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giovedì 19 dicembre 2019

Telethon e la Rai

Anche quest’anno si è svolta la consueta maratona televisiva a favore di Telethon. Del resto, Telethon è proprio la contrazione di Television Marathon (a suo tempo inventata dal comico Jerry Lewis) ed il suo scopo è noto: raccogliere fondi da destinare alla ricerca volta alla cura delle malattie genetiche, in particolare ladistrofia muscolare. Più di trenta milioni di fondi raccolti quest’anno, che confermano un trend davvero lussuoso.

Non esiste nessuna raccolta fondi in campo scientifico che sia in grado di mettere in campo così tante risorse e rastrellare così tanti soldi. Del resto, la Rai ci mette la faccia, anzi, le facce, tipo Conti, Frizzi, Venier, Insinna, Clerici, insomma, gente che “buca il video”. Il presidente di Telethon è il ben noto pluripresidente Luca Cordero di Montezemolo (succeduto a Susanna Agnelli). E dietro c’è una potenza come Bnl Paribas. Lo stesso Presidente della Repubblica si è speso a favore. E, molto terra terra, quante volte vi chiedono le cassiere del supermercato se volete fare un’offerta a Telethon?
Insomma, una “macchina da guerra” volta a fare del bene all’umanità. Questo è quello che appare.
Ma se su Telethon si dice tutto il bene possibile, viene invece nascosto un dato, ossia che gli istituti di ricerca usano anche la vivisezione per fare esperimenti. Anzi, a detta loro, cioè di Telethon, la vivisezione sarebbe irrinunciabile per raggiungere dei risultati.
A parte il fatto che c’è chi afferma che rispetto ai finanziamenti che Telethon ottiene, la ricerca non raggiunge poi grandi risultati, ed anzi le malattie genetiche stanno aumentando in maniera esponenziale, ma forse c’è almeno da dubitare che la vivisezione sia effettivamente necessaria per raggiungere i tanto agognati risultati. Per lo meno, voci autorevoli di scienziati sostengono che, al di là della crudeltà del mezzo, la vivisezione – oggi definita “sperimentazione animale” – non è poi così utile/necessaria.
Ma al di là che serva o non serva, quello che lascia allibiti (ma non poi troppo conoscendola…) è ancora una volta il cattivo servizio pubblico fatto dalla Rai. Nel caso, una scintillante campagna promozionale, un gigantesco spot, senza che nulla venga detto rispetto a questo problema. Che pure esiste.
Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12/21/telethon-e-la-vivisezione-perche-la-rai-tace/821706/
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lunedì 9 dicembre 2019

La verità da un allevatore che non mangia carne





TUTTA la verità da un allevatore che non mangia carne

di Howard Lyman

Faccio parte della 4° generazione di allevatori per carne e latte. Sono cresciuto in una fattoria del Montana e ho lavorato là per 20 anni.
So per esperienza diretta come si allevano le mandrie e come viene prodotta la carne in questo paese.

Oggi sono il Presidente dell'Unione Internazionale Vegetariana.
Allora amavo gustarmi bistecche. Ma se voi sapeste quanto io so circa quello che c'è dentro e quello che può farvi, sareste anche voi vegetariani come me. E che ci crediate o no, come puro vegetariano che non consuma nessun prodotto di origine animale, mi gusto il cibo oggi più che mai.

Se siete consumatori di carne in America (ndt: penso che valga anche per gli altri paesi), avete il diritto di sapere che avete qualcosa in comune con la maggior parte delle mucche che avete mangiato: anche loro hanno mangiato carne.

Quando una mucca viene macellata, circa la metà non viene consumata dagli umani: intestino e il suo contenuto, testa, corna, ossa e sangue. Questi resti vengono messi in giganteschi contenitori nelle industrie di riciclo, insieme ai corpi di mucche ed altri animali di fattoria malati. Il riciclo frutta circa 2.4 miliardi di dollari all'anno, lavorando circa 40 miliardi di libbre (ndt: una libbra è circa 453 gr) di carcasse. Nessun animale, che sia terribilmente malato o con cancro o putrido, viene scartato da quest'industria.

Un altro ingrediente dell'industria del riciclo è rappresentato da animali d'affezione uccisi per eutanasia (i 6 o 7 milioni di cani e gatti che vengono soppressi nei canili o gattili americani ogni anno).

La sola città di Los Angeles, per esempio, spedisce a queste industrie circa 200 tonnellate di animali soppressi al mese. A quest'impasto si aggiungono gli animali soppressi per piani di controllo e le vittime di incidenti stradali (questi ultimi non vengono raccolti giornalmente, e in estate gli addetti a questa raccolta riescono a sentire l'odore prima di vedere).

Quando questo mix viene cotto, la parte grassa più leggera che sale in superficie viene raccolta e raffinata per uso cosmetico, per lubrificanti, saponi, candele e cere. La parte proteinica più pesante viene fatta seccare e polverizzata. Questa polvere marrone è composta da circa 1/4 di materiale fecale.
Questa polvere viene utilizzata come ADDITIVO per quasi tutti i mangimi per animali così come per i mangimi per allevamenti. Nel 1995, 5 milioni di tonnellate di materiali di scarto provenienti da macelli sono stati venduti per alimenti animali negli Stati Uniti.

Anch'io utilizzavo questi materiali, e non mi passava per la testa che stavo alimentando la mia mandria con un'altra mandria.
Nell'agosto del 97, in replica alla preoccupazione crescente a proposito dell'encefalopatia spongiforme bovina, l'FDA ha emesso nuove norme che bandiscono l'alimentazione di ruminanti con proteine provenienti da ruminanti, dunque le mandrie non sono più così cannibali come le avevamo costrette ad essere.

