La libertà di ogni essere vivente è sacra e non dovrebbe essere sacrificata in nome
di interessi che poco hanno a che fare con le peculiarità naturali dell’ambiente
che ci circonda.
Una tutela mirata dell’ambiente passa anche attraverso la consapevolezza che ci
possano essere esigenze alimentari o ludico-ricreative (si pensi al cibo e al supporto
che un animale da compagnia può fornire a persone in stato di marginalità),
ma che tutto ciò debba essere gestito con la piena e riconosciuta consapevolezza
che ogni gesto produce un rapporto di causa-effetto e che l’equilibrio è
particolarmente labile. Un sistema tenta di autoregolarsi e, tendenzialmente, vi
riesce, a meno che non sopraggiungano eventi improvvisi.
È dovere civico e morale di tutti vigilare affinché le condizioni siano sempre le
migliori possibili per ogni essere vivente, per questo come Centro Servizi Vol.To
sosteniamo da anni “Liberigatti”, che si occupa della salvaguardia degli animali e
di garantire che non si possa parlare di sfruttamento, ma si possa mantenere un
ecosistema in perfetto equilibrio dinamico e consequenziale.
Dignità, equità e attenzione.
Questa è la battaglia che “Liberigatti” porta avanti e che io sento di poter sottoscrivere
appieno.
Silvio Magliano
Presidente del Centro Servizi Vol.To
Prezzo € 0,20 - IVA inclusa | copia gratuita | ISBN: 9788885782358
Stampato a Torino presso Inspire Communication s.c. Febbraio 2019
4 5
LIBERIGATTI ONLUS
GUIDA ALLA CONSAPEVOLEZZA PER I VOLONTARI PRO VITA
La libertà è quel qualcosa di esistenziale che è innata e intrinseca in ogni essere vivente, la privazione
della libertà consuma l’essere che ne è privato, sia fisicamente che psicologicamente. In merito agli animali,
essi per loro natura dovrebbero stare liberi nel loro habitat e tutelati, la privazione della loro libertà,
dovrebbe essere limitata solo in casi motivati, temporanea ed estrema, ed è importante, pur avendo
massimo rispetto per gli animali e quindi preservando la loro incolumità, evitare di umanizzarli. Tutto
ciò nasce dal fatto che l’uomo ha invaso ogni territorio possibile, e oltre a ciò restringendo ambienti e
habitat senza alcun riguardo e rispetto per gli altri esseri viventi (compiendo ogni sorta di crimine, tutte
le nefandezze possibili nei riguardi degli animali, l’uomo non ha alcun rispetto per gli animali, considerandoli
solo delle cose e quindi privandoli della vita, della libertà e privandoli della loro dignità), senza
contare anche il fatto, che per presunte esigenze, tante azioni umane sono fatte per avidità e crudeltà
gratuita. Non considerando che la natura ha dato immense forme di vita le quali hanno tutti diritto ad
esistere. Quale diritto ha dunque l’uomo, come si permette di togliere la vita ad altri esseri viventi ? Sia
beninteso che, essi, gli animali, soffrono, gioiscono, possono avere paura, provano dolore emozioni e
sentimenti al pari degli uomini !!!
Cosa fa l’Uomo ? Distrugge tutto persino l’ecosistema il quale è un insieme sistemico definito (spesso
chiamato “unità ecologica”) costituito da organismi viventi (animale e vegetale) che interagiscono tra
loro e con l’ambiente che li circonda. Come tale esso è una porzione dell’ecosfera e quindi della biosfera.
CHI SIAMO
ALAA Onlus è una Organizzazione di Volontariato con la denominazione di Associazione Liberigatti Animalista
Ambientalista; che opera principalmente per la tutela dei gatti, e per la tutela di tutti gli animali
e la salvaguardia dell’ambiente, tale attività anche nell’interesse umano, anche se quotidianamente ci
troviamo a dovere affrontare e combattere contro una profonda ignoranza umana, superficialità, egoismo
e cattiveria.
Il fattore della tutela ambientale e la tutela animale non prescinde da un fattore che è fondamentale e
cioè il fattore alimentare, fino a che l’umano intende nutrirsi in modo improprio e contro la sua natura,
con tutti i danni che procura alla sua salute e al resto del mondo, non potrà avere la reale percezione
della vita. L’umano drogato dall’eccesso di prodotti impropri e dannosi, dall’eccesso di assunzione come
alimento di cadaveri animali e suoi derivati ; prodotti per il quale aziende senza scrupoli ed etica morale,
producono e sponsorizzano il continuo consumo, al solo scopo di ricchi guadagni in spregio alla vita in
genere. La nostra missione, così potremmo chiamarla, è quella di contrastare questa assurda situazione.
Vogliamo dire che “la tutela dell’ambiente e degli animali” non prescinde quindi dal fattore alimentazione.
E come una “triade: Alimentazione-Animali-Ambiente. Queste tre situazioni sono collegate tra di
loro, l’una non prescinde dalle altre. Un perfetto equilibrio di queste tre A.A.A. Può contribuire a salvare
l’ecosistema. Ecosistema, oggi in agonia su tutti i fronti che va dall’inquinamento atmosferico, aria,
avvelenamento dei territori e delle falde acquifere e inquinamento dei mari. I segnali dell’agonia del
pianeta ci sono, ma vengono taciuti o nascosti, la distruzione di foreste fonti di vita e di ossigeno, le grida
di dolore e di sofferenza, in particolare degli animali, ha raggiunto il cielo, se il dolore potesse essere
“materico” pioverebbe sangue.
Non pensiamo di cambiare il mondo, però riteniamo sia di fondamentale importanza di agire ora, com6
7
battendo ulteriori danni e crudeltà, fondamentale l’acquisizione della consapevolezza, se non si cambia
il proprio stile di vita, se non ci riavviciniamo alla natura, dalla la quale l’uomo se ne è allontanato troppo,
dimenticando che anche lui ne fa parte, che l’ambiente, il pianeta e la madre e gli animali come gli
umani sono fratelli, se ognuno fa la sua parte, magari si riesce a tamponare la prematura fine di questo
mondo agonizzante. Non pensiate che siamo troppo catastrofici, il tutto sta nella conoscenza , basta
documentarsi. Questo vuole essere anche un invito a tutte le persone coscienziose, non si può pensare
che il rimedio a tutto ciò possa dipendere solo da quei pochi VOLONTARI che quotidianamente dedicano
la vita, il loro tempo a rimediare a tutti i torti commessi dagli umani, sia per ignoranza, negligenza,
avidità o errato retaggio; tutti siete chiamati a collaborare o quantomeno sostenere il Volontariato e la
sua Organizzazione.
Come tutti sappiamo, l’Uomo è causa di guerre, di carestie, di assassini, di inquinamento, di crudeltà, di
sfruttamento, di ruberie, ecc. in sostanza l’uomo è il male di se stesso, l’uomo si definisce nonostante
tutto un “animale sociale”; chiunque si definisce tale dovrebbe fare almeno un piccolo sforzo di volontariato
e di socializzazione verso il prossimo, ognuno nel campo in cui ha più attitudine, dovremmo
aiutarci gli uni con gli altri, in realtà ci prediamo gli uni con gli altri, “come cantava qualcuno, siamo allo
stesso tempo “boia e carnefici”; predatori e predati”, una simile posizione nel contesto ce l’ha il gatto, pur
essendo un perfetto predatore, a sua volta è preda di altri animali.
ALAA è una organizzazione di “Volontariato per la Vita”. Essere “Volontario per la Vita”non è semplice
ma neanche difficile o complesso; basterebbe gettare via il proprio retaggio culturale imposto dal sistema
e guardare il mondo con altri occhi. Ma per riuscire a vedere com’è realmente il mondo bisogna
operare alcune accortezze, modificare la propria alimentazione, non introdurre più tossine nel proprio
organismo: tossine e veleni che si trovano nei cadaveri animali e suoi derivati, cibi industriali e alimenti
raffinati, tutte cose che occludono la ghiandola pineale, le comuni abitudini malsane di alimentazione
che ci vengono propinate ci avvelenano l’organismo. Anche l’uso di farmaci, non solo l’uso diretto ma
anche quello indiretto, dal consumo snodato di “carni”, in quanto gli animali vengono allevati a forza di
medicine, antibiotici e altro che poi ci si ritrova nel piatto. Come diceva qualcuno tempo fa, l’uomo è ciò
che mangia. La cosiddetta civilizzazione ci ha resi sterili non si riesce più a godere delle bellezze della
natura, l’uomo è divenuto e diventa sempre di più aggressivo, sempre meno empatico, non solo con
l’ambiente di cui egli stesso ne è parte, ma non ha più empatia per la vita degli altri, siano essi animali
e animali umani. L’empatia e quel qualcosa che mette in sintonia con l’esterno del mondo, l’empatia fa
si che si riescano a percepire le vibrazioni delle piante ad intuire la natura degli animali, della vita reale.
La natura offre una immensa varietà di cibo vegetale e non bisogna cadere nel “luogo comune” dicendo,
mica posso mangiare sempre insalata, non sono mica una capra?
L’umano per sua natura è al 98-99 % Vegano, e non è una capra e nemmeno una tigre.
Per farla breve non ci si può definire Animalisti se poi si usa mangiare cadaveri, così come non ci si può
definire Ambientalisti se poi si contribuisce a inquinare e uccidere la natura.
La principale opera di ALAA, oggi è quella di trovare e censire le varie colonie site nei territori in cui opera,
dare da mangiare ai gatti liberi, sterilizzare, curare eventuali malattie, costruire ripari e rifugi, salvare
randagi, promuovere e trovare adozione per gatti e gattini, aiutando e fornendo cibo per i gatti alle
persone che sono bisognose e non possono mantenere il loro animale. Dando aiuto di vario genere e
consigli, è un’ opera abbastanza vasta, spesso con disagi da parte dei volontari i quali spesso si trovano
a dovere affrontare incomprensione da persone che non amano gli animali, ignoranza nella gestione e
tenuta degli stessi animali e delle amministrazioni sorde “alla tutela del patrimonio indisponibile dello
Stato” nonostante le leggi, leggi che proprio loro dovrebbero applicare. Su questo terreno “Liberigatti”
non transige e fa tutto ciò che è nelle possibilità dell’Associazione, per tutelare gli animali, anche sul
terreno legale contro certe amministrazioni. Il nemico principale è l’ignoranza, tantissime persone non
riescono a concepire l’importanza degli animali, il loro ruolo nel mondo, nella fattispecie noi che ci occupiamo
di gatti, conosciamo l’importanza che hanno nel territorio, l’importanza delle varie colonie che
andrebbero curate e protette. Ovviamente l’obiettivo sarebbe la totale tutela di tutto il mondo animale
e salvaguardia dell’ambiente. LIBERIGATTI – ALAA è giovane come associazione e quindi ancora piccola,
l’ambizione è quella di far si che ALAA diventi una grande organizzazione che, a differenza (purtroppo)
delle esistenti grandi associazioni, che pensano solo a fare business e non esercitano come dovrebbero,
la vera tutela degli animali. Per quanto concerne ALAA, anche se piccola è molto combattiva e vuole
effettivamente portare avanti il progetto che si è prefissato, ed è per questo che non si limita solo agli
animali o l’ambiente ma tende a portare avanti la questione alimentazione, nodo fondamentale per una
reale coscienza animalista.
COME E PERCHE’ È NATA ALAA
Se guardiamo il panorama delle associazioni ce ne sono tante, forse anche troppe, quindi ALAA sarebbe
una associazione tra le tante ?
Per quanto ci riguarda non è così, sono diversi anni che curiamo in modo sporadico, diciamo da “gattari”
dei gatti, ci sono state delle situazioni per le quali non sapevamo casa fare per aiutare dei gatti che avevano
necessità di essere aiutati, ci rivolgevamo alle strutture amministrative per avere un sostegno ma
queste neanche rispondevano, ci rivolgevamo alle grandi associazioni ma queste non ci consideravano
e intanto tanti poveri mici sono morti per l’indifferenza di costoro e stato così che il 4 di Marzo del 2016
decidemmo di fondare una Associazione che si occupasse veramente dei gatti.
Incominciando ad operare sul territorio, venendo a contatto con tanti gatti, abbiamo imparato tante
cose su di loro in poco tempo a motivo della nostra assidua e costante attività, abbiamo acquisito un
ottimo bagaglio di conoscenze, degli aspetti che probabilmente molti veterinari ignorano, molte sono
le persone che man mano ci conoscono si rivolgono a noi, anche per delle banalità in quanto non sanno
approcciarsi con l’animale, ci sono addirittura persone che per un qualsiasi problema del gatto vanno in
panico, persone che hanno paura di un micio. Poi c’è il risvolto della medaglia, coloro che per inconcepibile
cattiveria, maltrattano o uccidono dei gatti, ignorando che oltre alla gratuità del gesto insensato
e deplorevole, ha privato il territorio di un’anima che svolgeva un suo specifico compito di cui lo stesso
assassino ne usufruiva; in sostanza ALAA non è nata tanto per fare un’associazione in più, essa è nata
per necessità, per la disperazione di volere aiutare e tutelare i felini e tutte le persone che detengono
e/o aiutano gli animali.
A motivo di quanto sopra ALAA è tutt’altro che una semplice organizzazione, il nostro obiettivo è fare
evolvere la sensibilità delle persone umane, renderli consapevoli dell’importanza vitale dell’ecosistema
il quale comprende l’importanza del rapporto animali e umani, la tutela dell’ambiente e la consapevolezza
dell’alimentazione, che non serve solo a nutrire ma anche a prevenire e guarire i viventi (dicevano
grandi filosofi, sia il tuo nutrimento anche la tua medicina). In quest’era assistiamo ad un vero e proprio
olocausto animale in tutti i sensi, dalla malvagità e cattiveria dell’uomo verso gli animali agli allevamenti
intensivi ove si riscontrano sempre di più cattiveria e crudeltà verso la vita degli animali, considerati non
come uliti esseri viventi ma come cose da sfruttare e da deridere. Ci sono persone che dedicano tanto
amore verso gli animali, li curano e li proteggono, poi questi incontrano il primo sconsiderato che magari
li prende a calci o li uccide senza alcuna ragione, non considerando che la vita di ogni essere vivente è
sacra pari a quella umana, perchè, ogni essere vivente ha diritto alla vita e alla sua dignità. L’ecosistema
è come una catena, un cerchio ove ogni creatura ha il suo specifico compito, l’intervento umano, rompendo
un anello di questa catena crea disastri, perchè squilibra il naturale ecosistema, ogni animale è
utile per l’ambiente, l’umano è l’unico essere che, se sparisse dalla faccia della terra, la natura non se ne
accorgerebbe in quanto è un “virus per questo pianeta”. Per cui l’uomo dovrebbe avere rispetto per la
natura e per ogni cosa vivente su questo pianeta, l’altro aspetto correlato è l’ambiente, ambiente che
8 9
vive in armonia con gli animali, diciamo pure in simbiosi; ambiente che l’uomo ha massacrato portando
questo mondo all’agonia con ogni forma di inquinamento: aria, mare e fiumi, terra, disboscamento,
cementificazioni, inquinamento chimico, il mare non riesce più a rigenerarsi per via dell’inquinamento,
l’ecosistema marino è compromesso, il sistema corallino è compromesso, così come il plancton nutrimento
dei pesci, inoltre la spietata caccia con ogni forma di pesca, balene, squali ha reso il mare quasi
disabitato dalle forme di vita marine conosciute, con l’uccisione dei conosciuti e utili predatori del mare
stanno venendo fuori forme di vita a noi sconosciute e a quanto
pare pericolosi per l’uomo, inquinamento acustico e ambientale e via di questo passo, non sappiamo
con precisione se siamo ancora in tempo a salvare questo mondo, l’unico che abbiamo, ma è certo che
se non facciamo qualcosa per rimediare non c’è futuro. Come si diceva prima ALAA non è, e non deve
essere una comune organizzazione animalista, il nostro desiderio è che diventi qualcosa di più, ci sono
tutti gli elementi validi perchè ALAA diventi una dottrina, una filosofia un modo di essere di vivere e di
pensare, acquisire la consapevolezza dell’importanza della tutela degli animali, più tutela ambientale,
più sana e naturale alimentazione (Animali – Ambiente – Alimentazione) nell’interesse della stessa umanità,
questa trilogia va tutelata, l’una compensa ed è intrinseca all’altra, portare avanti questo concetto,
questa dottrina, diffonderla, ecco che ALAA non è più una semplice associazione ma è qualcosa di più
la nostra bibbia per aggiustare un mondo in agonia.
O.D.V.
Quando non si è addetti ai lavori e, il tutto viene visto dall’esterno, le cose appaiono in modo diverso
dalla realtà, da chi opera quotidianamente con impegno e costanza. Coloro che vedono le cose dall’esterno,
quando sono brutte e indicibili, si indignano, senza però mai riflettere a fondo sull’operato dei
Volontari, chi sono cosa fanno, perchè lo fanno; questa non vuole essere una critica, semplicemente
argomentare i fatti. La nostra società è per molti versi a torto o ragione sostenuta dal VOLONTARIATO, il
quale opera in diversi settori, dalla sanità al sociale ecc. nel nostro caso parliamo di Volontariato a Tutela
degli animali e dell’ambiente, ma direi anche dell’alimentazione, fondamento della vita e, noi siamo
“Volontari per la vita”.
Tantissime persone neanche sanno cosa sia il volontariato e questo è male, ci sono persone con grandi
ideali che amando il prossimo decidono di organizzarsi per portare avanti determinati progetti per il
bene comune, idealisti che mettono in gioco le loro idee, finanze personali, tempo e anche rischi, senza
nulla chiedere per se stessi; creando Associazioni senza scopo di lucro, essendo questa la sua natura ci
si aspetterebbe che persone consapevoli con possibilità e di cuore contribuissero a sostenere dette
organizzazioni.
Ci sono persone (poche) che fanno della loro vita, missione di Volontariato, che aderiscono a tale impegno
consapevoli del loro ruolo, altri che aderiscono a dette associazioni che però non hanno capito
nulla, non hanno le idee chiare e non fanno il minimo sforzo per comprendere l’impegno la serietà e
l’importanza di un’associazione nel nostra caso di Tutela degli animali e dell’Ambiente, tant’è che dopo,
massimo qualche anno si dissociano o spariscono.
Non avevano capito che una associazione a tutela degli animali non è un circolo ricreativo dove divertirsi,
ma un impegno costante a tutela della vita, certo ci si può anche divertire, ma fuori da questo contesto.
Altri che si aspettano che sia l’associazione a dare, fare, provvedere, costoro non hanno capito bene
la situazione, in quanto un’associazione non profit vive degli aiuti esterni di coloro che volontariamente
l’aiutano, ma soprattutto dell’attività dei soci. Vale a dire “NON CHIEDETE COSA FA L’ASSOCIAZIONE
PER VOI, PIUTTOSTO CHIEDETEVI COSA VOI POTETE FARE PER L’ASSOCIAZIONE! Il concetto base è
se si foraggia l’associazione, se si fa in modo che possa essere sempre operativa, in base alle sue risorse
potrà sostenere l’azione dei volontari, ma se non si contribuisce sia come attività, sia finanziariamente,
sia nell’azione di procurare benefici di qualunque tipo ecco che l’associazione tende a morire con conseguenza
e danno che l’opera intrapresa dai volontari tenderà a scemare. Quindi ogni volontario non solo
dovrebbe essere attivo, aiutare finanziariamente nella misura delle sue possibilità, ma dovrebbe fare in
modo di fare conoscere l’opera dell’associazione, farla conoscere e procurargli dei vantaggi di qualunque
genere, vantaggi che poi verrebbero distribuiti per sostenere l’attività a beneficio degli animali.
GATTARE E ASSOCIAZIONI
Gattari e gattare, persone che si dedicano ad una colonia felina, che fanno un’azione benemerita, in
quanto nutrono e si preoccupano dei gatti che loro accudiscono, spesso schernite o minacciate da coloro
che, non si comprende per quale motivo, non sopportano i gatti .
Nonostante la loro buona volontà le loro possibilità sono comunque limitate, oltre al fatto che costoro
si preoccupano solo della colonia che gestiscono. Esse hanno una visione limitata esclusivamente alla
loro colonia, si vuol dire che non sono delle animaliste, esse ignorano del tutto il concetto di animalismo
o di eco-ambiente, tra queste si ci sono anche persone competenti, ma anche sporche e ignoranti, non
se ne vuole fare una colpa, purtroppo la loro visione è molto ristretta.
Incredibile a dirsi ma anche nelle associazione si trovano persone con una mentalità da “gattara”, cioè
limitata, vale a dire, “ io mi occupo di questa colonia e il resto lo ignoro”, ovviamente questo non è quello
che deve fare un’associazione animalista. In quanto Associazione che si occupa di gestire più colonie, o
altre specie di animali, ha (deve avere) una visione ampia, generale sia delle colonie, rifugi che gestisce,
ad interessarsi anche a ciò che non gestisce, in quanto il concetto di Associazione a tutela degli animali
è generale e comprende tutti.
Fare parte di un’Associazione è importante, perchè si possono apprendere nozioni importanti, non si è
isolati, l’Associazione viene incontro ai Tutor in caso di bisogno o di temporanea assenza per qualche
motivo, i Volontari (Tutor) possono godere di una assicurazione. In sostanza appartenere ad una Organizzazione
è importante sia per il Tutor che per la colonia. Certo c’è un minimo di regole, il ch’è è normale
in una organizzazione se così non fosse sarebbe una Babele, ma le regole avvantaggiano il buon funzionamento
dell’Organizzazione che va a vantaggio di tutti.
PERCHE’ L’UOMO MANGIA CARNE ?
A primo acchito può apparire improprio il fattore alimentazione a la tutela animale ed invece le due cose
sono correlate.
Da momento che l’uomo non si alimenterà più con carcasse e pezzi di animali morti, vuoi per la sua salute,
vuoi per motivi etici, allora dal suo inconscio salirà al conscio e si chiederà , ma gli animali ?
10 11
L’interrogativo sarà spontaneo in quanto di solito, avendo allontanato completamente di nutrirsi di cadaveri
e derivati animali la sua percezione sarà cambiata, vedrà il mondo e gli animali con altro occhio,
sviluppando di norma compassione e empatia sia per tutti gli animali che per l’ambiente.
Ma la vera domanda è , e normale che l’uomo si nutra anche di animali?
Secondo studi non accademici, quindi svincolati da compromessi e interessi economici, il motivo per
cui l’uomo si nutre di cadaveri animali è dovuto ad un paio di fattori avvenuti alcuni millenni or sono;
ne citerò un paio, tra il 15 – 13 Millennio il pianeta Terra è stato sconvolto dalla più grande catastrofe
globale; tremendi terremoti e maremoti, spostamento di continenti, alcuni si sono inabissati e altri sono
emersi, vulcani che eruttavano immense quantità di lava e fumo, uno sconquasso planetario totale. Le
immense coperture di fumo oscurarono tutto il globo impedendo alla luce del sole di filtrare sulla terra
e di conseguenza anche il calore. Ogni essere vivente fu travolto schiacciato o affogato in seguito per
mancanza della luce solare, tutta la vegetazione morì e non crebbe più neanche una piantina, i pochi
superstiti a questa catastrofe “animali e uomini” non poterono più nutrirsi dei frutti della terra, anche
perchè venendo meno gli animali, specie gli impollinatori nessuno potè mantenere l’equilibri ecologico,
quindi morirono di stenti e di gravi ferite. Nuclei di superstiti sempre più piccoli si rifugiarono dove poterono,
ma nulla potevano contro tale immane disastro, cadaveri dappertutto di uomini e animali (almeno
quelli che non vennero travolti), la fame era tanta, l’acqua era inquinata e non c’era nulla da mangiare.
La fame era tanta e tale che i pochi superstiti nel loro “disordine mentale” cominciarono a guardare i
propri morti come cibo, Questo fu l’inizio, gli uomini cominciarono a mangiare la carne. Quando con il
tempo la situazione cominciava a “normalizzarsi”, gli uomini continuarono a mangiare i loro cadaveri,
specialmente i morti di tribù nemiche, ovviamente nelle guerre tra le varie tribù sussisteva il fattore
del pericolo di morire per mano degli avversari e quindi diventare cibo per gli altri, quindi gli uomini
cominciarono a guardarsi in giro che nel frattempo, dopo qualche millennio la vegetazione diventava
rigogliosa, gli animali si moltiplicarono dal momento che le nubi (fumo vulcanico) che coprivano il sole
cominciavano a diradarsi. Le terre acquistavano stabilità e considerato che era meno pericoloso per gli
uomini uccidere animali piuttosto, che uccidersi tra di loro, ed in seguito allevarli a scopo alimentare ed
in seguito ancora per tanti altri motivi, oramai l’uomo era divenuto anche un mangiatore di cadaveri. Un
vero onnivoro. Ma non senza conseguenze.
Altra versione ma con la stessa conclusione, entrando un poco nello specifico non si devono dimenticare
i periodi di glaciazione. Gli studiosi hanno appurato che, fino al periodo che contempla anche l’avvento
delle glaciazioni WURM, l’uomo praticava un’alimentazione frugivora (frutta, graminacei, radici,
bacche tuberi, vegetali etc..). Quindi solo in seguito all’avvento delle glaciazioni, l’uomo ha iniziato a nutrirsi
di carne, in quanto tutti gli elementi propri della sua dieta erano compromessi dal gelo. In pratica,
erano ibernati, e l’uomo ha dovuto ricorrere ad un alimento per lui innaturale come la carne. Alimento
che, una volta introdotto, ha finito col causare epidemie e alti tassi di mortalità, fin quando l’organismo
umano non si è “abituato” ad assumerne.
Si nota, addirittura, come agli inizi gli uomini non cacciavano ne allevavano, ma si limitavano a reperire
la carne prendendola dalle carcasse lasciate dai predatori, proprio perchè la loro naturale conformazione
fisiologica (unghie, denti etc..) non era propria del “predatore”
Inoltre, è la stessa conformazione fisica dell’essere umano, a renderlo inquadrabile come animale frugivoro,
nonché radicalmente differente da animali onnivori e carnivori (a chi definisce l’uomo “carnivoro”,
consiglio di provare per una sola settimana a nutrirsi esclusivamente di carne. Anzi, di carne cruda, cosi
come naturalmente fanno gli animali carnivori. Noterà il riscontro di innumerevoli patologie).
Andando ad analizzare la fisiologia umana, e comparandola con quella degli animali onnivori e di quelli
carnivori, ci si rende conto che le differenze sono radicali, e le similitudini praticamente nulle.
Ad esempio, lo stomaco degli animali carnivori è semplice, quello degli animali onnivori ha il fondo arrotondato,
quello degli erbivori è diviso in 3 parti e quello dei frugivori è provvisto di duodeno.
Lo stomaco degli esseri umani, è uno stomaco con duodeno, esattamente come quello degli animali
frugivori.
Mentre i denti molari dei carnivori sono appuntiti, e quelli degli onnivori son provvisti di piego, quelli
dell’essere umano si presentano smussati, esattamente come quelli degli animali frugivori.
La placenta degli animali carnivori è zoniforme, quella degli animali onnivori è non caduca, mentre
quella degli animali frugivori è discoidale.
Quella dell’essere umano è discoidale, esattamente come quella degli animali frugivori, e radicalmente
differente da quella di onnivori e carnivori.
Gli incisivi umani sono discretamente sviluppati,esattamente come quelli degli animali frugivori, e a
differenza di quelli degli animali carnivori (meno sviluppati) e onnivori (più sviluppati).
Le urine e la saliva dell’uomo, e quelle degli animali frugivori, sono alcaline, a differenza di quelle di carnivori,
onnivori ed erbivori,che sono acide.
Anche altri organi, come le unghie, l’intestino, la mascella etc..., lasciano facilmente intuire come l’uomo
abbia ben poco a che vedere con gli animali onnivori e con quelli carnivori, mentre rimanda in tutto e
per tutto a quegli animali inquadrabili come frugivori.
Ma non conosco nessuno che si nutra esclusivamente di carne: se una persona seguisse un regime alimentare
simile,si ammalerebbe nel giro di poco tempo: il nostro organismo non è adatto.
Non a caso, i nutrizionisti asseriscono che, se proprio si deve mangiar carne, è erroneo mangiarne per
più di 1-2 volte a settimana.
Anche l’impostazione del nostro organismo ne è riprova.
SOLO LA CONSAPEVOLEZZA CAMBIA LE COSE
(TUTELARE L’AMBIENTE)
Fare parte di qualcosa, sia essa un’associazione, un’organizzazione, un gruppo, significa avere delle idee
e dei propositi in comune con gli altri membri, nel nostro caso specifico noi ci siamo posti l’obiettivo di
tutelare gli animali, per la precisione ci occupiamo di gatti, i motivi che ci spingono a ciò possono essere
vari per ogni singolo membro, come sanno coloro che sono attivi e operano sul campo, sanno l’impegno
che ciò comporta, vale a dire che non si hanno le forze per occupasi di tutti gli animali in genere, sì,
perchè tutti gli altri animali non sono da meno, anche loro hanno diritto alla vita, anche loro soffrono,
gioiscono cercano affetto, sono senzienti è hanno consapevolezza, se provano paura è perchè sono
consapevoli.
