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mercoledì 13 settembre 2017

L'assurdo collegamento tra scie chimiche e Geoingegneria

L'assurdo collegamento tra scie chimiche e Geoingegneria
 

Secondo i complottisti, le scie chimiche non avrebbero nulla a che vedere con qualsiasi fenomeno chimico naturale legato al volo degli aerei. Esse sarebbero delle emissioni intenzionali di sostanze chimiche nei cieli di gran parte del pianeta. I gas uscirebbero da erogatori di aerosol applicati sulle ali solitamente di aerei tanker bianchi senza livrea (a volte sono applicati anche sulla coda) ed i complottisti credono che si tratta di operazioni militari segrete. Inoltre, si tratterebbe di un fenomeno frequente e l'emissione delle sostanze chimiche sarebbe dannosa per la salute umana.
Le ipotesi complottistiche sulle scie sono le più disparate, dall'essere parte del progetto di difesa Guerre Stellari, all'essere parte di un progetto per la modifica del clima, passando per ipotesi di modifiche biologiche degli esseri umani, lo sterminio di parte della popolazione, il condizionamento mentale ed altro ancora. A volte vengono citati anche cose come HAARP ed UFO. Insomma, i complottisti hanno una fantasia molto sviluppata, anche se i loro obiettivi principali sono quelli di terrorizzare la gente con la storia delle scie chimiche, perché è il mezzo migliore per creare una bufala di ampio successo.
Le spiegazioni più popolari degli scopi delle scie variano a secondo di quella che i complottisti riescono a vendere meglio al pubblico ignorante: attualmente quella che va più di moda è la correlazione tra Geoingegneria (modifica del territorio e del clima) e scie chimiche, ossia si è optato per l'utilizzo di una materia così complessa che la gente non è in grado realmente di capire e quindi è possibile raggirarla sfruttando la loro ignoranza in materia.
La Geoingegneria è una cosa reale ed cambiamenti climatici pure, ma non ci sono in corso esperimenti significativi di Geoingegneria, nè pubblici e nè privati (tantomeno occulti). E le scie chimiche non c'entrano proprio per niente.
 
In realtà, è sconcertante che tra i complottisti vada per la maggiore l'equazione scie chimiche = Geoingegneria, la quale è una materia conosciutissima che studia le possibilità di modificare l'ambiente come suolo e clima. Cioè i complottisti pensano che stiano segretamente effettuando delle operazioni globali di Geoingegneria attraverso le scie degli aerei: un'affermazione che rasenta il delirio mentale se si tiene conto di alcuni punti fondamentali, come ad esempio il fatto che si sa il perché gli aerei fanno le scie e la Geoingegneria è una materia pubblica studiata pubblicamente da molti decenni, e nessuno sano di mente farebbe delle associazioni così squilibrate.
Forse i complottisti non hanno capito cosa sia la Geoingegneria, pensano che sia qualcosa di segreto, hanno visto una immagine di cloud seeding (l'inseminazione delle nuvole) e l'hanno associata alle scie degli aerei. O forse gli piace questo parolone, Geoingegneria è una parola che riempie la bocca, evoca l'ingegneria genetica, che evoca la manipolazione, evoca il mistero, suona bene, per chi non ha strumenti culturali è più che sufficiente.
Ed è pure una parola usata impropriamente: La "Geoingegneria" è l'ingegneria che si occupa del sottosuolo! L'ingegneria che si occupa del clima si chiama "Ingegneria climatica", ma in ogni caso oramai il termine è diventato di uso talmente comune che non se ne esce, soprattutto in ambito complottista, pertanto in questa sede parleremo di Ingegneria climatica usando il termine Geoingegneria.
 
La Geoingegneria è una materia studiatissima a livello pubblico, si studia anche nelle università, anche la Nasa, nonché enti pubblici e privati, effettuano studi in materia: la documentazione, gli esperimenti e qualsiasi altro aspetto sono tutti pubblici, consultabili. È un fenomeno tra l'altro che sia negli studi che nelle sperimentazioni comporta agisce a livello locale non a livello globale planetario, ed è maggiormente applicata alle modifiche del suolo.
Al momento è tutto in fase ancora di studio-sperimentazione, con un numero limitato di esperimenti, è una scienza complessa ed ancora acerba su alcuni campi importanti, come quelli in cui si punta principalmente a combattere la piaga della siccità attraverso un modo per far piovere, cosa che da un lato non è semplice e dall'altra ha perfino dei contrasti a livello politico ed ecologista in quanto si teme che si possano causare danni climatici/ambientali o usarla per cercare di contrastare il riscaldamento globale con esiti potenzialmente pericolosi: ed è per tale motivo che il fenomeno è minuziosamente monitorato fin dal livello degli studi meramente probabilistici.
Proprio un monitoraggio massiccio dei possibili pericoli già a livello teorico, con una grande attenzione sia a livello scientifico che politico, rende già assurdo ipotizzare un qualsiasi complotto in questo ambito, tanto più che non avrebbe senso creare una mega cospirazione globale per influenzare il clima e combattere la siccità o il riscaldamento globale.
I complottisti tra l'altro, non capendo l'inglese, si esaltano e diffondono di continuo studi probabilistici, che indicano un potenziale uso della Geoingegneria e non riguardano minimamente le scie degli aerei: di conseguenza evidenziano ancora di più l'ignoranza di chi crede nelle scie chimiche. Peggio ancora quando i complottisti diffondono gli studi o i pareri allarmistici sull'uso potenziale della Geoingegneria per modifiche estreme del clima.
Ma i complottisti sono abituati a non capire neanche il contenuto dei documenti che diffondono.
 
Questo dovrebbe dar bene l'idea di come sia conosciuta la Geoingegneria e, tra l'altro, la documentazione indicata ben testimonia quanto sia una materia pubblica e studiatissima, altro che segreto o ridicoli collegamenti con scie chimiche:
Se volete c’è pure il sito ufficiale italiano su cui consultare i progetti di ricerca degli istituti di Geoingegneria:
http://www.igag.cnr.it/
D'altronde la Geoingegneria si studia anche nelle università, ci sono esami universitari in merito, e c'è gente che fa tesi di laurea in questa materia.
 
Gli esperimenti sulle modifiche ambientali ci sono, sono relativamente pochi ed avvengono pubblicamente in aree ristrette, con l'aiuto di università e investitori di varie aziende private. Questi sono i dati, come si vede è tutto pubblico, non c'è nulla di dannoso e non centrano assolutamente le scie degli aerei:
http://www.etcgroup.org/sites/www.etcgroup.org/files/worldofgeoengineering_fullsize.pdf
http://www.etcgroup.org/sites/www.etcgroup.org/files/files/GeoMap-WMinfo.pdf
http://www.etcgroup.org/files/PDFs/GeoMap-References.pdf
I complottisti, semplicemente, non sanno di cosa parlano.
Tra l'altro la mappa mostra interventi di Geoingegneria attualmente praticati in tutto il mondo. Ma proviamo a guardare più da vicino.
Innanzitutto la maggior parte degli interventi proprio non sono Geoingegneria. Si tratta del vecchio "cloud seeding", la tecnica di spargere alcune sostanze nelle nubi per fornire nuclei di condensazione e favorire la pioggia. La cosa è molto gettonata, anche se i risultati sono variabili, si parla di aumenti di piovosità variabili tra zero e un 20%. Questa non è Geoingegneria perché non cambia il clima. Se doveva piovere, piove un po' di più, altrimenti nulla. Se non "semino" la nube, anche se ho "seminato" tutte quelle passate di lì il mese prima, non succede nulla. Qualcuno ha anche provato ad applicare tecniche simili sugli uragani, per vedere di deviarli o scaricare prima la pioggia diminuendone l'intensità, ma si è smesso subito perché si è visto che non succede rigorosamente nulla.
Inoltre gli interventi di Geoingegneria vengono praticati su aree limitatissime.
Poi ci sono cose che tecnicamente sono Geoingegneria: riforestazioni ed uso di biochar, per assorbire CO2 dall'atmosfera e farne buona biomassa. Infine, i pochi esperimenti (falliti) di fertilizzazione degli oceani, l'ultimo ormai 4 anni fa nell'Oceano Indiano, e qualche timido tentativo di sequestro del CO2 per metterlo in vecchi giacimenti esauriti di metano, cose piccole e costose, si fa prima a non bruciarlo proprio, quel carbonio. Quindi, alla fine, di esperimenti potenzialmente pericolosi di Geoingegneria, in corso, non ce n'è praticamente nessuno.