Ma mangiano ancora, comunque, composti di carcasse di cavalli, maiali, cani, gatti, polli, tacchini, così come sangue e materie fecali delle stesse specie.

Circa il 75% dei 90 milioni di mandrie da carne vengono nutriti con mangimi "arricchiti" di sostanze provenienti da fabbriche di riciclo. L'uso di escrementi animali nei mangimi è altrettanto comune, essendo una parte valutabile in 1,6 milioni di tonnellate annuali.

In Arkansas, per esempio, di media una fattoria alimenta la sua mandria con 50 tonnellate di residui avicoli ogni anno. Un allevatore dell'Arkansas è stato segnalato dal News and World report per aver acquistato 745 tonnellate di residui avicoli raccolti dai canali di scarico di allevamenti avicoli. Dopo averlo mescolato con piccole quantità di soia, lo somministra ai suoi 800 capi di bestiame, facendoli diventare, "grassi come palle di burro". "Se non avessi questo scarto avicolo", commenta, "dovrei vendere la metà del bestiame, perché gli altri mangimi sono troppo cari".

Per chi consuma carne, questo è il cibo del vostro cibo.

Noi non sappiamo tutto quello che c'è da sapere sull'argomento della correlazione tra malattie animali e umane, ma per alcune malattie, come le patologie legate alla rabbia, sappiamo che la trasmissione è diretta animale-uomo. Sappiamo che l'avvelenamento di cibo dovuto ai colibatteri presenti nella materia fecale che contaminano il cibo portano alla morte di 9000 americani all'anno, e che l'80% dell'avvelenamento da cibo è dovuto a carne contaminata. E adesso sappiamo anche che la tragedia che ha afflitto l'Inghilterra , può "saltare la specie" e dare origine a nuove varianti della malattia di Creutzfeld-Jacob.

Per troppi umani, la prima decisione cosciente circa la loro salute consiste se fare un bypass, un'angioplastica, oppure tra chemioterapia e radiazioni.
In realtà sappiamo che ogni giorno siamo costretti a prendere decisioni che ci possono portare verso oscure possibilità o positivi risultati. E le prendiamo ogni volta che immettiamo "carburante" nel nostro corpo.

Per fare le nostre scelte, dobbiamo iniziare con il conoscere i fatti.
 
 

martedì 3 dicembre 2019

DA COSA DIPENDE UNA BUONA SALUTE?

LA DISBIOSI INTESTINALE

I problemi all'intestino (definiti "disbiosi intestinale") rappresentano attualmente un problema sociale, creano infatti problemi spiacevoli (colite, stitichezza, gonfiore addominale, meteorismo, flatulenza, diarrea, ecc.) che interessano moltissime persone.
Quasi tutti i disturbi intestinali sono dovuti all'alterazione della mucosa che ne ricopre le pareti interne ed alla distruzione della flora intestinale formata da miliardi di batteri; questa flora batterica è assai utile perché svolge mansioni fondamentali per la nostra salute.
Vi sono svariati motivi (cibi contaminati da fertilizzanti, conservanti, farmaci, lassativi, antibiotici, tranquillanti, ecc.) per cui, nell'intestino, appaiono nel tempo anche dei batteri nocivi (funghi, muffe, candida, ecc.) che possono sopravvivere e duplicarsi in assenza di ossigeno. Più spesso di quanto si possa pensare il degrado intestinale porta quest'organo ad essere il terreno adatto per i parassiti, detti anche vermi intestinali.
In un ambiente intestinale non più sano si vengono a creare fenomeni dannosi, come fermentazione e putrefazione, che generando sostanze tossiche avvelenano il sangue e pian piano tutto l'organismo. Se noi vivessimo all'aperto, facendo molto moto, le sostanze tossiche presenti nel sangue sarebbero completamente eliminate attraverso i reni: Purtroppo, invece, la vita sedentaria e lo stress, non ne permettono una completa eliminazione e l'organismo è costretto ad accumularle. E' proprio questo accumulo di tossine che, nel tempo, diventa l'origine di molte disfunzioni e malattie.
Ad un osservatore superficiale molte problematiche causate dalle di tossine non sembrano certo correlate con l'intestino, tra esse possiamo elencare: acne, dermatiti, cellulite, mal di testa frontale, nervosismo, ansia, depressione, alito cattivo, riniti, eczemi, stanchezza cronica, invecchiamento della pelle, dolori articolari, artropatie croniche, ecc. A tutto ciò va anche aggiunto un indebolimento delle difese immunitarie, dovuto alla presenza di numerosi vasi linfatici sulle pareti intestinali.

Intestino pulito - salute migliore.

