MANUALE PER TUTORI DI
COLONIE
Manuale per tutori di colonie feline
del Comune di Monza da La Collina dei Conigli ONLUS -
www.lacollinadeiconigli.net
Testi: Elena Arosio, Marina Giorgi, Alessandra Oliva
Revisione veterinaria: Elena Arosio
Editing: Michela Turri
Illustrazioni: Anna Pasinato
Impaginazione: Michela Turri, Attilia Conti
Manuale per tutori di colonie feline di Monza
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INDICE
PREFAZIONE pag. 2
1) LA COLONIA FELINA pag. 3
- definizione
- quanti animali la compongono
- come si costituisce
- il gatto di colonia e la legge
- il linguaggio corporeo felino
2) L' ALIMENTAZIONE pag. 15
- il petfood (alimenti umidi e secchi)
- l’etichetta
- esempio di dieta casalinga
- fabbisogni particolari
3) LA GESTIONE DA PARTE DEI TUTORI pag. 23
- i tutori e l'U.D.A.
- cosa significa essere tutori di colonie feline
(doveri e responsabilità)
- la sterilizzazione
4) LE MALATTIE DEL GATTO pag. 28
- patologie dell’apparato respiratorio
- patologie dell’apparato gastro-enterico
- parassitosi
- FIP
- FIV
- FeLV
- Insufficienza renale cronica
- patologie epatiche e renali
- dermatiti
5) PRONTO SOCCORSO DI UN GATTO pag. 37
6) ALLEVAMENTO DI UN GATTINO ORFANO pag. 40
7) CONTATTI pag. 44
Manuale per tutori di colonie feline di Monza
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PREFAZIONE
E’ con piacere che presentiamo questo ricco ed esaustivo manuale
dedicato ai nostri amici felini e rivolto ai tutori di colonie feline di
Monza, certi che possa essere un valido e utile punto di
riferimento per lo svolgimento del loro prezioso lavoro.
Voglio ringraziare la Collina dei Conigli onlus per la realizzazione
del manuale, e tutti coloro che con passione e competenza si
dedicano alla tutela dei nostri amici animali.
l’Assessore alle Politiche Culturali e di Sostenibilità
Francesca Dell’Aquila
Manuale per tutori di colonie feline
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1) LA COLONIA FELINA
DEFINIZIONE
Con il termine “colonia felina” si identifica un gruppo di gatti,
non di proprietà, aggregato spontaneamente, che vive in libertà
e frequenta abitualmente un determinato territorio.
Il gatto di proprietà appena abbandonato, se non viene raccolto e
assistito, in breve inizia a vagare alla ricerca di un riparo e di una
fonte di cibo, senza i quali è destinato a non sopravvivere a lungo.
Nel momento in cui trova un punto di riferimento, nel luogo in cui
già vive e viene alimentata una colonia o nel luogo in cui qualcuno
predispone un riparo e un punto di alimentazione apposta per lui,
senza però adottarlo, passa dalla categoria di gatto randagio a
quella di gatto di colonia.
I gatti di colonia sono animali stanziali e territoriali, legati ad un
luogo al quale fanno sempre ritorno.
Il territorio della colonia è l’area in cui si trovano tutte le risorse
necessarie per la sopravvivenza, l’area che è necessario proteggere
da predatori, da altri animali in competizione per il cibo o i rifugi e
dai conspecifici estranei alla colonia.
Il territorio di una colonia felina può trovarsi indifferentemente in
città o in campagna, su suolo pubblico o su suolo privato, e i gatti
che vi abitano per legge non possono essere spostati.
QUANTI ANIMALI COMPONGONO UNA COLONIA
FELINA
Una colonia felina può essere composta da un numero qualsiasi
di animali: anche un solo gatto, stanziale ma non di proprietà,
costituisce una colonia felina.
Manuale per tutori di colonie feline
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Le colonie più numerose sono veri e propri gruppi sociali,
all’interno dei quali convivono in equilibrio molti individui di
entrambi i sessi e di tutte le età; la convivenza pacifica è possibile
nella misura in cui tutti i componenti hanno un ruolo ben preciso e
rispettano le regole del gruppo.
COME SI COSTITUISCE UNA COLONIA FELINA
Il gatto di colonia non ha nessuna relazione con il gatto selvatico,
con il quale condivide il patrimonio genetico, ma non l’indole e la
capacità di sopravvivere allo stato selvatico.
Le colonie feline sono originate da gatti domestici abbandonati, dai
loro figli o dai figli di gatti domestici non sterilizzati tenuti in
condizione di semilibertà.
Può capitare che un gatto di proprietà non sterilizzato scelga
spontaneamente di lasciare la sua casa e inserirsi in una colonia.
Purtroppo non è infrequente che proprietari irresponsabili
abbandonino il proprio gatto nei pressi di una colonia, con gravi
rischi per la sua sopravvivenza. Un gatto adulto difficilmente verrà
accettato, mentre un cucciolo può essere a volte tollerato anche se
non ha un sistema immunitario competente per difendersi dalle
malattie presenti nella colonia stessa. Più in generale, qualsiasi
gatto, una volta privato di un proprietario che costituisca per lui un
punto di riferimento affettivo, oltre a fornirgli cibo e riparo, tende
a vagare finché non trova un pasto assicurato e un rifugio.
Se si tratta di una o più femmine non sterilizzate, che con la loro
presenza durante il periodo riproduttivo attirano i maschi adulti, la
colonia si amplia e inizia a strutturarsi, e con l’arrivo dei cuccioli il
numero degli individui aumenta sempre di più.
Normalmente il nucleo principale della colonia è composto da
femmine imparentate tra di loro che si scambiano frequentemente
comportamenti amichevoli definiti allogrooming: si puliscono
reciprocamente, si toccano il naso, si strofinano tra di loro.
I maschi adulti non sterilizzati, a differenza delle femmine, per una
questione di gerarchia e di dominanza difficilmente riescono ad
instaurare un rapporto amichevole tra di loro; nella migliore delle
ipotesi arrivano a tollerarsi reciprocamente.
Manuale per tutori di colonie feline
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La sterilizzazione dei maschi permette di aumentare notevolmente
la tolleranza tra gli individui.
Nelle colonie non sterilizzate è possibile trovare i cuccioli, che le
madri accudiscono aiutandosi a vicenda nell’allevamento.
La presenza di cibo e ripari in misura limitata, le malattie infettive,
i predatori, gli incidenti stradali e infine l’intolleranza umana, sono
tutti fattori che contribuiscono a tenere sotto controllo il numero
dei gatti di una colonia.
IL GATTO DI COLONIA E LA LEGGE
La colonia felina è stata riconosciuta e ufficializzata per la prima
volta in Italia dalla Legge Nazionale n.281 del 14 agosto 1991
“Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione
del randagismo”.
Successivamente la normativa sulle colonie feline è stata ripresa e
precisata dalle leggi regionali in materia di tutela di animali
d’affezione e prevenzione del randagismo, la più recente delle
quali, per la Lombardia, è la Legge Regionale Lombardia del 30
dicembre 2009 n. 33 “Testo Unico delle leggi regionali in materia di
sanità”.
In particolare è VIETATO a chiunque:
- ostacolare l’attività dei tutori;
- asportare o danneggiare oggetti utili per l’alimentazione e la
cura dei gatti;
- allontanare o spostare i gatti di colonia dal proprio habitat.
Le attività sopra citate configurano un reato di maltrattamento,
punibile penalmente (Legge 189 del 20 Luglio 2004 “Disposizioni
concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché
impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni
non autorizzate”).
Manuale per tutori di colonie feline
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In caso di episodi di maltrattamento il Comune di Monza si riserva
la facoltà di procedere a querela nei confronti dei responsabili
secondo quanto disposto dagli artt. 544-bis, 544-ter, 638 e 727 del
Codice Penale.
Come precedentemente indicato, è vietato anche lo spostamento
della colonia.
L’operazione di spostamento, se giustificata da gravi motivi di
igiene o di salute, deve essere effettuata esclusivamente da
personale tecnico competente dell’ASL in collaborazione con
l’Ufficio per i Diritti degli Animali (L.R. Lombardia 33/09, Art. 111,
comma 1).
La normativa vigente tutela i gatti liberi anche attraverso il
censimento delle colonie.
Conoscere la realtà, l’ubicazione, la composizione e lo stato di
salute dei gatti di una colonia è fondamentale per la sua gestione,
che comprende non solo l’alimentazione e la predisposizione dei
ripari, ma anche gli interventi di tutela e controllo, a partire dalle
attività di limitazione delle nascite e cura dei soggetti ammalati.
L’anagrafe felina regionale, gestita dall’ASL in base ai dati
comunicati dall’Ufficio per i Diritti degli Animali del Comune,
consente di avere un quadro generale dello stato delle colonie
feline e di pianificare anche dal punto di vista economico gli
interventi di sterilizzazione e cura.
Dal punto di vista pratico, al Comune di Monza la registrazione
delle colonie feline viene effettuata presso l’Ufficio per i Diritti
degli Animali.
