, non avendo un io che li filtra, in tal modo possono diventare alla fine germi di malattia fisica.
Dovremmo prendere l’esempio dalla pazienza, tolleranza, amore, rispetto della nostra natura che le Gerarchie Spirituali hanno nei nostri confronti.
Noi per gli animali siamo degli esseri superiori, degli Dei e come tali non dovremmo, anzi dobbiamo comportarci verso di essi con rispetto e amore, se vogliono ringraziarli per il loro sacrificio, che compiono giorno dopo giorno.
L’amore più giusto che dobbiamo portare nei loro confronti è di natura famigliare, imparando a trattarli come fratelli minori sempre e in ogni caso nel rispetto della loro natura .
Questo nostro Amore non porterà soltanto il risultato di farli vivere nella maniera più confacente alla loro natura, ma agirà anche aldilà della fine della loro esistenza fisica, poichè se giorno dopo giorno li trattiamo con questa consapevolezza, essi dopo morti invece di ritornare all’anima di gruppo diventeranno spiriti elementari che continueranno a starci intorno spiritualmente e aiutarci, dimostrandoci in tal modo la loro gratitudine per averli riconosciuti, rispettati e soprattutto amati   
Giovanni Peccarisio
Laureato alla "Libera Università della Scienza e dello Spirito" di Dornach (Svizzera), come Maestro Waldorf (scuole steineriane) e Maestro di pittura.

medicina veterinaria

Big Pharma controlla la medicina veterinaria: cani e gatti trattati con prodotti chimici, per profittodi Mike Adams del 17 luglio 2007
tradotto dal sito
www.newstarget.com da Pamio Lodovico - vedi articolo originale www.newstarget.com/z021935.html
Pubblicato sul sito www.ilnuovomondo.it 
Big Pharma ha completato, con successo, il controllo della medicina veterinaria negli Stati Uniti e nelle altre principali nazioni del mondo. Sapendo che solidi profitti possono derivare dai corpi degli animali domestici, le aziende farmaceutiche hanno speso due decenni per esercitare una aggressiva campagna volta a revisionare il programma di studi della scuola veterinaria, influenzando i veterinari e facendo il lavaggio del cervello ai proprietari di animali domestici, convincendoli del fatto che per star bene, i loro cani, gatti e cavalli avevano bisogno di farmaci. E’ stato un lavoro facile: molti consumatori dimostrano già una ferma convinzione nella medicina farmaceutica, grazie anche al bombardamento pubblicitario indirizzato ai consumatori e finanziato dalle ricche aziende farmaceutiche ed è stato facile anche far loro credere che i loro animali hanno bisogno di prodotti chimici sintetici.
Così oggi, la maggior parte dei veterinari negli Stati Uniti utilizza farmaci chimici sugli animali domestici. Al primo segnale di qualche sintomo, prescrivono loro costose specialità farmaceutiche.
Artriti, diabeti, malattie di cuore, cancri e perfino la depressione sono ora trattate con pericolose prescrizioni mediche. All’inizio di quest’anno, la FDA (Food and Drug Administration) ha dato il benestare per la prescrizione ai cani del Prozac, una potente medicina che altera la mente, e molti dei più comuni farmaci per umani sono ora abitudinariamente usati con gli animali (includendo la chemioterapia ai cani per il trattamento del cancro). E poi, avremo il Ritalin per i cuccioli? Dieci anni fa sarebbe sembrato assurdo diagnosticare ad un cane di soffrire di ADHD, Attention Deficit Hyperactivity Disorder (Sindrome da Iperattività e Disattenzione), ma oggi non è più folle visto il gran numero di diagnosi di bambini con questo disturbo totalmente falso, progettato per fare solo una cosa: vendere ai bambini un’anfetamina molto remunerativa.  
La salute degli animali domestici è ora in rapido declino Il risultato di tutto questo è che cani e gatti sono più malati che mai. Chiedete a qualunque veterinario che esercita da più di dieci anni: non hanno mai visto un tale incremento nella percentuale dei disturbi di fegato, nei disordini del sistema nervoso, cancri e diabeti. Chissà perché? Perché gli animali domestici sono abitualmente avvelenati con il cibo e con i medicinali.
I popolari farmaci anti-pulci e anti-zecche, da soli, sono così tossici per il fegato di qualsiasi animale, come se fossero prescritti ad esseri umani, i loro effetti collaterali farebbero sembrare il fallimento del Vioxx un innocuo scherzo.