Il lavaggio dell'intestino è una pratica terapeutica antichissima: la troviamo descritta nel papiro egiziano di Ebers del 1500 a.C., un vero e proprio trattato di medicina dell'epoca, e negli scritti di Ippocrate e di Galeno, che prescrivevano i clisteri contro la febbre e per la cura di numerose malattie.
Chi pratica lo Hata Yoga conosce certamente le innumerevoli tecniche di pulizia gastrointestinale assolutamente necessarie, secondo gli antichi testi indiani specializzati, per purificare il corpo e mantenerlo sano e forte in questo particolare cammino ascetico come nella vita di ogni giorno. Questi straordinari fisiologi sapevano infatti che praticamente qualunque malattia può svilupparsi da un cattivo funzionamento dell'intestino.
Il colon è infatti il "cassonetto" dell'organismo, dove tutti i rifiuti vengono scaricati per essere espulsi. Se rimangono nel colon più del dovuto vanno in putrefazione, producendo un vero e proprio avvelenamento dell'organismo. Le tossine, attraverso il circolo sanguigno, raggiungono ogni cellula del corpo e indeboliscono l'intero sistema, abbassando le difese immunitarie e provocando uno stato di stanchezza cronica. Questa autointossicazione molto spesso è rivelata da un cattivo odore del corpo, soprattutto dei piedi, e dal forte odore di putrefazione delle feci.
L'accumulo delle tossine inoltre, provoca uno stiramento delle pareti che può dar luogo, a lungo andare, a delle anormalità meccaniche. Una parte può, ad esempio, gonfiarsi a tal punto da provocare un'ernia: eliminare questa pressione eccessiva con un lavaggio è essenziale per permettere al corpo di autocurarsi. Una contrazione cronica di alcune aree intestinali, come nel caso della colite spastica, una dilatazione o un allungamento, non permettono un regolare svuotamento dell'intestino.
Il colon può trattenere del materiale tra le sue pieghe, deformandosi in uno stato di infiammazione cronica, oppure può subire un prolasso e premere sulle viscere vicine, come la vescica, l'utero o la prostata, causando problemi anche in questi organi.
Tutte queste condizioni, più comuni di quel che si pensi, portano a un ristagno e a una putrefazione dei residui organici e quindi a una intossicazione cronica dell'organismo.
Scrive la prof.ssa Maria Rita Gismondo (Cattedra di microbiologia Clinica Università di Milano) nella sua relazione sul dismicrobismo intestinale: "La comprensione dell'importanza nell'organismo umano degli ecosistemi microbici cutaneo, vaginale e intestinale, dei quali per lungo tempo si era ignorata la validità, è stata sicuramente un contributo importante della microbiologia. Basti pensare che tali microsistemi possono a ragione essere considerati la prima valida barriera dell'organismo contro le infezioni." La flora batterica intestinale infatti produce diversi antibiotici naturali, le vitamine K e B12, e interviene nel metabolismo di acidi biliari e ormoni steroideie di alcune sostanze farmacologiche.
Scrive il prof. Lucio Capurso, della Divisione di Gastroenterologia dell'Ospedale San Filippo di Roma: "L'importanza dell'intestino nei processi di difesa dell'organismo è oggi unanimamente riconosciuta ed esso viene a ragione considerato come un vero e proprio organo immunitario, probabilmente il più importante."
Data la molteplicità e l'importanza vitale delle funzioni della microflora intestinale nel mantenimento della salute dell'ospite, ne deriva che sono numerose le condizioni patologiche dovute alla sua alterazione: dall'alitosi e le diarree, fino all'encefalopatia epatica, il morbo di Crohn, la colite ulcerosa e la cancerogenesi colon-rettale.
Mantenere l'equilibrio dell'ecosistema batterico nel tratto gastrointestinale significa, ancora una volta, contribuire efficacemente alla conservazione di un buon stato di salute.

Da cosa dipende una buona salute?

Uno stato di buona salute persona dipende in gran parte da quante tossine si sono accumulate nel suo organismo ed in special misura nella linfa, nel sangue e nel sistema nervoso.
Scrive il dott. Tilden in Tossiemia, causa primaria di malattia: "Un affaticamento di carattere mentale o fisico, che riduca l'energia nervosa al punto in cui si supera la capacità dell'organismo di eliminare naturalmente le tossine (rifiuti organici) che si sono accumulate, causa una ritenzione dei rifiuti nel sangue che aumentano la tossiemia (quantità di tossine presenti) oltre il punto di resistenza e provocando una crisi".
Da questo punto di vista, esposto quasi trent'anni fa, ogni cosiddetta malattia va considerata come uno sforzo fatto dalla natura per sbarazzare ii corpo dalle tossine che hanno superato il limite tollerabile. Ogni trattamento che intralci questo sforzo di eliminazione farà fallire la natura nel suo intento di auto-guarigione.
Purtroppo la teoria relativa alla tossiemia non è mai stata presa nella dovuta considerazione dalla medicina ufficiale. Comunque nell'ultimo decennio vi sono state delle scoperte che la ripropongono in termini diversi, cambia solo il nome delle tossine che vengono definite "radicali liberi".

I radicali liberi

I radicali liberi, secondo le moderne ricerche scientifiche, sono delle molecole ossidanti (ovvero dannose) che l'organismo produce a causa dei fenomeni biologici relativi alla sua esistenza. Spesso si tratta di sostanze provenienti dall'esterno come per esempio: il fumo delle sigarette, gli inquinamenti atmosferici e gli alimenti non naturali.
Viene oggi riconosciuto che i radicali liberi possono distruggere alcune sostanze vitali dell'organismo e generare numerose malattie, tra cui: l'invecchiamento in generale, cataratte, malattie del fegato (epatiti), nefriti, insonnia, colpi di sole, perdita di capelli. Vengono anche ritenuti responsabili di varie malattie infiammatorie tra cui citiamo: artrosi, artrite, deterioramento del sistema circolatorio, problemi respiratori come asma o bronchite cronica. Possono anche causare la degenerazione dei tessuto, la pelle indurita e rugosa ne è un classico esempio.
Fortunatamente l'organismo si protegge contro i radicali liberi (o tossine) per mezzo degli enzimi che produce utilizzando sali minerali come lo zinco, il silicio, il magnesio, il rame e il selenio. Vi sono altre sostanze utili per questa protezione, tra esse i "flavonoidi" contenuti nei vegetali e le vitamine C, E e beta-carotene. Appare perciò evidente perché le piante medicinali, ricche di flavonoidi e di sostanze antiossidanti, abbiano un'azione benefica sulla nostra salute, aiutando a prevenire: artrosi, vecchiaia, insonnia, malattie del fegato, ecc.
Risulta però evidente che un intestino in cui sono presenti batteri nocivi e incrostazioni di muco crea delle tossine interne contro cui i flavonoidi e le vitamine citate possono fare ben poco.

