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sabato 13 agosto 2016

ambina vegana malnutrita? Sbugiardati per l’ennesima volta i giornalisti

Bambina vegana malnutrita? Sbugiardati per l’ennesima volta i giornalistiMarcello Pamio – 3 luglio 2016
Per vergognarsi di un errore o di uno sbaglio bisogna avere una coscienza e un minimo tra dignità e umiltà. Qualità queste che i giornalisti di regime hanno perduto da molto tempo.
Se la linea editoriale da tenere è quella, non possono discostarsi, non possono alzare la testa.
La loro libertà è stata sostituita da una gabbia dorata che permette una sudditanza totale. In fin dei conti tengono famiglia e hanno sopra le teste un direttore e degli azionisti a cui rispondere. Sempre e comunque.
Poco importa se scrivono articoli falsi, se inventano letteralmente le notizie, se ricopiano spudoratamente le veline che giungono dalle agenzie stampa o dalle società di PR, quello che conta è soddisfare la linea editoriale. Punto.
L’ultimo attacco in ordine cronologico all’intelligenza delle persone e alla vera informazione arriva da La Repubblica versione online del 29 giugno 2016.
Due giornalisti, Michela Bompiani e Marco Preve, hanno firmato un pezzo intitolato: “Genova, bimba di due anni in rianimazione per la dieta vegana, è salva”.
L’articolo descrive in maniera drammatica ciò che sarebbe avvenuto all’ospedale Gaslini di Genova: “Non ha neppure tre anni, Chiara e si troverebbe in condizioni di forte carenza di vitamina B12, il peso nettamente sotto il percentile di riferimento, una scarsa reattività, movimenti rallentati, e un livello di emoglobina bassissimo”.
La chicca però arriva quando i due liberi giornalisti, nonché esperti di nutrizione umana, affermano che il quadro clinico della bambina sarebbe “compatibile con gli effetti su un bambino di una dieta vegana”.
La frase non è virgolettata e quindi si presume non sia stata rilasciata da qualche medico ospedaliero intervistato sul caso (se mai ne avessero intervistato uno), quindi è farina del loro sacco.
Un sacco molto ampio e forbito leggendo il resto dell’articolo.
Visto che il genio della lingua italiana non è un optional, i due parlano di “effetti” della dieta vegan, creando nell’immaginario collettivo l’idea che tale regime alimentare crei per forza di cose dei danni secondari, ne più ne meno come i farmaci, i quali hanno certamente effetti collaterali gravissimi e mortali. Ma di questi i due giornalisti non se ne occupano. Tengono famiglia.
Quindi tramite La Repubblica scrivendo che il quadro di Chiara è “compatibile con gli effetti su un bambino di una dieta vegana”, si sta affermando pubblicamente che i bambini vegani soffrono di carenza di B12, scarsa reattività, movimenti rallentati, livelli bassi di emoglobina…
Falsità ampiamente dimostrate dalla scienza ufficiale, ma per conoscere bisogna studiare e leggere le pubblicazioni, cosa che i giornalisti non fanno e non possono fare, altrimenti cambierebbero mestiere.
Da noi in Italia vi sono tantissimi bambini onnivori, quindi svezzati prima e alimentati poi secondo i rigorosi crismi che vorrebbero gli autori dell’articolo, che soffrono lo stesso di gravi carenze di B12, tanto per fare un esempio. Come la mettiamo?
Una piccola parentesi sulla B12 è d’obbligo.
E’ molto difficile che si manifesti carenza di vitamina B12 in chi segue una corretta e sana alimentazione: variando gli alimenti e scegliendo cibi biologici e rigorosamente integrali.
Sono però molteplici le componenti che possono indurre a tale carenza, indipendentemente dal regime onnivoro oppure vegan: scarsità di nutrienti negli alimenti convenzionali e raffinati, sterilità dei terreni a causa delle coltivazioni industriali e chimiche (la B12 infatti è sintetizzata da batteri che vivono nei terreni), incapacità dell’organismo di utilizzare i nutrienti (malassorbimento), carenza di fattore intrinseco e di succhi gastrici, patologie intestinali, parassitosi, ecc..
Quindi quando eccezionalmente si verificano tali carenze la colpa non è da attribuire alla dieta ma in chi non ha le necessarie conoscenze e competenze nutrizionali. Molti genitori infatti commettono errori di tipo nutrizionale, ma la colpa non è del regime vegan.
Dall’altra parte sempre in Italia vi sono almeno 1 milione di bambini obesi che sono stati allattati secondo i protocolli sani e naturali insegnati dai pediatri e riportati dalle piramidi alimentari. Come la mettiamo?
Un bambino ‘vegano’ (che poi vedremo essere l’ennesimo falso) viene ampiamente riportato nei media, sbattuto in faccia al mondo il tutto per sputtanare e deridere le scelte etiche, morali e salutistiche dei genitori, mentre 1 milione di bambini obesi vanno benissimo. Tutto normale.
Il quadro di questi poveri bambini (obesi) è compatibile con gli effetti del loro regime normale?”. Perché Michela Bompiani e Marco Preve non scrivono un bell’articolo anche su questi bambini che avranno certamente il futuro segnato? Forse perché non fa notizia? Non fa vendere copie o abbonamenti? Perché l’editore vuole che si sputtanino solo i bambini vegani?
O forse perché i bambini obesi creano PIL mentre quelli vegani no?
E qui viene il bello: i bambini vegani non rendono soldi all’industria dei veleni, all’industria della grande e malefica distribuzione, non rendono soldi alla fervida industria farmaceutica.
I bambini alimentati correttamente sono sani e non si ammalano e questo non va bene.
Torniamo alla bambina di Genova messa sotto tutti i riflettori, perché in realtà non era vegana!
Il merito di aver fatto chiarezza va al senatore Lello Ciampolillo del Movimento 5 stelle.
Il senatore ha telefonato al Gaslini di Genova per capire esattamente che cosa si celava dietro i titoloni di giornale (de La Repubblica, ripreso poi da tutti di pappagalli e megafoni del Sistema).
Ha parlato con il Direttore sanitario il quale ha confermato la carenza di B12 (sempre più diffusa anche tra gli onnivori), ma poi ha chiarito che la bambina era ancora in fase di svezzamento (a due anni???) e mamma le dava da mangiare il parmigiano, il che significa che la bambina non era vegana. Inoltre il padre mangiava di tutto.
Perché queste banalissime informazioni non sono state riportate dai due giornalisti de La Repubblica? Forse perché non hanno avuto il tempo di intervistare nessuno, tanto meno il Direttore sanitario dell’ospedale dove è stata ricoverata la piccola. Ma hanno avuto tutto il tempo per scrivere un’accozzaglia di errori, banalità e luoghi comuni.
Perché il vero giornalismo lo deve fare un senatore del Movimento 5 stelle?
Questo purtroppo è l’ennesimo caso di scorretta informazione, visto che è stato verificato che anche il bambino malnutrito dell’altro caso di cronaca accaduto a Belluno non era vegano…
E’ arrivato il tempo - come dice benissimo l’amico Franco Libero Manco - che il Movimento si costituisca parte civile nei confronti di chi cerca (per malafede, per soldi o per ignoranza) di mettere in cattiva luce la validità della scelta vegan.
Visto che questi pseudo-giornalisti non smettono di scrivere amenità, mezze verità e anche falsità, su argomenti così importanti per la salute umana, dobbiamo essere noi il cambiamento.
Basta comperare giornali, riviste, rinnovare abbonamenti on-line e guardare la televisione. Basta!
Diamo al Sistema un segnale fortissimo e molto chiaro.
Qui sotto l’intervista completa al senatore, tratta dal sito Vegolosi.it:
www.vegolosi.it/?p=36560
Si chiama Lello Ciampolillo, il senatore del Movimento 5 Stelle che ha chiamato il Gaslini di Genova per capire esattamente che cosa si celava dietro i titoli di giornale sulla piccola Chiara, bimba ricoverata d’urgenza a causa di problemi legati ad alcune carenze alimentari, imputate immediatamente dai media ad una presunta dieta vegana. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente.
Come mai, senatore, ha deciso di chiamare il Gaslini?
Perché non è la prima volta che il veganesimo viene attaccato a priori a causa di una scorretta informazione, era già successo con il caso del bambino di Belluno che non solo non era vegano, come si diceva, ma neppure svezzato. Mi ricordo di aver chiamato i primi giornalisti che avevano dato la notizia, quelli del gazzettino di Belluno, e alla fine della conversazione con il giornalista autore del pezzo mi aveva confessato che non sapeva bene che cosa significasse “vegano”.
Cosa le hanno detto al Gaslini? Ho parlato con il direttore sanitario, molto gentile, mi ha chiarito che aveva davanti sei pagine di relazione sul caso della piccola Chiara e che i medici stavano ancora valutando la situazione e che certamente c’era una carenza di vitamina B12. Sta di fatto che parlando mi ha chiarito che la bambina era in fase di svezzamento e la mamma le dava il parmigiano, ciò significa che la bambina, ovvio, non è vegana. Inoltre il papà della bambina non è affatto vegano, come ha dichiarato lui stesso sul Secolo XIX.
Non sarà mica un senatore pro-vegan lei?
Sono vegano da 4 anni, pensi un po’, e le dirò di più non solo lo sono io, ma anche mia madre che ha 80 anni lo è diventata, e da quel momento non deve più prendere una quantità di farmaci incredibile. Colesterolo? Sotto controllo. Idem mio padre. Io sono stato meglio fin da subito: niente più mal di testa, per esempio, che per me erano invalidanti.
Ha fatto proseliti in famiglia, insomma. Ma è vegano etico o salutista?
Entrambi: sono partito da una scelta legata alla salute, poi all’etica. Quello che facciamo agli animali è inaccettabile. Ho detto pochi giorni fa che quando ci invitano ad una grigliata, in verità ci invitano ad un funerale… Senatore, ci racconta qual è il clima politico sul tema vegan in Italia? Ancora acerbo, devo dire. L’etichetta dell'”estremismo” è ancora troppo facile da applicare. Credo che una buon cosa da fare sia il “porta a porta” ossia raccontare a più persone possibili la propria esperienza per fare in modo che se ne sappia di più.
Intervista al senatore a cura di Federica Giordani