Qui il discorso è molto delicato e profondo, perchè a parte l’aspetto etico e morale o l’empatia verso una
o più specie animali, bisogna essere consapevoli che, tutti gli animali sono importanti, che ognuno di
loro ha uno specifico compito nella catena dell’equilibrio ecologico e, non nella catena alimentare ad
uso e consumo umano come ci hanno insegnato e fatto credere fino ad oggi. Se partiamo già solo in
modo consapevole e documentato di salvaguardare la specie umana (peraltro aliena all’habitat di questo
mondo), a meno che l’umano non ricominci a prendere consapevolezza che anche lui fa parte del
regno animale, in quanto si è allontanato troppo dalla sua stessa natura.
Nel mondo animale non vengono prodotti tutti i danni che invece vengono proliferati quotidianamente
dall’uomo come per esempio, quantità enorme di rifiuti, plastica, petrolio, chimica, inquinamento
di ogni tipo, tutte cose che soffocano la terra, che inquinano, fiumi, falde acquifere, mare e aria. Si può
produrre ciò che ci serve e c’è la tecnologia per produrre le cose in modo non inquinanti, però costa di
più e a coloro che li producono non conviene. L’uomo è la rovina di se stesso, uccidendo ogni forma di
12 13
vita non solo animale ma anche vegetale, un olocausto generalizzato, dagli animali alle piante, in natura
ci sono (o c’erano) infinite piante officinali in grado di guarire malattie umane, ma queste erano gratis
quindi meglio la chimica, allevamenti intensivi per uso unano bombardati di chimica, agricoltura coltivata
con la chimica con elevati costi per chi ne usufruisce e per il pianeta che non ne sente il bisogno,
malattie contratte dall’uomo e non solo a causo di questo inquinamento, curato e mai guarito con la
chimica (medicinali) tutto ciò non fa certo bene alla salute umana, degli animali e del pianeta tutto, Per
tutelare veramente l’Uomo e la sua salute, è indispensabile acquisire la consapevolezza dei tre cardini
fondamentali che sono:
TUTELA DI TUTTE LE SPECIE ANIMALI,
DELL’AMBIENTE E ALIMENTARSI IN MODO SANO ED EQUILIBRATO,
come verrà illustrato più avanti. In altre parole se si vuole veramente tutelare la vita e la salute umana,
bisogna smetterla con la distruzione delle piante e di quel poco di foreste che ancora ci sono, bisogna
smetterla di massacrare milioni di animali per i motivi più vari, da quelli alimentari, come il fatto di nutrirsi
con cadaveri animali, nocivi alla salute umana, o sterminare animali per motivi religiosi, culturali
etc. tutto questo è errato fa parte di un antico e distorto retaggio, l’ignoranza la madre di tutte le nefandezze.
Se si vuole veramente fare delle cose positive bisogna prendere coscienza, essere consapevoli,
vedere le cose come veramente sono e non come ce li vogliono fare credere tutti quei criminali a capo di
Lobby e multinazionali che a motivo di egoistici profitti personali hanno ucciso il pianeta, noi compresi.
Ed è per questo che allora il Volontariato consapevole deve fare un salto di qualità, deve diventare una
missione, non una semplice aggregazione ad una qualsiasi associazione, deve diventare una dottrina da
portare avanti, una filosofia di vita.
Quando la filosofia di ALAA, travalicherà la nostra stessa organizzazione e quindi verrà ad impattarsi con
la cosiddetta opinione pubblica (i media controllati dai potenti), ci diranno che siamo pazzi (questa l’ho
già sentita), ma come la storia insegna il mondo è cambiato perchè di tanto in tanto c’era qualche pazzo,
si perchè coloro che non sono uniformi al sistema sono dei pazzi, dicono loro, gli idioti.
Il mondo è malato, ma gli umani non sono ancora consapevoli di questo, quando lo capiranno non si
potrà più fare nulla, noi non ci vogliamo arrendere non ci giriamo dall’altra parte e stiamo lottando per
quello che possiamo per svegliare l’attenzione e la consapevolezza delle persone, cercando di fare capire
l’importanza per la tutela dell’ambiente e del mondo animale.
In questo articolo vedremo quali sono gli animali in via di estinzione e affronteremo il tema delle liste
rosse dell’IUCN che descrivono la situazione delle specie in rischio.
Da sempre le associazioni ambientaliste di tutto il mondo sono impegnate a proteggere le specie animali
e vegetali a rischio estinzione: sono quasi 2 milioni di specie da difendere dato che ogni giorno la
distruzione degli habitat, il commercio illegale, il bracconaggio, l’inquinamento, i cambiamenti climatici
mettono sempre più in pericolo gli abitanti non umani del nostro Pianeta.
Difendere le specie animali in pericolo di estinzione è un dovere per tutti noi: il loro benessere deriva
dall’equilibrio degli ecosistemi del Pianeta, sempre più minacciato e deteriorato dalla presenza dell’uomo.
Tantissimi animali rischiano l’estinzione a causa di diversi fattori che costituiscono una seria minaccia:
perdita e degradazione degli habitat terrestri e marini, inquinamento, commercio illegale, bracconaggio
e cambiamenti climatici, sono i principali fattori che stanno portando all’estinzione centinaia di specie
animali.
In effetti, oggi non si può stimare il numero esatto di specie animali che si estinguono ogni anno, ma si
sa che attualmente ben il 23% dei mammiferi e il 12% degli uccelli è seriamente a rischio di estinzione.
Vediamo in questa guida di capire perché molte specie animali sono in serio rischio, che cosa sono le
liste dell’IUCN, quali sono gli animali emblema del rischio di estinzione e quali sono le misure che dovrebbero
essere prese in seria considerazione per prevenire il rischio di estinzione degli animali
PERCHÉ CI SONO ANIMALI CHE RISCHIANO L’ESTINZIONE?
Da sempre alcune specie si sono estinte ed altre sono nate, è un fenomeno completamente naturale,
tuttavia, in quest’ultimo secolo, il tasso di sparizione è aumentato vertiginosamente e le cause purtroppo
non sono naturali, ma provocate quasi esclusivamente dall’uomo.
L’impatto umano sulle specie selvatiche è così elevato che ha portato al biologo Eugene Stoermer a coniare
il termine Antropocene, cioè l’epoca geologica dominata dall’uomo che attraverso le sue attività
modifica in maniera sostanziale l’ambiente terrestre.
Per colpa dell’umanità, sono tantissime le specie animali (soprattutto mammiferi ed uccelli) a rischiare
l’estinzione dalla faccia della Terra: oltre 5.000 specie animali sono in pericolo e sono seriamente minacciate
dalla distruzione del loro habitat naturale.
Tantissimi i fattori che minacciano e contribuiscono seriamente a compromettere l’equilibrio dell’ecosistema
ambientale e del regno animale: la deforestazione delle foreste pluviali per esempio ha condotto,
nel tempo, alla scomparsa di numerose specie di insetti e invertebrati, i quali non hanno più trovato un
ambiente adatto dove vivere, nutrirsi e potersi riprodurre per assicurare la sopravvivenza della specie.
Altro gravissimo fattore e problema è quello della caccia: si pensi, ad esempio, a come sia minacciata
seriamente la specie degli orsi bruni che muoiono a causa dell’uomo, anche i bisonti nordamericani
oppure i rinoceronti sono altre specie animali vittime della mano cacciatrice dell’uomo.
Per non parlare poi dei disastri all’ecosistema ambientale che cagionano non pochi danni ed emergenze
alle specie marine: gli incidenti delle petroliere ed il versamento delle chiazze di greggio in mare aperte
decima migliaia di uccelli che vengono a contatto con il catrame e cagiona la moria di pesci e cetacei.
Il cambiamento climatico è un altro gravissimo fattore che gioca un ruolo altrettanto rilevante nel cagionare
la scomparsa di molte specie del regno animale: a tal proposito, il leopardo delle nevi o la tigre
in Asia sono a rischio per la riduzione del loro habitat naturale.
L’introduzione di specie non autoctone, considerate dannose comporta l’estinzione e la moria di specie
animali, così il commercio illegale di alcuni animali costituiscono una grave e seria minaccia anche per
la sopravvivenza degli ecosistemi in cui queste vivono naturalmente.
Pelli, pellicce, lane di varie specie di mammiferi, rettili e anche pesci sono oggetto di commercio illecito
e proibito per essere trasformati in articoli di vestiario, scarpe, scialli, portafogli, ciondoli, tappeti, trofei.
COSA SONO LE LISTE ROSSE DELL’IUCN?
La IUCN è la sigla che sta ad indicare l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.
Fondata oltre 60 anni fa, ha la missione di “influenzare, incoraggiare e assistere le società in tutto il mondo
a conservare l’integrità e diversità della natura e di assicurare che ogni utilizzo delle risorse naturali
sia equo e ecologicamente sostenibile“.
Essa rappresenta la più autorevole istituzione scientifica internazionale che si occupa di conservazione
della natura, la cui finalità è quella di supportare la comunità internazionale in materia ambientale venendo
ad espletare un ruolo di coordinamento e di scambio di informazioni fra oltre 1000 organizzazioni,
agenzie e stati membri.
Tra le sue attività risulta la creazione delle liste rosse delle specie selvatiche.
Le liste vengono stilate dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura che risulta essere
l’ente preposto e responsabile.
La Lista rossa IUCN (IUCN Red List of Threatened Species, IUCN Red List o Red Data List) è stata istituita
nell’anno 1948 e rappresenta il più ampio database di informazioni sullo stato di conservazione delle
specie animali e vegetali di tutto il pianeta terrestre.
14 15
Attiva da 50 anni, la Lista Rossa IUCN è il più completo inventario del rischio di estinzione delle specie a
livello globale.
I dati scientifici sono raccolti ed analizzati da una grande quantità di esperti (circa 7500 in tutto il mondo),
generalmente si tratta di ricercatori, scienziati o esperti nei vari ambiti della zoologia, della botanica
o altre discipline ecologiche affini.
Alla IUCN è affiliata una rete di oltre 10000 ricercatori che contribuiscono come volontari alle attività
scientifiche e di conservazione.
Il mantenimento e l’aggiornamento periodico della IUCN Red List of Threatened Species o Lista Rossa
IUCN delle Specie Minacciate (http://www.iucnredlist.org) è l’attività più influente condotta dalla Species
Survival Commission della IUCN.
Con il tempo, si è evoluta la Lista Rossa IUCN: se, nella fase iniziale, raccoglieva le valutazioni soggettive
del livello di rischio di estinzione secondo il punto di vista dei principali esperti del settore, dall’anno
1994, vi è stato un cambiamento epocale in merito alle valutazioni.
Infatti, da oltre 20 anni le valutazioni sono basate su un sistema di categorie e criteri quantitativi scientificamente
rigorosi, la cui ultima versione risale al 2001.
Queste categorie e criteri, applicabili a tutte le specie viventi ad eccezione dei microorganismi, rappresentano
lo standard globale per la valutazione del rischio di estinzione delle specie viventi.
Per l’applicazione su scala nazionale, esistono delle guide lines ufficiali.
L’importanza delle liste rosse è enorme in quanto permette l’individuazione immediata dello status di
conservazione delle specie e di conseguenza adottare delle misure di protezione ove necessarie.
Classificazione delle specie in pericolo di estinzione
Come abbiamo già messo in evidenza, la valutazione del rischio di estinzione delle specie viventi è basata
sulle Categorie e Criteri della Red List IUCN versione 3.1, le Linee Guida per l’Uso delle Categorie e
Criteri della Red List IUCN versione 10, e le Linee Guida per l’Applicazione delle Categorie e Criteri IUCN
a Livello Regionale versione 3.0.
Ben undici sarebbero le categorie di rischio o di minaccia:
Estinta (EX), applicata alle specie per le quali si ha la definitiva certezza che anche l’ultimo soggetto
della popolazione sia deceduto,
Estinta in Ambiente Selvatico (EW),
Estinta nella Regione (RE), i cui esemplari nell’attuale classifica sono lo storione, la gru, il gobbo rugginoso,
la quaglia tridattila, etc.,
In Pericolo Critico (CR), i cui esemplari nell’attuale classifica della Lista rossa IUCN, sono ascrivibili allo
squalo volpe, fora paglie comune, anguilla, aquila del Bonelli, etc.,
In Pericolo (EN), i cui esemplari sono ascrivibili alla coturnice di Sicilia, all’alzavola, alla moretta tabaccata,
etc.,
Vulnerabile (VU), i cui esemplari sono ascrivibili al dragone bruno, all’allodola, cheppia etc.,
Quasi Minacciata (NT), i cui esemplari sono ascrivibili al cannareccione, al dragone azzurro, all’oca selvatica
orientale, etc.,
Minore Preoccupazione (LC), i cui esemplari sono il tordo di fondale, l’astore, lo sparviere, etc.,
Carente di Dati (DD), i cui esemplari sono la pernice sarda, la pernice rossa, lo squalo volpe occhione, etc.,
Non applicabile (NA), i cui esemplari il sergente maggiore del Mar Rosso, l’acanturo chirurgo, il pesce
lupo, etc.
GLI ANIMALI SIMBOLO NEL MONDO
CHE RISCHIANO DI SPARIRE
Abbiamo visto che una grandissima fetta delle specie animali selvatiche sono in via di estinzione Con
la costante crescita demografica e l’utilizzo delle risorse naturali, il panorama rimane molto cupo. Se è
vero che i temi sulla sostenibilità ambientale e la conservazione si stanno sviluppando, dall’altro lato le
pressioni economiche spingono ad un ulteriore sfruttamento degli habitat naturali.
In questo contesto di interessi e lobby, implementare pratiche di conservazione non sempre risulta
possibile.
Per incrementare le possibilità di protezione, le associazioni ambientaliste fanno leva sull’opinione pubblica
attraverso l’utilizzo di specie simbolo dal forte impatto emotivo.
La gente normale infatti chiede protezione solamente sulle cose che conosce, mentre ignora completamente
la struttura ecologica degli ecosistemi e le specie minori.
Per sensibilizzare le persone e con esse le politiche governative, si pone particolare attenzione alle specie
simbolo che tutti conoscono.
Pensiamo al Panda gigante, simbolo internazionale della conservazione ambientale per decenni che
oggi, grazie agli sforzi messi in atto, è dichiarato fuori pericolo.
Ma purtroppo, altre specie importanti dal punto di vista simbolico non stanno avendo la stessa fortuna.
Un esempio è la Tigre di Sumatra, una delle specie più a rischio sulla Terra: sono solo 400 gli esemplari
che vivono sull’Isola indonesiana di Sumatra.
La Tigre di Sumatra rischia l’estinzione schiacciata dalle pressioni economiche che ruotano intorno alle
risorse naturali dell’isola indonesiana. Coltivazioni di palme da olio, legname, sfruttamento minerario e
crescita demografica hanno ridotto all’osso l’areale di sopravvivenza che infatti si riduce ogni giorno di
più.
Stessa sorte per tutte le altre specie simbolo dell’Indonesia come il Rinoceronte di Giava, l’Elefante di
Sumatra e l’Orango Tango.
L’Indonesia è una delle regioni più ricche al mondo in termini di biodiversità, ma anche quella dove le
minacce sono più grandi.
Un simile destino infausto aspetta all’Amazzonia, il polmone verde del mondo. I tassi di deforestazione,
e con essa la sparizione delle specie animali e vegetali, sono impressionanti, gli interessi economici
enormi e la difesa sempre più debole.
In questa area del mondo, gli ultimi protettori della natura sono le popolazioni indigene: mentre il mondo
cosiddetto civilizzato tace, loro pagano con la loro vita la protezione del loro territorio.
Non è certo un mistero che ogni anno migliaia di attivisti indigeni vengono uccisi nel silenzio dei media.
Altre specie a rischio estinzione sono la Focena del golfo di California ( ne sono rimasti circa 150/200
esemplari), la Tartaruga Liuto, il Pangolino dalla coda lunga, la Tigre cinese meridionale o Tigre della
Cina, il leopardo dell’Amur, la Vaquita e la Foca Monaca.
SPECIE MENO FAMOSE, MA FONDAMENTALI
Pochi ne parlano, ma senza di loro la vita sulla terra collasserebbe.
Ci concentriamo su animali belli e conosciuti, ma poi ci dimentichiamo dei piccoli e meno piccoli che
con la loro presenza il sistema ecologico non collassa.
Se hai studiato ecologia, devi conoscere il concetto di catena trofica o alimentare, cioè la struttura che
rappresenta i legami tra le specie di uno stesso ecosistema.
Le relazioni sono così delicate e strutturate che anche un piccolo cambiamento può provocare il collasso
del sistema.
16 17
Se vogliamo difendere la Tigre di Sumatra, allora dobbiamo proteggere anche le piante che forniscono
il cibo per gli erbivori che saranno preda della tigre.
Se uccidiamo le tigri, il predatore apicale, gli erbivori aumenterebbero che quindi mangerebbero troppe
piante che a loro volta rischierebbero di sparire.
I tasselli sono lì da millenni, noi arriviamo e sconvolgiamo tutto, troppo, con conseguenze inaspettate.
Ecco perché, quando parliamo di animali in via di estinzione, non possiamo non considerare gli habitat
e le relazioni in esso contenute.
ANIMALI IN PERICOLO DI ESTINZIONE IN ITALIA
L’Italia è un paese ricco di storia e tradizioni, le condizioni climatiche uniche al mondo hanno creato un
territorio particolare per lo sviluppo di una biodiversità elevata e varia.
Tuttavia, la presenza antropica è enorme e antica, abbiamo iniziato a modificare l’ambiente da millenni
e ad oggi sono poche le aree protette.
Se alcuni parchi nazionali terresti hanno conservato l’antico splendore naturale proteggendo specie
simbolo come l’Orso Bruno Marsicano e il Camoscio, le loro dimensioni ridotte mettono comunque in
pericolo il successo della conservazione.
Ancora più difficile è la situazione dei mari dove un eccessivo sfruttamento delle risorse sta portando al
collasso tutti gli ecosistemi marini.
Sul territorio nazionale, ci sono diverse specie animali che sono a rischio di estinzione; tra le specie di
vertebrati italiani minacciati ricordiamo:
Osteichthyes Acipenseriformes Acipenser sturio Storione RE
Huso huso Storione ladano RE
Aves Anseriformes Oxyura leucocephala Gobbo rugginoso RE
Gruiformes Grus grus Gru RE
Turnix sylvatica Quaglia tridattila RE
Mammalia Chiroptera Rhinolophus blasii Rinolofo di Blasius RE
Chondrichthyes Lamniformes Alopias vulpinus Squalo volpe CR
Carcharhiniformes Galeorhinus galeus Canesca CR
Squaliformes Squalus acanthias Spinarolo CR
Squatiniformes Squatina aculeata Squadrolino CR
Squatina oculata Squatina oculata CR
Squatina squatina Pesce angelo CR
Rajiformes Rhinobatos cemiculus Pesce chitarra CR
Rhinobatos rhinobatos Pesce violino CR
Rostroraja alba Razza bianca CR
Agnatha Petromyzontiformes Lampetra fluviatilis Lampreda di fiume CR
Petromyzon marinus Lampreda di mare CR
Osteichthyes Acipenseriformes Acipenser naccarii Storione cobice CR
Anguilliformes Anguilla anguilla Anguilla CR
Cypriniformes Cobitis zanandreai Cobite del fiume Volturno CR
Scardinius scardafa Scardola tirrenica CR
Squalius lucumonis Cavedano dell’Ombrone CR
Salmoniformes Salmo cettii Trota mediterranea CR
Salmo fibreni Carpione del Fibreno CR
Salmo marmoratus Trota marmorata CR
Perciformes Knipowitschia punctatissima Panzarolo CR
Reptilia Squamata Podarcis raffoneae Lucertola delle Eolie CR
Aves Falconiformes Gypaetus barbatus Gipeto CR
Gyps fulvus Grifone CR
Aquila fasciata Aquila di Bonelli CR
Neophron percnopterus Capovaccaio CR
Passeriformes Acrocephalu schoenobaenus Forapaglie comune CR
Sylvia nisoria Bigia padovana CR
Mammalia Chiroptera Nyctalus lasiopterus Nottola gigante CR
Carnivora Ursus arctos Orso bruno C
Nell’ Elenco delle libellule italiane minacciate figurerebbero:
Corduliidae Epitheca bimaculata Bimacchiata RE
Coenagrionidae Nehalennia speciosa Codazzurra pigmea CR
Lestidae Sympecma paedisca Invernina delle brughiere CR
Coenagrionidae Erythromma najas Occhirossi maggiore EN
Lestidae Lestes macrostigma Verdina delle saline EN
Libellulidae Leucorrhinia pectoralis Frontebianca maggiore EN
Sympetrum depressiusculum Cardinale padano EN
Aeshnidae Aeshna grandis Dragone bruno VU
Aeshna subarctica Dragone artico VU
Coenagrionidae Ischnura fountainei Codazzurra delle oasi VU
Libellulidae Sympetrum flaveolum Cardinale dorato VU
L’elenco dei ropaloceri italiani minacciati includerebbe:
Lycaenidae Lycaena helle RE
Nymphalidae Euphydryas maturna CR
Papilionidae Papilio alexanor EN
Lycaenidae Polyommatus exuberans EN
Polyommatus humedasae EN
Polyommatus gennargenti EN
Nymphalidae Araschnia levana EN
Melitaea britomartis EN
Hipparchia sbordonii EN
Erebia christi EN
L’elenco dei pesci ossei marini italiani minacciati comprenderebbe:
Perciformes Sciaenidae Argyrosomus regius Ombrina bocca d’oro CR
Perciformes Serranidae Epinephelus marginatus Cernia bruna EN
Pleuronectiformes Scophthalmidae Scophthalmus maximus Rombo
chiodato EN
Perciformes Serranidae Epinephelus aeneus Cernia bianca VU
Perciformes Serranidae Epinephelus costae Cernia dorata VU
Perciformes Polyprionidae Polyprion americanus Cernia di fondale VU
Perciformes Sciaenidae Sciaena umbra Corvina VU
Perciformes Scombridae Scomber scombrus Sgombro VU
COSA POSSIAMO FARE
PER CONTRASTARE IL FENOMENO
Come si è potuto comprendere dalla guida, supportata validamente dai dati delle ricerche espletate
e pubblicate dalle Red List IUCN, numerosissime, quasi 2 milioni, sono le specie animali che rischiano
l’estinzione dalla faccia della Terra.
Complice di questo rischio e minaccia è l’uomo che mette in atto azioni come la deforestazione, la caccia,
il commercio illegale, il bracconaggio che minano profondamente il patrimonio faunistico globale.
Per non parlare poi, dei disastri ambientali e dei cambiamenti climatici cagionati sempre di più dall’in18
19
quinamento e dal mutamento del territorio a causa dell’intervento dell’umanità sullo stesso ambiente
ed ecosistema naturale.
Che cosa fare per evitare tutto questo?
Impellenti sono le soluzioni di ordine globale e permanente, utili affinché la biodiversità del nostro ecosistema
sia preservata e conservata come patrimonio mondiale.
Le regolamentazioni sembrano non bastare, rimangono solo sulla carta: si pensi, ad esempio, alla fauna
del mare, questi sono protetti da decine e decine di regolamenti, sempre meno rispettati in nome
dell’ingordigia dell’uomo verso il profitto e la sete di guadagno.
Questo processo di estinzione delle specie animali è un problema che rischia di cambiare le sorti della
Terra e che richiede come soluzione urgente, come un radicale cambiamento dei nostri stili di vita: dalla
tavola e dal consumo attento della carne e del pesce.
Netta attenzione al problema dell’inquinamento, al ricorso alle fonti di energia “green”, più pulita e responsabile
ambientalmente.
Sostenere le associazioni ambientaliste, donare soldi per aiutare l’organizzazione mondiale a sostenere
e portare avanti i Progetti di protezione delle specie viventi del mondo animale e vegetale. Aiutiamo
ogni anno a proteggere l’ambiente, la fauna, la flora e a donare qualche euro per preservare la biodiversità
degli ecosistemi.
Un ambiente più “green” e più protetto facilita la convivenza tra specie umana e specie animale.
Impariamo a proteggere: difendere le specie animali in estinzione è un dovere per tutti noi!
Per esempio vi siete mai chiesti cosa succederebbe se tutti i gatti del pianeta scomparissero di colpo?
O, per meglio dire, che cosa accadrebbe se il mondo restasse senza gatti da un giorno all’altro? Va bene,
non c’è da farne un dramma, certamente non è la fine del mondo, però non sarebbe una cattiva idea
fare una sorta di esercizio di fantasia. Di sicuro la prima conclusione a cui arriveremmo è che un mondo
senza gatti sarebbe un posto molto più noioso e che lo stress sarebbe all’ordine del giorno.
Ma attenzione, ci sono alcuni esperti che si sono seriamente posti questa domanda e sono giunti ad
alcune conclusioni.
CHE COSA SUCCEDEREBBE
SE TUTTI I GATTI DEL MONDO
SCOMPARISSERO DI COLPO?
Almeno fino a quando gli scienziati non riusciranno a trovare una soluzione valida, il primo problema a
cui dovremmo far fronte sarebbe un aumento indiscriminato della popolazione dei roditori: ratti, topi,
topolini e affini. L’immediata conseguenza di questa situazione sarebbe la rapida propagazione di malattie
di cui questi animali spesso sono portatori, arrivando far collassare il sistema sanitario mondiale.
Rabbia, peste bubbonica, hantavirus, salmonellosi, leptospirosi, brucellosi, diversi tipi di encefalite,
ecc…La lista sarebbe infinita.
Senza contare quanto segue:
L’industria alimentare registrerebbe ingenti perdite, aumentando in questo modo i problemi, già gravi,
della fame e delle carestie in alcune parti del pianeta: in certe regioni i gatti sono considerati come un
fattore chiave per il controllo dei roditori che divorano il grano raccolto e messo da parte o che lo infettano
con le proprie urine o le proprie feci.
La sovrappopolazione dei roditori provocherebbe anche altre gravi crisi ecologiche. Solo per dirne una,
diminuirebbe la popolazione di uccelli, dal momento che le loro uova sono una importante fonte di
alimentazione per topi e affini.
Assisteremmo anche ad una grave crisi economica e ad un aumento della disoccupazione: sarebbe un
colpo durissimo ai grandi laboratori e alle industrie alimentari che si occupano della produzione di cibo
per animali, che perderebbero di colpo la metà dei loro clienti. Lo scenario non sarebbe diverso per i veterinari,
per i produttori di giochi e accessori per animali, per chi fabbrica la sabbia per le loro necessità,
e la lista non finisce qui…
Ma supponiamo, per assurdo, che, mentre i leader mondiali si arrovellano per trovare una soluzione
economica al problema, una imponente crociata a livello mondiale riuscisse a debellare o ad arginare il
fenomeno della sovrappopolazione dei roditori e che gli esseri umani riuscissero anche a sopravvivere
alla guerra chimica messa in atto per debellare i topi. Immaginiamo la situazione: probabilmente la nostra
salute peggiorerebbe.
Alla depressione causata dall’assenza del nostro amato animale da compagnia dovremmo aggiungere
il fatto che ormai non è più lì con noi, per aiutarci a sopportare lo stress della vita quotidiana, con i suoi
giochi e le sue coccole: ci salirebbe la pressione, ci aumenterebbe il colesterolo e di conseguenza arriverebbero
una serie di complicazioni legate ai problemi cardiaci.
Di certo, da questa situazione gli psicologi sarebbero gli unici a salirne vincitori, dal momento che senza
i nostri amici pelosi che ci aiutavano ad alleviare l’ansia e i problemi, saremmo costretti a rivolgerci a
loro per trovare un aiuto e rendere meno stressante la nostra vita. Anche
se, a dirla tutta, le due cose non sono paragonabili: non c’è niente,
infatti, che possa sostituire una carezza o un abbraccio al nostro micione
quando siamo un po’ giù.
Sia chiaro che non ci si preoccupa delle aziende che uccidono animali,
noi vorremmo che fosse la natura a fare il suo corso, se gli animali
potessero vivere in tranquillità e sicurezza, purtroppo viviamo in un
contesto che a malavoglia dobbiamo ingoiare.