 
I complottisti hanno pure una ossessione nelle loro fantasie secondo cui le scie avrebbero il compito di spargere bario ed alluminio. Se qualcuno ha proposto di introdurre sottili striscioline di alluminio con lo scopo di riflettere la luce del Sole e contrastare il riscaldamento globale (striscioline che nessuno ha però mai trovato, per cui presumibilmente l’idea non è stata mai messa in atto), non esiste nessuna possibile applicazione dello spargere bario in atmosfera. La cosa è nata semplicemente da un’ipotesi, sballata, per cui il bario, che reagisce fortemente con l’acqua, potrebbe ridurre l’umidità atmosferica e contrastare la pioggia. Ma basta farsi due conti e si vede che per assorbire una piccola nuvoletta servirebbe la produzione mondiale annua di bario, trasportato in cielo da migliaia di aerei.
Inoltre, trovare alluminio nel terreno è perfettamente normale, l’alluminio è un elemento comunissimo, è ad esempio tra i componenti dell’argilla. Inoltre, anche si trovassero livelli elevati di un inquinante nel terreno, risulterebbe difficile ricondurlo a scie disperse a 10 km di quota, che ricadrebbero a terra dopo giorni e a migliaia di km di distanza.
 
 
Il cloud seeding (inseminazione delle nuvole)
 
Un piccolo approfondimento lo merita il cloud seeding, citato abbondantemente anche nei documenti precedenti, cioè l'inseminazione delle nuvole per far piovere, che fa parte sempre dalla Geoingegneria, ed è qualcosa di conosciutissimo, ancora meno associabile alle teorie delle scie chimiche, contrariamente invece a come fanno molti sostenitori del complotto, evidentemente perché hanno visto qualche immagine o video in cui si inseminavano le nuvole per tentare di far piovere:
Come si vede è un qualcosa di studiatissimo e ben documentato pubblicamente.
 
Con inseminazione delle nuvole, semina delle nuvole o ancora col termine inglese di cloud seeding s'intende una tecnica che mira a cambiare la quantità ed il tipo di precipitazione attraverso la dispersione in atmosfera di sostanze chimiche che fungano da nuclei di condensazione per la formazione di nubi o nuclei di ghiaccio, in modo da alterare i processi microfisici all'interno delle nubi stesse.
Le sostanze maggiormente usate sono lo ioduro d'argento e il ghiaccio secco (o biossido di carbonio congelato). Per produrre ghiaccio a temperature superiori sono usate anche espansioni di propano liquido per produrre cristalli, mentre è in aumento l’uso di materiali igroscopici, come ad esempio il sale, che sembrano dare risultati promettenti.

Affinché si formi ghiaccio è necessario che la nuvola contenga acqua sopraffusa allo stato liquido, ovvero a una temperatura inferiore ai 0 °C. L'introduzione di una sostanza come lo ioduro d'argento, che ha una struttura cristallina simile al ghiaccio, induce una reazione di congelamento del vapore acqueo per nucleazione eterogenea.
Anche l’espansione di propano o di ghiaccio secco raffredda l’aria abbastanza da far nucleare spontaneamente i cristalli di ghiaccio dallo stato gassoso, ma a differenza dell’inseminazione con ioduro d’argento, questa nucleazione non richiede particelle d’acqua preesistenti, dal momento che produce una quantità di vapore estremamente alta, vicino al livello di saturazione (sebbene le goccioline d’acqua esistenti siano comunque necessarie per aggregare i cristalli di ghiaccio in particelle di dimensione sufficienti a dare origine alle precipitazioni).
Le sostanze chimiche possono essere disperse dagli aerei (e qui probabilmente è nata la psicosi di certi complottisti) o da dispositivi da terra, con razzi, o sparati da cannoni antiaerei. Per il rilascio dagli aerei, sono lanciati all'interno della nuvola razzi pieni di ioduro d'argento che vengono direttamente iniettati nella nuvola. Quando invece viene rilasciato da dispositivi a terra, il particolato fine è sospinto verso l'alto dalle correnti d'aria.
 
La Federation of Meteorology ha condotto a più riprese studi nel 1903, nel 1915, nel 1919, nel 1944 e nel 1947. Negli anni cinquanta la divisione per la radiofisica CSIRO ha iniziato ad indagare la fisica delle nubi, e così tanti altri nei decenni successivi. Comunque furono diversi gli esperimenti condotti in California fin dal 1948 da parte di privati ed anti pubblici.
Mentre è indubbio che le tecniche di semina delle nuvole possono effettivamente alterare la struttura e le dimensioni delle nubi, più controversa è la sua efficacia nell'incrementare la quantità di pioggia. Parte del problema è che è difficile capire quanta pioggia sarebbe caduta se la nube non fosse stata “inseminata”. In altre parole, è difficile distinguere le precipitazioni dovute all’inseminazione artificiale, data la naturale variabilità di queste, spesso molto grande.
In breve, queste tecniche sono state pubblicamente usate in varie zone del mondo per cercare di influenzare le precipitazioni atmosferiche, e da decenni è una materia studiata e sperimentata da centri di ricerca pubblici di molti Paesi.
Insomma, non centra assolutamente nulla con le scie degli aerei, è un fenomeno sperimentato e documentatissimo da molti decenni, ed ogni suo accostamento con le scie chimiche è pura follia.
 

 
Il complotto impossibile
 
Qui ci chiediamo: che senso ha gridare al complotto-super segreto-omicida tirando in ballo cose come la Geoingegneria o l'inseminazione delle nuvole che sono materie pubblicamente studiate con una quantità abnorme di materiale pubblicamente disponibile?  Alla faccia del complotto segreto!
Se poi ci mettiamo che i credenti nelle scie chimiche rispondono spesso indicando a caso studi di Geoingegneria presi da siti istituzionali o militari si giunge al massimo della comicità, cercando di dimostrare un complotto delle istituzioni e dei militari con materiale diffuso.....dalle istituzioni e dai militari (che loro ovviamente neanche capiscono in quanto è scritto in inglese ed in quanto non hanno neanche capito cosa è la Geoingegneria).
E che senso ha associare le scie degli aerei, altro fenomeno ben documentato da tempo, con la Geoingegneria se sono due cose che, ad un minimo controllo, non centrano nulla tra loro? Ai complottisti piace perdere facile?
 
Eppure i complottisti insistono, continuano come degli psicotici a voler parlare di Geoingegneria pur non essendoci alcun collegamento. Qualsiasi progetto o studio meramente teorico-probabilistico diventa per loro motivo di ossessione (il che in realtà si sposa bene con l'ossessione psicotica di credere che le scie degli aerei siano qualcosa di pericoloso). È un'espressione pure e semplice di schizofrenia paranoica: basta l'idea che qualcuno parli di esperimenti per cambiare il clima per viaggiare anni luce con la paranoia e  immaginare che le scie di condensazione degli aerei devono essere tali esperimenti e devono pure essere dannosi.
Certo, molti evidenziano come chi crede nelle scie chimiche ha un livello culturale basso, sono persone che non conoscono e non si informano correttamente, quindi usare termini specifici come Geoingegneria accresce la credibilità di chi spaccia queste bufale. La parola stessa, per chi ha un livello culturale medio è poco chiara, o meglio, sono abituati che GEO indica la terra, ma spesso si dimenticano che parlare della terra non vuol dire parlare del pianeta, ma come detto sopra, per molti lo è, quindi parlare di Geoingegneria per queste persone vuol dire ingegneria del pianeta, e non del suolo.
E come non citare l'effetto gruppo: anche sapendo che la Geoingegneria è qualcosa di diverso da quanto detto dai complottisti, temono di non far parte del gruppo, è un fattore psicologico, così come lo è l'incapacità di pensarla in modo diverso dal Guru complottista che si segue da vicino. È un meccanismo molto vicino a quello delle sette religiose.
Infine, c'è la tecnica della "montagna di merda": sulle scie chimiche ci sono solo pagliacciate da visionari, sulla Geoingegneria valanghe di studi, talmente tanti che chi non capisce nulla comincia a credere che c'entri con le scie chimiche e diffonde studi su studi senza neanche capire cosa dicono realmente. Per spiegare il reale contenuto degli studi a queste persone, bisogna perdere tempo e comunque loro non capirebbero. È semplice, la il materiale che parla di Geoingegneria ammanta il tutto di una scientificità che è solo una "montagna di merda".
D'altronde, questa gente che ad esempio usa pubmed per prendersela coi vaccini, quando proprio su pubmed regna incontrastata la certificata non pericolosità degli stessi, roba da matti.
 