martedì 9 agosto 2016

Elvira Savino una specialista in salsicce che pretende di essere una nutrizionista




Fino a un anno di carcere. Due se il bambino ha meno di 3 anni.  Secondo la proposta di legge presentata alla Camera dalla deputata di Forza Italia Elvira Savino, è quanto dovrebbero scontare i i genitori che scelgono per i minori di 16 anni un regime alimentare privo di “elementi essenziali per la crescita” con   l’introduzione nel codice penale di due nuovi articoli ad hoc.  Ma non si tratta di una proposta generica bensì che mira a colpire la scelta vegan come viene spiegato nel testo con cui la firmataria Savino chiede di discutere la proposta di legge. Secondo la deputata nulla da obiettare se la scelta “cruelty free” è adottata dagli adulti, il problema si pone quando a essere coinvolti sono i figli. Così l’esponente azzurra sottolinea – nell’introduzione alla proposta di legge (Atto Camera 3972 di luglio 2026: qui il testo in pdf) – che  intende “stigmatizzare le condotte alimentari incaute e pericolose imposte dai genitori”. Secondo l’onorevole l’alimentazione vegetale non sarebbe adatta a tutti in quanto  “carente di zinco, ferro tipo eme (contenuto in carne e pesce), vitamina D, vitamina B12 e omega-3”.
Una presa di posizione che ovviamente fa discutere e che arriva dopo i recenti (e controversi) fatti di cronaca che hanno coinvolto bambini vegan.

Se da un punto di vista nutrizionale è appurato che un’alimentazione sia vegetariana che vegana (se ben programmata e bilanciata) è adatta a qualsiasi fascia di età (come sostiene da anni l’Accademia Americana di nutrizione e dietologia – una delle più autorevoli fonti in materia di nutrizione – e come ha spiegato in un post su questo blog il pediatra Leonardo Pinelli), le critiche e le polemiche sull’argomento non accennano a diminuire. Anzi. Con l’aumentare del numero di vegetariani e vegani in Italia (circa l’8% della popolazione) da un lato e con il calo dei consumi di carne e latticini dall’altro, il dibattito si fa sempre più acceso. Soprattutto se riguarda i bambini. E non sono mancati i casi in cui i Comuni (ad esempio in Emilia Romagna) hanno scelto di penalizzare chi aveva scelto un’alimentazione veg per i figli, obbligando i genitori a presentare un certificato medico per ottenere nelle mense scolastiche piatti vegetali.  Tanto che – poche mesi fa – è dovuto intervenire il ministero della Salute per ribadire che la scelta veg, anche per i minori, è totalmente legittima e che nelle scuole devono essere garantite alternative vegetariane e vegane ai bambini se chieste dai genitori e senza alcuna certificazione medica.
“La scelta vegana ben pianificata non è mai priva di elementi essenziali, possono esserlo invece molte altre – commenta Paola Segurini, responsabile Lav Area Scelta Vegan – Ben venga l’affermazione, anche in sede legislativa, dei doveri di corretta alimentazione dei minori da parte dei genitori, che porterà ad una maggiore attenzione di tutti i genitori. Ci auguriamo che, supportati anche dal sempre crescente allarme degli enti preposti, ogni intervento in questa materia sia compiuto con la massima obiettività e competenza, estendendo eventuali ipotesi di reato anche alla malnutrizione per eccesso, alla disattenzione o ignoranza di base, che conduce alla somministrazione di cibi, come le merendine industriali, le bevande zuccherate e i sacchetti di patatine a go-go, i quali portano a numeri – questa volta davvero  elevatissimi – di giovanissimi con alterazioni di peso e metabolismo  e quindi con rischi per la salute: l’Italia è ai primi posti in Europa per obesità, con il 20,9% di bimbi in sovrappeso e il 9,8% obeso.”
Intanto comunque ci sono segni di cambiamento anche nel mondo della politica. In parlamento sono tre le proposte di legge – bipartisan e opposte a quella di Savino –  per promuovere l’alimentazione vegan: una  della senatrice pd Monica Cirinnà, una della deputata azzurra Michela Brambilla, una del Movimento 5 Stelle.  Tutte mirano a introdurre nei luoghi di ristorazione il menù vegetariano per un giorno a settimana e l’obbligo di prevedere quotidianamente l’opzione di un menu  privo di alimenti di origine animale. Mentre a Torino, la sindaca Chiara Appendino ha annunciato che la sua Giunta si occuperà anche del tema alimentare, sia dal punto di vista di sostenibilità che da quello della salute.

