Il gatto: il cacciatore perfetto o il dormiglione perfetto? L’impagabilmente soffice ciambella di peli adagiata sulle nostre gambe o l’implacabile predatore solitario?
Nozioni essenziali per comprendere meglio com’è “costruito” e come “funziona” il gatto e per ammirarlo ancora di più.
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Uno dei motivi per i quali il gatto ha sempre affascinato l’uomo è il suo presentare comportamenti e atteggiamenti contraddittori. In realtà, la natura del gatto è molto più coerente di quanto si può immaginare. Basta osservarlo molto da vicino, cercando di seguirlo tenendo conto solo del suo punto di vista e della sua storia evolutiva.
Il mondo animale è un mondo predatorio e il nostro piccolo e adorato gatto, dal pelo morbido come i petali di un fiore, è nel suo mondo
un abilissimo cacciatore, forse il migliore. Non a caso si è guadagnato il titolo di
“cacciatore perfetto”. E non a caso,
Leonardo da Vinci, dopo averne studiato attentamente l’anatomia e averlo disegnato e ridisegnato, affermò: “Il più piccolo dei felini, il gatto, è
il capolavoro della natura”.
In natura tutto ha una funzione e le strutture fisiche degli animali si evolvono adeguandosi e specializzandosi in base alle necessità richieste da due istinti fondamentali: protezione e nutrimento.
Se il gatto
dorme molto (da 16 a 18 ore al giorno), non è perché gli piace sognare, è perché ha bisogno di essere
molto vigile nelle ore di veglia. Lui è sia un predatore sia
una piccola preda. Il gatto insomma, si deve guardare molto bene anche le spalle, mentre guarda davanti a sé la preda che ha preso di mira. Poiché ancora non è dotato di “occhi retrovisori”, ha specializzato il suo udito.
(Sui possibili sogni che di un gatto mentre dorme, rimandiamo comunque ad una splendida poesia di
Pablo Neruda: Per leggerla,
clicca qui).
Il suo
udito è molto capace: l’essere umano arriva a percepire suoni che arrivano ad una frequenza di 20.000 hertz. Il cane può arrivare al doppio. Il gatto è capace di sentire suoni che raggiungono gli
80.000 hertz.(L’ “hertz” è l’unità di misura che quantifica il numero di vibrazioni per secondo e che stabilisce quindi l’acutezza di un suono.
Il gatto può sentire il rumore emesso dal movimento di un topo in un raggio di 15 metri, n.d.r)
E quanto alla sua
vista? Riassumendo un
denso articolo sulla struttura e sulle capacità dei suoi splendidi occhi, è essenziale sapere che :1. Il gatto ha un
campo visivo molto superiore al nostro, quindi vede come se lo stesse guardando frontalmente anche ciò che accade o ciò che si trova ai suoi lati. 2. Il suo occhio è dotato di un t
apetum lucidum, che riflette la luce. 3. La sua pupilla può
aprirsi molto di più della nostra: Quindi, cogliendo più luce e riflettendola all’esterno, l’occhio del gatto necessita di molta meno luce di quello umano per riuscire a vedere. Ripetiamo che il gatto NON vede al buio, come molti immaginano: i suoi occhi riflettono la luce, non la emettono. Non sono delle lampadine, sono uno specchio che riflette la luce di una lampadina, o di una qualsiasi altra fonte luminosa.
E cosa dire della sua
agilità? Non vi sembrano delle meravigliose “molle animate" i vostri gatti, quasi un incrocio tra un quadrupede e un volatile, quando li vedete saltare, sollevandosi con stupefacente leggerezza? …Ci sono due motivi fondamentali che lo rendono così “snodato”:
La
colonna vertebrale del gatto è straordinariamente flessibile, perché si è evoluto adeguandosi alla necessità di essere agile, veloce e fluido. Un gatto, grazie alla sua colonna vertrebrale mobile, può curvarsi in aria e ruotare metà della schiena di 180°. La sua proverbiale e silenziosa fluidità gli è anche permessa anche dal suo torace stretto, come dire?, "affilato".
La sua caratteristica più particolare è, poi, la particolare conformazione della sua
clavicola:
“I mammiferi o hanno la clavicola che si articola con lo sterno e la scapola e che rende possibili movimenti laterali di sollevamento (come gli uomini), oppure hanno una elevata prestazione nel salto e nella corsa (ungulati e cani). Il gatto ha una clavicola rudimentale molto elastica che offre i vantaggi di tutti e due i sistemi.” Lui, il gatto ha sia una grande capacità nella corsa nel salto (come il cane) ma può anche alzare le zampe lateralmente (come gli esseri umani)… (Forse da questo gli deriva quella sua arietta di superiorità: si è preso il meglio di entrambi…!)
Per costruire
il suo cacciatore perfetto,
la natura ha impiegato milioni di anni.
Rispetto a quei milioni di anni, il periodo di tempo a partire dal quale il gatto è voluto diventare nostro amico può definirsi di
“qualche giorno”. Diciamo questo per spiegare perché, nonostante mangi in casa e molto bene, nonostante ci adori e si lasci coccolare felicissimo da noi … se solo passa una farfallina, ecco che il suo istinto (non dovuto alla fame perché con noi mangia benissimo) lo trasforma in un “efferato” cacciatore e sterminatore di piccole prede. E noi, forse, rimaniamo anche un po’ male …Mai avremmo immaginato che sotto il nostro “Puffy” si nascondesse una efferata tigre in miniatura.
