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giovedì 1 settembre 2016

Il gatto che sporca fuori dalla cassetta

rubrica di approfondimento sui nostri amici gatti

Una nuova rubrica di approfondimento del mondo felino, a cura di SISCA (Società Italiana di Scienze Comportamentali Applicate). Gli articoli sono firmati da medici veterinari esperti in comportamento animale, con il coordinamento del Dott. Daniele Merlano, Medico Veterinario esperto in comportamento animale, Master II livello Università di Torino, Consigliere SISCA.
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Il gatto che sporca fuori dalla cassetta

Dott.sa Silvia Domenichini
Medico Veterinario
Quando un gatto vive in casa o ha accesso all’esterno solo su permesso del proprietario, dispone in genere di una cassetta in cui sporcare. Vi siete mai chiesti perché proprio una cassetta piena di sabbia e non un foglio di giornale, una traversina di cotone usa e getta o un tappeto di erba sintetica?
Il motivo risiede nel fatto che il gatto ha una sequenza di eliminazione ben precisa: quando sente il bisogno di evacuare cerca un substrato adatto (pulito, morbido e “scavabile”), scava una piccola buca, si acquatta (la posizione che osserverete in genere è con arti anteriori tesi, posteriori piegati, coda tesa e diretta verso l’alto e area ano-genitale a pochi centimetri dal terreno) depone i propri escrementi e li ricopre con gli arti anteriori. Fa tutto ciò con estrema cura e meticolosità.
A livello etologico la spiegazione di questo particolare comportamento sembrerebbe riconducibile alla necessità di nascondere le proprie tracce, dal momento che in natura il gatto è sia una preda che un predatore. Questo comportamento inizia in genere verso le 4 settimane e viene appreso dal gattino grazie all’osservazione della madre o di altri gatti adulti e alla possibilità di poterlo sperimentare su substrati idonei. Ne consegue che un errato apprendimento in età giovanile potrebbe compromettere o comunque rendere difficoltosa l’abituazione alla cassettina.
Inquadrato da un punto di vista etologico il comportamento di eliminazione, cerchiamo adesso di capire cosa può portare un gatto a sporcare fuori dalla cassetta che avevamo predisposto per lui:
  • Il gatto non sta bene: problemi dell’apparato urinario in particolare cistiti possono aumentare il bisogno di evacuare urine. Il gatto tenterà di urinare frequentemente spesso senza riuscirvi, vocalizzando o scappando improvvisamente a causa del dolore che la minzione può evocare. Questa esperienza dolorosa vissuta all’interno della cassettina può indurre il gatto a cercare substrati diversi dalla lettiera; piccole quantità di urina, spesso rosate per la presenza di sangue inizieranno quindi ad essere rilasciate casualmente su pavimenti, tessuti, sanitari.
    Anche problemi gastroenterici, diarrea o dissenteria possono causare un aumento della motilità intestinale, l’impellenza del bisogno può divenire tale, da indurre il gatto a defecare prima di aver raggiunto la cassetta.
    Meno frequenti i problemi di incontinenza urinaria o fecale, in questo caso la perdita di urine o feci è incontrollata e può avvenire anche nei luoghi di riposo.
  • La cassetta predisposta non è idonea: se il gatto dovesse ritenere non idoneo il posto che abbiamo riservato per i suoi bisogni, potrebbe iniziare ad urinare su tappeti, lenzuola vestiti ..., probabilmente se riuscissimo a sorprenderlo lo vedremmo che scava e poi cerca di ricoprire le proprie eliminazioni con il risultato finale di urine e feci deposte su un tessuto tutto stropicciato. Molte sono le cause che possono rendere non idonea una cassetta, per tentare di comprenderle dobbiamo metterci per un attimo nei panni del nostro animale. Innanzitutto valutiamo le dimensioni, una cassetta idonea dovrebbe essere abbastanza ampia da permettere al gatto di girarsi al suo interno (quindi le dimensioni dipenderanno dalle dimensioni del gatto … un Maine Coon di 8 kg avrà esigenze diverse da un gattino di 2,5 kg). Inoltre, i bordi della cassetta devono essere abbastanza alti da permettere un buono strato di sabbia, ma abbastanza bassi da non rendere difficoltosa l’entrata del gatto, specie se questo è anziano o soffre di problemi d’artrosi. Il substrato della cassetta dovrebbe essere costituito da almeno 4-5 cm di sabbia a granulometria fine ma non polverosa e non profumata. Importante è poi la gestione della lettiera, gli escrementi andrebbero rimossi il prima possibile dopo la loro deposizione e la sabbia cambiata completamente ogni 4-5 giorni. Ricordiamoci sempre che il gatto cerca un substrato pulito e che in natura tenderebbe a eliminare in posti diversi e lontani tra loro. Un aspetto che viene spesso sottovalutato e che invece è molto importante, è la posizione della cassetta. Questa andrebbe collocata in un luogo appartato ma sempre accessibile, dove il gatto non si senta disturbato, quindi lontano da luoghi di passaggio e da elettrodomestici che con la loro accensione possano provocare rumori improvvisi (esempio tipico da evitare è la cassetta in bagno vicino alla lavatrice!). In commercio troverete poi 2 tipologie di cassettine: cassette aperte e cassette chiuse con basculante. Quale scegliere? Da un punto di vista etologico le prime sono più rispettose del comportamento del gatto (in natura il gatto non defeca necessariamente all’interno di nascondigli), le seconde sono state fatte più per esigenze umane che feline, nulla toglie però che il gatto possa abituarsi a questo tipo di cassetta e magari preferirla a quella aperta. Regola d’oro in ogni caso è predisporre sempre una cassettina in più rispetto al numero dei gatti (quindi per un gatto due cassettine, per due gatti tre cassettine, per tre gatti quattro cassettine..ecc..) soprattutto se decidiamo di metterne una di tipo chiuso.