domenica 7 agosto 2016

SOCCORRERE ANIMALI / SICUREZZA STRADALE

ANIMALI IN CITTÁ
  1. Posso entrare con il mio cane in un locale pubblico? In un bar? In un ospedale? etc…?
    Informati sul regolamento comunale a tutela degli animali (o equivalente) della tua città. Per maggiori info, vedi l'apposita scheda.
  2. La legge permette l'accattonaggio, il chiedere elemosina con animali?
    L'accattonagio con animali al seguito è ormai riconosciuto come maltrattamento e chi maltratta un animale commette un reato in base alla Legge 189/04 perché lo costringe a vivere in condizioni incompatibili con le peculiarità e i bisogni propri della specie a cui l'animale appartiene.
    E oggi sono moltissimi ormai i comuni italiani che quindi vietano l’accattonaggio con cani, gatti, o altri animali. Il divieto è rintracciabile nell'apposito regolamento comunale per la tutela degli animali, oppure (laddove questo non esista ancora) nel regolamento di polizia urbana, o ancora può essere sancito da un'apposita ordinanza del sindaco (così è successo a Roma nel 1997, mediante un'ordinanza che sanciva: "È fatto divieto assoluto di utilizzare per la pratica dell’accattonaggio animali domestici e/o selvatici, soprattutto con cuccioli lattanti, nonché animali in cattivo stato di salute in particolare cagne debilitate per gravidanze ripetute o comunque animali detenuti in evidenti condizioni di maltrattamento").
    Feder F.I.D.A. sta reperendo e via via pubblicando tutti i regolamenti comunali che interessano la tutela e il benessere degli animali, li troverai qui.
    Ricorda che quando segnali la violazione alle forze dell’ordine, queste sono obbligate a intervenire contro il maltrattamento, sequestrando gli animali e consegnandoli al canile sanitario competente sul territorio.
  3. In cosa consiste il reato per OMESSA CUSTODIA di animale domestico?
    Con varie sentenze, per esempio la Sentenza n. 25474/2007, la Corte di Cassazione ha ribadito il principio secondo cui il possesso (o anche la sola detenzione) di un animale, determina l'obbligo di custodia per il proprietario, o per colui che detiene l'animale.
    Significa che se il nostro cane girovaga libero e in condizione di poter potenzialmente danneggiare (oggetti, strade) o ferire e poi il cane effettivamente danneggia o ferisce, la copa è nostra. Denunciando un reato di questo tipo, si sottolinea la responsabilità del proprietario, il suo dover non solo vigilare sul proprio animale, ma anche su eventuali danni che l'animale, per carattere o per altre peculiarità, potrebbe causare.
    NOTA: una buona guida può risolvere tantissime cattive abitudini di un cane, per cui se un dato proprietario non solo fosse incapace di occuparsi di tale guida, ma fosse persino propenso ad assecondare certi atteggiamenti nocivi o pericolosi per altri animali o persone, c'è la possibilità di far sequestrare l'animale stesso.
  4. Quando si può parlare di "colonia felina"?
    I gatti liberi che vivono nel territorio sono tutelati dal Comune e ne è vietato lo spostamento dall’habitat (luogo pubblico o privato) dove i felini trovano cibo, rifugio e protezione. Per parlare di vera e propria colonia felina, però il numero dei gatti deve essere pari o superiore a 10.
  5. La vendita ambulante/itinerante  di animali vivi è permessa?
    Animali vivi nelle bancarelle, su banconi, nelle fiere di paese… Pesci, tartarughe, cavie, conigli, uccellini, criceti, ecc.
    Per sapere cosa dice la legge della nostra città in merito a queste situazioni, innanzitutto è necessario conoscere il regolamento tutela animali (vedi l'elenco qui). Laddove non esista, si cerchi il regolamento di polizia urbana, che di norma tratta argomenti simili. Se nemmeno questo esiste, si deve fare riferimento alla legge regionale apposita.
    Alcuni comuni presentano infatti già articoli specifici nei propri che vietano questo tipo di vendite (es., il Regolamento tutela animali di Roma - art. 20, punto 4).
  6. Roma: che cosa fare se trovate micini abbandonati da svezzare?
    Chiamate la Polizia Municipale (vigili): essa si dovrà occupare di portarli presso una struttura atta al Primo Soccorso e in seguito i piccoli saranno ricoverati presso il canile municipale (Muratella), nell'area gatti. Da qui, infine, grazie a una convenzione tra il Comune e un' Associazione, l'Ufficio Benessere Animale potrà dare l'autorizzazione perché i gattini siano consegnati a tale associazione, delegata a occuparsi delle cure e dello svezzamento di gatti ritrovati in stato di abbandono.
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ANIMALI E CONDOMINIO
  1. Vivo in un condominio e ho problemi per il fatto che possiedo animali domestici, cosa devo fare?
    Impara le leggi che regolamentano la questione "animali e condominio": fai riferimento all'apposita scheda Animali e condominio
  2. Mi occupo di colonie feline e ho problemi coi miei vicini, cosa devo fare?
    Non possono impedirti di curare le colonie e inoltre non devono compiere atti tali da mettere a repentaglio la vita dei gatti. Fai riferimento all'apposita scheda Animali e condominio
  3. Vorrei prendere un animale domestico in casa: i condomini possono impedirmelo?
    I condomini, no. Se sei proprietario della casa in cui vivi, poiché in questo caso basta anche solo il tuo voto per vanificare i no di tutti gli altri proprietari, sei libero di tenere animali in casa tua (rispettando le basilari norme di civiltà e igiene).
    Se sei in affitto, invece, l'unico vero divieto valido è quello di tipo contrattuale, cioè inserito nel tuo contratto di affitto dal locatore. Per tutte queste questioni fai riferimento all'apposita scheda Animali e condominio
  4. Quando si può parlare di "colonia felina"?
    I gatti liberi che vivono nel territorio sono tutelati dal Comune e ne è vietato lo spostamento dall’habitat (luogo pubblico o privato) dove i felini trovano cibo, rifugio e protezione. Per parlare di vera e propria colonia felina, però il numero dei gatti deve essere pari o superiore a 10.
  5. L'abbaiare (diurno) di un cane può essere considerato disturbo della quiete pubblica ed essere passabile di denuncia?Se il cane che abbaia - di giorno - infastidisce solo il vicino, "il fatto non sussiste": per essere considerato disturbo, infatti, deve essere rilevato da una "pluralità di persone" e deve consistere in rumori obiettivamente in grado di incidere sulla tranquillità di un numero indeterminato di persone. Vuol dire che è inutile querelare il vicino di casa per disturbo alla quiete pubblica anche se il suo cane abbaia in continuazione, nel caso in cui a lamentarsi sia solo la persona che denuncia, o un solo nucleo familiare e se, in sostanza, il rumore prodotto non sia dimostrabile come concretamente molesto per la quiete pubblica. La distinzione è nata per ovviare a prevedibili faide tra vicini, con lo scopo di evitare che un solo individuo, magari per motivi personali o vecchi litigi, potesse sfruttare l'abbaio del cane per fare un dispetto, denunciando, al vicino. Riferimenti: sentenza Cassazione 1394/2000; sentenza Cassazione n. 1109 del 9 dicembre 1999 - le sentenze sono elencate nella sezione apposita.
  6. L'abbaiare (notturno) di un cane può essere passabile di denuncia?Chi non riesce a dormire a causa dell'abbaiare ininterrotto dei cani ha diritto ad un risarcimento. E il risarcimento spetta anche se il disturbo riguardi una persona singola. Considerato anche che "l'abbaiare di cani, specialmente di notte, è un fatto potenzialmente idoneo a disturbare il riposo, o l'occupazione, di persone che risiedano nelle vicinanze della fonte del rumore". Riferimenti: sentenza Cassazione n. 26107/2006
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    FAUNA SELVATICA, CACCIA, PESCA, BRACCONAGGIO, SPECIE PROTETTE
    1. Cos'è il C.I.T.I.E.S.?
      La Convenzione di Washington, a cui aderiscono 161 Paesi, sottoscritta il 3 marzo 1973 e conosciuta come C.I.T.E.S. (Convention on International Trade in Endangered Species of Fauna and Flora in commerce). Ratificata ed attuata in Europa con il Regolamento 97/338/CEE, in Italia con la L n. 874 del 19 dicembre 1975 e con la Legge n. 150 del 7 febbraio 1992.
    2. Qual è la "legge sulla caccia" in Italia?
      La L. n.157/1992 "Norme protezione fauna selvatica selvatica omeoterma e per prelievo venatorio".
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    CURA/STERILIZZAZIONE di RANDAGI - ASL VETERINARIA
    1. Che cos’è il cane libero accudito?
      Si tratta di cani randagi, controllati però da cittadini (che volontariamente si offrono come "tutori" del cane) , sterilizzati, regolarmente microchippati e curati dalle Asl. Quando hanno problemi sanitari e di socializzazione, sono ospitati nei canili comunali e, se rieducati, possono essere adottati.
    2. A chi appartengono i cani randagi?
      In quanto "randagi", la legge (281/1991 art. 3 e art. 4) stabilisce si tratti di cani di pertinenza del comune: appartengono al Sindaco! Ed egli, come tale, ne ha la piena responsabilità, è tenuto a occuparsi di loro (creando e controllando il funzionamento di apposite strutture, idonee e regolari), a farli sterilizzare, microchippare, vaccinare a nome (e a spese) del proprio comune, supportato dall'intervento delle ASL. Così come è responsabile degli eventuali danni cagionati dagli animali a cose o persone.
      Situazioni di cani vaganti (che non siano, attenzione, cani liberi accuditi, o cani padronali sfuggiti alla custodia del proprietario: in entrambi i casi, per legge dovrebbe essere presente un chip e, quindi, un proprietario), oppure di cani randagi stipati in canili convenzionati con maschi e femmine fertili tutti insieme, o sterilizzazioni assenti, o assenza di chip e di registrazione all’anagrafe canina, o via dicendo, sono tutte di pertinenza del Sindaco.
    3. Quali sono i compiti delle Asl?
      Devono prevenire il randagismo, sterilizzando cani e gatti randagi, portati dai cittadini, o recuperati sul territorio.
      A Roma, per sterilizzare gatti occorre iscriversi come titolari di colonia felina presso la Asl di zona, attendere la visita del servizio veterinario che censisce la colonia e poi si potrà prendere appuntamento per la sterilizzazione gratuita del gatto
      I cani dovranno essere portati in canile, dove si praticherà un costo inferiore rispetto a quello di veterinari privati. O dove saranno sterilizzati dalle Asl, se a seguito di cattura sul territorio.
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    DENUNCIARE
    1. Le forze dell'ordine / i vigli urbani / veterinari ASL hanno rifiutato di accogliere una denuncia/di rispondere e verificare una segnalazione per maltrattamenti-irregolarità con animali: cosa devo fare?
      Non possono rifiutarsi e non possono addurre scuse del tipo "non ci compete", "chiami (altra forza dell'ordine)", "non possiamo intervenire": si tratterebbe d'Omissione d'atti d'ufficio, reato perseguibile penalmente. Leggi l'apposita scheda
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    MALTRATTAMENTI / VELENI
    1. Cosa stabilisce quali siano i casi di "maltrattamento di animali"?
      Se credete che basti veder picchiare un animale per poter parlare di maltrattamento, vi sbagliate. Essere denutrito, essere costretto a vivere in uno spazio angusto e che limita i bisogni fondamentali quai movimento minimo, luce, aria e così via, rende un animale maltrattato. Alcuni esempi? Un cane alla catena e con la catena troppo corta per muoversi liberamente e/o in assenza di un riparo per proteggersi dal caldo o dal gelo; un cane visibilmente malato o denutrito; persone che chiedono elemosina "sfoggiando" al loro fianco un cane scheletrico.
      Chi maltratta un animale commette un reato
      e in base alla Legge 189/2004 può essere punito con l'arresto fino a 1 anno, o con un'ammenda sino a 10.000 euro: le leggi 281/1991 e 189/2004 stabiliscono che è vietato abbandonare, picchiare, uccidere un animale, così come costringerlo a vivere in condizioni incompatibili con le peculiarità e i bisogni propri della specie a cui l'animale appartiene. Nei casi di maltrattamento più particolari, occorre considerare anche le leggi regionali e i regolamenti comunali.
    2. Che fare se si trovano cibi sospetti in strada (veleno? esche/bocconi avvelenati?)
    3. Segnala il tutto a un veterinario e agli organi di Polizia Giudiziaria, subito! Leggi i dettagli nella scheda utile di riferimento. Se i veleni/bocconi avvelenati si trovano nella tua zona o condominio, segnala pubblicamente il tutto (si veda il relativo fac-simile)
    4. Cosa fare quando si trova un animale selvatico o di affezione morto con sospetto di avvelenamento?
      Porta l’animale da un veterinario e poi segnala il tutto alle autorità (polizia, carabinieri, etc.), meglio se avendo con te il referto del veterinario. Qualora tu incorra in un'esca o boccone avvelenati, NON manipolarli a mani nude e inoltre ponili in sacchetto di plastica, da far poi recapitare alla Polizia Provinciale. Si veda anche la scheda utile di riferimento.
    5. Come si riconoscono le esche avvelenate?
      Le esche spesso si presentano in varie forme, leggi tutto nella scheda utile di riferimento.
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    SOCCORRERE ANIMALI / SICUREZZA STRADALE
    1. Che fare/chi chiamare se si trova un animale ferito?
      Ci sono regole a seconda che si tratti di animali domestici, oppure selvatici. Si veda l'apposita scheda
    2. Cosa faccio se vedo un animale intrappolato da salvare?
      Chiama i vigili del fuoco, dovranno intervenire compatibilmente con le loro emergenze. Assicurati che chi ti risponde (chiedigli il nome o, in mancanza di risposta, segnala l’ora del colloquio), prenda nota della richiesta di intervento. NOTA: quando intervengono vigili del fuoco, tu o un altra persona dovrete essere disponibili a prendere in consegna l’animale. Vedi anche la scheda
    3. Che fare se si investe un animale in strada?
      Le nuove disposizioni di Legge in materia di soccorso agli animali vittime di incidenti stradali hanno introdotto per tutti l’obbligo di fermarsi e soccorrere un animale ferito e, finalmente, i mezzi di soccorso e di vigilanza animale sono equiparati a tutti gli effetti alle ambulanze e alle polizie. Inoltre, potrà essere riconosciuto lo “stato di necessità” per il trasporto di animali in gravi condizioni, così come avviene per gli umani. Vedi anche l'apposita Scheda
    4. Posso essere multato se supero il limite di velocità per portare un animale ferito in clinica veterinaria, o un pronto soccorso veterinario 24H?
      NO, non si può essere multati se stiamo soccorrendo un animale ferito a causa di un incidente stradale: in questo caso è infatti riconosciuto lo “stato di necessità” per il trasporto di animali in gravi condizioni.
      Oggi anche l’animale ha diritto di essere soccorso in caso di incidenti stradali e chi si occupa della loro cura urgente non può essere sanzionato se, per raggiungere un ambulatorio veterinario, viola il Codice della Strada. Lo ha stabilito il Senato con l’approvazione dell'articolo 32 delle "Disposizioni in materia di sicurezza stradale" (vedi anche l'apposita Scheda).
    5. In quali casi si può chiedere l’intervento del canile?
      Quando il cane sia in strada ferito, o costituisca rischio per la circolazione stradale, o per la sicurezza delle persone in quanto mordace, la polizia municipale competente per la zona (chiamata direttamente o attraverso 112 o 113), dovrà contattare la Asl veterinaria e il veterinario competenti per territorio (il veterinario DEVE essere reperibile, giorno e notte e anche nei festivi) ed essi dovranno intervenire e autorizzare il recupero del cane e il suo trasporto in canile. Vedi anche la scheda
    6. Se vedo animali liberi in autostrada, cosa devo fare?
      Avvisa il 112 o il 113 e anche l'ANAS, responsabile della gestione e della sicurezza autostradale. Sarà loro compito organizzarsi per bloccare il traffico (anche diramando avvisi agli automobilisti via radio, se necessario) e consentire così il recupero degli animali da parte delle strutture competenti (strutture che loro stessi dovranno avvisare)
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    VIAGGIARE CON ANIMALI
    1. Quali sono le regole per viaggiare sui mezi di trasporto (pubblico e privato) con animali al seguito?L'argomento è troppo ampio per esaurirlo come si deve con risposte brevi, guarda l'apposita scheda Viaggiare con animali
    2. Posso portare il cane in spiaggia?
      In base al Decreto Leg. n.112 del 31 marzo 1998 (art. 105, comma 2, lettera l *), i Sindaci (delegati dalle Regioni), oltre alle capitanerie di porto, possono prevedere la possibilità di fornire libero accesso agli animali d'affezione in alcuni arenili. Per ora, purtroppo, possibilità non significa sempre concretizzazione.
    *D. Leg. 112/1999 "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59". La parte citata è: Art. 105 - Funzioni conferite alle regioni e agli enti locali
    Omissis
    l) al rilascio di concessioni di beni del demanio della navigazione interna, del demanio marittimo e di zone del mare territoriale per finalita' diverse da quelle di approvvigionamento di fonti di energia; tale conferimento non opera nei porti e nelle aree di interesse nazionale individuate con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 dicembre 1995.

