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sabato 14 luglio 2018

Prima di tutto la vita

Noi siamo per la vita


Il miglioramento delle condizioni umane è da sempre lo scopo del progresso scientifico e nei secvoli scorsi ciò ha richiesto il sacrificio di miliardi di animali.

Ma oggi nel terzo millennio lo sviluppo tecnologico ha messo a disposizione delle tecniche più avanzate e sicure che non richiedono più il sacrificio di esseri viventi.

Oggi ci sono mezzi e metodi che consentono risultati più accurati e specifici per l'organismo umano, visto che tengono conto della biodiversità delle specie.

Uccidere non è più necessario da tempo.

E se oggi dobbiamo ancora assistere a pratiche crudele e ottocentesche come quella della vivisezione , è solo perchè costa meno della sperimentazione in vitro.

La sofferenza della vita altrui non costa nulla.

Così ogni anno solo in Italia più di un milione di animali vengono rinchiusi in gabbie e trasformati in cavie da laboratorio;

vengono avvelenati, ustionati o sezionati mentre sono ancora coscienti e vivi,

di solito "fino alla morte del soggetto".

Nessuno ci fa caso alla disperazione e alle grida di dolore.

Semplicemente l'azienda in questione riscontra un profitto:

ha risparmiato sulle spese e può lanciare un nuovo prodotto.

Perchè la tortura costa meno.

Noi diciamo cher la vita non ha prezzo !

E un guadagno maggiore ( intriso di sangue e dolore) non è una ragione sufficiente per calpestarla.

Ogni essere vivente prova paura, emozioni, ricorda, soffre e gioisce, è uno

scrigno di passioni intense e uniche, irripetibili.

Se hai guardato il tuo cane negli oocchi almeno una volta,

sai di cosa stiamo parlando.

La vivisezione è una terribile realtà da troppo tempo.

Oggi si può dire basta. E chiudere il capitolo.

Prima di tutto la vita


Associazione Liberigatti Animalista Ambientalista

giovedì 12 luglio 2018

Perché il gatto mangia la sabbietta?

Perché il gatto mangia la sabbietta? I consigli di Petsblog


Se amate i gatti e siete fieri amici di felini da generazioni, vi sarà di sicuro capitato prima o poi di avere un gatto che, per un motivo o per l’altro, si mangia la sua sabbietta. Esatto, proprio così: ci sono gatti che mangiano la loro stessa lettiera, quella sabbietta che si mette normalmente nella cassetta dei bisogni per assorbire la loro urina e permettergli di nascondere le feci.
Non è frequente, capita più spesso che sia il cane a mangiare le feci miste a sabbia del gatto, ma in questo caso sappiamo bene che lo fa perché i cani in generale hanno una passione atavica per le feci, non solo le proprie, ma anche e soprattutto quelle dei gatti. Andiamo ora a scoprire perché il gatto mangia la sabbietta, quali rischi comporta e cosa fare per evitarlo.
Gattino lettiera

Cause


In realtà non è che ci sia un motivo preciso per cui un gatto decide di mangiare la sabbietta. Qualcuno sostiene che se il gatto comincia a mangiare la sabbietta è perché deve essere sverminato, altri dicono che mangia la sabbietta perché ha una carenza di minerali e, se ci fate caso, queste sono anche le spiegazioni popolari alla domanda ‘Perché il cane mangia le sue feci?’.
Ad essere onesti mi sono capitati alcuni casi ben specifici in cui il gatto si mangiava la sabbietta, visto che sono stati gli unici modelli comportamentali o con patologie che si sono ripetuti in diversi gatti, io direi che sono queste le cause più probabili:


  • gattini molto piccoli che non hanno ben capito quello che devono mangiare. Spesso mi è capitato con gattini piccini in fase di svezzamento che al posto di mangiare le loro crocchette, mangiavano dei granelli di sabbietta. Questo spesso accadeva con i micini che non riuscivano ancora a sporcare bene nella lettiera. Mettendo le loro feci nella lettiera, gli si fa capire che quello è il luogo dove si devono fare i bisogni e che non è cibo da mangiare

  • gatti con pica. La pica è l’ingestione da parte del gatto di materiale non alimentare. Si può avere a seguito di forti stress, come per esempio in caso di inserimento non corretto in casa di un gattino o anche di un gatto adulto, ma anche come forma di noia o di richiesta di attenzioni da parte del proprietario. Esistono poi delle razze di gatti orientali, come il siamese o il burmese in cui pare che ci sia un fattore genetico che li spinge alla pica. In questo caso per evitarlo bisognerebbe adottare un corretto programmazione di selezione dei riproduttori

