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giovedì 13 settembre 2018

Cos'è il Latte di Soia

Cos'è il Latte di Soia

Latte di soia è il nome comunemente attribuito a una bevanda alimentare a base di soia, ottenuta macinando o frullando in acqua i semi del legume lasciati macerare in acqua per qualche ora.

NOTA BENE: secondo la legislazione europea, il termine "latte" non può essere utilizzato per la commercializzazione di bevande vegetali.
Quindi per le bevande a base di soia - come per quelle a base di riso ecc. - il nome "latte" è improprio e vietato a fini commerciali.

Non solo per Vegetariani

Latte di soia
Alimento tipico dei Paesi orientali, il "latte di soia" sta prendendo sempre più piede anche in Italia, soprattutto tra le persone intolleranti al lattosio e tra i sostenitori delle diete strettamente vegetariane.
Lo zucchero tipico dei latti animali è infatti assente nel latte di soia, che come tale rappresenta una valida alternativa per chi non li digerisce

Proprietà Nutrizionali

Aldilà delle caratteristiche organolettiche, che possono risultare più o meno gradevoli in base alle preferenze individuali, il latte di soia presenta alcune proprietà nutrizionali degne di nota. L'assenza di colesterolo innanzitutto, che è invece presente in modeste quantità nel latte vaccino (11 mg su 100 grammi per quello intero, 7 per quello parzialmente scremato e 2 per quello scremato).
Oltre ad essere privo di colesterolo, il latte di soia presenta una frazione lipidica ricca di grassi insaturi (una categoria di nutrienti amici della salute, ma scarsamente rappresentata nel latte vaccino).
Dal punto di vista strettamente quantitativo, l'apporto proteico è sovrapponibile a quello del latte di mucca. Grazie alla buona distribuzione di amminoacidi essenziali, le proteine di questi "fagioli gialli" possiedono un elevato potere nutrizionale, che risulta comunque inferiore rispetto a quello del latte vaccino (gli amminoacidi limitanti della soia sono i solforati -cistina e soprattutto metionina-). Più facile risulta invece la digestione della frazione proteica, per l'assenza delle caseine tipiche dei latti di origine animale.
La soia presenta anche un elevato tenore in lisina, che può completare l'apporto amminoacidico di un pasto a base di cereali e derivati. Le proteine della soia possiedono anche un ulteriore ed importantissimo vantaggio. Una volta assorbite, agiscono infatti come veri e propri spazzini delle arterie, abbassando significativamente il colesterolo plasmatico totale, le LDL, i trigliceridi, ma non la frazione buona HDL, che può risultare addirittura aumentata.
Anche se la prudenza è d'obbligo quando si parla di malattie a così elevato impatto sociale sulla base di dati statistici non ancora confermati da un numero sufficiente di studi clinici, la soia può aiutare a prevenire il tumore al colon, alla prostata nell'uomo ed al seno nella donna. Ma i vantaggi per l'universo femminile non finiscono qui; gli isoflavoni di soia sono infatti conosciuti come il complemento dietetico ideale durante la menopausa (attenuano le vampate di calore e possono contribuire alla prevenzione di osteoporosi, sovrappeso ed ipercolesterolemia). Anche in questo caso in letteratura sono presenti studi con risultati contrastanti. Tra i tanti, senza creare inutili allarmismi ma solo per dare un'idea di quanto delicata sia la questione, ve ne sono alcuni che sottolineano la capacità degli isoflavoni di favorire la crescita e la proliferazione delle cellule tumorali mammarie. In base ai risultati di questi studi, la soia ed i suoi derivati sarebbero controindicati alle donne con storia presente o passata di cancro al seno.

AlimentoIsoflavoni (tot.)
(mg/100 g) *
mg per porzione media
equivalente a (g)
Soia semi58-38034,8-228,0 (60)
Tofu8-6710,4-87,1 (130)
Farina di soia83-17816,6-35,6 (20)
Soia proteine testurizzate71-11828,4-47,2 (40)
Soia latte3-173,0-17,0 (100)
Miso26-894,7-16,0 (18)
Soia formaggio3-51,2-20,0 (40)
Tofu yogurt1518,0 (120)
Soia salsa1-70,1-0,3 (5)
Reinli K. And Block G. Nutr Cancer 26:123-148 (1996)

(*) Assunzione raccomandata per ottenere gli effetti terapeutici sopraccitati è compresa tra i 60 e gli 80 mg al giorno