Chi accudisce una colonia felina si registra come tutore
autocertificando la presenza della colonia e il suo status di
referente, dichiara che i gatti che la compongono non sono di
proprietà, ne indica, per quanto possibile, il numero, il sesso, l’età
e lo stato di salute, e ne richiede la sterilizzazione.
Nella scheda vengono registrati inoltre il punto e l’orario di
alimentazione, eventuali manifestazioni di intolleranza verso il
tutore o di maltrattamenti nei confronti degli animali, e ogni altra
informazione utile per l’individuazione e la tutela della colonia.
L’Ufficio per i Diritti degli Animali verifica periodicamente lo stato
delle colonie attraverso contatti telefonici con i tutori e
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sopralluoghi, e si attiva in caso di problemi di salute dei gatti o di
intolleranza nei loro confronti.
NORMATIVA
In sintesi le colonie feline vengono salvaguardate:
- a livello nazionale dalla Legge Nazionale del 14 agosto 1991, n.
281 - Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione
del randagismo;
- a livello regionale dalla Legge Regionale Lombardia del 30
dicembre 2009 n. 33 - Testo Unico delle leggi regionali in materia
di sanità;
- a livello comunale dal regolamento del Comune di Monza:
“Regolamento comunale per il benessere degli animali e per una
migliore convivenza con la collettività umana”.
Legge 281/91, Art. 2
- Comma 7: è vietato a chiunque maltrattare i gatti che
vivono in libertà;
- Comma 8: i gatti che vivono in libertà sono sterilizzati
dall'autorità sanitaria competente per territorio e
riammessi nel loro gruppo;
- Comma 9: i gatti in libertà possono essere soppressi
soltanto se gravemente malati o incurabili;
- Comma 10: gli enti e le associazioni protezionistiche
possono, d'intesa con le autorità sanitarie locali, avere in
gestione le colonie di gatti che vivono in libertà,
assicurandone la cura della salute e le condizioni di
sopravvivenza.
L.R. Lombardia 33/09, Art. 111
- Comma 1: i gatti che vivono in stato di libertà sono protetti
ed è vietato maltrattarli o allontanarli dal loro habitat. Se
Manuale per tutori di colonie feline
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il comune, d'intesa con l'ASL competente, accerta che
l'allontanamento si rende inevitabile per la loro tutela o
per gravi motivazioni sanitarie, individua altra idonea
collocazione, nel rispetto delle norme igieniche. S'intende
per habitat di colonia felina qualsiasi territorio o porzione
di territorio nel quale viva stabilmente una colonia felina,
indipendentemente dal fatto che sia o meno accudita;
- Comma 2: per favorire i controlli sulla popolazione felina,
l'ASL, d'intesa con i comuni e con la collaborazione delle
associazioni di cui all'articolo 120 (le Associazioni di
volontariato iscritte al Registro Regionale che si occupano
di protezione degli animali), provvede a censire le zone in
cui esistono colonie feline;
- Comma 3: i privati e le associazioni di cui all'articolo 120
possono, previo accordo di collaborazione con il comune e
d'intesa con l'ASL, gestire le colonie feline, per la tutela
della salute e la salvaguardia delle condizioni di vita dei
gatti;
- Comma 4: la cattura dei gatti che vivono in stato di libertà
è consentita solo per la sterilizzazione, per le cure
sanitarie o per l'allontanamento di cui al comma 1 ed è
effettuata dal dipartimento di prevenzione veterinario e
dai soggetti di cui al comma 3;
- Comma 5: i gatti sterilizzati, identificati con apposito
contrassegno o tatuaggio al padiglione auricolare, sono
reimmessi nel loro habitat originario o in un habitat idoneo;
- Comma 6: la soppressione dei gatti che vivono in stato di
libertà può avvenire solo alle condizioni e con le modalità
di cui all'articolo 113 (se gravemente ammalati e incurabili,
se affetti da gravi sofferenze o in caso di comprovata
pericolosità).
Manuale per tutori di colonie feline
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Regolamento comunale per il benessere degli animali e per una
migliore convivenza con la collettività umana del Comune di
Monza, Capitolo 5, Gatti
Art. 30 -Definizione dei termini usati nel presente titolo.
- Comma 1: i gatti sono animali sociali che si muovono
liberamente su di un determinato territorio. La
territorialità, già sancita dalla legge 281/91, è una
caratteristica etologica del gatto che esclude il randagismo
e riconosce la specificità della specie felina di avere un
riferimento territoriale – o habitat – dove svolgere le
funzioni vitali (cibo, rapporti sociali, cure, riposo ecc.)
- Comma 2: per "gatto libero" si intende l’animale che vive in
libertà ed è stanziale o frequenta abitualmente lo stesso
luogo pubblico o privato.
- Comma 3: per "colonia felina" si intende un gruppo di gatti
che vivono in libertà e sono stanziali o frequentano
abitualmente lo stesso luogo pubblico o privato.
- Comma 4: la persona che si occupa della cura e del
sostentamento delle colonie di gatti che vivono in libertà è
denominata "gattaro" o "gattara" anche detto “tutore di
colonie feline”
- Comma 5: per “habitat” di colonia felina si intende
qualsiasi territorio o porzione di esso pubblico o privato,
urbano e no, edificato e no nel qual viva stabilmente una
colonia di gatti liberi, indipendentemente dal numero di
soggetti che la compongono e dal fatto che sia o meno
accudita dai cittadini.
Art. 31 -Proprietà dei gatti liberi.
- Comma 1: i gatti liberi che vivono nel territorio comunale
appartengono al Patrimonio Indisponibile dello Stato.
Manuale per tutori di colonie feline
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Art. 32 -Compiti dell’Azienda Sanitaria.
- Comma 1: l’Azienda Sanitaria Locale provvede, in
collaborazione con l’Ente Nazionale Protezione Animali ed
in base alla normativa vigente, alla cura e sterilizzazione
dei gatti liberi reimmettendoli in seguito all’interno della
colonia di provenienza.
- Comma 2: la cattura dei gatti liberi, per la cura e la
sterilizzazione, potrà essere effettuata sia dall’Azienda
Sanitaria Locale che dall’Ente Nazionale Protezione
Animali, in collaborazione con il Comune.
Art. 33 -Cura delle colonie feline da parte dei/delle gattari/e
- Comma 1: il Comune riconosce l’attività benemerita dei
cittadini che, come gattari/e, si adoperano per la cura ed il
sostentamento delle colonie feline e promuove, tramite il
Referente individuato all’interno dell’Ente, corsi di
formazione per aspiranti gattari/e, in collaborazione con i
servizi Veterinari dell’A S L e con l’E.N.P.A. e/o Ente
Convenzionato per la gestione del Canile/Gattile e le
Associazioni Animaliste e Protezionistiche riconosciute. A
seguito dei predetti corsi verrà rilasciato apposito tesserino
di riconoscimento e si provvederà all’iscrizione all’apposito
albo comunale. Il Comune riconosce altresì l’attività
benemerita del cittadino che, anche in maniera episodica,
provvede alla cura ed al sostentamento delle colonie
feline.
- Comma 2: al gattaro/a deve essere permesso l’accesso, al
fine dell’alimentazione e della cura dei gatti, a qualsiasi
area di proprietà pubblica dell’intero territorio comunale.
Il Comune di Monza, con apposita segnaletica, provvede a
tabellare le colonie di gatti che vivono in libertà al fine di
avvisare la cittadinanza che trattasi di aree soggette a
protezione e vigilanza da parte dell’Autorità Comunale,
nella specie del Comando della Polizia Municipale,
dell’E.N.P.A. e degli altri Enti Pubblici preposti;
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- Comma 3: l’accesso dei/delle gattari/e a zone di proprietà
privata è subordinato al consenso del proprietario; in casi
di comprovati motivi relativi alla salute e tutela di gatti
liberi residenti in aree private e nell’impossibilità di
accedervi, i/le gattari/e sottopongono e demandano al
Referente per la Tutela Animali ed alle autorità competenti
le problematiche individuate, i quali con gli strumenti
definiti dalla legge promuoveranno le azioni necessarie.
- Comma 4: i/le gattari/e sono obbligati a rispettare le
norme per l’igiene del suolo pubblico evitando la
dispersione di alimenti e provvedendo alla pulizia della
zona dove i gatti sono alimentati dopo ogni pasto. Deve
essere consentita la presenza costante di contenitori per
l’acqua.
- Comma 5: i/le gattari/e potranno rivolgersi alle mense
delle scuole comunali per il prelievo di avanzi alimentari da
destinare all’alimentazione dei gatti, oppure ad altre
forme di approvvigionamento alimentare che potranno
essere successivamente istituite allo stesso scopo.
Il comma 5, sopra riportato, è modificato dalla Circolare
prot. n. H1.2013.0006075 del 19/02/2913 della
Direzione Generale Sanità Veterinaria della Regione
Lombardia che vieta la somministrazione di residui di
mensa alle colonie feline.
- Comma 6: il Comune di Monza, al fine di tutelare i gatti
che vivono in libertà e le colonie feline, provvede a
sensibilizzare la cittadinanza attraverso campagne di
informazione sulla tutela degli animali da affezione.
