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lunedì 4 settembre 2017

Inquinamento urbano, un problema di salute ed economico. quali risposte

Inquinamento urbano, un problema di salute ed economico. quali risposte E-mail
di Monica Cariola Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. (Ircres-CNR)
Introduzione
L'inquinamento urbano è ormai universalmente considerato un problema soprattutto sociale, a cui conseguono considerevoli costi, diretti e indiretti. Per governi e Pubbliche Amministrazioni dovrebbe pertanto diventare fondamentale, nonché strategico, valutare l'efficacia di politiche ed interventi di riduzione dell'inquinamento in una prospettiva più ampia, che implichi un'analisi basata su costi-benefici sia economici che sociali, non solo diretti e di breve, ma anche indiretti e di lungo-termine.
I policy-maker potrebbero così essere aiutati a prendere in considerazione l'adozione di nuove soluzioni nella pianificazione urbana in grado di diminuire l'inquinamento, non solo in considerazione dei potenziali benefici per la salute dei propri cittadini, ma anche per l'impatto positivo che ne deriverebbe sui bilanci pubblici. Le misure in campo ambientale, così come le tecnologie e i materiali innovativi che possono contribuire a migliorare la qualità dell'ambiente, in molti casi già esistono; manca spesso la volontà, specie politica, di utilizzarli, perché se ne valutano soprattutto i costi, mentre non vi è piena consapevolezza dei benefici economici che ne potrebbero derivare, specie nel medio-lungo termine. La stima dei costi economico-sociali dell'inquinamento dovrebbe pertanto essere alla base di ogni intervento di politica pubblica ambientale, più o meno locale, per fornire, a fronte dei costi degli interventi green per diminuire l'inquinamento, anche una quantificazione dei risparmi di spesa pubblica, specie sanitaria, potenzialmente ottenibili grazie ad es. alla diminuzione di morti/malattie correlate.
Infatti la relazione diretta tra l'incremento di concentrazione di determinati inquinanti nell'atmosfera, ad es. polveri sottili (PM10) e gas (specie biossido di azoto NO2), e l'aumento di malattie e mortalità per cause naturali, cardiache, cerebrovascolari e respiratorie, è ormai ampiamente documentata nella letteratura scientifica nazionale e internazionale.
Il presente articolo prende le mosse da un progetto di ricerca (nell'ambito del quale l'Ircres-CNR ha curato la parte di valutazione economico-sociale) che intendeva sviluppare e analizzare le prestazioni e gli impatti di nuovi materiali nano-strutturati i quali, quando applicati in ambito urbano, grazie alle loro caratteristiche fotocatalitiche, dovrebbero contribuire a ridurre l'inquinamento atmosferico. Ma la portata e l'orizzonte dei risultati di questa ricerca vogliono essere qui valorizzati ed estesi in quanto, qualsiasi misura, intervento, tecnologia o materiale che abbia un effetto positivo sui livelli di inquinamento, può e dovrebbe essere valutato anche in termini di impatti economici positivi e non solo sociali e di maggior benessere. Pertanto, una volta individuato un modello che correli ogni livello di diminuzione dell'inquinamento atmosferico alla corrispondente diminuzione di spesa pubblica, di spesa privata e di costi sociali, questo potrebbe essere applicato, con i dovuti adeguamenti, per valutare gli effetti anche economici di qualsiasi intervento in campo ambientale.

