Con il termine "acque reflue", o acque di scarico, s’intendono tutte le acque utilizzate nelle attività umane - siano esse domestiche, industriali o agricole - e che per questo contengono sostanze organiche e inorganiche che possono recare danno alla salute e all'ambiente.
Queste tipologie di acque, dopo il loro utilizzo, non possono quindi essere riversate nell'ambiente, ovvero direttamente nel terreno, nei fiumi, nei laghi e nei mari, senza prima essere sottoposte ad un intervento di depurazione.
La normativa italiana predispone, con il D.Lgs. 152/06 e s.m.i., un completo programma di tutela delle acque dall’inquinamento. Il decreto, oltre a disciplinare gli scarichi mantenendo valori limite di concentrazione per le varie sostanze contenute nelle acque reflue, focalizza l'attenzione sulla qualità del corpo idrico recettore e prevede lo sviluppo di attività di monitoraggio per la quantificazione del danno ambientale esercitato dall'uomo, offrendo le basi per la ricerca di sistemi di depurazione "appropriati" in base a specifici obiettivi di qualità delle acque naturali. Questo decreto s’inserisce nel quadro della precedente Direttiva Comunitaria in materia di acque (2000/60/CE) secondo la quale ogni Stato, Regione o “distretto idrografico”, deve promuovere le azioni necessarie a raggiungere o mantenere “il buono stato di qualità delle acque superficiali o profonde entro l’anno 2015”.
Regione Lombardia, con l’approvazione della Legge Regionale n. 26 del 12 dicembre 2003, ha stabilito che il “Piano di Tutela delle Acque‟ (PTUA approvato con DGR n. 2244 del 29 marzo 2006) è lo strumento regionale per la pianificazione della tutela e dell’uso delle acque. Il PTUA individua, coerentemente con la pianificazione dell’Autorità di bacino del fiume Po, le misure e gli interventi necessari ad assicurare la tutela qualitativa e quantitativa dei corpi idrici regionali.
La normativa italiana predispone, con il D.Lgs. 152/06 e s.m.i., un completo programma di tutela delle acque dall’inquinamento. Il decreto, oltre a disciplinare gli scarichi mantenendo valori limite di concentrazione per le varie sostanze contenute nelle acque reflue, focalizza l'attenzione sulla qualità del corpo idrico recettore e prevede lo sviluppo di attività di monitoraggio per la quantificazione del danno ambientale esercitato dall'uomo, offrendo le basi per la ricerca di sistemi di depurazione "appropriati" in base a specifici obiettivi di qualità delle acque naturali. Questo decreto s’inserisce nel quadro della precedente Direttiva Comunitaria in materia di acque (2000/60/CE) secondo la quale ogni Stato, Regione o “distretto idrografico”, deve promuovere le azioni necessarie a raggiungere o mantenere “il buono stato di qualità delle acque superficiali o profonde entro l’anno 2015”.
Regione Lombardia, con l’approvazione della Legge Regionale n. 26 del 12 dicembre 2003, ha stabilito che il “Piano di Tutela delle Acque‟ (PTUA approvato con DGR n. 2244 del 29 marzo 2006) è lo strumento regionale per la pianificazione della tutela e dell’uso delle acque. Il PTUA individua, coerentemente con la pianificazione dell’Autorità di bacino del fiume Po, le misure e gli interventi necessari ad assicurare la tutela qualitativa e quantitativa dei corpi idrici regionali.
Che cosa fa ARPA
ARPA Lombardia:
- effettua l’attività di controllo ordinaria e straordinaria degli impianti di depurazione a servizio degli agglomerati urbani;
- svolge attività di controllo ordinario e straordinario sugli scarichi in ambiente delle acque reflue urbane ed industriali (acque superficiali, suolo e sottosuolo) e, attraverso la stipula di accordi specifici con le Autorità di Ambito, in pubblica fognatura;
- cura il catasto degli scarichi delle acque reflue in Lombardia.
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