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    Malattie feline

    Malattie feline


    Malattie infettive feline

    In questa sezione vogliamo fornire delle indicazioni sulle principali malattie infettive feline perché su questo argomento c'è molta disinformazione anche presso gli stessi veterinari e a volte si propongono soluzioni in stile "stamping out" (eradicazione dell'infezione attraverso l'abbattimento di tutti i soggetti infetti) che sono inaccettabili sotto il profilo etico nonchè velleitarie su quello pratico.
    Quante volte di fronte a un caso di FIV ci siamo sentiti dire: "eh...cosa vuoi, è FIV", con tono rassegnato e a volte svogliato. Quante volte, direttamente, oppure da amici, o da notizie di varia fonte abbiamo sentito allarmismi del tutto fuori luogo su queste malattie, o ci è stata proposta con leggerezza l'eutanasia come una soluzione logica e naturale?
    Tanto per essere chiari noi non pensiamo che la FIV o Felv siano "invenzioni" o problemi di poco conto. Abbiamo visto troppi animali morire di patologie legate a queste forme di immunodeficenza per sposare posizioni "negazioniste" che pure ogni tanto si sentono. FIV e Felv sono malattie serie ma non sono la peste nera; la soppressione di un gatto FIV o Felv per la semplice positività ai test è inaccettabile.
    Nell'intervista che segue, Stefano Bo ci parla di FIV, Felv, FIP ma anche di herpes virus, toxoplasmosi e vaccinazioni. Su queste malattie potete anche consultare le schede riassuntive che trovate proposte successivamente in questa pagina.