La valutazione dei risparmi economici derivanti da misure anti-inquinamento quale base di politiche ambientali mirate.
Nel progetto citato sono stati raccolti e riorganizzati dati e studi sul tema in oggetto, per dimostrare come, da ogni possibile livello di diminuzione dell'inquinamento atmosferico in un centro urbano, possa derivare un beneficio sociale non generico, ma quantificabile anche in termini di risparmi economici, quale risultato della potenziale diminuzione del numero di morti/malattie conseguenti, misurabile in termini di diminuzione della spesa sanitaria e di altri fattori correlati (ad es. giornate di assenza dal lavoro, valore attribuito a ciascun anno di vita perso, ecc.). Infatti a ciascun evento, decesso o malattia, è possibile attribuire un costo utilizzando varie metodologie che la ricerca epidemiologica ed economica insieme hanno contribuito a definire. Il modello di analisi messo a punto è stato poi testato sul caso della città di Torino.
I risultati di analisi di questo tipo potrebbero quindi essere di aiuto all'implementazione di politiche pubbliche locali che, specie nei centri urbani, dovrebbero prevedere iniziative per il controllo e l'attivazione di contromisure efficaci per ridurre l'inquinamento atmosferico e i suoi costi socio-economici correlati.
Storicamente le prime, timide, politiche di controllo dell'inquinamento atmosferico sono state introdotte a partire dal 1952, quando la concentrazione di smog a Londra provocò più di 4000 decessi oltre all'usuale in una settimana. Tuttavia solo dal '75, studi sulla relazione tra inquinamento e mortalità a BT condotti su Londra, Lione, Marsiglia ed Atene, dimostrarono che non esisteva una soglia di inquinamento minima priva di effetto sulla salute. Anche tutti gli studi successivi confermarono tale relazione.
Agli inizi degli anni '90 venne implementato il primo progetto europeo, APHEA (Air Pollution and Health, a European Approach) in 15 città europee, poi esteso a 37 città nella seconda metà degli anni '90.
Il primo progetto a livello italiano è stato EpiAir (Strafoggia M. et Al., 2009), che ha analizzato gli effetti a breve termine di PM10, NO2 e ozono, tra 2001-2005 in 10 città (Milano, Mestre-Venezia, Torino, Bologna, Firenze, Pisa, Roma, Taranto, Cagliari e Palermo).
Tra i risultati più interessanti di EpiAir ci sono i coefficienti Dose-Risposta o di Rischio Relativo (RR) che quantificano, per ogni incremento di concentrazione nell'aria di 10 microgrammi x metrocubo (µg/m3) di inquinante, l'aumento corrispondente di morti /malattie per tipologia; ad es. per le polveri PM10, si ha un Coef. RR pari a 1,007 di rischio di morte per cause naturali, che significa + 0,7% (ossia per ogni 1.000 decessi naturali, 7 in più), oppure +1,10% di scompensi cardiaci (+ 11 ogni 1000). Nel caso dell'NO2, + 0,99% di tutte le morti per cause naturali (specie disturbi respiratori), +1,23% di infarto del miocardio e angina instabile, +7,62% ricoveri per asma (ogni 1000 ricoveri, 76 in più), e così per tutte le altre patologie respiratorie e cardiovascolari. Dal 2010 con EpiAir2 l'indagine è stata estesa a 15 città italiane, i dati sono stati aggiornati al periodo 2006-2010, esaminando in più anche gli effetti sulle varie patologie/mortalità del particolato PM2.5, ancora più pericoloso del PM10.
La ricerca IRCRES-CNR a cui si fa qui riferimento, per arrivare ad una stima del numero di casi di mortalità/malattia attribuibili all'inquinamento nella città di Torino, e quindi tentare di quantificare i costi connessi e potenzialmente risparmiabili per ciascuna diminuzione % del livello di inquinamento, ha seguito la metodologia di seguito descritta.