  • gatti con insufficienza pancreatica o malattie che provocano una mal digestione/malassorbimento. Gatti che soffrono di queste malattie, non riescono ad assimilare correttamente l’alimento che mangiano, soffrono di polifagia, mangiano di più per cercare di sopperire a questa carenza nell’assimilazione. E nel farlo cominciano a mangiare anche cose che non sono cibi: sabbietta, terriccio, me n’era capitato uno che leccava ossessivamente la pittura delle pareti di casa

  • gatti con insufficienza renale. Si tratta di un sintomo poco comune di insufficienza renale cronica nel gatto, ma spesso ho notato in gatti che ne soffrono che tendono a mangiare la propria sabbietta. Probabilmente si tratta anche qui di una forma di alterazione del gusto causata dalle tossine che il gatto non riesce ad eliminare correttamente con le urine a causa del malfunzionamento dei reni

Conseguenze



La conseguenza più immediata dell’ingestione di sabbietta da parte del gatto è, ovviamente, il blocco intestinale. Se il gatto ingerisce un granellino di quando in quando, non accade nulla, si mescola con le feci e transita tranquillamente nell’intestino. Ma se ne mangia in grandi quantità, allora è come se ingerisse una pietra: siamo di fronte a un ileo meccanico, un’evenienza chirurgica: il blocco deve essere rimosso prima di subito.
Una seconda conseguenza è che se il gatto ingerisce grandi quantità di sabbiolina da lettiera, magari non va in blocco subito, però ha lo stomaco pieno di sabbietta e questo gli impedisce di ingerire altro cibo normale, magari vomita perché il transito gastrico e intestinale è intasato dalla sabbia, dimagrisce perché si riempie di sabbia e non di cibo.
Se è vero che per esempio per gli uccelli è normale ingerire una piccola quantità di sabbia o ghiaia per aiutare la digestione (talvolta lo fanno anche le tartarughe, solo che qui se ne ingerisce troppa si rischia il blocco intestinale e spesso accade anche al coniglio che ingerisce la lettiera di tutolo di mais scambiandola per cibo), non lo è altrettanto per i nostri gatti.

Cosa fare


Gatto sabbiettaPrima di tutto, se ho un gatto sia piccolo che adulto che inizia a mangiarsi la lettiera, conviene farlo visitare dal veterinario, in modo da escludere che ci siano malattie organiche alla base di questo comportamento anomalo (insufficienza renale, insufficienza pancreatica e via dicendo). Questo perché se la causa è una di queste patologie, allora va da sé che trattandola e curandola, si migliora anche questo problema.
Se il gatto sta bene e la causa dell’alterazione del comportamento è uno stress come per esempio il cambio casa, la noia, l’arrivo di un nuovo animale, di un bambino e via dicendo, allora bisognerà attuare tutti quei rimedi comportamentali atti a risolvere la situazione: crocchette apposite, ferormoni ambientali, arricchimento ambientale e analoghi.
E se proprio il nostro gatto si ostina a voler mangiare la sua lettiera, perché non proviamo a cambiargliela? Se gli piace l’idea di sgranocchiare i sassolini, allora possiamo provare a prendergli la sabbietta quella sottile come sabbia di mare e vedere come si comporta. Oppure posso provare a sostituirla col terriccio, facendo ben attenzione perché ci sono alcuni gatti che mangiano anche il terriccio. L’ultima spiaggia? Usare i fogli di giornale al posto della lettiera: è vero, vanno cambiati spesso perché non bloccano gli odori, però difficilmente il gatto che ama mangiare la lettiera mangia anche quelli.
La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.







lunedì 9 luglio 2018

Perché il gatto fa i bisogni fuori dalla lettiera?

Perché il gatto fa i bisogni fuori dalla lettiera?

Quando il gatto fa la cacca fuori dalla lettiera, soprattutto se l'ha sempre usata senza problemi, qualsiasi padrone si preoccupa perché si sa, i felini sono animali estremamente puliti. Infatti, sin dalle 3 settimane di vita sono già in grado di imparare a usare la lettiera in maniera corretta e per farlo basta solo insegnarglielo e fargli ripetere l'azione per qualche giorno, dopodiché inizieranno a usarla senza problemi.
Se il gatto non usa la lettiera c'è qualcosa che non va e in quanto padroni dell'animale il nostro compito è quello di capire perché si è comportato così. Se succede una sola volta non c'è nulla di cui preoccuparsi e non devi dargli molta importanza, ma se continua a farlo tanto da diventare quasi un'abitudine dovrai intervenire.
Innanzitutto dovrai portarlo dal veterinario per scartare eventuali malattie e problemi di salute, come stitichezza, diarrea cronica, parassiti intestinali o anche disturbi muscoloscheletrici (DMS), problemi neurologici o primi sintomi di vecchiaia. Se il gatto è sano, quindi, la causa si trova nell'ambiente o in un problema comportamentale. Per capire perché il gatto fa la cacca fuori dalla lettiera, passiamo innanzitutto ad analizzare quest'oggetto per capire se c'è qualcosa che può disturbare il micio.
Perché il gatto fa la cacca fuori dalla lettiera? - Perché il gatto fa i bisogni fuori dalla lettiera?