Art. 34 -Colonie feline e gatti liberi
- Comma 1: le colonie feline sono tutelate dal Comune di
Monza che, nel caso di episodi di maltrattamento, si riserva
la facoltà di procedere a querela nei confronti dei
responsabili secondo quanto disposto dal I° comma
dell’articolo 638 del Codice Penale.
- Comma 2: le colonie feline che vivono all’interno del
territorio comunale sono censite dall’Azienda Sanitaria
Manuale per tutori di colonie feline
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Locale e dall’Ente Nazionale Protezione Animali con la
collaborazione del Comune di Monza, delle Associazioni e/o
dei cittadini abilitati. Tale censimento deve essere
regolarmente aggiornato sia al riguardo del numero dei
gatti che delle loro condizioni di salute.
- Comma 3: le colonie feline non possono essere spostate dal
luogo dove abitualmente risiedono; eventuali trasferimenti
potranno essere effettuati in collaborazione con la
competente Unità Operativa Sanità Animale dell’Azienda
Sanitaria Locale di Monza e l’Ente Nazionale Protezione
Animali, ed esclusivamente per comprovate e documentate
esigenze ambientali.
- Comma 4: è vietato a chiunque ostacolare od impedire
l’attività di gestione di una colonia felina o di gatti liberi,
asportare o danneggiare gli oggetti utilizzati per la loro
alimentazione, riparo e cura (ciotole, ripari, cucce ecc.)
Art. 35 – Cantieri
- Comma 1: i vari soggetti pubblici e/o privati che intendono
eseguire opere edili e/o di restauro conservativo di
carattere pubblico e/o privato, i cui interventi siano
ricadenti in zone ed aree interessate dalla presenza di gatti
liberi o colonie feline debbono prevedere, prima dell’inizio
dei lavori ed in fase di progettazione ove possibile e
compatibilmente con lo stato dei luoghi interessati dai
lavori, un’idonea collocazione temporanea e/o permanente
per detti animali. A tal fine l’Ufficio Ecologia ed il
Referente per la Tutela Animali potranno collaborare per
l’individuazione del sito in cui collocare gli animali e per le
eventuali attività connesse.
- Comma 2: tale collocazione, di norma, deve essere ubicata
in una zona adiacente il cantiere e dovrà essere in grado di
ospitare tutti gli animali appartenenti alle colonie
interessate dagli interventi; dovrà altresì essere consentita
ai/lle gattari/e, od in alternativa a persone incaricate dalla
Pubblica Amministrazione, con le modalità più opportune,
la possibilità di continuare ad alimentare tali animali;
Manuale per tutori di colonie feline
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- Comma 3: al termine dei lavori gli animali, previa
collocazione di appositi ed adeguati insediamenti, dovranno
essere rimessi sul territorio loro di origine, ovvero in siti
immediatamente adiacenti a quello originario di
provenienza.
Consiglio di Stato – Sez.III – Adunanza del 16.09.1997 – Sentenza
883
Nessuna norma di legge, né statale, né regionale, fa divieto
di alimentare gatti randagi nel loro habitat, cioè nei luoghi
pubblici o privati in cui trovano rifugio.
IL LINGUAGGIO CORPOREO FELINO
Manuale per tutori di colonie feline
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1 paura – coda tenuta il basso con il pelo arruffato
2 saluto e riconoscimento – coda dritta in verticale, è anche
l’atteggiamento di saluto verso chi si fida (usato dai gattini verso
la madre)
3 stato di aggressività o imminente attacco – coda agitata
velocemente
4 stato di amichevole attenzione – coda dritta con la sola punta
piegata
5 interessato– coda leggermente curva verso il basso con la punta
che tende in su
6 maschio che marca il territorio – coda verticale con visibile
tremolio
7 rilassato – coda rilassata con la punta che tende in su
8 atteggiamento sottomesso – coda tenuta molto bassa o
addirittura messa tra le gambe
9 stato di irritazione che precede un attacco o la fuga – coda
arcuata con il pelo arruffato
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I gatti comunicano il proprio stato d’animo attraverso la postura
del corpo.
La figura mostra gli atteggiamenti che il gatto può assumere nelle
diverse situazioni.
Manuale per tutori di colonie feline
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2) L’ALIMENTAZIONE
IL PETFOOD
COS’E’ IL PETFOOD?
Il termine PETFOOD significa “cibo per animali d’affezione”,
dall’inglese PET =piccolo animale domestico e FOOD=cibo.
In passato i petfood si differenziavano in due grandi categorie in
funzione della qualità:
- ALIMENTI DI ALTA GAMMA venduti nei garden e nei negozi specifici
per gli animali d’affezione;
- ALIMENTI GENERICI PER ANIMALI venduti nei supermercati.
Questa distinzione, che oggi non esiste più, poneva su due piani
differenti di qualità tutti i prodotti destinati all’alimentazione
animale.
Oggi sappiamo che la qualità del prodotto non dipende dal luogo in
cui viene distribuito o venduto, ma dalla scelta delle materie prime
e dalla loro lavorazione.
Infatti, sia nei supermercati che nei garden o nei negozi per animali
è possibile trovare cibi di eccellente qualità, individuabili grazie ad
un’attenta analisi della composizione. Inoltre il prezzo a volte non
rispecchia il reale valore del prodotto.
Anche per la vendita del cibo per i nostri animali esistono strategie
di mercato volte ad incentivarne l’acquisto.
I petfood infatti vengono definiti alimenti HUMAN GRADE, ovvero
prodotti la cui pubblicità è indirizzata verso l’essere umano, in
quanto la scelta del cibo per animali non dipende dal reale
consumatore, il gatto, ma dall’uomo.
La prima classificazione distingue i cibi in:
- completi, o bilanciati, contenenti tutti gli elementi nutritivi
necessari all’animale in relazione all’età, allo stile di vita e allo
stato di salute. Questi alimenti non richiedono alcuna aggiunta;
- complementari o insufficienti come unica fonte della dieta del
soggetto. Questi alimenti possono essere ricchi di alcuni
Manuale per tutori di colonie feline
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elementi e poveri di altri, pertanto devono essere somministrati
in associazione ad altri cibi per non causare squilibri
nutrizionali.
Gli alimenti più comodi per i tutori di colonie feline sono quelli
appartenenti alla prima categoria.
I Petfood si differenziano inoltre in alimenti:
- secchi
- umidi
Gli ALIMENTI SECCHI per gatti contengono dal 5 al 12% di acqua,
sono disponibili per la maggior parte sotto forma di estrusi
(crocchette), e sono formulati per fornire insieme all’acqua una
dieta completa e bilanciata: sono disponibili sul mercato diverse
formulazioni adatte alle specifiche fasce di età.
Questo tipo di alimento ha una lunga durata e si mantiene integro
per lunghi periodi se conservato in luoghi freschi e asciutti.
Gli ingredienti per gli alimenti secchi sono principalmente cereali e
sottoprodotti dei cereali, concentrati proteici di origine animale o
vegetale, grassi e integratori mineralvitaminici.
I cibi secchi contengono una maggior concentrazione di elementi
nutritivi e di energia per unità di peso rispetto a cibi contenenti
una maggiore quantità di umidità.
Per dare un’idea, la quantità di secco che copre il fabbisogno
giornaliero di un gatto adulto è intorno ai 55-60 grammi, mentre la
quantità di umido necessaria per coprire lo stesso fabbisogno è di
circa 160-180 grammi.
I CIBI UMIDI in scatola, vaschetta o bustina, caratterizzati da una
percentuale di acqua variabile tra il 72 e l’85%, possono essere
completi e bilanciati o complementari.
Essi di solito vengono prodotti tritando o mescolando i principali
ingredienti, aggiungendo la gelatina e sigillando il prodotto, e sono
più rapidamente deteriorabili rispetto ai cibi secchi quando esposti
all’aria.
Manuale per tutori di colonie feline
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CIBO SECCO O UMIDO?
Entrambi possono essere delle buone scelte, l’importante è nutrire
l’animale con una dieta completa e bilanciata.
Il cibo secco ha una migliore conservabilità nel tempo con ridotte
alterazioni organolettiche.
Se consideriamo che il cibo umido è composto per l’80% circa di
acqua, in proporzione il secco risulta più economico.
Il cibo umido è generalmente più appetibile per il gatto, ma anche
più facilmente deteriorabile e più sensibile alla temperatura
rispetto ai croccantini, soprattutto se esposto all’aria. Se non viene
consumato nell’immediato produce cattivi odori, favorisce la
proliferazione di batteri nocivi e attira le mosche le cui uova,
ingerite dal gatto insieme al cibo, possono essere altamente
tossiche. Di conseguenza è raccomandabile evitare che rimangano
nelle ciotole residui di cibo umido soprattutto nei periodi caldi.
MA CHE ALIMENTI SCEGLIERE?
Sul mercato esistono moltissime tipologie di alimenti o Petfood di
diverse marche, prezzi e qualità.
Sicuramente una buona alimentazione è la base per garantire ai
gatti una vita migliore.
Per questo è importante non utilizzare cibo di scarsa qualità,
perché quello che si risparmia in alimentazione lo si spenderà
successivamente in cure veterinarie.