Da sottolineare a suo favore, anche il ridotto impatto ambientale del latte di soia. Sotto l'aspetto agronomico, un'unità di terreno adibita alla coltivazione di questa leguminosa, può produrre in un anno una quantità di latte di soia dieci volte superiore, rispetto a quella di latte vaccino ottenibile foraggiando le mucche con l'erba prodotta dallo stesso terreno. La soia, inoltre, è in grado di sintetizzare autonomamente le quantità di azoto necessarie al suo metabolismo, senza richiedere l'apporto ausiliario dei concimi azotati, che sono invece utilizzati per la coltivazione dei cerali. Anche per la soia, rimane comunque la necessità di impiego dei pesticidi (diserbanti ed, in alcuni casi, acaricidi), che raramente si rendono necessari nella coltivazione dei terreni da pascolo.

Latte di Soia - Come Prepararlo a casa

La cucina di MypersonaltrainerTv è anche ricca di ricette Vegan. In questo video la nostra personal Cooker Alice spiega come preparare a casa propria il latte di soia, sana alternativa al latte vaccino.



Latte di soia Fatto in Casa

                                         

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Come recuperare l'okara residua, preparando gustose polpette di soia. Guarda il video.

La Soia fa male ?

La soia fa male?
La dottoressa Dogliotti, biologa nutrizionista di Fondazione Umberto Veronesi risponde alle domande dei lettori di Vegolosi.it e della sua redazione sul tema della soia


La soia fa male

Attorno al consumo di soia e dei prodotti da essa derivati si sono sviluppati negli anni molti dubbi, miti e perplessità. La domanda “La soia fa male?” è una delle più frequenti soprattutto nel mondo vegetariano e vegano che utilizzano questo legume e i suoi derivati per molte ricette e preparazioni. Abbiamo chiesto ai lettori del nostro magazine attraverso la nostra pagina Facebook di fare le proprie domande sul tema alla dottoressa Elena Dogliotti, biologa nutrizionista e divulgatrice di Fondazione Umberto Veronesi. 

Dottoressa, la soia fa male alla nostra salute?

No, ad oggi secondo la comunità scientifica non ci sono evidenze che dimostrino il presentarsi di danni alla salute derivati dal consumo di questo alimento e dei suoi derivati, né su popolazione sana né con patologie, a patto, ovviamente, che non ci sia nel soggetto una allergia alla soia stessa.

Tema dei fitoestrogeni: è vero che la soia e i prodotti derivati da essa ne apportano troppi al nostro organismo?

Nei prodotti a base di soia e nella soia stessa parliamo di un contenuto per porzione di isoflavoni (la classe più importante di  fitoestrogeni) di  circa 25 milligrammi, un contenuto discreto se consideriamo che in letteratura si parla di 40-60mg al giorno di isoflavoni da alimenti per aver effetti benefici e non oltre  gli 80mg al giorno sotto forma di integratori. Però capiamo prima di tutto che cosa sono i fitoestrogeni. Si tratta di sostanze di origine vegetale, molecole, che hanno una struttura molto simile agli estrogeni per questo possono comportarsi in modo simile a questi ormoni ma solo per quanto riguarda la loro forma. Gli ormoni per funzionare si legano ad altre molecole (recettori) che creano un complesso e questo incastro provoca una serie di reazioni molto diverse fra loro. Il fitoestrogeno si può legare nello stesso modo, ma non è detto che possa stimolare le stesse reazioni: il sito di legame viene occupato dai fitoestrogeni creando un effetto antiestrogenico ovvero un’interferenza al legame con gli estrogeni quando questi ultimi sono troppo abbondanti, mentre quando sono scarsi  l’effetto sarà di tipo estrogenico. Questo loro ruolo risulta importante perché gli estrogeni, se in eccesso, possono aumentare l’incidenza e la progressione di alcuni tumori, mentre se scarsi causano alle donne i disagi dei sintomi della menopausa e le predispongono per un maggior rischio cardiovascolare e per l’osteoporosi

Da dove arriva, quindi la paura relativa al ruolo dei fitoestrogeni?