Il lavaggio intestinale.

"Non pensate che sia sufficiente che l'angelo dell'acqua vi abbracci soltanto esternamente. Vi dico, in verità, l'impurità interna è di gran lunga più grande dell'impurità esterna. E colui che purifica se stesso esternamente, ma internamente rimane impuro, è simile alle tombe che fuori sono ben dipinte, ma dentro sono piene di ogni sorta di orribili impurità e sozzura.
Perciò, io vi dico in verità, lasciate che l'angelo dell'acqua vi battezzi anche internamente e che anche internamente voi possiate diventare puri come la schiuma del fiume che gioca nella luce del sole.
"Procuratevi, dunque, una grande zucca rampicante avente un gambo della lunghezza di un uomo; vuotate l'interno e riempitela con l'acqua del fiume che il sole avrà riscaldato. Appendetela al ramo di un albero e inginocchiatevi sulla terra davanti all'angelo dell'acqua e attraverso l'estremità del gambo della zucca fate penetrare l'acqua nella parte interna del vostro corpo in modo che l'acqua possa scorrere attraverso tutti i vostri visceri. Poi riposatevi, inginocchiati al suolo davanti ali'angelo dell'acqua, e pregate il Dio vivente di perdonarvi tutti i vostri peccati passati, e pregate l'angelo dell'acqua di liberare il vostro corpo da ogni impurità e da ogni malattia.
Allora lasciate che l'acqua scorra fuori dal vostro corpo affinchè possa portar via dall'interno le impurità e tutte le cose maleodoranti di Satana. E voi vedrete con i vostri occhi e sentirete con il vostro odorato tutte le sozzure e le impurità che contaminavano il tempio del vostro corpo, come pure tutti i peccati che dimoravano nel vostro corpo tormentandovi con ogni sorta di dolori. Io vi dico in verità, il battesimo con l'acqua vi libera da tutti i mali.
Rinnovate il vostro battesimo con l'acqua ogni giorno durante il vostro digiuno fino al giorno in cui vedrete che l'acqua che fluisce fuori dal vostro corpo è pura come la schiuma del fiume. Poi gettate il vostro corpo nell'acqua corrente del fiume e là tra le braccia dell'angelo dell'acqua rendete grazie al Dio vivente che vi ha liberato dai vostri peccati. E questo santo battesimo dell'angelo dell'acqua sarà rinascita in una vita nuova. Perchè i vostri occhi d'ora in avanti vedranno e i vostri orecchi sentiranno. Non peccate più, dunque, dopo il vostro battesimo e che gli angeli dell'aria e dell'acqua possano dimorare eternamente in voi e servirvi per sempre.

Il muco intestinale.

Tratto da: Mucusless diet healing system, by Prof. Arnold Ehret's.
Benedict Lust Publications, Paperback 1976, ISBN: 0879040041.
Se osserviamo il corpo umano noteremo che ospita un complicatissimo apparato idraulico, con una grande quantità di tubi e tubicini in cui circolano i liquidi del corpo: principalmente sangue e linfa. Vi sono alcuni alimenti che, durante la digestione, diventano una specie di colla, detta muco, capace di attaccarsi alle pareti intestinali ed altre condutture organiche, e ricoprirle con uno strato sempre più spesso.
Questo fenomeno può esistere anche quando si usufruisce di una evacuazione regolare perché dipende dal tipo di cibo ingerito. Alcuni alimenti, infatti, creano molto muco (farinacei, carne, vitello, pollo, molluschi, tuorlo d'uovo, lenticchie, arachidi) ed altri lo sciolgonoo (agrumi in genere, frutta e verdura fresca, uva passa, cetrioli).
Chi ama fare esperimenti in cucina, può verificare quanto i prodotti con la farina bianca siano "collosi", facendo cuocere per alcuni minuti una pastella di farina bianca stemperata con acqua. Otterrà un'ottima colla tuttora utilizzata per rilegare i libri antichi di un certo valore.
Il fatto che gli agrumi tendono a sciogliere il muco spiega perché alcune persone dopo aver mangiato fragole con limone hanno il visto costellato di brufoletti. Il muco sciolto ha intossicato il sangue, i reni non sono riusciti a purificarlo completamente e l'organismo ha "scaricato" le tossine in eccesso sulla pelle. Ricordiamo che la pelle, insieme ai reni e polmoni, ha anche il compito di eliminare i rifiuti organici.
Il muco intestinale, sostanzialmente, è il risultato di anni ed anni di accumulo di sostante organiche collose sulle pareti dell'intestino. Si pensi che, mediante autopsia, si è riscontrata in certe persone una presenza di muco ammontante fino a 7-8 kg, di cui la parte più vecchia risalente anche a 10 anni prima. Siccome si tratta di sostanza organiche costantemente alla temperatura di 37 gradi, è facile immaginare quanto il muco sia imputridito e come i nutrimenti portati dagli alimenti ne siano avvelenati essendo costretti ad attraversarlo prima di essere distribuiti a tutto l'organismo.
A ciò si devono aggiungere le sostanze tossiche prodotte dalla flora batterica alterata (ammoniaca, cadaverina, putrescina, fenolo, indolo, ecc.) che, avvelenando l'intero organismo ed alterando il pH (livello di acidità) cellulare, creano il terreno adatto per moltissime patologie ed un indebolimento del sistema immunitario.
Il comune raffreddore è un classico esempio di accumulo di muco nelle vie respiratorie in cui i batteri possano vivere e moltiplicarsi. Va sottolineato che ogni specie vivente necessita di un "terreno adatto" per poter vivere, ed il muco è quanto di meglio possiamo offrire per ospitare in noi i microrganismi apportatori di influenze, raffreddori, forme catarrali e similari.
Suggerimenti per eliminare il muco intestinale.
Troverete qui di seguito qualche suggerimento che può aiutare i nostri lettori a rimuovere l'eventuale muco accumulato negli anni e ritrovare una salute migliore.
  • Iniziare la giornata con un bicchiere di acqua tiepida a cui sia stato aggiunto il succo di mezzo limone (si può dolcificare con poco fruttosio o zucchero di canna). Questa bevanda, presa il mattino a digiuno, rappresenta un ottimo sistema per liberarsi dal muco intestinale e fare provvista di vitamina C. Sarebbe un'abitudine da conservare per tutta la vita.
  • Evitare i cibi che creano il muco (farina bianca e derivati, riso brillato, uova, formaggi, carne, pesce, salumi e insaccati).
  • Utilizzare cibi che sciolgono il muco: agrumi, fichi freschi o secchi, uva passa, verdura e frutta cruda in genere.
  • Usare frutta e verdura cruda possibilmente di stagione.
  • Due cucchiaini di amaro svedese presi in acqua calda dopo il pranzo, rappresentano una cura assai valida per sciogliere il muco.
Attenzione: può accadere che durante la pulizia dell'intestino il muco sciolto intossichi il sangue e causi mal di testa frontale. Se ciò dovesse accadere provvedere con un lavaggio intestinale (enteroclisma) mediante un litro e mezzo di acqua tiepida con sciolto un cucchiaio di sale fine.
Per ulteriori dettagli sulla dieta senza muco fai clic qui