L’idea in realtà di somministrare al vostro cane così alte dosi di veleno, che finisce nei tessuti della pelle, dove uccide zecche e pulci, dovrebbe atterrire ogni proprietario di animali domestici, eppure la maggior parte dei proprietari comprano ciò che il loro veterinario gli dice di comprare e danno da mangiare ai loro animali un farmaco dopo l’altro, ovviamente inconsapevoli del fatto che stanno, in realtà, avvelenandoli (e poi si stupiscono del perché i loro animali, alcuni anni dopo, muoiano di cancro …., accidenti ma nessuno che faccia il collegamento?).
Grazie all’influenza di Big Pharma, la medicina veterinaria è diventata come il sistema della medicina convenzionale usato per curare gli umani. La meta non è più in realtà guarire qualcuno, ma piuttosto massimizzare i profitti curando e trattando disturbi senza guarirli o prevenirli. Molti veterinari questo lo hanno capito: se trattano gli animali con prodotti farmaceutici invece in realtà di guarirli dalle malattie (o prevenire malattie), loro beneficiano di un ripetitivo e lucrativo business! Alcuni dei compensi fatti pagare dai veterinari ora, specialmente nella cura nell’emergenza veterinaria, sono proprio eccessivi come i compensi pagati dai malati negli ospedali. Una volta ho speso 1,000 dollari per un singolo giorno di trattamento per tentare di salvare una cane malato e metà di questi soldi furono spesi per i flebo di soluzione salina per via endovenosa. 500 dollari per la soluzione salina? Datemi tregua.
Io ne uscii truffato e loro trassero vantaggio grazie ad una clinica per la cura degli animali che sfruttava le emergenze per massimizzare i profitti. (Ci sono truffatori e praticanti disonesti nell’industria della cura degli animali come nell’industria della cura degli uomini.)
Operatori olistici per la cura degli animali Non è tutto negativo, tuttavia, fortunatamente ci sono più operatori olistici nella medicina veterinaria che in quella umana, ed è abbastanza facile trovare, se ti guardi attorno, in ogni maggiore città, un veterinario olistico. I veterinari olistici si intendono di alimentazione, erbe, omeopatia e altre pratiche naturali. Prescrivono soluzioni e curano gli animali in modi che, per la medicina umana, sono illegali (perché in realtà loro risolvono). Se tu ci tieni alla salute dei tuoi animali domestici, io ti consiglio vivamente di trovare e lavorare con un operatore olistico che evita di prescrivere farmaci. Ogni veterinario che pensa che Fido sia depresso e abbia bisogno di farmaci antidepressivi, francamente dovrebbe essere privato della licenza ed essere esiliato in qualche lontana isola del Sud Pacifico sovrappopolata da babbuini sessualmente aggressivi.
Sembra oscuro il futuro per la salute degli animali domestici Se si guarda all’eccessiva tossicità del comune cibo per animali e lo si combina con il carico di farmaci, il futuro della salute degli animali domestici in America sembra piuttosto oscuro. Il cibo per animali venduto nei negozi – perfino le marche cosiddette “scientifiche” – sono per lo più porcherie. Solo aziende speciali offrono cibo genuino. (La mia favorite sono www.Azmira.com e www.TheHonestKitchen.com).
Il modo nel quale gli animali domestici vengono trattati oggi, da molti comuni veterinari, si riduce all’abuso chimico su cani e gatti da parte di un’industria che ha, meschinamente, scambiato l’etica con i profitti e non persegue più la sua missione originaria del miglioramento della qualità della vita dei nostri amici animali.
Sono offeso dalla pratica di trattare cani, gatti e altri animali con prodotti chimici sintetici per curare malattie degenerative e penso che quelli che promuovono e seguono tali pratiche, sono impegnati in comportamenti estremamente immorali e crudeli, che dovrebbero essere criminalizzati. Proprio come nel sistema di cura della salute dell’uomo l’alimentazione è stata gettata dalla finestra ed è stata ora rimpiazzata da un sistema di invasione chimica che può solo portare ad un peggioramento, a lungo termine, della salute degli animali esposti a tali pericolosi trattamenti.
L’appropriato uso dei farmaci
Alcuni medicinali chimici comunque hanno una funzione limitata nella cura veterinaria. Gli analgesici hanno un’utile ma limitata funzione. Gli antibiotici, sebbene siano largamente usati, possono essere utili in certe situazioni limitate. Ma trattare i cani con antidepressivi, chemioterapia, farmaci per il diabete, statine, farmaci per l’osteoporosi e altri agenti chimici è evidentemente assurdo. Molti problemi di salute degli animali domestici possono essere facilmente prevenuti o curati con una buona alimentazione, e molti problemi più impegnativi possono essere risolti sicuramente ed economicamente con terapie e base di erbe e altre pratiche naturopatiche. Nella medicina veterinaria non ci sono motivi giustificabili scientificamente per la maggioranza dei farmaci, che sono ora promossi dai veterinari, dai tecnici veterinari e dai proprietari di animali domestici.
