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lunedì 13 giugno 2016

DIFFERENZE ANATOMICHE – ERBIVORI, ONNIVORI, CARNIVORI

NATOMIA DEL CARNIVORO
Per capire le esigenze nutrizionali di cani e gatti, è utile cominciare con una veloce descrizione della loro anatomia, e di come differiscono da erbivori ed onnivori.

Sebbene il cane sia il fedele compagno dell’uomo da almeno 10.000-14.000 anni, è comunque vicinissimo dal punto di vista genetico al lupo: differiscono tra loro per le sequenze geniche di solo 1-2%.

Come lupi e leoni, cani e gatti sono carnivori opportunisti che prosperano grazie a diete che sono quasi esclusivamente costituite da carne, e con pochi carboidrati.

DIFFERENZE ANATOMICHE – ERBIVORI, ONNIVORI, CARNIVORI

Le specializzazioni anatomiche del cane e del gatto ad una alimentazione a base di carne possono essere individuate nella lunghezza del loro tratto gastro-intestinale, lo sviluppo di denti e mascelle e la loro carenza in enzimi digestivi necessari per digerire gli amidi.

1. GLI ERBIVORI (bovini, ovini) presentano:
• Tratto digerente lungo adatto a processi fermentativi e alla degradazione di vegetali.
• Molari piatti per triturare erbe e strutturati per brucare.
• La capacità di degradare la cellulosa presente negli alimenti vegetali e la capacità di sostentamento con diete esclusivamente vegetali.

2. GLI ONNIVORI presentano:
• Tratto digerente di media lunghezza che conferisce loro l’abilità di digerire sia i vegetali che le proteine animali.
• Molari piatti e altri denti appuntiti sviluppati sia per triturare i vegetali e per strappare la carne.
• La capacità di mangiare sia piante che proteine animali – ma più frequentemente necessitano di entrambe per una nutrizione completa.

3. I CARNIVORI presentano:
• Tratto digerente corto e di struttura semplice per digerire proteine e grassi animali (cane e gatto rientrano in questa categoria).
• Molari appuntiti ed affilati strutturati per dilaniare la carne, invece di molari piatti adatti a triturare le erbe.
• Mascelle incapaci di movimento laterale (a differenza di erbivori ed onnivori che triturano il cibo masticandolo) e hanno un’articolazione che consente un’ampia apertura boccale per l’ingestione di grossi bocconi di carne.

CARNIVORI – EVOLUTI PER LA CARNE
Riassumendo, le caratteristiche anatomiche che distinguono tutti i carnivori sono le seguenti:

1. BOCCA E DENTI
• Bocca grande capace di ampia apertura.
• Denti piccoli ed appuntiti fatti per afferrare e dilaniare (non triturare).
• Denti e bocca in grado di ingerire bocconi interi (non di masticare né di schiacciare).

2. SALIVA
• La saliva dei carnivori non contiene enzimi digestivi. Quella dell’uomo contiene l’amilasi, che avvia il processo di digestione dei carboidrati complessi.

3. CAPACITA’ DIGESTIVA
• Un tratto digerente breve, pari ad un terzo in lunghezza rispetto a quello degli onnivori, in grado di digerire velocemente la carne.
• Una concentrazione più elevata di acido cloridrico nello stomaco per la degradazione delle proteine. I carnivori presentano un pH gastrico pari a 1 circa – mentre l’uomo presenta un pH tra 4 e 5.

CONCLUSIONE IN TRE PUNTI
1. Cani e gatti si sono evoluti per un’alimentazione a base di carne ed amminoacidi.
2. Il tratto gastro-intestinale di cani e gatti – che è cruciale per la loro salute e benessere – è specializzato per una dieta principalmente carnivora.
3. L’adattamento dei cani e dei gatti ad una dieta a basso contenuto di carboidrati è evidente dalla struttura di denti e bocca, dalla carenza di amilasi e altri enzimi digestivi in grado di degradare gli amidi.

Nonostante l'uomo si sforzi di nascondere a se stesso la verità, la realtà è una sola (e la dimostreremo successivamente): noi non siamo carnivori. Analizzando con scrupolosità il corpo umano e i suoi processi digestivi, non si può che giungere a questa conclusione.
Per dare un'idea dell'ipocrisia dell'uomo e della commedia che mette in atto per celare la verità, basta ragionare - anche per un solo attimo - sul modo in cui mangia la carne. L'uomo è costretto a camuffare questo cibo - non compatibile con il suo organismo - con una infinita quantità di salse e salsette, non prima di averlo fritto o bollito o invecchiato, e trasformato in mille modi.
Non si rende conto di essere ridicolo?

