Norme a tutela delle colonie feline
Esistono leggi e normative che tutelano le colonie feline:
Legge 14 agosto 1991 n. 281
Legge 20 luglio 2004 n. 189 - Codice penale Libro II - Titolo IX bis –
Art. 111 e seguenti della Legge Regione Lombardia n. 33/09
( O Legge Regionale che applica la legge 281/91)
Principi generali
- I gatti liberi sono protetti dallo Stato
- E’ vietato a chiunque maltrattare i gatti che vivono in libertà
- I gatti che vivono in libertà sono sterilizzati dall’autorità sanitaria in accordo con il Comune competente e riammessi nel loro gruppo
- E’ vietato allontanarli dai luoghi nei quali trovano abitualmente rifugio, cibo e protezione.
- Ai cittadini è consentito nutrire e curare i gatti nel rispetto delle regole igieniche
(Legge 281/91)
- Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da 4 mesi a due anni
(art. 544-bis codice penale)
- Il loro maltrattamento è perseguito penalmente anche con la reclusione da tre mesi a 18 mesi o la multa da 5.000 a 30.000 Euro
(art. 544-ter codice penale)
Le coline feline sono considerate patrimonio pubblico e l’orientamento giurisprudenziale prevalente ne tutela l’incolumità "Il legislatore ha ritenuto che i gatti, animali sociali che si muovono liberamente su un determinato territorio (radunandosi spesso in gruppi denominati "colonie feline"), pur vivendo in libertà, sono stanziali e frequentano abitualmente lo stesso luogo pubblico o privato, creandosi così un loro "habitat" ovvero quel territorio o porzione di esso, pubblico o privato, urbano e non, edificato e non, nel quale vivono stabilmente. Nessuna norma di legge, né statale né regionale, proibisce di alimentare gatti randagi nel loro habitat cioè nei luoghi pubblici e privati in cui trovano rifugio. Secondo detta normativa i gatti che stazionano e/o vengono alimentati nelle zone condominiali non possono essere allontanati o catturati per nessun motivo, a meno che non si tratti di interventi sanitari o di soccorso motivati (Legge 261/91)."
In tal senso Tribunale di Milano Sez. XIII Civile, n. 23639/09.
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