Perfino i rifugi per animali domestici stanno per essere influenzati da Big Pharma. Quando portai via il mio cane dal locale rifugio per animali mi fu dato un DVD sponsorizzato da un’azienda farmaceutica. Si offrivano di insegnarmi il comportamento degli animali domestici, mentre mi facevano il lavaggio del cervello nel convincermi di dare al mio cane pillole tossiche per la prevenzione da zecche e pulci.
Questo semplice esempio mostra come perfino i rifugi per animali sono legati a Big Pharma. C’è qualche organizzazione, che si occupa della salute degli animali domestici, che non sia oggi sotto il controllo (o fortemente influenzata) da Big Pharma?
Vedete non è abbastanza drogare tutte le persone malate del mondo. Big Pharma ha inventato malattie e drogato anche tutte le persone sane. E poi devono drogare tutti i bambini e i neonati per essere sicuri che questi piccoli esseri umani siano preparati per future insufficienze organiche, che è poi, per le aziende farmaceutiche, perfino più lucrativo. E proprio per incassare ancora più profitti, devono drogare tutti gli animali. Ora gatti, cani, cavalli, uccelli, ramarri e altri animali non sono più al riparo dall’azione di Big Pharma. I farmaci sono una seria minaccia chimica alla salute degli animali domestici.
Non ci sono ormai più creature viventi rimaste in questo pianeta che non siano state considerate una potenziale fonte di reddito da Big Pharma, e se essi potessero fare più soldi drogando tutti i pesci dell’oceano, potete scommettere, che tirerebbero fuori un immaginario disturbo dei pesci e troverebbero il modo di lanciare piccole pillole per pesci negli oceani del mondo. Il profitto è il fine. La salute è irrilevante.
Il vostro prezioso animaletto è visto, da un’industria che non ha compassione per gli esseri viventi (umani, canini, felini o altro), solo come un modo per generare profitti. Non c’è alcuno sforzo per proteggere la vita. C’è solo uno sforzo per proteggere (ed espandere) i profitti.
Che cosa si può fare di corretto Se sei un proprietario di un animale domestico, ti consiglio ora di fare subito due cose:  
1)      Passa ad un cibo per animali sano e naturale. Leggi il rapporto “Gli ingredienti rilevati sul cibo per animali” per capire la verità sugli ingredienti usati e prepara, ogni volta che è possibile, pasti freschi con gli avanzi. Gli animali domestici non dovrebbero essere alimentati, per vivere, con cibi trattati.
2)      Licenziate il vostro veterinario “spacciatore” e cambiatelo con un esperto naturopata olistico, anche se non ha le stesse credenziali. Le autorità statali, dovete sapere, stanno provando a togliere la licenza ai veterinari naturopati ed è ora in atto un grande sforzo per cacciarli fuori dall’industria. Talvolta dovrete cercarveli da soli e ignorare lo stato dei loro permessi (che sono, in ogni modo, posseduti totalmente da Big Pharma). Io ho trovato che le credenziali sono fondamentalmente inutili, e più credenziali alcuni veterinari hanno, e più profondamente hanno subito il lavaggio del cervello a favore dell’approccio farmaceutico alla medicina veterinaria.
Se volete un animale domestico sano, dovete tornare indietro alle basi: alimentazione, esercizio, prevenzione delle malattie e rimedi naturali. Non c’è assolutamente nessuna ragione che giustifichi il trattamento chimico degli animali domestici con specialità farmaceutiche ad alto profitto.
La comune medicina veterinaria, come praticata oggi, è una crudele, sfruttante industria, che alla fine crea un grave danno proprio agli animali che dovrebbe tentare di salvare.
Non fatevi truffare dalla “pillola miracolosa” in vendita lancio. Cani, gatti e cavalli non hanno bisogno di medicine. Quello di cui hanno bisogno è una buona alimentazione e medicine naturali.
Proprio come noi.
