Sotto, un dipinto del 1898 intitolato: la Piaga:
La pulce del topo con lo stomaco pieno di sangue:
La maledizione più nota era l’associazione del Gatto con i figli del DiavoloQuesto tipo di superstizione era popolare fra i cristiani del Basso Medioevo, e non fece altro che aggravare ed esacerbare le varie epidemie di peste. I gatti venivano uccisi perché pensati come portatori della peste per mezzo del diavolo, e senza di loro veniva a mancare il predatore naturale del topo. Non è difficile intuire che la peste si diffondesse molto più rapidamente e su un’area maggiore rispetto a quanto non sarebbe accaduto con la presenza dei killer dei portatori del morbo.
La danza della morte nera:
L’uccisione dei gatti continuò per altri 300 anni, sino al XVII° Secolo circa, e contribuì a rendere la peste forse il più grande killer della storia dell’umanità. Naturalmente i gatti, il diavolo e financo ebrei e altri soggetti di superstizioni, non centravano nulla con il batterio, che dilagò anche grazie ad ignoranza e superstizione diffusa.
Gli abitanti di Tournai in Belgio seppelliscono i morti della peste:
Una mappa mostra la storia e le aree geografiche del contagio della peste:
La peste del 1665 a Londra:
Perché i Gatti?
I gatti erano considerati animali “Eretici”. Come spiegato su Medievalist.net, essi non erano animali domestici fedeli come i cani. Non si curavano degli umani e sopratutto venivano meno alla loro funzione di “animale che serve l’uomo”, come era ritenuto dovesse essere l’ordine naturale delle cose. Il gatto era un animale indipendente e libero, e veniva per questo considerato un alleato del diavolo, che era il principale attore nella “diffusione” della peste. Le epidemie venivano considerate punizioni divine operate per mezzo del maligno, e i gatti erano il principale mezzo di diffusione della Morte Nera.
La Peste di Firenze del 1368 come descritta nel Decameron di Boccaccio:
Naturalmente, se gli abitanti dell’Europa Medievale avessero saputo che i gatti erano (quasi) l’unica arma che avevano per combattere la diffusione del morbo, avrebbero avuto ben altra considerazione dei piccoli felini…
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