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martedì 13 marzo 2018

Caratteristiche fisiche e comportamentali dei gatti

Caratteristiche fisiche e comportamentali dei gatti


piante velenose per i gattiÈ importantissimo sapere che alcune piante, se ingerite o masticate dal nostro micio, possono provocare un’intossicazione.
In alcuni casi, risultano dei veri e propri veleni che possono uccidere il nostro beniamino!


I sintomi di un’intossicazione sono:
Tosse continua
Soffocamento
Starnuti
Perdita di saliva
Ulcere diffuse su lingua e bocca
Qualora doveste riscontrare questi sintomi, chiamate subito il veterinario e, nell’attesa che venga a somministrargli la terapia che ritiene più necessaria, tenete il gatto al caldo e coperto. Aspettate il veterinario e non tentate da soli di indurre il vomito al micio, in alcuni casi può essere molto dannoso.
Dopo qualche ora dall’ingerimento della sostanza nociva, in mancanza di un intervento veterinario, si possono verificare i seguenti sintomi:
Convulsioni
Conati di vomito
Spasmi
Collasso
Irrigidimento
Emorragie
È opinione diffusa che il latte aiuti il gatto a stare meglio in queste situazioni, ma non è così per due motivi:
il latte può agevolare l’assorbimento di alcune sostanze nocive liposolubili;
il latte vaccino fa molto male all’apparato gastrointestinale dei gatti.
Per ovviare ai suddetti inconvenienti, ecco di seguito l’elenco completo delle piante tossiche per i gatti.

PIANTA                        PARTE VELENOSA            SINTOMI
Aconito                       Tutta la pianta                 Problemi gastroenterici, a dosi elevate, provoca depressione nervosa e cardiaca.
Aglio                            Bulbi fiori e gambi           Problemi gastrointestinali, anemia emolitica, danni epatici
Agrifoglio                  Frutti                                  Problemi gastrointestinali
Alloro di montagna   foglie e nettare            Problemi gastrointestinali e neuromuscolari.
Amarillide                  Foglie e fiori               Problemi gastroenterici, a dosi elevate, provoca depressione nervosa e cardiaca. I sintomi sono: vomito, tremori e problemi respiratori.
Azalea                        Foglie e nettare          Problemi gastrointestinali, neurologici, cardiologici
Bosso                          Foglie                           Problemi gastroenterici
Caladio                                                             Provoca infiammazioni alla bocca.
Calla Lily                     Foglie                           Provoca irritazione cutanea e alle mucose
Campanula               Foglie e semi              Provoca midriasi, disturbi della vista, aritmie, delirio e convulsioni
Colchico                    Tutta la pianta             Problemi gastroenterici, e paralisi muscolare respiratoria.
Crocus                        Tutta la pianta             Problemi gastrointestinali, insufficienza renale.
Dieffenbachia            Foglie                           Irrita bocca, esofago, stomaco, intestino, problemi gastroenterici
Digitale purpurea      Tutta la pianta             Problemi gastrointestinali ed aritmie.
Edera                           Foglie e fiori                Problemi gastroenterici, a dosi elevate, provoca depressione nervosa e cardiaca. I sintomi sono: vomito, tremori e problemi respiratori.
Euforbia            Peli presenti su foglie e steli Provoca scialorrea, irritazione buccale, tremori, vomito, dispnea e bradicardia
Ficus                                                                 Provoca allergie.
Filodendro        Foglie e fiori                          Problemi gastroenterici e   infiammazioni alla bocca.
Glicine               Frutti e semi                         Problemi gastroenterici, a dosi elevate, provoca depressione nervosa e cardiaca.
Gelsomino        Tutta la pianta                      Provoca incoordinazione, disturbi della vista, secchezza delle fauci, disfagia, debolezza muscolare, crisi convulsive, insufficienza respiratoria
Giglio                 Tutta la pianta                     Provoca stomatite, disturbi gastrointestinali e insufficienza renale.
Giunchiglia       Bulbi                                                Problemi gastroenterici
Idrangea            Bocciolo del fiore                 Provoca vomito, dolori addominali, letargia, cianosi, convulsioni, flaccidità muscolare, incontinenza, coma
Ippocastano     Frutti e ramoscelli                Provoca vomito e diarrea
Iris                     Bulbi e rizomi                        Problemi gastrointestinali
Ligustro            Tutta la pianta                      Problemi gastroenterici
Lobelia              Tutta la pianta                       Provoca vomito e sintomi neuromuscolari
Lupino               Tutta la pianta                     Provoca debolezza muscolare, paralisi, depressione respiratoria, convulsioni
Mancinella        Linfa                                               Provoca stomatite, vomito, diarrea emorragica, dermatite, cheratocongiuntivite
Margherita         Linfa                                                Provoca dermatite
Marijuana                   Foglie e germogli                 Provoca depressione del sistema nervoso centrale e stato confusionale
Mescal              Boccioli                                 Provoca gastroenterite, alterazioni visive, vertigini, allucinazioni, depressione circolatoria
Mughetto          Tutta la pianta                       Provoca gastroenterici e aritmie
Noce inglese    Mallo                                     Provoca gastroenterite
Oleandro          Tutta la pianta                      Problemi gastroenterici, provoca depressione nervosa e cardiaca.
Ortensia            Foglie e fiori                          Vomito e diarrea
Ortica                 Foglie e piccioli                    Provoca scialorrea, irritazione buccale, tremori, vomito, dispnea e bradicardia
Papavero           Tutta la pianta                       Provoca infiammazioni alla bocca.
Pothos               Tutta la pianta                      Provoca infiammazioni alla bocca.
Primula              Foglie e gambi                     Provoca gastroenterici e dermatite da contatto
Ranuncolo        Linfa                                                Provoca stomatite, dermatite, gastroenterici, insufficienza renale, incoordinazione, convulsioni
Ricino                Semi                                      Provoca gastroenterite, depressione, febbre, dolori addominali, diarrea emorragica, aritmie, convulsioni
Rododendro     Foglie e fiori                          Vomito
Sambuco                    Tutta la pianta                       Problemi gastroenterici
Solano              Foglie e radici                       Problemi gastroenterici
Sommaco          Tutta la pianta                      Provoca dermatite allergica da contatto
Stella di Natale          Foglie, steli, fiori                            Irritante per le mucose e su tutto l’apparato digerente: causa lesione agli occhi, alle mucose della bocca allo stomaco e all’intestino. I sintomi sono: vomito, diarrea, infiammazioni della bocca e devono essere curati tempestivamente.
Strelitzia            Semi                                      Provoca vomito e diarrea
Tabacco            Foglie                                    Provoca gastroenterite, agitazione, tremori muscolari, andatura ad arti rigidi, atassia, debolezza, prostrazione, dispnea, paralisi, morte rapida
Tasso               Gran parte della pianta        Provoca incoordinazione, secchezza delle fauci, midriasi, dolori addominali, vomito, scialorrea, cianosi, debolezza, coma, aritmie, insufficienza cardiorespiratoria
Tulipano            Bulbi                                                Provoca gastroenterite
Vischio             Tutta la pianta                      Provoca nausea, vomito e gastroenterite.
Vite americana          Tutta la pianta                       Provoca infiammazioni alla bocca.
Wisteria            Tutta la pianta                       Provoca gastroenterite