  • Il gatto non sta eliminando ma deponendo marcature urinarie: se il gatto inizia ad emettere piccole quantità di urina (spruzzi) su superfici verticali (stipiti delle porte, angoli di muri, mobili e divani) mantenendosi in piedi sui quattro arti, con coda tesa e vibrante verso l’alto, molto probabilmente sta emettendo una marcatura urinaria. In questo caso il gatto non sta adempiendo al bisogno di urinare ma al bisogno di comunicare. Lo dimostra il fatto che, in tal caso, non ha assolutamente necessità di nascondere le proprie deiezioni, ma al contrario renderle ben visibili per lasciare un messaggio chiaro ad un ipotetico visitatore: “Guarda che qui ci sono io”. Infatti dopo aver deposto lo spruzzo il gatto andrà ad “annusare” le proprie urine, come per controllare di aver lasciato il messaggio giusto.
    Quello della marcatura è un comportamento fisiologico, inizia in genere verso gli 8 mesi con il sopraggiungere della pubertà, è più frequente nei gatti maschi ma esiste anche nelle femmine. Per ovviare a questo problema il gatto andrebbe sterilizzato il prima possibile (entro 10 giorni dall’inizio delle marcature), quando il comportamento è ancora su base strettamente sessuale e non legato ad un apprendimento.
    La comparsa improvvisa di marcature urinarie in un soggetto adulto lontano dall’età pubere e sterilizzato, deve portarci ad indagarne le cause. Queste possono essere riconducibili alla presenza di gatti estranei (anche all’esterno dell’abitazione), o all’introduzione di nuovi animali o persone all’interno del gruppo famigliare, il gatto marcando, sottolinea e rimarca all’estraneo la propria presenza in quel territorio.
    Il comportamento di marcatura può però in certi casi diventare l’espressione di un forte disagio e perdere il significato sessuale/territoriale che abbiamo visto prima. In questo caso il messaggio che il gatto sta lasciando con le proprie urine non è più diretto ad altri ma a sé stesso. Facciamo un esempio per capire meglio. Poniamo che si decida di tinteggiare le pareti dell’appartamento, questo significa rivestire i mobili di cellophane, il pavimento di giornali e i muri di nuova vernice. Se tutti questi cambiamenti vengono vissuti dal gatto non come una semplice novità ma come un evento fortemente stressante, la marcatura urinaria verrà emessa con lo scopo di ritrovare un odore conosciuto, un riferimento, una rassicurazione. In questo caso non è più un comportamento fisiologico ma la spia di un problema comportamentale legato ad uno stato ansioso: il gatto non riuscendo ad adattarsi ad un cambiamento dell’ambiente, inizia a marcare per auto-rassicurarsi, per ridurre il proprio stress.
  • Errato apprendimento: come accennato brevemente più sopra, il comportamento di eliminazione corretto e completo viene appreso dal gattino a partire da un mese di età. Per poterlo apprendere serve un “modello” (la mamma che annusa, scava, si acquatta, elimina e ricopre) e un substrato idoneo (sabbia o terra). Gattini specie se orfani e cresciuti dall’uomo in un contesto poco adatto (ad esempio il pavimento di un bagno rivestito di fogli di giornale), potrebbero manifestare difficoltà nel riconoscere la cassetta piena di sabbia come luogo votato alla eliminazione di urine e feci.
  • Conflitti tra gatti: capita alle volte che la convivenza di più gatti possa sfociare in relazioni conflittuali, per cui i gatti iniziano a competere per le risorse; in genere può accadere che uno o più gatti facciano la parte dei “bulli” e un gatto diventi la “vittima”. In questo caso anche l’accesso o l’uscita dalla cassetta possono diventare occasione di scontro. Il gatto vittima per evitare le aggressioni può iniziare a non utilizzare più la cassetta e ad eliminare di nascosto in altri punti della casa. Se gli scontri diventano molto violenti, si può assistere a veri e propri attacchi di panico del gatto perseguitato, con perdita di urina e feci.
  • Eliminazioni emozionali: talvolta il gatto può subire degli stress violenti ed improvvisi che determinano delle reazioni emotive altrettanto intense, la perdita di urine e feci può essere espressione di questo stato emozionale. In questi casi è possibile trovare in casa feci (perlopiù diarroiche) e urine eliminate in luoghi diversi dalla cassettina e spesso deposte a “sentiero”, questo testimonia che il rilascio è avvenuto mentre il gatto fuggiva da ciò che lo stava spaventando. Anche in questo caso sarà opportuno comprendere la causa di tale spavento e valutare eventuali esiti dello stress vissuto dall’animale.


Con questo breve articolo vorrei avervi trasmesso tre informazioni fondamentali:
  • Qual è il significato della cassetta e come va gestita se vogliamo rispettare i bisogni etologici del gatto e non diventare noi stessi causa di problemi comportamentali che potevano essere evitati osservando semplici regole.
  • Che esiste un comportamento di eliminazione e uno di marcatura e che hanno significati etologici completamente differenti.
  • Che quando un gatto inizia ad eliminare fuori dalla cassetta c’è sempre un problema. A nulla serve punire il gatto, come spesso vedo fare, non solo per una motivazione etica ma proprio perché non è funzionale, anzi, spesso peggiora il quadro. Il problema va affrontato rivolgendosi al proprio medico veterinario il prima possibile. Sarà lui a capire tramite la visita clinica, l’esame delle urine ed eventualmente un’ecografia addominale, se si tratti di un problema organico, di un problema comportamentale o una commistione di entrambi. Nel secondo caso potrà indirizzarvi da un medico veterinario esperto in comportamento.