    Intervista a Stefano Bo

    Le malattie infettive dei gatti sono piuttosto diffuse, ma spesso se ne sa poco, e a volte sono gli stessi veterinari a fornire un quadro allarmistico quando non scientificamente scorretto.
    Ne parliamo con il dott. Stefano Bo rappresentante italiano del Board Representative of ESFM (European Society of Feline Medicine), Professore a Contratto in "Clinica delle Malattie Infettive del gatto" presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino; membro della "International FIP treatment task force", direttore sanitario dell'ambulatorio associato Bo-Ferro-Nardi di Torino... e ancora altro.
    Domanda (nel seguito: D.): Il primo problema che vogliamo affrontare con te e' quello delle adozioni. Molte persone ci chiedono il gatto "sano"... e la prima domanda e' proprio questa. Come si puo' sapere se un gattino di 2-3 mesi, che proviene da una colonia, o e' stato abbandonato, e' "sano"? Quali sono gli eventuali esami che ha senso fare?
    Risposta del dott. Bo (nel seguito: B.): Quando si tratta di gattini piccoli, specie se di colonia, la prima cosa da fare e' l'esame parassitologico (ascaridi, coccidi) e ricercare anche protozoi quali la giardia e un nuovo tipo di protozoo che e' stato recentemente individuato in Italia. In ogni caso si tratta di problemi facilmente curabili con dei farmaci per periodi piu' o meno lunghi.
    Per quanto riguarda i test virologici, ha senso comunque testarli per FIV e Felv, tenendo presente che se sono sotto i 4 mesi, specialmente per quanto riguarda la FIV, si possono avere dei falsi positivi (cioe' il gattino risulta positivo al test, quindi malato, quando in realta' non lo e'). La maggior parte dei gattini positivi a quell'eta' risultano infatti positivi solo perche' la mamma e' positiva, poi gli anticorpi vengono eliminati e dopo i quattro mesi ritornano ad essere negativi.
    D. Quindi i gattini di una gatta FIV non e' detto che siano anch'essi FIV...
    B. Assolutamente no. Anzi il piu' delle volte non sono FIV. Tieni presente che la probabilita' di contrarre l'infezione direttamente dalla mamma e' inferiore al 5%. I gattini possono contrarre l'infezione dalla madre solo se questa si e' infettata nel primo terzo di gravidanza... quindi una probabilita' piuttosto bassa, infatti la mamma FIV puo' passare anticorpi con il colostro che sono protettivi.
    D. E invece i gattini di mamma Felv sono "automaticamente" positivi o no?
    B. Anche in questo caso se i gattini hanno preso il colostro dovrebbero avere anticorpi protettivi, ma possono contrarre il virus FeLV se tale protezione viene a diminuire precocemente. Purtroppo non abbiamo modo di sapere quando gli anticorpi decadono. La trasmissione intrauterina e' comunque possibile.
    Comunque anche nei gatti Felv asintomatici si puo' fare un trattamento con interferone per uso umano (uno qualsiasi o anche quello specifico felino), somministrato per bocca, nella diluizione di 30 U in un ml di soluzione fisiologica per 7 giorni a settimane alterne. Serve a mantenere il sistema immunitario modulato ed attivo.
    Per la Felv: anche qui bisogna tenere presente che un gattino felv puo' comunque negativizzarsi nell'arco di 6 settimane, e quindi e' opportuno aiutarlo con degli immunostimolanti e ripetere il test in un momento successivo. Come immunostimolanti si puo' anche usare l'interferone per uso umano (nella diluizione di 30 unita' in 1 ml. di soluzione fisiologica, somministrato per bocca 7 giorni a settimane alterne), ovviamente si puo' usare anche quello specifico felino nella diluizione indicata.
    D. Quindi una "certezza" sulla diagnosi...
    B. Si puo' avere dopo i 4 mesi di eta'. Bisogna poi tenere presente che anche in caso di negativita' c'e' un minimo di rischio, perche' sono necessarie circa 4 settimane prima che il test riveli l'infezione, quindi se tui fai il test in quel periodo puoi trovare dei falsi negativi.
    D. L'attendibilita' dei test?
    B. Come specificita' e sensibilita', l'attendibilita' dei test e' intorno al 95%.
    D. A cosa va incontro una persona che accoglie un gatto FIV o Felv al momento asintomatico?
    B. Bisogna innazitutto differenziare tra FIV e Felv. Un gatto FIV che vive in casa, che viene trattato secondo i criteri di buona salute, non ha rischi di infezioni da altri agenti, e' un gatto che puo' vivere 10, 12 anni: praticamente tutta la durata della sua vita senza manifestare la malattia. Un gatto che va in giro, semi-randagio rischia invece molto di piu', perche' ogni coinfezione porta ad una replicazione del virus. Per un gatto che sta in casa, ben tenuto, il virus resta quasi latente, e quindi l'immunodepressione si puo' manifestare anche dopo i 10 anni.
    Per un gatto Felv positivo invece il discorso e' diverso, perche' ha statisticamente un 70% di possibilita' di morire di qualche malattia legata alla Felv nell'arco dei successivi 3-4 anni. Mentre l'aspettativa di vita per i gatti FIV e' di 8-10 anni, per il 70% dei Felv e' di 3-4 anni.
    D. La possibilita' di trasmissione di queste malattie ad altri gatti sani?
    B. Per quanto riguarda la FIV: se non ci sono motivi di conflittualita' (morsi e graffi agli altri gatti) il rischio di infettare gli altri attraverso la saliva e' del 2.5%, quindi decisamente basso. Diverso il discorso per la Felv, ma qui c'e' il vaccino, e il rischio di contagio tra un sano e' un Felv vaccinato e' intorno al 5%, quindi anche qui molto basso.
    D. Ci sono, e se si' quali, altre malattie infettive a cui porre attenzione?
    B. Le altre malattie, che spesso sono sottovalutate e a cui bisognerebbe fare piu' attenzione sono causate da herpes virus e calici virus, cioe' i due agenti della rinotracheite felina. Si sa che entrambi i virus, una volta che hanno infettato un soggetto, possono, nel 60-80% dei casi, far diventare quel gatto un portatore sano. Questo significa che un cucciolo portatore sano non solo puo' ciclicamente infettarne altri, e in una colonia puo' essere un problema, ma che da adulto, intorno ai 5-8 anni, se non e' stato ben trattato in giovane eta', sara' soggetto a sviluppare forme croniche di rinotracheite molto difficili da far guarire. Questo perche' l'herpes virus, a causa di stress e fattori emozionali che abbassano le difese immunitarie, puo' riattivarsi e portare alla distruzione dei turbinati della mucosa e dei turbinati nasali. Queste patologie non comportano la morte dei soggetto, ma si tratta di forme croniche che richiedono cure e attenzioni.
    Per quanto riguarda la FIV. Non c'e' assolutamente nessun motivo per sopprimere un gatto giovane FIV positivo a meno che non sia uno di quesi rari casi che sviluppano malattie particolarmente gravi. Ci sono dal 5 al 10% di gatti FIV positivi che possono sviluppare delle forme neurologiche croniche debilitanti o dei tumori all'intestino (linfomi). In questi casi, come e' ovvio, si tratta la malattia indipendentemente dal fatto che sia FIV. Pero', oltre a questo non c'e' nessun motivo per sopprimere un gatto FIV: proprio nessuno.
    Per quanto riguarda la FIP il problema e' molto serio, perche' e' difficile fare una diagnosi corretta di FIP. Tendenzialmente, in un gruppo di gatti dove e' presente il coronavirus, si infettano tra l'80 e il 100% dei gatti... e ovviamente non e' che si sopprimono tutti. Pero' il problema e' avere una diagnosi di FIP. Sulla FIP umida (pancia o addome pieni di liquido) si puo' cercare di mandare avanti il gatto per 3-6 mesi con terapie abbastanza aggressive. E' chiaro che su gattini di qualche mese, farli andare avanti con punture in addome tutti i giorni mi sembra abbastanza... un accanimento.
    Diverso il discorso sulla FIP secca, dove e' difficile fare una diagnosi corretta. Attraverso particolari esami (elettroforesi delle proteine totale, particolari tipi di proteine infiammatorie che si chiamano AGP, PCR, ecc) e il riscontro dei segni clinici, se si arriva ad una diagnosi di FIP, e non si tratta di una forma particolarmente debilitante, ha senso un approccio terapeutico volto a far stare meglio il gatto. Poi, nei casi particolarmente gravi, quando il gatto smette di mangiare, e' debilitato, soffre... allora, e solo in quei casi e con una diagnosi il piu' certa possibile, si prende in considerazione la soppressione.
    Non esiste comunque di sopprimere un gatto basandosi solo sul titolo anticorpale di presenza del coronavirus [NdR: quello che si puo' riscontrare con la PCR]: questo e' proprio professionalmente scorretto.
    Per quanto riguarda la Felv, questa e' una malattia facilmente trasmissibile, per cui se lo lasci andare in giro a infettare gli altri gatti o quelli dei vicini, sei colpevole anche tu di diffondere la malattia. Se invece lo tieni in casa l'unica cosa che devi sapere e' che quel gatto, nel 60-70% dei casi potra' sviluppare una malattia letale nell'arco di 3-4 anni, poi ci sono anche quelli che vivono 7-8 anni perche' non sviluppano nessuna malattia collaterale alla Felv.
    D. Il discorso delle zoonosi, cioe' delle malattie che il gatto puo' trasmettere all'uomo...
    B. Esistono pochissime malattie che possono essere trasmesse dal gatto all'uomo. Il gatto puo' infettarsi di FIV/Felv/FIP ma nessuna di queste e' trasmissibile all'uomo: assolutamente. Il gatto di colonia deve essere testato per quelle poche malattie trasmissibili che sono essenzialmente le dermatofitosi, micosi cutaneee e, come accennavo prima, la giardia e questo nuovo protozoo "Tritrichomonas fetus" che sono "potenzialmente" delle zoonosi, anche se non e' cosi' facile contrarle.
    Poi c'e' la toxoplasmosi che e' una zoonosi, ma va detto che si trasmette solo se tocchi, o ingerisci le feci e le oocisti, e poi solo in condizioni ben specifiche di inadeguatezza delle condizioni di igiene. Il gatto trasmette le oocisti all'uomo soltanto in un periodo molto ristretto di 6-8 giorni della sua infezione, e quindi e' molto difficile che una persona che ha un comportamento igienico mediamente normale possa infettarsi.
    Il rischio piu' grosso e' che eliminando le oocisti, queste si appiccicano al pelo e tu accarezzandolo potenzialmente puoi correre il rischio di infettarti... Ma anche qui... Un gatto contrae la toxoplasmosi se e' un gatto randagio, o uno domestico che puo' uscire e non ha mai avuto contatto con la toxoplasmosi, o se e' un gatto che mangia carne cruda, e allora il rischio e' identico per il gatto come per l'uomo, perche' l'agente che trasmette la toxoplasmosi, per l'uomo come per il gatto e' la carne. Il gatto e' "colpevole" di mantenere il ciclo vitale del toxoplasma, che poi sia il gatto colpevole di trasmetterlo all'uomo assolutamente no.
    Una persona che ha un comportamento normale, con il gatto non rischia di piu' che non a mangiarsi una bistecca poco cotta.
    Per i gatti che mangiano carne cruda e' consigliabile congelare e poi scongelare la carne al momento della somministrazione perche' con questo accorgimento si distruggono la maggior parte delle oocisti eventualmente presenti.
    D. Vaccinazioni. Abbiamo visto che da alcune parti dicono di vaccinare i gatti ogni 2 anni...
    B. E' l'indicazione che forniscono i veterinari americani. Si e' visto che i vaccini, ad oggi, hanno una copertura di 3-4 anni, e quindi, in casi selezionati, cioe' di gatti che vivono sempre in casa, con pochi rischi, possono effettivamente essere vaccinati ogni 2-3 anni. I nostri protocolli vaccinali sono quelli, eventualmente alternando il vaccino trivalente classico al quello contro la Felv. Questo pero' vale per i gatti "non a rischio". Se il gatto puo' uscire e quindi e' esposto a maggiori rischi, allora e' bene ripetere il vaccino una volta l'anno. Comunque e' bene dire che il discorso della vaccinazione non riguarda di per se' la vaccinazione ma e' un'occasione per visitare il gatto una volta l'anno in modo da prevenire eventuali problemi.
    D. Gatti FIV/Felv devono essere vaccinati?
    B. Si', a maggior ragione.
    D. Se si vaccina un gatto Felv?
    B. I Felv vanno vaccinati col normale trivalente. Vaccinarli anche per la Felv, non e' un danno ma solo uno spreco di vaccino perche' non serve a niente.