Cosa contengono i cibi per animaliTraduzione a cura di E. Vento/C. Romussi
Fonte: Report dell'API "What's really in pet food"
URL:
www.api4animals.org/default.asp?ID=79
tratto da http://www.saicosamangi.info

Tranci di polli sani e ben pasciuti, tagli scelti di bovino e cereali freschi sono tutto ciò che serve per l'alimentazione completa e bilanciata di cani e gatti. Questo è quanto affermano i produttori di pet food tramite i media. Questo è ciò che le loro industrie (11 miliardi di dollari di fatturato) vogliono far credere ai consumatori. Questo rapporto esplora le differenze tra ciò che questi ultimi credono di acquistare e cosa realmente comprano. Ci siamo focalizzati sulle marche più note, quelle distribuite nei supermercati e nei discount, ma converrà ricordare che anche molte altre marche "rispettabili" producono prodotti simili a quelli qui descritti. Ciò che sembra sfuggire alla maggior parte dei consumatori, è che l'industria dei pet food rappresenta un'estensione delle industrie di alimenti destinati al consumo umano. Il settore pet food apre un mercato per gli scarti della macellazione, per i cereali considerati "non adatti all'alimentazione umana" e per altri prodotti di scarto che non potrebbero altrimenti garantire profitti. Per "scarti" bisogna intendere intestini, mammelle, esofagi e, probabilmente, le parti malate o cancerose degli animali macellati.
Tre delle cinque maggiori aziende americane produttrici di pet food sono filiali delle più grandi multinazionali alimentari: NESTLE' (Alpo, Fancy Feast, Friskies, Mighty Dog)
HEINZ (9 Lives, Amore, Gravy Train, Kibbles n Bits, Recipe, Vets)
COLGATE-PALMOLIVE (Hill's Science Diet Pet Food) Alle quali possiamo aggiungere:
PROCTER & GAMBLE (Eukanuba e Iams)
MARS ( Kal Kan , Mealtime, Pedigree , Sheba )
NUTRO

Per le multinazionali alimentari, controllare la produzione di pet food è un investimento redditizio, un mercato parallelo, tramite il quale capitalizzare i propri prodotti di scarto. I prodotti commercializzati per l'alimentazione di cani e gatti sono centinaia. Anche se la qualità è mediamente simile, non tutte le aziende ricorrono ad ingredienti potenzialmente pericolosi.
INGREDIENTIIl prezzo non sempre ne garantisce la bontà, ma spesso costituisce un buon indicatore della qualità dei pet food: utilizzare proteine di qualità e grano di prima scelta sarebbe ovviamente impossibile, per aziende che vendono cibo per cani a 1 euro al chilo, dato che il costo di ingredienti di buona qualità risulterebbe molto maggiore del ricavato. Le proteine utilizzate nei pet food possono provenire da diverse fonti. Quando bovini, suini, polli, ovini ed altri animali vengono macellati, i tagli scelti vengono separati dalla carcassa e destinati ad uso umano, mentre circa il 50% viene impiegato diversamente. Nella produzione dei pet food, viene usato tutto ciò che rimane della carcassa: ossa, sangue, intestini, tendini, legamenti e tutte le altre parti non consumate dagli umani. Sulle etichette, queste parti vengono descritte sottoprodotti. L'etichettatura è ambigua, perché indica gli ingredienti ma non definisce i prodotti elencati. Negli Stati Uniti, l'associazione di categoria dei produttori di pet food riconosce che l'uso di sottoprodotti rappresenta un introito addizionale sia per l'industria della macellazione che per gli allevatori: "La crescita dell'industria del pet food non solo fornisce ai proprietari di animali domestici un cibo migliore per i propri animali, ma apre altri mercati per le industrie che preparano il cibo per il consumo umano" [1].
Molti di questi scarti costituiscono la discutibile alimentazione degli animali d'affezione. L'apporto nutrizionale di questi sottoprodotti carnei può variare da lotto a lotto. James Morris e Quinton Rogers, due professori del Dipartimento di Bioscienze Molecolari della University of California (reparto di Medicina Veterinaria Davis), sostengono che "Per molti degli ingredienti comunemente utilizzati nella produzione di pet food, non è disponibile alcuna informazione circa la loro biodisponibilità per cani e gatti. Questi ingredienti sono generalmente sottoprodotti delle industrie zootecniche, la cui composizione nutritiva può avere margini di variazione enormi. La richiesta di adeguare i pet food ai profili nutrizionali consigliati dall'AAFCO (Associazione Americana per il Controllo degli Alimenti), non potrà quindi garantirne l'apporto nutrizionale, fino a quando non verrà analizzata la biodisponibilità degli ingredienti" [2].
Farine di carne, sottoprodotti ed ossa sono ingredienti comuni nei pet food. Il termine farina significa che questi prodotti non vengono utilizzati freschi: sono riciclati. In cosa consiste il riciclaggio? Stando al dizionario, "il riciclaggio è un processo di tipo industriale: riciclare carcasse di bestiame per estrarne olio dal grasso tramite fusione". La zuppa di pollo fatta in casa, con lo spesso strato di grasso che si forma sulla superficie quando viene cotta, è una sorta di mini-processo di riciclaggio. Il riciclaggio separa il grasso dai materiali idrosolubili e solidi, uccidendo i batteri. Purtroppo, può alterare o distruggere anche gli enzimi e le proteine che si trovano nella "materia prima".