Purtroppo il prezzo non è sempre indice di buona o scarsa qualità e
la difficoltà per l’acquirente sta proprio nel saper scegliere il
prodotto migliore al miglior prezzo.
La capacità di interpretare l’etichetta è fondamentale per poter
valutare la qualità dell’alimento che andremo a scegliere.
Manuale per tutori di colonie feline
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Valori medi dei principi nutritivi contenuti nei pedfood:
MANGIME COMPLETO UMIDO PER IL MANTENIMENTO DI GATTI
ADULTI:
TENORE ANALITICO %
UMIDITA’ 75-77
PROTEINE GREGGE 11-12
LIPIDI GREGGI 6.1-8
FIBRE GREGGE 0.3-0.7
ESTRATTIVI INAZOTATI 1.2-5
ENERGIA METABOLIZZABILE (Kcal/kg) 1200-1400
MANGIME COMPLETO SECCO PER IL MANTENIMENTO DI GATTI
ADULTI:
TENORE ANALITICO %
UMIDITA’ 7.5-8
PROTEINE GREGGE 31.3-32.5
LIPIDI GREGGI 21.3-21.5
FIBRE GREGGE 1.0-1.1.8
ESTRATTIVI INAZOTATI 33.5-36.2
ENERGIA METABOLIZZABILE (Kcal/kg) 4060-4400
L’ETICHETTA
Sull’etichetta vengono riportate indicazioni obbligatorie, tra cui:
- se si tratta di un alimento completo o complementare
- istruzioni d’uso
- analisi tipica media (contenuto proteine, grassi, cellulosa, ceneri
ed estrattivi inazotati)
- elenco ingredienti e additivi (sempre riportati in ordine
decrescente)
- specie e indicazione (ad esempio lo stadio della vita dell’animale)
- indirizzo della casa produttrice del mangime
Manuale per tutori di colonie feline di Monza
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- data di scadenza, riferimento data di produzione, peso e/o
volume, N° registrazione.
Sulla confezione del prodotto o sull’etichetta la legge consente
l’utilizzo di QUALIFICAZIONI.
Le qualificazioni esprimono i valori percentuali dei contenuti e
possono essere ingannevoli per il consumatore.
Al gusto di…
Aromatizzato al… > 0 %
Con… o con l’aggiunta di… Almeno 4%
Al… Almeno 14%
A base di…
Almeno 26%
Ricco di…
Marca + nome componente Almeno 60%
Tutto… 100%
QUANTO CIBO DARE?
La quantità di cibo da somministrare dipende da molti fattori: per
esempio in inverno il gatto deve avere più energia per affrontare il
freddo. Inoltre ogni alimento è formulato in maniera differente,
quindi a pari quantità di peso può corrispondere una quantità di
energia diversa. Sulle confezioni di alimenti sono generalmente
indicate le quantità consigliate, intese come quantità da
somministrare nelle 24 ore se utilizziamo solo quell’alimento. In
linea di massima si possono distribuire 60 grammi di croccantini o
160-180 grammi di umido per gatto al giorno. Se si vogliono
somministrare entrambi bisogna dimezzare le dosi (30 grammi di
croccantini e 80 grammi di umido per gatto al giorno).
Manuale per tutori di colonie feline di Monza
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ESEMPIO DI DIETA CASALINGA
Un modo più economico per nutrire il gatto di colonia è la dieta
casalinga.
È possibile preparare in casa la razione giornaliera del gatto, ma si
deve prestare particolare attenzione alla presenza nella dieta di
amminoacidi essenziali e altri elementi importanti per il gatto.
Considerando un gatto adulto di 4 kg con un fabbisogno energetico
di circa 240 kcal al giorno, esso necessiterà di:
- 75 g carne scottata in poca acqua non salata e lasciata intiepidire
- 1 cucchiaino scarso di olio di mais o di girasole
- 20 g di riso lessato in acqua non salata, scolato e sciacquato; in
alternativa riso soffiato in uguale quantità
- 20 g di verdure bollite in acqua non salata e scolate
- mezzo cucchiaino di carbonato di calcio in polvere
- un cucchiaino di lievito di birra in scaglie.
Gli ingredienti sopra indicati devono essere sminuzzati e mescolati
e serviti insieme al brodo di cottura della carne.
Attenzione a non somministrare latte vaccino che potrebbe
causare vomito o dissenteria.
Mai somministrare sale, zucchero, salumi dolci e scarti
dell’alimentazione umana; mai somministrare lische e teste di
pesce e ossi di pollo, che possono incastrarsi tra i denti, o
peggio, in gola, o bloccare l’intestino con conseguenze mortali.
Mai lasciare le lattine aperte a disposizione degli animali, che vi
infilano la testa per leccare i residui di cibo sulle pareti interne
e non riescono più a liberarsi. Le lattine vuote devono essere
sciacquate, se possibile, e SEMPRE schiacciate prima di buttarle
nel contenitore della spazzatura.
Ugualmente pericolosi sono i legacci dei sacchi della spazzatura,
che, se ingeriti, possono tagliare l’intestino. Alcuni gatti sono
attratti da questi oggetti, che è bene non lasciare mai a loro
disposizione.
I gatti preferiscono consumare piccoli pasti nell’arco della
giornata. Questo comportamento alimentare è consono alla loro
natura di predatori di piccoli animali, che mangiano man mano che
riescono a catturare.
Manuale per tutori di colonie feline
21
Per i gatti adulti può essere impiegato qualsiasi tipo di cibo, ma gli
alimenti secchi, che tendono a non deteriorarsi, si adattano meglio
a questa abitudine.
Purtroppo generalmente i tutori non hanno la possibilità di recarsi
ad alimentare la colonia più di una o due volte al giorno, e i gatti
devono adeguarsi.
Nella gestione della colonia da parte dei tutori è importante che
vengano seguite delle regole base per la somministrazione delle
razioni alimentari, quali:
- distribuzione del cibo ad ore fisse, controllando che i felini
consumino subito l’alimento per evitare di attirare roditori,
volatili e insetti e di diffondere i cattivi odori derivati dalla
decomposizione del cibo stesso. Questa pratica facilita inoltre
il controllo delle condizioni igienico-sanitarie dei gatti;
- utilizzo di ciotole usa e getta da rimuovere una volta terminato
il pasto. In questo modo il punto alimentazione rimane pulito
con grande vantaggio per tutti, felini e umani;
- scelta di punti di alimentazione fissi al riparo da sole diretto e
dalla pioggia.
E’ fondamentale che l’acqua sia sempre presente, anche in caso
di somministrazione di cibo umido, che i contenitori siano
sempre puliti e il ricambio frequente assicurato. La disponibilità
di acqua per un animale febbricitante o affetto da insufficienza
renale, epatica o da diabete è fondamentale per la sua
sopravvivenza.
FABBISOGNI PARTICOLARI
GATTA GESTANTE O IN LATTAZIONE E GATTINI:
Necessitano di un cibo energetico e concentrato diviso in più pasti.
Esistono in commercio cibi formulati per gattini in crescita che
possono essere utilizzati anche per le gatte gestanti o in lattazione.
Manuale per tutori di colonie feline
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GATTO ANZIANO:
Con l’invecchiamento diminuisce la sensibilità olfattiva e gustativa,
diminuisce il senso della sete e la secrezione salivare, aumentano
le patologie dentali, diminuisce la capacità digestiva.
I cibi formulati per i gatti anziani contengono proteine di qualità,
hanno un ridotto quantitativo energetico e un aumento della quota
di fibra.
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3) LA GESTIONE DA PARTE DEI TUTORI
L’Ufficio per i Diritti degli Animali del Comune di Monza opera
secondo le direttive della LR n. 33 del 30 dicembre 2009 “Testo
Unico delle leggi regionali in materia di sanità”, ulteriormente
precisate nel testo della DGR n. 9/939 del 1 dicembre 2010
“Approvazione del piano regionale triennale degli interventi di
educazione sanitaria e zoofila, di controllo demografico della
popolazione animale e di prevenzione dal randagismo”.
Gli obiettivi dell’Ufficio per i Diritti degli Animali sono (L.R.33/09,
DGR 9/939):
- occuparsi delle politiche dei diritti degli animali,
diffondendo tra i cittadini una cultura volta a modificare il
rapporto esistente tra uomo ed animali sul territorio, per
migliorarne la convivenza;
- comunicare i diritti degli animali per costruire, sostenere e
gestire una nuova relazione tra cittadini e istituzioni;
- favorire attività rivolte alla promozione del benessere
animale.
I TUTORI E L’UFFICIO PER I DIRITTI DEGLI
ANIMALI
Le colonie feline vengono registrate in Comune presso l’Ufficio
per i Diritti degli Animali, dove il tutore attraverso la:
- compilazione dei moduli di registrazione del tutore e della
colonia;
- presentazione di un documento d’identità;
autocertifica la presenza di una colonia felina ed il suo status di
tutore.
L’Ufficio per i Diritti degli Animali trasmette i dati raccolti al
Servizio Veterinario dell’ASL, che li inserisce nel registro
dell’anagrafe felina regionale.