In primis sono stati selezionati dati significativi sulla relazione tra esposizione a diversi inquinanti atmosferici ed aumento della probabilità di morte/malattia per ogni incremento di concentrazione nell'aria di 10 µg/m3, con individuazione dei relativi coeff. RR; in particolare quelli per mortalità anticipata, ricoveri ospedalieri e stati morbili minori sono stai tratti dal progetto Stafoggia et al.(2009) e da Lattarullo e Plechero (2005).
Quindi sono stati calcolati i costi relativi alla mortalità anticipata e per malattie causate dall'inquinamento atmosferico. Per determinare i costi da mortalità anticipata per singolo soggetto è stata utilizzata la metodologia proposta da Externe (1999) basata sul valore degli anni di vita persi secondo cui, determinato l'accorciamento medio della vita in base alla struttura per ètà della popolazione e per causa di morte a causa dell'inquinamento (in media 4,5 anni), calcola il valore attribuito, ovvero la disponibilità a pagare, di ciascun soggetto per un anno di vita aggiuntivo (con il metodo della Valutazione Contingente). Poiché con questo metodo il valore attribuito a ciascun anno di vita risulta in media 123.000 euro/anno, moltiplicandolo per i 4,5 anni di vita persi mediamente dalla popolazione per classe d'età a causa dell'inquinamento, si ha che il costo per mortalità anticipata è in media pari a 550.000 euro, che rappresenta una stima economica del valore dell'accorciamento della speranza di vita per un singolo soggetto, dovuta all'inquinamento atmosferico.
Per stimare invece i costi individuali connessi alla contrazione di patologie, in letteratura si usano il metodo COI (Cost of Illness) per i costi diretti (sostanzialmente spese ospedaliere e farmaceutiche a carico della collettività o del singolo individuo) e il metodo il WTP (Willingness To Pay), per valorizzare i costi sociali, indiretti e intangibili, come giorni di lavoro persi, minore produzione presente e futura causata dall' inabilità temporanea o permanente, dolore dei familiari, minor godimento della vita, stato d'ansia e la sofferenza dovuti alla proprio stato di salute. Nel caso in oggetto i dati sui costi sanitari diretti sono stati tratti dal Rapporto Annuale sull'Attività di Ricovero (2011), mentre per i costi sociali sono state attualizzate alcune stime di Lattarullo e Plechero (2005), ottenute mediante il metodo WTP.
Tuttavia, prima di arrivare ai costi totali, è stato necessario separare dai casi di mortalità/morbosità totali, i casi direttamente attribuibili all'inquinamento e poterne così quantificare il costo sulla base dei valori monetari di ciascun evento, per far ciò è stata applicata la metodologia proposta da Künzli et al.,1999, e ripresa da WHO (2004). Tale metodologia è stata applicata al caso della città di Torino raccogliendo e inserendo nell'algoritmo di Künzli dati relativi a: Concentrazione media di inquinanti (rilevati dall' ARPA); Concentrazione inquinanti oltre soglia sicurezza, Popolazione residente per classe d'età; Casi di mortalità per causa e dimissione ospedaliera per patologia, specifici per la provincia di Torino (Incidenza su 10.000 ab., N°); Tassi d'incidenza per abitante, sul totale della popolazione, di alcune patologie minori – Giorni di attività limitata (RAD), popolazione over 25.
Ottenuti così il numero di casi di mortalità/malattia per anno attribuibili all'inquinamento, e i costi relativi, si è ipotizzato uno Scenario in cui, grazie a politiche/interventi ambientali specifici, si riuscisse ad ottenere ad esempio una riduzione dell'8% degli NO2. Ciò ha consentito di calcolare la riduzione conseguente di casi di mortalità/malattia attribuibili all'inquinamento, i rispettivi costi e quindi i possibili risparmi (tabella 1).
Tabella 1. Costi monetari relativi ai casi attribuibili all'inquinamento senza interventi di riduzione e nello scenario ipotetico di riduzione dell'8% degli NO2, conseguenti risparmi – città di Torino – dati 2011.