Deriva da alcuni studi effettuati su cellule e animali, topi per l’esattezza, che hanno fatto sospettare che ci potesse essere nelle cellule tumorali ormone-sensibile (come alcuni tipi di carcinoma della mammella) un peggioramento della situazione. Questo dato però è stato testato solo in vitro e in vivo ma sui topi che metabolizzano in modo diverso gli isoflavoni;  il dato osservato riguardava topi in cui erano state impiantate cellule di tumore della mammella umano estrogeno sensibile in cui  si notava una crescita del tumore dopo somministrazione di isoflavoni; nella stessa tipologia di topi è stato anche osservato che una dieta arricchita con isoflavoni andava ad annullare l’effetto del farmaco antitumorale Tamoxifene. Per contro è vero però che ci sono studi su donne che dicono che i fitoestrogeni potenzierebbero l’effetto del farmaco.
Sconsigliare quindi l’uso della soia in donne che hanno già avuto un tumore al seno è quindi una scelta medica soggettiva legata forse ad un eccesso di precauzione, vista la mancanza di dati statisticamente significativi in merito. Ci sono anche altri studi che dicono ancora che non ci sono interferenze fra consumo di soia e farmaci chemioterapici. Ma stiamo parlando dell’alimento e non delle pillole a base di fitoestrogeni (gli estratti) perché le dosi in quel caso non sono paragonabili all’assunzione quotidiana da alimenti. Comunque non esiste uno studio che associ l’utilizzo quotidiano di una porzione di soia al giorno e un aumento di qualsiasi tipo di malattia o di recidive di chi ha avuto patologie tumorali al seno.

Che rapporto c’è invece fra il consumo di soia e la tiroide?

Per quanto riguarda il tema prevenzione, non ci sono evidenze sul fatto che consumare soia alimentare possa portare a danni di nessun tipo al funzionamento della tiroide. Per chi invece soffre di ipotiroidismo, c’è un discorso di interferenza nell’assorbimento dei farmaci che si assumono (tiroxina), ma non solo con la soia, anche la fibra in generale o il latte, per esempio possono interferire con l’assorbimento del farmaco. Quest’ultimo, infatti, deve essere assunto a stomaco vuoto per non inficiarne il potere, ma se chi è costretto ad assumere dei farmaci per la tiroide vuole consumare la soia regolarmente è bene comunque che ne parli, con il proprio medico,  per valutare al meglio modi e tempi di assunzione di pasti e tiroxina.

La soia e i derivati hanno controindicazioni per le ragazze con squilibri ormonali?

Non ci sono evidenze particolari nemmeno in questo caso. Gli squilibri ormonali, anzi, solitamente vengono mitigati dalla soia come nel caso della sindrome premestruale e da menopausa. Ci sono delle terapie mirate per gli scompensi ormonali: una volta verificate le cause che possono essere di varia natura, soprattutto nella fase adolescenziale, come può essere per esempio la condizione di sottopeso, solitamente il ginecologo consiglia dei farmaci per trattarli, ma non ci sono interferenze con la soia alimentare: non stiamo parlando, quindi, degli integratori, che sono tutt’altra cosa e il cui dosaggio non ha nulla a che vedere con quello “naturale” che otteniamo dall’alimentazione.

La soia può provocare sterilità negli uomini?

Nessuna evidenza anche qui: gli unici due studi che avevano rilevato diminuzione dei livelli di testosterone dopo aver consumato per un periodo di tempo isoflavoni si riferivano a dosi 9-10 volte superiore ad un normale introito con l’alimentazione, per cui non si possono definire statisticamente rilevanti.

Esistono delle dosi indicate per il consumo di soia per una persona in buona salute?

A livello mondiale la dose consigliata è quella di una porzione al giorno che significa, per esempio, una tazza di latte di soia da 250 ml o uno yogurt di soia, oppure un panetto di tofu da 100g: con un’alimentazione varia e bilanciata non ci sono rischi particolari di sovradosaggi. Per quanto riguarda invece gli integratori di Isoflavoni la dose massima consentita secondo il Ministero della Salute è di 80mg al giorno.

Parliamo di fasce di età: ci sono indicazioni particolari per i bambini?

No, non ci sono delle controindicazioni particolari per i bambini, ma va fatta una precisazione per i lattanti: così come il latte vaccino anche il latte di soia non è adatto all’allattamento, ci sono dei latti vegetali formulati, specificamente studiati per i bambini che non possono assumere proteine del latte. Sembra ovvio, ma è importante specificarlo molto bene.
Per quanto riguarda i bambini già svezzati, invece, non ci sono particolari controindicazioni, l’alimentazione, ovviamente, deve essere completa e bilanciata, anche per i bambini vegetariani e vegani e non dobbiamo mai essere monotematici con la fonte proteica vegetale, non solo soia, quindi.