Osservare la lettiera

Se il tuo gatto ha smesso di usare la lettiera o si rifiuta di usarla, probabilmente il problema è la lettiera stessa. Entriamo nel dettaglio.
  • La sabbietta: se hai cambiato la sabbietta, forse il micio non si sente più a suo agio perché preferiva quella che c'era in precedenza per cui finirà per fare i bisogni fuori.
  • La cassetta: le dimensioni della cassetta devono essere di circa 40 x 50 cm, in modo che l'animale possa girare su se stesso all'interno. I bordi non devono essere troppo alti, soprattutto se hai un gatto anziano. La scelta della posizione è fondamentale: mai mettere la lettiera in luoghi molto trafficati di casa, vicino a porte o elettrodomestici rumorosi né vicino alle ciotole di cibo e acqua. Scegli un luogo appartato e protetto.
Anche se possono sembrarti dei piccoli dettagli, questi fattori possono aiutare a capire perché il gatto fa pipì e cacca in giro per casa invece che nella lettiera, ma non sono gli unici. Se pensi che la tua situazione sia diversa, continua a leggere.

Come presentare due gatti?


Come abituare un gatto alla lettiera?

Ora che abbiamo visto le cause principali per le quali un gatto non fa i bisogni nella lettiera, vediamo alcuni consigli per far abituare (o riabituare) il gatto a usarla.
  • Cambia la sabbietta e trovane una adatta al micio. Bisognerebbe evitare quelle profumate perché possono essere sgradevoli per il micio. La quantità di sabbietta dovrà occupare circa 3-4 cm della lettiera. Ti consigliamo di sceglierne una morbida al tatto.
  • Sposta la lettiera e aggiungine un'altra, anche se hai solo un gatto. Probabilmente ne userà una defecare e una per urinare. Ricorda che se invece in casa ci sono più gatti dovrai avere tante lettiere quanti animali +1. Provane anche di diversi tipi, per esempio una coperta e una scoperta.
  • Pulisci più spesso la lettiera, in modo che il micio abbia sempre a disposizione un posto pulito in cui fare i propri bisogni. Non usare ammoniaca né candeggina, usa sempre prodotti enzimatici.
  • Se vedi che il gatto fa la cacca fuori dalla lettiera sempre in un punto particolare, spostala lì.
Ricorda che se hai apportato dei cambiamenti dentro casa (anche se hai semplicemente spostato un mobile) oppure se è cambiato qualcosa nella vita del gatto, fare i bisogni dove non deve potrebbe essere una riposta per comunicarti il suo disagio. Anche la paura e l'insicurezza possono essere tra le cause di questo comportamento anomalo. Prestare attenzione a dove defeca può darti molte informazioni.
Perché il gatto fa la cacca fuori dalla lettiera? - Come abituare un gatto alla lettiera?

Non sgridare il gatto se non usa la lettiera

Infine, mai sgridare il gatto quando fa la cacca fuori dalla lettiera perché, come ti abbiamo spiegato, quasi sicuramente la ragione che lo spinge a comportarsi così è un forte disagio e sgridandolo non faresti altro che aumentarlo. Il micio ti sta chiedendo aiuto a modo suo, per cui invece che rimproverarlo quando fa qualcosa di sbagliato premialo quando si comporta bene, usando così il rinforzo positivo.
Se hai preso in considerazione tutti i fattori elencati e hai provato diverse soluzioni senza successo, consulta un veterinario specializzato in etologia affinché ti aiuti a identificare la causa e risolvere la situazione al più presto in modo che il micio smetta di fare pipì e cacca in giro.
Se desideri leggere altri articoli simili a Perché il gatto fa la cacca fuori dalla lettiera?, ti consigliamo di visitare la nostra categoria Problemi comportamentali.

domenica 8 luglio 2018

Scie chimiche - La guerra segreta - Documentario (Promo VII)


L'alimentazione di cani e gatti: i miti da sfatare. Ecco come, quando e soprattutto cosa