    Fonte: www.lacincia.it



    Gastroenterite felina o Panleucopenia felina (FPV)

    E’ un potente virus che può restare per molti mesi inattivo nell’ambiente prima di infettare un gatto non vaccinato. I gatti che vivono al chiuso sono vulnerabili perché i proprietari possono introdurlo senza saperlo il virus in casa sulle carpe o sui vestiti. E’ più comune nei gattini e nei gatti giovani, è caratterizzata da un alto tasso di mortalità. La morte può essere così improvvisa da non lasciare tempo alla malattia di indurre sintomi. La gastroenterite feline è una malattia molto grave e i sintomi, rappresentati da vomito, forte dolore addominale e rapida disidratazione, sono così rapidi che il proprietario spesso sospetta un avvelenamento. E’ possibile vaccinare il vostro gatto contro la FPV.

    Peritonite infettiva felina (FIP)

    Dopo la panleucopenia, la FIP è la principale causa di morte da malattia infettiva nei gatti, e colpisce principalmente i gattini e i gatti giovani. Fino al 1990 non esisteva nessun vaccino. E’ però ancora molto discusso se il vaccino attualmente disponibile offra davvero una protezione da questa malattia. Siccome il vaccino non si è dimostrato ancora salutare, gli esperti non raccomandano la somministrazione di routine per questo vaccino. Se tenete il vostro gatto al chiuso e non portate mai un altro micio in casa, non c’è pericolo di contrarre questa malattia, anche se non sono ancora ben chiari i meccanismi di diffusione.

    Leucemia Felina (FeLV)

    Estremamente contagioso e mortale, questo virus può essere trasmesso da gatto a gatto mediante saliva, orina, feci o sangue. Bere dalla stessa ciotola o giocare con un gatto infetto possono mettere a repentaglio l’immunità di un animale sano. Alcuni gatti infettati con FeLV non si ammalano nel vero senso della parola ma rimangono portatori del virus per il resto della loro vita. Il rischio d’infezione aumenta quando più gatti vivono sotto lo stesso tetto. Il primo stadio della malattia spesso passa inosservato, perché i sintomi possono essere molto variabili rendendo difficile la diagnosi. I gatti giovani sono più sensibili, ma il virus della FeLV può colpire i gatti di qualsiasi età, razza e sesso. La decisione di vaccinare un singolo gatto contro l’infezione da Felv dovrebbe basarsi sull’età del soggetto e sul rischio di esposizione. La vaccinazione è raccomandata per i gatti a rischio, come quelli a cui è permesso uscire all’aperto, i gatti nei rifugi e quelli che vivono nella casa con molti altri gatti o dove vengono introdotti di frequente soggetti nuovi. Tuttavia non è raccomandato per i gatti che corrono poco o nessun rischio. Inoltre i vaccini per la Felv non sempre proteggono contro la malattia ogni animale, quindi prevenire il contatto con gatti infetti è ancora il modo migliore per prevenire la FeLV. Se la vaccinazione è ritenuta opportuna, si raccomanda il vaccino annuale.

