AMBIENTE
Quando la terra
era un paradiso, pieno di vita rigoglioso e ricco di biodiversità
Per un verso o un'altra l'homo-virus sta completando
la distruzione di quello che era un magnifico pianeta, non sarà
lontano il giorno in cui il pianeta terra sarà una immensa
desolazione planetaria, priva di qualunque tipo di vegetazione,
animali, nessuna più biodiversità, sarà un pianeta “morto”,
ove si aggireranno pochi superstiti umani, in cerca di non si sa
cosa.
Stiamo
distruggendo l’antivirus del pianeta: la metà delle foreste non
esiste più
Il
nostro antivirus sono le foreste, ma le stiamo cancellando dal
Pianeta: la metà della superficie forestale è andato in fumo per
causa nostra. In barba a teorie complottiste, in realtà, ci stiamo
distruggendo, tutti, con le nostre mani.
Un
recente rapporto di WWF Italia ha concluso che molte delle malattie
emergenti sono conseguenza di comportamenti umani errati tra cui la
deforestazione, il commercio illegale e incontrollato di specie
selvatiche e l’impatto dell’uomo sugli ecosistemi. Stiamo
invadendo spazi che la natura non ci ha donato (e forse c’era un
motivo).
Le
foreste contribuiscono alla lotta al cambiamento climatico assorbendo
CO2 e garantiscono la vita sul pianeta, producendo oltre il 40%
dell’ossigeno, grazie a processi vitali come la fotosintesi
clorofilliana. Distruggerle significa creare uno squilibrio che porta
ad una presenza sulla Terra di anidride carbonica maggiore di quella
tollerabile, come sostiene anche un recente studio pubblicato su
Nature.
Inoltre
queste enormi distese di alberi sono habitat per l’80% della
biodiversità terrestre: vi abitano milioni di specie in gran parte
ignote alla scienza, compresi virus, batteri, funghi e molti altri
organismi, anche parassiti, che vivono in equilibrio con l’ambiente
e le specie con le quali si sono evoluti. E tra questi non figura
l’uomo, che continua a invadere spazi che la natura non gli aveva
riservato.
Distruggere
le foreste è distruggere il cibo e la casa di moltissime specie che
all’improvviso si trovano sole e “denutrite”. E che soprattutto
si trovano a contatto all’improvviso con una specie a loro
sconosciuta, l’uomo, con la quale quindi non esiste alcuna
strategia di convivenza pacifica.
Con
risultati imprevedibili e a volte disastrosi, incluse pandemie
globali come quella da corona virus che stiamo vivendo. Lo spillover,
ovvero il salto di specie, il meccanismo biologico con il quale il
virus sarebbe mutato riuscendo a replicarsi nella cellula umana,
infettandola, potrebbe essere uno di questi.
“Là
dove si abbattono gli alberi e si uccide la fauna, i germi del posto
si trovano a volare in giro come polvere che si alza dalle macerie”
scrive il biologo statunitense David Quammen.
Si
stima che rispetto ai 6.000 miliardi di alberi che abbracciavano la
terra all’inizio della rivoluzione agricola, oggi ne restino circa
la metà, 3.000 miliardi: quasi la metà della superficie forestale
che abbracciava e proteggeva il nostro pianeta, non esiste più.
Solo
nel 2019 ha bruciato l’Amazzonia e le foreste del cuore dell’Africa
mentre a inizio 2020 in Australia sono andati in fumo 12 milioni di
ettari di inestimabile patrimonio naturale.
Deforestare
significa alterare in pochissimo tempo equilibri costruiti in
millenni di storia.
Come
possiamo pensare che tutto questo non abbia delle conseguenze?
Coronavirus
- 5G
Grazie
all'emergenza sanitaria il controllo delle masse ha ricevuto linfa
vitale come non era mai accaduto prima nella storia dell'umanità.