quante ore dorme un gattoVi siete mai chiesti perché i gatti dormono tanto (dalle 13 alle 16 ore nell’arco di una giornata) e quali differenze presentano i diversi tipi di sonno?
Per prima cosa diciamo che più un gatto è anziano e più è portato a dormire, inoltre, ogni micio ha il proprio carattere: quelli più tranquilli dormono di più e quelli più attivi di meno.
Per rispondere alla prima domanda, i gatti dormono molto perché sono predatori. Infatti, sia i gatti selvatici che devono procacciarsi il cibo, sia quelli domestici che non hanno perduto la loro natura di cacciatori nei confronti di topi, lucertole o uccelli, durante questa loro attività che richiede un elevatissimo grado di concentrazione, disperdono molte energie, soprattutto psicologiche.
I gatti dormono due tipi di sonno: il dormiveglia che può durare dai 15 ai 30 minuti e il sonno profondo o REM che dura in media dai 3 ai 5 minuti.
Durante il dormiveglia il gatto è solo apparentemente addormentato, infatti, i suoi sensi sono sempre all’erta per essere pronto a qualsiasi tipo di evenienza. In questo caso le orecchie sono dritte, gli occhi possono essere anche socchiusi e la coda a volte è agitata. Al minimo rumore o richiamo, ecco il nostro beniamino svegliarsi nel giro di qualche frazione di secondo ed essere pronto a intervenire.
Durante il sonno profondo, quello caratterizzato dai sogni, il gatto è completamente rilassato e le sue zampe, la bocca o altre parti del corpo potrebbero muoversi per mimare una corsa, una lotta o una posizione di difesa. In questa fase il gatto potrebbe anche fare le fusa.

peritonite infettivaLa peritonite infettiva, o FIP, è una delle malattie infettive mortali del gatto. È data da un coronavirus mutante e quindi impossibile da contenere con vaccini che, infatti, non esistono.
La via di trasmissione è tramite contatti diretti da gatto a gatto, attraverso le feci o transplacentare da madre a figli.
Questa peritonite è molto più frequente nei gattini che nei gatti adulti e persiste a lungo nell’ambiente.
Della FIP esistono due forme: una benigna poco patogena in cui il gatto non presenta sintomi evidenti (ma che può col tempo trasformarsi in maligna), e una maligna che presenta addome gonfio (con faticosa eliminazione delle feci) che sembra contenere acqua, mucose della bocca giallastre e febbre molto alta e persistente nonostante l’antibioticoterapia. Quest’ultima conduce, in tempi più o meno brevi, alla morte.
La prima diagnosi si fa con un esame fecale che può quindi essere confermato da esami di laboratorio (PCR) che agiscono sul DNA del coronavirus.
La FIP non è trasmissibile da gatto a uomo o cane.


felv leucemia virale felinaLa leucemia virale felina (acronimo FELV), è un’infezione provocata da un retrovirus che colpisce i gatti e che provoca imunosoppressione con infezioni secondarie e/o sviluppo di patologia neoplastica (soprattutto leucemia).

Viene trasmessa da gatto a gatto attraverso graffi, morsi o contatti diretti (soprattutto scambi di saliva bevendo o mangiando nelle stesse ciotole, ma anche attraverso l’uso della stessa lettiera), o dalla mamma ai cuccioli attraverso la placenta.
Un gatto che ha contratto la FELV non ha alcuna possibilità di guarigione e non può neppure contare su un decorso lento della malattia. Infatti, la morte sopraggiunge nel giro di poco tempo dalla diagnosi.
Esiste tuttavia un vaccino che previene l’infezione (anche se non al 100 per cento), ma è molto debilitante per micio, quindi meglio optare per questa soluzione solo se il gatto esce e può contrarre la malattia a causa di contatti con altri gatti malati.
La diagnosi viene fatta su un campione di sangue e, in caso di adozione di un gatto da inserire in un ambiente che ospita già altri gatti, meglio effettuare il test.
La FELV non è trasmissibile da gatto a uomo o a cane.


miagolio del gatto
Rispetto a cani e cavalli i gatti sono gli animali che possiedono il maggior numero di voci.
Vent’anni fa circa i veterinari e gli etologi avevano classificato ben sedici tipi di versi usati dai gatti, ma gli studiosi di oggi assicurano che sono molti di più. Sono infatti stati scoperti molti altri suoni che si possono suddividere in tre categorie:
1.  “mormorii” si tratta generalmente delle fusa che indicano uno stato d’animo affettuoso e rilassato;
2.  “vocalizzi o miagolii” sollecitano attenzione oppure esprimono un disagio;
3.  “vibrazioni forti” si tratta di soffi e ringhi che scandiscono azioni quali l’attacco, la difesa e l’amore.
Per poter comprendere al meglio i loro comportamenti, si deve far caso non solo alle espressioni vocali ma anche al tono della voce e ai movimenti che le accompagnano.
È soprattutto con l’essere umano che il gatto “parla” perché, con i suoi simili, utilizza principalmente il linguaggio del corpo come la posizione delle orecchie, della coda e l’aprirsi oppure il socchiudersi degli occhi.


quanto deve bere il gattoMolte persone che vivono con gatti a volte si preoccupano perché i loro beniamini bevono poco.
I gatti sono originari di zone desertiche, non perdono liquidi come un cane, non sudano se non in determinate occasioni dai polpastrelli delle dita, mangiano in prevalenza cibi umidi, pertanto non hanno necessità di bere abbondantemente.
Un micio sano inoltre sa regolare il suo bisogno di acqua, dovrebbe preoccupare di più se lo si vede bere troppo frequentemente perché una sete anomala potrebbe essere indice di una malattia (in genere renale).
Una curiosità: alcuni gatti preferiscono bere direttamente dal rubinetto (l’acqua ovviamente è più fresca), altri non bevono con la bocca ma si leccano una zampetta inumidita nella ciotola. Altri ancora preferiscono bere nelle pozzanghere (in questo caso l’acqua non è trattata come quella proveniente da un acquedotto) o leccare superfici umide.
Spiegazioni non ne ho mai trovate se non che ogni gatto è completamente diverso dagli altri, con il suo carattere, le sue fissazioni e le sue abitudini.