Il colpo di "genio" dei complottisti più cialtroni è stato prendere un argomento teoricamente controverso: la Geoingegneria applicata al controllo del clima è potenzialmente molto pericolosa, si rischia di fare una valanga di danni, ma allo stesso tempo potrebbe rimanere una sorta di ultima opzione contro il riscaldamento globale o la siccità. Quindi ci sono molti studi che da un lato la dipingono come una cosa possibile, o addirittura auspicabile, e dall'altro ne evidenziano i catastrofici rischi, su cui speculano già molti politici.
E fin qui stai citando persone serissime, che fanno studi di tutto rispetto, in università e centri di ricerca internazionali, dove soprattutto a livello teorico e probabilistico ci si sbizzarrisce molto.
Se si suppone che l'argomento sia in realtà non solamente discusso a livello teorico, ma anche applicato concretamente, inizia a diventare oro colato per i complottisti. Infatti, siccome la Geoingegneria climatica è qualcosa con confini molto larghi, include ad es. la riforestazione, e sfuma nelle tecniche tipo cloud seeding,  si ha mano libera nel dire "Ecco, lo stanno già facendo, i perfidi!"
Se si aggiunge che una delle tecniche riguarda la dispersione di aerosol con aerei nelle nuvole, ci siamo, il complottista può farfugliare "ecco sono le scie chimiche!". Il tutto fatto con pochi passaggi logici taroccati (molto taroccati, ma anche molto piccoli, difficili da evidenziare) in molta roba seria. Ma si sa, se si mette un grammo di veleno nella ricetta di un piatto di alta cucina, ottieni un piatto avvelenato.
Con mille contraddizioni logiche, tra l'altro. Ad esempio, non si capisce perché qualcuno stia spendendo cifre stratosferiche (è proprio il caso di dirlo) per mettere in atto contromisure al Global Warming e poi non se ne vanti pubblicamente. No, stiamo salvandovi da un incubo, ma lo facciamo di soppiatto, negando sempre tutto. Invece nel mondo reale si sta facendo di tutto per minimizzare il problema, per non prendere provvedimenti, si promettono riduzioni delle emissioni tra 15 anni ma poi si dice che in fondo non è così importante, anzi, probabilmente le emissioni aumenteranno.
 
A prescindere da tutto questo, la discussione su questa correlazione tra Geoingegneria e scie chimiche non ha motivo di esistere dato che gli aerei le scie le hanno sempre fatte e le devono fare perché si formano in base a semplici leggi della fisica dell'atmosfera, e sono composte da innocuo ghiaccio, cioè acqua. Tutte le scie che si vedono attualmente nei cieli di tutte le nazioni del mondo corrispondono in pieno alle leggi della fisica dell'atmosfera, nonché agli studi dei decenni passati sulle scie degli aerei, e sono le stesse che si vedevano ad esempio ai tempi della seconda guerra mondiale: quindi non c'è alcun mistero o motivo di preoccupazione. come detto più volte è solo innocua acqua.
Il fatto che sono esistiti esperimenti in cui degli aerei hanno scaricato delle sostanze nelle nuvole, ad esempio per far piovere, ed il fatto che esistono avvertimenti sulle conseguenze di una possibile manipolazione del clima per combattere il riscaldamento globale o la siccità, non vuol dire che abbia un minimo di ragionevolezza pensare che le scie degli aerei siano diventate operazioni di Geoingegneria segrete per modificare il clima: è pura schizofrenia paranoide pensare a cose del genere (e poi sarebbe il complotto più improbabile della storia). Ed è ancora peggio pensare che le scie siano fatte di sostanze tossiche e dannose, lì siamo nel delirio psichiatrico più totale.
 

 
A voler essere pignoli ed un certo senso ironici, è possibile dire che le scie degli aerei siano una sorta di operazione di Geoingegneria involontaria, in quanto alcuni studi scientifici per l'appunto fanno notare che essendo composte di acqua sono esattamente delle piccole nuvole artificiali e forse potrebbero influenzare il clima (anche se in modo estremamente limitato) come fanno le normali nuvole: comunque nulla di pericoloso, solo un'altra curiosità scientifica!
 
 
I documenti  ufficiali che i complottisti non sanno capire
 
Esistono tra l'altro dei documenti periodicamente citati da cialtroni incapaci di comprenderne il contenuto stesso, sono per lo più interrogazioni parlamentari sul tema in vista di un ipotetico uso della Geoingegneria per cambiare il clima oppure degli studi che analizzano le possibilità raggiungibili e gli eventuali pericoli con un eventuale uso di queste tecniche avanzate, cioè sono documenti che non parlano di un uso attuale ed effettivo della Geoingegneria.
Infatti, le prove citate alla fine sono le solite. Qualsiasi studio che parli genericamente di clima nella mente dei complottisti mostra che la scienza collusa con i militari sta studiando come modificarlo. Se poi parla anche di aerosol per i cospirazionisti è la "pistola fumante" dello spargimento di aerosol da parte di aerei. Non importa poi se i documenti in realtà non centrino nulla con le loro affermazioni.
Ci sono infatti dei documenti citati molto interessanti, che ben evidenziano come i complottisti sguazzino nella loro ignoranza, facciamo qualche esempio.
 
Negli Stati Uniti d’America, il rappresentante del Congresso Dennis Kucinich, fece riferimento alle scie chimiche nello Space Preservation Act del 2001, una proposta di legge per bandire ipotetici sistemi d'arma esotici. I teorici del complotto presentano tale proposta di legge come un riconoscimento ufficiale dell’esistenza, almeno in potenza, delle scie chimiche come arma.
Le "scie chimiche" trovano la loro giusta connotazione all'interno di questo corposo elenco di armi inesistenti o dai nomi inventati (che include persino le armi extraterrestri). Questa è l'unica citazione del termine "chemtrails" nel testo del disegno di legge. L’uso del termine scie chimiche è tra l'altro presente in un paragrafo che è stato rimosso nella versione successiva dello Space Preservation Act del 2003. In entrambi i casi la legge non fu approvata. Sono stati compiuti vari altri tentativi fino al 2005, ma nessuna delle bozze è stata approvata.
Le ricerche di Contrail Science indicano che il disegno di legge non fu redatto da Kucinich; fu preparato da un gruppo di ufologi convinti che i militari USA possiedano armi aliene, l'Institute for Cooperation in Space, e Kucinich venne a sapere del contenuto dello Space Preservation Act soltanto in seguito, dichiarando di non essere d'accordo sulla citazione delle "armi esotiche".
D'altronde fin da subito la Forza Aerea statunitense ha pubblicato un articolo che dichiara esplicitamente che le scie chimiche sono “una bufala che è stata investigata e refutata da numerose università, organizzazioni scientifiche e pubblicazioni nei principali media”.
 