Se davvero l'uomo è un carnivoro (come molti, anzi moltissimi, credono), perché non mangia la carne come tutti gli altri veri carnivori, e cioè cruda? Sarebbe opportuno porsi di tanto in tanto questo genere di domande, senza dare tutto per scontato e senza dare credito alle altrui opinioni a scatola chiusa.

Molti biologi e fisiologi sono d'accordo nell'affermare che l'uomo, in realtà, non è fisiologicamente "costruito" per mangiare carne, e offrono prove estremamente convincenti. Vediamo quali: la classe dei
carnivori ha una struttura fisica predatoria (artigli, canini sviluppati), intestino breve (solo 3 volte la lunghezza del tronco) e fortemente acido (10 volte di più di un normale erbivoro); l'intestino breve, lungo 3 volte il tronco, serve ad evitare una sosta troppo prolungata della carne ingerita, in quanto essa è facilmente putrescibile. L'intestino breve, inoltre, è fortemente acido perché deve neutralizzare le sostanze tossiche carnee.

Vediamo come avviene la digestione della carne: una volta giunta nello stomaco la carne ha bisogno, per essere digerita, della secrezione di succhi gastrici ricchissimi di acido idrocloridico. I carnivori, infatti, secernono grandi quantità di acido idrocloridrico, atto a sciogliere le ossa. Il tratto intestinale dove avviene l'ultima parte della digestione, che serve a far passare gli elementi nutrivi nel sangue, deve per forza di cose essere meno lungo possibile: si deve considerare, infatti, che il pezzo di carne altro non è che un cadavere in putrefazione che crea velenosi rifiuti all'interno del corpo. Il carnivoro, quindi, deve liberarsene il più presto possibile. Il problema, per i non carnivori, è la lunghezza del tratto intestinale, che a volte è lungo addirittura 20 volte il tronco. Se i non carnivori mangiassero carne, questa rimarrebbe nel loro corpo un tempo troppo lungo, avvelenandoli.

Passiamo alla classe degli
erbivori: struttura fisica forte ma non aggressiva, dentatura priva di veri incisivi superiori per addentare frutti, e canini per dilaniare; intestino lungo sino a 20 volte il tronco, enzima digestivo capace di trasformare e assimilare la cellulosa delle piante. Gli erbivori secernono una quantità minima di acido idrocloridrico, non sufficiente a digerire del tutto la carne.

Poi c'è la classe degli
onnivori, parenti stretti dei carnivori, che conservano una certa aggressività e sono simili in molte caratteristiche fisiche ai carnivori; molti, ad esempio, non collocano il cane tra i carnivori, poiché se nutrito di sola carne esso muore.

Adesso osserviamo
l'uomo: struttura fisica non aggressiva, tubo digerente lungo 12 volte la lunghezza del tronco, mandibole deboli e non pronunciate, secrezione salivare idonea (grazie alla ptialina) agli amidi dei cereali, dentatura sviluppata soprattutto negli incisivi per mordere e addentare frutti e nei molari piatti e robusti per macinare semi, stomaco debole e poco acido, che non possiede gli enzimi adatti a neutralizzare le sostanze tossiche prodotte dalla decomposizione della carne; inoltre il suo intestino ha bisogno di stimoli che favoriscano il movimento peristaltico: frutti, cereali ed ortaggi hanno queste capacità, la carne no. L'intestino crasso, inoltre, per ottimizzare la sua funzione deve avere un contenuto acido: i semi, le radici e i frutti lasciano nel crasso residui acidi, mentre le carni lasciano residui alcalini: ammoniaca e basi diverse. Fisiologicamente l'uomo è più simile ai mangiatori di piante e agli animali da pascolo e da foraggio (come le scimmie, gli elefanti e le mucche), che non ai carnivori come tigri e leopardi. I carnivori, ad esempio, non traspirano dalla pelle: la temperatura corporea viene regolata con il respiro accelerato e l'estrusione della lingua. Gli animali vegetariani, invece, sono dotati di pori sudoriferi per eliminare le impurità e regolare la temperatura.
Tutte coincidenze?

I carnivori devono lambire i liquidi (esempio: i gatti), mentre gli animali vegetariani succhiano i liquidi attraverso i denti, come gli uomini.

Pare proprio che l'uomo non rientri né nella classe dei carnivori, né in quella degli onnivori, anzi per alcune caratteristiche fisiche potrebbe essere accostato ai
frugivori (come le scimmie) ed in modo minore ai granivori (scoiattoli e topi). Vediamo perché: l'uomo ha una mano pensile come le scimmie e i roditori, atta ad afferrare e cogliere frutti ed oggetti tondeggianti. Se consideriamo la placenta, quella umana è discoidale, come quella delle scimmie antropoidi. Sembra dunque che l'uomo abbia come cibo elettivo i semi, la frutta, la verdura e gli ortaggi.

