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lunedì 23 novembre 2020
AMBIENTE Quando la terra era un paradiso, pieno di vita rigoglioso e ricco di biodiversità
AMBIENTE
Quando la terra era un paradiso, pieno di vita rigoglioso e ricco di biodiversità
Per un verso o un'altra l'homo-virus sta completando la distruzione di quello che era un magnifico pianeta, non sarà lontano il giorno in cui il pianeta terra sarà una immensa desolazione planetaria, priva di qualunque tipo di vegetazione, animali, nessuna più biodiversità, sarà un pianeta “morto”, ove si aggireranno pochi superstiti umani, in cerca di non si sa cosa.
Stiamo distruggendo l’antivirus del pianeta: la metà delle foreste non esiste più
Il nostro antivirus sono le foreste, ma le stiamo cancellando dal Pianeta: la metà della superficie forestale è andato in fumo per causa nostra. In barba a teorie complottiste, in realtà, ci stiamo distruggendo, tutti, con le nostre mani.
Un recente rapporto di WWF Italia ha concluso che molte delle malattie emergenti sono conseguenza di comportamenti umani errati tra cui la deforestazione, il commercio illegale e incontrollato di specie selvatiche e l’impatto dell’uomo sugli ecosistemi. Stiamo invadendo spazi che la natura non ci ha donato (e forse c’era un motivo).
Le foreste contribuiscono alla lotta al cambiamento climatico assorbendo CO2 e garantiscono la vita sul pianeta, producendo oltre il 40% dell’ossigeno, grazie a processi vitali come la fotosintesi clorofilliana. Distruggerle significa creare uno squilibrio che porta ad una presenza sulla Terra di anidride carbonica maggiore di quella tollerabile, come sostiene anche un recente studio pubblicato su Nature.
Inoltre queste enormi distese di alberi sono habitat per l’80% della biodiversità terrestre: vi abitano milioni di specie in gran parte ignote alla scienza, compresi virus, batteri, funghi e molti altri organismi, anche parassiti, che vivono in equilibrio con l’ambiente e le specie con le quali si sono evoluti. E tra questi non figura l’uomo, che continua a invadere spazi che la natura non gli aveva riservato.
Distruggere le foreste è distruggere il cibo e la casa di moltissime specie che all’improvviso si trovano sole e “denutrite”. E che soprattutto si trovano a contatto all’improvviso con una specie a loro sconosciuta, l’uomo, con la quale quindi non esiste alcuna strategia di convivenza pacifica.
Con risultati imprevedibili e a volte disastrosi, incluse pandemie globali come quella da corona virus che stiamo vivendo. Lo spillover, ovvero il salto di specie, il meccanismo biologico con il quale il virus sarebbe mutato riuscendo a replicarsi nella cellula umana, infettandola, potrebbe essere uno di questi.
“Là dove si abbattono gli alberi e si uccide la fauna, i germi del posto si trovano a volare in giro come polvere che si alza dalle macerie” scrive il biologo statunitense David Quammen.
Si stima che rispetto ai 6.000 miliardi di alberi che abbracciavano la terra all’inizio della rivoluzione agricola, oggi ne restino circa la metà, 3.000 miliardi: quasi la metà della superficie forestale che abbracciava e proteggeva il nostro pianeta, non esiste più.
Solo nel 2019 ha bruciato l’Amazzonia e le foreste del cuore dell’Africa mentre a inizio 2020 in Australia sono andati in fumo 12 milioni di ettari di inestimabile patrimonio naturale.
Deforestare significa alterare in pochissimo tempo equilibri costruiti in millenni di storia.
Come possiamo pensare che tutto questo non abbia delle conseguenze?
Coronavirus - 5G
Grazie all'emergenza sanitaria il controllo delle masse ha ricevuto linfa vitale come non era mai accaduto prima nella storia dell'umanità.
La chiamano “pandemia” anche se nel sito del CDC(Centro di controllo delle malattie di Atlanta) vengono elencate come “Pandemics” la Spagnola del 1918, l'Asiatica (H2N2 - morti da 50 a 100 milioni) del 1957-1958, l'Influenza di Hong Kong (H3N2 - oltre 1 milione di morti) del 1968 e infine la cosiddetta Influenza Suina (H1N1 - da 100 a 400 mila morti solo il primo anno) del 2009.
Nessun riferimento al Coronavirus. Forse perché devono ancora aggiornare il sito proprio a causa del lockdown imposto per la pandemia?
Comunque sia, quando finiranno di installare il 5G (e non a caso gli operatori delle telecomunicazioni hanno potuto lavorare indisturbati durante la gravissima "pandemia") si potranno attivare telecamere con sensori biometrici a riconoscimento facciale, scanner termici e tutto quello che serve per il controllo elettronico, tra cui, come scritto più volte anche le app per lo smartphone.
Detto fatto, eccola qua e si chiamerà Immuni,un'applicazione “contact tracing”, in grado di tracciare i contatti. La definiscono necessaria per tenere sotto controllo la diffusione del virus durante la cosiddetta Fase 2.
Leggendolo da un'ottica differente servirà per tracciare le masse.
La società ending Spoons di Milano, spuntata dal nulla, ha ceduto gratuitamente la licenza d'uso al governo italiano, e il commissario straordinario per l'emergenza sanitaria Domenico Arcuri ha quindi subito firmato l'ordinanza con cui dispone la stipula del contratto.
