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domenica 31 luglio 2016

La presunta diffamazione non uccide, la vivisezione si !

Sperimentazione animali, chiamare vivisettori i ricercatori è diffamazione. Sito animalista condannato a risarcire

di | 30 luglio 2016

Sperimentazione animali, chiamare vivisettori i ricercatori è diffamazione. Sito animalista condannato a risarcire
Scienza al servizio delle Lobby 


Termini quali crudeltà o tortura per i magistrati della Cassazione sono inaccettabili. Anche perché non era stato dato spazio alla posizione dei ricercatori individuati solo come "nemici da combattere con qualsiasi mezzo"

Non è una guerra di religione eppure a volte lo sembra. Ma gli animalisti che bersagliano gli scienziati non potranno più tracimare. I ricercatori non possono essere chiamati “vivisettori” o “torturati“. Definirli così è una diffamazione. E diffondere i dati di coloro che si occupano di sperimentazione animale - come è per esempio avvenuto due anni fa per gli scienziati dell’Università di Milano – lede il loro diritto alla riservatezza. Chi lo fa potrà essere condannato a pagare un risarcimento. Come è avvenuto per la promotrice di un sito che aveva messo nel mirino un laboratorio nel Torinese. La donna dovrà pagare 80mila euro all’istituto e 12mila, 18mila e 30mila ai tredici camici bianchi attaccati più o meno duramente. Diventati bersagli cui “fare degli scherzetti” e che nel tempo sono stati anche vittime di “molestie“.

I giudici della terza sezione civile della Cassazione, il 19 luglio scorso, hanno confermato la condanna nei confronti della donna, la cui posizione in sede penale era stata archiviata, che aveva preso di mira l’Istituto di Ricerche Biomediche “Antoine Marxer” e i suoi dipendenti. In un paese, il nostro, in cui il reato di tortura ancora non esiste gli scienziati che si occupano di ricerca biomedica sono spesso attaccati da chi sostiene l’inutilità e la crudeltà dei test. Eppure proprio in Italia vige una norma così restrittiva da aver costretto l’Ue ad attivare una procedura di infrazione. Inutile ricordare ai più come la sperimentazione animale abbia permesso di mettere a punto farmaci e vaccini che hanno debellato malattie mortali. Quasi il 90% delle cavie usate in laboratorio è formata da topi, i cani sono lo 0,10% e le scimmie lo 0,06%. La vivisezione in Italia non è praticata. Del resto come aveva spiegato al fattoquotidiano.it Carlo Alberto Redi, accademico dei Lincei e professore di Zoologia e Biologia dello Sviluppo all’Università di Pavia: “A titolo di promemoria storico varrà la pena ricordare che l’unico Paese al mondo che abbia mai proibito del tutto la sperimentazione animale è stata la Germania nazista.
E adesso in 29 pagine di motivazione gli ermellini, presidente Adelaide Amendola e relatrice Giuseppina Luciana Barreca, spiegano perché va confermata la condanna di secondo grado (anche i giudici del Tribunale avevano emesso un verdetto in questo senso, ndr). Se è vero, come ricorda il giudice, che i magistrati dell’Appello hanno dato per ammesso, che “i termini vivisezione, vivisettori e visezionisti” (usati sul sito in questione) “abbiano assunto un’accezione ampia che non ne limita il riferimento alla ‘dissezione anatomica di animali vivi’, ma li riferisce alla sperimentazione animale in genere” e “dopo aver dato per riconosciuto che a questa ampia accezione si debba fare riferimento nella valutazione del diritto di critica”  allo stesso tempo hanno ritenuto “che detti termini, usati sul sito internet connotassero negativamente dal punto di vista etico l’attività di sperimentazione”.
Un messaggio la cui portata risultava aumentata “dall’accostamento a termini come ‘tortura e morte‘ per gli animali che alla vivisezione richiamano”. Per i giudici quindi venivano “sottolineate la crudeltà e l’arretratezza di detta attività che viene correlata alla sua affermata inutilità scientifica“. Termini per i magistrati inaccettabili anche perché non era stato dato spazio alla posizione dei ricercatori individuati solo come “nemici da combattere con qualsiasi mezzo”.
Dal sito, inoltre, era partita anche una campagna di protesta contro i dipendenti della RBM e si invitavano gli utenti a “diventare la coscienza critica dei vivisettori” dopo aver diffuso i loro dati. Così i giudici hanno anche concluso che la promotrice del sito non si è limitata a esporre la sua tesi ma ha “propagandato e organizzato” un attacco per vie dirette e indirette alla Rbm e ai suoi dipendenti utilizzando “‘toni e contenuti gratuitamente offensivi‘”, stimolando “‘contrapposizione e aggressività al fine di prevaricare la posizione antitetica con ogni mezzo'”. E anche se è possibile offendere in quanto “l’offesa è scriminata quando essa sia indispensabile per l’esercizio del diritto di critica” – ricordano sempre i giudici citando un’altra sentenza della Cassazione – restano comunque “punibili le espressioni gratuite… in quanto inutilmente volgari o umilianti o dileggianti od offensive”.
I GIUDICI NON SONO SCIENZIATI E IN QUANTO UOMINI HANNO IL LORO RETAGIO CULTURALE, E QUESTO GIA' LA DICE LUNGA.
GLI ESPERIMENTI E I RISULTATI AL FINE DI PRODURRE MEDICINE PER GLI UMANI, SONO PERICOLOSI IN QUANTO LA NATURA UMANA E' DIVERSA. CI RISULTA CHE I DATI FORNITI SU TANTE MEDICINE SONO FALSATI.
LE SENTENZE DEI GIUDICI NON SEMPRE SONO GIUSTE
SI AFFERMA CHE IN ALTRE PAROLE CHE FARE ESPERIMENTI SU ESSERI VIVI E POI LASCIARLI MORIRE NON E' CRUDELTA'.
LE PRESUNTE OFFESE NON UCCIDONO I BISTURI SI !

sabato 23 luglio 2016

Filmato del Boss con il Presidente ALAA


"Ma quale celiachia. Chiamatela Roundup"

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"Dalle carni cancerogene alle bistecche di vermi..."

