La guida del gattino
Prendersi cura dei neonati

È importante pulirsi le mani prima di manipolare i neonati. Normalmente le gatte recidono il cordone ombelicale. Se questo non avviene deve essere tagliato ad una distanza di 3,5 – 4 cm con strumenti sterilizzati e applicando un’idonea soluzione antisettica.
I gattini ottengono la loro prima immunità sistemica in modo passivo attraverso il colostro e l’immunità locale in modo continuo grazie all’ingestione del latte della madre. È importante assicurarsi che i neonati ricevano il colostro ed il latte della madre entro le prime 12 ore dalla nascita. Questo è particolarmente cruciale nei gattini nutriti con sostitutivi del latte, essendo privi di protezione immunitaria.
Come sistemare i neonati

Esigenze ambientali e suggerimenti per la gestione

Stimolare l’evacuazione

L’importanza del contatto regolare e precoce
È dimostrato che lo stress associato con la manipolazione ripetuta ad intervalli regolari aumenta lo sviluppo neurologico e migliora la crescita. La mancanza di stimoli al contrario porta a sviluppare comportamenti anomali. Ci sarà quindi una ridotta attitudine esploratoria e si potranno sviluppare comportamenti sospettosi ed aggressivi nell’adulto. La scelta di separare i neonati deve pertanto essere accuratamente ponderata, dato che i gattini devono interagire tra loro il più possibile fino allo svezzamento.
L’esame dei gattini
L’obbiettivo dell’esame fisico è monitorare lo stato di sviluppo e di salute dei gattini e per riscontrare anomalie che possano incidere sul corretto sviluppo e sulla crescita. Molta importanza dovrà essere data al comportamento ed ad altri elementi come il peso corporeo, la temperatura e la cavità orale.
Il carattere dei gattini

I parametri vitali

L’esame fisico

Lo svezzamento
Lo svezzamento è un processo graduale che prevede l’assunzione di quantità crescenti di alimento solido da parte del gattino ed inizia dal rifiuto graduale della madre ad allattare i gattini. Le gatte possono infatti ridurre la loro assunzione di alimento e di conseguenza la loro produzione di latte giornaliera.
I tempi dello svezzamento
Generalmente ha inizio a partire dalle 3 – 4 settimane di età e si conclude a 6 – 9 settimane. All’inizio cominciano ad essere introdotti cibi solidi, sebbene il 95% dell’assunzione di energia sia ancora fornita dal latte materno. Già a partire dalle 5 – 6 settimane di età, la quota del fabbisogno calorico giornaliero fornita dal latte si riduce al 30%. In ogni caso uno svezzamento più prolungato nel tempo facilita la crescita e la maturazione del sistema immunitario dei gattini, riducendo la percentuale di mortalità nel periodo successivo allo svezzamento.
Le modalità dello svezzamento

Il primo giorno i gattini ed il cibo devono essere allontanati dalla gatta in lattazione.
I gattini tuttavia possono avere accesso libero all’alimento utilizzato per lo svezzamento. Ai gattini alla fine della giornata è consentito di tornare dalla madre per potersi allattare. I giorni successivi i gattini devono essere allontanati dalla madre e devono avere accesso libero all’alimento. In questi giorni però non vanno riportati dalla madre.
Allo stesso tempo la gatta in lattazione deve avere a disposizione un quarto della sua razione alimentare, per consentire la riduzione della sua produzione di latte. Nei giorni successivi la razione andrà incrementata fino al raggiungimento delle quantità antecedenti l’inizio del periodo riproduttivo. Nel caso in cui le gatte in lattazione siano delle grandi produttrici di latte, la restrizione alimentare deve iniziare qualche giorno prima lo svezzamento definitivo per prevenire l’accumulo esagerato di latte nelle ghiandole mammarie.
Gestione alimentare

La corretta alimentazione dopo lo svezzamento
Nel periodo di crescita successivo allo svezzamento, i gattini hanno fabbisogni strettamente dipendenti allo specifico periodo di vita. È necessario un alimento che sia il più completo e bilanciato possibile, che rispetti ampiamente i fabbisogni nutrizionali minimi.
Fabbisogni energetici