Parliamo invece delle proprietà della soia: perché fa bene?

Prima di tutto la soia è un legume particolare, contiene come altri un’elevata percentuale di proteine (37% nei fagioli secchi di soia), ma  rispetto ad altri vegetali, contiene tutti gli aminoacidi essenziali, cosa molto rara; contiene una parte di carboidrati (23%) e una parte di grassi (19%). I grassi della soia sono ad elevato contenuto di polinsaturi, in particolare gli essenziali omega 3 e omega6, quindi c’è un vantaggio sul profilo lipidico per chi li assume, tanto che andrebbe a diminuire il rischio cardio vascolare, aumentando quello che viene definito il “colesterolo buono” ossia quello associato alle proteine ad alta densità HDL, mentre le proteine LDL sono quelle che rischiano di far sedimentare il colesterolo nelle arterie innescando il meccanismo dell’aterosclerosi.
Ci sono delle evidenze anche sul fatto che la soia aiuti l’elasticità dei vasi sanguigni. La maggior parte delle evidenze, però, sono legate alla prevenzione dei tumori, soprattutto quelli legati agli ormoni (come quelli al seno, alla prostata, alle ovaie e all’utero). Gli studi sono iniziati osservando le popolazioni orientali dove c’è un’incidenza minore di alcune tipologie di tumore ma un regolare consumo di soia: non si tratta solo di genetica (che potrebbe influire in termini di una miglior capacità individuale di utilizzo e attivazione dei fitoestrogeni) ma anche di fattori legati all’alimentazione.

Tema della soia OGM: dobbiamo stare attenti alla soia modificata?

Non ci sono evidenze, anche in questo caso, che dimostrino che una soia modificata geneticamente possa creare problemi di salute. Spieghiamo: la soia modificata lo è per resistere a determinati prodotti chimici, alcuni diserbanti, che servono solo ad aumentare la resa dei raccolti, serve quindi una soia resistente.
In Italia c’è il divieto di coltivare organismi vegetali OGM ma non abbiamo il divieto di importarli e sappiamo anche che non c’è divieto di dare agli animali mangimi composti da cereali e farine di legumi esteri dove questo divieto non esiste;
l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) rassicura sull’utilizzo dei prodotti OGM per gli allevamenti animali, dobbiamo superare un po’ l’atteggiamento di facciata che vuole l’Italia OGM free quando in realtà attraverso latte e carne o prodotti vegetali industriali potenzialmente assumiamo in maniera indiretta OGM di frequente. E’ importante leggere le etichette, ma per esempio su una cotoletta di soia più che la scritta OGM free ritengo sia importante che non compaiano elevati grassi saturi, zuccheri conservanti e aromi artificiali.
Vale per tutto la legge del buon senso. Una dieta bilanciata varia e completa, ricca di vegetali, che favorisce pesce (per chi non è vegano, ndr) e legumi come fonti proteiche, limita i grassi saturi e trans, gli zuccheri semplici e il sale sarà sempre il modo migliore per fare prevenzione a tavola.

