GEAPRESS – Esattamente cinque anni addietro, il primo assalto ad un camion stipato di cani da destinare alla macellazione. Lo ricorda l’ONG Animal Welfare Project, impegnata nel salvataggio dei cani e gatti utilizzati per il consumo umano purtroppo in uso in alcune province cinesi.
Cinque anni sono tanti, così come l’esperienza maturata che consente oggi di potere intervenire in tempo reale una volta avvistato uno di questi trasporti. Una rete di attivisti che condivide i mezzi forniti dal web per comunicare velocemente la posizione del camion e dirigersi nei posti, bloccandolo.
Molte migliaia gli animali tratti in salvo in questa maniera. Targa, strada e direzione presunta vengono velocemente veicolati e decine di attivisti si precipitano nei luoghi chiedendo poi l’intervento delle autorità di polizia. In Cina, infatti, questi trasporti non sono vietati, ma una circolare governativa risalente al 2013 impone per i poveri animali un periodo di quarantena. Un costo spesso insostenibile e che i trafficanti tentano sovente di aggirare. Cani, peraltro, per i quali è forte il dubbio della provenienza furtiva o della veloce cattura in strada. Un aspetto, quello della provenienza illecita, svelato grazie all’attività degli animalisti cinesi che, nella speranza di potere bandire al più presto un fenomeno purtroppo in uso anche in altre aree del mondo, impongono la verifica dei protocolli sanitari.
Cinque anni addietro iniziava la “rivoluzione” degli animalisti cinesi. Un intervento deciso e coraggioso visto che non sono mancati gli incidenti dove, ad avere la peggio, sono stati proprio gli attivisti cinesi. I cani, però, in quasi tutti i casi sono stati tratti in salvo.
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