La tabella 1, nelle prime due colonne riassume due scenari di costo, senza e con interventi di riduzione dell'NO2: i valori sono stati ottenuti moltiplicando i costi (sociali-indiretti, ossia di mortalità anticipata o connessi indirettamente allo stato di malattia, o diretti sanitari) correlati a ciascuna patologia, per il numero di casi direttamente attribuibili al fattore inquinamento calcolati con l'algoritmo di Künzli; l'ultima colonna, partendo dalla differenza tra tali costi dei due scenari, calcola la riduzione percentuale dei costi totali ottenibile nel caso di una riduzione della concentrazione di NO2 nell'atmosfera intorno all'8%: il risparmio sui costi sociali totali varierebbe tra il 21 ed il 28%, a seconda del tipo di morte e della patologia.

Figura 1. Ipotesi di progressiva diminuzione Costi sanitari dei ricoveri alla diminuzione del livello di inquinamento da NO2 – Città di Torino, 2011


La figura 1 dimostra come i costi sanitari (ma la stessa estrapolazione si può fare per gli altri tipi di costi) possano progressivamente diminuire all'aumentare della percentuale di riduzione di un inquinante atmosferico (in questo caso l'NO2) e quindi aumentare così i corrispondenti risparmi di spesa.

Conclusioni
L'analisi dei potenziali risparmi economici derivanti da misure in grado di ridurre il livello di inquinamento atmosferico dovrebbe far riflettere e potrebbe quindi essere di aiuto all'implementazione di politiche pubbliche locali che, nei centri urbani ma non solo, dovrebbero prevedere interventi e misure per il controllo dell'inquinamento e per i costi socio-economici correlati, al fine di incrementare la proporzione di spesa destinata alla prevenzione, oggi ancora molto squilibrata rispetto a quella che va a coprire le conseguenze dell'inquinamento, come i costi ospedalieri o per maggior mortalità, invece che agire sulle cause. La funzione decrescente della Fig.1 dimostra che più la ricerca di tecnologie, interventi green da un lato, e la volontà politica di applicarli dall'altro, consentiranno di ridurre i livelli di inquinamento, maggiori saranno i risparmi anche economici per la collettività.
Per quanto riguarda le disposizioni vigenti in materia di qualità dell'aria, a partire dai primi anni '90 vi è stato il passaggio fondamentale da una normativa improntata sulla logica dell'"emergenzialità" ad una ispirata invece al concetto di "prevenzione dell'inquinamento, risanamento e mantenimento della qualità dell'aria", dove l'obiettivo principe è diventato la tutela della salute umana e dell'ambiente. In tal senso l'Italia ha recepito le direttive comunitarie 96/62/CE, 99/30/CE e 2000/69/CE, rispettivamente con il D.Lgs. n. 351/99, il D.M. 60/02 e il D.M. 261/2002. La più recente direttiva 2008/50/CE del 2008, recepita dai D.Lgs 13-08-2010, n. 155 e D.Lgs 24-12-2012, n. 250, stabilisce tra gli altri nuovi valori limite delle concentrazione nell'atmosfera di SO2, PM10, NO2, benzene, CO, Pb.
Queste norme, così come i risultati dell'analisi descritta, possono rappresentare la base e lo strumento su cui e con cui implementare politiche ambientali attive che si pongano obiettivi concreti e misurabili, anche economicamente: dalla costituzione di reti di monitoraggio, alla fissazione di standard di qualità dell'aria per le diverse sostanze inquinanti, fino all'adozione di misure, tecnologie ed interventi specifici per raggiungerli, con valutazione ex ante e follow up ex post dei relativi impatti economici e sociali. Come accennato qualsiasi misura, intervento o tecnologia che abbia un effetto positivo sui livelli di inquinamento, può e dovrebbe essere valutato, soprattutto da parte dei soggetti pubblici, anche in termini di risparmi economici ottenibili e non solo di maggior benessere sociale. Pertanto, più in generale, individuare modelli che consentano di correlare la diminuzione dei livelli di inquinamento in vari ambiti, urbani ma non solo, alla corrispondente diminuzione di spesa (pubblica o privata) e di costi sociali, può diventare uno strumento molto utile ed auspicabile per valutare qualsiasi intervento in campo ambientale, sia ex ante che ex post.

Bibliografia
Künzli N. et al. (1999). Health Costs due to Road Traffic-related Air Pollution. An Impact Assessment Project of Austria, France and Switzerland.Air Pollution Attributable Cases. Technical Report on Epidemiology, WHO.
Lattarullo P and M Plechero. (2005). Traffico e inquinamento: I danni per la salute dell'uomo e costi social. In Interventi, note e rassegne IRPET (Istituto regionale programmazione economica Toscana), n. 28.
Stafoggia M et al. (2009). Inquinamento atmosferico e mortalità in dieci città italiane. Risultati del Progetto EpiAir. Epidemiologia & Prevenzione, 33(6), suppl. 1, 65-76.


 




Nota(1) Si tratta del progetto NANOBUILD, finanziato dalla Regione Piemonte su fondi POR-FESR Asse 1 nell'ambito del Polo d'Innovazione sull'Edilizia Sostenibile. Una sintesi del report di progetto è confluita nel Working Paper Cnr-Ceris, N° 11/2013 (M. Cariola, A, Manello) "Inquinamento e costi sociali: una prima stima dei risparmi potenzialmente ottenibili con l'applicazione di materiali nano strutturati in ambito urbano". http://www.ceris.cnr.it/index.php?option=com_content&task=view&id=139&Itemid=64.
 

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