abitudini del gattoI gatti sono animali abitudinari: se un micio ha preso l’abitudine per un certo comportamento distruttivo durante l’assenza dei suoi compagni umani, sarà difficile farglielo perdere.
Si può comunque tentare di non dare al gatto riferimenti abituali: mi spiego meglio. Se il nostro beniamino è abituato al fatto che noi usciamo per andare al lavoro o a scuola sempre a un determinato orario, occorre cambiare l’ora di uscita e predisporre ritorni improvvisati che destabilizzino le sue certezze.
Molto spesso i mici durante la nostra assenza si annoiano, quindi sarebbe bene lasciare loro dei giochini sempre nuovi e dei comuni cartoni in cui infilarsi e farsi le unghie (sono economici ma graditissimi al nostro beniamino).
Se il problema sono le graffiature, ad esempio del divano, posizionare un tiragraffi davanti alla parte di divano interessata o ricoprirla con nastro adesivo.
Un’altra soluzione è quella di chiudere micio in una stanza ove non possa nuocere (per averne il coraggio, tuttavia, non bisogna guardarlo negli occhi: il suo sguardo accusatorio ci farebbe cambiare subito idea!)



I gatti sono convinti che l’umano ideale con cui vivere debba possedere le seguenti caratteristiche:
Essere pulito ma non maniaco della pulizia. La casa che ospita un gatto non potrà mai essere perfettamente in ordine perché il nostro beniamino ama creare confusione soprattutto nei momenti ludici;
Essere affettuoso ma non ossessivo: tutti i gatti amano le coccole, a volte pensiamo che il nostro sia selvatico perché le rifiuta dopo pochi attimi che lo si accarezza, ma non è così. Il micio ha recettori nervosi su tutto il corpo che lo rendono molto sensibile alle carezze, quindi si irrita in caso di eccesso;
Essere paziente; per esempio non si deve innervosire se viene svegliato dal gatto troppo presto al mattino;
Essere permissivo cioè capace di lasciare spazio alla creatività del gatto;
Essere rispettoso delle sue autonomia e libertà, soprattutto quella di dormire senza essere disturbato;
Non creare turbative ambientali o sociali. Quindi non cambiare posto ai mobili, traslocare o immettere nell’ambiente un nuovo gatto o, peggio ancora, un altro animale. I nostri piccoli felini in natura conducono vite solitarie, difendendo strenuamente il territorio;
Interagire quando il micio desidera giocare, perché il gioco è per lui un’esercitazione alla caccia – appostamenti e agguati –, un’esplorazione dei suoi limiti – quanta energia potrà mettere in gioco? –, una tendenza al puro divertimento – per micio è una vera e propria necessità dare libero sfogo alla propria fantasia;
Essere ricettivo ai messaggi felini – comunicazione visiva, vocale, corporea;
Essere passivo, vale a dire che non deve prestare eccessiva attenzione al gatto perché a quest’ultimo piace prendere l’iniziativa;
Essere poco rumoroso, infatti, ai nostri piccoli amici non piacciono i rumori forti. Avendo un udito molto raffinato, essi provano stress o paura in presenza di suoni per noi quasi normali come un volume alto del televisore, un aspirapolvere, un oggetto metallico che cade sul pavimento eccetera;
Essere attento ai bisogni, agli interessi e alle necessità del micio.
I gatti sono molto esigenti, quindi può essere che abbia dimenticato qualche dote che per loro è indispensabile. Me ne scuso.
Se tuttavia corrisponderete alle loro esigenze, avrete il privilegio di vivere con uno degli animali domestici più imprevedibili ma anche più affettuosi, sperimentando il calore che solo una ciambella pelosa può regalare.


perché il gatto lecca
Oggi parliamo di quell’abitudine alla pulizia del mantello che ci ha indotti a ritenere i mici animali pulitissimi.
Infatti, i gatti sono animali molto puliti che passano diverse ore della giornata a leccarsi per mantenere lucido e terso il mantello. La loro lingua è dotata di   papille ruvide che permettono una facile rimozione dello sporco e dei peli morti dalla pelliccia.
Il frequente leccarsi ha inoltre ragioni strettamente legate alla sopravvivenza per i gatti selvatici. Infatti, pulirsi il pelo subito dopo aver consumato il pasto, permette al gatto di rimuovere dalla pelliccia possibili tracce di sangue delle prede. Questa è un’abitudine rimasta inalterata anche nei gatti domestici.
Leccarsi ha anche lo scopo di rilassare e rasserenare il nostro micio.
Tuttavia, un gatto che eccede nella pulizia del mantello facendo di questa   pratica quotidiana quasi un’ossessione, è probabile che sia affetto da un disturbo legato allo stress. Un’eccessiva toelettatura da parte di micio può   esordire in seguito a un cambiamento: un trasloco, l’inserimento di un nuovo felino, la nascita di un bimbo o l’inserimento di un nuovo membro in famiglia. A volte, anche se lo stress è superato, micio continua a presentare segni di compulsività.
Il modo in cui il gatto si prende cura di sé stesso attraverso la pulizia è anche un prezioso segnale del suo stato di salute. Infatti, un micio che interrompe questa abitudine dovrebbe mettere in allarme e indurci a contattare il veterinario.
Per contro esiste la possibilità che micio inizi a leccarsi con insistenza un particolare punto del corpo e anche questo è bene segnalarlo quanto prima al veterinario.
Leccarsi e tolettarsi è inoltre un valido aiuto nella regolazione della temperatura corporea. Infatti, attraverso l’evaporazione della saliva sul pelo, il gatto riesce ad abbassare la sua temperatura corporea.
Le leccature reciproche tra due gatti indicano un rapporto amichevole o addirittura affettuoso.
Anche la leccatura di un umano è un manifestazione di affetto e di richiesta di amicizia.
Mamma gatta è solita leccare i cuccioli non solo per tenerli puliti, ma anche per aiutarli a urinare e defecare. I gattini vengono infatti stimolati nella zona ano genitale dalle leccate di mamma gatta. In natura la madre provvede a rimuovere gli odori dai cuccioli attraverso la toelettatura per proteggere i suoi piccoli da possibili predatori.

head pressingSe notate che il vostro gatto preme la testa contro un muro o altra superficie rigida, e se lo fa senza alcuna evidente motivazione, attenzione! Potrebbe trattarsi di head pressing, un comportamento che potrebbe indicare un disordine neurologico, una lesione cerebrale, un avvelenamento, un tumore, infezioni di vario tipo o altre malattie gravi. Occorre quindi correre dal veterinario per sottoporre il nostro beniamino ad accurate indagini. La tempestività potrebbe salvargli la vita!
La stessa osservazione vale anche per i cani!