RAPPORTO CON GLI ANIMALI
Crediamo che tutta la storia della vita vada riscritta, perchè l’uomo non è il padrone dell’universo, esso è
convinto di potere fare tutto ciò che vuole e a causa di questa errata convinzione ha procurato nei secoli
ed ancora continua oggi più che mai in un infinito olocausto di tutte le specie viventi sul pianeta siano
essi animali e umani, ivi compresa la vegetazione, “linfa essenziale per la sopravvivenza di ogni specie
vivente che abita il pianeta”. E’ come se non bastasse ha distrutto il pianeta : avvelenando mari e fiumi,
avvelenando la terra, avvelenando l’aria, la fauna e la flora di questo meraviglioso pianeta ed a causa di
tutto ciò procurando malattie e morti di cui molti si avvantaggiano, dalle multinazionali chimiche e del
farmaco alle Lobby della carne. L’Uomo deve capire che è figlio di questo pianeta, che non e padrone di
nulla e che quando concluderà il suo ciclo ritornerà alla Terra, esattamente come tutti gli animali ed ogni
altra forma di vita. Noi siamo convinti che tutti i figli di Madre Terra abbiano il diritto alla vita, alla gioia
di vivere e alla loro spiritualità.
Erroneamente la specie Umana si considera privilegiata e al centro dell’Universo, ritenendo le specie
non Umane alla totale mercè, degli interessi ludici, sacrificali e nutrizionali degli umani.
Tra gli umani ci sono molte persone sensibili che tendono ad aiutare gli animali in tanti modi. Ma gli
altri? La maggioranza rema contro e, come cercare di svuotare il mare con un bicchiere.
Per quanto ci si impegni in tal senso, non si possono salvare dalla furia umana tutti gli altri animali indifesi.
Noi non ci arrendiamo, continuiamo la nostra opera malgrado l’indifferenza delle istituzioni e malgrado
la cattiveria di molti umani i quali si accaniscono non solo contro gli animali ma spesso anche contro coloro
che difendono gli animali, noi continuiamo anche con affanno a tutelare gli animali, nutrirli, curarli
20 21
e pulendo le loro cucce. Anche se siamo consapevoli che tutto ciò non basta in quanto rimangono miriadi
di altri animali indifesi, vorremmo arrivare al cuore della moltitudine degli umani che li schiavizzano.
Siamo altresì consapevoli che pur tutelando un gatto con tutte le nostre forze, questi può rimanere
alla mercè di altri che appena girato l’angolo, possono prenderlo a calci o ucciderlo.
Ogni giorno milioni di nostri fratelli animali non umani sono tenuti come schiavi negli allevamenti intensivi
in condizioni insopportabili. Ogni giorno vengono uccisi nei macelli, vengono vivisezionati, picchiati
e maltrattati, vengono privati di qualunque diritto e dignità, addirittura viene derisa la loro sofferenza
E ancora oggi siamo di fronte ad una battaglia ben più vasta. Cerchiamo di combattere contro l’abominio
più grande della storia. Siamo di fronte ad una crudeltà di sterminio che non ha uguali nella storia
umana, e l’ignoranza umana, la quale si chiede se gli animali hanno un’anima; noi affermiamo che ogni
essere vivente è un’Anima (Anima – le), le parole non sono mai casuali hanno sempre una origine e un
fondamento.
Vogliamo giustizia per tutti gli animali, essi meritano rispetto e, parrà strano ma abbiamo tanto da imparare
da loro, perchè loro sono genuini, non sono viziati come gli umani, gli animali non agiscono con
cattiveria, con malignità essi seguono il corso della loro natura.
IL FENOMENO DEL RANDAGISMO
Fenomeno molto diffuso, regolato da leggi regionali in attuazione dell’art. 3
della legge quadro 14/8/1991, n. 281, è quello del randagismo di cani e gatti,
condizione che nel 2006 (dati Eurispes) ha interessato 500.000 cani e 2.500.000
gatti.
Dei danni provocati da una cane randagio a una persona che transita su una
strada comunale risponde, ai sensi dell’art. 2051 c.c., il Comune, in qualità di
proprietaria-custode della rete stradale comunale; l’Amministrazione comunale,
infatti, oltre a provvedere alla manutenzione delle strade, deve eliminare le
situazioni di pericolo che non siano chiaramente evitabili e percepibili dall’utente
con l’uso della normale prudenza; il principio del neminem laedere (ossia
di non arrecare danno ad altri), scolpito nell’art. 2043 c.c., impone pertanto
all’Amministrazione il dovere di tenere le strade in condizioni tali da non costituire
per l’utente, che regolarmente confida nello stato apparente di transitabilità,
un’insidia o trabocchetto (Trib. Torre Annunziata 11/10/2008, n. 1345).
(Come si evince da tali leggi, a prescindere che le varie amministrazioni nulla fanno di quanto impone la
legge; non viene considerata la vita dell’animale, che in questi casi un animale vagante possa costituire
pericolo è certo, però andrebbe anche considerata la vita dell’animale investito. Voglio dire che le leggi
riescono anche a farle, ma poi c’è il giudizio di coloro che interpretano la legge, mettendoci in tale giudizio
la propria opinione e non l’applicazione tale e quale della legge.
Ovviamente il Comune può organizzare catture di cani inselvatichiti in collaborazione con le associazioni
di volontariato aventi finalità protezionistiche ed iscritte nell’apposito albo, il punto è che quando un
cittadini e/o Associazione segnala dette situazioni, le amministrazione di norma raramente intervengono.
Alla cattura dei cani vaganti dovrebbe provvedere il Comune, attraverso i competenti servizi delle ASL.
Anche la cattura dei gatti liberi appartenenti a colonie è di competenza del Comune, che può però
demandarla alle stesse ASL. Anche se di solito se la palleggiano e nessuno prende iniziative, poi può
accadere che qualche associazione faccia insistenti pressioni per fare rispettare le norme ed allora può
nascere ostilità tra amministrazioni e associazioni.
ANIMALI DA SALVARE IN NOME DELLA LEGGE
In viaggio potreste imbattervi in cani, gatti o animali selvatici in pericolo: ecco che fare.
Siete in vacanza e vi capita di vedere un animale ferito o abbandonato, o un cucciolo in vendita sulla
battigia? Prima di tutto tenete presente che soccorrerlo e denunciare i colpevoli non è solo un’opera pia,
ma anche - in alcuni casi - un obbligo di legge.
La legge 120 del 2010 ha introdotto nel Codice della Strada l’obbligo di soccorso per gli animali feriti in
caso di incidente stradale.
L’obbligo di soccorrere gli animali feriti quindi è legge, per i trasgressori in arrivo multe salatissime.
In caso di incidente che sia in qualche modo riconducibile alla condotta di guida dell’utente viario e
dal quale derivi un danno ad ANIMALI DI AFFEZIONE, DA REDDITO o PROTETTI, il CONDUCENTE dovrà
fermarsi e porre in essere tutte le misure idonee ad assicurare all’animale ferito “un tempestivo intervento
di soccorso”. Traendo sapiente insegnamento dalla giurisprudenza formatasi sull’originaria versione
“umana” dell’Art. 189 CdS, l’obbligo di fermarsi e di prestare assistenza non può dirsi osservato quando
il conducente si limiti ad una breve sosta che non gli consenta di rendersi conto delle condizioni fisiche
dell’animale malcapitato e dell’eventuale necessità di prestargli soccorso. In caso di inottemperanza, si
applicherà la sanzione amministrativa da €389,00 ad €1.559,00. Questo è quanto costerà al responsabile
di un’incidente stradale il non aver soccorso l’eventuale animale ferito. Occorrerà fermarsi e garantire un
aiuto tempestivo allertando le strutture sanitarie. Rischia anche chi dovesse essere a vario titolo coinvolto
nell’incidente e non provveda a prestare la dovuta assistenza (nell’eventualità il responsabile evada ai
suoi compiti): in questo caso la multa andrà dai 78 ai 311 euro. Un’altra novità riguarda invece coloro che
si adoperano per offrire assistenza in simili casi di emergenza. Vengono equiparati alle ambulanze, ai
Vigili del Fuoco e alle forze di polizia anche i veicoli per il pronto intervento veterinario. Questo vuol dire
che se mezzi di soccorso veterinario e di sorveglianza zoofila dovessero trovarsi ad infrangere il Codice
della Strada per trasportare un animale in “stato di necessità”, questi non potranno essere sanzionati.
Durante l’iter parlamentare sono stati accolti anche gli emendamenti proposti dalla Lav (Lega Anti-Vivisezione)
e da senatori e deputati facenti parte dell’Intergruppo Parlamentare Animali. Come riportato
dal Corriere della Sera.it: Questa riforma - sottolinea la LAV - finalmente riconosce il diritto-dovere al
soccorso di così numerosi animali, perloppiù ignorati nelle statistiche nazionali relative agli incidenti
stradali, e ci fa avanzare sul piano dell’educazione civica. Per la prima volta, il nostro Codice della strada
riconosce gli animali come “esseri senzienti”, capaci cioè di provare dolore e gioia, importante principio
in vigore dal gennaio scorso con il Trattato dell’Unione Europea. (14 Dic. 2012) -.
14 Dicembre 2012
OBBLIGO DI SOCCORSO ANIMALI
pubblicato il Decreto
Pubblicato in Gazzetta il Decreto attuativo che regolamenta l’obbligo di prestare soccorso agli animali feriti,
entrerà in vigore il 27 dicembre 2012.
Nel 2010, il Codice della strada viene cambiato fissando l’obbligo di fermarsi in caso di incidente con un
animale; mancava un Regolamento attuativo che rendesse pienamente effettiva la norma, e ora è arrivato:
è il Decreto ministeriale 9 ottobre 2012 numero 217, Regolamento di attuazione dell’articolo 177,
comma 1, del decreto legislativo 30 aprile 1992, numero 285, come modificato dall’articolo 31, comma
1, della legge 29 luglio 2010, numero 120, in materia di trasporto e soccorso di animali in stato di necessità,
pubblicato sulla Gazzetta ufficiale numero 289 del 12 dicembre 2012. Entra in vigore il 27 dicembre.
COME UNA PERSONA - In base alla regola, in casi di sinistro con un animale, si ha il dovere di fermarsi, e
c’è quindi l’equiparazione dello stato di necessità di trasporto di un animale ferito come per una persona,
l’utilizzo di sirena e lampeggiante per ambulanze veterinarie e mezzi di vigilanza zoofila. “La norma
ha preso atto del cambiamento del sentire comune sul dovere di prestare soccorso anche agli animali
e le sanzioni irrogate fino ad oggi per le violazioni sono state un esempio positivo per automobilisti e
22 23
Polizie locali”. “Nel Decreto, è inserito il pieno riconoscimento del privato cittadino che porta per dovere
civico un animale incidentato in un ambulatorio veterinario, la necessità di intervento anche ai fini della
tutela dell’incolumità pubblica e il pieno riconoscimento dell’attività delle Guardie zoofile. Ora le Regioni
e i Comuni devono rafforzare i propri compiti di intervento già previsti da altre normative”.
VEICOLI - Il Decreto ministeriale fissa, fra l’altro, le caratteristiche delle autoambulanze veterinarie le cui
attrezzature specifiche saranno individuate dal ministero della Salute, la certificazione anche successiva
dello stato di necessità di intervento sull’animale da parte di un veterinario, e gli stati patologici che
fanno scattare questo riconoscimento, cioè trauma grave, ferite aperte, emorragie, alterazioni e convulsioni.
Un Decreto che finalmente è arrivato, seppure in ritardo abbondante rispetto all’emanazione della
Legge: più di due anni. È vero che non ci sono date vincolanti da rispettare per i Regolamenti attuativi,
ma sarebbe auspicabile una maggiore celerità, anche per migliorare la sicurezza strada.
Gennaio 2013
NON SOCCORRERE GLI ANIMALI È VIOLAZIONE
AL CODICE DELLA STRADA
Pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la norma
Lo dice il decreto del Ministero dei Trasporti del 9 ottobre 2012, n. 217 (“Regolamento di attuazione
dell’articolo 177, comma 1, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, come modificato dall’articolo
31, comma 1, della legge 29 luglio 2010, n. 120, in materia di trasporto e soccorso di animali in stato
di necessità) pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 289 del 12-12-2012, entrato in vigore lo scorso 27
dicembre. L’obbligo introdotto da questa normativa vale anche per chi trova lungo la strada un animale
ferito, anche senza essere l’autore dell’incidente. Il decreto va a modificare ulteriormente il Codice della
Strada in chiave animal friendly: infatti, il legislatore ha inserito nell’art. 189 il comma 9-bis «l’utente
della strada, in caso di incidente comunque ricollegabile al suo comportamento, da cui derivi danno a
uno o più animali d’affezione, da reddito o protetti, ha l’obbligo di fermarsi e di porre in atto ogni misura
idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso agli animali che abbiano subito il danno». Le
sanzioni sono salate: «Chiunque non ottempera agli obblighi di cui al periodo precedente è punito con
la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 410 a 1.643 euro». (La nostra tesi è che tale
legge dovrebbe essere estesa a tutti gli animali a prescindere).
La norma pone un obbligo di tempestivo soccorso anche a carico degli utenti che non abbiano determinato
l’incidente con il loro comportamento, ma che siano comunque coinvolti nello stesso, sanzionando
in questo caso la violazione dell’obbligo di soccorso con una sanzione amministrativa pecuniaria da
euro 78 ad euro 311”.
Chi assiste ad un incidente con soggetto che non opera il soccorso stabilito all’animale ferito, può rilevare
il numero della targa del veicolo e ogni altro elemento utile per l’identificazione del mezzo e della
persona e segnalare tali dati ad un organo di polizia.
Tuttavia, come spesso accade, nonostante sia stata fatta la legge ancora mancano le strutture atte a
supportarla, con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, è attuativo il decreto che modifica le norme
del codice della strada. Da fine dicembre è obbligatorio soccorrere anche gli animali investiti. In realtà si
tratta di un obbligo che era già previsto, sin dal 2010, che questo decreto ne definisce meglio i termini
attuativi.
In caso di incidente con un animale, l’automobilista ha il dovere di fermarsi e cercare di prestare soccorso
all’animale stesso. L’automobilista che investe un cane, un gatto, un cavallo o un qualsiasi altro animale
ha quindi il dovere di fermarsi. Prima la decisione era demandata alla sensibilità del singolo, oggi è
un obbligo e, come tale, prevede che chi non ottempera sia sottoposto a pesanti sanzioni.
Questo decreto equipara lo stato di necessità di trasporto di un animale ferito a quello di una persona,
con possibilità di usare la sirena e il lampeggiante per le ambulanze veterinarie e mezzi di vigilanza zoofila.
I mezzi di soccorso, va chiarito subito, sono e restano privati. Il provvedimento non crea autoambulanze
per animali ma fissa gli i requisiti standard che queste devono avere quando vengono impiegate, come
accade sempre, dai privati. Non si tratta dell’introduzione dei mezzi pubblici come quelli che siamo
abituati a vedere per gli umani. I mezzi sono privati, pagati dalle associazioni di volontariato che se ne
fanno carico. Ma adesso potranno, in caso di presenza a bordo di un animale ferito in modo grave, accendere
lampeggianti e sirena. (Noi riteniamo che il pronto soccorso debba essere pubblico e a carico
degli Enti pubblici).
Nella pratica, che cosa cambia? Fino all’agosto 2010 si poteva essere sanzionati se, per portare con documentata
urgenza un animale qualsiasi ferito da un veterinario, si passava un incrocio con il semaforo
rosso. Ora si può violare il codice della strada in presenza di un pericolo concreto e reale per la vita dell’animale,
esattamente come accade per salvare una vita umana.
Da oggi chi investe un cane o un gatto ne sarà pienamente responsabile e rischierà una multa di oltre
500 euro se non chiamerà i soccorsi.
Con l’applicazione di questa legge si introduce anche l’obbligo di soccorso nei confronti degli animali
selvatici, per cui si dovrà chiamare il corpo forestale o la polizia provinciale che, tra i suoi compiti, ha
anche la protezione delle specie selvatiche. L’obbligo di soccorso vale anche per chi assiste all’incidente
pur non avendolo causato.
Il privato cittadino comunque in attesa dell’introduzione del un numero unico nazionale da poter
chiamare per chiedere soccorso dovrà contattare in caso di necessità i vigili urbani o qualsiasi forza
dell’ordine che provvederà ad allertare il personale veterinario di turno che interverrà per i soccorsi del
malcapitato animale.. Qualora si assista ad un evento simile, ma non si sia direttamente coinvolti, sarà
opportuno procedere all’annotazione della targa delle vetture coinvolte: sarà così possibile fornire agli
agenti di polizia i dati utili per comminare ai trasgressori le dovute pene amministrative.
PER CHI TROVA ALTRI ANIMALI
Per tutti i prossimi amici, è possibile rivolgersi al Corpo Forestale dello Stato (1515), alla Pm, al vostro
veterinario. Prenderanno in cura l’animale (ricci, tartarughe, furetti) che porterete e penseranno poi a
trasferirlo nel posto più adatto. Usate un asciugamano o una copertina, metteteli in una scatola che
forerete e chiamate i numeri sopra riportati.
Se trovate un uccello non toccatelo mai a mani nude (i genitori non lo ritroveranno, ndr). Se è un nidiaceo
(nudo e con gli occhi chiusi) mettetelo subito al caldo e consegnatelo al più presto possibile.
Se saltella mettetelo in un posto alto raggiungibile dai genitori.
Rondini e rondoni, se a terra, vanno sempre presi.
Attenzione agli uccelli dal becco lungo. Hanno movimenti fulminei e sono pericolosi per il viso.
Per tutti, nel frattempo acqua e:
agli uccelli in genere vanno bene carne, formaggio, larve o vermetti
al coniglio solo fieno o erba secca
al criceto semi di girasole
al furetto crocchette per gatti di carne o pesce
la tartaruga mangia insalata, mele o, se di acqua, carne o pesce
il riccio mangia crocchette o scatolette per gatti e omogeneizzati
il pipistrello mangia volentieri omogeneizzati
ALCUNI CONSIGLI:
ANIMALI DOMESTICI FERITI
Il cane o gatto ferito deve essere avvicinato con molta cautela e calma, cercando di tranquillizzarlo
con movimenti dolci e un tono di voce rassicurante. Chiamate il Servizio Veterinario dell’ASP di competenza
territoriale, che è tenuto a intervenire anche di notte o nei giorni festivi. Per avere il relativo
numero potete chiamare un qualunque organo di polizia presente sul territorio, la polizia municipale,
la questura, i carabinieri. Per sicurezza, chiedete e segnatevi sempre il nominativo dell’impiegato che ha
24 25
risposto alla segnalazione, e l’ora esatta della vostra telefonata. Aiutarvi è per loro un obbligo, ma nel
caso non riusciate ad attivare i soccorsi, potrete rivolgervi a un veterinario privato. Se avrete conservato
prova della vostra richiesta, potrete poi richiedere IL RIMBORSO delle spese al Comune che si è mostrato
inadempiente.
Se trovate cani o gatti bloccati ad esempio sopra un tetto o un albero, caduti in un burrone o in un corso
d’acqua o comunque in evidente difficoltà, dovete chiamare i Vigili del Fuoco (numero 115) e la cosa
vale anche per un animale selvatico. La fauna selvatica è infatti patrimonio dello Stato ed è tutelata dalla
legge.
Potrebbe capitarvi di trovare tartarughe o piccoli mammiferi vittime di incidenti o bracconaggio. In questi
casi, potete chiamare il Corpo Forestale dello Stato, servizio d’emergenza ambientale (numero 1515),
che contatterà il Comando Provinciale più vicino perché trasferisca l’animale in un centro di recupero
per fauna selvatica. Dato che ci siete, tenete presente che il 1515 è numero utile anche in caso di incendi,
taglio illegale di piante, abusivismo edilizio in aree protette, bracconaggio, pesca illegale, sversamenti di
sostanze tossiche, illecito smaltimento dei rifiuti, ma anche persone disperse, frane, valanghe e alluvioni.
ANIMALI ABBANDONATI O MALTRATTATI
Come noto, anche abbandonare gli animali è un reato da Codice penale. Se siete testimoni di un caso
di abbandono dovete immediatamente chiamare la polizia (112 o 113) raccogliendo il maggior numero
di informazioni possibili sulla persona o vettura. Stessa cosa se invece siete testimoni di atti di violenza
e maltrattamento di animali. Pretendete sempre copia e numero di protocollo della vostra denuncia/
querela e chiedete (come previsto dagli art. 406 e 408 C.p.p.), di essere avvisati in caso di prosecuzione
delle indagini piuttosto che in caso di archiviazione. Utile tenere presente che sensibilizzare l’opinione
pubblica attraverso giornali e tv locali può essere un ottimo modo per accelerare le pratiche.
Se invece vi imbattete in un cane vagante, verosimilmente abbandonato, avvicinatevi con prudenza e
tranquillità. Ricordatevi che sebbene possa apparire “domestico” è pur sempre un animale che probabilmente
non sta attraversando un bel periodo, e quindi potrebbe essere stressato e aggressivo.
Controllate se ha il collare con la medaglietta o un tatuaggio: potrebbe essersi perso e magari il suo padrone
sta solo aspettando una chiamata. Se non notate segni di riconoscimento però dovete denunciare
il ritrovamento,ai vigili, alle forze del ordine o al servizio veterinario dell’Azienda Sanitaria provinciale.
L’ ABBANDONO DI ANIMALI E’ UN CRIMINE
Come comportarsi in caso di rinvenimento di cane abbandonato, maltrattato, ferito/incidentato
Non è assolutamente vero che chi soccorre un animale ne diventa automaticamente affidatario o proprietario,
ne è tenuto a pagare di tasca sua interventi veterinari.
Certo la prassi a cui siamo abituati è un tantino diversa...
L’iter da seguire è questo, anche in virtù del nuovo codice della strada in caso di sinistri:
1) fermarsi 2) chiamare immediatamente polizia locale, asl, comune e tutti i numeri delle forze dell’ordine
(perchè sono tutti competenti). Se fanno storie per intervenire minacciare che denunceremo per
“OMISSIONE D’ATTI D’UFFICIO”.
3) far intervenire veterinari di turno all’ASP.
4) se nessuno interviene... recarsi da un veterinario privato e far fatturare il tutto. Presentare fattura al
Comune e/o alla ASP (dipende dalle Regioni) e chiederne l’immediato rimborso con lettera di accompagnamento
nella quale si descrivono gli eventi e l’assenza di intervento. Inviare la missiva anche alla
Procura della Repubblica per conoscenza al fine di far emergere omissioni d’atti d’ufficio.
Chi trova un animale ferito è semplicemente il detentore momentaneo. A meno che non manifesti la
volontà di divenirne possessore e proprietario.
Il responsabile dei cani vaganti sul territorio è la pubblica amministrazione. Questo vale sia per danni
cagionati da loro che cagionati a loro.
Per le spese sui randagi è il Comune che deve intervenire. Se chiamiamo e non intervengono siamo noi
a sostenere una spesa e loro si arricchiscono.
L’azione civile processuale si chiama ingiustificato arricchimento
COSA FARE SE SI ASSISTE A MALTRATTAMENTI DI ANIMALI
TUTELA DEL MONDO ANIMALE – ECOSISTEMA
L’ignoranza è la madre di tutte le nefandezza
In effetti a motivo dell’ignoranza delle persone e del loro egoistico e dissennato interesse personale
hanno ridotto questo pianeta a un malato terminale, distruggendo tutto, ambiente, animali e adesso
anche umani, oramai le persone non si ammalano più ad una certa età, nascono già ammalati con gravi
e incurabili patologie, queste non sono disgrazie o casi fortuiti, questo è un disegno consapevole e dissennato
di Lobby, multinazionali e di avidi e corrotti funzionari pubblici e privati.
Gatti, api, squali, balene, farfalle, pipistrelli, ma tutti gli animali, piccioni e formiche hanno una precisa
funzione, è una catena di un ecologico equilibrio, spezzando una maglia di questa catena si rompe l’equilibrio
con conseguenze e dipende cosa anche gravi.
LA MORIA DELLE API, UN PROBLEMA INARRESTABILE
Agricoltura Disastri ambientali Responsabilità Sociale
durre una maggiore consapevolezza del diritto degli animali a non essere trattati come cose al semplice
servizio dell’uomo. Con buona pace di quel Cartesio, sulla cui filosofia la nostra società si è sfortunatamente
sviluppata.
La dimostrazione scientifica, del resto, segue alla sensazione empirica che molti avevano già da tempo.
E magari non è che il primo passo verso quella Un ecosistema in rovina. Il problema eccede la singola
specie delle api domestiche da miele e coinvolge per intero il genere degli apoidei, base della biodiversità
e della vita umana, in assenza dei quali non potremmo mai godere di ogni singola gioia alimentare
che il nostro territorio ci offre.
Sebbene l’egocentrismo umano negli ultimi anni si sia spinto a livelli estremi arrivando alla considerazione
di sé come padrone di questo mondo, l’ambiente ci sta inviando segnali cercando di dimostrarci
quanto in realtà siamo animali dipendenti da quest’ultimo.
La natura è la nostra casa e la nostra gabbia e la relazione con essa ha forti caratteri antroponimi, il suo
comportamento è la risposta delle nostre azioni, la conseguenza di ciò che le forniamo. Siamo gli ospiti
che fanno danni e che non vogliono pagare.
Le associazioni degli apicoltori Conapi e Unaapi hanno reso noto che dagli anni Novanta vi è un declino
inarrestabile della produzione di miele dovuto al calo delle capacità produttive delle api e della loro
sopravvivenza, denunciando come causa particolare l’uso di pesticidi e in generale il modello di produzione
agricola agroindustriale che vede l’affermarsi di colture OGM e il reiterarsi delle monocolture in
mono successione. Il fenomeno è stato nominato “Colony collapse disorder” (Ccd) nonché “disturbo da
collasso dell’alveare”. Il caso italiano ha visto solo nel 2007 un aumento della mortalità delle api di circa il
35% contro la moria naturale che prevede circa un 10-15%; inoltre nonostante sia la quarta apicoltura su
scala europea, con 1.100.000 alveari e 75.000 (dati Unaapi 2004), lo strumento legislativo attuale risale
al 1926.
Le cause sono molteplici e si estendono dai problemi naturali come infestazioni di parassiti a l’eccessivo
uso agricolo di prodotti chimici. L’acaro parassita “Varroa destructor” è l’infestatore più ricorrente, pro26
27
voca malformazioni ed elevata mortalità, tuttavia se le api fossero esposte soltanto a crisi e attacchi dal
mondo naturale stesso la situazione non sarebbe così grave.
Il settore agricolo negli ultimi anni ha incentivato l’uso di neonicotinoidi come pesticidi, sono prodotti
di sintesi sistemici che ricoprono e si diffondo attraverso l’intera pianta rendendo possibile una protezione
totale e quasi perfetta, il loro utilizzo massiccio è sostenuto e giustificato dalla bassa tossicità nei
confronti dei vertebrati e dalla applicazione locale che garantisce una copertura totale. A tali effimeri
benefici si contrappone una conseguenza drammatica, sono chimicamente affini alla nicotina e pertanto
agiscono a livello neuronale provocando paralisi che degenerano nella morte dell’insetto che ne
entra in contatto. Il Tiacloprid è il pesticida più utilizzato e proposto come cancerogeno di categoria 2 da
parte dell’ECHA. Altro pesticida largamente impiegato nelle colture europee è il Clorpirifos (CPY), dannoso
per la sua capacità di diffusione aerea e dunque per la contaminazione dell’ambiente circostante.
Per ovviare il problema e dunque mantenere costante l’offerta e il prezzo del prodotto, molti stati hanno
trovato come soluzione-toppa l’attuazione di pratiche illegali come la commercializzazione di falso
miele, attraverso il processo di adulterazione vengono aggiunti zuccheri alle miscele creando un prodotto
di qualità inferiore e privato di neutralità e purezza. Questa pratica è sempre più frequente e affinata
soprattutto nei paesi asiatici e negli Stati Uniti dove ci si è addirittura spinti all’utilizzo di zuccheri
del riso in quanto non individuabili attraverso l’analisi del Carbonio Tredici.
Credo che uno dei problemi fondamentali della razionalità umana sia il fatto di cercare costantemente
soluzioni volte a modificare l’effetto del problema e non la sua radice.
Ci stiamo autodistruggendo, stiamo distruggendo la nostra casa e da soli non potremmo mai riuscire a
sopravvivere. I primi sintomi di sofferenza si stanno già rilevando, il nostro ambiente ci manda segnali
sempre più spesso. Perché non lo ascoltiamo? Intere specie stanno lentamente scomparendo, non potremmo
più beneficiare di prodotti importanti. Perché non lo comprendiamo?
Gli animali rafforzano il sistema immunitario dei bimbi. #lo dice la scienza Pressoché sotto silenzio da
parte dei media è passata la notizia che il 7 luglio scorso è stata siglata da un gruppo di scienziati, alla
presenza di Stephen Hawking, la “Dichiarazione di Cambridge sulla coscienza”, la quale afferma che molti
animali sono coscienti e consapevoli allo stesso livello degli esseri umani. E la lista comprende tutti i
vertebrati e, tra gli invertebrati, il polpo.
Non è una scoperta di poco conto, verificare scientificamente che molti, moltissimi animali, non hanno
solo l’istinto, che si contrappone alla ragione umana, ma hanno una vera e propria intelligenza.