Ovviamente si sono affrettati a dire che “non sarà obbligatoria” ma scaricabile in modo volontario.
Immuni si compone di due parti, la prima è un sistema di tracciamento dei contatti che sfrutta il Bluetooth.
Non tutti sanno che attraverso la tecnologia Bluetooth è possibile infatti rilevare la vicinanza tra due smartphone entro un metro. Poi l'app ripercorrerà a ritroso tutti gli incontri di una persona risultata positiva al Covid-19, così da poter rintracciare e isolare i potenziali contagiati.
Quando il suddito la scarica, infatti, il software conserva sul cellulare una lista di codici identificativi anonimi di tutti gli altri dispositivi ai quali è stato vicino.
Ecco come dovrebbe funzionare nella pratica: se per esempio Luigi di Maio risultasse positivo al tampone, non solo tutti i contatti della sua rubrica ma anche tutte le persone che si sono avvicinate a lui nel raggio di un 1 metro (magari in treno, in Parlamento o al Ministero, in un ristorante o per le vie di Roma) verranno gentilmente e gratuitamente avvisate da un messaggino che ricorda loro di essere state potenzialmente a rischio virus!
A questo punto entra in gioco la seconda funzione della app: un registro di tutte le informazioni sensibilissime dell'utente: sesso, età, addirittura malattie pregresse, assunzione di farmaci, ecc.
Tale diario deve essere aggiornato costantemente da parte dell'utente con qualsiasi eventuale sintomo e/o malattia.
Avete capito cosa stanno combinando? Dopo che ti è arrivato il messaggino con il warming della possibile esposizione (per colpa di Luigi), se ti viene un colpetto di tosse, è ovvio che non è un banale colpo di tosse ma una potenziale infezione polmonare letale. Quindi dovrai correre dal medico a fare il tampone o l'esame sierologico (per la modica cifra di 49 euro), il tutto per la tua sicurezza. Oppure se un giorno dopo aver visto Burioni in tv ti viene una fetida scarichetta diarroica, la causa non è la faccia da sberle del virologo, ma il virus che potrebbe dai polmoni essere sceso a colonizzare il Sistema Nervoso Enterico, cioè gli intestini. Quindi dovrai correre di nuovo a fare in questo caso DUE tamponi, quello fecale e quello per il Sars-Cov-2.
Eccolo qua il sistema geniale per controllare la diffusione del virus nella Fase 2!
Complimenti agli esperti governativi, i quali ci dicono che per essere efficace, Immuni dovrà essere scaricata almeno dal 60% degli italiani (anche per l'app quindi esiste una immunità di gregge?), non specificando se il riferimento è all'intera popolazione o ai possessori di uno smartphone.
Si sono dimenticati di dirci infine che la terza funzione dell'app inizierà quando sarà pronto il vaccino...
Questa terza fase potremo chiamarla, per usare un linguaggio cinematografico, la “mietitura del gregge”, perché tutte le pecore iscritte al programma saranno sicuramente le prime a mettersi in coda per essere vaccinate...
A cura di Martin L. Pall, tratto da http://www.infoamica.it/otto-rischi-per-la-salute-legati-al-5g/
Il Prof. Martin L. Pall, Professore emerito di Biochimica e di Scienze Mediche di Base della Washington State University, ha inviato alle istituzioni europee e statunitensi una revisione di studi che dimostrano la pericolosità della tecnologia 5G.
Secondo la sua analisi della letteratura scientifica pubblicata ci sono almeno otto pericoli dimostrati correlati alle esposizioni alle radiazioni del 5G.
Quello allegato in fondo a questo articolo è una versione breve di un documento originale scritto in risposta a due documenti scritti rispettivamente dal sig. Ryan e dal dott. Vinci in risposta all’appello di un gruppo di associazioni e di esperti sulla sicurezza del 5G. Il Sig. Ryan ha dichiarato che «Ci sono prove consistenti presentati da enti nazionali e internazionali (International Commission on Non Ionising Radiation Protection – ICNIRP, Scientific Committee on Emerging and Newly Identified Health Risks (SCENIHR) che l’esposizione a campi elettromagnetici non rappresentano alcun rischio per la salute al di sotto dei limiti stabiliti dalla Raccaomandazione del Consiglio 1999/519/EC1.” Le posizioni dell’ICNIRP e dello SCENIHR, così come quelle dalla Federal Commission Communication, della FDA e dell’Istituto Nazionale sul Cancro degli USA, hanno posizioni molto diverse le une dalle altre. Alcuni di questi enti dichiarano che i meccanismi d’azione dei campi elettromagnetici non sono noti, nonostante l’enorme evidenza di studi pubblicati.
Il documento del Prof. Pall rappresenta una base fondamentale per richiedere la messa al bando dello sviluppo della tecnologia 5G in quanto ci sono sufficienti evidenze di un rischio per concludere che si tratta di frequenze non del tutto sicure per la salute umana e per l’ambiente.
Gli otto tipi di danni correlati alle frequenze del 5G sono i seguenti:
danni cellulari al DNA – rottura al filamento singolo del DNA, rottura del filamento doppio, ossidazione delle basi del DNA;
diminuzione della fertilità maschile e femminile, aumento di aborti spontanei, abbassamento di ormoni come estrogeni, progesterone e testosterone, abbassamento della libido;
danni neurologici e neuropsichiatrici;
apoptosi e morte cellulare;
stress ossidativo e aumento dei radicali liberi (responsabili della maggior parte delle patologie croniche);
effetti ormonali;
aumento del calcio intracellulare;
effetto cancerogeno sul cervello, sulle ghiandole salivari, sul nervo acustico.