Suggerimenti per una dieta salutare.

  • Colazione: frutta fresca, l'ideale è una spremuta di aranci o pompelmi.
  • Pranzo: solo il primo con contorno di verdure crude.
  • Cena: solo il secondo con contorno di verdure crude (alternare uova, pesce, pollo, tacchino, formaggio di capra o pecora, yogurt naturale).
  • Ridurre: zucchero bianco (sostituire con poco miele, zucchero di canna o fruttosio)
  • Eliminare: latte, formaggi di mucca, carni rosse, insaccati, dolciumi da pasticceria, cioccolata, fritture, superalcolici.

Bibliografia.

  1. Dr. J. H. Tilden, Tossiemia, causa primaria di malattia.
    Casa Editrice Igiene Naturale, Gildone (GB).
  2. Prof. Arnold Ehret's, Mucusless diet healing system.
    Ehret Literatue Publishing Co., Beaumont, California 92223 (1977).
  3. Valeria Mangani, Adolfo Panfili, La dieta pH.
    Edizioni Tecniche Nuove, Milano.


Le tossine della carne uccidono

Medicina ortomolecolare

Fabbisogno proteico nel tempo
Per fortuna le cose cambiano specialmente in medicina; infatti, dalla fine del XIX secolo il fabbisogno proteico giornaliero, per una dieta salutare, era stimato intorno ai 118 grammi, mentre dal 1974 il quantitativo è stato ridotto a 56 grammi, per giungere ai giorni attuali a 40 grammi.

Fabbisogno proteico dal XIX secolo ad oggi
___________________________
Periodo - g di proteine giornaliere
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XIX secolo - 118 g
1974 - 56 g
1993 - 30 g

Se soffrite di dolori articolari, lombari, cervicali, artritici, magari localizzati alle piccole articolazioni delle mani, provate per un mese a cambiare la vostra dieta, riducendo progressivamente l'introduzione delle proteine limitandole a 30 grammi giornalieri, ivi incluse anche quelle contenute nelle verdure.
Infatti anche le verdure forniscono proteine a buon mercato, e, cosa più importante, senza dannosi effetti collaterali sull'organismo, rispetto a quelle di natura animale.
Le vostre principali fonti di nutrimento dovrebbero essere, per il 75-80% della vostra razione giornaliera: verdure, possibilmente fresche e frutta, quest'ultima da assumere possibilmente isolata, ovvero lontana dai pasti, magari come piccoli snacks, a metà mattino, e metà pomeriggio.

Raccomandazioni per le giovani mamme
Una raccomandazione per le giovani mamme: non insistete con i vostri figli sulle scelte alimentari, non forzateli a tavola ad ingurgitare alimenti, specialmente di natura animale, e se non li gradiscono lasciate che siano loro a scegliere, magari tramite la risvegliata, o forse mai assopita, memoria di razza, quali pietanze selezionare.
Rimarrete sorprese di quanta saggezza si possa trovare nelle “giovani leve”, se solamente imparerete a rispettarne i gusti e le inclinazioni gastronomiche.
Ciò non significa certo che se un bambino chiede alla madre un barattolo di Nutella questa debba rifornirne ad ogni piè sospinto, calorie gratuite e per lo più tossiche, ma semplicemente che se vostro figlio è naturalmente vegetariano è più saggio lasciarlo “naturalmente” in pace e fargli mangiare ciò che più si addice alla sua salute. Credetemi, tutto ciò non è poco, specialmente in un'epoca in cui sopravvivere ecologicamente è possibile solo se tutti decidiamo di vivere in maniera un pò più... Ortomolecolare.

Fatte queste dovute precisazioni è importante ora contrapporre delle evidenze scientifiche inoppugnabili (McDougall 1983) che confermano l'elevato significato nutrizionale rappresentato dalle proteine vegetali, che vengono assimilate meglio e senza gli effetti collaterali rispetto a quelle animali, fornendo ben circa 2,5 K calorie per grammo contro le 4 K calorie delle carni. Bisogna inoltre considerare che le carni animali, al momento del consumo, sono del tutto prive di fibre, deficienza piuttosto grave.
Le fibre, anche se prive del valore energetico e nutritivo, fanno massa nell'intestino crasso, stimolando la peristalsi, per venir poi evacuate senza essere state eliminate.
La bassa percentuale di fibre nella dieta inoltre è da tempo statisticamente correlabile all'insorgenza di ca.intestinale.