Nel documento militare "Owning the Weather 2025" si parla chiaramente di controllo del clima entro il 2025, ed i complottisti ritengono che sia la prova che il processo è in atto, ma il problema è che non sanno leggere. La nota introduttiva al testo di "Owning the Weather 2025" dice chiaramente che si tratta di un documento che fa congetture di possibilità militari desiderate ma immaginarie:
"Presentato il 17 giugno 1996, questo report è stato prodotto nell'ambiente della scuola del dipartimento della difesa, improntato alla libertà accademica, e nell'interesse di migliorare i concetti correlati alla difesa nazionale. I punti di vista espressi in questo report sono quelli degli autori e non riflettono la politica o la posizione ufficiale dell'aeronautica degli Stati Uniti, del Dipartimento della Difesa, o del governo degli Stati Uniti. Questo report contiene rappresentazioni immaginarie di scenari o situazioni future. Ogni somiglianza con persone reali o eventi, tranne quelle specificamente citate, è casuale e puramente esemplificativa. Questa pubblicazione è stata esaminata dalle autorità di revisione per la sicurezza e la politica, non è riservata, ed è autorizzata alla pubblica diffusione."
È insomma evidente che il documento non ha nulla di occulto o di concreto.
 
Al TG1 in un servizio del 10/05/2007 hanno detto che i russi hanno svelato di saper controllare il clima con gli aerei: i complottisti hanno pensato subito alle scie chimiche ma il servizio stava parlando del cloud seeding, cioè l'inseminazione delle nuvole per tentare di far piovere, tecnica conosciuta dal 1947, applicabile su scala molto ridotta e molto costosa (1,5 milioni di euro per due giorni l'anno di tempo asciutto sopra la sola città di Mosca, per esempio), non sempre è efficace e non impiega sostanze tossiche. Il metodo di rilascio è pirotecnico (ovvero con cartucce esplosive o torce) ed è assolutamente impossibile da confondere con una scia di condensazione o presunte scie chimiche.
 
Un altro documento che ha fatto impazzire i complottisti è un accordo di cooperazione Italia-USA che ha una sezione intitolata "Esperimenti di manipolazione degli ecosistemi terrestri", altro documento che i complottisti non hanno saputo leggere nonostante fosse in italiano.
Le università di tutto il mondo collaborano per svolgere esperimenti su piccoli appezzamenti di terreno per vedere quali effetti potrebbero avere i cambiamenti climatici sulle piante. Basta infatti leggere il documento in questione, intitolato "Cooperazione Italia-USA su scienza e tecnologia dei cambiamenti climatici", per capire che non è in alcun modo collegato all'esistenza di tecnologie segrete per il controllo artificiale del clima, come previsto dalla teoria delle scie chimiche.
Il documento, infatti, tratta di ricerche sui cambiamenti climatici (non sul controllo del clima) e descrive test svolti negli appositi "siti sperimentali italiani dove vengono modificate artificialmente le condizioni ambientali a cui è esposta la vegetazione" (pag. 38) per conoscere meglio i "meccanismi di risposta delle piante" in caso di cambiamenti della temperatura, delle precipitazioni e della concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera, dovuti a fattori naturali e/o all'inquinamento industriale, che sono problemi concreti, non alle scie chimiche. Si tratta di siti talmente piccoli che non avrebbe senso irrorarli con aerei (circa 31 metri per 31 metri).
Capofila della ricerca in Italia è il fiorentino CNR-IBIMET, che ha “modificato” una piccola porzione di un boschetto di pioppi, vicino ad Arezzo, immettendo anidride carbonica per vedere come le piante reagiscono al cambiamento. I complottisti, leggendo solo la frase “modifica di ecosistemi”, hanno interpretato il tutto come una modifica su larga scala degli ecosistemi europei, ma semplicemente la ricerca, pubblica e con risultati disponibili pubblicamente, non diceva questo. Inutile sottolineare che in tutto il documento le scie degli aerei non vengano mai nominate.
 
E poi ci sono, come già detto, una lunga serie di studi e pareri sull'immaginario uso della Geoingegneria per modificare il clima: tutta roba che evitiamo di riportare in quanto è evidente che non centrano nulla nè con le scie chimiche e nè con azioni in atto, tantomeno con mega complottoni segreti omicidi.
Rimane la perplessità prima citata, come è possibile essere così stupidi da prendere documenti e studi pubblicati da istituzioni e militari per dimostrare che essi stanno mettendo in atto un terribile complotto segretissimo ai danni della gente?
Insomma, ci sono dei limiti anche alla stupidità umana, ma anche no, infatti Albert Einstein disse: "Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi." 
 
PS: Inutili sono poi le fantasie complottisti che mischiano Geoingegneria-scie chimiche ed HAARP, dato che a parte il mare di bufale dei complottisti, HAARP è stato chiuso da maggio 2013 e quindi non vale neanche la pena di sbugiardare in questa sede le fantasie sul suo conto (se interessa, lo sbugiardamento è qui). L'impianto HAARP è stato per i tagli al bilancio. Non lo dice il governo USA, ma i tanti radioamatori che si divertivano a captarne il segnale (in fondo le onde radio è difficile nasconderle, visto che basta una radio per riceverle).
HAARP era un sito di studio della ionosfera, e il trasmettitore di cui era dotato produceva un segnale che, arrivato sulla ionosfera, era già sotto i limiti di 6 V/m della legislazione attuale italiana. Il segnale riflesso da lì verso terra era rilevabile solo con sensibili ricevitori radio, e difatti veniva rilevato per sport dai radioamatori. Proprio questi, circa un anno fa, si sono accorti della cessazione della sua attività, e il sito è attualmente in fase di smantellamento. Non esiste in ogni caso nessuna possibile relazione tra onde radio ed eventuale diffusione di sostanze strane nelle ipotetiche scie (o tra onde radio e controllo delle menti).
 
 

Reazioni avverse ai vaccini, la testimonianza di alcuni genitori


domenica 10 settembre 2017

VOCI DALLA STRADA: Il raggiro di Telethon

VOCI DALLA STRADA: Il raggiro di Telethon: Fare beneficenza è di certo una bella idea, ma occorre fare una grande attenzione per evitare che i nostri soldi (molti o pochi che siano...

venerdì 8 settembre 2017

Diversi motivi per crescere un bambino con un animale

I nostri amici a quattro zampe portano amore e gioia nelle nostre case e questo non potrebbe essere più vero quando in casa c’è anche un cucciolo di uomo. L’alchimia che si crea tra un bambino e il suo animale è davvero speciale, anche se spesso tanti neogenitori sono preoccupati per questa convivenza. Niente di più sbagliato!
Ecco allora perché crescere con un cane o un gatto dentro casa fa bene: tutti i motivi per cui la vita con amico a quattro zampe fa bene al bambino e lo fa crescere più sano e felice!
A volte molti genitori, specie se alle prese con il primo figlio, temono già dalla gravidanza la vita del piccolo insieme all’animale domestico, e a torto, dal momento che sarebbe sufficiente per i neogenitori, invece di farsi prendere dal panico, riflettere sui benefici che crescere con un amico a quattro zampe comporta! Crescere con un cane, o un gatto, fa bene, non solo per la famiglia, ma soprattutto per il bambino che avrà la possibilità di crescere con il suo amico a quattro zampe vivendo un’esperienza unica che ricorderà per tutta la vita. E questo non solo vale per l’aspetto emozionale della faccenda, ma anche per quel che riguarda benessere e salute fisica.
A dirlo è anche uno studio recente, pubblicato sulla rivista Pediatrics, condotto in Finlandia su 400 bambini, monitorati dalla gravidanza fino al primo anno di età. Il risultato? Tutti i bambini cresciuti insieme a un animale domestico si sono rivelati essere più sani, con più possibilità di non ammalarsi rispetto a chi non possiede un animale. La ricerca ha, infatti, evidenziato che vivere insieme a un animale stimola il sistema immunitario e aiuta il corpo a combattere allergie e infezioni alle vie respiratorie.
Oltre a questo, come non sottolineare l’aspetto più tenero e amorevole della faccenda? Un bambino con un animale al suo fianco si sente più sicuro, sereno e rilassato e, inoltre, avere un animale domestico aiuta l’armonia familiare e il contatto con i bambini. Portare a spasso il cane, per esempio, è una bellissima attività di famiglia che si può svolgere insieme, come occuparsi della preparazione del cibo per il pelosetto o della sua igiene personale.
Tutto questo significa più tempo passato insieme, più ore da dedicare al contatto con l’aria aperta e meno vita sedentaria davanti alla tv e ai videogiochi. Ultima, ma non per importanza, c’è la responsabilità che avere un animale viene trasmessa al bambino, secondo quanto ci spiega il metodo Montessori, che anche sull’argomento animali domestici ha molto da insegnare.
Avere un animale, e quindi occuparsi di lui, delle sue esigenze e dei suoi bisogni è un bellissimo modo per insegnare al bambino il senso di responsabilità e la capacità di relazionarsi agli animali, essere viventi che non hanno la parola e con i quali è necessario comunicare con amore ed empatia.
Ricapitoliamo brevemente, quindi, quali sono i benefici che derivano dalla vita con un animale domestico e da tutte le attività che si possono fare con lui:
- Avere un animale insegna al bambino il senso di responsabilità
- I bambini che crescono con un animale sono più sicuri, empatici e sereni

