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venerdì 2 novembre 2018

Il clima come arma

Il clima come arma: ecco il piano della Cia

L'Agenzia di Langley ha deciso di finanziare la ricerca di un metodo per controllare i mutamenti climatici. Lo utilizzerà per tutti o contro qualcuno?

– Credits: Ansa/Luca Zennaro

Michele Zurleni

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La notizia è uscita di soppiatto sul sito web della National Academy of Science: l'Intelligence americana è interessata a un progetto per controllare le condizioni ambientali del pianeta e governare i cambiamenti climatici. Quale Intelligence, hanno chiesto a un portavoce della Nas. "Beh..la Cia, ovviamente." è stata la sua risposta. In effetti, chi altri poteva essere interessato? Gli amanti delle teorie del complotto saranno felici dell'informazione, ma in attesa che queste nascano anche su questa ricerca, per ora rimaniamo nel campo della cronaca. 
 
Il progetto durerà 21 mesi e dovrà determinare se attraverso la geoingegneria sia possibile fermare il riscaldamento della terra. Il costo dello studio è relativamente modesto (630.000 dollari) e oltre alla Cia e alla National Academy of Science verrà finanziato anche dalla Nasa e dalla National Oceanic and Atmospheric Administration, l'agenzia federale che si occupa dell'ambiente sul territorio degli Stati Uniti. 
L'interesse della Cia in ricerche scientifiche simili non è nuovo. L'anno scorso però il Congresso aveva deciso di tagliare le voci del bilancio dell'agenzia relative a questi studi perché - si chiedevano i parlamentari di Capitol Hill - cosa c'entra Langley con l'innalzamento della temperatura del globo? In realtà, per l'Intelligence avere quel tipo di informazioni è basilare. Gli equilibri di potere tra le nazioni nel prossimo futuro sarà giocato anche su questo terreno e gli Stati Uniti non vogliono rimanere indietro. Anzi.
Così, la ricerca dovrà studiare quali sono sulla carta i metodi migliori per intervenire sui mutamenti climatici, quali i possibili risultati e quali i rischi. Si parla già di arrivare a immettere miliardi di particelle nelle stratosfera per respingere una parte della luce del sole e determinare così un abbassamento della temperatura del globo. Lo studio dovrà anche vagliare quale possa essere il sistema migliore per rimuovere parte dell'anidride carbonica che si trova nell'atmosfera. 
Fantascienza? Pare proprio di no. E il paese che possiederà questa tecnologia potrà utilizzarla per il bene comune, ma soprattutto sarà in grado di condizionare le scelte delle altre nazioni. Avere in mano lo strumento per governare i cambiamenti climatici - se non addirittura determinarli - è una grande risorsa per chi lo possiede. E un'arma formidabile.
D'altra parte non è certo la prima volta che vengono messi in piedi progetti per usare il clima e la natura come arma contro i nemici. Durante la Guerra del Vietnam, per esempio, l'Air Force studiò un sistema per creare nuvole e massicce ondate di pioggia sopra il sentiero di Ho Chi Min e renderlo così impraticabile al passaggio dei guerriglieri vietnamiti. Durante la Seconda Guerra Mondiale, gli Usa fecero degli esperimenti per determinare uno Tzunaminell'Oceano Pacifico per colpire le coste del Giappone. La guerra climatica era poi all'ordine del giorno durante la Cold War con l'Unione Sovietica. La gara produsse esperimenti che contemplavano esplosioni di ordigni nucleari nella ionosfera, il cui "controllo" è fondamentale sulla possibilità di intervenire sulla trasmissione dei segnali radiomagnetici. 
A questo proposito, c'è da ricordare che da tempo, il Pentagono finanzia il progetto Haarp (High Frequency Active Auroral Research Program) che si occupa ufficialmente di ricerca scientifica sull'atmosfera e sulla ionosfera e di comunicazioni radio per l'uso militare. Molti hanno dei dubbi sulla reale natura dell'operazione e i fautori della Teoria del Complotto sono arrivati a dire che si tratta di un progetto per la costruzione di un'arma elettromagnetica in grado di cambiare il clima terrestre.
La cosa per certi versi straordinaria e se che così fosse, per alcuni, non sarebbe una novità. Secondo uno scienziato militare americano, Thomas Bearden, i sovietici prima e i russi poi avrebbero già prodotto delle armi elettromagnetiche che provocano onde longitudinali. Gli impulsi di tali onde possono essere diretti con particolari interferometri e se fatti divergere portano a un surriscaldamento della superficie colpita, e a un raffreddamento se fatti convergere. Sono in grado quindi di creare campi caldi di bassa pressione in un punto o freddi, di alta pressione in un altro. Secondo Bearden, quest'arma russa sarebbe quindi già in grado di "governare" il clima, quello degli Usa, ovviamente 
C'è poi un altro motivo per cui la Cia avrebbe deciso finanziare il progetto della Nas. Per evitare pericolose fughe di cervelli e di scienziati. Per controllare il lavoro di chi è esperto in materia e impedire che magari finisca nel mirino (o nelle fila) di competitori, avversari o nemici degli Stati Uniti.
Teorie del complotto, fantascienza? Per molti, tutto questo è realtà. Da tempo. 

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