Quali possono essere le conseguenze per cani e gatti alimentati con questi prodotti? Alcuni veterinari sostengono che gli scarti della macellazione aumentano il rischio di cancro e di altre malattie degenerative. I metodi di cottura usati nella produzione di pet food, come il riciclaggio e l'estrusione (pressione a caldo usata per "espandere" il cibo secco, trasformandolo in crocchette), non sempre distruggono gli ormoni (usati per far ingrassare il "bestiame" o per farne aumentare la produzione di latte), né gli antibiotici, né i barbiturici (usati come anestetici).
Grassi animali Avrete notato l'odore particolarmente pungente che si sprigiona quando aprite una nuovo sacco di pet food. Da cosa dipende? Molto spesso dalla presenza di grasso animale riciclato, oppure di oli troppo rancidi e classificati come inadatti per gli umani. Negli ultimi 15 anni, il grasso proveniente dai ristoranti, negli USA, è diventato la principale componente grassa dei pet food. Questi grassi, spesso contenuti in fusti da 50 galloni , vengono generalmente lasciati all'aperto per settimane, esposti a temperature estreme, senza preoccuparsi del loro impiego futuro. Le aziende che riciclano questi grassi li mischiano con altri tipi di grasso, stabilizzandoli tramite potenti antiossidanti che ne ritardano il deterioramento e vendono il prodotto finito ai produttori di pet food [3]. Questi grassi vengono spruzzati direttamente nelle crocchette, per rendere appetibile un prodotto che altrimenti risulterebbe insipido o sgradevole. Il grasso agisce inoltre come collante, al quale vengono infine aggiunti esaltatori di sapidità. Gli "scienziati" del pet food hanno scoperto che gli animali amano il gusto di questi grassi. I produttori sono dei veri maestri nel costringere un cane o un gatto a mangiare ciò che normalmente farebbe loro arricciare il naso per lo schifo.
Farina, soia, granturco, noccioline ed altre proteine vegetali Negli ultimi 10 anni, la quantità di cereali usati nel pet food è aumentata. Un tempo, l'industria di pet food considerava i cereali alla stregua di riempitivi, ma oggi essi rappresentano una porzione considerevole, nel cibo per animali. I valori nutrizionali in questi prodotti dipendono dal grado di digeribilità delle granaglie. La quantità ed il tipo di carboidrati determina la quantità di valori nutrizionali che l'animale assume. Cani e gatti possono assorbire pressoché tutti i carboidrati di alcune granaglie (ad esempio, del riso), ma fino a circa il 20% del valore nutrizionale delle altre granaglie viene perso, in quanto non digerito. La disponibilità nutrizionale di grano, fagioli e avena, ad esempio, è scarsa. Gli elementi nutritivi nelle patate e nel granturco sono molto meno disponibili che nel riso. Altri ingredienti, come i gusci delle arachidi, vengono usati come "riempitivo" o fibra, ma non hanno un contenuto nutrizionale significativo.
Due su tre degli ingredienti principali dei pet food, in particolare di quelli secchi, sono quasi sempre cereali. Nel Pedigree Performance per cani, i 3 principali ingredienti sono granturco macinato, farina di sottoprodotti del pollo e farina di glutine di granturco. Nei 9 Lives Crunchy Meals per gatti, i 3 principali ingredienti sono granturco macinato, farina di glutine di granturco e farina di sottoprodotti animali. Dei 4 principali ingredienti del Purina ONE per cani - pollo, granturco macinato, grano macinato e farina di glutine - 2 sono prodotti a base di grano... praticamente, sono lo stesso prodotto. Questa pratica industriale è nota come suddivisione. Quando i componenti dello stesso ingrediente vengono elencati separatamente - come nel caso di granturco macinato e farina di glutine di granturco - sembra che ci sia meno grano che carne, anche quando il peso dei cereali, in realtà, supera quello della carne.