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"Il sangue dei vegani combatte la crescita tumorale 8 volte meglio di quello degli onnivori"

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"Giustizia è fatta. Eseguita la sentenza per il reato di guarigione indebita"

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"Più si beve latte e più calcio si perde dalle ossa: parola del British Medical Journal"

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Il sangue dei vegani combatte la crescita del tumore

Il sangue dei vegani combatte la crescita del tumore 8 volte meglio di quello degli onnivori. Bastano 2 settimane di dieta vegetale per alzare le difese contro il cancro!Tratto da www.vegetariani-roma.it/il-sangue-dei-vegani-combatte-la-crescita-del-tumore-8-volte-meglio-di-quello-degli-onnivori-bastano-2-settimane-di-dieta-vegetale-per-alzare-le-difese-contro-il-cancro/
La dieta vegana negli ultimi anni si sta rivelando il modo più efficace per prevenire, arrestare ed invertire la progressione del cancro, in modo naturale e senza effetti collaterali debilitanti.
Due recenti studi lo confermano, uno del dottor Ornish, ricercatore di fama mondiale in seguito ai suoi studi sulle cause e sui metodi di prevenzione e di cura delle malattie cardiache attraverso una corretta alimentazione, e uno del Pritikin Center, clinica promotrice del trattamento di patologie croniche unicamente grazie a dieta ed esercizio fisico.
Il sangue dei vegani combatte la crescita del tumore 8 volte meglio di quello degli onnivori – bastano 2 settimane di dieta vegetale per alzare le difese contro il cancro
Dr.Ornish – La dieta vegana potrebbe inibire la crescita del cancro 8 volte meglio Ornish e il suo team di ricercatori ha trovato 93 uomini con cancro alla prostata in fase precoce che si sono offerti di rinunciare a radiazioni, chemioterapia e chirurgia. Poi i pazienti sono stati assegnati ad un gruppo che ha modificato il proprio stile di vita, includendo una dieta vegana a bassa percentuale di grassi (10% sul totale calorico) insieme ad altri comportamenti sani (come camminare 30 minuti sei giorni alla settimana ed esercizi di meditazione) e un gruppo di controllo, che si è limitato a guardare e aspettare.
Dato che il cancro alla prostata è il cancro più diffuso tra gli uomini, anche il Dipartimento della Difesa ha fornito il finanziamento per lo studio. Un anno dopo, i risultati sono stati conteggiati e pubblicati nel numero di settembre 2005 del Journal of Urology, la rivista ufficiale dell’Associazione Urologica americana.
Entro la fine dello studio, 6 dei pazienti del gruppo di controllo avevano abbandonato perché i loro tumori erano in crescita e non potevano più aspettare.
Non un solo paziente del gruppo che seguiva la dieta vegana ha subito la stessa sorte. Infatti, mentre l’attività media del cancro è aumentata nel gruppo di controllo, misurata con test PSA, i marcatori tumorali erano DIMINUITI nel gruppo vegano.
Entro la fine dell’anno il tasso di crescita del cancro, come misurato dai test (vedi grafici figura 1 e 2), era enormemente differente tra i due gruppi. Per i pazienti a dieta vegana, i marcatori tumorali erano nettamente calati.
Ma lo studio non si è fermato qui, essendo questi risultati a dir poco rivoluzionari.
Forse una dieta vegan incrementa la forza anti-cancro del sistema immunitario?
Ornish ed i suoi colleghi ricercatori erano intenzionati a venirne a capo.
Hanno quindi preso colture di cellule tumorali umane e le hanno incubate con il sangue prelevato dai pazienti affetti da cancro, alla fine dell’anno. Il siero del sangue prelevato da chi faceva parte del gruppo di controllo ha solo debolmente inibito le cellule tumorali, riducendo la loro crescita solo del 9%, ma il siero preso da coloro che hanno trascorso l’anno consumando una dieta vegana ha inibito la crescita del cancro del 70%, quasi una differenza di 8 volte!
E Ornish ha scoperto che quanto più i pazienti si erano attenuti al programma, migliori sono stati i loro risultati, più il loro cancro sembrava essere in remissione e meglio il loro stesso sangue riusciva ad uccidere le cellule tumorali in laboratorio.
Titolo: Intensive lifestyle changes may affect the progression of prostate cancer(I cambiamenti intensivi di stile di vita possono influenzare la progressione del cancro alla prostata)
Autori: Ornish D, et al. 2005.
Pubblicato su: Journal of Urology. 174:1065-70.
Pritikin center: 2 settimane di dieta vegana per aumentare la morte delle cellule tumorali del seno del 20-30%
Ornish e i suoi ricercatori si sono chiesti se lo stesso potesse avvenire con il cancro al seno. Questa volta però non hanno voluto attendere un anno per i risultati: hanno quindi prelevato un campione di sangue a 12 donne e poi chiesto loro di consumare una dieta vegana a basso contenuto di grassi per 14 giorni. Alla fine hanno prelevato un altro campione.
Hanno preso questi campioni e li hanno testati su 3 differenti tipi di cancro al seno: il loro sangue ha avuto il potere di rallentare e interrompere la crescita delle cellule tumorali, grazie ad appena 2 settimane di dieta vegana.
La crescita del tumore è diminuita del 6,6, 9,9 e 18,5% rispettivamente per i 3 tipi di tumore al seno considerati, mentre l’apoptosi (ovvero la morte delle cellule tumorali) è aumentata del 20, 23 e 30%.
Quindi c’è da chiedersi: che tipo di sangue vogliamo?
Uno che non ha effetti sulla crescita tumorale, oppure vogliamo un sangue che è capace di rallentare e bloccare il cancro in ogni angolo del nostro corpo?