Tratto da http://www.infoamica.it/otto-rischi-per-la-salute-legati-al-5g/
Scelta per la destinazione del 5x1000 Codice : 97 80 45 600 15
Associazione Liberigatti Animalista Ambientalista odv
Fai una libera donazione, usa il conto IBAN: IT65R0623031032000046508635
sabato 14 novembre 2020
Storie dal lockdown: sanzione annullata, curare animali e' necessita'!
Storie dal lockdown: sanzione annullata, curare animali e' necessita'!
In questi giorni di nuove restrizioni agli spostamenti, arriva una buona notizia a conferma che accudire gli animali è un diritto e un dovere – anche nel lockdown – e che, se muniti di autocertificazione e della documentazione necessaria, è possibile continuare a farlo in tranquillità, per non lasciare solo nessuno!
I fatti risalgono allo scorso aprile, quando un nostro volontario, responsabile della Sede locale di Varese-Busto Arsizio – nel recarsi in clinica veterinaria per ritirare un coniglio ricoverato d’urgenza nei giorni precedenti, e per portare un colombo ferito e bisognoso di cure salvavita - veniva fermato e sanzionato dalla Polizia locale perché “in assenza di comprovate ragioni lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute” .
Con il nostro ufficio legale, ci siamo subito opposti alla sanzione, ribadendo la necessità delle cure mediche per gli animali, oltre che lo svolgimento delle attività proprie della funzione di volontario dell’associazione. Molto utili a giustificare la necessità degli spostamenti si sono rivelati i certificati prodotti dal medico veterinario.
E infatti, dopo alcuni mesi, abbiamo ricevuto notizia da parte del nostro volontario dell’avvenuto annullamento del verbale che disponeva la sanzione.
Un’ulteriore conferma di quanto scriviamo e ribadiamo sin dall’inizio dell’emergenza:
CURARE, ACCUDIRE, PRESTARE SOCCORSO AGLI ANIMALI COSTITUISCONO MOTIVI DI NECESSITÀ ATTI A GIUSTIFICARE GLI SPOSTAMENTI.
Per non incorrere in sanzioni assicuratevi sempre di:
- portare con voi l’AUTODICHIARAZIONE, debitamente compilata (vi spieghiamo come fare nel nostro FAC-SIMILE)
- dotarvi di DOCUMENTAZIONE attestante la necessità degli spostamenti (es. dichiarazione o certificato del veterinario)
- inoltre, vi sarà molto utile stampare e portare con voi una copia della NOTA prodotta dal nostro ufficio legale.
Infine, per evitare l’erogazione di sanzioni non dovute, come già fatto durante il lockdown della scorsa primavera, abbiamo predisposto delle note indirizzate alle Polizie e ai Prefetti delle Regioni “rosse” e ai Comandanti generali (valida per tutta Italia ma in particolare per le Regioni “gialle” e “arancioni”), per sostenere la doverosa applicazione delle cause giustificatrici dei motivi di salute e necessità in tema di spostamenti per i nostri amici animali.
sanzione annullata, curare animali e' necessita'!
Storie dal lockdown: sanzione annullata, curare animali e' necessita'!
In questi giorni di nuove restrizioni agli spostamenti, arriva una buona notizia a conferma che accudire gli animali è un diritto e un dovere – anche nel lockdown – e che, se muniti di autocertificazione e della documentazione necessaria, è possibile continuare a farlo in tranquillità, per non lasciare solo nessuno!
I fatti risalgono allo scorso aprile, quando un nostro volontario, responsabile della Sede locale di Varese-Busto Arsizio – nel recarsi in clinica veterinaria per ritirare un coniglio ricoverato d’urgenza nei giorni precedenti, e per portare un colombo ferito e bisognoso di cure salvavita - veniva fermato e sanzionato dalla Polizia locale perché “in assenza di comprovate ragioni lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute” .
Con il nostro ufficio legale, ci siamo subito opposti alla sanzione, ribadendo la necessità delle cure mediche per gli animali, oltre che lo svolgimento delle attività proprie della funzione di volontario dell’associazione. Molto utili a giustificare la necessità degli spostamenti si sono rivelati i certificati prodotti dal medico veterinario.
E infatti, dopo alcuni mesi, abbiamo ricevuto notizia da parte del nostro volontario dell’avvenuto annullamento del verbale che disponeva la sanzione.
Un’ulteriore conferma di quanto scriviamo e ribadiamo sin dall’inizio dell’emergenza:
CURARE, ACCUDIRE, PRESTARE SOCCORSO AGLI ANIMALI COSTITUISCONO MOTIVI DI NECESSITÀ ATTI A GIUSTIFICARE GLI SPOSTAMENTI.
Per non incorrere in sanzioni assicuratevi sempre di:
- portare con voi l’AUTODICHIARAZIONE, debitamente compilata (vi spieghiamo come fare nel nostro FAC-SIMILE)
- dotarvi di DOCUMENTAZIONE attestante la necessità degli spostamenti (es. dichiarazione o certificato del veterinario)
- inoltre, vi sarà molto utile stampare e portare con voi una copia della NOTA prodotta dal nostro ufficio legale.