La
chiamano “pandemia” anche se nel sito del CDC(Centro
di controllo delle malattie di Atlanta) vengono elencate come
“Pandemics”
la Spagnola
del
1918, l'Asiatica
(H2N2
- morti da 50 a 100 milioni) del 1957-1958, l'Influenza
di Hong Kong (H3N2
- oltre 1 milione di morti) del 1968 e infine la cosiddetta Influenza
Suina (H1N1
- da 100 a 400 mila morti solo il primo anno) del 2009.
Nessun
riferimento al Coronavirus.
Forse perché devono ancora aggiornare il sito proprio a causa del
lockdown imposto per la pandemia?
Comunque
sia, quando finiranno di installare il 5G
(e
non a caso gli operatori delle telecomunicazioni hanno potuto
lavorare indisturbati durante la gravissima "pandemia") si
potranno attivare telecamere con sensori biometrici a riconoscimento
facciale, scanner termici e tutto quello che serve per il controllo
elettronico, tra cui, come scritto più volte anche le app per lo
smartphone.
Detto
fatto, eccola qua e si chiamerà Immuni,un'applicazione
“contact tracing”, in grado di tracciare i contatti. La
definiscono necessaria per tenere sotto controllo la diffusione del
presunto virus durante la cosiddetta Fase 2.
Leggendolo
da un'ottica differente servirà per tracciare le masse.
una
società
di
Milano, spuntata dal nulla, ha ceduto gratuitamente la licenza d'uso
al governo italiano, e il commissario straordinario per l'emergenza
sanitaria
ha
quindi subito firmato l'ordinanza con cui dispone la stipula del
contratto.
Ovviamente si sono affrettati a dire che “non sarà
obbligatoria” ma scaricabile in modo volontario, in teoria.
Immuni
si
compone di due parti, la prima è un sistema di tracciamento dei
contatti che sfrutta il Bluetooth.
Non tutti sanno che attraverso
la tecnologia Bluetooth è possibile infatti rilevare la vicinanza
tra due smartphone entro un metro. Poi l'app ripercorrerà a ritroso
tutti gli incontri di una persona risultata positiva al presunto
Covid-19, così da poter rintracciare e isolare i teorici potenziali
contagiati.
Quando
il suddito la scarica, infatti, il software conserva sul cellulare
una lista di codici identificativi teoricamente anonimi di tutti gli
altri dispositivi ai quali è stato vicino.
Ecco
come dovrebbe funzionare nella pratica: se per esempio una persona
risultasse
positivo al tampone, non solo tutti i contatti della sua rubrica ma
anche tutte le persone che si sono avvicinate a lui nel raggio di un
1 metro (magari in treno, in Parlamento o al Ministero, in un
ristorante o per le vie di Roma) verranno gentilmente e gratuitamente
avvisate da un messaggino che ricorda loro di essere state
potenzialmente a rischio di un fantomatico virus!
A
questo punto entra in gioco la seconda funzione della app: un
registro di tutte le informazioni sensibilissime dell'utente: sesso,
età, addirittura malattie pregresse, assunzione di farmaci,
ecc.
Tale diario deve essere aggiornato costantemente da parte
dell'utente con qualsiasi eventuale sintomo e/o malattia.
Avete
capito cosa stanno combinando? Dopo che ti è arrivato il messaggino
con il warming della possibile esposizione (qualche ministro), se ti
viene un colpetto di tosse, è ovvio che non è un banale colpo di
tosse ma una potenziale infezione polmonare letale. Quindi dovrai
correre dal medico a fare il tampone o l'esame sierologico (per la
modica cifra di 49 euro), il tutto per la tua sicurezza. Oppure se un
giorno dopo aver visto certi vilorogi
in
tv ti viene una fetida scarichetta diarroica, la causa non è la
faccia da sberle del virologo, ma il virus che potrebbe dai polmoni
essere sceso a colonizzare il Sistema Nervoso Enterico, cioè gli
intestini. Quindi dovrai correre di nuovo a fare in questo caso DUE
tamponi, quello fecale e quello per il Sars-Cov-2.