Figura 3 – Morte delle cellule tumorali con sangue vegan
(*)apoptosi = indica una forma di morte cellulare programmata.
Si tratta di un processo ben distinto rispetto alla necrosi cellulare, e in condizioni normali contribuisce al mantenimento del numero di cellule di un sistema.
Ad esempio, durante il suo sviluppo, l’embrione umano presenta gli abbozzi di mani e piedi “palmati”: affinché le dita si differenzino, è necessario che le cellule che costituiscono le membrane interdigitali muoiano (questo processo si chiama appunto apoptosi, e non necrosi)
Titolo: Effects of a low-fat, high-fiber diet and exercise program on breast cancer risk factors in vivo and tumor cell growth and apoptosis in vitro.(Effetti di un basso contenuto di grassi, di una dieta ricca di fibre e di un programma di esercizio sui fattori di rischio di cancro al seno, nella crescita delle cellule in vivo del tumore e l’apoptosi in vitro) (per il significato di apoptosi vedi a fine pagina)
Autori: Barnard RJ, Gonzalez JH, Liva ME, Ngo TH.
Pubblicato su: Nutr Cancer. 2006;55(1):28-34.

Frequenti, gravi e nascoste cause dei tumori

Frequenti, gravi e nascoste cause dei tumoriDottor Giuseppe Di Bella - 26 aprile 2016
Nella recente  intervista del Dr Giuseppe Di Bella  a Telecolor  "i tumori più diffusi"! https://m.youtube.com/watch?v=RJ_OJ1wPBrQ sono state evidenziate le più frequenti cause dei tumori, tra cui i maggiori, più pericolosi e documentati fattori di rischio di induzione neoplastica, nascosti al pubblico:
A)   L’ elevato incremento della radioattività atmosfericaQuesta è causata dall’indiscriminato uso bellico di grandi quantitativi di uranio impoverito in Serbia, nel Kosovo, in Medio Oriente, soprattutto in Iraq, e nei poligoni militari.
Le radiazioni ionizzanti, mutagene, da elementi radioattivi, rappresentano sicuramente uno dei massimi rischi di malattie neoplastiche oltre che degenerative, causando anche malformazioni e gravi danni all’equilibrio biologico e alle funzioni vitali. Si calcola che i bombardamenti nucleari americani di Hiroshima e Nagasaki, oltre al milione di morti provocato al momento dell’esplosione e nei giorni immediatamente successivi, abbiano causato un numero almeno doppio  di decessi per l’induzione di tumori solidi e leucemie.
B)   La crescente dispersione nell’ambiente  di notevoli quantitativi di chemioterapici.Per il continuo estendersi delle patologie neoplastiche aumenta progressivamente l’uso di chemioterapici, tra cui quelli somministrati ad alte dosi in vena, come i derivati del Platino, Vincristina, Taxani, Topotecani, ecc… che si possono considerare  tra le sostanze tossiche a più alto rischio  mutageno (il tumore nasce da una mutazione) e pertanto oncogene, disperse poi senza alcuna precauzione nell’ambiente. Infatti gli escrementi di quanti sono sottoposti a chemio non sono trattati come rifiuti tossici speciali, ma eliminati attraverso la comune rete fognaria. Significativo il rapporto N°02/16 (2002) dell’Istituto Superiore di Sanità  sull’induzione di tumore da parte dei chemioterapici :-
“Esposizione professionale a chemioterapici antiblastici” che ha preso in considerazione i danni a breve e/o a lungo termine causati dall’esposizione professionale ai chemioterapici antiblastici (CA). «Proprio a causa delle loro proprietà citotossiche e immunosoppressive – si legge nel Rapporto – gli antibastici possono paradossalmente causare tumori secondari. Infatti, non solo sono in grado di innescare la trasformazione di cellule normali in maligne, ma tendono a ridurre le difese endogene contro l’insorgenza di neoplasie». E ancora: «Mentre per i pazienti tali effetti tossici sono considerati ‘accettabili’ in vista dei possibili (palliativi) benefici terapeutici, essi non dovrebbero mai colpire i medici, i farmacisti, gli infermieri e gli altri possibili operatori. Invece, a partire dagli anni ‘70, numerosi studi hanno dimostrato la pericolosità per gli operatori sanitari». «Alcuni degli effetti tossici che colpiscono i pazienti sono stati osservati anche in operatori sanitari e in particolare in infermieri dei reparti oncologici (…) sono stati rilevati disturbi a livello oculare, cutaneo e respiratorio causati da chemioterapici vescicanti; reazioni allergiche da composti del platino (…). Possibili tumori causati da chemioterapici cancerogeni; effetti sull’apparato riproduttivo, aumento degli aborti spontanei e delle malformazioni congenite. I danni risultano anche trasmissibili all’apparato riproduttivo, aumento degli aborti spontanei e delle malformazioni congenite. I danni risultano anche trasmissibili all’apparato riproduttivo dei figli degli operatori sanitari dei figli degli operatori sanitari»
L’induzione tumorale da chemioterapici è ormai scientificamente documentata. La prestigiosa rivista medico scientifica Nature, (ai massimi livelli dell’Impact Factor) ha pubblicato uno studio intitolato: “Treatment-induced damage to the tumor microenvironment promotes prostate cancer therapy resistance through WNT16B”. Gli autori hanno spiegato i meccanismi biochimici e molecolari per cui la somministrazione di chemioterapici può indurre il cancro. Questo studio spiega che la chemioterapia, usata per combattere il cancro, in realtà può stimolare, nelle cellule sane circostanti, la secrezione di una proteina che sostiene la crescita e rende 'immune' il tumore a ulteriori trattamenti. Analizzando gli effetti di un tipo di chemioterapia su tessuti raccolti da pazienti affetti da tumore alla prostata, sono state scoperti "evidenti danni nel DNA" nelle cellule sane intorno all'area colpita dal cancro.
Queste ultime producevano quantità maggiori della proteina WNT16B che favorisce la sopravvivenza delle cellule tumorali.
La scoperta che "l'aumento della WNT16B...interagisce con le vicine cellule tumorali facendole crescere, propagare e, più importante di tutto, resistere ai successivi trattamenti anti-tumorali...era del tutto inattesa", ha spiegato il co-autore della ricerca Peter Nelson del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, nello stato di Washington. "I nostri risultati, hanno spiegato i ricercatori, indicano che il danno nelle cellule benigne può direttamente contribuire a rafforzare la crescita cinetica del cancro, e questo ha trovato conferma anche nei tumori al seno e alle ovaie". In pratica è un meccanismo generalizzato, esteso ad ogni tipo di varietà istologica di tumore.
Se è pertanto documentato che i chemioterapici possono eliminare un certo quantitativo di cellule neoplastiche, è altrettanto documentato e incontestabile che possono indurre raffiche di mutazioni, ognuna delle quali seleziona cloni tumorali più aggressivi e resistenti in soggetti debilitati dall’effetto tossico e immunosoppressivo della chemio, creando così le premesse di disseminazioni tumorali generalizzate e inarrestabili.
Ovviamente queste non sono che vili calunnie e basse insinuazioni dei soliti biechi complottisti contro gli immacolati e disinteressati circoli di potere globali, che gestiscono con la massima e nota onestà e trasparenza, economia, politica, finanza e informazione.
Giuseppe Di Bella
 