    Immunodeficienza felina (FIV)

    La FIV è un retrovirus simile all’HIV (il virus dell’immunodeficienza umana) in quanto attacca il sistema immunitario del corpo, rendendo alla fine il paziente incapace di affrontare le infezioni comuni. Nonostante la similitudine biologica questo virus non è assolutamente in grado di infettare l'uomo. Questa malattia ha una maggiore incidenza nelle zone urbane dove si ha un'alta concentrazione di gatti randagi infatti questo virus si trasmette per scambi diretti di liquidi infetti come la saliva durante i morsi o l'accoppiamento questa è un’altra ragione per cui i gatti dovrebbero vivere in casa. L'infezione da contatto con ciotole, lettiere ecc. infette non è possibile perché il virus è molto labile nell'ambiente. Tutti i soggetti possono contrarre questa malattia indipendentemente dalla razza, sesso o età ma sicuramente per le vie di trasmissione sono più colpiti i maschi non sterilizzati a cui è permesso di accoppiarsi e di lottare per il territorio. Come per l'AIDS dell'uomo, la FIV può avere un decorso molto lungo, alcune volte di anni, durante i quali il gatto può apparire perfettamente sano. Solo successivamente, con l'abbassamento delle difese immunitarie si manifestano alcuni sintomi legati alle infezioni di germi, virus o protozoi che approfittano di tale situazione. Per questi motivi la FIV non è caratterizzata da sintomi specifici ma si manifesta con l'impossibilità di combattere infezioni che normalmente dovrebbero avere un andamento benigno. Solo al momento dell'infezione il gatto presenta una sintomatologia di breve durata e poco evidente con un lieve rialzo termico e un temporaneo ingrossamento dei linfonodi. Molto spesso i sintomi sono così fugaci che da passare inosservati. Dopo questa fase il virus va in uno stato di latenza che può durare anni durante i quali il gatto non presenta nessun sintomo.Con un tempo variabile il virus si riattiva compromettendo il funzionamento del sistema immunitario rendendo il gatto sensibile a diverse infezioni come stomatiti, riniti, bronco-polmoniti, cistiti o enteriti. Attualmente non esistono vaccini in grado di proteggere da questa malattia.

    Chlamidiosi

    E’ una malattia oculare sostenuta da Chlamydophila felis. Il tipico quadro è rappresentato da una congiuntivite con scolo oculare che, inizialmente chiaro, può diventare muco purulento. Il gatto può inoltre presentare febbre, starnuti e tosse. Spesso la chlamidiosi è associata e secondaria alle forme respiratorie virali sostenute da Herpesvirus e Calicivirus. L’infezione avviene per contatto diretto tra gatti o tramite le secrezioni congiuntivali e nasali. La vaccinazione è consigliata soprattutto per i gatti che vivono in collettività o che hanno contatti frequenti con altri gatti. Le vaccinazioni del gatto sono registrate su un apposito libretto, che contiene i dettagli di ciascun vaccino e la data di somministrazione. È firmato dal veterinario dell’animale e costituisce un registro permanente, necessario per dimostrare la storia vaccinale del gatto qualora debba essere introdotto in una pensione o debba viaggiare al seguito della propria famiglia adottiva.

    Malattie respiratorie feline

    La maggior parte delle malattie infettive delle vie respiratorie superiori nei gatti sono causate da due virus contagiosi: l’herpevirus felino di tipo 1 (noto anche come rinotracheite virale felina, o FHV-1) e un calici virus responsabile della cali virosi felina, o FCV. Entrambi i virus provocano sintomi simili. Anche un terzo organismo, la clamidia felina, causa infezioni alle vie respiratorie superiori. L’herpevirus felino, l’infezione virale più comune nei gatti può causare lo sviluppo di piaghe, sulla bocca o sulle narici dell’individuo infetto, che assomigliano molto alle “febbri” labiali umane. Tutte e tre queste malattie provocano problemi alle vie respiratorie superiori, come starnuti, naso che cola, tosse e infezioni agli occhi. I gattini, i gatti non vaccinati e quelli che vivono in case con altri animali sono esposti maggiormente al rischio e possono contrarre uno o più di queste infezioni respiratorie attraverso materiale contaminato e da altri soggetti. Le malattia sono talvolta fatali per i gattini, mentre la maggior parte degli adulti guarisce.
    I vaccini per la rinotracheite virale felina e la calicivirosi felina sono altamente raccomandati per tutti i gatti. Bisognerebbe somministrare un richiamo a un anno di distanza dalla prima vaccinazione, poi una volta ogni 3 anni, anche se, di nuovo, i vaccini attualmente disponibili recano sull’etichetta la raccomandazione di una rivaccinazione annuale. Le ricerche indicano finora la protezione data dal vaccino dura almeno 3 anni. Comunque i vaccini possono offrire soltanto una risposta immunitaria che riduce la gravità della malattia, non l’immunità completa. Inoltre i vaccini per FCV che sono attualmente disponibili probabilmente non offrono protezione da tutte le forme del virus.
    Per quanto riguarda la clamidia felina, dato che la malattia in sé non è grave e la maggior parte dei gatti può essere curata, e dato che il numero di eventi dannosi associati con l’uso del vaccino è relativamente alto, la vaccinazione di routine non è raccomandata.

    Parassiti Intestinali nel Gatto |

    Parassiti Intestinali nel Gatto |

    Episodi di violenza criminale - ALAA


    Associazione Liberigatti Animalista Ambientalista

    ORMAI SIAMO ESASPERATI DA QUESTI CONTINUI EPISODI DI VIOLENZA CRIMINALE NEI CONFRONTI DI CHI NON PUÒ DIFENDERSI!!!
    GIUNTI A QUESTO PUNTO IL GOVERNO NON PUÒ LAVARSENE LE MANI.....OCCORRE UNA LEGGE CHE PUNISCA SEVERAMENTE QUESTI REATI E PER QUESTI REATI CI VUOLE IL CARCERE!!!
    INOLTRE GRAVA UNA PESANTE RESPONSABILITÀ SULLE ISTUTUZIONI LOCALI CHE, IN CERTE PARTI DEL PAESE, PROPRIO NON ESISTONO!!!
    IL PROBLEMA FONDAMENTALE DA AFFRONTARE E RISOLVERE É IL FENOMENO DEL RANDAGISMO!!!...
    SE NON CI FOSSERO COSÌ TANTI ANIMALI INCUSTODITI E ABBANDONATI A SE STESSI QUESTI EPISODI ORRIBILI NON SI VERIFICHEREBBERO!!!
    SINDACI!!! COMANDANTI DELLE POLIZIE LOCALI!!! DIRIGENTI ASL!!!!
    GUADAGNATEVI QUEL MUCCHIO DI SOLDI CHE OGNI MESE VI METTETE NELLE TASCHE!!
    VERGOGNA!!!!