come introdurre un gatto nel trasportino
Metodi per introdurre un gatto nel trasportino.
Purtroppo non ne esiste uno unico perché ogni gatto ha un carattere diverso.
I mici molto tranquilli e disponibili a essere manipolati, entreranno senza alcun problema, per gli altri vediamo quali sono i metodi migliori.
Innanzitutto acquistare un trasportino della misura adatta al gatto (io preferisco quelli in plastica quasi completamente chiusi, dove micio si sente più protetto, rispetto a quelle gabbiette fatte di fili metallici.)
  • Munire il trasportino di un cuscino soffice, collocarlo in un posto tranquillo dove vive micio e lasciarlo a disposizione molto prima di doverlo usare per, poniamo, una visita veterinaria. In questo modo il nostro beniamino si abituerà a entrarvi e uscirne e non sarà spaventato quando si chiuderà lo sportellino (è importante assicurarsi che sia ben chiuso in modo che micio non possa fuggire, magari in un ambiente a lui sconosciuto: non lo si troverebbe più!).
  • Se questo metodo non funziona, si può provare a mettere in verticale il trasportino e cercare di infilarvi il gatto dall’alto (prima le zampe posteriori), dopodiché si lascia cadere il gatto e si chiude subito lo sportellino.
  • Un altro metodo consiste nell’aprire lo sportellino e infilare il gatto di testa (se entra quella, poi lo si può spingere da dietro senza correre rischi).
  • A volte ci sono gatti che preferiscono entrare con il posteriore, ma in questo caso si è più a rischio di graffi.
  • I trasportini di plastica si possono aprire anche togliendone la parte superiore. In questo caso si mette un cuscino morbido sul fondo, vi si appoggia il gatto magari con un giochino che gli piace, e si copre il tutto con la parte superiore, fissandola con gli appositi fermi (raccomando sempre di verificare la tenuta: un gatto spaventato dalla prigionia e dall’ambiente nuovo, se riesce a fuggire, non è più rintracciabile!)
  • Se il gatto è particolarmente ostile, avvolgerlo in un asciugamano e introdurlo così nel trasportino, avendo cura di sfilare l’asciugamano dopo accurata chiusura dello sportellino (attenzione ai graffi!) e, se proprio non si dovesse riuscire, trasportare gatto e asciugamano insieme!

gatti e vaccini
Esaminiamo oggi il problema delle vaccinazioni e l’opportunità di eseguirle.
Se il gattino adottato proviene da un gattile o da un contesto non domestico, è preferibile effettuare prima la sverminazione.
Si può quindi procedere con la vaccinazione trivalente che copre:
  • Si tratta di una malattia infettiva scatenata da un virus denominato herpesvirus felino o FHV-1. È una patologia virale che interessa le vie respiratorie, causando spesso anche congiuntivite, scolo nasale, ulcere corneali, cheratite e depressione. Nei gatti adulti non vaccinati e in buono stato di salute, si può risolvere in una decina di giorni con una cura antibiotica. I cuccioli sono invece più a rischio e la malattia può avere anche un esito letale.
  • È responsabile il Calicivirus, un virus a RNA, noto anche come FCV. La caratteristica di questo virus è che resiste a lungo negli ambienti infettati (anche un mese) e che viene eliminato solo con un trattamento disinfettante con candeggina diluita. I sintomi comprendono: abbattimento, febbre elevata, ulcere orali, starnuti, congiuntivite, scolo oculare e nasale, ipersalivazione, polmonite con dispnea, zoppia, anoressia, gengivite-stomatite cronica.
  • Gastroenterite virale (panleucopenia o FPV). La causa è un parvovirus, virus a DNA trasmissibile solamente fra gatti. Si tratta di un virus che tende a persistere a lungo a temperatura ambiente (anche un anno) la cui eliminazione si ottiene solo con la candeggina al 6%. Quasi tutti i gattini vengono a contatto con questo virus, ma quelli che hanno preso il colostro materno sono protetti fino a circa 3 mesi. I sintomi sono: febbre alta (40-41°), anoressia, vomito spesso biliare, disidratazione, ulcere in bocca, diarrea emorragica, ittero. Spesso, in gattini non vaccinati e che non hanno assunto il colostro della madre, l’esito è fatale, anche perché non esistono cure.
Per un gatto domestico che non esce, consiglio di mantenere solo la trivalente (prima iniezione dopo i due mesi, richiamo dopo otto settimane e quindi ogni tre anni).
Se invece il gatto dovesse uscire ed entrare in contatto con diversi altri gatti di cui non si conosce la provenienza o che non sono curati come dovrebbero, esistono le seguenti altre possibilità:
  • Vaccino per la Clamidiosi. Si tratta di una malattia che esordisce di solito con una forte congiuntivite monolaterale e che ha gli stessi sintomi della rinotracheite. Purtroppo queste congiuntiviti sono trasmissibili all’uomo, però il vaccino non copre al cento percento la possibilità di malattia, quindi è utilizzato solo in ambienti a rischio come gattili. Si esegue una volta l’anno insieme alla trivalente, facendola diventare quadrivalente.
  • Vaccino per la Leucemia Felina (FeLV). È un vaccino molto costoso in termini di salute per il soggetto e va fatto solo a gatti effettivamente a rischio e comunque di età superiore ai cinque mesi. Si eseguono due vaccinazioni a distanza di un mese una dall’altra, quindi il richiamo va fatto una volta l’anno.
  • Vaccino per la Rabbia. Nel caso il gatto debba espatriare, alcuni Paesi richiedono che sia vaccinato contro la rabbia. In questo caso occorre prima microcipparlo e dopo eseguire la vaccinazione che non può avvenire su gatti al di sotto dei tre mesi. Il richiamo deve essere fatto ogni undici mesi.

gravidanza del gattoOggi parliamo del parto, anche se sono molto contraria a far nascere gattini quando i gattili sono pieni zeppi di cuccioli da adottare.
La gravidanza in una micia dura in media due mesi (da 57 a 67 giorni) e si può apprezzare con un esame ecografico dopo circa 25 giorni dal concepimento (dopo 45 se si desidera conoscere il numero dei piccoli).
Un paio di settimane prima del parto preparare un cartone foderato di cotone in un luogo caldo e tranquillo; il cartone non deve essere con le sponde troppo alte né troppo basse (i micini nascono ciechi e quindi non in grado di muoversi autonomamente).
Quando giunge il momento del parto, la gatta inizia a fare le fusa o a respirare a bocca aperta. Il parto può avvenire con la micia in piedi (nella stessa posizione in cui defeca) o sdraiata. A ogni espulsione del feto, la gatta recide il cordone ombelicale e mangia la placenta che avvolge il piccolo il cui musetto viene poi energicamente leccato.
È importante per i primi giorni non toccare i gattini: alcune madri diventano molto violente e possono aggredire. A volte invece certe micie mostrano i micini ai loro ospiti umani e in quel caso non si corrono rischi.
È essenziale cominciare ad accarezzare i piccoli il più presto possibile per abituarli al contatto con gli umani.