Bambina vegana malnutrita? Sbugiardati per l’ennesima volta i giornalisti

Bambina vegana malnutrita? Sbugiardati per l’ennesima volta i giornalistiMarcello Pamio – 3 luglio 2016
Per vergognarsi di un errore o di uno sbaglio bisogna avere una coscienza e un minimo tra dignità e umiltà. Qualità queste che i giornalisti di regime hanno perduto da molto tempo.
Se la linea editoriale da tenere è quella, non possono discostarsi, non possono alzare la testa.
La loro libertà è stata sostituita da una gabbia dorata che permette una sudditanza totale. In fin dei conti tengono famiglia e hanno sopra le teste un direttore e degli azionisti a cui rispondere. Sempre e comunque.
Poco importa se scrivono articoli falsi, se inventano letteralmente le notizie, se ricopiano spudoratamente le veline che giungono dalle agenzie stampa o dalle società di PR, quello che conta è soddisfare la linea editoriale. Punto.
L’ultimo attacco in ordine cronologico all’intelligenza delle persone e alla vera informazione arriva da La Repubblica versione online del 29 giugno 2016.
Due giornalisti, Michela Bompiani e Marco Preve, hanno firmato un pezzo intitolato: “Genova, bimba di due anni in rianimazione per la dieta vegana, è salva”.
L’articolo descrive in maniera drammatica ciò che sarebbe avvenuto all’ospedale Gaslini di Genova: “Non ha neppure tre anni, Chiara e si troverebbe in condizioni di forte carenza di vitamina B12, il peso nettamente sotto il percentile di riferimento, una scarsa reattività, movimenti rallentati, e un livello di emoglobina bassissimo”.
La chicca però arriva quando i due liberi giornalisti, nonché esperti di nutrizione umana, affermano che il quadro clinico della bambina sarebbe “compatibile con gli effetti su un bambino di una dieta vegana”.
La frase non è virgolettata e quindi si presume non sia stata rilasciata da qualche medico ospedaliero intervistato sul caso (se mai ne avessero intervistato uno), quindi è farina del loro sacco.
Un sacco molto ampio e forbito leggendo il resto dell’articolo.
Visto che il genio della lingua italiana non è un optional, i due parlano di “effetti” della dieta vegan, creando nell’immaginario collettivo l’idea che tale regime alimentare crei per forza di cose dei danni secondari, ne più ne meno come i farmaci, i quali hanno certamente effetti collaterali gravissimi e mortali. Ma di questi i due giornalisti non se ne occupano. Tengono famiglia.
Quindi tramite La Repubblica scrivendo che il quadro di Chiara è “compatibile con gli effetti su un bambino di una dieta vegana”, si sta affermando pubblicamente che i bambini vegani soffrono di carenza di B12, scarsa reattività, movimenti rallentati, livelli bassi di emoglobina…
Falsità ampiamente dimostrate dalla scienza ufficiale, ma per conoscere bisogna studiare e leggere le pubblicazioni, cosa che i giornalisti non fanno e non possono fare, altrimenti cambierebbero mestiere.
Da noi in Italia vi sono tantissimi bambini onnivori, quindi svezzati prima e alimentati poi secondo i rigorosi crismi che vorrebbero gli autori dell’articolo, che soffrono lo stesso di gravi carenze di B12, tanto per fare un esempio. Come la mettiamo?
Una piccola parentesi sulla B12 è d’obbligo.
E’ molto difficile che si manifesti carenza di vitamina B12 in chi segue una corretta e sana alimentazione: variando gli alimenti e scegliendo cibi biologici e rigorosamente integrali.
Sono però molteplici le componenti che possono indurre a tale carenza, indipendentemente dal regime onnivoro oppure vegan: scarsità di nutrienti negli alimenti convenzionali e raffinati, sterilità dei terreni a causa delle coltivazioni industriali e chimiche (la B12 infatti è sintetizzata da batteri che vivono nei terreni), incapacità dell’organismo di utilizzare i nutrienti (malassorbimento), carenza di fattore intrinseco e di succhi gastrici, patologie intestinali, parassitosi, ecc..
Quindi quando eccezionalmente si verificano tali carenze la colpa non è da attribuire alla dieta ma in chi non ha le necessarie conoscenze e competenze nutrizionali. Molti genitori infatti commettono errori di tipo nutrizionale, ma la colpa non è del regime vegan.
Dall’altra parte sempre in Italia vi sono almeno 1 milione di bambini obesi che sono stati allattati secondo i protocolli sani e naturali insegnati dai pediatri e riportati dalle piramidi alimentari. Come la mettiamo?
Un bambino ‘vegano’ (che poi vedremo essere l’ennesimo falso) viene ampiamente riportato nei media, sbattuto in faccia al mondo il tutto per sputtanare e deridere le scelte etiche, morali e salutistiche dei genitori, mentre 1 milione di bambini obesi vanno benissimo. Tutto normale.
Il quadro di questi poveri bambini (obesi) è compatibile con gli effetti del loro regime normale?”. Perché Michela Bompiani e Marco Preve non scrivono un bell’articolo anche su questi bambini che avranno certamente il futuro segnato? Forse perché non fa notizia? Non fa vendere copie o abbonamenti? Perché l’editore vuole che si sputtanino solo i bambini vegani?
O forse perché i bambini obesi creano PIL mentre quelli vegani no?
E qui viene il bello: i bambini vegani non rendono soldi all’industria dei veleni, all’industria della grande e malefica distribuzione, non rendono soldi alla fervida industria farmaceutica.
I bambini alimentati correttamente sono sani e non si ammalano e questo non va bene.
Torniamo alla bambina di Genova messa sotto tutti i riflettori, perché in realtà non era vegana!