Infine, per evitare l’erogazione di sanzioni non dovute, come già fatto durante il lockdown della scorsa primavera, abbiamo predisposto delle note indirizzate alle Polizie e ai Prefetti delle Regioni “rosse” e ai Comandanti generali (valida per tutta Italia ma in particolare per le Regioni “gialle” e “arancioni”), per sostenere la doverosa applicazione delle cause giustificatrici dei motivi di salute e necessità in tema di spostamenti per i nostri amici animali.
NOI DI LAV, #NONLASCIAMOSOLONESSUNO
Hai dubbi o domande? Consulta le nostre FAQ o contatta il FRONT DESK 06.4461325 - emergenza@lav.it
sabato 7 novembre 2020
Quali sono i rischi per chi mangia carne ?
I rischi Per Chi Mangia Carne
L’origine di tutte le malattie giace nella putrefazione alimentare, disse Metchnikoff.
“Io non mangerò mai più carne finché il mondo esiste”. I Cor. 8:13.
“L’estrema avversione che alcuni adulti e molti bambini mostrano nei confronti della carne di ogni tipo, è attribuita da Fitch ad una tendenza atavica, cioè alla sopravvivenza dell’istinto primitivo dei nostri antenati preistorici che non mangiavano carne” – (J. H. Kellog, M.D., editore Buona Saluto).
“È stata notata l’enorme quantità di morti in America dovuta al morbo di Bright. Non ho più dubbi che la dieta ricca di carne rovini i reni, specialmente considerando gli esperimenti dei dr. Newburgh, i quali provano che possiamo, con certezza matematica, produrre il morbo di Bright anche nei topi, mettendoli a dieta con molta carne” – (M. Hindhede, M.D., Commissario della Sanità in Danimarca),
La carne è stata a lungo sospettata di essere un cibo povero. Un’ampia esperienza sta provando che il sospetto è fondato. L’avvertimento di solito era: mangia meno carne. Ora è: non mangiare la carne. Gli uomini un tempo credevano che la carne fosse necessaria per produrre sangue. Ora è noto che la frutta fresca, le bacche e le verdure forniscono il corpo di materiale migliore di quello che danno le migliori bistecche.
Il brodo di manzo è stato a lungo considerato un valido tonico e stimolante, quasi indispensabile per i malati deboli. Ora è noto che è vero il contrario. Secondo un eminente medico francese, il brodo di manzo è una «vera soluzione di veleni». Il dottor Austin Flint, dei Bellevue Hospital College, uno dei più importanti medici d’America, fece un’analisi chimica dei brodo di manzo, e scoprì che il risultato era praticamente lo stesso di un’analisi dell’urina.
È inevitabile che sia così, perché il brodo di manzo, il brodo di carne, il brodo di pollo, il bollito e gli estratti di carne di tutti i tipi sono dei veri e propri tessuti disintegrati, preparati artificialmente, proprio come l’urina, che è composta da tessuti disintegrati, prodotti dal metabolismo dei corpo. Il brodo di manzo, perciò, è un veleno che intossica. Non ha proprietà nutritive; il suo uso non è mai indicato; né ha la capacità di aiutare i malati deboli o i convalescenti.
Bouchard scoprì che aggiungendo la carne nel regime dietetico, la tossicità dell’urina aumentava del 50%, e se la dieta consisteva interamente di carne, la tossicità aumentava dei 400%. Sterling scoprì che mangiare carne aumentava il contenuto di acido urico dell’urina da tre a dieci volte. Alla luce di questo, è da ricordare che l’acido urico, in combinazione con altre tossine, è considerato da molti ricercatori il più attivo di tutte le sostanze che producono le malattie.
Un tempo si supponeva che la carne fosse particolarmente salutare nella cura della tisi. Qualche anno fa un tedesco entusiasta fondò un’istituzione col proposito di nutrire i tisici esclusivamente con la carne, usando principalmente carne cruda. L’iniziativa fallì in sei mesi.
La carne si decompone nel tratto digestivo; il veleno risultante viene assorbito e il sangue contaminato, con risultati disastrosi. Questa è la principale causa che predispone al cancro, alla tisi e ad altri tipi di anormalità.
Gli esami post mortem, fatti in centinaia di casi al Phipps Institute di Philadelphia, hanno dimostrato che l’86% di tutti i malati di tisi avevano anche i reni malati, e in uno stadio abbastanza avanzato. L’indebolimento dei reni è, infatti, fra la cause più comuni di morte nella tubercolosi polmonare. Ed è sempre la carne ad essere in genere responsabile dei morbo di Bright e di altre disfunzioni renali.
“Nella dieta di frutta, noci e verdure, i malati di cancro hanno nelle loro mani i mezzi per liberarsi largamente, se non interamente, dalla paura che accompagna questa terribile malattia. lo l’ho verificato molte volte nella mia esperienza, e nella cura di questa malattia mi si è aperta una porta ancora più ampia da quando ho conosciuto il valore di una dieta simile”. (George Biack, M.D.).
“Il cibo animale, l’abuso del quale si fa ogni giorno più grande, non è un cibo in nessun senso, ma un veleno continuo”. (Prof. Dr. Huchard).
“Se non fosse per la carne, noi dottori avremmo poco da fare”. – (Dr. Allison, esperto in alimentazione).