mercoledì 12 settembre 2018

Come viene lavorata la carne

E avete pure il coraggio di dare ai vostri bambini un schifo e un veleno simile 🤮
Gabriele Sortino
"Ho lavorato in un salumificio molto grande, per quasi un anno, che produce prosciutti cotti, salami, porchette, arrosti e altre robe simili ma mi asterrò dal d...irvi la marca; vi dico solo che é venduta in tutta Italia e anche all'estero.
Ogni giorni in questa fabbrica arrivano tir pieni di carne precedentemente frollata, quindi vecchia e spesso anche annerita e puzzolente con macchie blu qui e la, che viene in gran parte destinata alla produzione di prosciutti cotti di varie qualità, tra le quali anche un tipo spacciato per naturale, consigliato persino ai bambini. Ebbene tutti questi prosciutti vengono preparati nel seguente modo: La carne frollata (spalla e cosce), viene direttamente scongelata e gettata nella macchina siringatrice dove viene iniettato, tramite centinaia di aghi, un liquido contenente nitrati, farine e altre sostanze chimiche, preprato su una base di acqua riciclata e che dovrebbe essere destinata al solo uso industriale e quindi non potabile. Praticamente sempre la stessa acqua putrida piena di sangue, sporcizie e residui chimici che rigira nel medesimo depuratore. Una volta che questa carne viene gonfiata, praticamente del doppio, viene poi messa dentro ad altri macchinari, nel frattempo è diventata di un nero bluastro, come il colore di una carcassa in decomposizione. una volta miscelata dentro questi silos rotanti per diverse ore viene fuori di un colore rosa pallido e della consistenza simile a interiora dopo essere state vomitate. Questa roba poi viene messa in degli stampi di plastica per forno e bollita a vapore assumendo un colore rosa tipico del prosciutto, il colore è dato dai nitrati altrimenti il prosciutto avrebbe un colore che va dal grigio arrosto alla merda.
I salami invece vengono preparati macinando un mix di ritagli di carne zeppa di grasso e aggiungendo una serie di polveri chimiche che gli conferiranno quel tipico colore rossastro e lo faranno stagionare artificialmente nel giro di un paio di giorni. Dopo di che verranno spruzzati con altre sostanze chimiche che li faranno ammuffire esternamente e poi soffiati con un compressore per dare l'impressione della stagionatura.
La porchetta e il prosciutto di spalla vengono invece trattati con siringatura allo stesso modo ma messi in stampi di plastica da forno e poi dentro dei contenitori metallici a pressione che vengono puliti una volta l'anno o anche meno e sono sempre pieni di muffa e puzzano di vomito. Ma sono dentro gli stampi in plastica direte voi... il problema è che questi stampi vengono aperti dalle stesse mani che toccano l'interno dei contenitori impiastricciando il prodotto interno con questi residui di cotture vecchie di molti mesi e muffe schifose. Poi vengono direttamente confezionati e conservate in frigo fino alla spedizione e al conseguente consumo."