- Coccolare il proprio amico a quattro zampe riduce ansia, stress e solitudine
- Prendersi cura del proprio animale aumenta l’armonia in famiglia
- I bambini che crescono con un animale hanno un sistema immunitario più forte
- A contatto con un animale i bambini incorrono meno rischi di sviluppare allergie e infezioni alle vie respiratorie
- Giocare con un cane aiuta a tenere sotto controllo la pressione sanguigna


martedì 5 settembre 2017

“Le vere cause del cancro nascoste dalle Lobby”…!

L’accusa dell’oncologo Mirco Bindi: “Le vere cause del cancro nascoste dalle Lobby”…!

Medico Oncologo Dr. Mirco Bindi: “Le vere cause del cancro nascoste dalle Lobby”

di Mirco Bindi, Medico oncologo autore di “L’alimentazione nella prevenzione del cancro
Dopo 40 anni passati nelle corsie e al domicilio dei malati oncologici ecco in parole semplici cosa consiglia l’oncologo.
Questo è un libretto eretico. Contiene idee che sono contro il pensiero comune. Le idee qui esposte vanno controcorrente e provocano reazioni di ostilità in tutti quelli che sono abituati a gustare una bistecca alla fiorentina o il cacio pecorino. Ciò è comprensibile e in parte condivisibile quando ci si trova in una dialettica costruttiva, ma queste idee provocano anche reazioni motivate non da interessi di salute, ma da speculazioni economiche.

L’industria alimentare e farmaceutica non sono affidabili

L’industria alimentare è la più grande tra gli oppositori all’ipotesi che la carne e il latte siano dannosi alla salute. Il loro interesse è economico. Per loro è impensabile una riconversione dell’alimentazione verso le proteine vegetali. Eppure si potrebbe fare un compromesso, ma loro non sentono ragioni: l’eresia è eresia. Le eresie vanno estirpate come ai tempi di Savonarola. Questo libretto ha lo scopo di informare la gente che esiste una linea di pensiero medico eretico ed io appartengo a questo filone. Le critiche saranno ben accolte perché serviranno al confronto di esperienze con l’augurio che la ricerca sia interessante in ambo i lati della trincea.
Nel 2011 è stato pubblicato “The China Study” di Colin Campbell. Con dati scientifici illustra la sua teoria sulla genesi del cancro, delle cardiopatie, delle malattie cerebrovascolari, nonché diabete e morbo di Alzheimer. Campbell ha pubblicato il libro allo scopo di informare i comuni cittadini di una realtà che la comunità medica ortodossa respinge e denigra. Le sue ricerche provano che l’alimentazione è strettamente correlata con le malattie degenerative. Nei miei quaranta anni di medico mi sono sempre dedicato alla ricerca. Ho sempre studiato e analizzato criticamente quello che mi era stato insegnato. Ora non vedo la ragione di cambiare perché le Lobby mediche, le Onlus di ricerca e le ditte farmaceutiche considerano Colin Campbell un “ciarlatano” per la teoria sulle cause del cancro. Se le persone di cui sopra, in cinquanta anni di oncologia moderna, avessero risolto il problema del cancro e migliorato la salute della gente, io potrei fare benissimo il pensionato e godermi i fatti miei. Se le Lobby dicono che va tutto bene è per puro interesse economico e di potere. Le ricerche di Campbell non sono inventate, sono ricerche sperimentali che analizzano i dati e portano a una conclusione inaspettata.
In medicina non c’è mai la certezza, lo sa anche il paziente più sprovveduto che quando deve sottoporsi a un’anestesia percepisce la paura
della morte. Quale certezza offre la chemioterapia? Quale certezza può dare una dieta vegetale? La prima lo sappiamo, la seconda deve essere verificata, ma ha il vantaggio di non costare e di non essere tossica. In ospedale ho dovuto combattere per fare trattamenti radianti e chemioterapie che non peggiorassero la qualità della vita dei malati. Perché un paziente che veniva da Pitigliano (GR) doveva alzarsi alle 4 del mattino per essere alle 7,30 in radioterapia ed essere visitato dal medico dopo le dieci? Perché un malato allettato doveva essere portato in ospedale in ambulanza per una flebo di dieci minuti quando poteva eseguirla comodamente a casa? Conosco la mentalità delle Lobby, a loro non interessa la persona e la sua salute, ma questa volta abbiamo una possibilità diversa.
Il malato è libero di scegliere la sua dieta vegetale perché appartiene alla “sua” privacy e nessuno potrà rubargli la speranza di guarire.
È una rivoluzione che parte dal basso. I tempi iniziano a essere maturi. Le brecce nel sistema lobbistico cominciano a essere aperte. Non ci sarà bisogno di uno scontro distruttivo perché sarà il sistema stesso ad adeguarsi ai nuovi costumi alimentari. Il tempo sarà testimone di come evolverà il confronto tra ortodossi ed eretici.

Le cause del cancro

Le cause del cancro sono sostanzialmente tre: genetiche, ambientali e nutrizionali. Le alterazioni genetiche presenti alla nascita sviluppano tumori per lo più in età giovanile, ma la loro incidenza è estremamente bassa: 0.01%. Ciò significa che madre natura ha costruito un sistema quasi perfetto. L’evoluzione ha impiegato miliardi di anni per arrivare all’uomo e la sua complessità si ritrova in ogni singola cellula del corpo.
Le cause ambientali sono ritenute oggi le responsabili della maggioranza dei tumori. Il dott. Percival Pott impiegò trenta anni per capire che la fuliggine era responsabile del cancro allo scroto degli spazzacamini a Londra nel 1775. Per bandire il DDT ci sono voluti 31 anni in America e 39 anni in Italia. Grazie al DDT nacque il movimento ambientalista. Intanto nelle balene c’è più DDT che grasso e in Sardegna ne spruzzarono 11 milioni di litri. Scoprire la relazione tra tossicità e malattia è un’impresa ardua. Di solito l’identificazione avviene tardi per l’insorgenza di una malattia o di una deformazione. Da Roentgen (lo scopritore dei raggi X) ai Curie e ai primi pazienti, tutti svilupparono il cancro. Le radiazioni da allora sono considerate cancerogene e il loro uso è ristretto solo a specifiche indicazioni. Per esempio gli screening mammografici sono attuati solo su donne >50 anni, mentre per i malati di cancro sottoposti a radioterapia il rischio di un secondo futuro cancro è messo in minoranza rispetto al problema immediato.
Le sostanze chimiche possono essere naturali o artificiali. Le aflatossine, per esempio, sono sostanze prodotte dal fungo aspergillus che infetta le granaglie, il mais, le arachidi e altri semi oleosi. Provocano il cancro al fegato. Le sostanze chimiche artificiali non si contano più. Il progresso ne sforna in continuazione dai derivati del petrolio. Gli impianti industriali dell’Ilva di Taranto con le loro emissioni non sono ritenuti tossici. I tassi di mortalità della “città del cancro” non sono diversi dalla città di Lecce e dal Pool dei registri tumori. Caso analogo nella “terra dei fuochi” a Caserta: tanti sospetti e nessuna corrispondenza. La nutrizione ha attirato l’attenzione negli ultimi anni per i rapporti con le malattie degenerative. Il particolare il cibo spazzatura e l’incremento del consumo di prodotti animali sembra essere in relazione con il cancro. Ufficialmente la medicina canonica, insieme alle strutture sanitarie e ai
mass media, nega che esista un nesso di causa ed effetto.
Se il cancro è conosciuto dai tempi di Galeno è altrettanto vero che la cura antica era il cibo. Ci voleva lo studio epidemiologico del “China Study” per stabilire la relazione scientifica tra consumo di proteine animali e cancro. Colin Campbell ha confrontato l’alimentazione della popolazione americana con quella dei contadini cinesi abitanti in zone rurali. I dati non lasciano dubbi. I contadini cinesi non mangiano carne né latticini e non hanno il cancro. Questa popolazione è immune anche alle altre patologie degenerative cardiovascolari, ictus, Alzheimer, aterosclerosi, diabete, etc. Da qui è nata una nuova teoria basata non tanto sul cibo spazzatura, riconosciuto insalubre, ma sul fatto che le proteine animali introdotte con il cibo danneggiano il sistema metabolico di tutto il trilione di cellule che costituiscono l’organismo. L’idea è così semplice, illuminante e rivoluzionaria da cambiare l’approccio al cancro. Dopo ogni pasto con carne e latte, le singole cellule che compongono l’individuo entrano in uno stato di superlavoro, stressate, fibrillanti e febbricitanti. In questa perenne condizione d’instabilità anche il cancerogeno più debole può sviluppare il suo effetto tossico.
Sembra l’uovo di Colombo, ma si viene accusati di eresia quando si chiede la riduzione dei cancerogeni e si afferma la validità dei cibi vegetali.
Estratto dal libro “L’alimentazione nella prevenzione del cancro” di Mirco Bindi