Quale conclusione dovremmo dunque trarre da questa breve analisi scientifica?

Esistono prove evidenti del fatto che gli essere umani non sono adatti a mangiare carne, e chi decide volontariamente di ignorare tali prove, se ne assume tutte le responsabilità.




L’UOMO E’ ONNIVORO?
di Linda Pizzuto

"I veri onnivori e i veri carnivori, quando sono affamati, sono attratti istintivamente da animali e carogne che vedono e che interpretano come cibo immediato. Questo non accade mai all’uomo. Il ribrezzo che ogni uomo normale e sano prova alla vista del sangue e di un cadavere è la prova della sua natura non carnivora." (Girolamo Savonarola)

"L'estrema avversione che alcuni adulti e molti bambini mostrano nei confronti della carne di ogni tipo, è attribuita da Fitch ad una tendenza atavica, cioè alla sopravvivenza dell'istinto primitivo dei nostri antenati preistorici che non mangiavano carne” - (J. H. Kellog)

Gli esseri umani genericamente sono molto spesso descritti come "onnivori". Questa classificazione e' basata sull'osservazione tangibile che normalmente si nutrono di una grande varietà di cibi vegetali e animali. Per quanto la maggior parte degli esseri umani siano chiaramente onnivori dal punto di vista "comportamentale", resta da chiarire se lo siano altrettanto da un punto di vista anatomico. Focalizzarsi sull’anatomia e fisiologia umana rappresenta il modo migliore e piu' obiettivo di affrontare la questione. Quindi, dobbiamo osservare i mammiferi carnivori, erbivori ed onnivori per individuare quali caratteristiche anatomo-fisiologiche sono associate ai diversi tipi di dieta e comparare le nostre caratteristiche per vedere a quale gruppo l'essere umano dovrebbe essere catalogato realmente. Ecco dunque il confronto tra le caratteristiche dei carnivori, erbivori e frugivori, onnivori. I dati scientifici sono tratti da "The Comparative Anatomy of Eating" di Milton R. Mills.

Muscoli facciali
Carnivori: ridotti, per permettere un’ampia apertura della bocca
Erbivori: ben sviluppati
Onnivori: ridotti
Umani: ben sviluppati

Tipo di mandibola
Carnivori: ad angolo non ampio
Erbivori: ad angolo ampio
Onnivori: ad angolo non ampio
Umani: ad angolo ampio

Posizione dell’articolazione mandibolare
Carnivori: sullo stesso piano dei denti molari
Erbivori: al di sopra del piano dei molari
Onnivori: sullo stesso piano dei denti molari
Umani: al di sopra del piano dei molari

Principali muscoli mandibolari
Carnivori: temporali
Erbivori: massetere e pterigoideo
Onnivori: temporali
Umani: massetere e pterigoideo

Apertura bocca della bocca in rapporto alla dimensione della testa
Carnivori: grande
Erbivori: piccola
Onnivori: grande
Umani: piccola

Denti incisivi
Carnivori: corti ed acuminati
Erbivori: ampi, piatti e a forma di spada
Onnivori: corti ed acuminati
Umani: ampi, piatti e a forma di spada

Denti canini
Carnivori: lunghi, affilati e curvi
Erbivori: non taglienti e corti o lunghi (per difesa), o assenti
Onnivori: lunghi, affilati e curvi
Umani: corti e smussati

Denti molari
Carnivori: affilati, a forma di lama frastagliata
Erbivori: piatti con cuspidi, superfici complesse
Onnivori: a lame affilate e/o piatti
Umani: piatti con cuspidi nodulari

Masticazione
Carnivori: nessuna; deglutizione del cibo intero
Erbivori: necessaria una prolungata masticazione
Onnivori: deglutizione del cibo intero e/o semplice schiacciamento
Umani: necessaria una prolungata masticazione

Saliva
Carnivori: assenza di enzimi digestivi
Erbivori: enzimi digestivi per i carboidrati
Onnivori: assenza di enzimi digestivi
Umani: enzimi digestivi per i carboidrati

Acidità dello stomaco
Carnivori: pH inferiore o uguale a 1 con cibo nello stomaco
Erbivori: pH 4 - 5 con cibo nello stomaco
Onnivori: pH inferiore o uguale a 1 con cibo nello stomaco
Umani: pH 4 - 5 con cibo nello stomaco

Capacità dello stomaco
Carnivori: 60% - 70% del volume totale del tratto digestivo
Erbivori: inferiore al 30% del volume totale del tratto digestivo
Onnivori: 60% - 70% del volume totale del tratto digestivo
Umani: tra il 21% e il 27% del volume totale del tratto digestivo