Questo, da un lato, sminuisce notevolmente il reputato, stupido predominio dell’uomo sulla natura, e,
dall’altro, dovrebbe introconsapevolezza che tutto il mondo, sia animale, sia vegetale ha proprietà senzienti
e pensanti. Sapere che un animale che sta per essere ucciso lo capisce, o che una pianta che viene
abbattuta sente avvicinarsi la morte e nello stesso tempo emette un grido di dolore che altre piante intorno
sentono, dovrebbe indurre nell’uomo un po’ più di umiltà e quel rispetto nei confronti del vivente
che fino ad oggi non ha avuto.
In pratica, quello che è il sentimento panico potrebbe trovare una dimostrazione scientifica?
Uno studio finlandese conferma che i pelosi a quattro zampe procurano effetti benefici contro
allergie e malattie del sistema respiratorio.
I bambini che crescono accanto agli animali, cani e gatti, sviluppano meno infezioni respiratorie e allergie
rispetto a quelli che non hanno questo tipo di contatto. Lo conferma un recente studio dell’Università
della Finlandia orientale.
Secondo questo studio l’esposizione agli animali nella prima infanzia avrebbe un effetto positivo sul
sistema immunitario perché andrebbe a rafforzarlo. In particolare, per quanto riguarda il ruolo delle
cellule dendritiche e la produzione di citochine. Le cellule dendritiche regolano le citochine (proteine
messaggero) di produzione adattiva in risposta del sistema immunitario, e sono essenziali per la creazione
di una memoria immunologica.
Sebbene siano già stati evidenziati i benefici apportati dagli animali nella vita dei bambini, questa ricerca
definisce le basi scientifiche della correlazione tra rafforzamento del sistema immunitario e amici a
quattro zampe.
Heidi Kaario, nella sua tesi di dottorato, ha preso in considerazione sia animali domestici che di fattoria,
sottolineando che la loro esposizione influenza le proprietà fenotipiche e funzionali delle cellule dendrictiche
con produzione di citochine nel periferico, cellule mononucleate del sangue di bambini all’età
di 4/5 anni in una sottopopolazione di uno studio più ampio, noto come studio finlandese di coorte
PASCOLO.
La ricerca finlandese ha anche evidenziato che la teoria funziona quando è la madre a entrare in contatto
con gli animali. Dunque i bambini che vivono in campagna stanno meglio? Dipende. Infatti come
spiega l’immunologo Jean-François Bach:
I bambini che vivono in campagna a contatto degli animali si ammalano meno rispetto ai bambini che vivono
ugualmente in campagna, ma non sono circondati dagli animali.
La ricerca sottolinea come sia da rivedere anche il nostro concetto di igiene.
Ad essere davvero pericoloso è il biberon che resta al sole, trasformandosi in un fertile terreno di cultura per
i batteri, ma non bisogna allarmarsi se un bambino ha le mani non troppo pulite e si mette le dita in bocca.
Quello che conta è l’igiene dell’acqua che beviamo, il rispetto dei corretti procedimenti della catena del freddo
e un saggio impiego di vaccini e antibiotici, dei quali non bisogna mai abusare.
In conclusione, il sistema immunitario potrebbe essere rafforzato dal contatto con gli animali. Però è
anche vero che allergie e problemi respiratori possono essere causati dal cattivo stato di salute dei circa
tre miliardi di batteri che popolano il nostro intestino.
AMBIENTE, ANIMALI, ALIMENTAZIONE
RAPPORTO CON LA CARNE
Nonostante l’uomo si sforzi di nascondere a se stesso la verità, la realtà è una sola (e la dimostreremo
successivamente): noi non siamo carnivori. Analizzando con scrupolosità il corpo umano e i suoi processi
digestivi, non si può che giungere a questa conclusione.
Per dare un’idea dell’ipocrisia dell’uomo e della commedia che mette in atto per celare la verità, basta
ragionare - anche per un solo attimo - sul modo in cui mangia la carne. L’uomo è costretto a camuffare
questo cibo - non compatibile con il suo organismo - con una infinita quantità di salse e salsette, non
prima di averlo fritto o bollito o invecchiato, e trasformato in mille modi.
28 29
Non si rende conto di essere ridicolo?
Se davvero l’uomo è un carnivoro (come molti, anzi moltissimi, credono), perché non mangia la carne
come tutti gli altri veri carnivori, e cioè cruda? Sarebbe opportuno porsi di tanto in tanto questo genere
di domande, senza dare tutto per scontato e senza dare credito alle altrui opinioni a scatola chiusa.
Molti biologi e fisiologi sono d’accordo nell’affermare che l’uomo, in realtà, non è fisiologicamente “costruito”
per mangiare carne, e offrono prove estremamente convincenti. Vediamo quali: la classe dei
carnivori ha una struttura fisica predatoria (artigli, canini sviluppati), intestino breve (solo 3 volte la lunghezza
del tronco) e fortemente acido (10 volte di più di un normale erbivoro); l’intestino breve, lungo 3
volte il tronco, serve ad evitare una sosta troppo prolungata della carne ingerita, in quanto essa è facilmente
putrescibile. L’intestino breve, inoltre, è fortemente acido perché deve neutralizzare le sostanze
tossiche carnee. Vediamo come avviene la digestione della carne: una volta giunta nello stomaco la
carne ha bisogno,per essere digerita, della secrezione di succhi gastrici ricchissimi di acido idrocloridico.
I carnivori,infatti, secernono grandi quantità di acido idrocloridrico, atto a sciogliere le ossa. Il tratto
intestinale dove avviene l’ultima parte della digestione, che serve a far passare gli elementi nutrivi nel
sangue, deve per forza di cose essere meno lungo possibile: si deve considerare, infatti, che il pezzo di
carne altro non è che un cadavere in putrefazione che crea velenosi rifiuti all’interno del corpo.
Il carnivoro, quindi, deve liberarsene il più presto possibile. Il problema, per i non carnivori, è la lunghezza
del tratto intestinale, che a volte è lungo addirittura 20 volte il tronco. Se i non carnivori mangiassero
carne, questa rimarrebbe nel loro corpo un tempo troppo lungo, avvelenandoli.
Passiamo alla classe degli erbivori: struttura fisica forte ma non aggressiva, dentatura priva di veri incisivi
superiori per addentare frutti, e canini per dilaniare; intestino lungo sino a 20 volte il tronco, enzima digestivo
capace di trasformare e assimilare la cellulosa delle piante. Gli erbivori secernono una quantità
minima di acido idrocloridrico, non sufficiente a digerire del tutto la carne.
Poi c’è la classe degli onnivori, parenti stretti dei carnivori, che conservano una certa aggressività e sono
simili in molte caratteristiche fisiche ai carnivori; molti, ad esempio, non collocano il cane tra i carnivori,
poiché se nutrito di sola carne esso muore.
Adesso osserviamo l’uomo: struttura fisica non aggressiva, tubo digerente lungo 12 volte la lunghezza
del tronco, mandibole deboli e non pronunciate, secrezione salivare idonea (grazie alla ptialina) agli
amidi dei cereali, dentatura sviluppata soprattutto negli incisivi per mordere e addentare frutti e nei molari
piatti e robusti per macinare semi, stomaco debole e poco acido, che non possiede gli enzimi adatti
a neutralizzare le sostanze tossiche prodotte dalla decomposizione della carne; inoltre il suo intestino
ha bisogno di stimoli che favoriscano il movimento peristaltico: frutti, cereali ed ortaggi hanno queste
capacità, la carne no. L’intestino crasso, inoltre, per ottimizzare la sua funzione deve avere un contenuto
acido: i semi, le radici e i frutti lasciano nel crasso residui acidi, mentre le carni lasciano residui alcalini:
ammoniaca e basi diverse. Fisiologicamente l’uomo è più simile ai mangiatori di piante e agli animali
da pascolo e da foraggio (come le scimmie, gli elefanti e le mucche), che non ai carnivori come tigri e
leopardi. I carnivori, ad esempio, non traspirano dalla pelle: la temperatura corporea viene regolata con
il respiro accelerato e l’estrusione della lingua. Gli animali vegetariani, invece, sono dotati di pori sudoriferi
per eliminare le impurità e regolare la temperatura.
Tutte coincidenze?
I carnivori devono lambire i liquidi (esempio: i gatti), mentre gli animali vegetariani succhiano i liquidi
attraverso i denti, come gli uomini.
Pare proprio che l’uomo non rientri né nella classe dei carnivori, né in quella degli onnivori, anzi per alcune
caratteristiche fisiche potrebbe essere accostato ai frugivori (come le scimmie) ed in modo minore
ai granivori (scoiattoli e topi). Vediamo perché: l’uomo ha una mano pensile come le scimmie e i roditori,
atta ad afferrare e cogliere frutti ed oggetti tondeggianti. Se consideriamo la placenta, quella umana è
discoidale, come quella delle scimmie antropoidi. Sembra dunque che l’uomo abbia come cibo elettivo
i semi, la frutta, la verdura e gli ortaggi.
Quale conclusione dovremmo dunque trarre da questa breve analisi scientifica?
Esistono prove evidenti del fatto che gli essere umani non sono adatti a mangiare carne, e chi decide
volontariamente di ignorare tali prove, se ne assume tutte le responsabilità
PERICOLO PER IL CONSUMO DI CARNE DI MAIALE
Il problema più grosso per le Facoltà di Medicina in questi ultimi tempi è la mancanza di cadaveri umani
sui quali gli studenti possono praticare le autopsie. Oggi vengono impiegati corpi di persone morte in
varie circostanze, però non dimentichiamoci che durante il Medioevo era proibito eseguire tali pratiche
sugli esseri umani.
Gli studenti di medicina di allora, per i loro esercizi di anatomia utilizzavano un animale di disposizione,
forma, pelle e struttura degli organi interni molto simile a quella umana. Ci riferiamo al maiale, in
quanto la sua pelle si presenta molto simile alla nostra. Questa analogia anatomica tra l’uomo e il maiale
è un fattore in più che contribuisce a facilitare un interscambio biochimico tra le sostanze e i materiali
che costituiscono entrambi gli organismi. In questo modo, mangiando carne di maiale ingeriamo un
elevato tasso di mucopolisaccaridi presenti in una grande quantità di strutture del tessuto connettivo
dell’animale, e che, una volta dentro il nostro organismo, si dirigono soprattutto verso quei luoghi a cui
biologicamente appartengono.
Una carne che crea il vizio >> Che il maiale sia un animale “del quale si può utilizzare tutto” lo sappiamo
tutti, ma i motivi per una così larga utilizzazione non sono molto convincenti. Si tratta, in effetti, di un
animale domestico con pochi muscoli e poche ossa, ma con molto tessuto connettivo, grasso e sangue,
così come grandi organi e viscere, il che favorisce il macellaio che può sfruttare fino all’ultimo pezzo di
organismo, impiegando condimenti, spezie e altri metodi (affumicamento, ecc.) allo scopo di “rendere
commestibili” parti dell’animale che, senza queste elaborazioni, ripugnerebbero qualsiasi persona. E’ da
notare che, chi si è abituato a consumare questa carne rimane alla mercè di una specie di assuefazione
(come nel caso di tabacco, alcool, caffè ed altre droghe). Il noto Dr. Reckeweg ci ricorda i rammarichi dei
suoi pazienti quando venivano informati di dover rinunciare a questa carne: “Però, dottore, è così buona!”.
Da parte sua, il Dr. Hoffmann, psichiatra di Mannheim, afferma che chi “gode” di questa carne inventa
tutti i tipi di scuse per continuare a mangiarla (come succede spesso anche per il tabacco, l’alcool ed
il caffè). D’altra parte chi è riuscito a liberarsi dall’”assuefazione”, in presenza di questa carne sente una
vera ripugnanza nel mangiarla ancora. E’ simile al caso dell’ex-fumatore al quale risulta insopportabile
l’odore proveniente da un posacenere pieno di mozziconi, specialmente al mattino. Risulta indubbio
che gli ormoni sessuali del maiale (specialmente gli androgeni: ormoni sessuali del maiale maschio)
giocano un ruolo importante nella valorizzazione della sua carne. Così è risaputo che il maiale maschio
viene sterilizzato settimane o mesi prima di essere ucciso per poter utilizzare una carne che altrimenti
risulterebbe non commestibile per il suo cattivo odore. Reckeweg lamenta che l’azione di questi ormoni
non sia stata studiata sufficientemente, perché sospetta la loro azione cancerogena. I maiali non vivono
molti anni. In primo luogo perché la loro età biologica è limitata a pochi anni, e poi, perché vengono
creati per essere uccisi intorno ai sei anni al massimo. Come sanno perfettamente gli esperti di allevamento,
se i maiali vivono più di sei anni sviluppano inevitabilmente qualche tipo di tumore. Non senza
ragione, per tutto ciò che abbiamo detto finora, possiamo affermare che oggi come oggi il maiale può
essere considerato una “copia o immagine negativa dell’uomo”.
Come reagisce l’organismo >> Secondo l’opinione del Dr. Reckeweg, i comuni meccanismi fisiologici
30 31
di eliminazione e disintossicazione che possediamo (urina, pelle, tubo digerente, ecc.) non entrano in
funzione quando consumiamo carne di maiale, cosicché il nostro organismo reagisce con meccanismi
di eliminazione patologici, vale a dire, con infiammazioni di vario tipo. Nel caso in cui la quantità di carne
ingerita non sia oltremodo eccessiva, possono non presentarsi infiammazioni, ma potrà comparire
nel nostro tessuto connettivo un deposito di elementi mucillaginosi e grassi che conduce ad un’obesità
caratteristica: torace cilindrico (nei consumatori abituali di carne insaccata), depositi nelle gambe e nelle
braccia (soprattutto nei consumatori dei vari tipi di prosciutto). Ora, se il sovraccarico che rappresenta
per la salute il consumo ripetuto di carne di maiale, raggiunge un valore ancora più elevato in modo
tale che i depositi del nostro organismo si trovino saturi e i meccanismi fisiologici di disintossicazione
non bastino, allora il nostro corpo reagisce - come ultimo tentativo - con processi infiammatori. Questo
succede specialmente se a tutto ciò si aggiunge un sistema circolatorio periferico e centrale aggravato
dal notevole deposito di sostanze mucillaginose e grasse apportate dal consumo di carne di maiale. Di
quali processi infiammatori si tratta? Principalmente: foruncolosi, infezione carbonchiosa (specialmente
sulla nuca e sulle spalle), ascessi ghiandolari (delle ghiandole sudoripare), appendicite e colecistite
(infiammazione della cistifellea). Reckeweg racconta di numerosi casi osservati da lui stesso o citati dai
colleghi, e inoltre sottolinea la predisposizione ad un futuro attacco apoplettico per i consumatori cronici
di questa carne.
Menziona anche la grande incidenza di “Ulcus cruris” (ulcera nelle gambe), molto frequente a Berlino,
dove il consumo di “eisbein” (zampone) è molto elevato. Non potrebbe essere questo processo infiammatorio
un ultimo sforzo dell’organismo per liberarsi da un eccesso di tossine? Non saranno forse le numerose
reazioni infiammatorie del tessuto connettivo da parte distale della gamba, la valvola di sfogo
che ci libera ed allo stesso tempo ci avverte di complicazioni più gravi? Il fatto è che, per quanto queste
sofferenze vengono trattate con medicinali o processi fisici, la loro guarigione è difficile se il paziente
non si decide a sopprimere la carne di maiale dalla propria dieta. Altre sofferenze cui possono essere
soggetti i consumatori abituali di carne di maiale sono l’artrite e l’artrosi, Questo perché la solida e resistente
sostanza che costituisce le nostre cartilagini si rammollisce - e viene in gran parte sostituita - nel
momento in cui viene invasa dal tessuto connettivo mucillaginoso, proveniente dal maiale. In realtà,
tutto il sistema di sostegno si infiacchisce rendendo l’individuo gonfio, pigro e poco agile. Anche le
secrezioni vaginali di certe pazienti (leucorrea) vengono considerate meccanismi di eliminazione di tossine,
la cui cura si risolve favorevolmente se vengono eliminati i veleni ed altri fattori aggravanti presenti
nella carne di maiale.
La medicina ufficiale >> La situazione tossica provocata dal consumo di carne di maiale è completamente
ignorata dalla medicina ufficiale. Dal punto di vista della Homotossicologia tutte le malattie devono
essere considerate come un meccanismo difensivo del nostro corpo di fronte alle tossine o meglio, di
fronte a lesioni e scompigli provocati dall’ azione delle tossine o veleni sia microbici che metabolici. Se
il nostro organismo si trova “maltrattato” al punto tale che i suoi meccanismi fisiologici di eliminazione
non bastano o falliscono, e si trova a dover ricorrere a processi di eliminazione infiammatori (patologici),
dobbiamo aiutarlo a ristabilire tali meccanismi fisiologici (terapeutica depurativa naturista) e non
limitarci a somministrargli prodotti antinfiammatori. Se ci limitiamo solamente a dissimulare i sintomi
di una malattia, somministrando medicinali aggressivi, non curiamo il paziente. Il consumo di carne di
maiale favorisce il diminuire della capacità di risposta biologica del nostro organismo e lo sviluppo di
batteri e virus. Inoltre, se cerchiamo di combattere lo sviluppo microbico con antibiotici, i nostri meccanismi
biologici di difesa smettono di funzionare e, alla lunga, diminuisce la loro capacità di risposta.
L’unico modo di fortificare le nostre difese biologiche è appunto far lavorare biologicamente il nostro
organismo.
Il cinghiale nocivo quanto il maiale >> Non dimentichiamo che la carne di cinghiale è tanto nociva
quanto quella del maiale domestico (anche il cinghiale sviluppa tumori), con l’unica differenza che il
primo possiede una minore quantità di grassi. E’ risaputo, ad esempio che i cacciatori, una volta ucciso
un cinghiale, devono squartarlo il più presto possibile perché altrimenti la sua carne diventa non
commestibile per le caratteristiche tossiche che acquisisce, processo questo non necessario con gli altri
animali da caccia.]
Questi tre fattori sono i pilastri di tutta l’esistenza e, qui possiamo cercare di fare un ragionamento.
Dobbiamo partire da ciò che è l’uomo, Anche in apparenza sembriamo diversissimi, dobbiamo guardare
la sostanza della natura, della genetica: la differenza tra l’uomo e il scimpanzè è del – 1,37 % del
genoma, del – 1,75 % e, del – 3,4 % dell’orango, una percentuale meno del 2 % ci differianzia da questi
primati. Questi primati, questi animali che vivono in un habitat naturale e si nutrono di vegetali, non
mangiano carne e hanno una forza possente.Il latte: a ciascuno il proprio
Tratto da “MRA il Metodo René Andreani” - www.vegetarian.it
IGIENISMO - LA SCIENZA DELLA SALUTE
Il latte della donna fa bene al neonato, quello della mucca fa bene ai vitelli. “Fino a due anni i bambini
dovrebbero essere alimentati con latte materno. Dopo i due anni, dimenticate ogni tipo di latte!”. Questa
vera e propria bomba è stata fatta esplodere agli inizi degli anni novanta dal celeberrimo dottor Benjiamin
Spock, padre della moderna pediatria.
Questa inversione di tendenza portò il dottor Spock ad abbracciare le tesi che da anni molti medici
ed esperti (nonché vegan, macrobiotici ed igienisti) propugnano: il latte vaccino fa male, soprattutto
in fase di crescita, perché può provocare molte deficienze immunitarie e disturbi vari, tra cui l’anemia,
allergie e persino un insufficiente sviluppo cerebrale. In America e in Italia in molti si scagliarono contro
Spock, definendo “vecchio arteriosclerotico” questa vera “leggenda della puericultura” che, a 89 anni
suonati, ebbe il coraggio intellettuale di ammettere i propri errori e di dichiarare che il latte di vacca è
adattissimo ai vitelli, ma non agli uomini.
L’uomo è l’unico animale che continua a nutrirsi di latte anche dopo lo svezzamento. Che sia il desiderio
di non diventare mai adulti? Il latte vaccino è un cibo per vitelli, non per l’uomo. Serve a far crescere un
vitello e a farlo assomigliare ad una mucca, ma sicuramente non per aiutare un bambino a diventare un
uomo. Per questo la natura ha predisposto il latte materno. La madre, nella società moderna, ha sempre
più spesso rinunciato ad allattare al seno il proprio neonato (bassissime le percentuali alla fine degli
anni sessanta), un po’ per motivi di tempo (essendo inserita nel frenetico processo produttivo), un po’
per mancanza d’informazione sull’insostituibilità del latte materno nei primi mesi di vita. La donna si è
poi fatta condizionare da false paure sui presunti danni estetici dell’allattamento e da un malinteso desiderio
d’emancipazione. Il peso più decisivo, in questa “scelta”, lo ha avuto la martellante pubblicità delle
industrie produttrici di latte (in polvere e non), aiutate sicuramente dai sacerdoti della salute in camice
bianco che hanno contribuito a creare un vero e proprio “mito” alimentare, basato su poco o nulla.
Prima di tutto il latte di una madre sana è sempre fresco e batteriologicamente puro, mentre ogni tipo
di latte non umano deve subire un processo di “cottura” ad alte temperature che ne distrugga gli organismi
nocivi (ma la stessa sorte tocca purtroppo anche alle vitamine). Latte materno e latte vaccino non
sono assolutamente uguali, se non nel colore: si differenziano, infatti, nella composizione percentuale
degli ingredienti (essendo uno destinato a far crescere esseri umani e l’altro bovini), e nella qualità di
tali ingredienti (ad esempio le catene d’aminoacidi sono completamente diverse). Inoltre solo nel latte
materno sono presenti sostanze che immunizzano il neonato dalle infezioni (soprattutto quelle respiratorie
e intestinali), nonché la quantità di fosforo esattamente necessaria al suo sviluppo cerebrale. Il
“cucciolo” d’uomo sviluppa dapprima il cervello, mentre l’animale sviluppa prima la struttura ossea. La
quantità di lattosio, essenziale per lo sviluppo cerebrale del bambino, nel latte umano è quasi il doppio
rispetto a quella che si riscontra nel latte vaccino, Questo fatto è facilmente spiegabile se si pensa che
l’accrescimento del cervello del bambino è molto più rapido di quello del vitello. Il latte di mucca contiene
molta caseina (quasi tre volte il latte umano), una proteina che, a contatto con i nostri succhi gastrici,
“caglia”, formando un grumo compatto, alquanto indigesto, che provoca inoltre l’aumento dei processi
putrefattivi intestinali.
Il latte vaccino, dovendo servire ai vitelli, che hanno una velocità d’accrescimento fisico notevolmente
superiore a quell’umana (raddoppiano il proprio peso dopo appena 47 giorni dalla nascita, mentre il
neonato umano lo raddoppia in 180 giorni), contiene dal 3,5% al 5% di proteine, contro l’1,2% del latte
32 33
umano. Tale notevole quantità di proteine nel latte di mucca costituisce, quindi, un’autentica overdose
proteica per un essere umano. Si è così accertato che quando le proteine superano il normale fabbisogno
del mammifero che assume un determinato latte, l’eccesso determina un sovraccarico per il fegato
e le reni, che hanno il compito di eliminare i prodotti del metabolismo proteico. Il latte umano, al contrario
di quello vaccino, garantisce al neonato la massima prevenzione dalle allergie e dalle infezioni. I
medici hanno riscontrato che oggi il giovane americano, alla visita di leva, ha già terminato la crescita
ossea, cosa che solo venti anni fa succedeva sei - sette anni più tardi. Questo avviene perché sono alimentati
fin dalla nascita con latte non specifico e con altri cibi iperproteici. Tra l’altro ogni alimento ha
valore nutritivo per la sua capacità di essere assorbito dal nostro organismo, non solo per la quantità di
sali minerali, vitamine o proteine in esso contenuto.
Il calcio tanto reclamizzato nel latte vaccino è in genere male assorbito dall’uomo, perché è associato
con una percentuale (relativamente) troppo alta di fosforo (fattore inibente) e alla caseina.
Nonostante ciò, nei paesi occidentali “sviluppati” mangiamo così tanto da riuscire a fare un’overdose
quotidiana di calcio, il quale va a depositarsi sulle pareti delle arterie - provocando, insieme al colesterolo,
l’indurimento delle stesse - oppure forma calcoli renali, o si accumula nelle articolazioni, dando
vita a manifestazioni artritiche. Il cinese medio assume appena 15 mg di calcio al giorno, eppure ha
meno carie e osteoporosi dell’americano medio, che ne ingurgita ben 800 mg. Bambini affetti da otiti,
tracheiti, catarri a ripetizione sono rientrati nella norma sopprimendo i latticini ed in particolar modo lo
yogurt. L’insonnia dei neonati è di solito da addebitare alla somministrazione di latte vaccino. Latticini
e formaggi sono legati alle malattie della civiltà: insorgere di tumori, cisti, fibromi, cancro all’apparato
riproduttivo femminile (seno, utero, ovaia), infezioni all’apparato uro - genitale (cistiti e candida, molto
diffusa tra le giovani americane), malattie del sistema cardiocircolatorio (arteriosclerosi, trombi, infarti...)
a causa dell’enorme quantità di grassi saturi; connessione diretta con le più svariate forme d’allergia sia
alimentare che della pelle e dell’apparato respiratorio (asma, raffreddore da fieno), abbassamento delle
difese immunitarie, problemi del sistema digerente (diarrea, stitichezza, per la mancanza di fibre).
CONSIDERAZIONI FINALI. Se non sono ancora state sufficienti tutte le informazioni e le considerazioni
esposte facciamo, prima di chiudere, un’ultima riflessione: Il latte è un alimento per i cuccioli di quella
particolare specie animale che, proprio per questa caratteristica, si differenzia da tutte le altre: i mammiferi.
Ebbene, non esiste alcun mammifero che, arrivato all’età adulta nella quale è in grado di nutrirsi
da solo, continui ad assumere il latte. Solo l’uomo continua a bere latte e non usa nemmeno il proprio,
ma quello di altre specie. Se esistono delle leggi in natura, qualcuno sicuramente sta sbagliando trascurando
il fatto che le leggi naturali, contrariamente da quelle umane, non ammettono deroghe. Infine,
esaminando lo sviluppo del cucciolo uomo, vediamo che ad un certo punto cominciano a spuntare i
primi denti. La comparsa dei denti sta a significare che nel corpo di quell’esserino (e soprattutto nel
suo apparato digerente) hanno avuto inizio le varie trasformazioni che lo condurranno gradatamente
all’alimentazione dell’adulto. Da quel momento, l’importanza del latte (quale alimento unico) cessa, e
anche la sua importanza quale alimento basilare diminuisce man mano che lo svezzamento procede e
terminerà verso la fine del secondo anno di vita, quando sarà completata la sua prima dentizione, che
viene appunto chiamata “da latte”: termina cioè quando il bambino ha i suoi venti denti caduchi. Il latte
diventa allora un alimento secondario e anche la sua importanza come tale finirà per scomparire allorchè
il ragazzo, versi i quattordici anni, avrà i primi 28 denti della sua dentatura permanente. A partire da
quell’epoca egli potrà veramente alimentarsi come l’adulto e IL MAMMIFERO ADULTO NON SI CIBA DI
LATTE.
CIBI CHE CONTENGONO LATTE: tutti i tipi di formaggio, yogurt, gelato, cappuccino, crema di nocciole,
budini, frappè, frullati, burro, alcune interpretazioni del pesto alla genovese, ravioli e tortelli ‘di magro’,
lasagne e cannelloni al forno, sformati e soufflè, salsa besciamella, gnocchi, purè di patate, pizza e calzoni,
panini toast e tramezzini, alcuni prodotti precotti da infornare per fare focacce e simili, panna,
mascarpone, quasi totalità della pasticceria (anche quella secca), merendine, biscotti, cioccolata al latte,
certo scatolame, salse e manicaretti particolari o esotici che si trovano nei supermercati, mortadella,
wurstel, prosciutto cotto, ecc..
Concludendo, il calcio, indispensabile al nostro organismo, è meglio ricavarlo da alimenti d’origine vegetale,
anziché d’origine animale. RAW FOOD - Frutta, germogli e verdure CRUDE, fresche di stagione e
possibilmente biologiche, contengono le giuste quantità di calcio biodisponibile e quindi assimilabile,
con facilità, dal nostro organismo.
I pericoli del latte
Da documenti storici, risulta che fu nel 1793 per opera di un certo Underwood, che venne dato a dei
neonati il latte di mucca! Prima di tale data, se una madre moriva e lasciava il piccolo da allattare, ci pensava
la balia e non certo una vacca! La composizione del latte umano è unica.
Il bambino ha una crescita lenta, mentre il vitello ha una crescita molto rapida, ecco perché il latte di
vacca contiene più del doppio di proteine e calcio di quanto non ne contenga il latte umano.
La caratteristica più singolare nella crescita del piccolo dell’uomo, rispetto a quella degli altri animali, è
il grande sviluppo del cervello nel primo anno di vita. Il latte umano è preposto a favorire tale sviluppo,
come nessun altro latte!