Le tossine della carne uccidono
Il legame tra diete con bassa percentuale di fibre e tumore del colon - correlabile con il prolungato tempo di stazionamento digestivo, causato dalla carenza di fibre, e dal conseguente accumulo di tossine, sostanze cancerogene nei visceri - suggerisce profonde riflessioni.
Dopo un pasto carneo le tossine degradative provenienti dal catabolismo delle proteine animali rimangono in circolo per un periodo minimo di circa 142 ore, cioè circa una settimana.
Ciò non dovrebbe stupirci più di tanto se consideriamo che il nostro sistema digestivo, analogamente a quello degli animali prettamente vegetariani, è circa 12 metri più lungo di quello dei classici carnivori.
Le informazioni biochimiche (putrescina, cadaverina, indolo, scatolo, ammonio etc.) e vibrazionali, contenute dai tessuti in decomposizione, sono informazione di morte che raggiungono il nostro DNA, interferendo elettricamente in modo negativo con le sue capacità replicative, esponendoci perciò facilmente ad aberrazioni nella biosintesi delle proteine strutturali destinate a costituire ormoni, enzimi, tessuti organici etc.
Per avere un'idea più chiara delle informazioni di morte veicolate dalle frattaglie di questi poveri animali, dei quali molti ancora si nutrono, è sufficiente spostare la nostra attenzione sulle procedure di allevamento, utilizzate dall'odierna industria zootecnica. Le industrie alimentari “giocano” con la vita e la salute della popolazione; il dossier “mucca pazza” è probabilmente solo la punta dell'iceberg del problema.

Cosa c'è dietro al Fast Food
Vi siete mai chiesti cosa introducete nel vostro corpo con l'alimentazione di tutti i giorni?
Da dove vengono le bistecche, i petti di pollo, gli hamburger fumanti dei fast foodconsumati durante l'intervallo di lavoro?

Lo sapevate che questi animali che ci nutrono trascorrono forzatamente 4-5 mesi, ventiquattr'ore al dì, ad ingurgitare granoturco, soia, farina di pesce, prodotti di scarto di macellazione di altre specie animali, con aggiunta di vitamine e megadosi di ormoni estrogeni (dietilstilbestrolo a rilascio controllato, applicato in cerotti alle orecchie depilate degli animali) ed antibiotici, in quantità ciclopiche?

Lo sapevate che i loro addomi accumulano una sorta di cuscinetto adiposo, asportato dopo la macellazione, prezioso per il basso costo e per il fatto che può essere ben abbinato (fino al 30%) alla carne magra dei manzi allevati allo stato brado per ottenere un prodotto finale ibrido fondamentalmente molto,ma molto economico, identificabile in carne da hamburger?

La storia però non finisce qui, perchè si consente di mescolare carni di animali differenti e spesso di legare alla carne di manzo magro il grasso proveniente dai maiali, aggiungendo del monosodio glutammato tossico, per esaltare il sapore delle pietanze.

Un bel meccanismo, non c'è che dire, ed una mano lava l'altra, perchè se qualcuno consuma una braciola di manzo, crea automaticamente l'offerta di grasso eccedente, che verrà utilizzato senz'altro per confezionare invitanti hamburger “semprerossi” (grazie ai nitriti e nitrati contenuti). Consolatevi perchè fate parte anche voi della solida catena commerciale consumistica e se decidete di andare a consumare con tutta la famiglia un bel "big" hamburger, nel più vicino fast food, avrete senz'altro creato le basi simbiotiche perchè qualcun altro al Grand Hotel possa ordinare e consumare una bella fiorentina di manzo ruspante.

I manzi e i maiali rifiutano spesso di essere caricati sulle "tradotte della morte" e quando vengono poi convogliati al loro "patibolo", liberano ingenti quantità di adrenalina (l'ormone della morte) che verranno poi convogliate nella bistecca che ci verrà servita fumante a tavola...

Con i polli le cose non vanno meglio.
Questi animali sono un “ottimo” investimento per i produttori, che possono convertire granaglie in carne con una efficienza 5 volte superiore a quella riscontrata con i bovini ed i suini.

Per ottenere ciò i produttori hanno dovuto superare alcuni problemi tecnici consistenti nell'esigenza di somministrare, a scopo cautelativo, grossi dosaggi di antibiotici per impedire eventuali epidemie. Poco importa se i consumatori dovranno sorbirsi gratuitamente la loro dose quotidiana di cefalosporine di seconda mano o, dovremmo dire cinicamente, "di seconda zampa".

La maggior parte di questi animali non ha mai visto la luce del sole e non vede altro che la luce artificiale per 22 ore al giorno. Gli allevatori zootecnici fanno sì che questi pulcini non smettano mai di alimentarsi e somministrano ampie dosi di sali d'arsenico per stimolare la crescita, al punto che in soli 47 giorni raggiungono le condizioni di pollo maturo che altrimenti avrebbero raggiunto in non meno di 3 mesi.

Tutta questa fatica viene premiata con... una “bella morte”, rapida e probabilmente indolore, poichè i polli più fortunati, ovvero quelli provenienti dalle marche più note, vengono uccisi, spennati, eviscerari, raffreddati al di sotto dello zero centigrado ed imballati nel tempo record massimo 1,5 secondi.

Purtroppo in un lasso di tempo così breve nessun essere umano riesce a morire “per bene”, cosicchè quando vengono imballati ed etichettati questi animali sono ancora vivi, nonostante siano stati raffreddati, per evitare che si muovano nelle confezioni, in preda al rigor mortis.