E allora inizia la sua
battuta di caccia.
Si allerta, si ferma; poi si dirige verso la sua vittima, sfiorando il suolo con la pancia, ma così silenziosamente che, come ha detto qualcuno, “nemmeno lui può sentirsi”. Quando arriva in prossimità della preda, fa una cosa che solo gli individui veramente forti sanno fare: attendere. Intelligente com’è, lui è uno che ha imparato ad aspettare: sa che prima o poi la preda dovrà muoversi, e lui intanto sta fissando un punto in cui la preda necessariamente passerà. E quando entrerà nel suo campo visivo, è difficile che abbia scampo … Prima di balzare il gatto calcola la distanza tra sé e la preda e stabilisce la forza muscolare che gli sarà necessaria per percorrerla. si irrigidisce, immobilizza gli occhi, inizia ad agitare la coda nervosamente, fissa “qualcosa” …Spesso sbatte i denti, facendo un particolarissimo rumore che non sapremmo definire. Per balzare, il piccolo killer si rannicchia, poi si dà lo slancio con le zampe posteriori, inarca la schiena e infine atterra con le zampe anteriori sul malcapitato animaletto. A questo proposito, ricordiamo che la distanza tra i due canini di un gatto è perfettamente commisurata alle dimensioni delle sue prede più abituali (piccoli roditori) e che il nostro piccolo killer mangia tutto della preda, non solo la carne: anche le ossa e tutto il resto Inoltre. i suoi canini sono "sensibili", questo vuol dire che il gatto sente dove mordere per infliggere il suo colpo mortale.
Esiste una breve poesia di
Emily Dickinson che descrive l’agguato di un gatto. In questo caso, però, l’usignolo si salva e…
“con tutta la gioia volò” (e con disappunto del gatto, pensiamo!) …-Per leggerla,
clicca qui.-
Una volta che l’ha tra le sue grinfie, il gatto con la preda può anche mettersi a
giocare.
Quando era cucciolo
ha imparato a cacciare dalla madre e
giocando con i fratellini, mimando i tempi i movimenti e le soste dell’agguato. Giocare è il miglior modo per apprendere qualcosa. Nel gioco si può sbagliare all’infinito: non c’è punizione né pegno né valutazione che abbiano conseguenze nella realtà..
Ai nostri mici di casa basta un topino di plastica per mimare una caccia, seguita spesso da una sorta di gioiosa danza per la cattura avvenuta. Talvolta il gatto si stende al lato della preda e la tiene d’occhio, leccandosi le zampe; tal’altra la lancia per aria. E’ il modo in cui esprime la propria soddisfazione.
E se il nostro gatto domestico, il re dei del divano e dei cuscini, improvvisamente dal giardino ci porta
un topino o una lucertola non di plastica ma di carne?
Non sgridiamolo mai, anzi mostriamoci orgogliosi di lui. In un certo senso, per quel che lo riguarda, lui ci sta facendo un regalo. La madre, quando era piccolo, gli portava le prede per nutrirlo. Lui fa lo stesso con noi! Il gatto che vive in casa non ha bisogno di prede per nutrirsi, in realtà, le cattura per gioco. In più, non smetterà mai di farlo, quando ne vedrà una, anche se lo sgridiamo. (Nota: un articolo suggerisce semplici metodi con cui tentare di fargli preferire prede … di gomma!
Clicca qui)
Certo, se entra una svolazzante farfallina in casa e possiamo evitare che lui la catturi … Personalmente noi facciamo scappare la farfallina:
vita anche
a lei! Ci sono proprietari, invece, che concedono ai loro gatti la possibilità di effettuare una caccia reale ogni tanto… Scelte diverse.
Un altro (solo nostro, non suo …) dilemma che avvolge il gatto è se sia
un animale sociale o solitario. Le opinioni in merito sono flessibili. Ci abbiamo riflettuto e abbiamo capito che le opinioni al riguardo sono tali, perché … è il gatto ad essere flessibile! (… Come la sua colonna vertebrale, del resto)
Il gatto, innanzitutto, non è, come invece è invece il socialissimo cane,
un animale da branco. Lui non ha mai avuto bisogno di vivere in un gruppo (gerarchizzato, ricordiamo) per garantirsi la sopravvivenza e questo lo ha reso indipendente. Ha sempre dovuto cavarsela da solo, senza contare su nessun altro.
Il gatto fa riferimento solo a se stesso. Questo dato lo caratterizza in prima istanza.
Poi la sua vita ha iniziato a cambiare, quando è diventato un animale domestico. Il gatto ha dimostrato di essere capace di adeguarsi alle nuove occasioni di socializzazione. Soprattutto per quel riguarda la socializzazione con noi umani, è stato ampiamente dimostrato che, se
accarezzati molto tra le due e sei settimane di vita, nella maggior parte dei casi i gatti saranno ben integrati tra gli esseri umani e che, anzi, ricercheranno volutamente la loro compagnia (per approfondire l’argomento,
clicca qui).
Riguardo al nostro affascinante amico gatto, quindi, comportamenti e atteggiamenti che a noi possono sembrare contraddittori o difficilmente conciliabili, sono in realtà peculiarità di una della più belle creature viventi, dotata di una struttura che si è perfettamente evoluta e che, proprio grazie alla completa realizzazione di forma e funzione che ha raggiunto in sé, può adattarsi facilmente anche alle nuove
“richieste” che il suo vivere in circostanze diverse gli propone.
16 Gennaio 2009