Lunghezza dell’intestino tenue
Carnivori: da 3 a 6 volte la lunghezza del corpo
Erbivori: da 10 a piu’ di 12 volte la lunghezza del corpo
Onnivori: da 4 a 6 volte la lunghezza del corpo
Umani: da 10 a 11 volte la lunghezza del corpo

Unghie
Carnivori: artigli affilati
Erbivori: unghie piatte o zoccoli
Onnivori: artigli affilati
Umani: unghie piatte

Dunque, prestando attenzione alla composizione dell’organismo umano vediamo che l’uomo è un essere molto simile alla scimmia e abbastanza simile ad un animale frugivoro fruttariano; le unghie, i denti, la composizione salivare non lo assimilano certo ad un carnivoro. Ma il dato più interessante è senza dubbio la lunghezza dell’intestino di gran lunga superiore a quello di un animale carnivoro. Durante le varie fasi di digestione le proteine della carne, nelle condizioni di temperatura del tratto digestivo, sono soggette a processi putrefattivi con sviluppo di sostanze tossiche che è bene non siano assorbite, ed è per questo motivo che i carnivori hanno un intestino breve, che permette di ridurre il tempo di permanenza all’interno del corpo ed il conseguente rischio d’assorbimento delle tossine. Gli animali erbivori, dovendo provvedere al laborioso processo di demolizione della lunga catena della cellulosa fino al glucosio, devono avere un intestino molto lungo che permette un maggiore tempo di permanenza all’interno del corpo. La lunghezza del nostro intestino non permette una veloce espulsione di tutte le sostanze tossiche presenti. Prodotti della decomposizione della carne sedimentano nel tubo digerente, fino a dare origine a pericolosi composti possibili cancerogeni. Altro fattore importante è l’apporto di sostanze tossiche che derivano dalla morte dell’animale: l’irrigidimento fisiologico porta acido lattico a cui si aggiungono le tossine “da paura” sviluppate dall’animale al momento dell’uccisione o dai tranquillanti che gli hanno iniettato per renderlo meno nervoso. Questi ultimi si sommano alle tracce di farmaci o sostanze assunti nell’arco della vita dall’animale che sono: ormoni, antibiotici, erbicidi, diserbanti o pesticidi, induttori di crescita, inibitori della tiroide, tranquillanti.
E’ stato ormai dimostrato che la carne è poco adatta al consumo umano. Gli esquimesi, ad esempio, che vivono di carne e pesce, muoiono presto; la durata della loro vita non supera i trent’anni. Non a caso, la popolazione più longeva della Terra , gli Hunza possono definirsi tutto tranne che carnivori! Non bisogna poi sottovalutare un dato importante. Il continuo e crescente bisogno di foraggio riduce la terra coltivabile per l’uomo e l’uso massiccio di fertilizzanti e pesticidi sta avvelenando le falde acquifere e rende sterili vastissimi territori. I liquami emessi dalle stalle industriali alterano pericolosamente fiumi, laghi, mari e terreni. Inutile ricordare che queste stesse sostanze in ultimo finiscono per inquinare anche noi!
Gli enormi interessi economici hanno spinto la popolazione a credere che la dieta sana è quella a base di carne. La carne è diventato un simbolo di benessere anche per i paesi emergenti. E le persone che muoiono di fame aumentano sempre più proprio per questo motivo. I loro terreni vengono sfruttati senza regole per la produzione di foraggio. Una vita senza carne è auspicabile? In effetti lo è, ripensando a come ci nutrivamo un tempo e prima dell’avvento di questo gran consumismo. Le diete vegetariane o vegane completamente bilanciate sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale e comportano benefici per la salute e il trattamento di alcune patologie. Le diete vegetariane nell’infanzia e nell’adolescenza possono essere d’ausilio nello stabilire sani schemi alimentari validi poi per tutta la durata della vita.
Nei summit mondiali si parla molto di come incrementare la produzione alimentare. Ma il tema assente dal panorama dei dibattiti sono le abitudini alimentari dei consumatori nei paesi ricchi che preferiscono mangiare prodotti animali pieni di grassi e altri cibi al top della catena alimentare globale, mentre i fratelli del Terzo Mondo muoiono di fame perché i loro terreni sono utilizzati per coltivare cereali destinati agli animali. Da tempo ormai si aspetta una discussione globale su come meglio promuovere una dieta vegetariana diversificata, ad alto contenuto di proteine e adatta all’intera umanità. Purtroppo ancora oggi non è stata trovata ( o voluta ) alcuna soluzione.

http://www.portalecalabria.com/site/rub ... e/uomo.asp


2 commenti:

  1. cazzo ma come non vi vergognate
    https://www.youtube.com/playlist?list=PLAZuXcsGe89gAlI_oXLLYgA_uETcTbLKz

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  2. Quanta disinformazione in questo articolo

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