A richiesta, elenco i giochi NON adatti ai gatti e relative motivazioni:
  • palline di gommapiuma perché si sbriciolano sotto l’azione dei morsi;
  • borse di plastica. Sono pericolose perché il gatto potrebbe strangolarsi con i manichi o soffocare;
  • palline di carta stagnola perché si sbriciolano e il gatto potrebbe ingoiarne dei pezzetti;
  • gomitoli di lana perché potrebbero, se inghiottito qualche filo, creare dei problemi all’apparato digerente;
  • qualsiasi giocattolo di plastica con parti piccole che si possono staccare: c’è rischio di soffocamento;
  • palline piccole, tipo bilie, che il gatto potrebbe ingoiare.
Quelli che invece sono graditi al gatto e non presentano pericoli per lui sono:
  • tappi di sughero o di plastica;
  • palline da ping-pong;
  • sacchetti del pane: i gatti adorano infilarvisi e ridurli in pezzetti;
  • cordicelle spesse magari legate a un manico lungo da muovere in continuazione. Dopo però è meglio riporle;
  • cartoni in cui i gatti si affileranno le unghie e si faranno qualche pisolino;
  • palline di plastica dura;
  • i quotidiani o le riviste, passione di micio che adora stracciarli con le unghie e usarli come coperte sonore.
Quando i gatti giocano, è sempre meglio tuttavia fare attenzione: sono maestri nell’inventarsi giochi pericolosi!

nodi nel pelo del gatto
Con l’invecchiamento, il gatto presenta un pelo meno lucido e con maggiori probabilità di infeltrimento, causa poi della formazione di nodi. Questi, di solito accompagnati anche da forfora, sono deleteri per la cute perché impediscono l’aerazione e quindi la salute della cute stessa.
A questo inconveniente si può ovviare spazzolando il gatto ogni giorno, ma so bene che non tutti i mici sono disponibili a un trattamento del genere.
Vediamo allora quali sono i rimedi quando i nodi si sono già formati.
Esistono tre modi:
rasare = è il metodo più radicale che viene effettuato da specialisti, ma io lo sconsiglio sia per l’inverno che per l’estate. Infatti, il pelo è un fantastico termoregolatore, difendendo micio sia dal freddo che dal caldo, cosa che una cute rasata non può fare. Comunque, se si sceglie questa metodica, al rispuntare del nuovo pelo, il gatto va spazzolato almeno due/tre volte la settimana se a pelo corto e una volta il giorno se il pelo è lungo o semilungo;
districare = serve molta pazienza sia da parte dell’umano che del gatto. Prendere delicatamente il nodo e districarlo con le mani finché non è più un nodo. Spazzolare quindi l’animale delicatamente in modo da evitare il formarsi di nuovi nodi;
tagliare = questa è una tecnica un po’ più difficile da eseguire, ma con la quale si ottengono ottimi risultati. Innanzi tutto occorre essere in due, uno che tenga il gatto accarezzandolo e grattandogli la nuca o il sottogola e uno che esegua la manovra. Servono un paio di forbici a punte arrotondate e un pettine a denti mediamente larghi. Infilare il pettine sotto il nodo che va quindi tagliato alla base. Se il pettine è ben sistemato, non c’è pericolo di ferite per la cute. È molto probabile che questa tecnica debba essere protratta per qualche giorno perché il gatto si stanca facilmente a essere manipolato, nonostante non senta dolore.  Anche in questo caso, una volta che i nodi sono spariti, occorre tenere spazzolata la pelliccia di micio.

orecchie del gatto
Come già anticipato in un precedente articolo, la capacità uditiva del gatto è molto sviluppata, soprattutto per le alte frequenze. La possibilità di orientare i padiglioni auricolari verso la fonte del suono, unita alla dimensione delle orecchie, oltre alle bullee (due ampie camere risonanti dovute all’ingrossamento dell’osso del timpano), dotano micio di una formidabile arma per identificare la posizione delle prede. Le orecchie, un organo tanto prezioso per il gatto, vanno quindi preservate al meglio, possibilmente pulendole giornalmente con un dischetto di cotone inumidito. Non è semplice, perché micio di solito non si lascia manipolare, soprattutto in un punto così delicato. Vediamo ora quali sono le più comuni patologie di questo organo.
Punture di zanzara. Possono provocare una dermatite che sfocia in eritemi e croste. Si può solo prevenire con repellenti.
Acari. Provocano un’otite molto contagiosa. Si manifesta con grattate compulsive e scuotimento della testa. Si cura con acaricidi (pratici gli spot-on) e, se i gatti sono più di uno, conviene curare tutti allo stesso modo anche se certi non presentano i sintomi classici. Se con gli acaricidi non si dovessero ottenere risultati, occorre rivolgersi al veterinario per una pulizia profonda del condotto uditivo.
Ferite. Soprattutto i gatti interi lottano tra loro per il possesso delle femmine e la prima parte che ne fa le spese sono le orecchie. Si osservano, infatti, molti gatti con una parte delle orecchie mancante.
Dermatite da sole. Soprattutto i gatti bianchi sono soggetti a questo problema. La soluzione è, se micio esce ed è bianco (o comunque con le orecchie bianche), di spalmare la parte esterna con una crema solare a protezione totale. Se non lo si fa, il gatto potrebbe andare incontro a tumori che obbligherebbero il veterinario ad asportare chirurgicamente una parte o in toto l’orecchio.
Sordità. Soprattutto nei gatti anziani o nei cuccioli (bianchi con occhi azzurri, ma non in tutti!) si può manifestare questa patologia. I gatti che ne sono affetti non vanno lasciati uscire: in casa, infatti, in un ambiente cui sono abituati, possono sopperire alla menomazione con la vista e l’olfatto, fuori non sarebbero in grado di sottrarsi ai pericoli (auto in arrivo, predatori ecc.).