Fabbisogni proteici

Fabbisogni lipidici

Carboidrati

Le fasi della crescita

A 3 – 4 giorni di età il gattino riesce ad alzarsi sulle proprie zampette e a sostenere per brevi periodi il proprio peso corporeo.
A partire dal 6° fino al 14° giorno si apre il canale auricolare esterno, che risulta essere completamente pervio a 17 giorni.
A 8 giorni di età il gattino apre gli occhi e dopo 24 ore le pupille sono in grado di rispondere agli stimoli luminosi.
A 10 giorni il gattino impara ad alzarsi e a sedersi.
A 20 giorni comincia a muovere i primi passi dapprima incerti, che diventano via via più sicuri.
Durante la terza settimana di vita il peso triplica e il gattino controlla volontariamente la minzione e la defecazione.
A 21 giorni si affina il senso dell’udito, che diventa completamente funzionale.
Nei giorni immediatamente successivi il gattino impara ad arrampicarsi e diventa più spericolato.
Fra le 4 e le 16 settimane d’età c’è il periodo di socializzazione dei gatti, che è molto breve. Pertanto è importante in questa fase abituare il gattino il prima possibile alla presenza di varie persone, in modo da non imparare ad accettarne una sola. Un gatto non venga esposto in questa finestra di tempo alla vista, agli odori e ai rumori dell’ambiente esterno può presentare dei problemi comportamentali in futuro. È meglio evitare di separare troppo presto il gattino dalla sua mamma e dal resto della cucciolata: questo deve avvenire almeno all’età 6 o 7 settimane.
Dopo i primi 2 mesi il gattino assume i pattern di alimentazioni sempre più tipici del gatto adulto. Pertanto cominciano ad effettuare volontariamente 12 – 20 pasti al giorno, distribuiti uniformemente tra periodi di luce e di buio. Inoltre sono lenti ad iniziare a bere e a completare l’assunzione di acqua. Questo probabilmente perchè si sono evoluti come animali del deserto. I gatti infatti sono in grado di concentrare le urine molto più dei cani e dell’Uomo e possono dissetarsi assumendo acqua di mare.
I mesi successivi sono molto importanti perchè il gattino sperimenta le esperienze che possono influenzare le loro preferenze alimentari successive. L’esposizione a specifici aromi alimentari nelle prime fasi della vita infatti aumentano le scelte nelle fasi successive. I gatti infatti sono famosi per diventare fissati su un particolare sapore se nutriti solo con questo per molto tempo. È opportuno quindi che siano presenti nell’alimento ingredienti vari per far conoscere al gattino quanti più gusti possibile.
A 6 mesi d’età, il gattino raggiunge i 3/4 della suo sviluppo complessivo L’aspetto ormai è quello di un gatto adulto, ma il comportamento non è ancora tale. Il suo livello di attività rimane pertanto ancora molto elevato, trascorrendo molta parte del giorno a giocare. Per questi motivi è necessario continuare ad alimentarlo con cibo specificamente formulato per gattini. In questo periodo dovrà essere effettuata l’ultimo trattamento sverminativo mensile. D’ora in poi infatti questo tipo di intervento avrà cadenza trimestrale o semestrale, in base all’esposizione al rischio. Questa frequenza verrà mantenuta per tutto il resto della sua vita in modo per garantire l’adeguata protezione verso le infestazioni da parassiti intestinali.
Fra i 6 e i 10 mesi d’età il gattino raggiunge la sua maturità sessuale. A questo punto, dopo averne parlato con il veterinario, che saprà illustrare precisamente tutti gli aspetti, si deve decidere se ricorrere alla sterilizzazione.
La dentizione

La formula dentaria provvisoria del gattino è composta da 6 incisivi superiori decidui e 6 inferiori, 2 canini decidui superiori e 2 inferiori, 6 premolari decidui superiori e 4 inferiori.
La formula dentaria definitiva del gatto è invece costituita da 6 incisivi superiori permanenti e 6 inferiori, 2 canini permanenti superiori e 2 inferiori, 6 premolari permanenti superiori e 4 inferiori, 2 molari permanenti superiori e 2 inferiori.
Le vaccinazioni
I vaccini svolgono un ruolo importante nel controllo delle malattie infettive e nei programmi di medicina preventiva nel gatto. Alla luce di questo, il programma delle vaccinazioni, affrontato seguendo le giuste tempistiche e rispettando i richiami, è fondamentale per tutelare la salute dei gattini che vogliono diventare adulti.
“Dimenticare” la vaccinazione contro le malattie mortali infatti è sicuramente molto rischioso. Grazie alla profilassi vaccinale si sono ottenuti negli anni importanti risultati, riducendo enormemente l’incidenza di varie malattie infettive.
A livello europeo è stato stilato un elenco delle vaccinazioni raccomandate, suddivise in due categorie: consigliate (core) e opzionali (non core). Il criterio di classificazione è basato tenendo in considerazione l’efficacia del vaccino (livello di protezione) e gli effetti indesiderati (livello di rischio). Per le vaccinazioni opzionali, la loro applicazione è necessaria nel caso in cui esista un rischio realistico di esposizione agli agenti eziologici delle patologie correlate.
Tuttavia è impossibile suggerire un protocollo vaccinale standard per tutti i gatti perchè il rischio di contrarre specifiche infezioni varia con l’età e con lo stato di salute dell’animale, con il grado di esposizione ad altri felini e con la prevalenza geografica delle malattie.
Le vaccinazioni consigliate per la specie felina sono da considerarsi i vaccini di base, che devono essere somministrati a tutti i gatti. Questi sono contro:

A livello europeo è stato stilato un elenco delle vaccinazioni raccomandate, suddivise in due categorie: consigliate (core) e opzionali (non core). Il criterio di classificazione è basato tenendo in considerazione l’efficacia del vaccino (livello di protezione) e gli effetti indesiderati (livello di rischio). Per le vaccinazioni opzionali, la loro applicazione è necessaria nel caso in cui esista un rischio realistico di esposizione agli agenti eziologici delle patologie correlate.
Tuttavia è impossibile suggerire un protocollo vaccinale standard per tutti i gatti perchè il rischio di contrarre specifiche infezioni varia con l’età e con lo stato di salute dell’animale, con il grado di esposizione ad altri felini e con la prevalenza geografica delle malattie.
Le vaccinazioni consigliate per la specie felina sono da considerarsi i vaccini di base, che devono essere somministrati a tutti i gatti. Questi sono contro:
- il virus della Panleucopenia felina (parvovirus felino);
- il virus della Rinotracheite infettiva (herpesvirus felino tipo 1);
- l’infezione da Calicivirus felino;
- il virus della Rabbia, solamente in aree dove la malattia è endemica nella popolazione animale.
I criteri che sono stati considerati per l’inclusione in questa lista sono stati vari. Prima di tutto sono state incluse le infezioni i cui sintomi correlati sono particolarmente gravi. Secondariamente sono state incluse le malattie che possono essere trasmesse all’Uomo. Successivamente è stato preso in esame il fatto che la malattia avesse un potenziale di diffusione elevato all’interno della popolazione felina, grazie alla facilità di trasmissione su larga scala. Infine i vaccini selezionati sono caratterizzati da estrema sicurezza ed efficacia.
Le vaccinazioni opzionali per la specie felina invece sono vaccini non di base, che il cui impiego è da valutare a seconda dei casi. Questi sono contro:
Le vaccinazioni opzionali per la specie felina invece sono vaccini non di base, che il cui impiego è da valutare a seconda dei casi. Questi sono contro:
- la clamidiosi (Chlamydia psittaci);
- la Leucemia virale (FeLV);
- l’Immunodeficienza felina virale (FIV);
- la Peritonite infettiva felina (FIP);
- Bordetella bronchiseptica;
- la Giardiasi;
- la Dermatofitosi.
Il protocollo vaccinale prevede generalmente la prima vaccinazione sui gattini all’età di 8 – 9 settimane ed un intervento di richiamo a distanza di 1 mese. Successivamente gli interventi vaccinali devono avere cadenza annuale. Dati recenti indicano che la durata dell’immunità protettiva nel gatto è superiore ad 1 anno in certi casi. Di conseguenza le vaccinazioni di richiamo nei confronti di panleucopenia felina, rinotracheite virale, rabbia e infezione da calicivirus possono essere effettuate ogni 3 anni. La flessibilità della frequenza deve essere valutata di volta in volta dal medico veterinario, sulla base della valutazione del rischio a cui sono esposti i pazienti. Nei soggetti ad alto rischio infatti sarà necessario mantenere una frequenza maggiore.
Il gattino ormai è adulto

Innanzitutto i gatti adulti hanno un fabbisogno energetico inferiore, quindi continuare ad utilizzare l’alimento per gattini aumenta il rischio di ingrassamento. È consigliabile mettere in atto gradualmente la transizione da un alimento all’altro, mescolando quello per gatti adulti a quello per gattini in proporzioni sempre maggiori nell’arco di 5-7 giorni, affinché il gatto si possa abituare al nuovo gusto e il suo apparato digestivo si adatti alla nuova composizione nutritiva.
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