Oggi il latte vaccino viene pastorizzato, omogeneizzato, trattato, congelato, evaporato, condensato,
polverizzato, adulterato, aromatizzato… Tutti processi mortiferi.
L’omogeneizzazione per esempio consiste nel passare il latte attraverso una grande centrifuga che separa
il grasso (crema, panna montata, ecc.) dal latte stesso. Tale processo meccanico produce una notevole
ossidazione con conseguente perdita di valore e crea dei microscopici grumi di grasso che possono
“strisciare”, “rigare” e quindi infiammare le vene, facendo intervenire sul posto colesterolo, fibrine, calcio,
per bloccare tale processo infiammatorio.
Il risultato sono le tristemente note famose placche ateromatose!
Durante il processo di pastorizzazione del latte il Trifosfato di Calcio-Magnesio si scompone in sali: Fosfato
di Calcio, Fosfato di Magnesio, Carbonato di Calcio che sono del tutto insolubili e assolutamente
inutili (come tutti i minerali inorganici); le proteine del latte coagulano e precipitano assieme ai sali.
I minerali alcalini si ossidano e ciò che resta dopo la perdita della parte alcalina è molto acidificante per
l’organismo. Un corpo acido sottrae minerali alcalini dalle riserve (ossa, denti, capelli, unghie, ecc.)
Questo è motivo per cui latte e latticini, anche se vengono consigliati dai
medici per “curare” l’osteoporosi, sottraggono invece minerali come il calcio.
Una proteina del latte, la caseina, non possiamo digerirla perché non abbiamo
l’enzima (DPP-IV) sempre più disabilitato a causa delle vaccinazioni, del
fluoro, cloro.
L’enzima per digerire lo zucchero (lattosio), lo perdiamo all’età di circa 3 anni
e quindi il lattosio si trasforma in acido lattico, un sottoprodotto tossico e
soprattutto acidificante.
Altre proteine come la albumina e globulina subiscono a causa della pastorizzazione
la coagulazione.
La pastorizzazione deammina alcuni aminoacidi facendoli diventare inutili
alla nutrizione, la vitamina C viene totalmente distrutta, come pure tutte le
altre vitamine.
Lo maggior parte dell’importante iodio viene perso.
Lattosio Grassi Proteine Sali
7%
4,4%
4,8%
Latte
Umano
Mucca
Capra
4%
4,5%
3,7%
1,5%
4,3%
3,5%
0,2%
0,8%
0,45%
34 35
Infine nel latte vi sono delle sostanze come la lactenina e l’acido rumenico, che risultano essere nocive
per la flora batterica intestinale per via della loro attività antibiotica.
Il latte scremato causa più danno di quello intero, perché quando si diminuisce la percentuale di grasso,
quella delle proteine aumenta!
ALIMENTAZIONE E ISTINTO ANIMALE
– Tratto da “Biolcalenda”, nr. 8 settembre 2009
Osservando i nostri animali di compagnia, cani e gatti, notiamo che sono molto equilibrati a livello alimentare.
Si avvicinano con sospetto al cibo che gli viene offerto, e lo mangiano solo se non lo ritengono
tossico.
Non ingeriscono alimenti più dell’indispensabile e se stanno male rimangono a digiuno per tutto il periodo
della malattia. Sanno quali erbe utilizzare per depurarsi, e le mangiano solo quando serve. Anche
noi abbiamo questo istinto animale, ma lo abbiamo perso per l’ingestione di cibi senza alcun valore
nutritivo, ma anzi tossici per il nostro organismo.
Iniziamo la giornata con cappuccino e brioche. Il latte di mucca non è un alimento della nostra specie.
E’ ricco di proteine animali che danno acidosi metabolica. Produce alterazione dei batteri saprofiti intestinali
(disbiosi) per la lactenina e l’acido rumenico, due sostanze antibiotico simili. Il caffè è ritenuto
uno stimolante, ma è un veleno che provoca la secrezione di adrenalina che è poi il vero neurotonico. La
brioche, oltre al frumento raffinato, cui siamo intolleranti, contiene creme, marmellate, panna, cioccolato,
tutti alimenti che ci portano all’iperglicemia, che è aumentata dall’adrenalina secreta per l’ingestione
di alimenti cui siamo intolleranti, come il caffè, il latte e il grano. In iperglicemia stiamo apparentemente
bene per qualche ora, fino alle 10 circa. Dalle 9 alle 11 abbiamo la massima energia dei pancreas che
percepisce questa iperglicemia e stimola l’insulina producendo un’ipoglicemia veloce. L’ipoglicemia
provoca stanchezza, difficoltà di concentrazione nello studio, asocialità, facendoci commettere errori
sul lavoro per disattenzione.
E ci viene una gran fame. Così siamo costretti a bere un altro caffè con lo zucchero raffinato, o un altro
cappuccino con brioche, perché abbiamo un “calo degli zuccheri”. Andiamo così di nuovo in iperglicemia
e riusciamo a rimanere attivi fino all’ora di pranzo. Chi è fortunato mangia a casa e si gusta un piatto
di pasta o riso raffinati al sugo o al ragù, bistecca, verdure e frutta, pane e vino. Siamo intolleranti al
frumento della pasta e dei pane e, se abbondiamo troppo, anche al pomodoro. Il riso raffinato aumenta
la stitichezza. La carne aumenta l’acidosi metabolica dei latte mattutino, con l’aggiunta dei formaggio
grana sulla pasta. Le verdure se non biologiche sono ricche di pesticidi o altri composti chimici tossici
per il nostro organismo. Stendiamo un velo pietoso sui disgraziati costretti a mangiare fuori casa, tra
tramezzini, panini, pizzette ecc! Alla sera bistecca o formaggio, uova o pesce, (acidosi metabolica), vino,
verdure non biologiche, pane.
E peggio ancora la pizza (con birra o coca cola), poiché è l’insieme di tutti gli alimenti tossici, quali frumento,
lievito chimico, (disbiosi intestinale), mozzarella, pomodoro. Altri ingredienti aggiunti, a seconda
dei gusti individuali, come gli affettati di carne suina, le uova, le patatine fritte, preferite dai ragazzi, i peperoni
o le melanzane, il gorgonzola, i funghi, la fanno diventare una bomba alimentare che rimanendo
nel nostro apparato digerente per 5 giorni aumenta l’acidosi, le infiammazioni all’apparato respiratorio,
le difficoltà digestive come i gonfiori, le eruttazioni e le flatulenze, la disbiosi intestinale, i dolori articolari,
le allergie, la stipsi o la diarrea.
Non ho preso in considerazione tutti gli alimenti conservati, come il tonno o la carne in scatola, i preparati
sott’olio o sott’aceto, gli yogurt, i surgelati, i gelati e i dolci industriali. In questo modo ci stiamo
avvelenando giorno dopo giorno, anzi, più mangiamo alimenti nocivi, per la gratificazione dovuta all’adrenalina
secreta, più li desideriamo.
Mangiando invece verdura e cereali (farro, kamut, segale, avena, miglio, mais, orzo e riso), frutta, frutta
secca, proteine vegetali quali i legumi, il tofu, il seitan di farro o di kamut, il tutto biologico e integrale,
riusciremo a nutrirci in modo corretto depurandoci e acquisiremo le capacità e l’istinto degli animali
nello scegliere gli alimenti salutari o meno per il nostro organismo
IL PESCE: ECATOMBE SILENZIOSA E DIMENTICATA
Nel 1997 la raccolta di pesce ha raggiunto nel mondo la cifra record di 130 milioni di tonnellate, di cui
circa 100 milioni deriva dalla pesca libera che causa uno sterminio indiscriminato di specie acquatiche.
Solo in Italia 11 milioni di quintali all’anno (circa 20 miliardi di pesci) finiscono nelle pentole di cuochi
e massaie. Sono ingenti i danni derivanti dalle reti pelagiche per i tonni e della pesca a strascico che
dècimano anche i delfini. Le più importanti specie di pesce del nostro paese, tonni e merluzzi sono in
pauroso declino a causa dello sfruttamento dissennato delle acque marine.
I nutrizionisti delle televisioni, che fanno gli interessi delle multinazionali del settore, cercano giornalmente
di convincere la gente che è necessario mangiare il pesce almeno 2-3 volte a settimana perché
ricco di Omega 3. Naturalmente si limitano a indicare i presunti benefici e non i danni che il pesce procura.
Infatti, a parte che l’Omega 3 (che si trova principalmente nel pesce grasso) è presente negli alimenti
vegetali, nella frutta secca e nei semi oleaginosi, i pesci sono tra le sostanze più putrescibili esistenti in
natura e gli alimenti sono tanto più dannosi quanto più rapida è la loro putrefazione. Sono ricchi di purine
(sostanze azotate che fanno aumentare i livelli di acidi urici nel sangue) e di metalli pesanti dovuti
all’inquinamento delle acque a causa degli scarichi industriali e fognari. Inoltre i pesci d’allevamento
contengono enormi quantità di additivi chimici, di ormoni e farmaci che servono ad aumentare velocemente
il peso dell’animale, oltre ad evitare dannose epidemie.
Mentre la dannosità della carne degli animali terricoli viene riconosciuta anche dagli stessi allevatori e
macellai, la dannosità del pesce viene celata per motivi puramente commerciali, per ignoranza o malafede
dagli stessi cosiddetti nutrizionisti. Il pesce contiene le stesse tossine delle carni: può causare, oltre
i danni della carne, parassitosi (es. tenia, ascaridi), asma, eczema, prurito, allergie, malattie renali, danni
al sistema nervoso, ecc.
Le immense quantità di mercurio che le industrie scaricano nel mare (circa 10.000 tonnellate all’anno)
passa facilmente dal pesce nell’organismo umano. E’ utile ricordare la strage di Minamota (Giappone)
del 1952 nella quale morirono 77 persone ed altre 360 rimasero invalide per aver mangiato pesce ricco
di mercurio. Nel 1988 nelle acque laziali fu riscontrata, in modo del tutto fortuito, una partita di pesce
al mercurio: si riuscì ad impedire la vendita appena in tempo. Ma quanto pesce pericoloso sfugge ai rari
controlli?
Ma oltre al mercurio deve preoccupare la presenza, nelle cozze, nelle ostriche e nei crostacei, del cadmio
e del piombo, abbondantemente presenti negli scarichi industriali. Il pesce può anche trasmettere
all’uomo la salmonella, larve di tenia e di ascaridi, né la cottura è sufficiente a scongiurare i pericoli in
tal senso. Alcuni molluschi possono trasmettere l’epatite virale ed altre malattie infettive. Inoltre in diversi
pesci sono state riscontrate anche rilevanti quantità di pesticidi. Può tornare utile ricordare che in
passato l’uso eccessivo di pesce in alcune regioni del Terzo Mondo a favorito l’insorgere della lebbra. In
realtà le bancarelle del pescivendolo nascondono più insidie per la salute umana dello stesso bancone
del macellaio.
Il pesce, i molluschi ed i crostacei in genere, sono sostanze ad altissima velocità di putrefazione: il fetore
tipico dei cadaveri in via di decomposizione emanato dal pesce lasciato solo per poche ore fuori dal frigo
ne è la testimonianza più evidente. Questo processo putrefattivo continua all’interno dello stomaco
e poi dell’intestino, di chi ne fa uso, con la logica conseguenza di aumento di acidi tossici.
Sappiamo che nel pesce consumato non c’è solo la parte tossica dovuta alla sostanza in se stessa o agli
inquinanti chimici ingeriti dall’animale: come in tutti gli animali uccisi violentemente dall’uomo e poi
mangiati vi è il terrore, l’angoscia, la paura dell’animale accumulata durante la sua cattura e la sua uccisione:
più e lunga e dolorosa la morte di un animale più è pregna di vibrazioni mortali.
La morte del pesce è tra le più atroci che si possano immaginare, sia che vengano uccisi con la fiocina,
36 37
l’arpione, il coltello o per asfissia nelle reti. La morte del pesce, in qualunque modo avvenga per opera
dell’uomo, è un fatto ingiusto e crudele: le chiazze di sangue delle tonnare o la contorsione dei pesci
in agonia nelle reti non hanno bisogno di commenti. Ma noi preferiamo credere che il pesce non soffra
perché non abbiamo orecchi adatti a percepire il loro grido di dolore.
Che dire degli animali dotati di zampe, che se non sono immobilizzati, quando vengono immersi ancora
vivi nell’acqua bollente, che entra negli occhi ed in ogni cavità dell’animale, oppure arrostite sulla piastra,
che schizzano via come saette?
Altrettanto tremenda e dolorosa è la morte per asfissia del pesce pescato con le reti: le convulsioni
dell’animale che disperatamente cerca di riconquistare il suo ambiente vitale, sono la più palese manifestazione
di dolore. Per non parlare della pesca sportiva: vero e proprio passatempo per gente stupida,
insensibile e crudele.
L’amo che viene estratto dalla bocca del pesce che si contorce dallo spasimo e che lacera anche parte
della testa: è paragonabile ad un arpione conficcato nella bocca di un uomo che viene brutalmente
estratto fracassandogli le mandibole, la fronte ed il cervello per poi somministrargli con un po d’acqua
pochi grammi di ossigeno per prolungare il più possibile la sua vita e quindi la sua agonia.
Ma vi sono anche le mattanze delle tonnare: l’orrore che suscita l’enorme chiazza di sangue che, come
una profanazione della vita, macchia l’azzurro intenso del mare, fa vergognare di appartenere alla razza
umana.
E i pesci uccisi per congelamento? E quelli spasimanti in pochi centimetri di acqua nei mercati perché
la gentile signora, o signore, possa deliziarsi il palato con il corpo di una creatura appena eviscerata da
viva? Non è forse raccapricciante l’idea degli acquari nei ristoranti in cui il cliente sceglie quale pesce
farsi cucinare al momento decidendo vita oppure morte e sofferenza per una splendida creatura? E i
pesci dilaniati da un arpione?
Eppure i pesci non sono patate; gli animali acquatici non sono creature meno sensibili o meno intelligenti
degli animali terricoli. Molti pesci hanno intelligenza pari se non superiore a quella di molti animali
terricoli. I pesci sono dotati di un sistema nervoso e quindi capaci come noi di percepire il dolore.
Il polpo ha un cervello molto sviluppato e l’intelligenza del delfino supera di gran lunga quella del cane
e in moltissime circostanze ha salvato l’uomo da morte sicura, spesso da un attacco da parte di squali.
Il pesce è dotato di percezioni sofisticatissime (altro che radar) oltre che di quegli strumenti naturali
che rendono capace il suo corpo di estrarre dall’acqua l’ossigeno di cui ha bisogno per vivere. Il pesce
ragiona, sente, vede, mangia, dorme, gioca, ha paura e quindi si nasconde. L’agilità e la velocità con cui
si muove un pesce nel suo ambiente naturale ha qualcosa di affascinante e di prodigioso. La perfezione
dei suoi occhi in grado di percepire chiaramente nell’acqua, la complessità delle sue branchie e dei suoi
sensori ricettivi ed elaborativi, la squisita geometria delle sue squame, la gamma pressoché sconfinata
dei suoi colori sgargianti, vengono per sempre annientate con la morte dell’animale quando viene privato
dell’unica sua ricchezza, la vita, per un attimo di “piacere” che possono dare le sue carni martoriate.
Se un qualsiasi essere vivente non fosse in grado di accusare il dolore, se non avesse paura della morte
si autodistruggerebbe e nulla esisterebbe nel Cosmo. Il dolore, infatti, è ciò che accomuna tutti gli esseri
viventi: è come una lancia puntata dietro la schiena di ogni creatura che la sprona ad avanzare sulla
via dell’evoluzione acquisendo esperienza, memorizzando il pericolo e aguzzando l’astuzia in modo da
sfuggire al predatore.
Io invito tutti coloro che mangiano il pesce, tutti coloro che lo pescano, lo catturano, che lo vendono,
che lo cucinano, rispettate questi splendidi abitanti degli oceani: sono creature come noi di forma diversa.
Amate tutte le creature del mare, dalle balene alle meduse, non profanate la loro patria azzurra
e siate grati ai mari perché la nostra stessa vita dipende da essi. Apprezzate la sconfinata multiforme
bellezza degli abitanti marini. Perché interferite nella loro vita? Perché violentate la loro casa? Perché
seminate terrore, dolore e sangue nel mare? Che forse i pesci vengono nelle nostre case a prendere i
nostri figli per mangiarli? Come non restare stupefatti dalla bellezza e dell’eleganza di un pesce? Come
non provare ammirazione e rispetto per la perfezione di questo, come di qualunque altro, meccanismo
biologico risultato di miliardi di evoluzione? Quale armonia fisica, energetica e spirituale viene annientata
con l’uccisione di una creatura del mare? La complessità del meccanismo chimico-biologico di un
pesce riduce a poco più di un barattolo il più sofisticato computer.
Se il pesce fosse necessario alla nostra buona salute come si spiega l’ottima condizione di coloro che
non lo mangiano? Solo questo basta a capire che non vi è alcuna necessità di consumare pesce ma che
ci sono moltissime ragioni per smettere di mangiare ciò che danneggia non solo la nostra salute, il nostro
pianeta ma, soprattutto, la nostra coscienza.
Cosa c’è di sbagliato nell’assumere derivati del latte?
A cura del Physicians Commitee for Responsible Medicine -http://www.pcrm.org/
Molti Americani, alcuni vegetariani inclusi, continuano ad assumere grandi quantità di derivati del latte.
Di seguito elenchiamo otto importanti motivi per eliminare i latticini dalla propria dieta.
1-Osteoporosi
L’assunzione del latte è reclamizzata per la prevenzione dell’osteoporosi, sebbene la ricerca clinica pervenga
a conclusioni differenti. L’Harvard Nurses’ Health Study [1], che ha seguito clinicamente oltre
75.000 donne per dodici anni, ha mostrato che l’aumentato consumo di latte non avrebbe alcun effetto
protettivo sul rischio di fratture. Infatti, l’aumentata introduzione di Calcio attraverso latticini era associato
con un rischio di fratture più elevato. Uno Studio Australiano [2] è pervenuto al medesimo risultato.
Inoltre altri Studi [3, 4] non hanno evidenziato alcun effetto protettivo sull’osso da parte del Calcio
proveniente dai derivati del latte. Per ridurre il rischio di osteoporosi, va ridotta l’assunzione con la dieta
di Sodio e di Proteine animali [5,6], aumentato il consumo di frutta e verdura [8], l’attività fisica [9], e va
assicurato un adeguato introito di Calcio da fonti vegetali, come ad esempio la verdura a foglia verde ed
i fagioli, come pure prodotti addizionati di Calcio tipo i cereali per la colazione ed i succhi.
2-Malattie Cardiovascolari
I latticini -ivi inclusi formaggio, gelati, latte, burro e yogurt- contribuiscono significativamente ad elevare
il contenuto di colesterolo e grassi nella dieta [10]. Le diete ad elevato contenuto di grassi, soprattutto
grassi saturi, possono aumentare il rischio di parecchie malattie croniche, comprese le malattie
cardiovascolari. Una dieta a base di prodotti vegetali, povera di grassi e che elimini i derivati del latte, in
combinazione con attività fisica, abolizione del fumo e controllo dello stress, può non solamente prevenire
le malattie cardiache, ma addirittura renderne reversibile il decorso [11]. I derivati dalla frazione
non grassa del latte possono essere utilizzati, seppure siano responsabili di altri rischi per la salute, come
descritto oltre.
3-Cancro
Alcuni tumori, come ad esempio quello dell’ovaio, sono stati messi in stretta relazione con il consumo
di latticini. Lo zucchero contenuto nel latte, il lattosio, viene scisso nell’organismo ottenendo un altro
zucchero, il galattosio. A sua volta il galattosio viene ulteriormente catabolizzato da enzimi. Secondo
uno Studio del dr. Daniel Cramer e collaboratori a Harvard [12], quando il consumo di latticini eccede
quantitativamente la possibilità enzimatica di catabolizzare il galattosio, questo può accumularsi nel
sangue, e può danneggiare le ovaie femminili. Alcune donne possiederebbero inoltre livelli di questi
enzimi particolarmente bassi, ed il consumo regolare di derivati del latte può triplicare in loro il rischio
di sviluppare cancro ovarico.
I tumori della mammella e della prostata sono pure stati messi in relazione con il consumo di derivati
del latte, correlazione presumibilmente riferibile, almeno in parte, ad aumentati livelli plasmatici di un
composto denominato Insulin-like Growth Factor (IGF-I) [13, 14, 15]. Questo fattore, isolato nel latte
vaccino, è stato ritrovato a livelli plasmatici elevati nei soggetti che consumino regolarmente latticini
[16]. Altri principi nutritivi che aumenterebbero i livelli di IGF-I sono pure presenti nel latte vaccino. Uno
Studio recente mostra come soggetti maschili che presentino elevati livelli di IGF-I avrebbero un rischio
quattro volte maggiore di sviluppare cancro prostatico, quando confrontati con i soggetti nei quali i
38 39
livelli di questo fattore siano bassi [14].
4-Diabete
Il Diabete Insulino-dipendente (tipo I o Diabete Giovanile) è correlato al consumo di latticini. Studi epidemiologici
in diversi Paesi dimostrano la presenza di una forte correlazione tra l’uso di latticini e l’incidenza
di Diabete Insulino-dipendente [17, 18].
Alcuni Ricercatori nel 1992 [18] hanno individuato una proteina specifica del latte che innescherebbe
una reazione autoimmunitaria, che si pensa sia in grado di distruggere le cellule pancreatiche deputate
alla produzione di Insulina.
5-Intolleranza al Lattosio
L’intolleranza al Lattosio è un fenomeno comune in molte popolazioni, e negli USA colpisce circa il 95%
dei soggetti di origine Asiatica, il 74% dei Nativi, il 70% dei soggetti di origine Africana, il 53% dei soggetti
di origine Messicana, mentre colpisce il 15% dei soggetti di razza Caucasica [19]. La sintomatologia,
che include problemi gastrointestinali, diarrea e flatulenza, compare perchè l’organismo di questi
individui non possiede gli enzimi deputati alla digestione dello zucchero presente nel latte, il Lattosio,
appunto. In più oltre ad essere vittime di questi problemi, coloro che bevono latte rischiano di diventare
soggetti a rischio di sviluppare altre malattie croniche ed altri disturbi.
6-Tossicità da Vitamina D
Il consumo di latte non fornisce una fonte valida ed affidabile di Vitamina D nella dieta. Differenti campioni
di latte sono stati trovati contenere quantità molto variabili di Vitamina D, in alcuni campioni era
presente una quantità di Vitamina D cinquecento volte superiore a quella indicata, mentre altri campioni
di latte ne contenevano quantità insufficienti o questa Vitamina era addirittura assente [20, 21]. Un
eccesso di Vitamina D può essere tossico e può essere responsabile di un eccessivo aumento dei livelli
di Calcio in sangue ed urine, di aumentato assorbimento di Alluminio e di depositi di Calcio nei tessuti
molli (calcificazioni ectopiche, NdT).
7-Contaminazione
Ormoni sintetici come ad esempio il ricombinante dell’ormone della crescita bovino (rBGH), sono comunemente
usati nelle mucche da latte per aumentare la produzione di latte [13]. Visto che le mucche
producono quantità di latte in eccesso rispetto a quanto previsto dalla Natura, sono vittime di mastiti od
infiammazioni delle mammelle. Il trattamento di queste patologie richiede l’uso di antibiotici, e tracce
di questi farmaci e di ormoni sono stati rilevati in campioni di latte e di latticini. Altre sostanze che contaminano
frequentemente il latte sono i pesticidi ed altri farmaci.
8-Problemi per la salute dei bambini
Proteine del latte, Zuccheri del latte, grassi e grassi saturi presenti nei latticini possono essere causa di
rischi per la salute nei bambini, portando allo sviluppo di malattie croniche quali obesità, diabete e formazione
di placche arteriosclerotiche, causa in seguito di patologia cardiaca.
L’American Academy of Pediatrics raccomanda che ai bambini al di sotto dell’anno di vita non venga
somministrato latte vaccino intero, poichè la carenza di Ferro è più probabile quando la dieta sia ricca
di latticini. I prodotti del latte sono molto poveri di Ferro. Se dovessero costituire una grossa parte della
dieta, è più probabile si sviluppi una carenza di Ferro [10]. Le coliche addominali sono un ulteriore
problema correlato al consumo di latte. Un bambino su cinque soffre di coliche. I pediatri ne hanno
individuato da tempo la causa nel latte vaccino. Sappiamo ora che quando la madre che allatta al seno
il bimbo consumi latte vaccino, il bambino puo’ andare incontro a coliche addominali. Gli anticorpi della
mucca possono passare, attraverso il circolo ematico materno, nel latte materno stesso e da qui al bimbo
[22]. Inoltre le allergie alimentari appaiono essere comunemente causate dal consumo di latte, soprattutto
nei bambini. Uno Studio recente [23] mette anche in correlazione il consumo di latte vaccino
con la stipsi cronica del bambino. I ricercatori suggeriscono che il consumo di latte provochi ragadi od
altre lesioni perianali e severo dolore alla defecazione, provocando così stipsi.
Il latte ed i suoi derivati non sono necessari nella dieta e possono, in effetti, essere dannosi per la salute.
Consumate una sana dieta a base di granaglie, frutta, verdura, legumi, cibi fortificati quali i cereali ed i
succhi.
Questi cibi, carichi di principi nutritivi, possono aiutarvi a soddisfare le esigenze individuali di Calcio,
Potassio, Riboflavina e Vitamina D con facilità e senza rischi per la salute.
Fondata nel 1985, PCRM è un’organizzazione senza scopo di lucro, sostenuta da 5.000 medici e da
100.000 iscritti.
PCRM 5100 Wisconsin Ave., Suite 404
Washington, D.C. 20016
Phone: 202-686-2210, Fax: 202-686-2216, E-mail: pcrm@pcrm.org.
References
1. Feskanich D, Willett WC, Stampfer MJ, Colditz GAMilk, dietary calcium, and bone fractures in women: a 12-year prospective
study,Am J Public Health 1997 Jun;87(6):992-7.
2. Cumming RG, Klineberg RJ Case-control study of risk factors for hip fractures in the elderly,Am J Epidemiol 1994
Mar;139(5):493-503.
3. Huang Z, Himes JH, McGovern PG Nutrition and subsequent hip fracture risk among a national cohort of white women, Am
J Epidemiol 1996 Jul 15;144(2):124-34.
4. Cummings SR, Nevitt MC, Browner WS, Stone K, Fox KM, Ensrud KE, Cauley J, Black D, Vogt TM Risk factors for hip fracture
in white women. Study of Osteoporotic Fractures Research Group, N Engl J Med 1995 Mar 23;332(12):767-73.
5. Finn SC The skeleton crew: is calcium enough?, J Womens Health 1998 Feb;7(1):31-6.
6. Nordin CBE Calcium and Osteoporosis, Nutrition 1997;3(7/8):664-86.
7. Reid DM, New SA Nutritional influences on bone mass, Proc Nutr Soc 1997 Nov;56(3):977-87.
8. Tucker KL, Hannan MT, Chen H, Cupples LA, Wilson PW, Kiel DP Potassium, magnesium, and fruit and vegetable intakes
are associated with greater bone mineral density in elderly men and women, Am J Clin Nutr 1999 Apr;69(4):727-
36. (e-mail: tucker@hnrc.tufts.edu)
9. Prince R, Devine A, Dick I, Criddle A, Kerr D, Kent N, Price R, Randell A The effects of calcium supplementation (milk powder
or tablets) and exercise on bone density in postmenopausal women, J Bone Miner Res 1995 Jul;10(7):1068-75.
10. Pennington JAT Bowes and Churches Food Values of Portions Commonly Used, Lippincott 1998;17th ed, New York.
11. Ornish D, Brown SE, Scherwitz LW, Billings JH, Armstrong WT, Ports TA, McLanahan SM, Kirkeeide RL, Brand RJ, Gould
KL Can lifestyle changes reverse coronary heart disease? The Lifestyle Heart Trial,Lancet 1990 Jul;336(8708):129-33.
12. Cramer DW, Harlow BL, Willett WC, Welch WR, Bell DA, Scully RE, Ng WG, Knapp RC Galactose consumption and metabolism
in relation to the risk of ovarian cancer, Lancet 1989 Jul 8;2(8654):66-71.
13. Outwater JL, Nicholson A, Barnard N Dairy products and breast cancer: the IGF-I, estrogen, and bGH hypothesis, Med
Hypotheses 1997 Jun;48(6):453-61.
14. Chan JM, Stampfer MJ, Giovannucci E, Gann PH, Ma J, Wilkinson P, Hennekens CH, Pollak M Plasma insulin-like growth factor-
I and prostate cancer risk: a prospective study, Science 1998 Jan 23;279(5350):563-6. (e-mail: jmlchan@hsph.harvard.edu)
15. World Cancer Research Fund Food, nutrition and the prevention of cancer: a global perspective, American Institute of
Cancer Research 1997;Washington DC.