Il merito di aver fatto chiarezza va al senatore Lello Ciampolillo del Movimento 5 stelle.
Il senatore ha telefonato al Gaslini di Genova per capire esattamente che cosa si celava dietro i titoloni di giornale (de La Repubblica, ripreso poi da tutti di pappagalli e megafoni del Sistema).
Ha parlato con il Direttore sanitario il quale ha confermato la carenza di B12 (sempre più diffusa anche tra gli onnivori), ma poi ha chiarito che la bambina era ancora in fase di svezzamento (a due anni???) e mamma le dava da mangiare il parmigiano, il che significa che la bambina non era vegana. Inoltre il padre mangiava di tutto.
Perché queste banalissime informazioni non sono state riportate dai due giornalisti de La Repubblica? Forse perché non hanno avuto il tempo di intervistare nessuno, tanto meno il Direttore sanitario dell’ospedale dove è stata ricoverata la piccola. Ma hanno avuto tutto il tempo per scrivere un’accozzaglia di errori, banalità e luoghi comuni.
Perché il vero giornalismo lo deve fare un senatore del Movimento 5 stelle?
Questo purtroppo è l’ennesimo caso di scorretta informazione, visto che è stato verificato che anche il bambino malnutrito dell’altro caso di cronaca accaduto a Belluno non era vegano…
E’ arrivato il tempo - come dice benissimo l’amico Franco Libero Manco - che il Movimento si costituisca parte civile nei confronti di chi cerca (per malafede, per soldi o per ignoranza) di mettere in cattiva luce la validità della scelta vegan.
Visto che questi pseudo-giornalisti non smettono di scrivere amenità, mezze verità e anche falsità, su argomenti così importanti per la salute umana, dobbiamo essere noi il cambiamento.
Basta comperare giornali, riviste, rinnovare abbonamenti on-line e guardare la televisione. Basta!
Diamo al Sistema un segnale fortissimo e molto chiaro.
Qui sotto l’intervista completa al senatore, tratta dal sito Vegolosi.it:
www.vegolosi.it/?p=36560
Si chiama Lello Ciampolillo, il senatore del Movimento 5 Stelle che ha chiamato il Gaslini di Genova per capire esattamente che cosa si celava dietro i titoli di giornale sulla piccola Chiara, bimba ricoverata d’urgenza a causa di problemi legati ad alcune carenze alimentari, imputate immediatamente dai media ad una presunta dieta vegana. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente.
Come mai, senatore, ha deciso di chiamare il Gaslini?
Perché non è la prima volta che il veganesimo viene attaccato a priori a causa di una scorretta informazione, era già successo con il caso del bambino di Belluno che non solo non era vegano, come si diceva, ma neppure svezzato. Mi ricordo di aver chiamato i primi giornalisti che avevano dato la notizia, quelli del gazzettino di Belluno, e alla fine della conversazione con il giornalista autore del pezzo mi aveva confessato che non sapeva bene che cosa significasse “vegano”.
Cosa le hanno detto al Gaslini? Ho parlato con il direttore sanitario, molto gentile, mi ha chiarito che aveva davanti sei pagine di relazione sul caso della piccola Chiara e che i medici stavano ancora valutando la situazione e che certamente c’era una carenza di vitamina B12. Sta di fatto che parlando mi ha chiarito che la bambina era in fase di svezzamento e la mamma le dava il parmigiano, ciò significa che la bambina, ovvio, non è vegana. Inoltre il papà della bambina non è affatto vegano, come ha dichiarato lui stesso sul Secolo XIX.
Non sarà mica un senatore pro-vegan lei?
Sono vegano da 4 anni, pensi un po’, e le dirò di più non solo lo sono io, ma anche mia madre che ha 80 anni lo è diventata, e da quel momento non deve più prendere una quantità di farmaci incredibile. Colesterolo? Sotto controllo. Idem mio padre. Io sono stato meglio fin da subito: niente più mal di testa, per esempio, che per me erano invalidanti.
Ha fatto proseliti in famiglia, insomma. Ma è vegano etico o salutista?
Entrambi: sono partito da una scelta legata alla salute, poi all’etica. Quello che facciamo agli animali è inaccettabile. Ho detto pochi giorni fa che quando ci invitano ad una grigliata, in verità ci invitano ad un funerale… Senatore, ci racconta qual è il clima politico sul tema vegan in Italia? Ancora acerbo, devo dire. L’etichetta dell'”estremismo” è ancora troppo facile da applicare. Credo che una buon cosa da fare sia il “porta a porta” ossia raccontare a più persone possibili la propria esperienza per fare in modo che se ne sappia di più.
Intervista al senatore a cura di Federica Giordani
 
 
 

mercoledì 20 luglio 2016

Animali abbandonati in Olanda non ci sono | Velvet Pets Italia

Animali abbandonati in Olanda non ci sono | Velvet Pets Italia

GoogleRisposta alla amministrazione di Settimo Torinese (Pronto Soccorso Animali / Rifugio Stallo).

Settimo Torinese, 14/07/2016



 
 
  Risposta alla amministrazione di Settimo Torinese (Pronto Soccorso Animali / Rifugio Stallo).


 
In relazione all'articolo della Nuova Periferia del 13/07/2016, dove l'associazione LiberiGatti contestava la non operatività e la mal gestione della amministrazione di Settimo Torinese e più precisamente nelle persone di, (Assessore Massimo Pace), (Sindaco Fabrizio Puppo), (Comandante Polizia Municipale Sig.ra Musìo), (Polizia Municipale Sig.Pontoriero "Addetto al Pronto Soccorso Animali"), (Architetto Simona Vogliano "Tecnico Comune"), (Sig.Camillo "Tecnico Comune"), (Sig. Xompero "Tecnico Comune"), la stessa contesta nel modo più assoluto le "giustificazioni" e ammissioni a dir poco inconcludenti che hanno replicato alla nostre segnalazioni.