Manuale per tutori di colonie feline
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Solo le colonie registrate accedono al programma di sterilizzazione
(vedi paragrafo “la sterilizzazione”) e cure veterinarie a carico del
Comune e hanno il diritto di ricevere cartelli segnaletici da
affiggere nel luogo in cui si trova la colonia.
Quando è possibile il Comune mette a disposizione dei tutori
mangiatoie, casette, alimenti e integratori.
COSA SIGNIFICA ESSERE TUTORI DI COLONIE
FELINE (DOVERI E RESPONSABILITA’)
Il tutore di colonia felina è un cittadino che decide
responsabilmente di gestire uno o più gruppi di gatti in libertà
residenti in una determinata area.
A seguito della registrazione presso l’Ufficio per i Diritti degli
Animali, questa persona si impegna a prendersi cura dei gatti della
colonia occupandosi quotidianamente della distribuzione di cibo e
di acqua, avendo cura di trovare, nei limiti del possibile, un luogo
sicuro e tranquillo dove i gatti possano mangiare, procurando
eventualmente una struttura dove possano ripararsi dalle
intemperie e dormire, controllandone il benessere e la salute.
Il tutore si impegna inoltre a tenere pulite le attrezzature, ciotole
e ripari, e il luogo stesso, asportando qualsiasi vaschetta non sia in
uso.
Se il punto alimentazione o il luogo dove vive la colonia è ingombro
di rifiuti, la tendenza comune è di attribuirne la colpa al tutore o
alla presenza di gatti.
E’ fondamentale che in questi casi il tutore avvisi immediatamente
l’Ufficio per i Diritti degli Animali o direttamente l’Ufficio
Ambiente, per poter procedere ad una verifica della situazione e
alla pulizia dell’area.
Un territorio pulito permette ai gatti una qualità di vita
decisamente migliore.
Capita che persone diverse dal tutore contribuiscano ad aggiungere
cibo nelle ciotole, a volte portando avanzi di cucina, o veri e propri
scarti, oppure cibo di bassa qualità, causando disguidi e a volte
accuse al tutore di sovralimentare i gatti, e comunque attirando
Manuale per tutori di colonie feline
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insetti e altri animali. Il cibo avanzato inoltre tende a marcire
producendo odori nauseabondi.
E’ necessario in questo caso che il tutore cerchi di intercettare
queste persone, per spiegare loro che la sua figura è l’unica
autorizzata all’accudimento dei gatti, che la colonia riceve già cibo
sufficiente, ed eventualmente accordandosi per alimentare a turno
oppure per consegnare cibo al tutore che lo distribuirà secondo le
necessità effettive e nei tempi abituali.
Può capitare che il tutore si trovi nella necessità di dover spiegare
cosa sta facendo e per quale motivo, o peggio, venga aggredito
verbalmente mentre accudisce la colonia.
In questi casi è necessario tener presente che molte persone non
sono a conoscenza della normativa che tutela gli animali e in
particolare di quella che riguarda le colonie feline.
Potrebbe essere necessario informare vicini di casa, condomini e
passanti della presenza della colonia e della sua ufficialità, e dover
spiegare l’importanza del lavoro che il tutore svolge
nell’accudimento dei gatti liberi.
È sempre consigliabile rispondere pazientemente e nel rispetto
delle buone norme dell’educazione a tutte le domande che
vengono rivolte, citando, nel caso in cui ve ne sia la necessità, le
leggi che tutelano le colonie feline (vedi paragrafo “Il gatto di
colonia e la legge”).
Va ricordato che i tutori sono anche coloro che permettono di
portare miglioramenti nella zona in cui operano, perché una
colonia controllata e ben gestita è sicuramente più sana di una
colonia lasciata a se stessa.
Un importante compito del tutore è anche quello di informare
l’Ufficio per i Diritti degli Animali (tempestivamente o non
appena ve ne sia la possibilità) di ogni evento riguardante
sviluppi o cambiamenti inerenti la colonia, al fine di favorire una
corretta comunicazione tra tutore, Ufficio per i Diritti degli
Animali e ASL.
Infine è importante sapere che il tutore in qualsiasi momento può
decidere di interrompere la sua attività e che la registrazione non
gli impone nessun obbligo in questo senso.
Manuale per tutori di colonie feline
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E’ però necessario che la sospensione venga comunicata con 30
giorni di anticipo all’Ufficio per i Diritti degli Animali, in modo tale
che possa attivarsi per cercare un sostituto e segnalare la modifica
al Dipartimento Veterinario dell’ASL per permetterne l’inserimento
nell’anagrafe regionale degli animali d’affezione.
LA STERILIZZAZIONE
La legge 281/91 (Legge quadro in materia di animali d’affezione e
prevenzione dal randagismo) è stata promulgata con lo scopo di
tutelare gli animali d’affezione.
Una forma di tutela per controllare la crescita esponenziale e
indiscriminata dei gatti di colonia è sicuramente la sterilizzazione
che non comporta assolutamente nessuna spesa per il tutore.
La legge quadro prevede la cattura dei gatti di colonia per la
sterilizzazione, l’identificazione con apposito contrassegno o
tatuaggio al padiglione auricolare destro e il successivo rilascio
degli stessi nella colonia e nel territorio di provenienza.
Il tutore, insieme ai moduli per la registrazione della sua figura e
della colonia, compila anche una richiesta di sterilizzazione,
contenente il numero e il sesso dei soggetti non ancora sterilizzati,
e l’Ufficio per i Diritti degli Animali trasmette la richiesta
all’Associazione incaricata della sterilizzazione.
Le operazioni di cattura, degenza, sterilizzazione e
reimmissione dei gatti in libertà sono effettuate da personale
esperto incaricato dalle Associazioni che sono convenzionate
con il Comune di Monza.
Dal punto di vista comportamentale, quando tutti gli individui della
stessa colonia sono stati sterilizzati, i gatti si presentano più calmi,
meno aggressivi e il loro territorio si riduce notevolmente di
dimensioni.
Risulta così più semplice il controllo della colonia.
I gatti maschi smettono di azzuffarsi violentemente per il controllo
del territorio e delle femmine, e di allontanarsi in cerca di nuove
colonie, mentre le femmine hanno un fabbisogno alimentare
decisamente inferiore e una vita più serena.
Manuale per tutori di colonie feline
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Con la diminuzione delle aggressioni diminuisce anche la diffusione
delle malattie che si propagano attraverso il contatto del sangue o
dei liquidi corporei.
Manuale per tutori di colonie feline
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4) LE MALATTIE DEL GATTO
PATOLOGIE PRINCIPALI DELL’APPARATO
RESPIRATORIO
L’apparato respiratorio ha il compito di rifornire ossigeno alle
cellule dell’organismo ed eliminare l’anidride carbonica prodotta.
È possibile paragonare questa struttura a una porta aperta che
permette gli scambi gassosi con l’ambiente esterno tramite
inspirazione ed espirazione.
Comunicando con l’esterno l’apparato respiratorio è soggetto a
continui attacchi da parte di agenti patogeni (batteri, virus,
parassiti, funghi,…) e per tale motivo è dotato di molteplici sistemi
di difesa.
In alcune circostanze, però, queste difese non riescono a
mantenere l’integrità dell’apparato, provocando danni che si
possono estendere coinvolgendo l’intero organismo.
Nel gatto le patologie più frequenti a carico dell’apparato
respiratorio sono:
- rinotracheite
- calicivirosi
- clamidiosi
Per tutte queste patologie sono disponibili vaccini efficaci.
RINOTRACHEITE E CALICIVIROSI:
- La Rinotracheite è una patologia virale, trasmessa da un
Herpesvirus (HVF) responsabile della maggior parte delle malattie
respiratorie del gatto.
I gatti che guariscono spesso diventano portatori del virus la cui
eliminazione avviene attraverso scolo nasale e oculocongiuntivale.
La trasmissione si verifica per contatto diretto.
Il gatto malato presenta starnuti e perdita di muco dal naso e dagli
occhi.
La patologia può evolvere in polmonite a causa di infezioni
batteriche secondarie, così come la congiuntivite purulenta può
Manuale per tutori di colonie feline
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portare a gravi danni del bulbo oculare, fino alla perdita
dell’occhio.
Nei gatti non curati, la mortalità è medio alta soprattutto nei
cuccioli.
Il veterinario stabilirà la terapia di sostegno più adeguata per ogni
caso.
E’ fondamentale evitare l’applicazione di colliri o pomate
contenenti cortisone, in quanto causano un aggravamento dei
sintomi.
A volte, a causa della presenza del muco, il gatto non sente l’odore
del cibo e smette di mangiare. In questo caso il tutore può aiutarlo
tenendogli il naso pulito e fornendogli il cibo a temperatura
leggermente riscaldata o forzandolo a mangiare.
- La Calicivirosi è anch’essa una patologia virale.
Anche in questo caso si manifestano starnuti e muco. Inoltre
possono essere presenti ulcerazioni in bocca.
I gatti affetti da calicivirosi spesso smettono di mangiare e bere a
causa delle ulcere sulla lingua che sono molto dolorose e vanno
incontro a disidratazione: è importante in questi casi riuscire ad
instaurare un’alimentazione forzata ed eventuale fluido terapia per
sostenerli.