Sorge spontanea a tal punto la domanda “a cosa serve la protezione animali?”, se lascia che questi crimini commessi contro questi poveri esseri indifesi rimangano impuniti.

Che tipo d'informazione potranno mai veicolare questi miseri resti, all'interno del nostro corpo, se non quella della morte ingiusta, anche per causa nostra, perchè siamo tutti responsabili di questo stato di cose, siamo noi i registi di questo scempio.

Una bella doccia fredda per la nostra cultura occidentale, post-bellica, che ha sempre considerato la carne ed i prodotti latto-caseari come uno status simbol, di benessere.

Salute significa essere alcalini
La salute è un effetto collaterale della vita, certo non è un optional del quale usufruiamo semplicemente venendo al mondo ma dobbiamo conquistarcela combattendo con le unghie e con i denti, rispettando una serie di “regole”. Per sopravvivere al 2000 (in Salute), dovremo fondamentalmente fare attenzione a:
ciò che beviamo
ciò che mangiamo
ciò che respiriamo
ciò che pensiamo,
non necessariamente nell'ordine.

L'eccesso di proteine nella dieta è fonte di notevole stress per l'essere umano poichè acidifica troppo l'organismo, sintetizzando acidi forti (acido solforico, nitrico e fosforico) che devono essere neutralizzati ed eliminati. I processi di neutralizzazione richiedono ampi quantitativi di Solfato e di Calcio che costituiscono la cosiddetta Riserva Alcalina. E' di vitale importanza che la Riserva Alcalina sia mantenuta, tramite un'alimentazione prevalentemente costituita da verdura e frutta.

Una dieta troppo ricca di proteine, che superi perciò i 30 grammi giornalieri complessivi (contenuti in un piccolo hamburger), comporterà pertanto un'eccessiva acidificazione che dovrà essere tamponata prelevando inizialmente Sodio dalla ormai famosa Riserva Alcalina.

Una volta esaurite le scorte di Sodio, l'organismo, sempre allo scopo di bilanciare l'eccessiva acidità indotta dalle proteine contenute nella carne, latte, formaggi ecc., utilizza un altro minerale prezioso ed essenziale per il suo metabolismo, il Calcio, prelevato dalla banca dello scheletro, demineralizzando le ossa e predisponendo all'insorgenza di Osteoporosi e peggiorandone l'evoluzione nei soggetti più anziani.

In breve, tutti i vari sistemi tampone dell'organismo vengono coinvolti ed appena il tenore di proteine nella dieta aumenta si verificano una congestione cellulare ed un'intensa putrefazione batterica intestinale (dovuta al prolungato tempo di stazionamento intestinale richiesto per la digestione di carne, di latte e derivati), che favoriscono l'insorgenza di malattie cronico-degenerative e la produzione di acido ossalico responsabile, come l'acido urico, dell'insorgenza di reumatismi e dolori articolari.

Le proteine e tutti gli altri nutrienti necessari al fabbisogno individuale possono essere forniti ugualmente da verdura e frutta, con minime aggiunte di carne, pollame o pesce.

Mangiando meno proteine animali l'organismo non è costretto a neutralizzare eccessive quantità di acidi e l'introduzione di maggiori quantitativi di frutta e vegetali, consente un rapido ed efficace ripristino della Riserva Alcalina, salvaguardando il sistema immunitario.

Con queste semplici precauzioni il Sodio potrà essere reintegrato a livello cellulare ed il Calcio non verrà depleto dalle ossa, che non dovranno comportarsi da tampone, sacrificando tale nobile elemento strutturale per scopi detossificativi, ripristinando la salute cellulare e dell'individuo, impedendo l'insorgenza di malattie croniche e degenerative.

LA VERITA' SUL CALCIO E L'OSTEOPOROSI
Ironicamente, nell'Osteoporosi non si riscontrano che raramente livelli di Calcio più bassi del normale.
L'organismo è programmato per mantenere livelli di Calcemia compresi tra i 9 ed i 10 mg/dl come funzione prioritaria, dal momento che lo Ione Calcio è indispensabile per l'attività muscolare, la coagulazione del sangue e tante altre funzioni vitali.
L'Osteoporosi si verifica anche con i livelli di Calcio normali.
E pertanto:
a) Il livello del calcio ematico non è il fattore determinante l'insorgenza dell'Osteoporosi.
b) Il Calcio ematico circolante non è utlizzabile per la prevenzione dell'Osteoporosi.

Partendo dal presupposto Ortomolecolare che il corpo non commette mai errori, è possibile concludere che il Calcio consumato, di derivazione latto-casearia, non è utilizzabile dall'organismo; d'altronde, se ciò fosse vero, non esisterebbero più le condizioni di Calciodeficienza.

La qualità del Calcio presente nel siero può non essere idonea a rifornire la matrice ossea, ma comunque adeguata a perseguire altre finalità, quali per esempio la coagulazione ematica.
Sebbene l'organismo non sia in grado di utilizzare il Calcio derivante dai latticini, contrariamente a quanto invece sostenuto dal alcune pubblicità del settore che ci stordiscono con notizie false e tendenziose, la carenza di Calcio nella dieta non è la causa dell'Osteoporosi.

A proposito ritengo utile citare McDougall: “Le verdure contengono sufficiente quantità di Calcio per soddisfare il fabbisogno sia dell'adulto che dell'individuo in accrescimento. Sono attualmente nosologicamente sconosciute carenze di Calcio dovute ad insufficiente apporto alimentare, anche se la maggior parte delle persone non beve latte dopo lo svezzamento”.

Perciò, se nella dieta quotidiana il calcio non manca, diviene ovvio che ben altri fattori sono coinvolti nell'insorgenza dell'Osteoporosi: troppe proteine, o cibi che producono un eccesso di ceneri acide che sovraccaricano le naturali capacità di neutralizzazione e smaltimento degli acidi.