Per più di un centinaio di anni, i medici ostinatamente sostennero che una dieta composta principalmente di carne, era essenziale per la cura vittoriosa dei diabete. Di questa assurda teoria Trall osserva: “Io non posso qui fare a meno di alludere ad un perfezionato regime dietetico che è stato recentemente proposto dall’Accademia francese di Medicina, e discusso nel giornali di medicina di questo paese, per la cura della malattia chiamata diabete. Questo miglioramento consiste nel nutrire il paziente con la carne di animali carnivori – gatti, cani, volpi, ecc.. E allo stesso scopo di vincere il pregiudizio che la mente o il palato dei paziente potrebbero avere contro l’alimentazione al sangue, si propone poi di condirla abbondantemente con brandy e spezie. Tali scoperte nella scienza medica hanno il potere di portarci indietro nel Medio Evo, piuttosto che condurci a dei risultati utili nel futuro». – (Il corretto cibo dell’uomo).
Ancora abbastanza recentemente era usuale per i medici nutrire i diabetici quasi esclusivamente con la carne. Questa è una ragione per cui questi malati non guariscono mai. I dottori “senza farmaci” hanno provato che, una dieta di carne peggiora la malattia, aumenta la presenza di zucchero nell’urina e, comunque, peggiora lo stato del paziente.
Una dieta di carne magra è stata a lungo considerata benefica nel casi di obesità. Ora è noto che in simili casi di anormalità c’è una tendenza a sviluppare il diabete, e questo aumenta mangiando la carne. Commentando i pericoli nel mangiare la carne magra, Hindhede disse: “Noi abbiamo provato anche a vivere di sola carne. Ma dopo esserci nutriti di carne magra, cotta o arrostita, tre volte al giorno, In soli tre giorni stavamo così male che nessuno di noi volle continuare. Quale fu la causa? Dunque, quando gli intestini sono pieni di carne magra, il risultato è la putrefazione, che si manifesta in diarrea e feci maleodoranti. Attraverso questo processo sono probabilmente prodotte delle tossine, che una volta assorbite, causano un avvelenamento. Una dieta di sola carne magra è velenose per l’uomo, non ci sono dubbi su questo”.
Hindhede ha condannato anche le uova e il latte con queste parole: “ClÒ CHE È STATO DETTO SULLA CARNE ÈVALIDO PER LE UOVA E IN PARTE PER IL LATTE”.
Il beri-beri, lo scorbuto, il rachitismo e la pellagra sono malattie da deficienza, e spesso risultano dal mangiare troppa carne. Tutti i tipi di carne mancano di molti elementi che il corpo deve avere per costruire dei tessuti sani. La carne è molto carente di vitamine e di sali di calce. D’altra parte, la frutta fresca le bacche e le verdure sono ricche sia di vitamine che di sali, e mangiandole si assumono tutte le vitamine e i sali di cui il corpo ha bisogno. Qualche anno fa uno specialista dello stomaco fece trasalire il mondo della medicina affermando che “l’ulcera dello stomaco è una malattia di chi mangia la carne”. Il cancro dello stomaco e degli intestini ha origine dalla stessa causa – quando non è prodotto dalla vaccinazione o dalla inoculazione.
“Il 75% delle malattie più terribili di cui soffriamo, sono in pratica avvelenamenti causati da cibi non naturali. La natura dice, in un modo che non può essere frainteso, che l’uomo è un animale frugivoro e non carnivoro”. – (Alexander Haig M.A.,F.R.C.P.).
Quei mangiatori di carne, che sono troppo deboli per abbandonarne l’abitudine, e quelli i cui dividendi dipendono dall’industria che inscatola la carne, sono sempre pronti a fare una grande pubblicità ad ogni informazione che sembra aiutare la loro causa. Molte persone credono che per avere forza e vigore è necessario mangiare carne rossa. Sembrano dimenticare che i buoi e gli elefanti prendono la loro grande forza e il sangue dall’erba e dalle foglie, ricche di vitamine, di calcio, di ferro e di altri sali minerali. I deboli, i magri e gli anemici, invece di nutrirsi di fegato di vitello e di olio di fegato di merluzzo, dovrebbero trovare i cibi vitali nel regno vegetale, per la mancanza dei quali il loro sangue sta morendo di fame e il loro corpo si sta ammalando.
Le informazioni relative al rischi nel mangiare la carne, dovrebbero essere sufficienti a ridurre di molto il consumo della carne. Ma se i rischi si limitassero solo a quanto scritto sopra, l’argomento sarebbe di così poca importanza da ricevere poca attenzione da parte nostra.
È stato recentemente dimostrato da Moore, nei laboratori di Fisiologia di Harvard, che una dieta di carne causa un‘accelerazione dei battito cardiaco sorprendente per velocità e durata. Dopo un pasto di carne, l’aumento dei battiti cardiaci va regolarmente dal 25 al 50% sopra il livello rispetto al digiuno, e persiste, in soggetti sperimentali, da 15 a 20 ore, raggiungendo un totale di molte migliaia di battiti in più. Moore mostrò che un pasto di proteine causa un sovraccarico di lavoro per il cuore, che è paragonabile, in estensione, all’attività totale del cuore di due o tre ore; ciò ha portato Moore ad affermare che una dieta con molte proteine è incompatibile coi riposo cardiaco.