Mirco Bindi è Specialista in Radiologia, Patologia generale e Oncologia. Si è laureato in medicina e chirurgia a Siena nel 1975. Ha lavorato per 35 anni nei reparti di Radioterapia e Oncologia medica nel Policlinico di Siena. Dal 1997 al 2000 ha coordinato il servizio domiciliare oncologico della ASL di Siena. Fondatore della onlus Qualità della Vita in Oncologia per l’assistenza ai malati terminali e della Sezione toscana di Psico-Oncologia. Dal 2007 è in pensione e svolge attività filantropica in Thailandia e Cambogia. Dal 2013 segue la dieta vegetale integrale del China Study.



lunedì 4 settembre 2017

cosa sappiamo sull’inquinamento ambientale di origine agricola

In realtà cosa sappiamo sull’inquinamento ambientale di origine agricola


1) Uno sguardo in generale alle emergenze prioritarie

I fitofarmaci sono per la massima parte costituiti da sostanze bioaccumulabili sia nel terreno che nel nostro corpo. I fitofarmaci siano essi insetticidi, acaricidi, molluschicidi, nematocidi, rodenticidi, fumiganti, fungicidi, i diserbanti ed i fertilizzanti chimici si ritrovano in circa la metà della frutta e verdura che mangiamo, fortunatamente entro soglie accettabili di Lmr (limite massimo di residuo) ed Adi (assunzione giornaliera accettabile) ed essi contaminano diffusamente l’ambiente comprese le acque di fiumi, di laghi, di sorgenti e di falda.
Una recente indagine dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha identificati nelle acque italiane ben 131 di queste sostanze, compresi inquinanti vietati da molto tempo e ha dimostrato che il 36.6% dei campioni di acqua analizzati nel nostro paese è contaminato da pesticidi in quantità superiore ai limiti di legge. Per tutte le sue attività l’umanità utilizza circa 3500 km3 di acqua all’anno ovvero meno dello 0,0004% dell’acqua della terra. Di questa quantità il 70% circa viene utilizzato in agricoltura, il 23% nell’industria e solo l’8% circa è destinato all’uso domestico.
Dopo il suo utilizzo l’acqua viene restituita all’ambiente inquinata da numerose sostanze chimiche quali fertilizzanti, fitofarmaci, diserbanti, solventi, detergenti, coadiuvanti, addensanti,emulsionanti che vanno a contaminare acque di fiumi, laghi, mari, falde che in caso di necessità sono utilizzate dall’uomo per uso domestico e/o zootecnico.

Intanto l’emergenza acqua mondiale è determinata da una serie di fattori:
  1. continuo aumento della popolazione che fa aumentare la domanda di acqua;
  2. inquinamento idrico che rende impossibile l’approvvigionamento dalle falde acquifere;
  3. cambiamenti climatici che rendono impossibile un monitoraggio costante dei fenomeni piovosi ed una classificazione delle potenzialità di approvvigionamento idrico sul pianeta.
I potenziali rimedi sono:
  1. riduzione gas inquinanti come stabilito dal protocollo di Kyoto (2007) per evitare calamità naturali non arginabili. Per esempio se consideriamo che oggi i vulcani rilasciano in atmosfera circa 130 - 230 milioni di tonnellate di biossido di carbonio ogni anno e che questa quantità rappresenta meno dell'1% della quantità di biossido di carbonio totale liberata in atmosfera dalle attività umane, che è pari a 27 miliardi di tonnellate all'anno: 50.000 tonnellate al minuto ci rendiamo conto che forse è il caso di fermarsi un attimo a riflettere…….sul da farsi naturalmente!
  2. utilizzare il più possibile tecnologie ecosostenibili in agricoltura e nell’industria dando priorità al riutilizzo di materie prime ed all’utilizzo di fonti e materie prime rinnovabili come le biomasse, il biogas,le acque di vegetazione in agricoltura e ridurre le emissioni industriali di biossido e monossido di carbonio e di derivati clorurati,fosforati e solforati.
  3. utilizzare in agricoltura il sistema della microirrigazione goccia a goccia con il quale si risparmierebbe in totale circa il 50% di acqua e rivalutare i quantitativi di acqua e tariffe relative disponibili per i grandi fruitori cioè industria ed agricoltori.
  4. ammodernare e manutentare le reti idriche per evitare le dispersioni riutilizzare in agricoltura e nell’agroindustria le acque reflue delle lavorazioni. Nel 2010 il mercato dei prodotti fitosanitari risulta complessivamente in calo del 2,5%. Restano più o meno costanti soltanto gli erbicidi e gli insetticidi, con un moderato incremento (rispettivamente del 9% e 2%), mentre i fungicidi si riducono del 7,6% e i prodotti vari come molluschicidi, coadiuvanti, fitoregolatori ed altri del 3,8%.
2) La chimica in agricoltura