16. Cadogan J, Eastell R, Jones N, Barker ME Milk intake and bone mineral acquisition in adolescent girls: randomised, controlled
intervention trial, BMJ 1997 Nov 15;315(7118):1255-60.
17. Scott FW Cow milk and insulin-dependent diabetes mellitus: is there a relationship?, Am J Clin Nutr 1990 Mar; Vol
51(3):489-491.
18. Karjalainen J, Martin JM, Knip M, Ilonen J, Robinson BH, Savilahti E, Akerblom HK, Dosch HM A bovine albumin peptide as
a possible trigger of insulin-dependent diabetes mellitus, N Engl J Med 1992 Jul;327(5):302-7. Published erratum appears in
N Engl J Med 1992 Oct;327(17):1252.
19. Bertron P, Barnard ND, Mills M Racial bias in federal nutrition policy, Part I: The public health implications of variations in
lactase persistence, J Natl Med Assoc 1999 Mar;91(3):151-7.
20. Jacobus CH, Holick MF, Shao Q, Chen TC, Holm IA, Kolodny JM, Fuleihan GE, Seely EW Hypervitaminosis D associated with
drinking milk, N Engl J Med 1992 Apr 30;326(18):1173-7.
21. Holick MF Vitamin D and bone health, J Nutr 1996 Apr;126(4 Suppl):1159S-64S.
22. Clyne PS, Kulczycki A Jr Human breast milk contains bovine IgG. Relationship to infant colic?, Pediatrics 1991 Apr;87(4):439-44.
23. Iacono G, Cavataio F, Montalto G, Florena A, Tumminello M, Soresi M, Notarbartolo A, Carroccio A Intolerance of cow’s milk
and chronic constipation in children, N Engl J Med 1998 Oct 15;339(16):1100-4.
40 41
Consumo di latticini e rischio di Malattia di Parkinson
Chen H, O’Reilly E, McCullough ML, Rodriguez C, Schwarzschild MA, Calle EE, Thun MJ, Ascherio A.
Epidemiology Branch, National Institute of Environmental Health Sciences, Research Triangle Park, NC, USA.
Originale:
Chen H, O’Reilly E, McCullough ML, Rodriguez C, Schwarzschild MA, Calle EE, Thun MJ, Ascherio A. Consumption
of dairy products and risk of Parkinson’s disease., Am J Epidemiol. 2007 May 1;165(9):998-1006
Gli autori hanno condotto uno studio prospettico sull’associazione tra il consumo di latticini e il rischio
di Malattia di Parkinson tra 57.689 uomini e 73.175 donne dello studio sulla prevenzione del cancro
della Società Americana del Cancro. 250 uomini e 138 donne nel corso del follow-up (dal 1992 al 2001)
hanno sviluppato il Malattia di Parkinson.
Il consumo di latticini è risultato associato positivamente con il rischio di Malattia di Parkinson: rispetto
al quintile inferiore, i rispettivi rischi relativi per i quintili da 2 a 5 erano: 1,4, 1,4, 1,4, e 1,6 (intervallo
di confidenza al 95%: 1,1 - 2,2; p per trend = 0,05). Tra i consumatori di latticini, sia uomini che donne,
è stato trovato è un rischio maggiore, benchè l’associazione nelle donne apparisse non lineare. Una
meta-analisi di tutti gli studi prospettici ha confermato un rischio medio-alto di sviluppare il morbo di
Parkinson per coloro che fanno un consumo elevato di latticini.
Tra i soggetti facenti un consumo molto elevato di latticini il rischio relativo era di 1,8 (IC 95%: 1,4 - 2,4)
per i soli uomini, 1,6 (IC 95%: 1,3 - 2,0) per le sole donne e di 1,6 (IC 95%: 0,8 - 2,1) per entrambi i sessi.
Questi dati suggeriscono che il consumo di latticini possa aumentare il rischio di Malattia di Parkinson,
soprattutto negli uomini. Ulteriori ricerche sono necessarie per confermare questi dati e comprenderne
i meccanismi all’origine.
Commento a cura della Redazione di SSNV
Per questo ampio studio dell’Università di Harvard, oltre 130 mila soggetti sono stati seguiti per 9 anni.
In questo periodo è stato registrato il loro consumo di latticini ed, a 388 di loro, è stato diagnosticato
il Malattia di Parkinson. Lo studio aveva il fine di analizzare la possibile associazione tra il consumo di
latticini e la malattia. I risultati mostrano che un maggiore consumo di latticini aumenta il rischio di Malattia
di Parkinson in modo proporzionale con le quantità consumate. Il rischio derivante da tali prodotti
è risultato maggiore negli uomini che nelle donne. Nel caso peggiore, ovvero di un uomo che faccia un
consumo molto elevato di latticini, il rischio di contrarre la malattia è 1,8 volte superiore rispetto a un
uomo che ne faccia un consumo minimo.
Questo studio conferma i risultati di altre ricerche sull’argomento che sono giunti a conclusioni analoghe;
tuttavia il meccanismo fisiopatologico di questa associazione non è noto.
PMID: 17272289 [PubMed - indexed for MEDLINE]
IL POLLO
Al mercato o al supermarket è possibile comprare un pollo arrosto a pochi euro. Quindi già lavorato e
cucinato e con un ricarico anche da parte del commerciante. Il pollo in sé ha in pratica giusto il valore
di qualche monetina. Come viene da chiederselo rispetto a prodotti provenienti da paesi asiatici con
prezzi incredibilmente bassi, che ormai sappiamo ottenuti con sfruttamento di manodopera a basso
costo, lo stesso dovremmo fare quando vediamo della carne venduta a simili prezzi: come è possibile?
La risposta sta nei sistemi di allevamento intensivo. Abbiamo deciso di mostrarli con una video-indagine
girata all’interno di capannoni di fornitori dei principali produttori italiani, diffusa anche in prima
serata al Tg1 di mercoledì 4 ottobre. L’indagine in questione ha creato un certo scalpore, soprattutto per
alcune immagini in cui, con telecamere nascoste, sono stati ripresi operatori che maltrattano animali, li
prendono a calci e li caricano con violenza nelle gabbie per il trasporto verso il macello.
UnaItalia, associazione di riferimento del settore avicolo italiano, ha risposto dicendo che le immagini
“non sono assolutamente rappresentative di quanto accade negli allevamenti avicoli italiani” e che “non
è corretto far vedere dei casi isolati per far intendere che rappresentino le condizioni di vita della maggioranza
dei polli che finiscono ogni anno sulle tavole degli italiani”.
Ma la violenza che subiscono questi animali non è solo quella dei calci, che potrebbero forse anche essere
dei casi isolati, ma non per questo meno gravi. La violenza e il maltrattamento sono insiti nel modo
stesso in cui i polli vengono allevati, fin dal primo giorno di vita. Ed è quanto ci preme diventi oggetto
centrale del dibattito.
Perché al contrario di quanto dice Unaitalia la nostra indagine mostra proprio delle problematiche diffuse
negli allevamenti intensivi. Tra questi l’altissima densità in cui sono costretti i polli, la selezione genetica
che li ha spinti a ingrassare a velocità spaventosa, l’alta mortalità nei capannoni, l’utilizzo diffuso
di antibiotici a scopo preventivo.
In Italia nel 2016 sono stati macellati 525 milioni di polli (fonte Istat). Un numero impressionante, pari a
1000 polli al minuto. Il 99,5% di questi provengono da allevamenti intensivi (fonte Sinab), del tutto simili
a quelli raffigurati nel nostro video.
Ma ancor più impressionante è pensare a quanto spazio occuperebbero questi animali se dessimo loro
anche solo un metro quadrato per vivere, più o meno la superficie di un tavolino, non certo una situazione
di gran lusso: calcolando gli attuali cicli di crescita nell’arco di un anno i polli occuperebbero circa
un sessantesimo dell’intera superficie italiana.
Per questo motivo agli attuali ritmi di consumo un reale benessere degli animali non può minimamente
essere preso in considerazione e ai polli non viene concesso il lusso di un metro in cui vivere. Anzi, secondo
le normative in quello spazio di polli ce ne possono stare fino a 20. E le conseguenze dal punto di
vista fisico ed etologico sono molto gravi.
Secondo la ricercatrice Isabelle Estevez, autrice di una lunga ricerca sugli effetti della densità di popolamento,
i problemi più gravi insorgono dai 14-16 polli per metro quadrato in su. Problemi che non sono
solo comportamentali o difficoltà nell’arrivare a cibarsi e abbeverarsi, ma anche per la salute delle zampe,
piagate dal pavimento intriso dell’ammoniaca dovuta all’urina degli animali.
E non sono solo i metodi e gli spazi ad essere cambiati, ma anche gli animali stessi: i polli di adesso sono
completamente diversi da quelli che mangiavano i nostri nonni. Le razze selezionate per la crescita rapida
arrivano in poco più di un mese a 2,5 chili di peso, mentre negli anni 50 per arrivare a un massimo di
1,5 chili ci mettevano più di due mesi. In pratica si è quadruplicata la velocità produttiva. Immaginatevi
un bambino di pochi anni con il corpo e il peso di un adulto obeso e capirete com’è la vita di un pollo
d’allevamento.
Questa condizione li porta a passare gran parte del tempo in stato di immobilità e crea problemi di deambulazione,
dolori articolari, ascite, deformazioni ossee, tendiniti.
Tutto questo tralasciando la fine che fanno poi al macello.
Ecco che si scopre perché la carne di pollo costa poco: il prezzo più alto lo pagano gli animali.
Scegli tu!
COME MAI GLI UMANI MANGIANO I CADAVERI ?
Diventare vegani è un obbligo, per noi occidentali
Amiamo gli animali e crediamo che abbiano il nostro stesso diritto di stare al mondo. Spesso si dice che
essere “vegan” è una moda degli ultimi anni? La questione animale non coincide col veganismo ma è
nata con la stessa filosofia. Già Aristotele, Platone, Pitagora, Plutarco parlano della relazione tra uomo e
animali. Ma anche Cartesio o Heiddeger la affrontano. Possiamo dire che la questione animale è intrinsecamente
legata alla cultura umana. In una delle prime opere d’arte di cui abbiamo testimonianza, le
pitture nella Grotta di Chauvet, in Francia, troviamo raffigurati bisonti, mammut, rinoceronti, leoni, orsi,
cervi. E così via.
Il veganismo, invece, è un progetto culturale nato recentemente e strettamente legato al problema che
lo ha generato: lo specismo, nato con l’industrializzazione della produzione del cibo. Sintetizzando, possiamo
dire che nel dibattito sulla “questione animale” è diventato più stringente il tema del “mangiare o
42 43
meno gli animali”. Nella nostra società, la scelta “vegan” è la migliore. Noi occidentali, se vogliamo vivere
una vita giusta, abbiamo l’obbligo di diventare vegani. Non abbiamo altra scelta. L’uomo è un consumatore
di suolo e la scelta “vegan” a livello alimentare – ad esempio – è la soluzione più veloce per ridurre
il nostro impatto ambientale.
Come ci si spiega un clima abbastanza diffuso di “diffidenza” verso chi ha scelto uno stile di vita non
violento verso gli altri animali? L’animalismo è fatto anche di prese di posizioni radicali perché è nato
in ambienti radicali negli anni ’70. Per questo spesso fa fatica ad accettare cambiamenti positivi, ad
esempio nella situazione degli animali negli allevamenti o nelle tendenze di consumo. È abolizionista e
non riduzionista. Inoltre dobbiamo tenere conto che gran parte del nostro sistema economico si regge
sullo sfruttamento animale, e una critica a questo sistema è problematica. Bisogna poi sottolineare che
quando il sistema in cui si vive giustifica un tipo di violenza (in questo caso contro gli animali) è difficile
cambiare prospettiva. Per questo riteniamo che oggi essere animalisti sia una scelta di infelicità. Perché
è impossibile “integrarsi”, mescolarsi con altre culture e perché ogni giorno è fonte di sofferenza
nel sapere e vedere cosa accade agli animali. Per questo. Noi di ALAA lottiamo per cambiare questa
situazione! Diversamente la nostra attività non avrebbe senso se. L’animalismo è un esercizio di realtà,
oltre che di amore. Gli animali sono una fonte meravigliosa di scoperta del mondo, e nutrirsi di loro è
semplicemente una follia.
La vivisezione non serve: parola di vivisettori
Il bravo consumatore quando fa la spesa, controlla attentamente le etichette sulle quali sono indicati i
componenti e le caratteristiche del prodotto che sta per acquistare. Il bravo medico dovrebbe fare altrettanto
con i farmaci che prescrive.
Qualche giorno fa è arrivato nel mio studio l’informatore scientifico di una nota industria farmaceutica
per presentarmi un nuovo antiepilettico (oxcarbamazepina), recentemente commercializzato. Come
sempre succede, alla fine, mi ha lasciato la cosiddetta scheda tecnica, ossia la documentazione dettagliata
di tutte le caratteristiche del farmaco. Appena ho avuto un momento di tempo libero mi sono messo
a leggere la scheda tecnica e ho trovato diverse affermazione tanto interessanti quanto sconcertanti.
Inizialmente sono andato a vedere i dati riguardanti la tossicologia e come al solito ho trovato i risultati
ottenuti con l’LD50. E’ utile ricordare che questo test risale al 1927 e consiste nel somministrare ad alcuni
animali una certa dose della sostanza in fase di sperimentazione, fino a trovare la dose in grado di
uccidere il 50% degli animali trattati. I risultati riguardanti questa nuova molecola sono i soliti: “La tossicologia
acuta dell’oxcarbamazepina e dell’MHD [1] nell’animale da laboratorio è stata dimostrata essere
bassa. Dopo una singola dose orale dei due componenti, la LD50 variava tra 1240 mg/kg e più di 6000
mg/kg in funzione della specie studiata: topo, ratto, hamster cinese”.
Vale sempre la pena di osservare che tra il valore più basso e quello più alto vi è una differenza di sei
volte e che le specie impiegate sono tutte e tre roditori e quindi, teoricamente, dovrebbero comportarsi
in maniera abbastanza simile. Tutto ciò dimostra che non sono paragonabili, da un punto di vista biologico,
nemmeno specie tra loro affini.
Proseguendo nella lettura della scheda tecnica si legge: “Non sono stati inoltre ritrovati effetti teratogeni
nel topo e nel coniglio. In uno dei due studi condotti nel ratto, oxcarbamazepina, a dosaggi giornalieri
pari a 300 mg/kg e 1000 mg/kg, ha causato effetti teratogeni correlati alla dose”.
Anche in questo caso si conferma la teoria, ormai ampiamente dimostrata, che cambiando la specie
animale cambiano anche i risultati. Così oxcarbamazepina risulta teratogena in una specie, ratto, ma
non nelle altre due, coniglio e topo. Importante sottolineare un altro aspetto: solo in una ricerca su due
nei ratti il farmaco si è dimostrato teratogeno. Ciò dimostra che non solo cambiando la specie, variano i
risultati, ma basta semplicemente cambiare il ceppo per ottenere effetti significativamente diversi.
Le affermazioni più interessanti però devono ancora venire. Nel paragrafo riguardante la gravidanza e
l’allattamento si legge:
“Uno studio tossicologico condotto nel topo da Bennet e al. (1996) ha messo in evidenza che la somministrazione
per via orale di oxcarbamazepina alla dose di 1100 mg/kg (dose massima tollerata) dal 6°
al 18° giorno di gestazione ha indotto un’incidenza di malformazioni dell’8% contro il 5% osservato nel
gruppo dei controlli. Tale differenza non ha raggiunto la significatività statistica, (p > 0.05) ma, pur tenendo
conto delle differenze nel trasporli alla gravidanza umana, questi dati suggeriscono di utilizzare
il farmaco in gravidanza soltanto se strettamente necessario”.
Successivamente compaiono le solite due affermazioni, ormai comuni a tutte le schede tecniche dei
nuovi farmaci:
“Non vi sono dati per stabilire la sicurezza di Tolep(2) nella gravidanza umana ? Analogamente, non ci
sono dati per stabilire la sicurezza di Tolep durante l’allattamento. Non si può escludere la possibilità di
effetti collaterali nel bambino”.
Ma allora cosa hanno sperimentato sugli animali, se poi ammettono per iscritto che i dati che hanno
ottenuto non sono trasportabili al genere umano? In questo caso la storia ci viene in aiuto. Tutte le volte
che una industria è stata portata in tribunale per risarcire i danni provocati da un suo farmaco, i dirigenti
si sono sempre difesi affermando che sugli animali quegli effetti collaterali non si erano verificati, ma, si
sa che gli esseri umani non si comportano come gli animali. Ecco quindi che nel caso dell’oxcarbamazepina
l’industria farmaceutica mette già le mani avanti e scarica subito ogni responsabilità se si dovessero
verificare effetti collaterali non attesi con la sperimentazione animale. Inoltre affermare che non esistono
dati sulla sicurezza nella gravidanza equivale ad affermare che le ricerche sugli animali non servono
a nulla, come dicono sempre gli antivivisezionisti.
Da osservare infine il tentativo dialettico di giustificare l’aumento delle malformazioni congenite nei
topi, affermando che non è statisticamente significativo, essendo passato dal 5% al 8%. Se questo dato,
per caso, dovesse essere confermato anche negli esseri umani, cosa potremmo dire a quel 3 % di madri
che avranno un figlio malformato a causa del farmaco che hanno assunto: “Signora, ci spiace, ma è caduta
proprio in quel 3% non significativo di malformazioni.
Il massimo dell’ipocrisia si raggiunge però quando vengono presentati i dati preliminari di sicurezza.
“Sia i ratti che i topi mostrano un lieve aumento dell’incidenza di tumori epatici dose-dipendenti dopo
2 anni di trattamento con oxcarbamazepina ? D’altro canto, l’aumento dei tumori epatici visti con oxcarbamazepina
sembrerebbe essere speciespecifico nel roditore e non collegato all’uomo. Inoltre, il metabolismo
dell’oxcarbamazepina è molto diverso negli animali da esperimento rispetto all’uomo, in quanto
la riduzione al metabolita MHD rappresenta solo una minore via di metabolizzazione”.
Prima osservazione. Cosa vuol dire “sembrerebbe essere specie-specifico”? Perché l’uso del condizionale?
Dopo una sperimentazione che poggia su basi scientifiche si può dire “è specie-specifico” oppure
“non è specie-specifico”. Se però uso il condizionale vuole dire che dalla sperimentazione non ho ricavato
dati attendibili.
Se poi ipotizzo un diverso comportamento tra gli animali e gli esseri umani, vuole dire che dopo gli
animali ho sperimentato anche sugli esseri umani e mi sono accorto che questi reagiscono in maniera
differente. Ma allora torniamo alla domanda iniziale: “perché sperimento sugli animali se poi devo ripetere
le stesse ricerche sugli esseri umani per essere sicuro dei risultati”? Infine l’ultima affermazione è
veramente scandalosa. Quando negli animali non si verificano effetti collaterali, i vivisettori affermano
che si può stare sicuri. Quando i farmaci nelle ricerche sugli animali manifestano effetti collaterali seri, i
vivisettori dicono che non bisogna preoccuparsi perché il metabolismo degli animali è differente rispetto
a quello degli esseri umani. Ma allora cosa serve la vivisezione, se in ogni caso, anche quando si sono
dimostrate rischiose negli animali, le sostanze in fase sperimentale vengono comunque somministrate
anche agli esseri umani?
Sono da tempo convinto che la vivisezione sia utile solo a chi la pratica. Esiste però un aspetto che proprio
non riesco a sopportare: l’ipocrisia. E le affermazioni scritte sulla scheda tecnica dell’oxcarbamazepina
sono scandalosamente ipocrite.
Note
1)Monoidrossiderivato. E’ il metabolica dell’oxcarbamazepina.
2)Nome commerciale dell’oxcarbamaxepina
44 45
Estate bollente per il mondo della ricerca biomedica italiana. Dopo le accese polemiche scatenate
dall’approvazione alla Camera, lo scorso 31 luglio, della delega al Governo che recepisce, inasprendola,
la Direttiva europea “Sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici”, un’altra iniziativa rischia
di alimentare ancor di più il dibattito. Una petizione popolare, battezzata “Stopvivisection”, che proprio
in questi giorni ha superato il traguardo delle 500mila firme, chiede alla Commissione europea l’abrogazione
della Direttiva appena licenziata dagli Stati membri e la presentazione di una nuova “proposta
finalizzata al definitivo superamento della sperimentazione animale”. Promossa lo scorso anno da un
gruppo di studiosi, associazioni di animalisti e parlamentari europei, l’iniziativa popolare ha l’obiettivo
di raggiungere entro l’1 novembre il milione di firme, traguardo a partire dal quale la Commissione europea
è obbligata ad analizzare le richieste dei cittadini entro tre mesi dal deposito delle firme.
La Lav: “La sperimentazione animale è un clamoroso errore metodologico”. Le associazioni animaliste
come la Lav si mostrano soddisfatte che il tema della sperimentazione animale sia sempre più al centro
del dibattito pubblico, ma considerano le nuove norme solo un primo passo. E rilanciano, schierandosi
a favore della petizione europea: “Dopo un’iniziale perplessità sui tempi scelti, sosteniamo attivamente
con la raccolta firme l’iniziativa “Stopvivisection” – afferma il presidente della Lav Gianluca Felicett -. È
una delle strade positive da praticare contro la vivisezione. Un termine, questo, usato come sinonimo
di sperimentazione sugli animali anche da autorevoli dizionari scientifici e che crea paura perché evoca
purtroppo la realtà. Fino ad oggi, secondo i dati ufficiali sottostimati, un esperimento su quattro è stato
condotto senza anestesia”. Quanto al testo approvato dal Parlamento, la Lav lo considera ancora carente:
“Il testo rappresenta certamente la base per una legge realmente migliorativa per i quasi 900mila
animali utilizzati ogni anno in Italia. Un punto di partenza per altri cambiamenti. Ma – precisa Felicetti
– non è equilibrato, in quanto non prevede ancora l’abolizione dell’uso degli animali. La sperimentazione
animale è, infatti, un clamoroso errore metodologico, con tutti i rischi quindi di essere inaffidabile e
fuorviante sul piano scientifico: nessuna specie vivente può essere considerata un modello umano semplificato
a causa delle enormi differenze genetiche, anatomiche, biologiche, metaboliche, psichiche ed
etologiche che le contraddistinguono. E così ciò che risulta innocuo negli animali può essere tossico per
l’uomo. Gli animali da laboratorio, spesso frutto di manipolazioni genetiche, – sottolinea il presidente
della Lav – talvolta differiscono perfino dai loro simili in libertà. Anche le malattie indotte sugli animali a
fini sperimentali sono diverse dalle patologie che si manifestano naturalmente”.
Il mondo della ricerca è in allarme: “Mistificazioni e inganni sulla reale situazione dei laboratori”. Il mondo
della ricerca è in allarme. Gli scienziati, che non ci stanno a essere descritti alla stessa stregua di assassini
o torturatori, giudicano il nuovo testo approvato dal Parlamento un ennesimo colpo alla ricerca italiana,
già fortemente penalizzata dagli esigui finanziamenti e dal fenomeno della fuga dei cervelli. “È bene
chiarire alcuni termini per non cadere in trappole linguistiche e culturali – commenta Carlo Alberto Redi,
accademico dei Lincei e professore di Zoologia e Biologia dello sviluppo presso l’Università di Pavia -. Va
subito precisato, per non falsare un necessario e utile confronto di posizioni, che purtroppo molti degli
attivisti contrari all’impiego degli animali nella ricerca biomedica usano il termine vivisezione in modo
del tutto inappropriato. La vivisezione è una pratica criminale, vietata da molti decenni dalla legge e che
oggigiorno ha, per fortuna, solamente un significato storico. È un termine carico di emotività che viene
associato ad immagini terribili (di cui spesso non è nota la provenienza), che impressionano il grande
pubblico e non aiutano a sviluppare un utile dibattito tra i cittadini, mistificando e ingannando sulla
situazione che in realtà è presente nei laboratori di ricerca. A riguardo, va ribadito che gran parte delle
conoscenze scientifiche in base alle quali un medico può svolgere la sua attività a salvaguardia della
salute dei cittadini deriva proprio dalla sperimentazione animale”.
Garattini, Airc, Telethon, Accademia dei Lincei contro decisione della Camera. Una delle prime voci a
levarsi contro la nuova legge italiana è quella di Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche
Mario Negri, che ha immediatamente criticato la decisione della Camera, attirandosi le ire di
alcuni gruppi animalisti, che hanno contestato allo studioso la partecipazione al Festival della mente
di Sarzana, sebbene la sua conferenza vertesse su altri temi. L’intervento del farmacologo, di fronte a
una platea di 800 persone, alla fine si è svolto secondo programma. Lo studioso ha parlato per un’ora
e risposto per un’altra ora alle domande del pubblico, interrotto solo per alcuni minuti da tre attiviste
che, eludendo il cordone di sicurezza, sono riuscite a entrare nella sala conferenze e a gridare slogan
di scherno all’indirizzo del relatore per le sue posizioni sulla sperimentazione animale. All’esterno, intanto,
altri attivisti hanno esposto cartelli e striscioni. Tra loro alcuni esponenti locali de Movimento 5
Stelle, che hanno alla fine invitato Garattini a un dibattito pubblico sul tema. Alle critiche di Garattini si
aggiungono quelle di migliaia di studiosi dell’Airc, di Telethon, dell’Accademia dei Lincei, o del Gruppo
2003 che raccoglie i ricercatori italiani con all’attivo il maggior numero di citazioni sulle riviste scientifiche,
che hanno firmato un appello rivolto al Governo – cui è indirizzata la delega del Parlamento e cui
spetta adesso predisporre un regolamento di attuazione – affinché tuteli la ricerca italiana. Minacciano,
altrimenti, di avviare una procedura d’infrazione di fronte all’Ue. Secondo gli studiosi, infatti, “sul piano
tecnico il testo intacca uno dei pilastri fondativi dell’Unione, l’armonizzazione delle regole nei diversi
Stati. E su quello scientifico, potrebbe mettere la ricerca italiana fuori dall’Europa”. I ricercatori lamentano,
inoltre, “la totale assenza di consultazione della comunità scientifica da parte del Legislatore”. Il
presidente della Lav respinge al mittente queste critiche, bollate come “difesa di posti di potere da parte
di alcuni scienziati atterriti dal cambiamento in atto da tempo in altri Paesi”.
Ma cosa prevede il testo di Bruxelles e perché gli scienziati ne difendono lo spirito? “La Direttiva europea
è stata studiata a lungo, discussa in molte sedi istituzionali, compresa l’Italia – ragiona Redi – e il testo
finale è un corretto compromesso tra la necessità della sperimentazione animale e il rispetto per gli animali”.
Il provvedimento, nello specifico, vieta che le procedure sulle cavie siano svolte senza anestesia,
nel caso in cui il dolore superi quello di un’iniezione. Fissa gli standard per l’allevamento e chiede che i
ricercatori ottengano l’ok di un’autorità competente prima di effettuare i test. Ma, al contempo, ammonisce
i Paesi dell’Unione a non introdurre norme più restrittiveProprio su quest’ultimo punto si concentrano
le critiche degli scienziati, secondo i quali questo aspetto sarebbe stato disatteso. “Come ricercatori
siamo preoccupati del modo in cui l’Italia ha recepito la Direttiva comunitaria sulla sperimentazione
animale – si legge nell’appello promosso dal Gruppo 2003 – tradendone di fatto lo spirito e vietandola
in ambiti importanti della ricerca di base e della biomedicina, pur con i giusti richiami al benessere animale
e ai conseguenti controlli. Occorre fermare questo stravolgimento. La Direttiva Ue – sottolineano
gli studiosi – non vieta, infatti, l’utilizzazione degli animali ma indica i principi da rispettare nel loro uso
e nell’allevamento a fini sperimentali. Se applicati, i divieti contenuti nel testo licenziato dalla Camera
produrranno inevitabilmente il blocco dei finanziamenti, sia futuri che quelli già attribuiti alla ricerca di
base, e di fatto l’impossibilità di praticarla”.
Contraria, invece, a un “recepimento-fotocopia” della Direttiva la Lav: “La miglior riprova che il testo salva
animali licenziato dalla Camera è importante è data proprio dall’opposizione che ha ricevuto. Come
immediata conseguenza – precisa Felicetti – sarà chiuso per sempre l’allevamento Green Hill e non vedremo
mai più il nostro Paese complice nell’ospitare questo tipo di lager”.