La carne, scendendo nello stomaco e nelle budella dell’uomo, è come se giacesse sotto il sole estivo al margine della strada, e ciò di certo causa danni maggiori di quanto sia mai stato detto o scoperto. Uno dei prodotti della carne decomposta è l’urina, e non ha importanza se la carne si è decomposta nello stomaco, nella pentola o dal macellaio. I prodotti secondari della carne decomposta passano nel sangue dei consumatori di carne, e devono essere filtrati ed eliminati dai reni come uno scarto velenoso, che serve solo ad indebolire il corpo e a logorare i reni, portando al morbo di Bright e ad altre malattie renali.
La carne, scendendo nel tratto digestivo che è di una bellezza teatrale, dipinto con tutti i colori di una bambola di cera, forma uno dei veleni più mortali che i chimici abbiano mai conosciuto, e dà al respiro un odore nauseante che si tenta di correggere masticando caramelle e gomme profumato. Il dentista dica che il cattivo odore proviene dal denti malati, mostrando quanto abbia ancora da imparare.
Quando il sangue diventa così contaminato da questi veleni, la pelle viene in suo soccorso e, in un processo di emergenza, crea un‘eruzione; i dottori possono definirla morbillo, varicella, eczema, e così via, e cercano di “curare la malattia” con altri veleni sottoforma di farmaci e sieri.
Non c’è da stupirsi se il grande Metchnikoff, dopo una vita di studi sull’argomento, abbia dichiarato che la putrefazione alimentare sia responsabile della morte prematura, che è causa di tutte le malattie, perché questi pericolosi veleni passano dal canale alimentare nella linfa e nel sangue, e da questi sono condotti in tutto le parti dei corpo – il fegato, i polmoni, i reni, il cuore e il cervello.
L’origine di tutte le malattie giace nella putrefazione alimentare, disse Metchnikoff. Qual è il rimedio sicuro? La rimozione della causa, non l’uso di farmaci, sieri e bisturi. Molti studi sperimentali hanno indicato che mangiare carne causa la nefrite cronica. Il professor Newburg, dell’università dei Michigan, ha dichiarato che una piccola porzione di proteine della carne, come il 20%, porta ad un logoramento dei reni.
Le esigenze dell‘ultima guerra sono servito a dimostrare il valore di una dieta poco proteica. Maiali e bestiame furono uccisi in Europa con lo scopo di conservare le provviste di cibo, e le popolazioni si nutrirono per un certo periodo soprattutto di frutta e verdura. Il risultato fu una riduzione di un terzo della mortalità, oltre a una grande riduzione delle malattie. Alcune malattie come il diabete, l’obesità, la gotta, i disturbi digestivi, i problemi dei fegato e dei reni e altre malattie dei l’alimentazione sparirono quasi completamente.
La gente rovina la propria salute mangiando carne, poi paga i dottori per farsi curare i sintomi che provengono da questo abuso. Molti medici ignorano la causa che si nasconde dietro i sintomi di alcune malattie, perché anche loro mangiano liberamente la carne come molti dei loro pazienti, e soffrono e muoiono prematuramente per la stessa “malattia”.
fonte
carnedecomposizionedibetemalattieMetchnikoff.Morbo di Brightputrefazionereniveleni
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venerdì 6 novembre 2020
Tutela della biodiversità
Biodiversità: Cos’è e come tutelarla
Oggi 22 maggio si celebra la “Giornata internazionale della biodiversità”, un concetto nuovo ma sempre più diffuso.
La biodiversità indica l’insieme di tutti gli organismi viventi presenti sulla Terra, piante, animali e microrganismi, e le loro interazioni all’interno degli ecosistemi di cui fanno parte. Il termine biodiversità è molto ampio e per questo motivo se ne distinguono 3 tipologie:
Biodiversità a livello degli ecosistemi, si riferisce alle interazioni tra piante, animali e l’ambiente in cui vivono.
Biodiversità a livello di specie, si riferisce invece alla varietà di forme viventi che popolano un territorio.
Biodiversità a livello di genetico, si riferisce alle differenze nel DNA che possono essere rilevate anche all’interno della stesse specie.
Siamo a conoscenza solo una piccola parte degli organismi viventi che popolano il nostro pianeta, il patrimonio di biodiversità della Terra è attualmente in gran parte inesplorato.
Perché è importante tutelare la biodiversità?
Conservare la biodiversità è fondamentale per la nostra vita. L’ecosistema di cui facciamo parte, con la sua varietà di organismi e l’equilibrio delle loro interazioni, ci permette di avere a disposizione elementi indispensabili alla nostra sopravvivenza come il cibo, l’aria, l’acqua o condizioni climatiche favorevoli.
Preservare la biodiversità significa garantire agli organismi la possibilità continuare a vivere, adattarsi ed evolversi insieme ai cambiamenti ambientali.
La conservazione della diversità naturale è realizzabile con interventi per la protezione diretta delle specie, mediante la tutela e il ripristino del territorio, del paesaggio e della tutela dell’ambiente.
Il DNA Barcoding un aiuto per la tutela della biodiversità
L’identificazione di specie è fondamentale per lo studio della biodiversità perché consente di definire e applicare appropriate attività di conservazione e tutela degli ecosistemi. Essere in grado di identificare e riconoscere una specie con precisione consente di studiare interventi mirati per tutelarla.