erba gatta
La Nepeta Cataria, altrimenti nota come erba gatta, contiene il Nepetalattone, un nerpene simile ai feromoni dei gatti.
Perciò è in pratica un afrodisiaco. Il micio, infatti, la annusa, la lecca, la ingerisce, vi si sdraia sopra, emette sonore fusa per almeno una decina di minuti, dopodiché perde interesse. Di solito però nel giro di un paio d’ore, il gatto ripete lo stesso comportamento.
Per fortuna questa erba non ha effetti collaterali sul micio; l’unico, se ne mangia troppa, è un po’ di vomito, senza tuttavia ulteriori conseguenze.


se il gatto barcolla
Il barcollamento, in un gatto, è un sintomo grave che può derivare da avvelenamento, shock, malattia cerebrale, malattia dell’orecchio, incidente, trauma da investimento, insufficienza renale cronica o altro.
Anche se un gatto vive in appartamento, può aver subito incidenti (per esempio una caduta) o shock (per esempio se è entrato in casa un cane) o avvelenamento (per esempio da assunzione di detersivi).
Come detto, il sintomo è di una certa gravità, quindi consiglio di recarsi subito dal veterinario di fiducia per accertamenti.

come tagliare le unghie del gatto
Gli artigli per un gatto hanno diverse funzioni:
Difesa
Presa sulla corteccia degli alberi che permette un’arrampicata sicura
Pulizia del mantello
Mantenimento dell’equilibrio
Se il gatto vive anche all’esterno, sconsiglio vivamente di tagliargli le unghie: non potrebbe né arrampicarsi né difendersi. Se vive solo in appartamento, si può procedere al taglio delle unghie che, tuttavia, è una cosa molto sgradita per il micio. Conviene farsi insegnare da un veterinario la metodica corretta perché le unghie sono innervate e hanno vasi sanguigni che, se inavvertitamente tagliati, sanguinano e provocano molto dolore.

Età del gatto/età dell’uomo
Di seguito una tabella indicativa – infatti i pareri sono molto discordi – che compara l’età del gatto a quella dell’essere umano.
Da questa tabella si evince che giorni, settimane e mesi, che per noi sono brevi periodi, per i gatti rappresentano tempi importanti.
Le discordanze con altre tabelle riguardano il tipo di gatto (randagio o padronale). Infatti, i secondi hanno un’aspettativa di vita più lunga (sui quindici anni) rispetto ai primi (quattro-cinque anni).
Un’altra differenza è riconducibile alla salute del gatto. Infatti, un gatto malato è oggettivamente più anziano di uno in salute.
I veterinari sono concordi nello stabilire in sette anni il passaggio dalla maturità all’anzianità vera e propria.
A mio parere e secondo la mia esperienza, un gatto sano è “giovane” fino a dieci anni circa, a volte anche oltre.
Anni del gatto                Anni equivalenti umani

3 mesi                                                       5
6 mesi                                                     10
1 anno                                                      15
2 anni                                                       25
3 anni                                                       29
4 anni                                                       33
5 anni                                                       37
6 anni                                                       41
7 anni                                                       45
8 anni                                                       49
9 anni                                                        53
10 anni                                                      57
11 anni                                                      61
12  anni                                                    65
13  anni                                                    69
14 anni                                                     73
15 anni                                                      77
16 anni                                                      81
17  anni                                                     85
18  anni                                                     89
19  anni                                                     93
20 anni                                                     97
21 anni                                                      105

la terza palpebra nei gatti
La terza palpebra visibile quando il gatto è sveglio indica di solito un malessere fisico, molto spesso neurologico. Le cause potrebbero essere:
  • Parassiti intestinali che sono di solito diagnosticabili con un esame delle feci.
  • Parassiti del pelo tipo pulci o zecche.
  • Malattie dell’occhio a volte anche causate da un graffio se il gatto ha litigato con suo simile.
  • Patologia addominale soprattutto se il gatto presenta anche diarrea.
  • Occorre controllare se il gatto si scarica regolarmente. In caso di stipsi, si può risolvere con un lassativo o con l’apposita pasta in vendita nei negozi specializzati o in farmacia.
  • Disidratazione grave che si può diagnosticare sollevando con le dita pelo e pelle nell’area del collo. La mancanza di elasticità – quindi se pelle e pelo restano sollevati senza tornare immediatamente al loro posto – è indice di disidratazione.
  • Acari nelle orecchie che, se numerosi, possono provocare un intenso fastidio. Allora il gatto gratterà l’interno dell’orecchio e scuoterà spesso la testa.
  • Malattie da raffreddamento tipo raffreddori, tosse, rinotracheite infettiva – se il gatto non è vaccinato.
  • Infezione da herpes (difficile da diagnosticare).
In ogni caso, e soprattutto nei più gravi, è consigliabile una visita veterinaria.


alt="Creme Puff il gatto che ha vissuto 38 anni"
Il gatto più vecchio del mondo, ora scomparso, è vissuto ben 38 anni e tre giorni. Si chiamava Creme Puff, era una femmina e abitava ad Austin nel Texas (USA).

alt="lingua del gatto"
La lingua del gatto è ruvida perché presenta delle papille filiformi di cheratina che posseggono diverse funzioni:
    1. Essendo i gatti carnivori, la lingua così ruvida serve loro per staccare la carne dalle ossa quando devono cibarsi di una preda;
    2. Essendo i gatti sia predatori che prede, quando hanno terminato di cibarsi del frutto della loro caccia, si puliscono ben bene con la lingua ruvida per rimuovere l’odore del sangue, evitando così di attirare predatori;
    3. Spesso i gatti di casa (che quindi difficilmente cacciano in ambienti “pericolosi” si leccano molto dopo mangiato per rimuovere l’odore del cibo che attirerebbe altri gatti);
    4. Non avendo il gatto ghiandole sudoripare, se non sui cuscinetti delle zampe, per rinfrescarsi quando le temperature sono elevate, si lecca a lungo;
    5. Infine, le leccature del pelo sono coccole che i gatti, presuntuosi e sicuri di sé, si concedono, soprattutto prima di addormentarsi. Attenzione, tuttavia: quando il gatto si lecca molto a tutte le ore del giorno, magari strappandosi anche qualche ciuffetto di pelo, meglio recarsi dal veterinario per accertamenti.
I gatti che leccano i loro compagni umani comunicano affetto, oltre a marcarli con i feromoni presenti sul muso. Non tutti lo fanno, dipende dal carattere del micio.