I prodotti fitosanitari o presidi sanitari comprendono i fitofarmaci, i fisiofarmaci cioè ormoni, stimolatori ed inibitori, gli erbicidi, i fitoregolatori e tutti i vari addensanti, coformulanti, emulsionanti, solubilizzanti che si miscelano con i prodotti contenenti i principi attivi. Sono formulati con sostanze chimicamente molto diverse fra loro, che possono essere raggruppate per classi chimiche quasi omogenee in ragione dei gruppi funzionali attivi che interagiscono direttamente con gli organismi patogeni attraverso l’interazione di molecole che compiono l’attività biologica ritenuta dannosa. Così si hanno prodotti fitosanitari derivati da prodotti:
  • inorganici, quali i sali di rame, zolfo, ferro, calcio, sodio;
  • organo-metallici (zinco, manganese);
  • organici di origine naturale, quali il piretro, l’avermectina, il rotenone, l’azodiractina;
  • organici di sintesi, quali, fra i più diffusi, i fosforganici, i carbammati, i clororganici, gliazotorganici.
i benzonitrili, i derivati degli acidi fenossicarbossilici, i benzotiadiazoli, i derivati delle solfoniluree, i derivati degli idrocarburi, i derivati dell’acido naftossiacetico, i triazoli, gli aloidrocarburi paraffinici, gli azoto-stannorganici, i derivati degli idrocarburi, le solfoniluree, i piretroidi e tanti altri ancora. I fertilizzanti sono sostanze che, per il loro contenuto in elementi nutritivi contribuisce al miglioramento della fertilità del terreno agrario od al nutrimento delle specie vegetali coltivate o ad un loro migliore sviluppo. Ad essi si possono aggiungere gli ammendanti che sono sostanze capaci di modificare e migliorare sia le caratteristiche fisiche che quelle chimiche e biologiche, oltre a quelle meccaniche di un terreno.
I concimi si distinguono in minerali, organici od organo-minerali. Quelli minerali a loro volta si suddividono in:
  • semplici, quali gli azotati, i fosfatici ed i potassici;
  • composti (gli azoto-fosfatici, gli azoto-potassici, i fosfo-potassici, gli azotofosfo-potassici);
  • concimi a base di elementi secondari, quali il calcio, il magnesio, il sodio e lo zolfo;
  • concimi a base di microelementi (od oligo-elementi), quali il boro, il cobalto, il rame, il ferro, il manganese, il molibdeno e lo zinco.
I concimi organici si suddividono in:
  • azotati;
  • azoto-fosfatici.
I concimi organo-minerali si distinguono in:
  • azotati;
  • azoto-fosfatici;
  • azoto-potassici;
  • azoto-fosfo-potassici.
I concimi possono presentarsi allo stato solido o fluido, in forma gassosa liquefatta, liquida in soluzione o in sospensione.
La classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio dei fertilizzanti segue la normativa stabilita dai decreti legislativi 3.02.1997, n. 52 e 14.03.2003, n. 65 e tutti devono essere rigorosamente segnalati sul Quaderno di campagna o Registro dei trattamenti aziendali. Altri prodotti come ad esempio i gas come l’ammoniaca, in particolare quella anidra, utilizzata come fertilizzante, l’anidride solforosa, utilizzata in enologia, il cloro, nella disinfezione delle acque delle piscine delle aziende agrituristiche e non solo, la cloropicrina, che è utilizzata anche come prodotto fitosanitario ad azione fumigante da distribuire nel terreno dove si diffonde come vapore per la lotta preventiva contro i parassiti del suolo prima della semina o del trapianto della coltura. Se è autorizzata per questo scopo, vanno rispettate anche le disposizioni del decreto legislativo n. 194/95, il bromuro di metile che è impiegato anche come insetticida sul terreno in assenza di coltura, nei vivai e semenzai e nella disinfestazione delle sementi.
Altri prodotti ancora sono i biocidi per l’igiene veterinaria, i disinfettanti nel settore dell'alimentazione umana e animale, i disinfettanti per l'acqua potabile, i prodotti per il controllo degli animali nocivi, i rodenticidi, gli avicidi usati per il controllo degli uccelli. In Italia al momento è autorizzata una sola sostanza ad azione repellente, i prodotti di impiego enologico come quelli consentiti dai regolamenti comunitari, quali il n. 87/822/CEE e sue successive modifiche ed integrazioni, il n. 1493/99/CE ed il n. 1622/2000/CE, che indicano le pratiche ed i trattamenti enologici consentiti.
Possono essere impiegati:
  • CO2 in bombole;
  • L’argo o l’azoto, soli o miscelati tra loro;
  • La SO2, il bisolfito di potassio o il metabisolfito di potassio;
  • L’acido sorbico o il sorbato di potassio;
  • Il tartrato neutro di potassio ed il bicarbonato di potassio;
  • Acido l-ascorbico;
  • Acido citrico;
  • Acido tartarico;
  • Acido malico;
  • Ferrocianuro di K, che va utilizzato nel rispetto delle disposizioni del decreto del Ministero dell’Agricoltura 5.9.1967;
  • Fitato di potassio;
  • Acido metatartarico;
  • Etilen glicole o Glicole etilenico;
  • Dischi di paraffina impregnati di isotiocianato di allile;
  • Colle;
  • Altri prodotti chimici, sempre consentiti dal regolamento comunitario.
Alcuni prodotti e fra questi il mancozeb utilizzato come anticrittogamico sono fortemente sospettati di essere molto cancerogeni. Considerare la pericolosità di una sostanza attiva solo sulla base degli effetti acuti, cioè sulla base della DL50 e CL50, non permette però di stabilire la capacità della sostanza di provocare danni cronici. Questi ultimi infatti possono essere causati da un prodotto indipendentemente dalla sua tossicità acuta; in altre parole prodotti di bassa tossicità acuta, se assorbiti attraverso esposizioni prolungate, possono provocare effetti nocivi di tipo cronico.
Tra gli effetti di tipo cronico vanno considerati:
  • gli effetti mutageni: consistono in alterazioni del patrimonio genetico e possono dare luogo a malattie genetiche ereditarie o a tumori;
  • gli effetti teratogeni: consistono nella comparsa di malformazioni nel feto;
  • gli effetti cancerogeni: consistono nella comparsa di tumori nell’uomo.


3) Ma l’autorizzazione all’utilizzo dei fitofarmaci è possibile solo se...


Il patentino obbligatorio per l’utilizzo dei fitofarmaci viene rilasciato ora dalle Regioni, secondo i propri ordinamenti, alle persone che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età ed abbiano ottenuto una valutazione positiva in relazione a vari adempimenti da effettuare in concomitanza dell’utilizzo. La valutazione ha lo scopo di accertare che l’interessato conosca i pericoli connessi alla detenzione, conservazione, manipolazione ed utilizzazione dei prodotti fitosanitari e dei loro coadiuvanti, le modalità per un corretto uso degli stessi, le relative misure precauzionali da adottare e gli elementi fondamentali per un corretto impiego da un punto di vista sanitario, agricolo ed ambientale. La valutazione di cui sopra viene effettuata secondo modalità indicate da ciascuna regione. Sono esentati dalla valutazione i laureati in scienze agrarie e scienze forestali , i periti agrari, gli agrotecnici, i laureati in chimica, medicina e chirurgia, medicina veterinaria, scienze biologiche, farmacia, i diplomati in farmacia e i periti chimici. Inoltre, per i prodotti fitosanitari ed i loro coadiuvanti, se classificati molto tossici, tossici, nocivi o pericolosi per l’ambiente possono essere venduti per l’impiego diretto, per sé o conto terzi, soltanto a coloro che siano muniti di apposito certificato rilasciato dall’ufficio regionale competente alle persone che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età ed abbiano ottenuto una valutazione positiva in relazione agli argomenti di cui sopra.
La Commissione Europea Agricoltura aggiorna costantemente l’elenco relativo alle sostanze attive di cui all’allegato I della dir. 91/414/CEE, per cui alcune molecole non sono state più autorizzate ad essere immesse in commercio, in quanto considerate pericolose per la salute umana e per l’ambiente ed altre sono sospese e riammesse periodicamente ed altre istituite di nuovo ed autorizzate dall’Istituto Superiore di Sanità. Attualmente su 1.000 principi attivi disponibili l’agricoltura italiana dispone di sole 350 sostanze attive per la lotta fitopatologica.
Dal 2000 al 2010 i principi attivi contenuti nei prodotti fitosanitari sono diminuiti complessivamente di 8,3 mila tonnellate (-10,3%); in particolare, sono calate le sostanze attive insetticide e fungicide (rispettivamente del 32,7 e 18%), sono aumentate le varie (+74,7%) (fonte istat). In forte crescita sono risultati i prodotti di origine biologica, passati da 18,7 a 420,3 tonnellate, e le trappole, aumentate del 31% (fonte istat). La diffusione di prodotti di origine biologica e delle trappole rappresenta il segmento più innovativo della distribuzione, anche se le quantità immesse al consumo risultano di entità limitata.
La nuova Direttiva Europea sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari 128/09 di recente approvazione, e la Direttiva Macchine (2006/42/CE), comporteranno inoltre importanti cambiamenti nel settore della difesa fitosanitaria, la prima con l’introduzione di misure specifiche a tutela dell’ambiente, la seconda attraverso l’adozione obbligatoria di determinati requisiti tecnici di cui le macchine irroratrici dovranno dotarsi. Questo per ridurre il fenomeno della deriva provocato dalla distribuzione in campo dei prodotti e per sensibilizzare gli agricoltori attraverso l’impiego di mezzi tecnologicamente idonei in grado di ottimizzare anche la resa del prodotto stesso sulla vegetazione e di ridurre le dispersioni. L’applicazione della difesa integrata implica necessariamente il coinvolgimento di consulenti in possesso di specifica competenza in campo fitoiatrico, valutati i risultati del monitoraggio, consiglino l’operatore con quale tipo di terapia intervenire (agronomica, meccanica, biologica o agrofarmacologica) consigliando, se del caso, quale principio attivo utilizzare e in quale dose.
L’obbligo del ricorso a consulenti qualificati professionalmente è del resto auspicato anche dalla direttiva stessa (punto 2 dell’Allegato III). Il sistema proposto basato sula sinergia del binomio prescrizione agrofarmaco / agro farmacie si traduce in:
- effettiva applicazione dei principi della difesa integrata;
- riduzione della quantità di sostanze tossiche distribuite;
- utilizzo di agrofarmaci a minor tossicità;
- cert- rilevamento delle informazioni e garantisce:
  • il conseguimento degli obiettivi della Direttiva 2009/128/CE che parla di tutela della salute umana e dell’ambiente;della Direttiva 2009/128/CE che parla di tutela della salute umana e dell’ambiente;
  • l’adempimento agli obblighi previsti dal Reg. CE 1185/2009 (Statistiche sulla immissione sul mercato e sugli usi agricoli dei pesticidi);
  • l’adeguamento a standards di qualità della produzione agricola universalmente riconosciuti dal mercato (es. GLOBALGAP);
  • la lotta agli agrofarmaci frodati e contraffatti.