Ma quali sono nello specifico i divieti introdotti dal Parlamento? Il nuovo testo italiano prevede che
prima di ogni iniezione (come i prelievi di sangue) alle cavie sia somministrato un sedativo per bocca
(eccetto per i test su anestetici e analgesici). Vieta l’allevamento e l’uso di cani, gatti e primati. Sancisce
il divieto di utilizzare gli animali “per gli esperimenti bellici, per gli xenotrapianti e per le ricerche su
sostanze d’abuso, negli ambiti sperimentali e di esercitazioni didattiche, ad eccezione dell’alta formazione
dei medici e dei veterinari”. Questo punto, in particolare, allarma molto gli studiosi. Con il termine
xenotrapianti, infatti, secondo gli esperti non s’intende solo la sostituzione di organi interi da una specie
all’altra, ma anche il trapianto di un piccolo numero di cellule dei tumori dell’uomo nei roditori, uno dei
metodi più adoperati per testare nuove terapie oncologiche personalizzate. “Si tratta di ulteriori appesantimenti
e restrizioni al testo originario, che pongono ancora una volta limiti non razionali alla ricerca
scientifica italiana – spiega Redi -. È opportuno ricordare che la sperimentazione animale è già condotta
nel rispetto di rigide regole: ogni programma di ricerca deve, infatti, essere approvato dal veterinario
incaricato dal ministero della Salute e gli stabulari sono controllati da ispettori delle Aziende sanitarie
locali, al fine di assicurare l’assenza di pratiche dolorose per gli animali. Occorre controbattere – incalza
lo scienziato dei Lincei – alla diffusione di informazioni parziali e distorte, fare conoscere la realtà e impedire
interpretazioni non corrette delle norme sulla sperimentazione animale”.
La Lav: “Esistono metodi alternativi”, Redi: “Sperimentazione animale indispensabile”.Il Governo ha an46
47
che accolto un ordine del giorno che lo impegna, indicando dove attingere le risorse, a “sviluppare approcci
alternativi idonei a fornire lo stesso livello o un livello superiore di informazioni rispetto a quello
ottenuto nelle procedure che usano animali”. Un punto carente, secondo la Lav, in quanto “interpretabile
nella sua traduzione in legge – critica Felicetti -. Esistono centinaia di metodi alternativi alla sperimentazione
animale: i modelli informatici, le analisi chimiche, le indagini statistiche (come l’epidemiologia
e la metanalisi), gli organi bioartificiali, i microchip al Dna e i microcircuiti con cellule umane. Nei crash
test di automobili o nei test di gravidanza, ad esempio, oggi non si utilizzano più animali. È indispensabile
– sottolinea il presidente della Lav – promuovere maggiori investimenti nella ricerca senza uso di
animali e istituire un registro ufficiale aggiornato di questi metodi. Altrettanto importante è favorire la
cultura della prevenzione: uno stile di vita sano, una corretta alimentazione, anche questa senza fare uso
di animali, può essere un valido aiuto. Nessun compromesso – chiosa Felicetti – sarà possibile, finché
l’uso degli animali non sarà abolito”. I pareri restano molto distanti. “I ricercatori sarebbero senz’altro
pronti a rinunciare alla sperimentazione animale, se questa non fosse indispensabile – spiega Redi -. Ma
la notevole espansione delle ricerche biomediche a livello cellulare e molecolare verificatasi negli ultimi
decenni non ha, purtroppo, eliminato la necessità della sperimentazione animale”.
Per i più attenti ma non per tutti è scontato che l’umano è il più grande assassino e crudele essere che
abita questo pianeta. Noi come associazione ci premuriamo e ci preoccupiamo di alimentare, soccorrere
e curare, nel nostro caso i gatti. Ma potrebbe trattarsi di qualunque altro animale. In quanto Volontari
dovremmo avere la consapevolezza della situazione, abientale e animale, perchè l’uno è legato all’altro,
In quanto consapevoli “sentiamo il grido di dolore di un animale” che può essere un cane, una mucca
un cavallo, avendo empatia con la specie animale ne proviamo compassione e ne percepiamo il suo
dolore, quando soffre e viene scannato, la compassione appunto, a cosa serve salvare al momento un
animale se appena gira l’angolo c’è qualcuno che gli da un calcio, una legnata o lo investe; oppure se lo
mangia. Ed è qui il discorso che se si vogliono veramente difendere gli animali, bisogna difendere l’ambiente
e per difendere l’ambiente, gli animali e l’uomo suo malgrado bisogna difendere ed equilibrare
il fattore alimentare, educare la gente a nutrirsi in modo sano e coscienzioso; cosa per nulla semplice,
in quanto dietro tutto queste situazioni ci sono dei forti interesse di miliardi, cifre che fanno girare la
testa, l’agroalimentare che è l’argomento che si sta cercando di illustrare, dai commercianti, contadini,
finanza, multinazionali, mafia e anche settori della scienza, tutti interessati per quanto concerne l’agroalimentare.
E’ ovvio che tutta questa gente che al posto del cuore ha il portafoglio, gente avida di denaro,
non può certo avere compassione e empatia per la vita degli altri esseri vivente, neanche per se stessi e
i loro figli. Dal momento che ogni cosa viene sofisticata e avvelenata: aria, acqua, terra, animali, vegetali
e persone. Volendo parlare solo dell’Italia la situazione attuale ufficiale è la seguente, in realtà è molto
peggio.“Dalla carne alla frutta, dai ristoranti ai supermercati, il volume d’affari delle agromafie è salito a
21,8 miliardi di euro con un balzo del 30% nel 2017 con attività che riguardano l’intera filiera del cibo,
della sua produzione, trasporto, distribuzione e vendita”. Lo afferma la Coldiretti, in riferimento all’operazione
congiunta condotta da carabinieri e guardia di Finanza nel palermitano per attività illecite dirette
anche a piazzare la carne di una ditta amica nei supermercati a un prezzo più caro. “Le mafie – spiega la
Coldiretti – condizionano il mercato agroalimentare stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti
e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati, l’esportazione del nostro vero o falso
Made in Italy, la creazione all’estero di centrali di produzione dell’Italian sounding e lo sviluppo ex novo
di reti di smercio al minuto”. In questo modo “la malavita si appropria – conclude la Coldiretti – di vasti
comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero
mercato legale ( il libero mercato sarebbe in stramaggioanza quello delle multinazionali ove c’è la finanza
che sono i peggiori mafiosi del mondo in quanto agiscono su di un piano globale, sottraendo terre
e cacciando via i suoi abitanti, causando anche l’emigrazione) e soffocando l’imprenditoria onesta, ma
anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto
di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy”.
Lo rileva il rapporto dell’Osservatorio sulla Cooperazione agricola italiana: un quarto dell’ortofrutta e
della carne made in Italy deriva da imprese mutualistiche. Ecco costoro chiamano carne coloro che noi
riteniamo esseri viventi.
Ed ancora “Agroalimentare, sfiora 35 mld il business delle cooperative “
Con un fatturato di quasi 35 miliardi di euro, pari al 23% del giro d’affari dell’alimentare italiano, il mondo
cooperativo rappresentato da 4.703 imprese e oltre 91 mila addetti genera un quarto dei ricavi complessivi
del settore, ottenuti attraverso la lavorazione e trasformazione di una quota pari al 32% della
materia prima agricola italiana, per un valore di 16,1 miliardi di euro.
Di seguito alcune informazioni di come i “padroni del mondo” hanno rovinato non solo la vita del pianeta
ma anche la nostra stessa esistenza e qui tutti a lucrare, dall’agroalimentare, case farmaceutiche,
finanza e banche e politici corrotti.
L’INGANNO DEL COLESTEROLO “BUONO” E “CATTIVO”
Scopri dalle tue analisi del sangue che il livello del colesterolo è a 300 . Ti viene il panico mentre ascolti
le istruzioni del tuo medico riguardo la necessità di abbassare immediatamente il livello dell’LDL, il colesterolo
“cattivo”! Medicine? Esiti, perché hai sentito parlare degli effetti negativi delle statine sulla salute,
ad esempio sul cuore, sul fegato, poi della perdita di memoria ….. forse dovresti evitare di mangiare le
uova ed i grassi saturi, poi forse andrà meglio….? Magari pensi di dover prendere anche degli integratori
che abbassino il colesterolo.
RELAZIONE PATOGENETICA TRA DIABETE DI TIPO 1 E IL LATTE VACCINO
Nel 1993, lo scienziato Bob Elliott notò che i bambini della Samoa che andavano a vivere in Nuova
Zelanda erano molto suscettibili al diabete di tipo 1, mentre quelli che restavano nelle isole di Samoa
avevano un’incidenza molto bassa di questa patologia. La differenza può essere espressa solo da un
fattore ambientale o di alimentazione. Elliott sospettò che fosse correlata al consumo di latte, che era
più basso a Samoa.
Quindi studiò la biochimica e composizione del latte vaccino.
LATTE PATRIMONIO DELL’UMANITA? A QUANDO IL WHISKY?
“Il latte deve diventare patrimonio Unesco”.
Questa è la proposta lanciata da Assolatte in vista del World Milk Day del primo giugno.
La bevanda più diffusa al mondo, dopo l’acqua e forse prima della Coca-Cola, è fondamentale per la
sopravvivenza di 750 milioni di persone, dicono le associazioni al soldo delle lobby.
DIETOLOGI E NUTRIZIONISTI TELEVISIVI: PEGGIO DELLA GUERRA
Io non sono medico, non sono chimico, non sono biologo, ma ho letto biblioteche intere di testi di ricercatori
e scienziati indipendenti di chiara fama mondiale, che riguardano la scienza della nutrizione e
l’anatomia comparata e ho capito che l’informazione pubblica in materia di alimentazione è in gran parte
falsa e fuorviante e che questo genera un danno enorme in quella parte di popolazione che ancora
crede che i media siano al servizio della gente.
ZUCCHERO IL KILLER SILENZIOSO?
“Dalla barbabietola o dalla canna da zucchero viene estratto il succo zuccherino grezzo che è sottoposto
a complesse trasformazioni industriali.
Per la prima depurazione viene fatta l’aggiunta di latte di calce che ne provoca la perdita e la distruzione
di sostanze organiche, proteine, enzimi e sali di calcio.
In seguito il prodotto viene trattato con anidride carbonica per eliminare la calce che è rimasta in eccesso,
quindi subisce ancora un trattamento con acido solforoso per eliminare il colore scuro.
Successivamente viene sottoposto a cottura, raffreddamento, cristallizzazione e centrifugazione.
DA DOVE OTTENGONO LE PROTEINE I VEGETARIANI?
Da dove ottengono le loro proteine atleti come Seba Johnson (atleta vegana, attrice e scrittrice), Rob
48 49
Bigwood (atleta vegano, braccio di ferro Pro), George Hackenschmidt (the Russian Lion – Wrestler vegano/
crudista)? O ancora attori famosissimi come Pamela Anderson, Tommy Lee, Natalie Portman, Anne
Hathaway, Brad Pitt?
George Hackenschmidt, con un peso di 220libre (circa 100kg), ha girato il mondo, in competizione con i
piú grandi wrestler del suo tempo. Secondo il Dr. George R. Clements, la sua dieta consisteva in: colazione-
lattuga e 5 o 6 noci, primo pasto- frutta fresca, secondo pasto - verdura fresca cruda.
CANCRO IN AUMENTO TRA I CONSUMATORI DI CARNE
In particolare tra gli immigranti che consumano cibo che proviene da animali malati.
D’altra parte, italiani e cinesi, praticamente vegetariani mostrano la mortalità più bassa di tutti.
Gli scienziati di Chicago sono fortemente interessati al risultato dello studio durato due anni sui tumori
nella stessa città, ricerca del Dr. G. Cooke Adams di Londra e precedentemente di Australia, ha appena
reso pubblico attraverso il Dipartimento per la Salute pubblica.
I CINESI DEL CHINA STUDY STANNO DIVENTANDO TUTTI DIABETICI
Spieghiamo innanzitutto che The China Study è uno studio eseguito dal dottor Colin Campbell e colleghi
della Cornell University. Utilizzando dati epidemiologici cinesi effettuati tra gli anni 1972 e il 1974,
su quasi 800 milioni di cinesi, questo studio spiega il rapporto tra alimentazione e sviluppo di malattie
degenerative e cancro.
Una mole faraonica e rara di dati, perché non capita tutti i giorni di poter studiare attentamente la vita
dei contadini cinesi, in un periodo in cui vivevano lontanissimi dall’inquinamento delle città, mangiavano
legumi, fibre, cibi assolutamente naturali e integrali, con una quantità risibile di proteine, ed erano
costretti a muoversi a piedi. I dati non lasciano spazio a dubbi: queste persone si ammalavano molto
meno di malattie degenerative e di cancro rispetto ad altri cinesi che si muovevano poco e mangiavano
i cibi raffinati.
HOLLYWOOD: STORIE D’INTOLLERANZE AL LATTE
Harrelson da ragazzo aveva sofferto uno stato di raffreddamento continuo, acne e problemi cutanei ricorrenti,
che si risolsero solo quando decise di seguire il consiglio di una signora, che incontrava sempre
sull’autobus, di provare per un periodo a non consumare latte. Il raffreddamento e il gocciolamento del
naso scomparvero immediatamente. Dopo una settimana si era liberato di tanti problemi che erano
stati cronici, dice l’attore. «La congestione e la sinusite migliorarono rapidamente. Mi sembrava persino
che il mio udito fosse migliorato; potevo respirare meglio. Recuperai energie ed entusiasmo.
CASEINA: PROBLEMA FLEMMOSO 29/12/2013
La caseina è una molecola costituita da circa 210 amminoacidi. Come risultato di una digestione non
ideale della caseina, alla cellula non arrivano i singoli amminoacidi sciolti, arrivano invece dei frammenti
alquanto lunghi di proteina, che interagiscono con i recettori insulinici sulla superficie della cellula.
Osservando separatamente gruppi di consumatori di latte da gruppi di non consumatori, si nota che i
primi hanno valori di resistenza insulinica tre volte superiori.
Infatti la proteina del latte di mucca ha la capacità di creare vere e proprie interferenze cellulari ed endocrine.
Nessun altro prodotto del supermercato dà risultati di tale portata, nemmeno lo zucchero bianco!
CIBI AVVELENATI IN UNA SOCIETA’ TERMINALE
Ci sono più di cinquemila specie di mammiferi sul pianeta Terra, ma solo una di loro è pazza. Non vi è
che una specie di mammiferi che volutamente avveleni (e pure i suoi figli), iniettando tossine, sostanze
chimiche neurolesive nella maggior parte dei membri della specie. Detta specie è, naturalmente, l’Homo
Sapiens. Se ci si guarda intorno per il pianeta, si vedono decine di migliaia di specie di mammiferi,
uccelli, rettili e insetti. Cinque cose che tutti questi hanno in comune è che nessuno di loro mangia
alimenti trasformati. Mangiano, non trasformati, alimenti crudi dalla natura. Nessuno di loro prende
farmaci. Nessuno di loro inietta la prole con vaccini tossici tenuti insieme con prodotti chimici nascosti.
Nessuno di loro pratica l’agricoltura meccanizzata chimica e la monocoltura. Nessuno di loro vive in
mondi deliranti di internet o TV.
SINTOCARNE PER SINTOCERVELLI
Nonostante l’ambito di ricerca del professore siano i problemi vascolari, quello che ha interessato la
popolazione in generale è stato l’ “Hamburger Project”, un progetto che sarebbe stato finanziato da un
filantropo anonimo con una donazione di 300 mila euro, con lo scopo di produrre carne partendo da
cellule staminali di bovino.
REGOLAZIONE CHIMICA DEL CORPO E L’ORIGINE DI TUTTE LE MALATTIE
L’equilibrio acido-base è uno degli equilibri più importanti per la vita dell’uomo. Regola, praticamente
tutto: respirazione, circolazione, digestione, escrezione, difese immunitarie, produzione ormonale. I
processi biologici e biochimici che avvengono nell’organismo umano, sono processi elettrochimici che
necessitano di un determinato pH.
Nelle 100.000 miliardi di cellule che costituiscono l’uomo, il ricambio degli acidi e delle basi è costantemente
in atto: ognuna di queste cellule produce energia, e il risultato la produzione anche di acido
carbonico, al quale si aggiungono altri acidi che assumiamo con il cibo o che si formano dopo la loro
metabolizzazione.
IL PANINO IMMORTALE 22/07/2013
La fotografa Sally Davies ha deciso di verificare con mano se è vero che i panini McD sono per così dire
“immortali”. Per questo motivo sabato 10 aprile 2010 si è recata al McDonald’s più vicino e ha ordinato
un bel Happy Meal, il panino dedicato ai bambini. Senza mangiarlo, l’ha messo sopra un piatto e ha atteso,
fotografandolo ogni giorno, con pazienza la sua decomposizione. Purtroppo per lei, ad oggi, dopo
3 anni e 3 mesi circa, sta ancora attendendo! In un qualsiasi prodotto alimentare, la decomposizione è
un processo normalissimo, quindi come sono fatti questi panini?
BATOSTA STORICA ALL’INSULINISMO MONDIALE 22/07/2013
ESISTE UN INSULINE SCORE, O UN PUNTEGGIO INSULINICO DA CARNE, CHE SOVRASTA DI MOLTO
L’INDICE GLICEMICO
Bisogna sapere che, malgrado il loro indice glicemico (IG) “troppo basso per essere definito”, alcuni alimenti
(in particolare: carne, pesce, uova e latticini) hanno la capacità di indurre il pancreas a secernere
molta insulina, cioè hanno un indice insulinico (IS, da “insulin score” o punteggio insulinico) elevato e
non correlato all’IG.
SALUTE, I DUBBI DEI MEDICI RUSSI SUL CONSUMO DI LATTE: “GRASSO E ALLERGENICO” 8/07/2013
I camici bianchi partono da un fatto: la nota Harvard Medical School ha eliminato il latte dall’elenco dei
prodotti salutari. Le mucche, per esempio, producono latte per 300 giorni all’anno, e per questo scopo
vengono nutrite con mangimi speciali, mentre una mucca naturalmente darebbe latte per non più di
180 giorni all’anno. Mentre in Italia il latte è argomento di campagna elettorale, dato che le quote latte
– secondo una recente relazione della Corte dei Conti - sono costate allo Stato 4,5 miliardi di euro, in
Russia si raccomanda di limitare il consumo quotidiano di latte bovino.
IL CALCIO HA SMESSO DI FARE DEL BENE. FINALMENTE ANCHE LA SCIENZA SE NE ACCORGE
8/07/2013
Qualsiasi tipo di Calcio si introduca nell’organismo, attraverso i latticini o attraverso le integrazioni, l’or50
51
ganismo rischia di riceverne un danno se solo si superano i 1400 mg al giorno di assunzione complessiva.
Purtroppo si tratta di un livello che è troppo vicino ai livelli minimi raccomandati a livello istituzionale
(dai 1000 ai 1500 mg al dì a seconda delle età), e se fosse un farmaco ad avere queste caratteristiche,
il suo uso verrebbe definito “estremamente pericoloso”.
COME SONO GUARITA DALLA FIBROMIALGIA E DALLA MCS (SENSIBILITA’ CHIMICA MULTIPLA)
5/06/2013
La mia storia, per non dire il mio incubo, è iniziato circa 5 anni fa, quando mi fu fatta una estrazione di
una amalgama dentaria contenente mercurio e altri metalli pesanti.
L’incauto e ignorante dentista, senza alcuna protezione per lui e per me, durante la rimozione scorretta,
maldestramente, mi fece ingoiare un frammento di amalgama.
Da quel giorno iniziai a manifestare i sintomi classici dell’intossicazione acuta da mercurio.
CARNE, SOSTANZA INCOMPATIBILE CON LA NATURA UMANA
La carne non è un cibo idoneo per l’uomo: su quest’asserzione non ci sono ormai più dubbi, una copiosa
letteratura l’attesta e lo documenta. In subordine è quantomeno ampiamente provato che non è indispensabile
per la salute dell’uomo. Il completo controllo dei poteri industriali sui mezzi d’informazione
impedisce che queste importanti conoscenze siano di dominio pubblico, ma, nonostante tutto, il processo
di diffusione su mezzi alternativi è incominciato e si ritiene che sia ormai inarrestabile.
COSA C’E’ DI SBAGLIATO NELL’ASSUNZIONE DEI DERIVATI DEL LATTE?
L’assunzione del latte è reclamizzata per la prevenzione dell’osteoporosi, sebbene la ricerca clinica pervenga
a conclusioni differenti. L’Harvard Nurses’ Health Study [1], che ha seguito clinicamente oltre
75.000 donne per dodici anni, ha mostrato che l’aumentato consumo di latte non può comportare:
osteoporosi, malattie cadiovascolari, cancro, diabete, intolleranza al lattosio, tossicità da vitamina D,
contaminazione, problemi per la salute dei bambini.
ASL DI MILANO: PRESCRIVETE DIETA VEGANA AI DIABETICI “Hai il diabete? Diventa vegano”. A breve
questo potrebbe essere lo stralcio di una conversazione medico-paziente a Milano. Perché la nuova linea
suggerita dall’Asl del capoluogo lombardo ai camici bianchi, sulla base degli ultimi studi in materia,
è proprio quella di prescrivere una svolta alimentare a chi combatte con il diabete di tipo 2. Una svolta
che porta all’addio alle carni.
IL MARATONETA VEGETARIANO CENTENARIO 26/12/2012Fauja Singh e’ stato inserito nel Guinnes
dei Primati dopo aver completato la maratona “Scotiabank Toronto Waterfront Marathon”, diventando
il partecipante piu’ anziano di tutti i tempi, a 100 anni. Singh, chiamato il “tornado con il turbante”, cita
anche la sua dieta vegetariana come fattore chiave per l’incredibile energia che l’ha fatto arrivare nel
Guinness dei Primati. Ed e’ la prova vivente che non e’ mai troppo tardi per passare a una dieta a base
vegetale, fonte dei benessere e salute.
BILL CLINTON, UN ANNO DOPO: VEGAN 26/12/2012Era di un anno fa la notizia che che l’ex Presidente
USA Bill Clinton aveva deciso di seguire un’alimentazione “quasi vegan”, cioè basata sull’assunzione
di frutta, verdura, legumi, cereali e noci e di aver eliminato carne (e quasi del tutto il pesce), uova e latte
dalla propria dieta. Oggi Bill Clinton dichiara di essere completamente vegan, quindi di seguire un’alimentazione
100% vegetale.
MINISTERO DELLA SALUTE: ALLARME AFLATOSSINE Il 2 agosto 2012 la 9a Commissione permanente
si è riunita per votare la risoluzione sulla “Questione inerente alla valutazione dell’impatto delle micotossine
sulla filiera agroalimentare del grano duro” (nr. 398). Dopo qualche settimana dall’approvazione
all’unanimità della risoluzione, il 14 settembre 2012, il “Dipartimento della sanità pubblica veterinaria,
della sicurezza alimentare per via di contaminazione da aflatossine nei mais e nella catena alimentare.
avverte che le recenti condizioni climatiche verificatesi in Italia caratterizzate da una prolungata siccità
estiva hanno determinato un’accresciuta contaminazione da aflatossine nelle produzioni di mais 2012,
oltre i limiti fissati dalla normativa comunitaria”.
La produzione di mais per uso alimentare e mangimistico per animali da macello sarebbe pesantemente
contaminata da aflatossina B1.
Questa aflatossina B1 una volta consumata direttamente dagli animali tramite il mais, può produrre latte
e derivati contaminati dall’aflatossina M1 e questa intossicare il consumatore umano.
E’ talmente seria la situazione che il Ministero invita tutti i responsabili dell’industria lattiero-casearia
(centri di raccolta, stabilimenti termici e di trasformazione, ecc.) a fare continui esami di campioni di
latte per verificarne la quantità di aflatossina. I risultati devono essere spediti ogni 15 giorni alla posta
elettronica del Ministero.
GLI OMEGA-3 DEL PESCE NON SONO SALUTARI il presidente dell’associazione dei Medici per una
Medicina Responsabile, è apparso pochi giorni fa un interessante commento che sottolinea come gli
acidi grassi omega 3 provenienti dal pesce, cioè il DHA e l’EPA (omega-3 a lunga catena), frequentemente
utilizzati come integratori sotto forma di capsule di olio di pesce, e che ricordiamo NON sono nutrienti
essenziali , non siano nemmeno quel toccasana che molti ritengono, ma anzi, oltre a non essere utili,
possono anche risultare dannosi.
IL MITO DEGLI “AMINOACIDI ESSENZIALI” I 22 aminoacidi (20 secondo Berg, 22 secondo Sherman)
esistenti, come già detto, negli alimenti si dividono, secondo la nutrizionistica ufficiale, in due categorie:
quella dei 14 aminoacidi che possono essere prodotti (sintetizzati) dall’organismo umano (e che quindi
non è necessario che siano presenti nei cibi) e quella degli aminoacidi chiamati “essenziali” (8 o 10) che
invece, non potendo (si ritiene) essere sintetizzati dall’organismo umano, dovrebbero essere assunti
con gli alimenti (sono stati chiamati “essenziali” per indicare che sono indispensabili alla vita e quindi di
importanza capitale. Chissà come ha fatto l’umanità a sopravvivere fino ad oggi, prima che questi geni
dichiarassero tali corbellerie?
GLI HUNZA, LA POPOLAZIONE PIU’ LONGEVA DEL MONDO Con questo articolo completo la tematica
iniziata tramite l’articolo “Digiuno terapeutico, nutrimento per l’anima”. Tempo fa iniziai una ricerca
sul popolo più longevo al mondo e scoprii dati molto interessanti. E’ il popolo degli Hunza: questa popolazione
non solo vive in media 130-140 anni ma non conosce neppure le nostre tanto temute patologie
degenerative, il cancro, malattie del sistema nervoso, pare essere il lungo digiuno, alimentazione
vegetariana e acqua alcalina presente nella loro terra.
LATTE: USA VERSO IL DIVIETO NELLE SCUOLE? Negli Stati Uniti l’associazione nonprofit di medici
denominata Physicians Committee for Responsible Medicine (PCRM) ha lanciato una petizione per
escludere il latte dal menu delle mense scolastiche. Secondo l’associazione, infatti il latte non dovrebbe
far parte di un pasto salutare sia perché un americano su 8 sarebbe intollerante al lattosio sia perché
sarebbero limitate le evidenze scientifiche secondo cui il latte sarebbe da ritenere come un alimento in
grado di rafforzare le ossa e di ridurre il rischio di osteoporosi. Il consumo di latte inoltre potrebbe essere
responsabile di alcuni rischi per la salute, compresa l’insorgenza dell’osteoporosi.
52 53
I DANNI DELL’ALLUMINIO: DOVE SI TROVA, EFFETTI E RIMEDI NATURALI 12/7/2012 L’alluminio è
presente nel nostro cibo, nell’approvvigionamento idrico e del suolo, e in numerose altre fonti di uso
quotidiano (vedi sotto) per cui la maggioranza delle persone soffre di un certo grado di tossicità da
alluminio. Dopo anni di esposizione accumulata e del suo deposito nei tessuti del corpo, questo veleno
può avere risultati che vanno da una degenerazione del cervello a deformità. Secondo le statistiche del
laboratorio Mineral Test, nelle Marche che è una tra le regioni a più basso inquinamento di metalli pesanti,
il livello di alluminio nella popolazione è il doppio rispetto al limite massimo consentito.
LATTE E LATTICINI: DIAMO UN “CALCIO” AL MITO Nel corso di trentacinque anni, dal 1975 al 2010, il
fabbisogno di calcio è stato portato al triplo del suo valore reale. Il cavallo di battaglia che ha consentito
all’industria del latte di fare la voce grossa in tutti questi anni vacilla. Risultati preliminari presentati
sull’American Journal of Epidemiology (Cummings 1997) sono poi stati confermati da Bischoff-Ferrari
(2010) e Warensjo (2010): l’utilizzo degli integratori di calcio è associato con un raddoppio del rischio
di frattura dell’anca. È la matrice proteica delle ossa, il collagene, che previene le fratture. Ossa che non
sono flessibili perchè proporzionalmente inferiori in collagene rispetto alla parte dura e densa del solfato
di calcio, possono frantumarsi di colpo.
L’IMMENSA BALLA DEL FABBISOGNO DEL CALCIO Il fabbisogno di calcio per l’essere umano... provate
ad indovinare!? È stato inventato dall’industria casearia (che nel 1994 lo portò a 1000 milligrammi
al giorno, nel 1997 a 1200, nel 2001 a 1500!). Il fabbisogno reale è molto più basso di quanto si dicesse.
Già nel 2007 in tutta Europa è stato riportato a 700 milligrammi al giorno per gli adulti e 400 per gli
adolescenti. Ma già nel 1962 le raccomandazioni per il calcio del FAO/WHO Expert Group erano per gli
adolescenti di 350 milligrammi e le donne in gravidanza di 500 milligrammi al giorno.
LE STRAORDINARIE PROPRIETA’ DEL LIMONE Il limone fa parte della famiglia delle Rutacee, cui appartengono
anche arance, mandarini, bergamotti, cedri, pompelmi.Il Femminello, tipico della Sicilia, dal
frutto di forma oblunga, la polpa succosa e molti semi. Esiste però anche il Femminello apireno, molto
pregiato, poiché è quasi privo di semi; dai Femminelli Santa Teresa provengono i migliori verdelli.
PERCHE’ SIAMO VEGETARIANI? vegetariani perché riteniamo sia il mezzo più semplice e potente per
rendere migliore questo mondo.