    Nuovo gattino a casa

    Nuovo gattino a casa

    giovedì 4 agosto 2016

    Alimentazione e tumori

    Alimentazione e tumori
    Siamo fatti di ciò che mangiamo..... e quindi dovremmo scegliere per il nostro corpo i cibi migliori: per la nostra salute, per sentirci in forma e soprattutto per la profilassi della vera tragedia di questo secolo: il cancro.
    La sovraesposizione ad agenti mutageni(in primis fumo ed inquinamento atmosferico) ma anche l'abuso di cibi raffinati e troppo ricchi di grassi, ha raddoppiato l'incidenza dei tumori negli ultimi decenni. Ma, se poco possiamo fare contro il benzene delle nostre città, molto possiamo fare in casa nostra sia per la profilassi che per la cura dei tumori: cominciamo a dire quali cibi evitare, proprio perché responsabili di alcune forme di cancro.
    Cibi da evitare
    Innanzitutto l'eccesso di grassi saturi: e quindi gli eccessi di carne e di salumi (talvolta contenenti nitrati come conservanti) responsabili dei tumori del colon vera piaga che colpisce tutti gli anni migliaia di persone, persone soprattutto che assumono scarse quantità di fibre prediligendo ad es. pane o pasta bianca dimenticando l'utilità della crusca del pane integrale.
    Grave errore è poi cuocere la carne alla brace: questo tipo di cottura libera infatti sostanze cancerogene, come è anche errato l'abuso di fritture: l'alta temperatura libera infatti acroleina sostanza altamente cancerogena.
    Cibi sott'accusa sono anche dolci e bevande molto zuccherate; il loro abuso può favorire l'innesco di una reazione mutagena cancerogena.
    Da evitare inoltre l'abuso di alcolici.
    Il sale
    Il sale da cucina (cloruro di sodio) e il sale dei dadi (glutammato di sodio) sono ricchi in una molecola molto pericolosa che è il sodio capace di dare ritenzione idrica, affaticamento cardiaco e ipertensione. Purtroppo solo da pochi anni il sale è troppo presente sulle nostre tavole, una volta era una spezia rara tant'è che con essa venivano pagati i soldati (da cui il termine salario). L'abuso di sale è sempre negativo e purtroppo è molto facile abusarne perché di sale ce n'è molto anche quando non lo vediamo. Sale infatti è presente in tutti i cibi inscatolati o conservati, nei succhi di frutta, nelle caramelle, nei salumi, nei biscotti , nel pane e così via.
    Superare dunque la soglia di pericolo è facilissimo. Consigliabile dunque salare meno possibile. L'eccesso di sale favorirebbe alcuni tipi di tumore (stomaco e pancreas).
    Ma queste sono cose che sanno un pò tutti :la cosa affascinante è invece il diffondersi nei media delle notizie scientifiche che una volta tanto coincidono con la medicina naturale e cioè l'importanza dei cibi come vera terapia di tante patologie.
    Cibi consigliati
    Da poco si è scoperto in alcuni vegetali (soprattutto pomodori) la presenza di licopeni molecole capaci di bloccare i geni impazziti capaci di innescare la mutazione cancerogena: e qui una riflessione su quanta gente viene sviata da sciocche mode di falsa medicina che ha eliminato i pomodori dalla dieta perché alimenti (secondo loro) allergizzanti: le allergie alimentari in genere sono molto rare e i pomodori sono fra gli alimenti meno responsabili di allergie. Semmai, se un pomodoro genera reazioni allergiche, probabilmente ciò è dovuto ad un abuso di pesticidi con cui la pianta è stata trattata; tanti pomodori quindi, però di stagione e maturati al sole: mai mangiare un ortaggio o un frutto fuori stagione.
    Ancora più potere anticancro hanno tre ortagg:le brassicacee (cavoli), le cipolle e l'aglio.
    Personalmente nei mie venti anni di medico naturista ho usato il cavolo nelle più disparate patologie: come antisettico, come terapia nelle ulcere venose, come cataplasma nelle distorsioni; e adesso molte riviste scientifiche parlano di questi tre ortaggi come vera arma nella profilassi dei tumori: e questo i medici naturisti di un tempo lo avevano sempre sostenuto esaltando soprattutto il potere del solfuro di allile presente nell'aglio: ricordo un medico francese che agli scettici dell'aglio diceva: provate a chiudere uno scarafaggio in una bottiglia con due spicchi di aglio: i solfuri lo uccideranno in poche ore, così come uccidono germi e batteri.
    Come antibatterico è MOLTO UTILE ANCHE LA CIPOLLA da secoli usata nei tipici piatti mediterranei ad es.: nelle alici alla poveral'unico piatto che permette di mangiare pesce crudo (quasi sterilizzato dal forte uso di cipolla e succo di limone) capace di offrire in grandi quantità gli acidi omega tre che la scienza sta usando come micidiale arma anticancro. Sono acidi presenti soprattutto nei pesci grassi (sardine, sgombri, salmoni) e che per il loro forte e robusto sapore (soprattutto salmone) possono essere usati anche nei pasti dei bambini, magari in appetitose crocchette .Gli acidi omega sono inoltre considerate vere molecole salva cuore visto il loro potere anticolesterolo.
    Ma le più grosse sorprese sulla terapia dei tumori sono venuti dallo studio di alcune leguminose, soprattutto la soiaed alcuni legumi ormai presenti solo in qualche remota trattoria del sud: le dolichee le fave. I fosfolipidi di questi legumi (una volta chiamati la carne dei poveri per il loro alto potere nutritivo), svolgono, una volta entrati a far parte delle nostre cellule, la funzione di maggiordomo facendo entrare soltanto le molecole benefiche ed escludendo quelle pericolose e potenzialmente cancerogene.
    La soia ha riservato ancora più sorprese: il suo alto contenuto in genisteina (estrogeni vegetali) ha permesso in fitoterapia un largo uso di queste molecole in tutta la sfera endocrina femminile, dalla menopausa fino alla cura dei tumori del seno.
    Ancora più sorprendente la scoperta del resveratrolo dell'uva come anticancroa tutti gli effetti vera gioia per gli amanti del vino rossoche come si sa è responsabile del paradosso francese: e cioè: i francesi mangiano il doppio di grassi degli americani, ma gli incidenti cardiovascolari sono meno della metà, merito di un buon bicchiere di vino rosso a pasto ricco appunto di resveratrolo.
    Erbe anticancro
    Ma il mondo vegetale è sempre più ricco di sorprese: molte speranze vengono riposte nella terapia antitumorale dall'uso dell'aloeche un medico israeliano usa da anni come anticancro; conosco questa pianta da anni e non ho esperienze diretta di essa in campo tumorale, però posso dirvi che la sto usando da diverso tempo per la cefalea con risultati sorprendenti. Sempre nel campo delle piante medicinali è noto da secoli il potere anticancro del thè verdeche esplica azione antitumorale grazie alla azione delle sue catechine, vere molecole salvavita.
    Metodi di cottura
    Importante è anche il modo con il quale i cibi vengono cucinati; un solo esempio: friggere delle patate con del buon olio di oliva vuol dire portare ad un altissima temperatura un vegetale che non ha con sé nessun grasso capace di trasformarsi in pericolose molecole; se invece friggiamo delle uova, del pesce o della carne, noi portiamo ad altissime temperature alimenti ricchi in grassi che idrogenandosi, possono divenire molecole pericolose. Usiamo dunque metodi di cottura leggeri.

    MIGLIORI METODI DI COTTURA
    COTTURA AL VAPORE;
    BOLLITIURA;
    STUFATI;
    COTTURA AL FORNO;
    COTTURA CON MICROONDE.
    PEGGIORI METODI DI COTTURA FRITTURA: libera acroleina;
    COTTURA ALLA BRACE (libera benizopirene, molecola altamente cancerogena);
    PENTOLA A PRESSIONE: l'alta temperatura cui l'alimento è sottoposto distrugge la vitamina C.
    SEI REGOLE DA NON DIMENTICARE mantenere un peso corretto (un eccesso ponderale può favorire alcuni tipi di tumore);
    mantenere una dieta molto varia;
    mangiare molta frutta e verdure;
    mangiare molti legumi e cereali;
    limitare il consumo di alcol;
    limitare il consumo di sale e fumo;
    Questo dicono le ultime ricerche scientifiche, sta a noi applicarle cominciando dalle piccole cose soprattutto nella alimentazione dei nostri bambini: legumi almeno due volte alla settimana, zuppe di verdure, molto pesce e come merenda pane e pomodoro: avremo un grosso guadagno in salute ed anche economico.
    AFORISMA
    Spesso i miei pazienti mi chiedono cosa bisogna fare per mangiare in maniera ideale; io rispondo sempre con questo aforisma: fare finta, quando andate a fare la spesa, di avere pochi soldi e quando siete a casa fate finta (magari è vero) di avere poco tempo per cucinare: avere pochi soldi vuol dire comprare le cose che costano meno(legumi, verdure, cereali, pesce azzurro) ed evitare le cose che costano molto (insaccati, alcolici, formaggi grassi, alimenti affumicati, cibi inscatolati e -o precotti). Avere poco tempo per cucinare vuoi diremangiare crudo tutto ciò che si può (le verdure cotte perdono quasi tutte le vitamine col calore, le crude mantengono intatto tutto il patrimonio di vitamine e sali minerali ) gli alimenti troppo cotti o intingolati ed elaborati sono pesanti e indigesti. Un bel pesce bollito richiede venti minuti; della carne in ragù magari per fare delle lasagne richiede ore di cucina diventando dunque un alimento pesante.
    PIANTE E MALATTIE
    - Malattie metaboliche
    - Malattie della pelle
    - Malattie della circolazione
    - Malattie dello stomaco
    - Malattie dell'intestino
    - Malattie dell'apparato respiratorio
    - Malattie delle vie urinarie
    - Patologie della vista
    - Patologie del sistema nervoso
    - Patologie del fegato
    - Patologie dell'apparato osteoscheletrico
    - Patologie dell'apparato cardiovascolare
    - Patologie dell sistema endocrino

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    lunedì 1 agosto 2016

    Un mese di vita, gattino smarrito cerca adozione

    Amo gli animali e non solo a parole.
    Gruppo Ambientalista Settimese
    Gattino di appena un mese cerca stallo oppure adozione.
    cell. 34 70 50 15 35 Settimo Torinese - l'abbiamo recuperato oggi da dentro il motore di una macchina, probabilmente si è smarrito.
    Amo gli animali e non solo a parole.