4) Ma chi dovrebbe controllare realmente il traffico


Il monitoraggio dei residui di antiparassitari negli alimenti, effettuato ora in modo costante dal Ministero della Salute ma in passato realizzato dal Mipaaf attraverso progetti, è risultato il migliore d’Europa dato che il 99% circa dell’ortofrutta italiana è regolare rispetto alla normativa sulla presenza di residui di fitofarmaci perché a residuo zero o in quanto comunque contenuti entro le soglie ritenute non pericolose per la salute umana con una percentuale di irregolarità estremamente contenuta pari allo 0.8%.

L’Italia attualmente è l’unico paese dell’Ue che si è dotata dal 2005 in base a quanto oggi previsto dalla direttiva 2009/128/CE sia dell’obbligo di tenuta del registro dei trattamenti sia per quanto concerne il patentino per l’acquisto dei fitofarmaci e la formazione necessaria per il rilascio di quest’ultimo, nonché rispetto alle disposizioni relative alla difesa integrata.

Attualmente sembra che l’istituto di riferimento per quanto riguarda l’elaborazione della proposta di decreto legislativo è il Ministero dell’Ambiente ma in base alla legislazione italiana vigente dovrebbe ritornare tutto in capo al Ministero della Salute e al Ministero delle Politiche agricole come d’altronde è sempre stato sin dagli anni ’90 quando furono istituiti i primi monitoraggi sui residui di fitofarmaci in base alle normative della Commissione agricoltura europea. In sostanza, la scelta operata dal Ministero dell’Ambiente di proporre uno schema di decreto legislativo che appare impostato nell’ottica di introdurre adempimenti più restrittivi di quelli previsti dalla direttiva, non trova alcuna valida motivazione rispetto alla situazione italiana di gestione dei fitofarmaci che, come si evidenzia più volte da anni è già impostata al massimo rigore e sostenibilità rispetto agli altri paesi comunitari ed extra CE. L’auspicio è, quindi, quello che il Ministero delle Politiche agricole insieme al Ministero della Salute e alle Regioni, riescano ad essere protagonisti in modo incisivo in tutte le proposte e richieste formulate dagli operatori del settore.
La direttiva 128/09 adegua la normativa vigente in materia di prodotti fitosanitari alle nuove norme introdotte dal reg. UE 1107/2009 adottato nel contesto della riforma comunitaria della legislazione mirante a garantire un uso agricolo sostenibile dei prodotti fitosanitari. Nell'ambito del provvedimento, sono state modificate le norme concernenti il registro dei trattamenti, adempimento al quale sono tenute obbligatoriamente tutte le imprese agricole che effettuano trattamenti fitosanitari. Il registro dei trattamenti deve necessariamente diventare uno strumento più efficace e di controllo per ciò che riguarda l’uso corretto dei prodotti fitosanitari ai fini della tutela della salute dello stesso agricoltore e del consumatore.

La temporanea gestione della competenza al Ministero dell’Ambiente in materia è un preludio ad un impegnativo processo di scambi atti a garantire processi produttivi a basso impatto ambientale, proprio a partire dall’uso della chimica per la lotta fitopatologia sostanzialmente ridotta in base alle direttive del Ministero della salute. Sarebbe ora auspicabile una riformulazione della norma che è senz’altro anomala in quanto non menziona neanche il Ministero della Salute che ai sensi della legislazione italiana, ha competenza primaria nel settore dei fitofarmaci, a differenza peraltro di quanto avviene negli altri Stati membri dell’Ue dove tale materia è affidata appunto al Ministero dell’Agricoltura. Per il Ministero della salute i prodotti di origine vegetale “……non devono contenere, al momento della loro immissione in circolazione, residui di sostanze attive nei prodotti fitosanitari, superiori ai limiti massimi di residui (LMR) fissati per legge…”.

Campo arato, fitofarmaci
I limiti massimi di residui, espressi in mg/kg di sostanza attiva di prodotto vegetale, vengono fissati al momento dell’autorizzazione con criteri internazionalmente condivisi, al fine di garantire un’esposizione accettabile da parte dei consumatori. Il corretto impiego dei prodotti fitosanitari secondo le modalità riportate nelle etichette autorizzate assicura il rispetto di tali limiti. I limiti massimi di residui sono oggi disciplinati in Italia dal DM 27 agosto 2004 (e successivi aggiornamenti - consulta la sezione normativa) che contiene i valori armonizzati a livello comunitario e, ove non disponibili, i valori fissati a livello nazionale.
Dal 1° settembre 2008 sono in vigore i nuovi LMR delle sostanze attive nei prodotti destinati all’alimentazione, fissati dal Regolamento (CE) n.396/2005 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 febbraio 2005 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea il 16 marzo 2005) e dai collegati Regolamenti (CE) n. 149/2008 della Commissione del 29 gennaio 2008 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea il 1° marzo 2008), n. 260/2008 della Commissione del 18 marzo 2008 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea il 19 marzo 2008) e n. 839/2008 della Commissione del 31 luglio 2008 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea il 30 agosto 2008).
I Regolamenti direttamente applicabili nella legislazione dei Paesi dell’Unione europea da utilizzare modo uniforme in tutta la Comunità europea, consentono di garantire un elevato livello di tutela dei consumatori europei, di eliminare gli ostacoli agli scambi commerciali tra gli Stati Membri e tra i Paesi terzi e la Comunità e di ottimizzare le risorse finanziarie nazionali. Le enormi risorse disponibili per i PSR 2007-2013 (oltre 25 miliardi di € per l'Italia) sono state impiegate ad oggi per poco più del 30% (da quanto risulta sul sito del MIPAAF) mettendo a rischio di dismissione finanziaria il nostro paese, che potrebbe perdere fino a 10 miliardi di € per la prossima programmazione 2014-2020. Essendo le risorse dei PSR obbligatorie e prioritarie per la spesa deputata alle misure in materia di tutela dell’ambiente ad un massimo del 65-70% dei PSR è necessario che le Regioni modifichino i criteri dei pagamenti per le misure agroambientali, aumentando eventualmente anche le somme previste per la riconversione all'agricoltura biologica.