L'Amministrazione di Settimo è completamente assente ma cosa ancora più grave per nulla trasparente anche e soprattutto per quello che concerne l'aspetto economico, (dal momento che la frase solita rimane "Non ci sono soldi"), questa è pura menzogna, perchè al contrario dell'amministrazione che mette solo fumo negli occhi dei cittadini facendo solo promesse e nulla di più, l'associazione Liberigatti assieme ai Volontari tutti della cittadina di Settimo Torinese non solo si prodigano di "Operare sul campo" a livello pratico dando cure e cibo "a spese totalmente personali", ma stanno effettuando un indagine a tappeto per dare la giusta trasparenza dal punto in cui arrivano i fondi che sono una realtà esistente... , (ma che non si riesce a capire nello stesso tempo il percorso che intraprendono) a come vengono spesi......!


Nell'avere iniziato questa indagine "Su informazioni prese da tutti gli enti preposti o presunti, ma inerenti al problema" abbiamo scoperto come detto che non c'è alcuna trasparenza a riguardo.... Abbiamo provato a sollecitare la questione al Sindaco che ci ha rimbalzato all'Assessore Massimo Pace, l'assessore Massimo Pace ci ha rimbalzati ai Tecnici del Comune (Xompero, Camillo, S.Vogliano) che a sua volta ci hanno rimbalzato all'aslto4 (Settimo.T), dove finalmente siamo riusciti ad avere le prime idee di come iniziasse quanto meno il percorso economico destinato a questi poveri animali. Avendo avuto un breve colloquio telefonico con Il Dott. Baracco dell'aslto4, ci riferiva che (PER QUANTO ERA DI SUA CONOSCIENZA, LE COSE A RIGUARDO DELLA QUESTIONE ANDAVANO BENISSIMO E CHE ERA TUTTO A POSTO!!!) nella più totale inconsapevolezza di cosa in realtà avvenisse. Spiegato al Dott. Baracco le difficoltà reali di cui si va incontro ogni qualvolta c'è un emergenza di pronto soccorso o di una qualsiasi richiesta che possa risultare economica e se pur legittima, succede come al Sottoscritto che i tecnici del comune e chi per esso ti rispondono, arrangiatevi da soli!!! Tutto quanto dichiarato e dimostrabile con parecchia documentazione come tanta altra ne verrà fuori, fino che non ci sia la totale trasparenza! Il Dott. Baracco ci istruiva del fatto che i fondi destinati al discorso Animali e tutto quello che ne concerne è di totale competenza della Polizia Municipale Locale. Preso in considerazione quanto descritto dal Dott. Baracco, l'Associazione e tutte le parti interessate si sono prodigate nel cercare quanto prima un appuntamento con la Comandante della Polizia Municipale Locale (Sig.ra Musìo) attraverso la segreteria 20 giorni fa ad oggi, senza alcuna presa in considerazione, non vi è stata ad oggi alcuna risposta di incontro come tra l'altro con stesso esito anche tutte le mail inviate alla su detta Polizia Municipale. Sono risultati assolutamente vani anche tutti i tentativi telefonici indirizzati al Sig. Pontoriero (Polizia Municipale) che è la persona preposta a riguardo degli interventi di pronto soccorso e gestione. E' da diversi mesi che l'Associazione e i cittadini provano a contattare la Polizia Municipale ma nessun riscontro, l'unica persona di cui si è potuto accennare tale discorso è stato con il Sig. Sergi (Assistente Polizia Municipale), che riferiva di non sapere nulla a riguardo e nello stesso tempo fornendoci il numero di telefono utile che poi sarebbe stato il numero della linea diretta del Sig. Pontoriero. Dopo tutto e nonostante essere riusciti ad avere un numero finalmente utile di cui poter procedere nel modo corretto alla protezione e cura di questi animali, ad oggi è dal mese dei primi di maggio che il Sig. Pontoriero è assolutamente "irreperibile", creando parecchi disagi evidenti sia per gli Animali che per l'ambiente e la cittadinanza tutta. Cosa più grave è che con questo atteggiamento di OMISSIONE, si mettono in seria difficoltà tutte le Associazioni Animaliste e Volontari presenti nel Territorio non solo per quanto riguarda un aspetto logistico e ambientale ma addirittura economico!