Un organismo che presenti una carenza di sodio sarà costretto a prelevare il Calcio dalle ossa per tamponare l'eccessiva acidità causata dall'esagerato e continuativo abuso di proteine animali (carni, latte ecc.). Il proverbio che afferma “Il latte è la migliore fonte del Calcio” deve essere sfatato, infatti ulteriori studi dimostrano che ciò non è necessariamente vero per gli individui adulti.

La frequenza di Osteoporosi è più elevata nelle popolazioni che consumano ampie quantità di latte rispetto a quelle che non ne fanno uso routinario ad ogni pasto.
Il Calcio, proveniente dai formaggi ed altri prodotti caseari, può entrare nel circolo ematico, normalizzando la lettura ematochimica del siero, però senza fornire quel Calcio utilizzabile per qualità sia per l'effetto tampone che per fornire la matrice ossea. D'altro canto, non è possibile fornire sufficiente quantità di Calcio ed altre sostanze per prevenire l'Osteoporosi se il consumo di proteine è troppo elevato. Latticini e derivati, vegetali a foglia verde e supplementi a base di Calcio, acque fortemente mineralizzate, non potranno fornire Calcio utilizzabile per l'organismo, nè controbilanciarne il devastante effetto dell'eccesso di proteine nella dieta.

Il latte come tabù dal punto di vista alimentare, una volta considerato l'”alimento perfetto”, panacea per tutti i mali, pare irrimediabilmente avviato al tramonto.

Fin dal 1965, per la precisione, alcuni colleghi della John Hopkins medical School scoprirono che una larga parte dei soggetti che presentavano disturbi gastro-duodenali e colitici non tolleravano il latte, o meglio non riuscivano a metabolizzare il lattosio, uno zucchero complesso che si trova per l'appunto nel bianco nettare.

La mucosa dell'intestino tenue non riesce ad assorbire le voluminose molecole del lattosio ed è perciò costretta a trasformarle in monosaccaridi, o zuccheri semplici, glucosio e galattosio, per poterle smontare e convertirle in energia, tramite l'azione chimica, indispensabile, di un enzima denominato Lattasi. Questo enzima però può essere deficiente nel 75% degli individui di razza negra e nel 20% di razza bianca e pigro nella maggioranza dell'umanità. In pratica, se questi individui, con forte deficienza dell'enzima lattasi, bevono una tazza di latte, mangiano un gelato, un dolce fatto con il latte o bevono perfino il cappuccino del mattino, non essendo in grado di metabolizzare il famoso lattosio, lo accumuleranno in quantità abnorme negli intestini, provocando fermentazione, metabolismo e flatulenza. La conseguenza di questo disagio sarà un ulteriore rigonfiamento ed edema dell'intestino che per rimuovere lo “sgradito” ospire (il lattosio) evacuerà le feci in forma liquida o diarroica.

Nella globalità degli individui dopo lo svezzamento si riduce progressivamente la capacità di manipolare il famoso lattosio; basti pensare che solo il 5% delle popolazioni orientali tollerano tale polisaccaride.

L'apporto del latte è fisiologico nella prima fase della vita dell'individuo, che raddoppia il suo peso nell'arco di circa 6 mesi, dopodichè la produzione di latte anche nella madre viene spontaneamente ridotta. Da questo momento in poi il latte, o meglio la capacità di digerire il lattosio, comincia ad essere “dimenticata” dalle cellule intestinali, in base all'imperativo biologico della legge filogenetica che sancisce che “è la funzione che sviluppa l'organo” e di contro, aggiungeremo noi, se l'organo, in questo caso l'intestino, spontaneamente, non riesce più ad amministrare adeguatamente l'assorbimento del lattosio, vorrà dire che è giunto il momento di smetterla di somministrare latte o derivati (formaggi specialmente) ai nostri figli, o ancor peggio ai nostri nonni e bisnonni a tutti i costi.

Solo l'uomo beve latte dopo lo svezzamento
In fin dei conti, se ci pensate bene, è proprio così: “Noi siamo l'unica specie in natura che continua a consumare latte dopo lo svezzamento” o, dovremmo dire, “a rubare” latte ad altri mammiferi che stanno allattando, evento reso possibile solo se questi ultimi sono particolarmente disponibili e domestici.

Poichè la nostra specie è sopravvissuta per milioni di anni prima che un nostro progenitore riuscisse ad ammansire e mungere poi, il primo bovino di sesso femminile è decisamente più che probabile che l'implacabile selezione naturale non favorisse in maniera particolare la sopravvivenza di individui capaci di metabolizzare il lattosio anche dopo lo svezzamento e l'infanzia.

A questo punto, sorge spontanea la domanda: “se le popolazioni avessero necessità di bere latte in grossi quantitativi per sopravvivere, la Biologia della specie umana avrebbe sostenuto, dal punto di vista riproduttivo, proprio quegli individui caratterizzati dalla “lattasi sufficienza” e, di contro, inibito a livello di competizione riproduttiva i soggetti provvisti dalla “lattasi insufficienza”?

Le cifre e le statistiche parlano chiaro, ma ancor più eloquente è la risposta fornita dalla filogenesi evolutiva della razza umana, che di fatto dopo lo svezzamento perde la capacità di utilizzare il latte, o meglio il lattosio.

Bisogna sfatare inoltre l'aforisma “la mamma per fare latte deve bere latte”. Forse la mucca, che in natura fornisce quantità di latte ben più industriali delle mamme, si nutre anche essa di latte? Certo che no, visto che i bovini sono ruminanti.... e giustamente ruminano solo erba!

Adolfo Panfili
Medico Chirurgo
Specialista Medicina Ortomolecolare