(Il testimone vuole restare anonimo. L'azienda si trova al nord Italia)
A tutto questo dovete aggiungere i seguenti fattori:
1 Ammine eterocicliche (HCA): sono sostanze che si formano durante la cottura di ogni tipo di carne, pesce e uova e sono altamente cancerogene. Più alta è la temperatura e più se ne formano.
2 Aldeide Malonica: Sostanza derivata dall'ossidazione dei grassi animali. Aumenta durante la putrefazione (quindi già presente prima di essa) e durante la cottura (soprattutto alla griglia). Ha effetti tossici, mutageni e cancerogeni. Presente in ogni tipo di carne, pesce, uova e formaggi.
3 Mixed Function Oxidase: sono enzimi contenuti nelle cellule che trasformano le sostanze chimiche tossiche ingerite coi cibi in sostanze innoque. Questa funzione si attiva soltanto con le proteine vegetali. Quando si assumono proteine animali questo sistema difesa ci si rivolta contro, trasformando queste sostanze in cellule cancerose.
4 Fattori di crescita IGF e IGF1: sono ormoni contenuti nei cibi animali quali: carne, pesce, uova e latticini e provocano diversi tipi di cancro, sopratutto cancro al colon.
5 Malattie autoimmuni: vengono scatenate dalla somiglianza delle proteine animali con alcune cellule del nostro organismo, che vengono erroneamente attaccate e distrutte provocando una serie di malattie autoimmuni tra le quali il diabete e la sclerosi multipla.
6 Batteri da putrefazione e PH: il nostro organismo non è concepito per digerire cadaveri di animali o pesce perché abbiamo un intestino troppo lungo, sangue ed enzimi inadatti alla digestione di questi cibi che vanno in putrefazione molto prima di essere digeriti, infettando l'organismo con miliardi di batteri tossici (tra i quali il resistentissimo CC 398) e alterando il PH corporeo e questo rende l'organismo l'ambiente ideale per lo sviluppo del cancro e di altre gravi patologie.
7 Antibiotici, steroidi e mangimi OGM: oltre ai danni elencati sopra abbiamo una vasta gamma di antibiotici clinici e sub-clinici e altre sostanze che aumentano ulteriormente i rischi per la salute umana.
8 Grassi saturi: i grassi animali sono la prima causa di morte da cibi animali. Essi provocano: infarto, embolie, trombosi e ictus
9 Caseina: i latticini contengono una gran quantità di proteine e l'85% di queste proteine è la caseina, la proteina più cancerogena del regno animale.
10 Osteoporosi: il calcio contenuto nei latticini a lungo andare blocca in modo irreversibile la formazione di calcio nelle ossa provocando l'osteoporosi. Inoltre l'alterazione del PH corporeo dovuta ai cibi animali costringe l'organismo a sottrarre calcio alle ossa nel tentativo di alcalinizzare.
Da considerare anche il benzopirene che si forma durante la cottura dei cibi.
(Le persone con sangue del gruppo zero non sono immuni ai danni sopra elencati.)
Danni indiretti
1 Sofferenza e morte per miliardi di animali: si stima che ogni anno nel mondo vengano torturati e uccisi 150 miliardi di animali, senza contare le uccisioni domestiche i pesci, gli uccelli, gli animali da pelliccia e da laboratorio.
2 Disboscamento: i danni ambientali dovuti agli allevamenti animali sono giganteschi e insostenibili, basti pensare che solo in Amazonia il 90% della foresta è stata rasa al suolo per far posto alle coltivazioni di mangimi destinati agli allevamenti intensivi.
3 Aumento del CO2: l'aumento di CO2 è dovuto in gran parte agli allevamenti intensivi.
4 Inquinamento: basti pensare che solo in Italia vengono prodotti 15 mila tonnellate di escrementi al secondo provenienti dagli allevamenti intensivi.
(Gabriele Sortino)
I dati qui riportati sono stati confermati dai migliori medici e ricercatori americani tra cui:
Neal D. Barnard: Medico e Professore Associato Aggiunto alla George Washington University Scool of Medicine and Health Science.
T. Colin Campbell: Professore Emerito di Nutrizione e Biochimica alla Cornell University di New York.
Michael Greger: Medico e Laureato in agraria alla Cornell University di New York, Direttore di salute pubblica e agricoltura animale presso la Humane Society of the United States e Umane Society International.
Caldwell B. Esselstyn Jr: Chirurgo presso la Fondazione dell’ Ospedale di Cleveland e autore del libro: "Prevent and reverse heart disease".
Thomas Lyons: Professore presso la Scuola di Scienze Ambientali alla Murdoch University Western Australia.
John A. McDougall: Medico internista Laureato alla Michigan State University's College of Human Medicine.
Noam Mohr: Fisico Laureato a Yale e all’università della Pennsylvania, ha lavorato per lo United States Public Interest Research Group sul tema del riscaldamento globale.
David Pimentel: Professore Emerito di Ecologia ed Evoluzione Biologica e Professore di Agricoltura e Scienza della vita alla Cornell University New York.
Peter Albert David Singer: Filosofo morale e Professore di Bioetica all'Università di Princeton, Laureato presso il Centro per la Filosofia Applicata ed etica Pubblica all' Università di Melbourne, specialista in etica applicata.
Walter C Willet: Professore di Epidemiologia e Nutrizione, Direttore del Dipartimento di Nutrizione alla Harvard School of Public Health e Professore di Medicina alla Harvard Medical School.
Howard Lyman: Allevatore bovino del più grande allevamento del Montana da quattro generazioni, ora attivista per la tutela degli animali e promotore per una alimentazione vegetariana e vegana.
Lewis Kuller: Professore di Saulte Pubblica al Dipartimento di Epidemiologia dell' Università di Pittsburgh.
Roy Laver Swank: E’ stato Neurologo e Professore Emerito all’ Università di Salute e Scienze dell’ Oregon.
Mark Hegsted: E’ stato Professore alla Harvard School of Public Health.
Michael L. Burr: Epidemiologo presso la University Hospital di Wales a Cardiff.
Rachel Louise Carson: Autrice di molti libri. Nel 1962 scrisse "Primavera Silenziosa" che ebbe un enorme successo e stimolò il nascere di una legislazione, fino ad allora assente, orientata alla tutela dell'ambiente.
Tim Flannery: Mammologo e Paleontologo Australiano, negli ultimi anni si è dedicato ad un'intensa opera di sensibilizzazione riguardo al riscaldamento globale, tanto da essere stato nominato"Australiano dell'Anno" nel 2007.
Maneka Gandhi: Attivista per l'ambiente e gli animali, ha scritto numerosi libri alcuni dei quali oggi sono libri di testo in varie facoltà di giurisprudenza. E' stata ministro dell'ambiente e della cultura in India.
Margaret Mead: Antropologa statunitense, oltre che grande antropologa, Margaret Mead fu anche un personaggio fuori dall'ordinario, condusse infatti una vita intensa e all’insegna dell'anticonformismo.
Potrete verificare la validità di questi dati in questo articolo: http://sguardinellogos.blogspot.it/…/allarme-mondiale-sui-d…