Quando l'Amministrazione, attraverso l'articolo dichiara di smentire spiegando testualmente "come fosse questo, già un argomento sensibile per la politica locale, dicendo, (Avevamo istituito un regolamento nel 2013 – spiega il primo cittadino – proprio per regolamentare l'attività di volontari o associazioni che si occupano della cura degli animali)", come si evince da quanto descritto sopra non è affatto rispettato nei contenuti dello stesso. Per chi avesse accesso in qualche modo a detto ("REGOLAMENTO DEL 2013" DOCUMENTO CHE MIRA A TUTELARE IL BENESSERE DEGLI ANIALI), dove al suo interno viene dichiarato testualmente che "Il Comune si pone un vero è proprio garante per il benessere dei gatti, predisponendo misure quali l'istituzione di colonie feline con l'installazione di cucce per il loro riparo, la loro mappatura e censimento, la presa in carico della cura degli animali da parte di volontari di associazioni o privati cittadini, l'obbligo di sterilizzazione dei gatti. In ogni Colonia riconosciuta dal Comune deve essere garantita la cura e l'alimentazione degli animali. Ogni gatto che vive all'interno delle Colonie censite ha l'obbligo di essere sterilizzato, perciò è stato stipulato un accordo di collaborazione tra il Comune di Settimo e i veterinari dell'azienda sanitaria To4". A questo "Regolamento" rispondo i fatti quotidiani che ormai da tempo si vengono a verificare in tutto il territorio, smentendo nettamente quello che vorrebbe il "Regolamento del "2013", che di contro ha testimonianze da parte di tutti i cittadini e le Associazioni locali. Per quanto riguarda il discorso cucce e manutenzione delle stesse non se ne occupa il comune ma i Volontari/e dell'Associazione LiberiGatti e delle Volontarie/i/Gattare/i presenti sul territorio oltre che dare loro cibo e cure. Tutto questo viene fatto senza alcun ausilio neanche morale da parte dell'amministrazione che nello specifico è stata più volte sollecitata di intervenire è nello stesso tempo assente e cosa peggiore non dando alcuno possibilità di potere portare nei loro "tavoli" delle problematiche che avvengono quotidianamente, rifiutando sistematicamente incontri anche se su appuntamento da segreteria, da questo comportamento dovrebbero loro spiegare come è possibile poi dichiarare di essere presenti su quanto riguarda le sterilizzazioni coordinandosi con l'aslto4, cosa falsa! Ad oggi e da circa un mese siamo in attesa di una risposta su n° 6 sterilizzazioni nella colonia di Via po', di cui i Tutor e Volontari della nostra Associazione (Sig. Bruno - Sig.ra Elena) non contano più i disagi con relativa segnalazione alla persona competente (Architetto Simona Vogliano), di cui dopo un apparentemente collaborazione iniziale, come ogni volta che ci si rivolge alle amministrazioni, è iniziato a venire meno l'impegno di su detta sterilizzazione nonostante i numerosi solleciti tramite email, messaggi telefonici, chiamate telefoniche, a nulla ad oggi è servito questo sollecito come tantissimi altri di urgenza veterinaria. Ad oggi siamo ancora in attesa e con il grande rischio di continuazione di proliferazione felina senza alcun controllo per la mal gestione e la totale omissione che si sta venendo a creare sullo specifico della Sig, Simona Vogliano e della amministrazione tutta compresa la Polizia Municipale. Altra cosa che smentisce detto "Regolamento 2013", è il fattore censimento colonie Feline, che al contrario di quanto dichiarato e sempre su tantissime segnalazioni e sollecitazioni, ancora ad oggi ci sono dozzine di Colonie che non sono state per niente censite ed altre ancora nemmeno prese in considerazione, tutto quanto "documentabile", attraverso lettere, email, segnalazioni protocollate in comune, e video/ foto.


 
Per tutto quanto detto, l'Associazione Liberigatti contesta l'amministrazione di Settimo Torinese sulla base del "Regolamento per la tutela ed il benessere degli animali in città" per quanto riguarda gli articoli (articolo 30 , "Colonie Feline e Gatti liberi"– punto 2, punto 5), (articolo 31 , "Censimento delle colonie feline e dei Gatti liberi sul territorio" – punto 3) , (articolo 32 , "Attività di cura delle colonie feline e dei Gatti liberi" - punto 1) , (articolo 33 , "Alimentazione dei Gatti" - punto 1, punto 2) , (articolo 35 , "Sterilizzazione" - punto 1) , (articolo 37 , "Custodia Gatti Randagi" punto 1. punto 2).
 
 

 
L'Associazione Liberigatti contesta La Polizia Municipale di Settimo Torinese sulla base del "Regolamento per la tutela ed il benessere degli animali in città" per quanto riguarda gli articoli , (articolo 30 , "Colonie feline e Gatti liberi" - punto 1, punto 2, punto 3) , (articolo 32 , "Attività di cure delle colonie feline e dei Gatti liberi" - punto 2).
 
 

 
Per quanto riguarda l'argomento "Rifugio Felino" nel territorio Settimese, dove l'amministrazione dice testualmente "a fine mese apriremo un bando, un atto necessario, per adibire un terreno di Via De Francisco a punto di ricovero e cura per i randagi. Le Associazioni interessate avranno tempo quindici giorni per presentare la propria candidatura, proponendosi come gestore dello spazio" .


Questa affermazione è totalmente falsa e facilmente documentabile con sostegno di più persone interessate al progetto che sono al corrente del fatto che noi Associazione "Liberigatti" in qualità di Associazione regolarmente registrata al Comune di Settimo Torinese ed alla Regione Piemonte, tale Progetto lo abbiamo avanzato da circa un anno, e due mesi fa nel mese di Maggio (2016) dopo un sopralluogo per destinare a noi il Terreno da gestire, in quanto (nessun altra associazione si è mai fatta avanti per tale progetto), assieme ai Tecnici del Comune e sullo specifico l'Architetto Simona Vogliano abiamo individuato tale terreno, proprio su indicazione dell'Architetto Vogliano che a detta sua risultava il più idoneo tra gli spazi assegnati. Dal giorno in cui è stato scelto il terreno sono passati venti giorni dove l'Architetto Vogliano ci comunicava che avremmo dovuto presentare un progetto a riguardo per potere espletare al meglio le pratiche, cosa che è stata adempita in due giorni. Dalla presentazione di tale Progetto "Felix" con relazione ben articolata e spedita come detto in due giorni ne sono passati altri 30gg, per sentirci comunicare dall'Architetto Vogliano che avremmo dovuto attendere il Bando che di regola bisogna fare per non scontentare nessuno. Ad oggi siamo ancora in attesa di un bando ufficiale! All'ultima riunione avuta con l'Amministrazione e richiesta dalla stessa, dove a rappresentare erano presenti l'Assessore Massimo Pace e l'Architetto Simona Vogliano da una parte e numero 3° membri del direttivo dell'Associazione LiberiGatti e due volontari ad oggi della stessa Associazione, dall'altra, ci veniva comunicata un ennesima proroga nel disporre i lavori di bonifica del su detto terreno con relative reti da fare in modo che nessuno potesse continuare ad usare tale zona come discarica di "fortuna". Il tutto con dichiarazione palese davanti alle su dette persone, doveva avere una risoluzione definitiva in attesa dell'ufficializzazione del Bando entro la data del 15 di questo mese (Luglio 2016), ma un altra volta la solita amministrazione si è smentita da sola, non solo non hanno effettuato la relativa bonifica ma si sono infastiditi dalla nostra sollecitazione al fatto che per l'ennesima volta non hanno rispettato le date da loro promesse! Ad oggi non si sa nulla di concreto, le amministrazioni perseverano nelle loro omissioni nei confronti di questi poveri animali di cui poco importa da parte di loro stessi che ne sono per legge responsabili e tutori in prima persona, se muoiono e come muoiono, cosa ben presente alla Associazione LiberiGatti e i Volontari tutti sul territorio di Settimo Torinese. Siamo in attesa di vedere cosa succederà dalla loro ultima dichiarazione nell'articolo della Nuova Periferia del 13/07/2016, dove dichiarano che entro la fine di Luglio (2016) aprirà ufficialmente il Bando a riguardo della gestione del Terreno dedicato ai Felini.
 