Esistono prodotti che, somministrati nel cavo orale appena prima
del pasto, “riparano” le ulcere e permettono al gatto di mangiare.
A volte il cibo secco è più facile da ingerire rispetto al cibo
morbido, che deve essere leccato, aderisce alle mucose orali ed è
più difficile da deglutire.
Per l’alimentazione forzata si possono utilizzare siringhe a becco
lungo senza ago (contenitori di farmaci in pasta per uso orale) in
cui si introduce cibo morbido molto nutriente (pappe
appositamente formulate per animali debilitati). Queste siringhe
permettono di inserire il cibo delicatamente e direttamente in
gola, bypassando le ulcere. Nel caso di selvatici che non si lasciano
toccare questa operazione è possibile comprimendo il gatto con
una coperta in un angolo di un trasportino a rete e inserendo il
beccuccio della siringa contenente farmaci e cibo attraverso le
maglie della rete.
Sia nel caso della rinotracheite, sia nel caso della calicivirosi,
sarebbe necessario tenere il gatto malato al caldo, in un ambiente
tranquillo e con acqua e cibo a disposizione. I gatti disidratati
andrebbero reidratati mediante flebo.
Manuale per tutori di colonie feline
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CLAMIDIOSI:
La Clamidiosi è una patologia oculare del gatto che si manifesta
inizialmente con lacrimazione sierosa, che può evolvere in
purulenta. A volte ci può essere un coinvolgimento dell’apparato
respiratorio.
La terapia, anche se lunga, può portare alla totale guarigione
dell’animale. La malattia si trasmette per contatto diretto e
nell’uomo può causare occasionalmente congiuntivite.
N.B. Nell’uomo esiste un’altra specie di Clamidia, la C.
Trachomatis, che causa importanti patologie genitali e oculari, ma
non viene trasmessa dal gatto!
PATOLOGIE PRINCIPALI DELL’APPARATO
GASTRO-ENTERICO
L’apparato gastro-enterico svolge molte funzioni. Al suo interno ha
luogo l’elaborazione del cibo, l'assorbimento delle sostanze
nutritive e dell'acqua e l'escrezione delle parti alimentari non
digeribili o non sfruttabili. L’apparato digerente è composto da
molti organi: cavità orale, faringe, esofago, stomaco e intestino,
fegato e pancreas.
I sintomi principali delle patologie gastroenteriche sono vomito e
diarrea.
PANLEUCOPENIA O GASTROENTERITE INFETTIVA FELINA:
Si tratta di una malattia grave e potenzialmente mortale che può
colpire gatti di qualsiasi età.
La Panleucopenia è molto contagiosa: il virus espulso dagli animali
malati è molto resistente ed è in grado di permanere a lungo
nell’ambiente.
La trasmissione può avvenire per contatto diretto o indiretto. Per
questo motivo è fondamentale lavare e sterilizzare (con
candeggina) trasportino, gabbie da cattura e gabbie di degenza
ogni volta che devono ospitare un nuovo animale, anche in assenza
di sintomi.
Il gatto malato, oltre ad avere vomito e diarrea, può smettere di
mangiare ed essere molto debole.
Manuale per tutori di colonie feline
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La gastroenterite infettiva felina spesso richiede il ricovero presso
strutture veterinarie. Per questa patologia è possibile eseguire una
profilassi vaccinale.
PARASSITOSI
Tra le principali infestazioni parassitarie vi sono:
- teniasi
- ascaridiosi
- coccidiosi
- giardiasi
- toxoplasmosi
L’infestazione può avvenire ingerendo uova di parassiti presenti
nell’ambiente (ad esempio mangiando erba contaminata) oppure,
come per la teniasi, attraverso la puntura delle pulci. Nel caso
della toxoplasmosi, l’infestazione avviene più frequentemente
mangiando carne cruda di animali malati.
Allo stesso modo anche l’uomo può contrarre queste parassitosi,
ingerendo alimenti contaminati da feci di gatto: le più elementari
norme d’igiene sono sufficienti a scongiurare questo pericolo.
TENIASI, ASCARIDIOSI, COCCIDIOSI E GIARDIASI:
La presenza di questi parassiti è facilmente individuabile con un
esame delle feci, e curabile attraverso prodotti somministrabili
negli alimenti. E’ quindi possibile fare diagnosi e cure anche con
animali che non si lasciano avvicinare.
Il ciclo della tenia prevede lo sviluppo del parassita attraverso il
passaggio nello stomaco della pulce. Per questo motivo la teniasi è
particolarmente presente nei gatti fortemente infestati da pulci e
per debellare il parassita è fondamentale eliminare
contemporaneamente i parassiti della pelle.
TOXOPLASMOSI:
La toxoplasmosi è causata dal parassita Toxoplasma gondii.
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Il ruolo del gatto nella diffusione di questa malattia è
fondamentale: i felini infatti sono gli unici animali nel cui intestino
il toxoplasma si replica e viene poi espulso con le feci,
contaminando l’ambiente. Nelle altre specie invece questo
parassita, una volta ingerito, va a localizzarsi nel tessuto
muscolare.
I gatti si infestano mangiando carne cruda contaminata.
E’ quindi buona norma evitare di somministrare ai gatti carne cruda
per limitare la diffusione di questa parassitosi. La cottura inattiva il
toxoplasma.
Una volta accertata la presenza del parassita attraverso esami del
sangue, il veterinario imposta un‘apposita terapia antibiotica che
porta a guarigione. La malattia nel gatto adulto è generalmente
asintomatica.
La toxoplasmosi riveste una certa importanza nelle donne in stato
di gravidanza, in quanto può causare aborto o gravi malformazioni
al feto: la principale modalità di infestazione nella specie umana è
l’assunzione di ortaggi contaminati non lavati accuratamente o di
carne cruda, mentre la trasmissione direttamente dal gatto,
prevedendo l’ingestione di feci, viene evitata con banali
precauzioni igieniche (indossare dei guanti durante le operazioni di
pulizia della lettiera).
FIP: PERITONITE INFETTIVA FELINA
La Peritonite Infettiva Felina è una malattia di origine virale
causata da un Coronavirus felino mutato rispetto a un Coronavirus
normalmente presente nell’intestino del gatto.
È altamente contagiosa tra gatti e non contagiosa per l'uomo e altri
animali domestici.
Solamente in rari casi il virus subisce una mutazione all'interno
dell’organismo del gatto infetto ed è questa forma mutata che
causa la FIP. La trasmissione del virus avviene sia per contatto
diretto che indiretto (feci, urine, saliva).
La malattia tende a presentarsi in animali giovani (sotto i 18 mesi
di età) o anziani (sopra i 10 anni) e può avere diversi sintomi. Si
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distinguono due forme cliniche, la prima detta “umida” o
“essudativa” la seconda detta “secca” o “granulomatosa”.
La forma umida è caratterizzata dalla comparsa di liquido in
addome e/o in torace che causa un aspetto a botte (gatti magri con
pancione). La forma secca invece spesso ha inizialmente sintomi
piuttosto vaghi, come inappetenza e opacità del mantello, poi
possono apparire sintomi neurologici, oculari, ittero (colorazione
gialla che nel gatto è evidenziabile sulle congiuntive o sulle
gengive). Una volta che compaiono i segni clinici, la FIP è
generalmente una malattia incurabile e mortale.
Per questa patologia ad oggi non c’è un vaccino disponibile.
FIV O VIRUS DELL’IMMUNODEFICIENZA FELINA
Questo virus causa nel gatto un grave calo delle difese
immunitarie, che rende l’organismo più esposto alle infezioni. Il
contagio avviene tramite contatto diretto tra gatto infetto e gatto
sano, in particolare durante l’accoppiamento o liti con morsi e
graffi. Si può avere anche una trasmissione transplacentare, ma a
volte una madre malata può dare alla luce cuccioli sani.
In molti casi i gatti possono convivere anche per anni con la
patologia o addirittura guarire.
Come per la FIP, anche per la FIV non esiste vaccinazione.
FeLV O VIRUS DELLA LEUCEMIA VIRALE FELINA
Anche il virus della leucemia virale felina causa un’importante
immunodepressione, ma si manifesta più frequentemente con la
comparsa di tumori. La via di contagio più comune per questo virus
è rappresentata dal contatto con liquidi organici infetti,
soprattutto la saliva, sebbene l’infezione possa trasmettersi anche
tramite ferite da morso. E’ una patologia a esito spesso fatale. Per
il Virus della leucemia Felina è disponibile in commercio un
vaccino.
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INSUFFICIENZA RENALE CRONICA
I reni sono gli organi escretori che insieme alle vie urinarie
costituiscono l'apparato urinario.