Eccolo
qua il sistema geniale per controllare la diffusione del virus nella
Fase 2!
Complimenti
agli esperti governativi, i quali ci dicono che per essere efficace,
Immuni
dovrà
essere scaricata almeno dal 60% degli italiani (anche per l'app
quindi esiste una immunità di gregge?), non specificando se il
riferimento è all'intera popolazione o ai possessori di uno
smartphone.
Si
sono dimenticati di dirci infine che la terza funzione dell'app
inizierà quando sarà pronto il vaccino...i virus mutano di continuo
ed è praticamente impossibile riuscire ad isolarli...vedi i vaccini
contro i raffreddori.
Questa terza fase potremo chiamarla, per
usare un linguaggio cinematografico, la “mietitura del gregge”,
perché tutte le pecore iscritte al programma saranno sicuramente le
prime a mettersi in coda per essere vaccinate...
A
cura di Martin L. Pall, tratto da
http://www.infoamica.it/otto-rischi-per-la-salute-legati-al-5g/
Il
Prof. Martin
L. Pall,
Professore emerito di Biochimica e di Scienze Mediche di Base della
Washington State University, ha inviato alle istituzioni europee e
statunitensi una revisione di studi che dimostrano la pericolosità
della tecnologia 5G.
Secondo la sua analisi della letteratura
scientifica pubblicata ci sono almeno otto pericoli dimostrati
correlati alle esposizioni alle radiazioni del 5G.
Quello
allegato in fondo a questo articolo è una versione breve di un
documento originale scritto in risposta a due documenti scritti
rispettivamente dal sig. Ryan
e
dal dott. Vinci
in
risposta all’appello di un gruppo di associazioni e di esperti
sulla sicurezza del 5G. Il Sig. Ryan ha dichiarato che «Ci
sono prove consistenti presentati da enti nazionali e internazionali
(International
Commission on Non Ionising Radiation Protection –
ICNIRP,
Scientific
Committee on Emerging and Newly Identified Health Risks (SCENIHR)
che
l’esposizione a campi elettromagnetici non rappresentano alcun
rischio per la salute al di sotto dei limiti stabiliti dalla
Raccaomandazione del Consiglio 1999/519/EC1.”
Le posizioni dell’ICNIRP e dello SCENIHR, così come quelle dalla
Federal
Commission
Communication,
della FDA
e
dell’Istituto
Nazionale sul Cancro degli
USA, hanno posizioni molto diverse le une dalle altre. Alcuni di
questi enti dichiarano che i meccanismi d’azione dei campi
elettromagnetici non sono noti, nonostante l’enorme evidenza di
studi pubblicati.
Il
documento
del
Prof. Pall
rappresenta
una base fondamentale per richiedere la messa al bando dello sviluppo
della tecnologia 5G in quanto ci sono sufficienti evidenze di un
rischio per concludere che si tratta di frequenze non del tutto
sicure per la salute umana e per l’ambiente.
Gli
otto tipi di danni correlati alle frequenze del 5G sono i seguenti:
danni
cellulari al DNA – rottura al filamento singolo del DNA, rottura
del filamento doppio, ossidazione delle basi del DNA;
diminuzione
della fertilità maschile e femminile, aumento di aborti spontanei,
abbassamento di ormoni come estrogeni, progesterone e testosterone,
abbassamento della libido;
danni
neurologici e neuropsichiatrici;
apoptosi
e morte cellulare;
stress
ossidativo e aumento dei radicali liberi (responsabili della maggior
parte delle patologie croniche);
effetti
ormonali;
aumento
del calcio intracellulare;
effetto
cancerogeno sul cervello, sulle ghiandole salivari, sul nervo
acustico.
Tratto
da http://www.infoamica.it/otto-rischi-per-la-salute-legati-al-5g/
www.liberigatti.blogspot.com
/ liberigatti.aaa.onlus@legalmail.it
f:
Victor Marotta / ALAA Liberigatti /
segreteria.liberigatti@hotmail.com/
facebook:
ALAA Liberigatti