L'alimentazione di cani e gatti: i miti da sfatare. Ecco come, quando e soprattutto cosa - Blog


L'alimentazione di cani e gatti: i miti da sfatare. Ecco come, quando e soprattutto cosa

La gestione di un corretto apporto dietetico per i nostri animali, cani o gatti che siano, rappresenta un argomento ostico e difficoltoso, con molti punti ancora da chiarire e linee guide discordanti. Oggi cerchiamo insieme di affrontare questo dilemma, di fornire alcuni mezzi di screening grossolani per la scelta, nel limite del possibile, garantendo la salute dei nostri cani e gatti




         




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L'alimentazione di cani e gatti: i miti da sfatare. Ecco come, quando e soprattutto cosa


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L'alimentazione di cani e gatti: i miti da sfatare. Ecco come, quando e soprattutto cosa

La gestione di un corretto apporto dietetico per i nostri animali, cani o gatti che siano, rappresenta un argomento ostico e difficoltoso, con molti punti ancora da chiarire e linee guide discordanti. Oggi cerchiamo insieme di affrontare questo dilemma, di fornire alcuni mezzi di screening grossolani per la scelta, nel limite del possibile, garantendo la salute dei nostri cani e gatti
La gestione di un corretto apporto dietetico per i nostri animali, cani o gatti che siano, rappresenta un argomento ostico e difficoltoso, con molti punti ancora da chiarire e linee guide discordanti. Oggi cerchiamo insieme di affrontare questo dilemma, di fornire alcuni mezzi di screening grossolani per la scelta, nel limite del possibile, garantendo la salute dei nostri cani e gatti.
Esistono in commercio innumerevoli proposte dietetiche da seguire: un pressing mediatico costante che ci pone di fronte a troppe scelte o varianti e che rende difficoltoso anche il normale acquisto dell’alimento. Sfatiamo assolutamente il mito che gli animali devono necessariamente avere una dieta variegata, composta da diverse fonti proteiche o ancora peggio correlata all’alimentazione domestica casalinga, somministrando la medesima qualità e quantità di quello che viene consumato a tavola. Per cani e gatti, nel corso degli anni, sono stati effettuati vari studi comparati tra differenti marche alimentari, tutte considerate totalmente complete ed appropriate per garantire un corretto supporto nutrizionale. Le diete che sono commercializzate ed acquistabili presso i negozi per animali, sono nate tenendo in considerazione i diversi fabbisogni metabolico-clinici dei nostri pazienti. Non dobbiamo a volte farci illudere da mezzi pubblicitari poco trasparenti o fuorvianti, basati sulla concorrenza mangimistica, più che sul benessere reale del nostro animale.
Oggi purtroppo si ha la tendenza a sovralimentare cani e gatti, lasciare a disposizione sempre cibo durante tutta la giornata o peggio incrementare la somministrazione durante i pasti familiari, facendo sempre cadere qualcosa dalla tavola, come premio o contentino che però può danneggiare la salute e fornire esempi comportamentali errati, soprattutto durante l’accrescimento di un cucciolo.
Ogni animale dovrebbe assumere una quantità di cibo fissa, umido o secco, in rapporto all’età, ai fabbisogni nutrizionali, ma soprattutto al peso corretto. Questo concetto è molto importante soprattutto per i cani, dove l’obesità purtroppo rappresenta una piaga dilagante nel nostro Paese, che predispone a malattie gravissime metaboliche, oltre al conosciuto diabete, che portano ad una progressiva degenerazione epato-renale, con conseguenze gravi a livello articolare e discale - caratteristiche anche degli esseri umani - di tipo degenerativo e spesso irreversibili.
Gradualmente questo problema sta interessando anche i gatti, con situazioni quasi al limite dell’incredibile, quando si presentano in ambulatorio o in clinica soggetti con pesi che sfiorano i 10 Kg. Questo fattore sconfortante è prevalentemente da associare alla tipologia di vita condotta, casalinga o meglio considerata “da divano”, dove trascorrono la maggior parte delle ore coricati a riposare.
Non esistono più i tipici felini cacciatori, che vivono prevalentemente fuori e consumano molte energie nel gioco e nella predazione. L’adeguamento quindi della tipologia alimentare è stato necessario per modificare i normali apporti calorici forniti con le vecchie diete, con alimenti completi a basso apporto calorico, per affrontare le malattie oggigiorno più frequenti in cani e gatti e prevenirne l’insorgenza e ritardare l’invecchiamento dei tessuti. E’ ugualmente importante conoscere alcuni punti cardine sull’alimentazione, tali da poter evitare grossolani errori con irrimediabili conseguenze.
  • Non dare assolutamente MAI ossa a cani e gatti, piccoli o grandi, da brodo o da gioco, perché possono provocare gravi gastroenteriti con stati di malessere, vomito e sangue nelle feci, nei casi più gravi shock ipovolemico, o perforazione intestinale.
  • Effettuare, in particolare nei cani, almeno due pasti al giorno: MAI concentrare la somministrazione dell’alimento in un’ unica volta. Questo può creare dismicrobismi intestinali, predisporre nei cani di grossa taglia a torsione gastro-splenica per un’eccessiva voracità nell’assunzione del cibo con introduzione di acqua e aria in modo inappropriato.
  • Effettuare nei cuccioli almeno 3-4 pasti al giorno fino al sesto mese di età con un mangime specifico puppy o junior se cani e kitten nei gatti, mantenendone due terminato l’accrescimento con un mangime bilanciato per adulti.
  • I gatti NON sono piccoli cani, quindi non vanno trattati come tali nella somministrazione alimentare: generalmente si preferisce consigliare una linea dietetica secca, basata su crocchette, ma nulla esclude di poterla incrementare o meglio supportare da umido di medesima qualità.
  • Non si deve MAI cambiare marca in continuazione, può danneggiare la mucosa intestinale, predisporre ad intolleranze o allergie, patologie gastrointestinali,  il passaggio va effettuato sempre in modo graduale in circa una settimana, per dare tempo al metabolismo di abituarsi alla nuova fonte proteica.
  • L’alimentazione casalinga, quando si decide di somministrare solo quella, deve essere supportata da un consulto veterinario esperto per bilanciare le dosi e scegliere le fonti proteiche corrette, considerando anche gli apporti vitaminici da aggiungere, se necessario. Logicamente è sbagliato fornire sia alimentazione di tipo commerciale che derivante dagli scarti culinari domestici, soprattutto in animali con patologie pregresse. Un’alimentazione casilinga corretta si basa principalmente su fonti proteiche di carne o pesce, cotta bollita in assenza di sale, con verdure e riso scotto lavato sotto acqua fredda, evitando condimenti, coloranti e conservanti di vario genere.
  • Esistono prodotti tossici per i nostri cani e gatti, che vanno assolutamente evitati come cioccolato, uva, uvetta, aglio e cipolla. Inoltre andrebbero evitati totalmente o almeno usati con molta moderazione zucchero e sale. Negli anziani, in particolar modo con patologie cardiovascolari in anamnesi, il sale deve essere bandito ed è meglio preferire una fonte di proteine più nobile da fornire.
  • Nei gatti soprappeso non si deve lasciare a disposizione l’alimento durante l’arco della giornata, come invece si tende a fare normalmente in un gatto adulto normopeso (si regola autonomamente nell’assunzione del cibo), ma vanno fissati orari prestabiliti in dose bilanciata come riportato sul retro delle confezioni mangimistiche serie. La dose totale non è da considerarsi sul peso attuale del gatto, ma su quello ideale, da suddividere poi per il numero di pasti giornalieri che effettua. Inoltre meglio prediligere una linea a ridotto apporto calorico o per obesi.