Siamo vegetariani perché riteniamo sia lo strumento che consente all’essere umano di vivere in buona
salute fisica, di ritrovare la propria intelligenza positiva, ampliare la sensibilità della coscienza umana,
favorire lo sviluppo della nostra dimensione spirituale.
Riteniamo che solo attraverso i principi che animano la filosofia universalista è possibile risolvere i grandi
problemi della società attuale; infatti se una persona rifiuta la violenza su una specie diversa dalla sua
non può essere incline all’ingiustizia verso il suo simile; se una persona si alimenta secondo la sua natura
di essere fruttariano ritrova la salute, allunga la sua vita, risparmia sofferenza e risorse finanziarie; se una
persona sceglie di non sostenere l’esistenza degli allevamenti di animali e dei mattatoi non contribuisce
all’inquinamento dell’ambiente, alla distruzione del patrimonio boschivo, allo sfruttamento delle terre
fertili adibite a pascolo, dello spreco di risorse alimentari ed energetiche e non si rende complice della
fame nel mondo.
I DANNI DELLA CARNE O I BENEFICI DEL VEGETARISMO? Spesso qualche nutrizionista onnivoro in
fase denigratoria del sistema vegetariano sostiene che non sia la mancanza di carne nell’alimentazione
dei vegetariani a dare loro migliore salute ma un più corretto stile di vita che tale scelta comporta,
cioè i mangiatori di carne hanno generalmente anche un cattivo stile di vita mentre i vegetariani sono
generalmente più attenti al loro benessere. I due aspetti, a mio avviso, sono altrettanto importanti per
conservare la salute, però succede che anche se gli onnivori seguono sani stili di vita sono ugualmente
soggetti a molte patologie contemporanee, mentre i vegetariani, pur non seguendo sani stili di vita, si
ammalano molto di meno.
LE STRANEZZE CULINARIE DI ALCUNI VEGETARIANI Anche tra gli addetti ai lavori c’è un modo strano
di concepire l’alimentazione vegetariana nella sua pratica attuazione. Molti credono che per nutrirsi
in modo vegetariano occorra inventarsi un nuovo modo di mangiare, di preparare gli alimenti; che sia
necessario attingere ad esotiche culture, far uso di spezie per impreziosire le pietanze. Quando si parla
di cucina vegetariana sembra sia un obbligo inserire il seitan, la soia e i suoi derivati che imitano la carne:
spezzatini, wurstel, salsicce, affettati in genere e fare grande uso frittelle, pizzette, ecc, nulla di tutto
questo, mangiare vegetariano, o meglio vegano, è la cosa più semplice e normale.
KAMUT: UN MITO DA SFATARE Ha buone proprietà nutrizionali ed è eccellente per la pastificazione,
ma non è stato “risvegliato” da una tomba egizia e non è adatto ai celiaci. Inoltre viene coltivato e venduto
in regime di monopolio, ha un costo eccessivo, e una pesante impronta ecologica. Luci ed ombre
del Kamut – o meglio, del Khorasan: un tipo di frumento che tra l’altro abbiamo anche in Italia. “Kamut”
non è il nome di un grano, ma il marchio commerciale (come “Mulino Bianco” o “McDonald’s”) che la società
Kamut International ltd (K.Int.) ha posto su una varietà di frumento registrata negli Stati Uniti con
la sigla QK-77, coltivata e venduta in regime di monopolio e famoso in tutto il mondo grazie ad un’operazione
di marketing senza precedenti.
C’è chi chiama questa varietà il “grano del faraone” perché si racconta che i suoi semi sono stati ritrovati
intorno alla metà del secolo scorso in una tomba egizia ed inviati nel Montana, dove dopo migliaia di
anni sono stati “risvegliati” e moltiplicati.
STEVIA: VIA LIBERA IN EUROPA PER IL MIGLIORE DOLCIFICANTE NATURALE Una notizia attesissima:
gli estratti di Stevia potranno presto essere utilizzati anche nell’Unione Europea!
Dopo anni di boicottaggio è arrivato finalmente il via libera per questa pianta dal potere dolcificante
straordinario e tutto naturale. Il Comitato permanente della Commissione Europea ha recentemente
approvato il regolamento che consentirà di utilizzare gli estratti di Stevia Rebaudiana come dolcificante.
E’ attesa per questo autunno l’autorizzazione definitiva.
CHI SI NASCONDE DIETRO LE PIRAMIDI ALIMENTARI PER L’INFANZIA?
Il 24 febbraio 2011 sono state presentate con una conferenza presso l’Università La Sapienza di Roma
le cosiddette piramidi alimentari per la Prima infanzia, definite “la bussola per orientare, con l’aiuto insostituibile
dei pediatri, le scelte nutrizionali dei genitori per i propri bambini, nel delicato periodo del
divezzamento”. Tali piramidi sono state sviluppate da alcuni nutrizionisti della stessa università - Andrea
Vania e Carlo Cannella, recentemente scomparso - e saranno diffuse con il patrocinio di ECOG (European
Childhood Obesità Group), SIP.
L’USO CONTINUO DI ANTIBIOTICI NEGLI ALLEVAMENTI MINACCIA LA SALUTE UMANA
Mentre l’Europa e negli Stati Uniti devono affrontare la minaccia di organismi che sono resistenti agli antibiotici,
l’edizione del venerdì del quotidiano “The Independent” ha riportato che negli ultimi dieci anni
tra gli agricoltori del Regno Unito è fortemente aumentato l’uso di farmaci che rischiano di sviluppare
ceppi letali, che vanno a indebolire la possibilità dei medicinali di curare le malattie.
A PROPOSITO DI DIETE...
Gran parte della scienza di molti nutrizionisti si riconduce al concetto: “Se volete dimagrire dovete ridurre
il quantitativo calorico e incrementare l’attività fisica”. E tra questi c’è chi condanna i grassi e chi le
54 55
calorie, chi getta la croce sui carboidrati e chi assolve le proteine, chi sostiene la necessità di una dieta
bilanciata, chi il controllo dell’indice glicemico, della produzione di insulina, degli squilibri ormonali, della
predisposizione genetica ecc. Quel che so io in merito alle diete è che la maggior parte delle persone
obese ha un metabolismo lento, cioè non brucia abbastanza rapidamente il cibo che introduce. Attenzione
alle diete: le diete oggi stanno spopolando e decine di milioni di persone sono perennemente in
dieta nella speranza, spesso vana, di eliminare i chili in eccesso, il grasso, ridurre il colesterolo ematico e
altro ancora. Invece di mettere in discussione la propria esistenza, migliorando lo stile di vita in generale,
compresa ovviamente e soprattutto l’alimentazione.
IL TEOREMA VEGETARIANO
Questo manualetto vuole essere uno strumento di facile lettura per coloro che vogliono conoscere i
principi basilari della cultura vegetariana, rimandando il lettore a più approfondite analisi in ordine alle
tematiche affrontate di natura salutistica, antropologica, etica, ambientale, spirituale ecc. Un breve e
sintetico compendio di risposte alle più consuete domande che generalmente vengono rivolge agli
addetti ai lavori per superare visioni anacronistiche, ancorate a pregiudizi e tradizioni inesatte e spesso
dannose per il raggiungimento del benessere
L’ASSUNZIONE DI OMEGA-3 E’ PIù EFFICIENTE SE PROVENGONO DAL REGNO VEGETALE
Una recente ricerca medico-scientifica condotta su oltre 19.000 persone, alla fine dell’anno scorso in
Gran Bretagna (2010) e i cui risultati sono stati resi noti in un articolo apparso di recente sull’American
Journal of Clinical Nutrition rileva che l’assunzione di omega 3 è più efficiente se questi provengono dai
vegetali. Infatti vegetariani e vegani provvederebbero autonomamente alle proprie necessità di acidi
grassi essenziali omega-3 a lunga catena (presenti nel pesce) ricavandoli dagli acidi grassi omega-3 vegetali,
quindi senza dover introdurre nella propria dieta la carne di pesce. Tali grassi sono importanti per
il buon funzionamento dei meccanismi metabolici.
L’INFLUENZA DELLA COTTURA DEGLI ALIMENTI SULLA COMPOSIZIONE EMATICA DELL’UOMO
L’organismo vivente è molto sensibile a tutte le influenze nocive e reagisce contro di loro
immediatamente. Lo vediamo quando facciamo un’analisi del nostro sangue durante semplici malattie
infettive, quando sostanze estranee sono introdotte nel nostro sistema, ecc.. In tali casi il numero dei
globuli bianchi cambia e il loro rapporto percentuale è alterato. Questa è una delle indicazioni di un processo
patologico in corso nel nostro organismo. Anche dopo ogni razione di cibo, si osserva un aumento
generale dei globuli bianchi, e un cambiamento del loro rapporto percentuale. Questo fenomeno è
stato considerato, fino ad ora, fisiologico e si chiama leucocitosi digestiva. Usiamo, per il nostro cibo,
alimenti crudi, prodotti alimentari alterati per mezzo di alte temperature e prodotti alimentari lavorati.
Come fa, allora, ciascuno di questi alimenti preso separatamente ad agire sulla nostra formula ematica?
Troviamo che, dopo aver ingerito alimenti crudi, né il numero di globuli bianchi, né il loro rapporto
percentuale è cambiato. La semplice acqua potabile non bollita, acqua minerale, sale, diversi prodotti
alimentari verdi, cereali, noci, miele, uova crude, carne cruda, pesce crudo, latte fresco, latte acido, burro
- in altre parole, i prodotti alimentari nello stato in cui essi esistono in natura, appartengono al gruppo di
quegli alimenti che non scatenano alcuna alterazione nella nostra formula ematica.
CIBO SPAZZATURA PER ANIMALI DOMESTICI
La dieta ideale per ogni essere vivente è sicuramente quella stabilita dalla natura a seconda la specie di
appartenenza, la conformazione fisica, l’apparato digerente, quello dentale, enzimatico, immunologico,
istintuale ecc. Nutrirsi in modo difforme alla propria specie significa incorrere inevitabilmente a malattie
di vario genere. Per noi esseri umani che per qualunque altra specie animale. La nostra dieta ideale è
indubbiamente quella fruttariana, o vegana tendenzialmente crudista; mentre la dieta ideale per un
animale carnivoro, cioè per un cane o un gatto è quella carnea.
PERCHE’ GLI HAMBURGER DI MCDONALDS NON SI DECOMPONGONO MAI
È sempre interessante notare come i media principali “scoprono” notizie che credono essere nuove anche
se la comunità salutista ne ha parlato per anni. Per esempio, recentemente il New York Times ha
pubblicato un articolo intitolato Quando le medicine causano problemi che dovrebbero prevenire. Abbiamo
parlato per anni di questo argomento, di come la chemioterapia causi il cancro, i medicinali per
l’osteoporosi provochino fratture alle ossa e di come gli antidepressivi portino a comportamenti suicidi.
IL LATO OSCURO DELLA SOIA
Ogni anno, sembra che la ricerca sugli effetti della soia e dei suoi componenti sulla salute aumenti notevolmente.
La ricerca non è così in espansione solo nelle aree del cancro, delle malattie di cuore e
dell’osteoporosi. L’industria della soia sostiene che la soia abbia vantaggi potenziali che possono essere
più estesi di quanto si pensava precedentemente. L’industria della soia multi-miliardaria in dollari insiste
che i vantaggi per la salute che la soia offre superano di gran lunga qualsiasi pericolo potenziale.
MANGIARE SANO ORA E’ UN DISTURBO MENTALE
L’industria psichiatrica, nel suo sforzo infinito di trasformare artificiosamente ogni attività umana in “disordini
mentali”, sta ora propagandando il disordine più ridicolo che abbia mai inventato: il Disturbo del
Mangiare Sano. Non è uno scherzo: se ti focalizzi sul mangiare cibi naturali sei “mentalmente malato” e
probabilmente hai bisogno di qualche tipo di cura chimica che includa potenti farmaci psicotropi.
AVVELENAMENTO E DOPING DA CARNE Una bistecca e un prosciutto, si sa, non crescono sugli alberi.
Gli animali definiti da carne vengono sottoposti a torture e violenze che ripugnano ad ogni persona
civile, ad ogni essere dotato di una normalissima sensibilità e cultura. E, quanto succede a questa massa
di creature sfortunate e abbandonate temporaneamente da Dio, non riguarda solo la terrificante fase
finale del macello, ma tutta la loro vita da esseri sottoposti a carcere duro, con privazione dei più elementari
diritti quali l’ora d’aria e di libertà, l’ora di sole. Creature inermi, pacifiche, intelligenti e senzienti,
che hanno la sola colpa di essere diversi dall’uomo, di non avere mezzi fisici, legali e sociali per difendersi
e che vengono discriminate e trattate alla stregua di bestie infami da vessare, torturare, uccidere.
L’ACIDIFICAZIONE DEL SANGUE E IL CALO DI PH NELLE URINE Nei giorni scorsi ho fatto circolare tra
gli amici un ottimo documento del Prof Franco Libero Manco dal titolo L’importanza vitale dell’equilibrio
acido-basico del sangue, dove il valore ottimale pH per il sangue umano (essere vegetariano-fruttariano
per disegno e piano preciso del Creatore) è tra i valori 7.35 e 7.45, mentre negli animali carnivori ed
onnivori, mentre negli animali carnivori e onnivori (a sangue decisamente acido) tale livello scende ben
sotto il valore 7 sulla scala acido alcalina 1-14, dove l’1 rappresenta la massima acidità,il 14 la massima
alcalinità, e il 7 la posizione neutra.
I PERICOLI DEI LATTICINI Il latte della donna fa bene al neonato, quello della mucca fa bene ai vitelli.
“Fino a due anni i bambini dovrebbero essere alimentati con latte materno. Dopo i due anni, dimenticate
ogni tipo di latte!”. Questa vera e propria bomba è stata fatta esplodere agli inizi degli anni novanta
dal celeberrimo dottor Benjiamin Spock, padre della moderna pediatria. Questa inversione di tendenza
portò il dottor Spock ad abbracciare le tesi che da anni molti medici ed esperti (nonché vegan, macrobiotici
ed igienisti) propugnano: il latte vaccino fa male.
CIBO COTTO, CIBO MORTO. LA COTTURA DISTRUGGE LE PROPRIETA’ CURATIVE DEI CIBI
La leucocitosi è un fenomeno dovuto all’aumento di globuli bianchi nel sangue: si verifica in modo più
evidente dopo ingestione di carne, nella donna in gravidanza, nel neonato, nella persona anziana, dopo
stress fisici ecc. ma diventa un fatto patologico a causa di polmoniti, appendiciti, infezioni da germi,
intossicazioni ecc.
56 57
I globuli bianchi, che possono assorbire anche sostanze chimiche e tossiche, contengono numerosi
enzimi che hanno lo scopo di difendere l’organismo fagocitando corpi estranei o microbi penetrati nel
sangue.
ALIMENTAZIONE E ISTINTO ANIMALE
Osservando i nostri animali di compagnia, cani e gatti, notiamo che sono molto equilibrati a livello alimentare.
Si avvicinano con sospetto al cibo che gli viene offerto, e lo mangiano solo se non lo ritengono
tossico. Non ingeriscono alimenti più dell’indispensabile e se stanno male rimangono a digiuno per
tutto il periodo della malattia. Sanno quali erbe utilizzare per depurarsi, e le mangiano solo quando serve.
Anche noi abbiamo questo istinto animale, ma lo abbiamo perso per l’ingestione di cibi senza alcun
valore nutritivo, ma anzi tossici per il nostro organismo.
LE MESTRUAZIONI SONO COMUNI: MA SONO NECESSARIE?
Le ricerche della dottoressa ginecologa Pelotti espongono quanto segue: “Quando una donna ha mastodinia,
dolore al seno, pensa che é normale, specie se ciò avviene prima della mestruazione, non va a
pensare che il dolore e legato ad una infiammazione intestinale, e non verifica che più cereali e
amidi mangia più il seno si gonfia e fa male. La donna primitiva, che seguiva le leggi della natura, non
aveva la sindrome premestruale, non aveva dolore mestruale, aveva una mestruazione scarsissima, una
goccia di sangue, non portava il pannolone e non aveva male al seno.
GUERRA AL LATTE CRUDO O GUERRA AI PRODUTTORI LOCALI DI LATTE?
Il sottosegretario alla salute, Francesca Martini, annuncia che è allo studio “la possibilità di emanare
un’ordinanza per sospendere la distribuzione di latte crudo fino a quando non ci sarà un adeguamento
dell’informazione per la salute nella quale sia chiaro che il latte crudo va consumato solo dopo la bollitura”.
Come mai simili raccomandazioni?
POMODORI VIOLA E LA VERA STRATEGIA DEGLI OGM
I Premier dei paesi dell’Unione Europea, cioè l’Unione oligarchica dei banchieri, sono impegnati a promuovere
cibi geneticamente modificati e stanno preparando una campagna mediatica senza precedenti
per diffondere culturalmente e colturalmente questi cibi in tutto il continente! A rivelarlo è il quotidiano
britannico Independent on Sunday, che ha pubblicato i verbali di una serie di incontri segreti
tra i 27 rappresentanti dei governi. Tali documenti dimostrano una serie di programmi per accelerare
l’introduzione e l’accettazione degli OGM.
I RISCHI NEL MANGIARE CARNE
Qualche anno fa uno specialista dello stomaco fece trasalire il mondo della medicina affermando che
“l’ulcera dello stomaco è una malattia di chi mangia la carne”. Il cancro dello stomaco e degli intestini ha
origine dalla stessa causa - quando non è prodotto dalla vaccinazione o dalla inoculazione. “Il 75% delle
malattie più terribili di cui soffriamo, sono in pratica avvelenamenti causati da cibi non naturali. La natura
dice, in un modo che non può essere frainteso, che l’uomo è un animale frugivoro e non carnivoro”.
DANNOSITA’ DEGLI AMIDI NELL’INFANZIA
Il dott. Prospiro Sonsino dimostrò, alcuni anni fa, nel corso di una serie di esperimenti che “esiste una
dispepsia normale o fisiologica verso gli alimenti amidacei (assoluta incapacità a digerirli) nella primissima
infanzia”. Questa teoria incontrò altresì i favori del fisiologo dott. Routh e dei professori Huxley,
Youmans e Dalton, e, probabilmente, di tutti coloro che si trovarono ad esaminare la questione.
IL COLESTEROLO
Al solo menzionare la parola “colesterolo” si finisce per creare terrore e preoccupazione. Probabilmente
si tratta di una delle sostanze più comunemente fraintese che invece è presente normalmente nel corpo.
Tra le varie funzioni svolte dal colesterolo vorrei elencarne alcune:
1. E’ un costituente degli ormoni ipofisari, adrenalinici e gonadali. 2. E’ convertito in vitamina D in seguito
all’esposizione alla luce ultravioletta proveniente dal sole. 3. Agisce come conduttore degli impulsi
nervosi.
ECCITOTOSSINE (GLUTAMMATO & ASPARTAME): IL DOLCE GUSTO DELLA MORTE
Nell’introduzione (del libro, nota del traduttore) ho dichiarato che lo scopo di questo libro era di indicare
al lettore alcuni dei pericoli delle eccitotossine, particolarmente quelle aggiunte ai nostri cibi e bevande
come esaltatori di gusto e dolcificanti. Abbiamo visto che le eccitotossine possono avere un effetto
devastante sul sistema nervoso durante ognuna delle fasi del suo sviluppo, dall’embrione all’adulto. Ma
la preoccupazione primaria è l’effetto che questi potenti stimolanti delle cellule cerebrali hanno sullo
sviluppo del cervello nel neonato.
IL SISTEMA DI GUARIGIONE DELLA DIETA SENZA MUCO
La produzione del sangue nel corpo umano coinvolge tutti i problemi della salute e della malattia. In altre
parole la salute e la malattia dipendono quasi interamente dalla dieta; se gli alimenti consumati sono
corretti o no, quali cibi sono dannosi, e quindi costruiscono, producono la malattia; e quali cibi guariscono
e mantengono il corpo in condizioni ideali, e producono buon sangue naturale-e quali producono
sangue malato, acido, cattivo, sbagliato. Queste domande e le loro corrette risposte sono i fondamenti
della dietetica.
CONOSCI LE TUE UOVA?
Oggi il 90% delle uova in Italia è ottenuto da galline IMPRIGIONATE A “VITA” negli allevamenti in batteria,
in gabbie di metallo, così PICCOLE DA NON RIUSCIRE NEANCHE A MUOVERE LE ALI, che dovrebbero
essere eliminate o notevolmente ampliate e modificate a partire dal 2012, secondo quanto stabilito da
una normativa dell’Unione Europea.
ADDITIVI E AROMI: L’ALTRA FACCIA DELL’ALIMENTAZIONE
La prestigiosa rivista medico-scientifica “Lancet”, lancia l’allarme: “Gli additivi aumentano l’iperattività e
deficit di attenzione nei bambini”
Chiedo scusa: ma dove sta la notizia? Dico questo perché nel nostro piccolo, anche noi, come altri siti,
riviste o libri (certamente non ufficiali e quindi senza alcun valore) denunciamo da anni additivi e aromi
chimici di sintesi contenuti negli alimenti, in quanto estremamente pericolosi per la salute.
NUOVE RICERCHE SULL’IMPATTO DEGLI OGM SULLA SALUTE
Nonostante gli OGM siano stati approvati e commercializzati per molti anni, non esistono ricerche scientifiche
sul loro impatto sulla biologia degli organismi viventi. Questo è dovuto in parte al fatto che prove
di nutrizione animale NON SONO PREVISTI per dare approvazione di sicurezza sia nell’UE che, tanto
meno (figuriamoci), negli USA. Tuttavia ora sta emergendo una serie di documentazioni da un piccolo
numero di esperimenti.
ECCITOTOSSINE. INTERVISTA AL DR. BLAYLOCK SU ASPARTAME E GLUTAMMATO 22/06/2007
E’ stato scoperto che le eccitotossine aumentano notevolmente lo sviluppo del cancro e delle metastasi.
Un ricercatore infatti ha rilevato che, quando le cellule cancerogene vengono esposte al glutammato,
diventano più mobili, e si ottiene lo stesso effetto col glutammato monosodico. Anch’esso rende le cellule
cancerogene più mobili, e facilita le metastasi.
58 59
STEVIA: UNA PICCOLA PIANTA CONTRO L’INDUSTRIA SACCARIERA
Originaria del Paraguay, la Stevia rebaudiana Bertoni presenta delle foglie che hanno un potere dolcificante
quaranta volte superiore a quello dello zucchero. La Stevioside estratta dalla pianta è, a sua
volta, trecento volte più dolcificante! La Stevia è attualmente utilizzata come edulcorante in Giappone,
in America latina, in Cina, e come complemento alimentare.
IL MITO DEL COLESTEROLO 22/05/2006
La misurazione dei tassi di colesterolo è un passatempo molto diffuso, che certi medici e certe case farmaceutiche
fanno di tutto per incoraggiare, visto che
grazie a esso riescono a realizzare profitti miliardari. Ecco che allora l’Associazione federale dei cardiologi
tedeschi, la ditta Becel (che produce margarina), il gruppo farmaceutico Pfizer e l’impresa Roche Diagnostics
organizzano regolarmente delle «iniziative per la salute».
L’ASPARTAME FA BENE, LO DICE L’EFSA
Possiamo stare tutti tranquilli: l’aspartame non è cancerogeno! A farci tirare un sospiro di sollievo sono
gli esperti scientifici dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), che dopo aver analizzato
lo studio a lungo termine pubblicato dalla Fondazione europea Ramazzini, ci rassicurano sulla sicurezza
dell’aspartame, chiamato anche E 951, c’è da fidarsi?
I SEGRETI DELLA CELIACHIA E’ mai possibile che la diffusione pressoché «epidemica» della cellachia,
cioè dell’assoluta intolleranza al glutine che può innescare anche gravi patologie conseguenti, possa
essere dovuta ad una modificazione genetica approntata sul frumento? Questa ipotesi non è nuova e
su di essa si sono spesso avventati, smentendola con ferocia, i sostenitori delle biotecnologie e dei cibi
Ogm. Ma ora, grazie all’intuizione di uno scienziato di esperienza pluridecennale in campo medico, pare
possa arricchirsi di ulteriori dettagli, chiarendosi all’opinione pubblica.
LE BUGIE DELLA RAI SULL’INFLUENZA AVIARIE
In questi periodo, a causa della solita cattiva informazione data dai media, i consumi di carni avicole
sono scesi drasticamente, si parla di meno 70%. A questo disastro si sono aggiunti, in questi ultimi giorni,
i commenti della RAI che individuano gli allevamenti rurali come i più a rischio di Influenza Aviare.
ALTRO CHE POLLI ASIATICI. TUTTA LA VERITA’ SU QUELLI ITALIANI
Le condizioni sono critiche. Siamo in situazione di sovraffollamento. Gli animali vengono tenuti per tutto
il periodo della loro vita sulla stesa lettiera, respirano l’ammoniaca che si libera dagli escrementi che
loro producono.
POLLI MESSI AL FORNO, PRIMA DI “IMPAZZIRE”
Tutti i polli che compriamo e mangiamo, in tutto il mondo, sono oramai solo di un paio di razze ibride
(denominate COBB 500, i cui brevetti sono in mano alla The Cobb Breeding Company LTD), nate nei segreti
laboratori di genetica applicata, selezionate esclusivamente per l’ingrassaggio.
LE VITAMINE STANNO PER ESSERE ELIMINATE IN TUTTO IL MONDO...
Oggi a Roma, “Big Pharma” (le principali industrie farmaceutiche mondiali, n.d.T.) ha ottenuto una grande
vittoria. La quasi totalità delle vitamine e dei minerali non saranno più di “libera vendita”, in nessuna
nazione del Pianeta Terra.
LATTE E DERIVATI Il latte è un alimento naturale, ogni neonato dovrebbe essere allattato al seno come
da sempre la donna ha fatto, “ci hanno programmato”, per questa strada, il latte bovino o d’altri animali,
pur con tutti i tentativi di umanizzarlo, non è adatto all’intestino (vedi intolleranze in aumento) di un
bebè.
ZUCCHERO RAFFINATO Quand’è che un alimento è tale e quando invece è un veleno? La sua definizione
di veleno era, dal punto di vista fisico. Qualsiasi sostanza che inibisce l’attività di un catalizzatore che
sia una sostanza secondaria, chimica o un enzima che attiva la reazione mentale fa male. Troppo zucchero
e le abbuffate di dolci danneggiano la memoria. Un gruppo di ricercatori australiani dell’Università
di Scienza Medica di South Wales, a Sidney, ha ipotizzato che consumare grandi quantità di zuccheri
in un lasso di tempo breve può causare danneggiamenti permanenti alla nostra memoria. Lo studio in
questione è stato pubblicato sulla rivista scientifica Brain Behavior and lmmunity.
MARGARINA E GLI ACIDI GRASSI
Potete lasciare un mattoncino di margarina sul tavolo per anni e non sarà intaccato da larve, insetti o
roditori. La margarina è un non-cibo!
”...il grande ‘peccato’ dell’uomo occidentale è di essersi staccato dalla natura,
dal suo ambiente. Per lui il sole, la luna, le stelle, i fiori, le piante, gli animali, non
sono più né ‘sorelle’ né ‘fratelli’. Dal cosmocentrismo è passato al teocentrismo
ed è finito nell’antropocentrismo. La conseguenza ‘perversa’ è stata chiara: se
l’uomo è centro di tutto, egli allora diventa despota, può imporre senza remora
le sue leggi, può esercitare violenza sulla natura e oppressione sui fratelli.
Ma la natura espropriata e manipolata manifesta tutti gli effetti boomerang di
un tale intervento”. (Galiano & Marchino (1990)
61
ALAA deve essere una politica sociale, una dottrina, una filosofia di vita.
FONTI:
Petrus Marotta Dottor. George Clementis Nigro Licò
Eugenio Benetazzo Giovanni Peccarisio Equivita
Pierluigi Paoletti Claudia Benatti Manuel Lezaeta Acharan
Roberto Marroccessi Roberto De Carli Valdo Vaccaro
ALAA Manuela Piras Howard Strauss
Germano Palmieri Paolo Brunetti e Antonio Papa Lorenzo Acerra
Gazetta, decreto attuativo
ministero Dottor.Giovanni Angilè Dott. Neal Barnard
Avv. Maria Morena Suaria Dottor. Stefano Cagno Armando D’Elia
Federica Avanzini Novivisezione Dott. Herber Shelton
WWW. Vegetarian.it Marcello Pamio Luciano Gianazza
WWW. Disinformazione.it / Mike Adams Lav
WWW. Perm.Org Proff.Kouchakoff Ing. Simoneton
Franco Libero Manco Peter Deumov Maurizio Blondet
Claudia Benatti Arnold Ehret Valerio Pignatta
Nevio Sgherla Dottor. Maria Concetta Digiacomo
Questo prodotto è un servizio gratuito del CSV Vol.To