alt="il mantello dei gatti"
Non esiste una sola razza felina che sia priva di pelo attualmente, ciò che più si avvicina è il mantello dello Sphynx, che comunque è dotato di un cortissimo sottopelo.
Il mantello del gatto può essere unico o doppio.
L’unico è tipico dei gatti con il pelo che aderisce al corpo. Il doppio invece presenta un sottopelo folto e morbidissimo (atto a mantenere costanti temperatura e asciuttezza del corpo) ricoperto da un pelo simile a quello unico. La pelliccia di questi ultimi è folta e spesso lunga.
I gatti selvatici presentano il tipico mantello tigrato per mimetizzarsi tra la vegetazione del loro ambiente. Il micio domestico, primo discendente di quello selvatico, è quello che possiede la più ampia gamma di colori e disegni.
I gatti domestici presentano in genere tre varietà di mantello: con pelo corto, semilungo e lungo.
Per quanto riguarda il colore del pelo, esistono alcune peculiarità: i gatti tricolore (bianco, rosso e nero) sono quasi esclusivamente femmine. Raramente nascono anche maschi con quel mantello, ma sono sempre sterili.
Il colore rosso, d’altro canto, è tipico quasi sempre di gatti maschi.
Il colore bianco, tipico di entrambi i sessi, comporta talvolta la sordità, soprattutto in gatti con gli occhi azzurri. Fortunatamente un gatto che nasce sordo, se allevato in casa, può benissimo vivere utilizzando tutti gli altri sensi.

Oggi esaminiamo i baffi dei mici, le famose vibrisse e, in particolare, che cosa ci comunicano le loro posizioni.
alt="le vibrisse del gatto"
Innanzi tutto le vibrisse servono al gatto nella totale oscurità per evitare ostacoli o per identificare prede.
Quando si trovano delle vibrisse cadute, non occorre preoccuparsi, esse ricrescono in fretta.
      • Se sono ripiegate all’indietro, il gatto sta per attaccare.
      • Se sono ripiegate in avanti, micio è a caccia di prede.
      • Se sono a riposo, il gatto è tranquillo.
Esaminiamo la posizione delle orecchie di un gatto.
alt="le posizioni che possono assumere le orecchie del gatto"
Esse sono dotate di una muscolatura volontaria e quindi micio le può orientare come meglio crede. Perciò spesso sono un efficace strumento per leggere le emozioni.
      • Orecchie dritte: il gatto è tranquillo.
      • Un orecchio dritto e l’altro puntato verso una fonte sonora: il gatto sta esaminando l’ambiente circostante.
      • Orecchie girate in avanti: il gatto è in allarme.
      • Orecchie appiattite lateralmente: il gatto è molto ansioso.
      • Orecchie spostate e appiattite all’indietro: il micio è molto spaventato o sta progettando un attacco a breve termine.
      • Orecchie che si muovono velocemente: il gatto cerca di capire che cosa stia accadendo intorno a lui.
Conosceremo mai a fondo la mentalità felina? Io ho provato e, a volte, riesco ancora a stupirli e a guidarli verso regole stabilite da me, ma è, lo confesso, sempre più dura.
alt="il mondo visto dal gatto"

Prima di dedicarci all’esame del corpo, chiediamoci se il gatto possiede delle caratteristiche “magiche”. Si muove leggiadro e silenzioso, tanto che scompare e ricompare proprio come un essere magico. E l’aspetto è di un essere magico. La lucentezza del mantello e la sua setosità; la seduzione degli sguardi; la morbidezza e l’agilità del corpo; il pacato calore; la sinfonia ipnotica delle fusa. Cos’altro serve per innamorarsene?
alt="la magia del gatto"

La coda del gatto, un organo molto sensibile e utile per la comunicazione.
La coda nel gatto serve soprattutto per l’equilibrio ed è assodato che il micio non gradisce che gliela si tocchi. Ma non sono solo le posizioni della coda importanti per decifrare gli stati d’animo di micio, bensì anche i vocalizzi, le orecchie, le vibrisse, gli occhi e la postura.
Ora vediamo insieme i più comuni segnali che il gatto ci invia tramite la coda.
Coda dritta verticale: esprime gioia di vederci (quando il gatto ci viene incontro), un saluto, un’attenzione alle mosse che stiamo per compiere noi.
Coda dritta verticale con punto interrogativo della punta: segno di curiosità, interesse e benevolenza nei nostri confronti.
Coda che si agita lateralmente e velocemente: segno di rabbia, fastidio, agitazione o paura. Micio non sa bene come gestire la situazione.
Coda dritta verticale che vibra: il gatto ci sta comunicando che sta bene con noi. Attenzione perché potrebbe invece stare marcando il territorio con qualche spruzzo di urina misto a ferormoni!
Coda dritta orizzontale in linea con il dorso: o immobile o con lievi movimenti laterali indica un interesse verso qualcuno o qualcosa. Lo si nota quando sta puntando una possibile preda.
Coda incurvata con peli dritti: segnale di paura o rabbia, magari davanti a un animale vissuto come nemico (cane o altro).
Coda bassa con pelo dritto e punta contratta: può esprimere paura, ma di solito indica che il micio ha appena individuato una possibile preda e si prepara all’attacco (attenzione: potrebbero essere le nostre gambe!).
Coda a mezz’asta che si muove lentamente: indica un tiepido interesse verso qualcosa o qualcuno.
Coda nascosta tra le gambe sotto il ventre: significa che il gatto si sente minacciato e non sa come fare per difendersi. Spesso si notano anche orecchie volte all’indietro e pupille dilatate. A volte può essere il sintomo di un malessere fisico.
Coda avvolgente: quando micio è seduto e la sua coda avvolge le zampe anteriori, è immerso in un completo relax (succede spesso che poi si addormenti).
Coda verticale piegata di lato: micio ha voglia di giocare.
Coda tenuta da un lato: nelle micie integre indica disponibilità all’accoppiamento.
Coda che ondeggia tracciando ampi semicerchi: può indicare tanto un’eccitazione positiva quanto negativa. Mamma gatta lo fa da sdraiata per far giocare i suoi piccoli.
Coda ricurva che va ad appoggiarsi sul dorso del micio: indica un’attenzione particolare a quello che sta accadendo.
Coda arcuata con la punta rivolta in basso: eccitazione che spesso porta micio a sferrare un attacco.
alt="le posizioni che può assumere la coda del gatto"