Non è facile decidere il corretto apporto nutrizionale dei nostri amici a quattro zampe, commerciale o casalingo che sia, si devono però conoscere le principali malattie emergenti, prevenirle o curarle con un’alimentazione bilanciata, SEMPRE supportata da un consiglio veterinario. Nessun mangime è in grado di fare miracoli, ma va solo usato in modo razionale e corretto, eliminando errori grossolani e pubblicità ingannevoli.

Ogni specie, età, razza e patologia diagnosticata necessita di una dieta equilibrata, da non variare né incrementare in modo autonomo, per evitare di arrecare ulteriori danni. La salute di cani e gatti spesso rispecchia quella dell’uomo: si stanno gradualmente umanizzando e le malattie più diffuse nel 2014 che per noi coincidono con le loro e come tali vanno trattate nel migliore dei modi, con mezzi all’avanguardia, ma il supporto dietetico può dare il giusto contr
    Luana, medico veterinario di Piacenza, laureata a Parma nel 2012, si sta formando in cardiologia. Scontato dire che adora gli animali, ma la sua strada è stata delineata grazie proprio al suo gatto che è stato un importante amico fedele per 21 anni. Una persona sensibile ed educata che si impegna per quello in cui crede, ambiziosa e testarda. Lavora presso l'Ospedale Veterinario Farnesiana di Piacenza in Medicina interna e Cardiologia. Ama profondamente il suo lavoro e spera di realizzare qualcosa di importante



              





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