Nel 1995, la Nature's Recipe dovette ritirare dagli scaffali migliaia di tonnellate di cibo per cani, a causa delle proteste di consumatori che lamentavano che i cani alimentati con i prodotti di questa ditta vomitavano e perdevano appetito. Per la Nature's Recipe , la perdita ammontò a 20 milioni di dollari. Il problema era legato alla presenza di un fungo che produceva vomitossina (un'aflatossina o "micotossina", sostanza tossica prodotta durante il processo di stampaggio delle crocchette), che aveva contaminato il grano. Nel 1999, un'altra tossina fungina obbligò al ritiro del cibo secco per cani prodotto dalla Doane Pet Care, compreso Ol'Roy ed altre 53 marche. Questa volta, la tossina uccise 25 cani. Malgrado causi a molti cani vomito, inappetenza e diarrea la vomitossina è però meno tossica di altre. Le tossine fungine più pericolose possono causare perdita di peso, danni al fegato, claudicazione e persino la morte, come nel caso Doane.
L'incidente della Nature's Recipe obbligò la FDA (Food and Drug Administration) ad intervenire. Dina Butcher, Assessore alle Politiche Agricole nel Nord Dakota, concluse che la scoperta della vomitossina nei prodotti Nature's Recipe non rappresentava un rischio per la popolazione umana, in quanto "il grano che viene utilizzato nel pet food non è grano di alta qualità" [4].
Le proteine di soia sono un altro ingrediente comunemente usato nel pet food, come fonte energetica. I produttori le utilizzano anche perché negli animali producono un senso di sazietà. La soia è stata collegata a casi si aerofagia in alcuni cani, mentre altri la sopportano meglio. La soia viene impiegata come fonte proteica anche in alcuni prodotti vegetariani per cani.
Additivi e conservanti Molti prodotti chimici vengono aggiunti al pet food commerciale per aumentarne il gusto, la stabilità, le caratteristiche o l'aspetto. Gli additivi non hanno valore nutritivo; possono essere usati come emulsionanti, per evitare che l'acqua ed il grasso si separino, come antiossidanti, per prevenire l'irrancidimento del grasso o come coloranti e aromi artificiali, per rendere il prodotto più attraente per il consumatore e più appetibile per l'animale.
L'aggiunta di prodotti chimici al cibo ebbe origine migliaia di anni fa (spezie conservanti naturali e agenti di stagionatura), ma negli ultimi 40 anni, l'uso di additivi è molto aumentato. Tutti i cibi per animali contengono conservanti. Alcuni di questi vengono aggiunti agli ingredienti o alle materie prime dai fornitori, altri possono essere aggiunti dai produttori stessi. Dato che questi ultimi hanno bisogno di assicurare un lunga durata del cibo secco per renderlo commestibile anche dopo la spedizione e la permanenza in magazzino, i grassi nei cibi per animali vengono conservati impiegando conservanti sintetici o "naturali".
I conservanti sintetici comprendono il BHA e BHT, gallato di propile, propilenglicole (impiegato anche come alternativa "meno tossica" agli antigelo industriali per auto) e trimetilchinolina. La letteratura relativa alla tossicità, ai rischi o ai problemi derivati dal consumo continuo di questi antiossidanti, spesso ingeriti quotidianamente da cani e gatti, è scarsa. L'impiego di possibili agenti cancerogeni come il BHA, BHT e la trimetilchinolina vengono permessi in quantità relativamente basse. Gli effetti di questi prodotti chimici nel pet food non sono stati studiati approfonditamente, ma il loro consumo, a lungo termine, è probabilmente dannoso.
Dato che i risultati dello studio originale sulla sua sicurezza, effettuati dal produttore (Monsanto) della trimetilchinolina erano insufficienti, gli è stato richiesto di effettuare un nuovo e più rigoroso studio. Questo studio si è concluso nel 1996. Malgrado la Monsanto non abbia trovato una tossicità significativa associabile al suo prodotto, nel luglio 1997 il Centro di Medicina Veterinaria della FDA ha richiesto al produttore di ridurre della metà il livello massimo di trimetilchinolina (75 parti per milione).
Mentre alcuni critici del pet food e alcuni veterinari credono che la trimetilchinolina sia la principale causa di malattie, problemi cutanei ed infertilità nei cani, altri sostengono che è il più sicuro, forte e stabile conservante disponibile per i pet food. La trimetilchinolina è permessa per il consumo umano soltanto come conservante per spezie (pepe di cayenna, chili) in una proporzione di 100 parti per milione - ma sarebbe molto difficile consumare giornalmente una quantità di chili che raggiungesse il quantitativo di trimetilchinolina che un cane consuma tramite il cibo secco.