Parliamo ora dell’apparato digerente del gatto.alt="apparato digerente del gatto"
La digestione non inizia, come nell’uomo, in bocca perché il gatto deglutisce senza masticare; infatti, la saliva serve solo come lubrificante. Lo stomaco secerne succhi gastrici sei volte più acidi dei nostri (in natura, infatti, micio mangia spesso prede intere e deve quindi digerirne le piume, il pelo, le ossa). L’intestino è molto corto ed è diviso in tenue (dove avviene l’assorbimento dei nutrienti) e crasso (dove avvengono la fermentazione, la deidratazione e la formazione delle feci). Poi vi sono il fegato e il pancreas che non fanno propriamente parte dell’apparato digerente ma che sono essenziali per le sue funzioni.
Addentriamoci oggi nel campo dell’udito.
L’udito del gatto è molto sviluppato grazie alle bullee, due ampie cavità create dall’ingrossamento dell’osso del timpano, ma, con l’avanzare dell’età, la capacità uditiva diminuisce.
Il gatto ha un udito raffinatissimo che gli serve per identificare anche i più lievi rumori delle prede. I gatti superano addirittura i cani nel percepire i suoni soprattutto acuti (frequenze elevate), arrivando fino ai 100.000 hertz, mentre il cane arriva solo fino a 35.000/40.000 hertz (solo per modo di dire, dato che l’uomo, egli sì, arriva solo fino a 15.000 hertz). Per questo motivo, se si ospita un gatto, occorre fare attenzione perché i suoni, che per noi sono normali (aspirapolvere, musica ad alto volume, grida ecc.), per lui sono insopportabili. Con l’età il gatto perde un po’ della sua acutezza uditiva, come del resto capita a noi umani, fino, a volte, a perderla del tutto. In questo caso è sconsigliabile far uscire il micio perché la sordità gli impedisce di percepire i pericoli: auto, cani ecc. Esistono anche dei gatti che nascono sordi, di solito quelli bianchi con gli occhi azzurri (anche se non tutti i gatti bianchi presentano questo handicap). Sembra che ciò sia dovuto a un gene denominato W.
alt="l'udito del gatto"

Ed ora una piccola curiosità sui gatti: gatti, come quasi tutti  i felini, hanno una caratteristica che nessun altro animale di specie diversa possiede: le fusa. Noi pensiamo che il nostro micio faccia le fusa per comunicarci il suo benessere, ma non è sempre così. Ovvio che, nella maggior parte dei casi – soprattutto quando micio sale sulle nostre ginocchia e inizia con il suo ron ron – si tratta di pura felicità. Tuttavia, a volte il nostro amico può emettere quei suoni per cercare di superare una situazione di disagio sia psichico sia fisico; altre volte il dolore sembra essere attenuato se micio emette sonore fusa (a me è capitato di assistere alla morte di un mio gatto immerso in un ron ron appena udibile ma, credo, consolatorio).

E ora esaminiamo la bocca dei mici.
I 30 denti dei gatti sono suddivisi così: 16 nella mascella e 14 nella mandibola. I canini sono molto sviluppati e affilati (ne sappiamo qualcosa quando giochiamo con loro); i molari sono taglienti perché hanno la funzione di triturare la carne; il primo molare della mandibola e l’ultimo premolare della mascella sono chiamati ferini perché servono per lacerare la carne. Le gengive sono dotate di recettori nervosi che indicano al gatto il punto esatto in cui affondare i denti nel collo della preda senza farla troppo soffrire. La lingua è lunga e flessibile e presenta sulla superficie centrale delle papille filiformi fatte a uncino e rivolte verso la gola. Queste hanno la funzione di aiutare micio nello spolpare le ossa delle prede e nella pulizia del mantello. Le leccature servono anche a regolare la temperatura del corpo. Ai lati della lingua e sulla punta sono situate le papille gustative che, rispetto agli esseri umani (9000), sono in numero inferiore (500). Per questo micio non riesce ad apprezzare il sapore dolce (beato lui!). Sempre per lo stesso motivo (poche papille gustative), micio annusa per bene il cibo che gli proponiamo per comprendere se è di suo gradimento. E, quando è raffreddato e non riesce ad apprezzare gli odori, molto spesso si rifiuta di mangiare.
Continuiamo ora a esaminare le caratteristiche fisiche dei gatti.
Oggi parleremo degli arti.
I nostri amici hanno zampe con legamenti molto robusti che sopportano bene l’accelerazione del corpo e l’impatto con il suolo. Inoltre, posseggono una caratteristica molto particolare: sono digitigradi, vale a dire che il peso del corpo durante la camminata, la corsa, il salto, è sostenuto unicamente dalle dita. Per facilitare il predetto tipo di camminata, gli artigli sono retrattili. Le zampe anteriori del gatto presentano cinque dita con artigli retrattili: quattro allineate e una posteriore con funzione di pollice che serve per l’arrampicata (sperone). Le zampe posteriori presentano solo quattro dita, mancando loro lo sperone. A causa della conformazione dei loro artigli, per i gatti è molto facile arrampicarsi, difficile è scendere perché dovrebbero farlo in retromarcia, cosa che li espone a pericoli di attacco da parte dei loro predatori. Allora si assiste a manovre a volte molto buffe, ma il loro innato senso dell’inventiva li porta a trovare sempre una soluzione. Non ultima quella di miagolare disperatamente in cerca di aiuti umani (ne so qualcosa io!)

alt="la zampa del gatto"
Ed ora esaminiamo gli occhi di un gatto e delineiamo le loro caratteristiche.
alt="gli occhi del gatto"

Occorre sfatare il mito che i gatti vedono al buio. È tuttavia vero che essi, anche in presenza di una debolissima fonte di luce, possono orientarsi grazie al tapetum lucidum. Si tratta di uno strato di cristalli riflettenti con funzione di specchio che permette al gatto di vedere, in caso di luce debole, sei volte più di un essere umano.
Il tapetum lucidum è quello che, riflettendo la luce attraverso le pupille dilatate, fa scintillare gli occhi del gatto di una luce verde sia nell’oscurità che quando si fotografa il micio con il flash.
Sembra che il gatto percepisca i colori solo nella gamma dei verdi e blu.
Parliamo ora del corpo di un gatto. Il naso del gatto si chiama tartufo ed è sensibilissimo. Un gatto giovane o meno giovane ma sano ha il tartufo sempre fresco e umido. Infatti, quando il micio è indisposto, spesso il tartufo è secco. Il suo colore dipende dal colore del mantello. Di solito il mantello scuro prevede un naso nero, un mantello più chiaro, un naso rosa.
alt="il naso del gatto o tartufo"

I baffi dei gatti si chiamano vibrisse (12 o più per ogni lato del muso) e servono come organi di tatto quando l’ambiente è troppo scuro persino per i loro occhi.

caratteristiche fisiche dei gatti: le vibrisse
Gli occhi dei gattini di pochi giorni sono sempre azzurri, poi, con l’accrescimento del corpo, cambiano colore, acquistando quello definitivo. Esistono tuttavia razze (siamese, burmese ecc.) che mantengono gli occhi azzurri anche da adulti.
caratteristiche fisiche e comportamentali dei gatti

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