L’apparato urinario ha il compito di filtrare dal sangue i prodotti di
scarto del metabolismo e di espellerli dal corpo tramite l'urina,
recuperando la maggior quantità di acqua possibile. Nel gatto
anziano si assiste spesso a una degenerazione dei reni che perdono
la capacità di riassorbire l’acqua con cui filtrano le sostanze da
eliminare, con conseguente aumento del volume di urina. Il gatto
in questo modo si disidrata e cerca di compensare bevendo di più,
perciò il sintomo principale di questa malattia è l’aumento della
sete. La disidratazione e l’intossicazione con sostanze come l’urea
che non viene più eliminata in modo efficace causano vomito, pelo
opaco e secco e nelle fasi più avanzate ipertensione e ulcerazioni
orali. L’insufficienza renale cronica è una patologia che non si può
curare, ma se ne può rallentare il decorso. La base della terapia è
un’alimentazione appositamente formulata. Inoltre si possono
somministrare farmaci antiipertensivi, acidi grassi insaturi,
regolatori del potassio. Per correggere la disidratazione è molto
utile la fluido terapia.
PATOLOGIE EPATICHE
Il fegato è una ghiandola al cui interno avvengono moltissime
funzioni importanti per la vita.
Quest’organo può essere danneggiato da molti fattori infettivi,
tossici, metabolici, neoplastici.
Una delle patologie più frequenti è la lipidosi epatica, chiamata
anche “fegato grasso”, causata dai digiuni prolungati.
Il sintomo più evidente di un problema epatico è l’ittero, cioè la
colorazione giallastra della cute e delle mucose.
Anche per queste patologie è fondamentale curare l’alimentazione.
Esistono alimenti appositi per supportare la funzionalità del fegato.
Manuale per tutori di colonie feline
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DERMATITI
Al tutore di colonie feline può capitare di vedere dei gatti con
alterazioni del pelo e della pelle. Le principali patologie a carico
della cute sono:
- lesioni da morso, cicatrici, ascessi
- dermatiti parassitarie: più frequentemente pulci o acari, si
manifestano con prurito, crosticine diffuse su tutto il corpo oppure
principalmente nella zona delle orecchie (rogna auricolare). A volte
i gatti non manifestano il prurito grattandosi ma leccandosi
intensamente. Si curano con antiparassitari spot-on, o iniettabili o
per via orale. Sono contagiose, in caso di infestazioni massive
dell’ambiente possono interessare anche l’uomo con lievi
manifestazioni.
- micosi (detta anche “tigna”): la forma classica è un’area senza
pelo a forma di moneta o ovale, ma nel gatto può avere molte altre
manifestazioni. E’ causata da funghi, che sono trasmissibili anche
all’uomo. La diagnosi di micosi viene effettuata dal veterinario
tramite coltura del pelo su piastra. Si cura con la somministrazione
di antifungini per via orale, nella maggior parte dei casi va incontro
a remissione spontanea nell’arco di un paio di mesi. E’ molto
contagiosa. Per evitare allarmismi, è bene ricordare che questi
microorganismi sono di frequente riscontro anche in palestre,
piscine, sul carrello del supermercato, in metropolitana, ecc.
- dermatiti allergiche: esistono forme di dermatite causate
dall’allergia al cibo, ai parassiti o ai pollini.
Qualsiasi sintomo che richieda l’intervento veterinario deve
essere segnalato dal tutore all’Ufficio per i Diritti Animali che
provvederà a richiedere al gestore del gattile l’intervento di
cattura, visita, cura, degenza e reimmissione nella colonia di
appartenenza dell’animale.
Il veterinario che riscontra la presenza di micosi ha l’obbligo di
informare il Dipartimento Veterinario dell’ASL.
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Manuale per tutori di colonie feline
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5) PRONTO SOCCORSO DI UN GATTO
In caso di individuazione di un gatto ferito o in stato di sofferenza
tale da richiedere intervento immediato, il cittadino non è
chiamato a prestare soccorso in prima persona, ma deve avvisare
subito la POLIZIA LOCALE, al numero 039.28161, attivo 24h/24h.
Nel caso in cui siate direttamente coinvolti nell’incidente che ha
causato danno all’animale il mancato segnalamento e soccorso
dello stesso prevede sanzionamento; all’articolo 189 del decreto
legislativo n. 285 del 1992, è stato aggiunto il seguente comma: "9-
bis. L’utente della strada, in caso di incidente comunque
ricollegabile al suo comportamento, da cui derivi danno a uno o
più animali d’affezione, da reddito o protetti, ha l’obbligo di
fermarsi e di porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un
tempestivo intervento di soccorso agli animali che abbiano subìto
il danno. Chiunque non ottempera agli obblighi di cui al periodo
precedente è punito con la sanzione amministrativa del pagamento
di una somma da euro 389 a euro 1.559. Le persone coinvolte in un
incidente con danno a uno o più animali d’affezione, da reddito o
protetti devono porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un
tempestivo intervento di soccorso. Chiunque non ottempera
all’obbligo di cui al periodo precedente è soggetto alla sanzione
amministrativa del pagamento di una somma da euro 78 a euro
311".
L’intervento di recupero verrà effettuato da personale esperto
dotato di mezzi tali da bloccare l’animale nel caso fosse ancora in
grado di scappare e portarlo nella struttura in cui il veterinario
incaricato del primo soccorso se ne possa occupare.
Questa procedura è valida sia che il gatto si trovi su suolo pubblico
che in una proprietà privata.
E’ bene attendere l’arrivo dei soccorsi in modo da vigilare che
l’animale nel frattempo non subisca ulteriori danni da parte di
persone o altri animali di passaggio, o si sposti in un luogo in cui sia
impossibile ritrovarlo.
Se il gatto risulta in seguito essere di proprietà, sarà il proprietario
ad occuparsi di lui, appena verrà rintracciato, a decidere il
Manuale per tutori di colonie feline
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percorso medico insieme al veterinario curante e a pagare la
parcella.
Se il gatto appartiene ad una colonia felina oppure se non è
possibile individuare un proprietario, le spese sono di competenza
del servizio veterinario dell’ASL, qualora se ne richieda l’intervento
tramite la polizia locale.
Se il soccorritore valuta invece di intervenire in prima persona
(correndo anche il rischio di essere aggredito e ferito da un animale
spaventato e dolorante) e di portarlo da un veterinario di sua
iniziativa, è bene che sappia che poi dovrà pagare personalmente il
conto come se il gatto fosse di sua proprietà, perché né l’ASL né il
Comune potranno intervenire se il percorso è diverso da quello
previsto dalla normativa.
Fatta questa premessa, prendiamo in considerazione quali siano i
casi e come comportarci qualora il gatto si trovi in un luogo dal
quale debba essere spostato immediatamente per evitare ulteriori
danni, e quindi si ritenga necessario un intervento pratico
immediato da parte del ritrovatore.
Ogni volta che si individua un gatto (o altro animale) sulla sede
stradale, anche se è immobile sarebbe buona norma fermarsi e
cercare di spostarlo a bordo strada prima che venga schiacciato:
capita spesso che un animale apparentemente morto sia in realtà
solo svenuto, e il nostro intervento può salvargli la vita.
Per il pronto soccorso sarebbe utile avere sempre in auto un paio di
guanti pesanti, una coperta e un trasportino a griglia metallica con
fondo rigido estraibile.
Il gatto va preso, inserito nel trasportino o in una scatola di cartone
o avvolto in una coperta e spostato a bordo strada in attesa dei
soccorsi.
Varie sono le situazioni che ci si possono presentare, e per ogni
caso ci sono accorgimenti adeguati:
- Gatto in stato di incoscienza: infilare sotto il suo corpo un piano
rigido (il fondo del trasportino ad esempio, piuttosto che un
cartone, una tavoletta di legno, il copribagagliaio o alla peggio una
coperta), e trasportarlo cercando di tenerlo in piano per evitare di
peggiorare eventuali danni alla spina dorsale. Girare la testa su un
lato e tirare la lingua fuori dalla bocca per evitare il soffocamento
prima di collocarlo in un trasportino o in uno scatolone e coprirlo
con una coperta. Lo shock tende ad abbassare la temperatura e il
Manuale per tutori di colonie feline
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gatto potrebbe morire per ipotermia anche se non ha riportato
lesioni mortali.
- Gatto cosciente ma immobile: meglio indossare guanti pesanti
prima di toccarlo, perché qualsiasi animale spaventato può reagire
aggredendo anche chi sta cercando di soccorrerlo. Meglio infilarlo
in fretta in un trasportino e avvolgerlo con la coperta, in modo che
il buio lo tranquillizzi e che non perda temperatura.
- Gatto in grado di muoversi: bloccarlo mettendogli sopra la testa
un trasportino aperto oppure una coperta. La seconda operazione
richiede notevole abilità e manualità, sangue freddo e guanti
pesanti.
Il passo successivo, se è impossibile portarlo immediatamente da un
veterinario, è riscaldarlo posizionando vicino o sotto di lui una
bottiglia per l’acqua calda, ed evitare assolutamente di aprire il
trasportino, soprattutto se ci si trova in un luogo nel quale il gatto
può prendere la fuga.
I gatti sono animali con una vitalità straordinaria, e può capitare
che un animale in apparente stato comatoso si rianimi
all’improvviso e scappi, andando a nascondersi dove è impossibile
riprenderlo per aiutarlo.