Per conservare i grassi ,alcuni produttori hanno risposto alle preoccupazioni dei consumatori ricorrendo a conservanti "naturali", come Vitamina C (acido ascorbico), Vitamina E (tocoferoli misti) oppure olio di rosmarino, garofano o altre spezie. La farina di pesce e alcune miscele di vitamine, usate come integratori nei pet food, contengono conservanti chimici. Questo significa che cani e gatti possono mangiare cibi contenenti diversi tipi di conservanti. Non tutti devono essere indicati in etichetta per legge. Tuttavia, grazie alle pressioni da parte dei consumatori, i conservanti usati nel grasso devono oggi essere esposti in etichetta.
Additivi nei pet food
Agenti anticoagulanti
Lubrificanti
Agenti antimicrobici
Dolcificanti ipocalorici
Antiossidanti
Dolcificanti calorici
Coloranti
Agenti ossidanti e dimagranti
Agenti affumicanti
Agenti per il controllo del pH
Agenti deidratanti
Ausili di processo
Emulsionanti
Isolanti
Agenti fissanti
Solventi, veicoli
Esaltatori di gusto
Stabilizzatori, inspessitori
Aromatizzanti
Agenti attivi superficiali
Agenti per il trattamento delle farine
Agenti di finitura superficiale
Ausili di formula
Sostanze sinergizzanti
Umidificatori
Tessuti
Lievitanti

Mentre la legge richiede studi sulla tossicità diretta dei singoli additivi e conservanti elencati, essi non vengono testati per il loro potenziale effetto sinergico gli uni con gli altri, una volta ingeriti. Alcuni autori hanno suggerito la possibilità di interazioni dannose tra alcuni dei più comuni conservanti [5]. I conservanti naturali, invece, non consentono la stessa lunga durata come quelli chimici, ma non pongono alcun interrogativo circa eventuali rischi.
COME VIENE PRODOTTO IL PET FOOD Per rispettare i requisiti necessari per poter etichettare un cibo come "completo e bilanciato", molti produttori effettuano studi di appetibilità quando sviluppano un nuovo pet food. Un gruppo di animali viene alimentato col nuovo cibo mentre un gruppo di "controllo" viene alimentato con la formula attualmente venduta. Il volume totale mangiato viene usato come misura per l'appetibilità del cibo. Le più grandi e famose aziende considerano questo genere di test il più accurato controllo possibile dei valori nutrizionali effettivi del cibo e mantengono grosse colonie di cani e gatti per questo scopo.
Il cibo secco viene prodotto con una macchina chiamata "estrusore". La materia prima viene dapprima miscelata, a volte manualmente, a volte con l'ausilio di un computer, secondo la ricetta preparata dai nutrizionisti. Nell'estrusore, vengono aggiunti a questa mistura acqua calda e vapore. La mistura è sottoposta a pressione, vapori ed alte temperature man mano che procede verso gli stampi che determineranno la forma finale del prodotto. Il cibo viene lasciato ad essiccare e poi viene generalmente spruzzato con grasso, fermentanti o altri composti che lo rendano più appetibile. Nonostante il processo di cottura possa uccidere i batteri, la sterilizzazione del prodotto finale può essere compromessa durante l'essiccamento, la copertura con grasso o l'imballaggio.
Gli ingredienti sono simili sia per il cibo umido, che secco, che semi-umido. La quantità di proteine, grassi e fibra può invece variare. Una tipica scatoletta di cibo per gatti conterrà circa il 50% di sottoprodotti carnei. La principale differenza tra questi prodotti è il contenuto d'acqua. E' impossibile fare una comparazione diretta delle etichette dei diversi tipi di cibo senza una conversione matematica "su base secca".
La preparazione del cibo umido prevede una miscelazione degli ingredienti di base con additivi. Ai cosiddetti "bocconcini", viene data forma dall'estrusore. Successivamente, la mistura viene cotta ed inscatolata. Le scatole sigillate vengono infine inserite in contenitori per la cottura a pressione, nelle quali vengono sterilizzate. Alcuni produttori cuociono il cibo direttamente nella scatola.
Per rendere nutrienti i pet food, i loro produttori li "fortificano" con vitamine e minerali. Come mai? Perché gli ingredienti che usano non sono di per sé completi, la loro qualità può essere estremamente variabile ed il tipo di produzione distrugge molte delle loro proprietà nutritive.