 
Chiediamo a nome dell'Associazione, di tutti i cittadini Animalisti e Volontari che vengano resi pubblici tutti gli interventi con relative spese veterinarie e spese alimentari a carico del Comune che sono state effettuate e che ne verranno, per fare in modo che ci sia completa trasparenza agli occhi dei cittadini tutti.
 

 
Il Presidente

domenica 17 luglio 2016

Best Babies and Animals Compilation 2013


Associazione Animalista Ambientalista: Liberigatti - Il Boss con il Presidente ALAA

Associazione Animalista Ambientalista: Filmato del Boss
 Questo era il Boss, un gatto randagio (Libero) affettuoso e amato come uno di casa
 Questa una delle sue tristi fase di malattia, curato con amore.
con il Presidente ALAA  - Oggi 21 - Luglio 2016, IL BOSS E' MORTO !!! CON TANTA  TRISTEZZA E RAMMARICO DA PARTE NOSTRA, ANCHE SE NOI ABBIAMO FATTO TUTTO CIO' CHE POTEVAMO. - Ma come si dice, quanto muore un affetto, muore anche una piccola parte di noi. Addio Boss , la tua compagna la scricciola è agitata anche se nessuno gli ha detto che sei morto.

Liberigatti - Il Boss con il Presidente ALAA


sabato 16 luglio 2016

(19) Gruppo Ambientalista Settimese

(19) Gruppo Ambientalista Settimese

Alimentazione Vegana, ignoranza e disinformazione dei media

In questo caso, il bambino non era malato perché figlio di genitori vegani ma perchéHYPERLINK "http://www.pressreader.com/italy/corriere-del-veneto-treviso-e-belluno/20151017/281672548785858/TextView" figlio di genitori che ignoravano principi di alimentazioneHYPERLINK "http://www.pressreader.com/italy/corriere-del-veneto-treviso-e-belluno/20151017/281672548785858/TextView" e hanno seguito una dieta scorretta. HYPERLINK "http://www.pressreader.com/italy/corriere-del-veneto-treviso-e-belluno/20151017/281672548785858/TextView"La situazione si è conclusa con il medico che ha dato i giusti consigli, i genitori li hanno adottati attentamente e il piccolo è tornato in perfetta salute pur rimanendo vegano.





Guardiamo invece quello di Pontedera, del bambino poi ricoverato al Meyer di Firenze. I genitori, su tutti i titoli nazionali, venivano bollati come vegani, quando in realtà sono vegetariani e nemmeno stretti (la madre a volte mangia della carne o del pesce). Il bambino è stato ricoverato, come spiega la madre, per una carenza di vitamina B12, che potrebbe anche essere congenita e non dovuta alla dieta, e che comunque includeva prodotti di origine animale. Anche qui, condanne faziose e genitori sbattuti in prima pagina senza prove.

Del caso di ieri a Genova invece si sa ancora poco e non possiamo fare molte valutazioni, ma il senatore Ciampolillo, interessandosene personalmente e chiamando direttamente l’Ospedale Gaslini, avrebbe scoperto che la piccola, anche in questo caso, non è stata cresciuta affatto con una dieta vegana, come ha riferito ieri in un intervento a Palazzo Madama. Ora, i genitori fanno errori tutti i giorni per quanto riguarda l’alimentazione (e non solo) dei propri figli, ma non fa quasi mai notizia. Basti pensare che, in Italia, il 25% dei bambini tra i 3-6 anni è in sovrappeso oppure obeso, un problema che l’Unicef definisce "epidemia silente" e crea notevoli problemi di salute. O quanto si stia diffondendo il diabete tra i più giovani, a causa proprio di alimentazione scorretta. Proprio tanto quanto non fanno notizia le migliaia di bambini vegani cresciuti sani e forti, con una comunità di genitori che conta anche su consulenze mediche professionali specifiche.

In tutti i casi, quello che serve è la giusta informazione, sia per i genitori vegani che per quelli onnivori. Perché svezzare un bambino nel modo corretto richiede attenzioni in entrambi i casi. E lo afferma sui media oggi proprio Alberto FerrandoHYPERLINK "http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2016/06/29/ASfaFxID-malnutrizione_pericolo_gaslini.shtml", presidente dei medici pediatri liguri: «La dieta vegana non è incompatibile con la crescita del bambino, ma deve essere accompagnata da un’attenzione particolare e costante per evitare carenze di sostanze fondamentali per la crescita del bambino e per la stessa vita. Del resto, l’attenzione alla dieta va estesa a tutti i bambini, anche non vegani o vegetariani, perché quotidianamente assisto a problemi derivanti da un’alimentazione sbagliata». Però, guarda caso, di quei numerosi casi che il dottor Ferrando affronta quotidianamente, i giornali non ne parlano mai e non c’è nessuna criminalizzazione dei genitori per le loro scelte o per i loro errori. Forse il problema di informazione non è solo di alcuni genitori ma anche di certi giornalisti a cui interessa solo fare sensazionalismo e sbattere dei mostri in prima pagina?

Liberigatti – Associazione Animalista Ambientalista

mercoledì 13 luglio 2016

E' guerra aperta tra A.L.A.A. (Liberigatti) e Comune Settimese ?

 
Quanto dichiarato dagli amministratori di Settimo non corrisponde minimamente e, per questo ci stiamo adoperando a smontare tutte le loro bugie.