Una volta che il gatto è stato messo in sicurezza, evitando che
scappi e che perda temperatura corporea, mediamente è stato
fatto tutto ciò che chiunque non sia un veterinario è in grado di
fare in attesa dei soccorsi.
Il vostro intervento immediato ed efficace è fondamentale per
garantire la sopravvivenza e la buona riuscita delle successive
cure veterinarie.
Principali sintomi che richiedono intervento immediato:
- Respirazione difficoltosa o a bocca aperta
- Emorragia
- Convulsioni
- Barcollamento
- Trascinamento degli arti posteriori
Manuale per tutori di colonie feline
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6) ALLEVAMENTO DI UN GATTINO
ORFANO
Normalmente una gatta di colonia partorisce in un luogo appartato
e sicuro, e porta i gattini al punto alimentazione una volta che sono
in grado di mangiare da soli e di scappare all’occorrenza.
Se tutto procede secondo i piani di mamma gatta, è altamente
improbabile che qualcuno veda i cuccioli prima di questo momento.
Nel corso del lavoro di accudimento di una colonia felina però può
anche capitare al tutore di imbattersi in cuccioli abbandonati prima
dello svezzamento e di doversene prendere cura.
Generalmente questo avviene nelle colonie numerose nelle quali
non tutte le femmine sono sterilizzate, soprattutto nei casi in cui
malnutrizione o malattie portino una madre ad abbandonare uno o
più cuccioli, o quando una madre è vittima di un incidente.
In altri casi proprietari senza scrupoli invece di sterilizzare la
propria gatta permettono che si riproduca liberamente, per poi
disfarsi dei cuccioli, a volte lasciandoli proprio in prossimità di una
colonia felina, confidando nel buon cuore del tutore per il loro
recupero e allevamento.
Non è mai una buona idea lasciare i gattini a se stessi sperando che
la madre ripassi a prenderli: se la madre fosse presente e
impegnata ad accudirli non li avrebbe lasciati alla mercé dei
passanti, e la fine più probabile per loro sarebbe quella di essere
predati, o, ipotesi ancora peggiore, di morire di fame e di stenti.
Quando ci si trova davanti a gattini molto piccoli per prima cosa è
necessario avvolgerli in un panno e scaldarli con una borsa
dell’acqua calda avendo cura che la temperatura non sia eccessiva.
I cuccioli nei primi giorni di vita non sono in grado di mantenere da
soli la temperatura corporea, e, in assenza del corpo della madre e
dei fratelli che trasmettono calore per mezzo del contatto, si
raffreddano e muoiono.
Il secondo passo è portare i gattini dal veterinario in modo da
accertarne l’età e lo stato di salute.
La gatta passa molto del suo tempo ad allattare i gattini, che di
conseguenza non possono rimanere a digiuno più di 4/5 ore.
Manuale per tutori di colonie feline
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E’ bene sapere che un gattino non va alimentato finché non ha
raggiunto la temperatura corporea normale, che per un cucciolo è
intorno ai 38.5-39 gradi; qualora la temperatura fosse più bassa il
veterinario provvederà a sostenerlo con flebo e integratori.
Dopo la visita veterinaria, l’ideale è tenerli in un luogo tranquillo,
caldo e buio, come sarebbe la tana scelta da mamma gatta. Una
scatola di cartone imbottita di ritagli di stoffa o di fieno è la tana
ideale per loro. Evitate stoffe dalle quali possano staccarsi fili o
matassine di lana, che i micetti potrebbero ingerire cercando di
succhiare, e privilegiate il pile, che è caldo, non si sfilaccia, si lava
facilmente e asciuga in fretta.
Se si tratta di una cucciolata di più fratellini è decisamente meglio
lasciarli insieme piuttosto che dividerli assegnando ogni cucciolo a
una persona diversa: i gattini hanno bisogno dei loro simili per
tenersi caldi e non soffrire di solitudine.
In teoria non c’è niente di meglio di una mamma gatta per allevare
un gattino. Se siamo a conoscenza di una gatta in buona salute che
abbia pochi cuccioli della stessa età dei piccoli abbandonati,
normalmente si riesce, con un po’ di pazienza, strofinando i
cuccioli contro il pelo della gatta, a farglieli accettare senza troppi
problemi.
I rischi in questo caso sono le eventuali malattie che i cuccioli
possono passare alla mamma e ai fratellini adottivi e viceversa.
In mancanza di una mamma adottiva non restano che latte, biberon
e una buona dose di pazienza per portare i piccoli allo
svezzamento.
Per prima cosa è indispensabile chiarire che il latte vaccino può
essere letale.
Esistono in commercio varie marche di latte adatto ai gattini fino
allo svezzamento, alcune delle quali sono troppo poco nutrienti per
essere utilizzate come alimento unico.
I prodotti completi esistono sia sotto forma di polvere da
addizionare con acqua, sia sotto forma di latte già pronto, sono
piuttosto costosi ma danno una buona garanzia di portare allo
svezzamento gattini senza carenze alimentari.
Il latte in polvere dev’essere preparato di volta in volta, in quanto
inacidisce rapidamente e i batteri che si formano portano i cuccioli
alla morte per gastroenterite.
Il pasto dev’essere portato ad una temperatura il più possibile
vicina a quella del corpo della madre, 38,5 gradi, e somministrato
Manuale per tutori di colonie feline
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con appositi biberon in vendita nei negozi di articoli per animali
oppure con una siringa privata dell’ago a cui si può aggiungere un
tratto di tubicino morbido.
La frequenza con la quale è necessario alimentare i cuccioli
dipende dalla loro età e in parte varia anche da individuo a
individuo. Gattini di pochi giorni mangiano anche ogni 2/3 ore, man
mano che crescono la quantità di latte per ogni pasto aumenta,
così come la distanza tra un pasto e l’altro.
Lo svezzamento avviene intorno ai 40 giorni, e può essere
anticipato mescolando al latte del cibo per gattini. Gli
omogeneizzati per l’alimentazione dei bambini non sono indicati
come cibo unico per i gattini in quanto hanno un rapporto
calcio/fosforo inadatto alla specie felina.
Durante lo svezzamento il gattino potrà alternare pasti solidi a
poppate di latte.
E’ consigliabile svezzare i cuccioli con cibo confezionato adatto alla
loro età, oppure con pollo o pesce scottato, lasciato intiepidire e
spezzettato (che comunque devono essere integrati con altri
alimenti).
E’ sempre consigliabile spendere un po’ di più scegliendo alimenti
di alta qualità in modo da allevare gattini sani e privi di carenze
alimentari.
I cuccioli molto piccoli non sono in grado di urinare e defecare
autonomamente: prima di ogni pasto è quindi opportuno strofinare
delicatamente la zona genitale con un panno morbido inumidito
con acqua tiepida (o saliva) fino a quando non emettono feci e
urine.
Anche eventuali residui di latte intorno alla bocca e sulla gola
vanno ripuliti dopo ogni pasto per evitare che si formino croste. In
generale la pulizia del mantello è fondamentale per la loro salute
(ci si può aiutare con uno spazzolino da denti morbido).
OGNI SINTOMO DI MALATTIA, SPECIALMENTE LA DIARREA, VA
IMMEDIATAMENTE PORTATO ALL’ATTENZIONE DI UN
VETERINARIO.
E’ importante comprendere che i gattini sono molto fragili e anche
piccoli errori possono portare a gravi conseguenze. Per ogni dubbio
è sempre consigliabile rivolgersi a chi ha già avuto molteplici
esperienze di allevamento: molte associazioni animaliste hanno
gruppi di persone che si dedicano in particolare alla cura degli
orfani e che possono dare utili indicazioni.
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Manuale per tutori di colonie feline
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7) CONTATTI
A CHI RIVOLGERSI PER:
COLONIE FELINE:
• registrazione e sterilizzazione:
Ufficio Diritti Animali
• tutela:
Ufficio Diritti Animali
Polizia Locale
ASL - Servizio Veterinario,
ANIMALI DOMESTICI VAGANTI, FERITI O IN DIFFICOLTÀ, ANIMALI
MORTI DOMESTICI NON DI PROPRIETÀ E ANIMALI MORTI
SELVATICI:
Polizia Locale - ASL Servizio Veterinario
I domestici vaganti vengono recuperati e portati al Canile
Intercomunale, sotto il controllo dell’ASL, per la verifica dello
stato di salute e della proprietà dell’animale.
ANIMALI SELVATICI FERITI O IN DIFFICOLTÀ SIA SU SUOLO
PUBBLICO CHE PRIVATO:
Polizia Provinciale
I selvatici segnalati vengono recuperati dalla Polizia Provinciale
che provvede a trasportarli al Centro di Recupero / C.R.A.S. di
Vanzago.
CANI DI PROPRIETÀ:
• adozione:
Canile Intercomunale
• registrazione:
ASL - Servizio Veterinario
o veterinario libero professionista accreditato
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• passaggio di proprietà:
ASL Servizio Veterinario
o veterinario libero professionista accreditato
• passaporto:
ASL - Servizio Veterinario
• segnalazione di smarrimento:
Polizia Locale / ASL Servizio Veterinario (obbligatorio)
Canile E.N.P.A.
:
Ufficio per i Diritti degli Animali
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