CONTAMINAZIONII pasti a base di farina di carne o sottoprodotti spesso sono contaminati da batteri, perché non sempre provengono da animali macellati. Ad essere trasformate in farine, sono generalmente le carcasse di animali morti per malattie, ferite o vecchiaia. L'animale morto può essere trasformato soltanto diversi giorni dalla morte; è per questo motivo che la sua carcassa può spesso essere contaminata con batteri tipo Salmonella ed Escherichia Coli. Si stima che più del 50% delle farine di carne siano contaminate dai pericolosi batteri di E. Coli. La cottura può uccidere i batteri, ma non elimina le endotossine che alcuni batteri producono durante la crescita e che rilasciano quando muoiono. Queste tossine possono causare malattie. I produttori di pet food non testano i loro prodotti per le endotossine [6]. Un altro genere di tossine pericolose sono le micotossine: provengono da muffa o da funghi, tipo la vomitossina del caso Nature's Recipe e aflatossine del caso Doane. La crescita di questa muffa può imputarsi a pratiche scadenti di coltura, essiccamento e stoccaggio, mentre gli ingredienti maggiormente contaminati da questa micotossina sono le granaglie tipo grano e mais, la farina di semi di cotone, le farine di noccioline e quelle a base di pesce.
PROBLEMI CAUSATI DA UN'ALIMENTAZIONE INADEGUATA L'idea che esista un pet food in grado di fornire a cani e gatti tutti i nutrienti di cui avranno bisogno durante il corso della propria esistenza è un mito. Gli ingredienti primari della maggior parte del pet food commercializzato sono le granaglie. Molti consumatori acquistano il medesimo prodotto per lunghi periodi, costringendo i loro compagni animali ad assumere soprattutto carboidrati, con scarsissime variazioni. La dieta attuale di questi cani e gatti è lontanissima dalla dieta proteica, molto variata, tipica dei loro antenati. I problemi legati alla dieta industriale sono verificabili quotidianamente, in qualsiasi laboratorio veterinario: vomito, diarrea e infiammazioni sono i sintomi più frequenti di problemi digestivi cronici.
Le allergie alimentari sono diventate una malattia quotidiana ed il mercato delle diete con "antigeni limitati" o "nuove proteine" è diventato un affare multimiliardario. Queste diete sono state create appositamente per curare la progressiva intolleranza ai cibi commerciali sviluppata dagli animali. Molti pet food sono prodotti con ingredienti proteici a bassissima digeribilità. Le diete basate su questi prodotti contengono proteine con digeribilità inferiore al 70%. Alcuni "riempitivi" e le fibre utilizzati in questi cibi possono anche causare coliti (infiammazioni del colon). La maggior parte dei produttori di pet food non pubblica statistiche di digeribilità e questo dato non è mai apparso sulle etichette. Vomito e diarrea acuti sono spesso un sintomo di contaminazione batterica e di tossine prodotte dai batteri. Sia un immagazzinaggio improprio che l'aggiunta di acqua o latte per ammorbidire il cibo, lasciato poi a temperatura ambiente, possono causare la moltiplicazione di questi batteri. Questa pratica, però, viene ancor oggi suggerita per gli alimenti destinati ai cuccioli.
Le formule e l'uso suggeritone dai produttori hanno aumentato inoltre l'incidenza di altri problemi digestivi: alimentare l'animale solo una volta al giorno può causare irritazione dell'esofago. Offrire due piccoli pasti è molto meglio. Per cani e gatti, anche i problemi del tratto urinario sono strettamente legati all'alimentazione: ostruzioni, cristalli e calcoli, sono spesso aggravati dall'uso di pet food industriali. Nei gatti, si stanno diffondendo nuovi tipi i calcoli, più pericolosi di quelli ritenuti "comuni". Le manipolazioni dei pet food modificano l'acidità dell'urina e la quantità di alcuni minerali, con effetti diretti nello sviluppo di malattie. Anche i cani sviluppano calcoli a causa delle diete industriali. E' dimostrato che, sia nei gatti che in alcuni cani, la carenza di taurina può condurre (oltre che alla cecità) a problemi cardiaci spesso fatali. Questa carenza, in passato, era spesso legata ad un quantitativo inadeguato di taurina nei pet food, che, per questo motivo, vengono attualmente addizionati con taurina.
L'eccesso di calorie tipica delle formule commercializzate per cuccioli, promuove la loro crescita rapida; ma una crescita rapida, per alcune razze canine di taglia grossa, ha mostrato di contribuire all'insorgenza di malattie delle ossa e delle giunture. Sono state quindi introdotte "formule speciali" destinate ai cuccioli di razze di grossa taglia, ma quest'innovazione non aiuterà gli innumerevoli cani che hanno vissuto e sono morti con malattie alle giunture.
Esiste infine una cospicua evidenza che l'ipertiroidismo nei gatti sia il risultato di un alimentazione a base di pet food industriali. E' una malattia nuova, apparsa agli inizi degli anni 70, quando il cibo in scatola cominciò ad essere distribuito nei supermercati. La causa esatta non è ancora conosciuta, ma è una malattia grave, a volte fatale ed il suo trattamento estremamente dispendioso.