L’analisi del DNA di organismi vegetali e animali consente di identificare con certezza una determinata specie, anche quando questo è morfologicamente impossibile. La tecnica del DNA barcoding si basa sull’analisi di un segmento di DNA risulta altamente discriminativo in quanto tende a ripetersi in maniera molto simile tra tutti gli individui appartenenti alla medesima specie e, allo stesso tempo, a differenziarsi ampiamente tra specie differenti.
Il DNA barcoding è già stato utilizzato da FEM2-Ambiente in diversi progetti dedicati alle tutele della biodiversità. Un esempio è il progetto “Estinzione”, realizzato in collaborazione con il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, l’Università degli Studi di Padova, il MuSe Museo delle Scienze di Trento. In questo caso con il DNA barcoding è stato utilizzato per identificare e catalogare i reperti di vertebrati estinti e in via di estinzione per fornire una chiave di lettura sui processi di estinzione e sulle azioni di disturbo biologico compiute dall’uomo. Per scoprire altri progetti di FEM2-Ambiente clicca qui.
Tutelare la catena della biodiversità è vitale
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HOME>NEWS>COS’È LA BIODIVERSITÀ E PERCHÉ È IMPORTANTE CONSERVARLA
Cos'e la biodiversita e perche e importante conservarla.Marco.Capellini
Cos’è la biodiversità e perché è importante conservarla
9 giugno 2013
Di arch. Marco Capellini
Negli ultimi anni, i temi legati alla conservazione e alla valorizzazione della biodiversità sono divenuti centrali nell’agenda ambientale delle principali istituzioni sia internazionali che nazionali. La Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD, 1992) è la principale istituzione internazionale che offre un approccio ampio ed onnicomprensivo dei diversi aspetti legati alla biodiversità, al fine di promuovere politiche a tema e questioni trasversali nell’ambito di tre fondamentali obiettivi: la conservazione della diversità biologica, l’uso sostenibile delle sue componenti e la giusta ed equa distribuzione dei benefici derivanti dall’uso delle risorse genetiche. Il raggiungimento dei tre obiettivi mira essenzialmente a ridurre il tasso attuale di perdita della biodiversità, considerata una sorta di “assicurazione sulla vita”, da proteggere ed utilizzare in modo sostenibile attraverso la giusta ed equa distribuzione dei benefici derivanti dall’uso. Le cause che stanno contribuendo alla perdita di biodiversità sono diverse: uso insostenibile e sfruttamento eccessivo delle specie animali e vegetali; spostamento accidentale o volontario di specie vegetali, animali e microrganismi in ecosistemi “alieni”; inquinamento idrico, atmosferico e del suolo; cambiamenti climatici. La principale causa di perdita della biodiversità è da ricondursi però al cambiamento d’uso della terra per lo sviluppo intensivo dell’agricoltura che ha contribuito nel tempo alla frammentazione e alla conversione degli ecosistemi naturali fino alla alterazione irreversibile di habitats.
La biodiversità è un sistema complesso di elementi naturali, culturali e sociali caratterizzati da interazioni dinamiche che non sono ancora pienamente identificate e valutate. Può essere definita come la misura del numero, della varietà e della variabilità degli organismi viventi a tutti i livelli di organizzazione biologica. Include la diversità delle specie animali, vegetali e dei microrganismi, la diversità tra specie e tra gli ecosistemi, ossia la diversità della vita sulla Terra. I differenti livelli di diversità biologica quindi che formano la “rete della vita”, frutto di miliardi di anni di evoluzione, riguardano la diversità genetica – a livello di singolo gene, di combinazione di geni e di popolazione – la diversità all’interno di ogni singola specie – a livello di ciascuna singola popolazione o tra popolazioni diverse – la diversità tra differenti specie e comunità di specie, la diversità tra ecosistemi. La Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD, 1992) ha incluso nella definizione di biodiversità la complessità delle interazioni dinamiche che si instaurano tra i suoi diversi elementi e che diventano esse stesse fonte di diversità. Le interazioni tra le dinamiche ecologiche e la dimensione culturale, sociale ed economica dei sistemi umani, conducono a processi dinamici ancora più complessi capaci di generare a loro volta biodiversità. La CBD considera infatti, le specie coltivate e addomesticate come specie in cui il processo evolutivo è influenzato dalle attività umane nel soddisfacimento dei propri bisogni. Viene in questo modo riconosciuto il ruolo fondamentale che lecomunità umane – oltre a quelle biologiche – svolgono come fonte di produzione dei diversi valori che costituiscono e caratterizzano la biodiversità. L’agri-biodiversità ne è un esempio.
Il valore della diversità dei geni, delle specie o degli ecosistemi in sé viene spesso confuso con il valore di particolari componenti che costituiscono la biodiversità: la diversità di specie per sé contribuisce ad accrescere la funzionalità degli ecosistemi per fronteggiare inevitabili cambiamenti ambientali; nello stesso tempo, una componente di questa diversità di specie – come ad esempio una particolare specie vegetale utilizzata per l’alimentazione – può essere valutata indipendentemente come risorsa biologica. La biodiversità si riferisce inoltre a livelli multipli di organizzazione biologica (geni, popolazioni, specie ed ecosistemi) e a diverse scale (locale, regionale o globale); l’introduzione di una specie “aliena” in un Continente ne accrescerà in assoluto la diversità di specie ma nello stesso tempo contribuirà a diminuire “la diversità ecosistemica relativa” a livello globale. I livelli multipli di organizzazione biologica e le diverse scale spaziali coinvolte rendono ogni singolo indicatore – come ad esempio la diversità di specie in sé – privi di un reale significato operativo. Per queste ragioni, la perdita di biodiversità può manifestarsi a livello globale anche nel caso di accrescimento della diversità di specie locale o al contrario può crescere la diversità regionale/globale anche nel caso di una estinzione locale. La perdita, inoltre, non si riferisce esclusivamente all’esistente ma al potenziale che talune componenti della biodiversità possiedono nel provvedere a fondamentali servizi ecosistemici nel presente ma anche nel futuro.
La biodiversità contribuisce al buon funzionamento degli ecosistemi perché ne accresce la stabilità, la resilienza e la resistenza, proprietà che favoriscono a loro volta l’offerta di beni e servizi di cui beneficiano direttamente e indirettamente gli esseri umani. Recentemente sono stati pubblicati diversi studi sul“Business case of biodiversity” finalizzati alla dimostrazione e all’approfondimento delle modalità con cui la biodiversità accresce la produttività economica di diversi settori, migliora il godimento diretto della natura e riduce i rischi legati alla salute. L’iniziativa internazionale “The Economics of Ecosystems and Biodiversity” ha concentrato l’attenzione sui benefici economici legati alla biodiversità e ha messo in luce i crescenti costi legati alla perdita e al degrado della biodiversità e dei collegati servizi ecosistemici.
L'Importanza della Biodiversità
Perchè è importante la biodiversità?
La biodiversità rafforza la produttività di un qualsiasi ecosistema (di un suolo agricolo, di una foresta, di un lago, e via dicendo). Infatti è stato dimostrato che la perdita di biodiversità contribuisce all’insicurezza alimentare ed energetica, aumenta la vulnerabilità ai disastri naturali, come inondazioni o tempeste tropicali, diminuisce il livello della salute all’interno della società, riduce la disponibilità e la qualità delle risorse idriche e impoverisce le tradizioni culturali.
Ciascuna specie, poco importa se piccola o grande, riveste e svolge un ruolo specifico nell’ecosistema in cui vive e proprio in virtù del suo ruolo aiuta l’ecosistema a mantenere i suoi equilibri vitali. Anche una specie che non è a rischio su scala mondiale può avere un ruolo essenziale su scala locale. La sua diminuzione a questa scala avrà un impatto per la stabilità dell’habitat. Per esempio, una più vasta varietà di specie significa una più vasta varietà di colture, una maggiore diversità di specie assicura la naturale sostenibilità di tutte le forme di vita, un ecosistema in buona salute sopporta meglio un disturbo, una malattia o un’intemperie, e reagisce meglio.
La biodiversità, oltre al valore per se, è importante anche perché è fonte per l’uomo di beni, risorse e servizi: i cosiddetti servizi ecosistemici. Di questi servizi, che gli specialisti classificano in servizi di supporto, di fornitura, di regolazione e culturali, beneficiano direttamente o indirettamente tutte le comunità umane, animali e vegetali del pianeta.
Gli stessi servizi hanno un ruolo chiave nella costruzione dell’economia delle comunità umane e degli Stati. Ad esempio, la biodiversità vegetale, sia nelle piante coltivate sia selvatiche, costituisce la base dell’agricoltura, consentendo la produzione di cibo e contribuendo alla salute e alla nutrizione di tutta la popolazione mondiale.
Oltre un terzo degli alimenti umani - dai frutti ai semi ai vegetali - verrebbe meno se non ci fossero gli impollinatori (api, vespe, farfalle, mosche, ma anche uccelli e pipistrelli), i quali, visitando i fiori, trasportano il polline delle antere maschili sullo stigma dell’organo femminile, dando luogo alla fertilizzazione. Ci sono 130 mila piante a cui le api sono essenziali per l’impollinazione. Purtroppo le api stanno subendo un declino drammatico in questi ultimi anni, per via della distruzione e degradazione degli habitat, di alcune malattie, dei trattamenti antiparassitari e dell’utilizzo di erbicidi in agricoltura. Alcune ricerche in corso ipotizzano anche un’influenza delle onde elettromagnetiche, sempre più in aumento per via dei ripetitori di telefonia mobile. Pare che le radiazioni interferiscano con il sistema di orientamento degli insetti, impedendo loro di rintracciare la via dell’arnia e portandoli a disperdersi e morire altrove.
Le risorse genetiche hanno consentito in passato il miglioramento delle specie coltivate e allevate e continueranno a svolgere in futuro questa loro funzione. Tale variabilità consentirà anche di ottenere nuove varietà vegetali da coltivare o animali da allevare e di adattarsi alle mutevoli condizioni climatiche e ambientali.
La biodiversità fornisce nutrimento (vegetali e animali), fibre per tessuti (cotone, lana, ecc.), materie prime per la produzione di energia (legno e minerali fossili) ed è la base per i medicinali. La perdita e l’impoverimento della biodiversità ha impatti pesanti sull’economia e sulle società, riducendo la disponibilità di risorse alimentari, energetiche e medicinali. Attualmente il mercato mondiale dei farmaci vale 650 miliardi di dollari e quasi la metà si basa su farmaci tratti, direttamente o indirettamente, dai regni vegetale e animale.
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